L a vo r o - Comune di Empoli

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L a vo r o - Comune di Empoli
L a v oro
L’istituto di Empoli ha voluto intraprendere un corso sconosciuto: Apicoltura.
Inizialmente, iscritte eravamo in quattro ragazze: Serena
Vittori, Stefania Passaglia, Cinzia Piccinato e Eleonora
Rabbù. Quest’ultima però non poteva partecipare alla pratica perché allergica; nonostante questo è stata molto attenta e partecipe. Serena e Stefania, (noi che stiamo scrivendo) hanno iniziato a uscire in azienda con l’art. 21 appena
gli alveari sono arrivati. Vedendo tutte le api insieme per la
prima volta o quasi, un po’ di timore c’era, ma siamo andate avanti nel lavoro; abbiamo sistemato ogni singola cassetta, con l’aiuto di persone esperte venute da Caserta.
Dopo una settimana è iniziato il corso vero e proprio.
All’inizio abbiamo visto con il nostro insegnante Fabrizio
Piacentini alcune video cassette, interessanti e costruttive
per una conoscenza sulla vita delle api. Abbiamo iniziato la
nostra uscita per la visita agli alveari con maschera e guanti, ma dopo un po’ la paura iniziale è svanita e visto che con
i guanti lavoravamo male (non si avverte il tatto) ce li siamo
tolti. Dopo altre lezioni via anche la maschera...
Ovviamente, dove vedevamo che c’era di bisogno li mette
vamo. Per tutta la durata del corso si è avuto un contatto
molto ravvicinato con le api fino a sapere tutto quello che è
più importante per curare e mantenere le famiglie attive.
Dopo circa 2 mesi dall’arrivo degli alveari c’è stata la smielatura, con l’insegnante si è proceduto a togliere i mielari e
a portarli dentro la nostra cucina. Ma la parte successiva
(disopercolatura, raccolta nel maturatore, imbarattolatura
del miele) l’abbiamo fatta noi 2 da sole, con tutti i piccoli
problemi che nascevano a ogni passaggio e che abbiamo
dovuto risolvere. Alla fine è arrivata la ricompensa per tutto
il lavoro svolto. Il “dolce” prodotto l’abbiamo raccolto in
circa 400 barattoli da 250 grammi ciascuno e dopo una settimana nemmeno dall’inizio della vendita internamente al
carcere a noi detenute e agli agenti era già tutto finito.
Pensiamo che questa sia una gran bella soddisfazione, che
gratifica l’impegno messo e le punture ricevute (meno male
sono state pochissime)! Un grazie particolare va al nostro
insegnante e a chi ci ha dato l’opportunità di portare avanti questo progetto, cioè la Direttrice, la Comandante e l’educatrice della casa a Custodia Attenuata Femminile di
Empoli.
L’esperienza di Stefania Passaglia: un’occupazione interna al carcere
Nell’estate scorsa ho iniziato ha frequentare il corso di bricolage che consiste nell’imparare molte cose manuali come ad
esempio: composizioni di fiori fatti con perline, di bigiotteria in genere fatta con le perline, ricami vari e patchwork.
L’insegnante Maria Angela, una volontaria della Misericordia, ci ha insegnato con pazienza molti lavori, che tra l’altro a me
piacciono molto. In questo campo ci sono portata, e quando mi rimane del tempo anche a casa ho sempre fatto lavori di
cucito o m’invento altro. Ho avuto la possibilità d’imparare ancora cose nuove e mi ha fatto molto piacere perché penso
che imparare cose sconosciute sia sempre buono ed arricchisce dentro. A volte passi davanti ai negozi e vedendo in vetri na degli oggetti simili a questi che ho imparato, non pensi che ci voglia tanta pazienza e costanza e che si fanno con poco
materiale. Tutto questo mi gratifica sempre in qualcosa. Maria Angela ci ha proposto durante il corso l’opportunità di un
lavoro a domicilio all’interno dell’istituto con la cooperativa Anfora che ci fornisce i capi da rifinire con piccoli lavori di cucito, di stilisti famosi ed altre firme. Circa due settimane fa guardando il programma “Buona Domenica” abbiamo visto dei
giubbotti di jeans come quelli sui quali abbiamo lavorato e subito ci siamo dette: ”guarda i giubbotti che abbiamo fatto
noi”. Chissà se sono quelli che abbiamo rifinito noi? A me piace pensare di si. Dentro di me c’era molta felicità nel vederli indossare da Maria De Filippi e Simona Ventura, avevo un sorriso dentro di me, ho provato gioia e felicità, per me è stata
una emozione forte che tendo sempre a nascondere. Per noi detenute è sempre un’opportunità in più da prendere e secondo me non è poco. Questo lavoro lo ha iniziato per prima Valentina che ora lavora in una confezione, poi Antonella. Io ho
iniziato ad ottobre e adesso lo stanno facendo Daniela e Lilia. È comunque importante negli istituti carcerari avere un’opportunità di responsabilità anche perché essere impegnati in cose costruttive offre la possibilità di ritrovare la fiducia in
noi stessi. Il lavoro che stiamo facendo ci permette di imparare un mestiere e un domani, finita la pena, trovare un lavoro. Valentina che è stata fra le prime a fare questa esperienza, è uscita ed è stata assunta dalla ditta che ci procura il
lavoro interno.
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Esemplare di contratto di lavoro a domicilio in carcere
ANFORA SOC.COOP. AR.L
Oggetto: Contratto di collaborazione coordinata e continuativa art. 49 D.P.R. 917/86.
Con riferimento ai colloqui intercorsi le conferiamo la decisione che intendiamo avvalerci della Sua collaborazione, alle
condizioni di seguito descritte.
Le prestazioni oggetto del contratto consistono in:
Piccoli lavori di rifinitura e cucito, con uso di ago e filo.
Le prestazioni di cui sopra hanno carattere d’urgenza, e pertanto dovranno essere effettuate da parte Sua senza indugio
alcuno.
La collaborazione verrà svolta in regime di autonomia, senza alcun svincolo di subordinazione di orario di lavoro e senza
inserimento nell’organizzazione aziendale di questa cooperativa.
Detto importo, si intenderà al netto delle ritenute fiscali e previdenziali di legge e Le verrà liquidato mensilmente, dandosi atto che per la sua collaborazione Lei non è titolare di partita Iva.
A tal fine sarà Sua cura comunicarci tutti i dati fiscali necessari all’instaurarsi della collaborazione.
Si conviene che qualsiasi dato o informazione riviste carattere di riservatezza.
Per quanto non espressamente derogata con il presente accordo, il rapporto deve intendersi controversia sarà competente
il Foro di Empoli.
, di Serena Vittori
E' stata dura ricominciare a studiare… All'inizio pensavo che non avrei trovato difficoltà, visto che a scuola non avevo mai
avuto problemi, anzi, ero la più brava della classe! Inoltre, il corso di laurea che ho scelto (informatica) è quello che frequentavo prima, quindi mi sono rimessa sui libri convinta che non avrei incontrato ostacoli di nessun genere, ma mi sbagliavo… Soprattutto mi mancava di avere un riscontro o con i professori o con i compagni, per vedere se quello che stavo
facendo era giusto o sbagliato. Comunque, da metà novembre mi hanno dato la possibilità di frequentare le lezioni
all’Università di Firenze delle due materie che avevo scelto. Esco due volte alla settimana per andare in facoltà.
Devo dire che, nonostante ora siano passati quasi due mesi da quando ho iniziato, la difficoltà più grande che ho incontrato è stata quella di socializzare con i miei compagni, forse perché li vedo più giovani di me, oppure perché in comune
con loro ho solo lo studio… Tra l'altro non ho detto a nessuno di essere una detenuta, forse è per questo che mi sento
così diversa da loro! Per il resto, sono contenta di poter proseguire con questo mio progetto, penso proprio che questa sia
la strada giusta per me, o perlomeno è il mio interesse principale e sono sicura che quando uscirò, continuerò ad andare
all’Università.
Per adesso, aspetto che inizi il secondo semestre, e cerco magari di preparare un esame.
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