La Strada Verso il Successo Passa il Testimone
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La Strada Verso il Successo Passa il Testimone
La Strada Verso il Successo Passa il Testimone Parco del Pollino – Calabria 22-29 Agosto 2009 Rout Estiva 2009 1 Ancona 92 2 PROGRAMMA ROUTE Giorno Tema Catechesi Mattino 22 Introduzione La strada La figura di San Paolo (generale) Viaggio 23 I cavalli 24 Il vino 25 La donna Cucù e ciarlatani 26 27 Irreligiosità 28 Il roverismo Conclusione Martirio Santo Stefano (irreligiosità) La conversione sulla via di Damasco (il vino) Le comunità cristiane (I cavalli) Pomeriggio Viaggio Arrivo posto pernotto Cammino Cammino Cammino Cammino Cammino Cammino Missioni (cucù e ciarlatani) Cammino Cammino Martirio e Morte San Paolo (la donna) Canyon Canyon Attività Staff 29 Viaggio 3 Sera Attività Staff Preparazion Partenze e e partenze e firma carta di Verifica clan Viaggio 22 AGOSTO 2009 Ancona 12m – Colloreto 878m 609 km COLLORETO Fondato nel 1545 dagli Eremitani di Sant'Agostino, il Convento di Colloreto divenne uno dei centri religiosi più importanti dell'area del Pollino; la sua chiesa, dedicata alla Madonna, era un tempo impreziosita da pregevoli opere d'arte. Tra il XVII e il XVIII secolo, decadde e venne abbandonato; dell'antico complesso, restano oggi soltanto le suggestive rovine. Divenuto infatti covo di briganti, venne demolito con un tremendo cannoneggiamento. L'ambiente naturale circostante è caratterizzato da belle macchie sempreverdi di leccio e da una straordinaria ricchezza d'acque. ACQUA: Sorgente Tufarazzo Note:Non bere l'acqua proveniente dal canaletto subito a monte dei ruderi del convento. - CERIMONIA INIZIO ROUTE PASSO DOPO PASSO - Vedi Canzoniere UN NUOVO NOMADISMO La spiritualità della strada mette nel cuore un grande senso di attesa, scava degli spazi sempre aperti e invitanti. Non ci si ferma mai, non ci si sente mai arrivati, istallati, definitivi: la bellezza, la gioia di quello che si è e che si ha, la capacità di vibrare per ogni più piccolo soffio di grazia rende felici, sereni, fiduciosi, e proprio per questo più sensibili a ciò che ancora manca, a ciò che verrà, a ciò che saremo e vorremmo essere. Non si è mai soddisfatti, nel senso etimologico della parola, mai completi, mai riempiti: lo spirito rivela continuamente la sua dimensione infinita, la sua insaziabilità, il suo vuoto che nulla al mondo riuscirà mai a riempire del tutto. È la famosa frase di Sant’Agostino: “Ci hai fatti per te, Signore, e inquieto è il nostro cuore finché non riposa in te”. L’inquietudine diventa stimolo a camminare, a cercare, ad andare avanti. Non è un’attesa passiva, ma una ad-tesa, un ad-tendere, cioè un andare, sospinti da qualcosa che dentro urge e orienta. Si diventa “nomadi”. La fede è nomadismo, iniziato col grande padre di tutta la fede monoteistica, Abramo, e continuata con la storia del popolo prescelto a portare nel mondo il Messia, il Figlio di Dio. È il nomadismo della Chiesa, che non solo cammina su tutte le strade del mondo ad annunciare la “bella notizia”, ma anche è in continuo sviluppo interiore, per rispondere meglio alla sua stessa vocazione e per andare incontro al Maestro che viene. Si diventa nomadi: persone incapaci di darsi per vinte, di accontentarsi e rassegnarsi. Nomadi, affascinati dal di là, dal dopo, dall’ancora, per leggere e vivere il di qua, l’adesso. Nomadi, attenti a ogni voce che risuona sotto il sole o nel buio della notte, vicina o lontana, familiare o ignota, e capaci di riconoscere in ogni avvenimento l’annuncio di una altro mondo, che invita a ricominciare daccapo. Nomadi, affascinati dalla terra, che è grande e tutta per tutti: sedotti dalla perenne novità di Dio che ogni giorno, ogni momento, rivela un riflesso nuovo della sua grandezza infinita; tesi a conquistare e a godere quanto cresce nel giardino degli uomini. Nomadi, cioè solitari nel senso di un’adesione coraggiosa alla propria vocazione, senza 4 cedimenti alle mode, senza intruppamenti nelle maggioranze, senza tradimenti della propria identità. Nomadi, capaci di andare fino in fondo a quanto di verità, di giustizia e di amore è stato intuito, capaci di trasmettere senza riduzioni il messaggio ricevuto, capaci di fare da soli la propria strada. Nomadi, perché la strada è già sicurezza, sostegno, ricchezza: la strada è amica ed è sempre fedele, sempre chiara. Anche nelle notti più oscure e senza stelle, la strada rivela il suo volto, e lo si può discernere con fatica e dolore, ma sempre riscoprendo qualcosa di familiare. Nomadi, e quindi fuori dalle sicurezze prestabilite dalla forza o dal genio umano, fuori dalle comodità di una casa stabile, di un amore chiuso, di una verità consumata. Nomadi, capaci di ascoltare, di accogliere, di fare proprio ciò che si incontra, senza strettezze e rigidità, senza voler imporre a tutti un proprio modo di vedere; nomadi, cioè instancabilmente alla ricerca, accompagnati e sorretti da tutti, con la gioia di offrire quel poco che si è e che si ha, e di prendere quanto viene offerto o si trova durante il cammino. Nomadi, fratelli di tutti e non stranieri, non ospiti, non avventurieri, non vergognosi di condividere la porzione di dolore e di gioia, di bene e di male, di grandezza e di meschinità che è eredità di ciascuno. Nomadi, fino a quando la strada farà l’ultima svolta e attraverso il grande portale entrerà nell’eterno, dove finalmente la perfetta comunione con Dio non avrà più tramonto: e, intanto, quella gioia e quell’eterno illuminano tutta la strada e cantano nel cuore di chi sa camminare. Nomadi dall’eterno al tempo e dal tempo all’eterno. Nomadi perché sospinti da una insopprimibile nostalgia di Dio. La spiritualità della strada, don Giorgio Basadonna C’È SOLO LA STRADA - Giorgio Gaber [parlato] Maria, ti amo. Maria, ho bisogno di te. Poi la stringo e la bacio, infagottato d'amore e di vestiti. E anche lei si muove, felice della sua apparenza e del nostro amore. E la cosa continua bellissima per giorni e giorni. Una nave, con una rotta precisa che ci porta dritti verso una casa, una casa con noi due soli. Una gran tenerezza e una porta che si chiude. Nelle case non c'è niente di buono appena una porta si chiude dietro a un uomo succede qualcosa di strano, non c'è niente da fare è fatale, quell'uomo comincia ad ammuffire. Basta una chiave che chiuda la porta d'ingresso che non sei già più come prima e ti senti depresso. La chiave tremenda, appena si gira la chiave siamo dentro a una stanza: si mangia, si dorme, si beve. Ne ho conosciute tante di famiglie, la famiglia è più economica e protegge di più. Ci si organizza bene, una minestra per tutti, tranquillanti, aspirine per tutti, gli assorbenti, il cotone, i confetti Falqui. Soltanto quattrocento lire per purgare tutta la famiglia. Un affare. Si caga, in famiglia. Si caga bene, lo si fa tutti insieme. Nelle case non c'è niente di buono appena una porta si chiude dietro a un uomo quell'uomo è pesante e passa di moda sul posto incomincia a marcire, a puzzare molto presto. 5 Nelle case non c'è niente di buono c'è tutto che puzza di chiuso e di cesso: si fa il bagno, ci si lava i denti ma puzziamo lo stesso. Amore ti lascio, ti lascio. C'è solo la strada su cui puoi contare la strada è l'unica salvezza c'è solo la voglia e il bisogno di uscire di esporsi nella strada e nella piazza perché il giudizio universale non passa per le case le case dove noi ci nascondiamo bisogna ritornare nella strada nella strada per conoscere chi siamo. C'è solo la strada su cui puoi contare la strada è l'unica salvezza c'è solo la voglia e il bisogno di uscire di esporsi nella strada, nella piazza perché il giudizio universale non passa per le case e gli angeli non danno appuntamenti e anche nelle case più spaziose non c'è spazio per verifiche e confronti. [parlato] Laura, ti amo. Laura, ho bisogno di te. Con te io ritrovo la strada, le piazze, i giovani, gli studenti. Li avevo lasciati qualche anno fa con la cravatta. Sono molto cambiati, sono molto più belli. Le idee, sì, le idee sono cambiate, e i loro discorsi e il modo di vestire. Gli esseri meno. Gli esseri non sono molto cambiati. Vanno ancora nelle aule di scuola a brucare un po' di medicina, fettine di chimica, pezzetti di urbanistica con inserti di ecologia, a ore pressappoco regolari. Ed esiste ancora il bar, tra un intervallo e l'altro. E poi l'amore, per fabbricarsi una felicità. Come noi ora. Una coppia, e ancora tante coppie. Unica diversità, un viaggio in India su una Due cavalli. Due, come noi. E poi ancora una porta, ancora una casa ma siamo convinti che sia un'altra cosa Perché abbiamo esperienze diverse non può finir male perché abbiamo una chiave moderna abbiamo una Yale perché è tutto un rapporto diverso che è molto più avanti ma c'è sempre una casa, con altre aspirine e calmanti e di nuovo mi trovo a marcire in un'altra famiglia, la nostra, la mia abbracciarla guardando la porta e la mia poesia. Amore, ti lascio, vado via. C'è solo la strada su cui puoi contare la strada è l'unica salvezza c'è solo la voglia, il bisogno di uscire di esporsi nella strada, nella piazza perché il giudizio universale 6 non passa per le case in casa non si sentono le trombe in casa ti allontani dalla vita dalla lotta, dal dolore, dalle bombe. [parlato] Lidia, ti amo. Lidia, ho bisogno di te... ma, per favore, in un hotel meublé. Perché il giudizio universale non passa per le case le case dove noi ci nascondiamo bisogna ritornare nella strada nella strada per conoscere chi siamo. C'è solo la strada su cui puoi contare la strada è l'unica salvezza c'è solo la voglia, il bisogno di uscire di esporsi nella strada, nella piazza. Perché il giudizio universale non passa per le case in casa non si sentono le trombe in casa ti allontani dalla vita dalla lotta, dal dolore, dalle bombe. ...Perché il giudizio universale non passa per le case in casa non si sentono le trombe in casa ti allontani dalla vita dalla lotta, dal dolore, dalle bombe PERCHÉ GLI SCOGLI “Guida tu stesso la tua canoa, non contare sull’aiuto degli altri. Tu parti dal ruscello della fanciullezza per un viaggio avventuroso; di là passi nel fiume dell’adolescenza; poi sbocchi nell’oceano della virilità per arrivare al porto che vuoi raggiungere. Incontrerai sulla tua rotta difficoltà e pericoli, banchi e tempeste. Ma senza avventura, la vita sarebbe terribilmente monotona. Se saprei navigare con cura, navigando con lealtà e gioiosa persistenza, non c’è ragione perché il tuo viaggio non debba essere un completo successo; poco importa quanto piccolo fosse il ruscello dal quale un giorno partisti.” (pag. 26) “Nella tua vita incontrerai parecchi scogli ma, a tua consolazione, posso dirti che io stesso mi sono trovato di fronte a parecchi scogli minacciosi, e che dopo averli aggirati, ho sempre scoperto in ciascuno di essi qualche lato buono. Più e più volte ho avuto avanti qualche cosa di brutto in prospettiva, ma dopo esserci entrato in mezzo i risultati furono molto migliori di quanto mi fossi aspettato. “(Pag. 28) “Tra questi scogli e queste tempeste vi sono quelli che possono essere indicati con i termini del vecchi brindisi: “Cavalli, vino e donne” con l’aggiunta di due altri: cucù e ipocriti. Durante la tua vita certamente ne incontrerai molti. Nei capitoli seguenti mi propongo di dimostrarti che questi scogli hanno lati buoni e cattivi, e come per mezzo del Roverismo non solo tu possa evitarli, ma anche trarne vantaggio e aprirti la strada verso il successo. Questa considerazione mi ha indotto a delineare qualcuna delle difficoltà che ho a mia volta incontrato e a dire quale è, secondo me, il metodo migliore per affrontarle. Non dico “ il modo in cui mi sono comportato”, perché talvolta presi la via sbagliata ma poi vidi attraverso i miei stessi errori cosa avrei dovuto fare. Questo libro non è scritto dunque per quelli che hanno 7 esperienza. Ad essi sconsiglio di leggerlo. E’ per voi, giovani, che scrivo, voi che avete il buon senso di guardare innanzi, ansionsi di vedere in che direzione andare e che cosa dovete fare nella vita.” (Pag. 16) La strada verso il successo, Baden Powell INSEGNAMI LA ROUTE Signore, insegnami la route: l'attenzione alle piccole cose; al passo di chi cammina con me per non fare più lungo il mio; alla parola ascoltata perché non sia dono che cade nel vuoto; agli occhi di chi mi sta vicino per indovinare la gioia e dividerla, per indovinare la tristezza e avvicinarmi in punta di piedi, per cercare insieme la nuova gioia. Signore, insegnami la route: la strada su cui si cammina insieme; insieme nella semplicità di essere quello che si è; insieme nella gioia di aver ricevuto tutto da Te; insieme nel tuo amore. Signore, insegnami la route, Tu che sei la strada e la gioia. La spiritualità della strada, don Giorgio Basadonna STRADE DELLE MIE ROUTES Strade delle mie routes Lungo paesi e vallate Tagliate nelle montagne Nascoste nel folto del bosco Strade deserte assolate o piovose Paesaggi stupendi nebbiosi fantasmi Incantevoli notti e albe e tramonti Avete donato Incontri fraterni e cordiali Volti carichi di dolore e di gioia Cuori feriti In cui versare speranza Strade delle mie routes Nel tempo propizio e fecondo Di primavera e d’estate Strappandomi al comodo riparo Di abitudini ordinate Di garantite sicurezze Mi avete offerto L’avventura e il senso del nuovo L’ansia di nascere ogni giorno La ricerca mai sazia Di verità di giustizia e di amore Strade delle mie routes nel tempo di Pasqua ricercando il Cristo risorto nel timido riapparire di cieli azzurri avete rinnovato l’esperienza di Emmaus dopo il doloroso passaggio sul Calvario inondando di gioia pasquale il flusso di delusione e di piena dell’amara sorgente del male eternamente in agguato. Strade delle mie routes Seminate di silenzio e solitudine Spazi aperti e sconfinati Fino alla vertigine Amiche coraggiose e leali Compagne fedeli ed esigenti Mi avete raccontato La mia vera storia Rivelando il mio volto Spesso nascosto e falsato Dolorosa contraffazione Della somiglianza con Dio. Strade delle mie routes Itinerari grondanti mistero Trepide paure senza nome Di sgomenti improvvisi Sentieri tracciati dalla voce di Dio Che chiama a seguirlo Come Abramo nell’ignoto Avete riecheggiato ogni volta Nuove chiamate divine 8 Nuovi inviti, nuovi progetti Le grandi cose del suo amore E del mio destino umano. Strade delle mie routes Labirinto di linee Sulle carte geografiche Disegno affascinante Indecifrabile e luminoso Strade che giungete Fino alla terra promessa E di là nel mistero Quando passerò il Giordano E il bivacco eterno avrà inizio Nel grande e gioioso riposo. Strade della mia fede Mai raggiunta e mai piena Della mia speranza Sempre distrutta e rinata Del mio amore mai sazio Anelito e tormento Di un più e di un sempre Ancora lontano. Strade delle mie routes Maestre instancabili Nostalgie inguaribili Del passato dietro le spalle Del futuro Al di là dell’orizzonte. Troviamo il nostro scoglio da portare Ricerchiamo gli scogli che porteremo con noi fino a fine route. E LA STRADA SI APRE Vedi Canzoniere CERIMONI DI CONSEGNA DELLE FOTO Comunità , storia personale, punto della strada PREGHIERA A SAN PAOLO DELLA BRANCA R/S A noi Scolte e Rover piace avere te, San Paolo come nostro patrono perché tu sei stato il primo “rover” di Cristo. Camminando per tutte le strade del mondo allora conosciuto, hai amato, annunciato, testimoniato colui che ha detto di sé: “Io sono la strada”. Anche noi abbiamo promesso di seguire Gesù e di farlo conoscere al nostro mondo di oggi, ai nostri amici e compagni: per questo troviamo in te un esempio che ci incoraggia e ci sostiene. Fa’ crescere in me il gusto dell’avventura e sostieni la mia volontà nel seguire con slancio e con amore Cristo Gesù, unico mio maestro e guida nel mio cammino quotidiano che mi conduce sempre a terre luminose, a esperienze di fede e di amore. Aiutami a conquistare un carattere umile e forte, paziente e costante nelle difficoltà, attento e generoso nel fare della mia vita, come la tua, un servizio a Dio e ai fratelli. Così saprò più facilmente riconoscere nel volto dell’uomo, che cammina sulla stessa mia strada, il volto del Signore che cammina con me, e ne saprò condividere le speranze e le gioie. Amen. MADONNA DEGLI SCOUTS Vedi Canzoniere 9 - INTRODUZIONE A SAN PAOLO SAN PAOLO – STORIA DI UNA CONVERSIONE San Paolo (Tarso, Cilicia inizi primo secolo - Roma 67?), è una personalità tra le più importanti del cristianesimo primitivo, massimo sostenitore dell’ universalità della dottrina di Gesù per cui assunse anche il nome di “apostolo delle genti” o dei “gentili”, di quanti cioè non appartengono al popolo e alla religione ebraica. Di nome Saul, nacque da famiglia israelita che godeva di cittadinanza romana e fu educato secondo i rigidi principi dei farisei; ascoltò a Gerusalemme le lezioni del celebre rabbino Gamaliele il Vecchio e svolse una certa attività contro i primi cristiani, colpevoli, a suo giudizio, di negare il valore della legge mosaica. Divenuto cristiano in seguito a una visione che egli raccontò di aver avuto sulla via di Damasco, si diede a predicare la nuova dottrina non solo nelle sinagoghe ma tra gli stessi ambienti di civiltà ellenistico-romana, in quel mondo ricco di tradizioni filosofiche e letterarie al quale gli ebrei non ritenevano destinate le promesse e l’eredità di Israele. Ma Paolo, consapevole della sua speciale missione e dei frutti che da essa sarebbero scaturiti, procedette nella sua opera alla luce della predicazione evangelica e in opposizione all’insegnamento della Sinagoga. Secondo la sua dottrina, perché l’uomo possa raggiungere la salvezza non è sufficiente seguire, anche scrupolosamente, le prescrizioni della Legge. Gesù ha rivelato la sola e vera via che conduce a Dio e la sua è legge d’amore, fonte di ricchezza spirituale, attraverso la quale si realizza veramente il patto dell’Antica Alleanza, e che completa e supera le prescrizioni mosaiche le quali non liberavano dal peccato, anche se svelavano l’esistenza, e dalla morte eterna. Per la salvezza non sono necessarie le “opere della legge”, ma la fede nel Cristo il quale ha voluto, tramite la sua morte in croce, espiare i peccati degli uomini rigenerando l’umanità tutta. Egli è il “nuovo Adamo” attraverso il quale l’uomo è stato riscattato dal male e per mezzo del quale risorgerà a vita eterna. Per sviluppare l’ampio programma di propagazione nel mondo della nuova fede, Paolo dovette superare non lievi difficoltà e ostacoli, ma nel Concilio tenuto a Gerusalemme (intorno al 50) con gli apostoli e con la comunità di Gerusalemme egli riuscì a far accogliere le sue idee e a far escludere dalla circoncisione e dall’obbligo di altri precetti, - come al contrario pretendevano i suoi più rigidi confratelli - i pagani (non giudei) che avrebbero abbracciato il cristianesimo. L’attività dell’apostolo fu intensissima. Tra il 45 e il 49 compì il suo primo viaggio percorrendo la Pisidia, la Licaonia, la Panfilia e visitando Cipro e Gerusalemme. Negli anni seguenti (51-52) fu nell’Anatolia, in Macedonia e in Grecia. Visitò poi (53-58) la Galazia, Filippi, Tessalonica, Atene, Corinto, Efeso. Arrestato a Gerusalemme intorno al 58 fu condotto a Roma per essere giudicato ma si ignora l’anno preciso della sua morte. Questa viene riportata al 67 da quanti ritengono che Paolo, prosciolto a Roma, abbia compiuto un quarto viaggio in Spagna prima di venire nuovamente arrestato e martirizzato; altri la riferiscono al tempo della persecuzione neroniana o a qualche anno prima. A san Paolo appartengono 14 epistole comprese nel canone neotestamentario, cioè le lettere ai Tessalonicesi (2), ai Corinzi (2), ai Galati, ai Romani, agli Efesini, ai Colossesi, ai Filippesi, a Filemone, a Tito, a Timoteo (2) e agli Ebrei: ma non tutti concordano sull’attribuzione all’apostolo di quest’ultima epistola. cfr. Enciclopedia “Universo”, De Agostini 10 SAN PAOLO – PRIMO ROVER DI CRISTO Ha incontrato Gesù sulla strada che da Gerusalemme porta a Damasco: - strada fisica; - strada simbolo della conversione, della vita, dell’atteggiamento della ricerca, dell’andare verso una meta. Ha messo insieme la dimensione del pensiero con quella dell’azione: Pensiero: Paolo aveva frequentato la scuola di teologia rabbinica di Gerusalemme sotto la guida sapiente di Gamaliele. Dopo la sua conversione, passa un lungo periodo di ritiro nel deserto; scrive molte lettere alle comunità cristiane. Insomma: la testa ce l’aveva e la usava bene. Azione: Paolo non è solo un tipo di pensiero, è un tipo che ama l’azione. Si guadagna da vivere fabbricando tende, non si fa mantenere da nessuno. Quando, prima della conversione, si tratta di reprimere il fenomeno della defezione dei giudei che diventano cristiani, lo fa con convinzione e coraggio: “Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo nel giudaismo, come io perseguitassi fieramente la Chiesa di Dio e la devastassi, superando nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com'ero nel sostenere le tradizioni dei padri” (Galati 1, 13-14). La stessa convinzione la metterà nel seguire Gesù, e nel portare il Vangelo dappertutto, senza temere la persecuzione. Mette insieme mistica e missione: Mistica: esperienza personale di Gesù, crocifisso e risorto (“Per me vivere è Cristo”:Gal 2,20) Missione: slancio missionario: “Guai a me se non predicassi il Vangelo!” (1 Cor 9,16). Un tipo libero nei confronti dell’autorità: Non ha problemi ad arrabbiarsi con il capo dei cristiani, Pietro, smascherando la sua ipocrisia: “Ma quando Cefa venne ad Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto perché evidentemente aveva torto. Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi. E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, al punto che anche Barnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia. Ora quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: «Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?”. (Gal 2,11-14). Un tipo dalla parola schietta: come quando, rasentando la volgarità, difende la dottrina della salvezza a partire dalla fede e non dall’appartenenza ad una cultura o a una tradizione religiosa: “ma tagliatevelo tutto!”. Un tipo che sa andare oltre, perché si lascia guidare dalla libertà dello Spirito Santo: San Paolo ha portato il Vangelo oltre le sacrestie della religione ebraica, nell’ambiente grecoromano. Il Vangelo di Gesù è per tutti e soprattutto è gratis: “Il Vangelo della grazia”, ossia dell’amore gratuito di Cristo. Siamo salvi per pura grazia. Partecipa al primo Concilio della storia cristiana (Gerusalemme, 50 d.C.): Di ritorno dal primo viaggio apostolico, si reca a Gerusalemme per discutere attorno ad una questione infuocata: i pagani convertiti al Cristianesimo, debbono anche osservare le severe e complicate regole della Legge di Mosè? Molti giudei-cristiani intransigenti sono di questo parere. Il Concilio darà una risposta chiara: no! Ai pagani convertiti non si deve imporre la Legge di Mosè! 11 Infaticabile rover, camminatore, per portare il Vangelo: Oltre al viaggio avventuroso che l’ha condotto Roma, Paolo ha organizzato e affrontato tre grandi viaggi missionari, annunciando il vangelo sia in ambiente ebraico (sinagoga), sia in ambiente pagano (agorà). In numerose città dell’impero fonda comunità cristiane. In seguito tiene i contatti e le visita personalmente rafforzando la fede dei cristiani e dirimendo le beghe che cominciano a nascere. Debole come tutti: Paolo è consapevole della ricchezza del Vangelo, ma è anche convinto che il Vangelo è come un tesoro in un vaso di creta, cioè annunciato da uomini deboli e fragili come tutti. Tentato dallo scoraggiamento, Gesù lo conferma e gli dice: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza» (2Corinzi 12,9). Doveva avere un fisico e un carattere eccezionali: “Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i trentanove colpi; tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità. E oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese. Chi è debole, che anch'io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema? Se è necessario vantarsi, mi vanterò di quanto si riferisce alla mia debolezza. Dio e Padre del Signore Gesù, lui che è benedetto nei secoli, sa che non mentisco” (2 Corinzi 11, 24 ss). Leggi anche il racconto del viaggio verso Roma: Atti capp. 27-28. Perché Gesù lo ha scelto? Non è facile rispondere. Forse perché aveva già trovato in lui, quando ancora non era cristiano, un uomo retto, vivo, appassionato della vita, anche se ancora non aveva incontrato il Signore. Ecco, forse l’ha scelto per questo, perché era un uomo intelligente e con una gran voglia di fare, di agire. Perché gli scout hanno scelto san Paolo come patrono della Branca Rover Strada – Comunità – Servizio San Paolo e gli scout: Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell'armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver superato tutte le prove. State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno; prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio (Efesini 6,10 e ss) PREGHIERA A SAN PAOLO Vedi Attività 22 Agosto 12 23 AGOSTO 2009 Colloreto 878m – Colle Gaudiolino 1691m ACQUA: 4 km Sorgente Tufarazzo, a inizio percorso Sorgente della Serra, nella prima parte del percorso Sorgente Gaudolino, a fine percorso - I CAVALLI MATTINA PRO Un po’ di belle notizie dal mondo dello sport Bambina di 11 anni attraversa a nuoto lo Stretto di Messina in 40 minuti Ilenia Andaloro, originaria di Milazzo, nel messinese è riuscita ad attraversare a nuoto il lembo di mare in soli 40 minuti e 33 secondi. E' il secondo miglior tempo di sempre per quel che riguarda le donne. Siglato il Protocollo d'Intesa tra il Comitato Italiano Paralimpico e il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Il Presidente del Cip, Luca Pancalli: ''Si apre una nuova stagione di collaborazione con il MIUR al fine di favorire il pieno coinvolgimento degli alunni disabili nella scuola''. Parte la XII edizione dei Mondiali Antirazzisti Lo sport come strumento per opporsi al razzismo, al sessismo ed all'omofobia 3 luglio 2009. Manca davvero poco all'8 luglio e Casalecchio di Reno per 4 giorni (8 -12 luglio) diventerà ancora una volta terreno di gioco e d’incontro. Sì perchè l'8 luglio i Mondiali Antirazzisti, la manifestazioni ideata nel 1997 da Progetto Ultrà, in collaborazione con Istoreco e sostenuta dalla UISP (Unione italiana sport per tutti) e dalla rete FARE (Football Against Racism in Europe) si prepara ad aprire i battenti e spegnere anche la sua 12° candelina. Anche quest’anno, quindi, si giocherà. Si parlerà. Si socializzerà. Si starà, ancora una volta, insieme in tanti svariati modi. Il tutto in nome delle pari opportunità, dell’integrazione, per sfatare il mito che l'inclusione di "culture" diverse e il contagio fra realtà considerate normalmente opposte e incompatibili non sia possibile. Tifoserie sportive e gruppi ultras provenienti da tutte le parti d’Europa che incontreranno comunità di migranti residenti in Italia ma anche in altre nazioni per dire ''no'' alle più svariate forme di discriminazione prime fra tutte razzismo, sessismo ed omofobia. A portare il 13 messaggio saranno gli oltre seimila giovani provenienti da tutto il mondo che in data 8 luglio si sono dati appuntamento nella cornice suggestiva di Casalecchio di Reno (Bo). LO SPORT È UNA STRADA “Ho goduto del vero sport e mi diverte ancora come diverte tutti gli altri; anzi credo di amarlo più di molti altri. E più di qualsiasi altro sport mi piace vedere la gente che si diverte, e in più sono a divertirsi e più mi sento felice. Ma sono tanti a prendere una via sbagliata, credendo di fare dello sport mentre in realtà vengono adescati all’insegna dello sport da profittatori intenti solo ad intascare denaro” Baden Powell «Sono pronta a sfidare i limiti. La storia li pone, gli uomini devono superarsi per generare altri ostacoli che puntualmente verranno abbattuti. E' lo sport, come la vita.» Valentina Vezzali «Ogni sogno è possibile se ci credi fino in fondo. Soddisfa di più una sconfitta pulita dove hai dato tutto, piuttosto che una vittoria ottenuta barando.» Jury Chechi «E' importante lavorare assaporando il gusto di ciò che fai. Il sacrificio passa inosservato se fai le cose con slancio ed entusiasmo.» Alex Zanardi «La danza è una carriera misteriosa, che rappresenta un mondo imprevedibile ed imprendibile. Le qualità necessarie sono tante. Non basta soltanto il talento, è necessario affiancare alla grande vocazione, la tenacia, la determinazione, la disciplina, la costanza.» Carla Fracci «La pittura è una professione da cieco: uno non dipinge ciò che vede, ma ciò che sente, ciò che dice a se stesso riguardo a ciò che ha visto.» Pablo Picasso «Qualsiasi cosa tu faccia sarà insignificante, ma è molto importante che tu la faccia.» Gandhi «Dobbiamo fare il miglior uso possibile del tempo libero.» Gandhi Solo grazie ad un programma di esercizio intenso gli atleti sono in grado di sviluppare il loro pieno potenziale. Solo grazie alle avversità noi possiamo sviluppare la nostra forza interiore. Anonimo, ma ci piaceva In verità io non ho mai lavorato. Ho fatto le cose che mi piacevano e guarda caso mi pagavano anche ! Ma non ho mai sentito il lavoro come un peso, nel senso dell’alienazione: tu vendi il tuo tempo, le tue giornate, per quello stipendio che ti danno è una sorta di ricompensa perché ti hanno rubato qualcosa. Non l’ho mai sentito cosi. Per me fare il giornalista era anche un pretesto per fare altre cose, per divertirmi. Tiziano Terzani (giornalista) 14 Ognuno può essere grande perché ognuno può servire Sii sempre il meglio di ciò che sei Martin Luther King CONTRO MORTI ALLO STADIO 28 Aprile 1963 Giuseppe Plaitano 8 Febbraio 1984 Stefano Furlan 10 Gennaio 1993 Celestino Colombi 1 Febbraio 1998 Fabio Di Maio 8 febbraio 1999 Maurizio Alberti 20 Settembre 2003 Sergio Ercolano. Gabriele Sandri Filippo Raciti I PRIMI CASI DI DOPING PIÙ ECLATANTI Nel XX secolo gli interessi economici legati allo sport diventavano sempre più ingenti: lo sport risultò un vero affare per chi lo gestiva e per chi lo praticava con successo. Così nacque il fenomeno "doping" . All'inizio del secolo l'utilizzo di sostanze dopanti era ammesso dalla comunità sportiva internazionale. Il caso accertato di morte per doping risale al 1986, con la morte per overdose di droga del ciclista Arthur Lington . Le Olimpiadi di Helsinki del 1952 portarono tristemente all'attenzione pubblica gli effetti degli eccessi dell'anfetamina su molti atleti. Solo, però, nel 1956, alle Olimpiadi di Melbourne, si cominciò a parlare di corruzione sportiva e di pericolosità per la salute delle sostanze utilizzate per le prestazioni. Ai Giochi Olimpici di Roma morirono due atleti: durante la prova a squadre il ciclista danese Knut Jensen venne stroncato da un collasso per eccesso di anfetamine. Poco dopo, l'ostacolista Dick Howard venne trovato morto per overdose di eroina. Sulla scia emotiva di queste due morti, nel 1960 venne mosso il primo passo significativo nella lotta contro il doping. Furono introdotti i primi test antidoping e il Consiglio Europeo, comprendente 20 nazioni, stilò un documento di condanna dell'uso di sostanze dopanti nello sport. Nel 1963 il governo francese promulgò la prima legge che dichiarava illegale la pratica del doping su tutto il territorio nazionale. Due anni dopo lo seguì il governo belga: si dovette però arrivare alla tragica scomparsa del ciclista britannico Tommy Simpson durante il Tour de France del 1967, causato dal caldo e dall'assunzione di simpcamina, per muovere passi più convincenti nella lotta al doping. Nel 1968, alle Olimpiadi di Città del Messico, il CID (Comitato Olimpico Internazionale) rese ufficiale la prima lista di sostanze proibite e nel 1971 pubblicò una lista di sostanze non utilizzabili dagli atleti. Negli anni '80 lo sviluppo delle tecniche di laboratorio contribuì ad incrementare i tipi e la frequenza dei test antidoping, ma questi provvedimenti non furono sufficienti a sbloccare il fenomeno. Infatti, nel 1988, ci fu un episodio di grande clamore, cioè quello delle Olimpiadi di Seul, in cui la squadra del velocista canadese Ben Johnson fu accusata di aver fatto uso di steroidi anabolizzanti. Ci furono, poi, altri casi clamorosi, per esempio: l'affaire Festina al Tour de France del 1998, la 15 squalifica di Pantani al Giro d'Italia nel 1999, la denuncia di Zeman nel mondo del calcio e la squalifica dell'atleta russa Lazutina, medaglia d'oro nello sci di fondo alle Olimpiadi invernali di Salt Lake City nel 2002 Leggendo i giornali di oggi.. Nuoto, doping: attesa convalida gip su caso medico australiano Il gip del tribunale di Roma sarà chiamato nei prossimi giorni a convalidare il sequestro dei farmaci vietati dalle normative antidoping trovati ieri in possesso del medico della nazionale australiana di nuoto Michael Makdissi, denunciato per detenzione di sostanze psicotrope e dopanti[…]. Doping, perquisizioni Nas a casa di ciclista Di Luca, suo medico I Nas di Roma e Firenze stanno effettuando una perquisizione nelle abitazioni di Danilo Di Luca e del suo medico nel Pescarese, dopo che il ciclista è stato sospeso per essere risultato positivo a un test antidoping[…]. ..e quelli di ieri.. L'omicidio di Andres Escobar: nel 1994, nella Coppia Mondiale FIFA, il giocatore di calcio colombiano Andres Escobar per errore segnò un autogol contro la sua squadra con una perdita di 2-1 negli Stati Uniti. Dieci giorni dopo, Escobar fu ucciso con un colpo di pistola alla testa fuori da un bar. Se pur non confermato è largamente diffusa la credenza che fu ucciso dall'organizzazione di droga colombiana come punizione per esser costato loro le scommesse puntate. A proposito di scommesse.. SITI DI SCOMMESSE Poker Online • Europa Casino • Poker Legale • Titan Poker Blog scommesse e casino Bwin.it • Eurobet.it • Gioca e vinci online • Globet.it • Match Point Sisal • Scommesse bonus Bonus bet365 • Scommesse e Casinò Casino online Siti autorizzati aams per scommettere online • • 16 • Cameo Casino • Casino de Rio • Casino Federation • Casino Tropez • Craps.Com • Europa Casino • Titan Poker • Vegas Red Bello lo sport, ma si fa solo per passione?? GIOCATORE - SQUADRA - SALARIO MENSILE - SALARIO ANNUO Zlatan Ibrahimovic Inter 750.000 € Ricardo Kaka AC Milan 750.000 € Lionel Messi Barcellona 700.000 € John Terry Chelsea FC 631.182 € Frank Lampard Chelsea FC 631.182 € Thierry Henry Barcellona 625.000 € Samuel Eto´o Barcellona 625.000 € Cristiano Ronaldo Manchester United 563.555 € Ronaldinho Gaucho AC Milan 541.667 € Andrei Shevchenko AC Milan 541.667 € Michael Ballack Chelsea FC 541.013 € Steven Gerrard Liverpool FC 541.013 € Rio Ferdinand Manchester United 541.013 € La classifica di France Football 1. David Beckham Milan 2. Lionel Messi Barcellona 3. Ronaldinho Milan 4. Cristiano Ronaldo Manchester United 5. Thierry Henry Barcellona 6. Kaka Milan 7. Zlatan Ibrahimovic Inter 8. Wayne Rooney Manchester United 9. Frank Lampard Chelsea 10. John Terry Chelsea 9.000.000 € 9.000.000 € 8.400.000 € 7.574.179 € 7.574.179 € 7.500.000 € 7.500.000 € 6.762.660 € 6.500.000 € 6.500.000 € 6.492.154 € 6.492.154 € 6.492.154 € 32,4 milioni di euro 28,6 19,6 millions 18,3 17 15,1 14 13,5 13 11,7 (qui sono inclusi i guadagni che provengono dagli sponsor) Con quei soldi ci si potrebbe fare tutt’altro... Swaziland ( Africa) GDP $5,100 (2008 est.) country comparison to the world: 138 $4,900 (2007 est.) $4,700 (2006 est.) note: data are in 2008 US dollars Nepal (Asia) GDP $1,100 (2008 est.) country comparison to the world: 209 $1,100 (2007 est.) $1,000 (2006 est.) note: data are in 2008 US dollars GDP: Prodotto interno lordo pro capite a parità di potere d’acquisto POMERIGGIO DOMANDE Qual è la cosa che sai fare bene e che ti dà soddisfazione? Pensi che potrebbe renderti felice? Se sì, ti stai impegnando in questa direzione? Come? 17 Paraguay (America del sud) GDP $4,200 (2008 est.) country comparison to the world: 151 $4,100 (2007 est.) $3,900 (2006 est.) note: data are in 2008 US dollars Oppure salti di “palo in frasca” alla ricerca di qualcosa che ti piaccia, senza trovare quello che ti soddisfa completamente? Tra queste attività, qual è quella che ti riesce meglio e che ti fa sentire bene quando la fai? • • Cantare Recitare • • Suonare Ballare • • Cucinare Dipingere • • Costruire/Inventare/Creare Fare sport SERA “A volte qualcuno , dedicandosi ai suoi hobbies, ne trova uno che, pur non avendo nessun rapporto con la sua attuale professione, si è dimostrato particolarmente rispondente alle sue capacità naturali, scoprendogli così nuovi orizzonti ed una vera carriera adatta a lui da intraprendere. Se prima era un piolo rotondo in un buco quadrato, ora ha trovato il foro rotondo per il quale è fatto[…]. Chi grazie al suo hobbie scopre la sua vocazione può spesso ricavarne un buon guadagno. […]E il denaro guadagnato con il nostro sforzo ha sapore molto più gradevole di quello spillato ad altri.” “L’essenziale è trovare il genere di attività che più si adatta ad ognuno di noi, e se, all’inizio si sceglie un lavoro diverso da per guadagnare qualcosa, si deve sempre tener d’occhio la nostra aspirazione e seguirla non appena si presenta l’occasione.” Baden Powell 18 - IL MARTIRIO DI SANTO STEFANO MATTINA Santo Stefano è stato il primo dei sette diaconi scelti dagli apostoli perché li aiutassero nel ministero della fede. Era ebreo di nascita. Venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa, è il protomartire cristiano, cioè il primo ad aver dato la vita per testimoniare la propria fede inù Cristo e per la diffusione del Vangelo. Il racconto del suo martirio ci viene dagli Atti degli Apostoli dove appare evidente sia la sua chiamata al servizio dei discepoli che il suo martirio, avvenuto per lapidazione, alla presenza di Paolo di Tarso (Saulo) prima della conversione. “Essi, udendo queste cose, fremevano di rabbia in cuor loro e digrignavano i denti contro di lui. Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra, e disse: «Ecco, io vedo i cieli aperti, e il Figlio dell'uomo in piedi alla destra di Dio». Ma essi, gettando grida altissime, si turarono gli orecchi e si avventarono tutti insieme sopra di lui; e, cacciatolo fuori dalla città, lo lapidarono. I testimoni deposero i loro mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E lapidarono Stefano che invocava Gesù e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito».Poi, messosi in ginocchio, gridò ad alta voce: «Signore, non imputar loro questo peccato». E detto questo si addormentò. E Saulo approvava la sua uccisione. Vi fu in quel tempo una grande persecuzione contro la chiesa che era in Gerusalemme. Tutti furono dispersi per le regioni della Giudea e della Samaria, salvo gli apostoli. Uomini pii seppellirono Stefano e fecero gran cordoglio per lui. Saulo intanto devastava la chiesa, entrando di casa in casa; e, trascinando via uomini e donne, li metteva in prigione.” Benedetto XVI – Angelus - Piazza San Pietro - Mercoledì, 26 dicembre 2007 Cari fratelli e sorelle! All’indomani del Natale, la liturgia ci fa celebrare la "nascita al cielo" del primo martire, santo Stefano. "Pieno di fede e di Spirito Santo" (At 6,5), egli fu scelto come diacono nella Comunità di Gerusalemme, insieme con altri sei discepoli di cultura greca. Con la forza che gli veniva da Dio, Stefano compiva numerosi miracoli ed annunciava nelle sinagoghe il Vangelo con "sapienza ispirata". Fu lapidato alle porte della città e morì, come Gesù, invocando il perdono per i suoi uccisori (At 7,59-60). Il legame profondo che unisce Cristo al suo primo martire Stefano è la Carità divina: lo stesso Amore che spinse il Figlio di Dio a spogliare se stesso e a farsi obbediente fino alla morte di croce (cfr Fil 2,6-8), ha poi spinto gli Apostoli e i martiri a dare la vita per il Vangelo. Bisogna sempre rimarcare questa caratteristica distintiva del martirio cristiano: esso è esclusivamente un atto d’amore, verso Dio e verso gli uomini, compresi i persecutori. Perciò noi oggi, nella santa Messa, preghiamo il Signore che ci insegni "ad amare anche i nostri nemici sull’esempio di [Stefano] che morendo pregò per i suoi persecutori" (Orazione "colletta"). Quanti figli e figlie della Chiesa nel corso dei secoli hanno seguito questo esempio! Dalla prima persecuzione a Gerusalemme a quelle degli imperatori romani, fino alle schiere dei martiri dei nostri tempi. Non di rado, infatti, anche oggi giungono notizie da varie parti del mondo di missionari, sacerdoti, vescovi, religiosi, religiose e fedeli laici perseguitati, imprigionati, torturati, privati della libertà o impediti nell’esercitarla perché discepoli di Cristo e apostoli del Vangelo; a volte si soffre e si muore anche per la comunione con la Chiesa universale e la fedeltà al Papa. Nella Lettera Enciclica Spe salvi (cfr n. 37), ricordando l’esperienza del martire vietnamita Paolo Le-Bao-Thin (morto nel 1857), faccio notare che la sofferenza è trasformata in gioia mediante la forza della speranza che proviene dalla fede. Il 19 martire cristiano, come Cristo e mediante l’unione con Lui, "accetta nel suo intimo la croce, la morte e la trasforma in un’azione d’amore. Quello che dall’esterno è violenza brutale, dall’interno diventa un atto d’amore che si dona totalmente. La violenza così si trasforma in amore e quindi la morte in vita" (Omelia a Marienfeld – Colonia, stiano attualizza la vittoria dell’amore sull’odio e sulla morte. Preghiera Ti prego, aspettami sui prati, aspettami dietro alle siepi, aspettami nei fienili vuoti dove non c’è nessuno che possa ridere di noi. Aspettami nelle strade più remote, sull’ultimo ciglio del giorno, nel concavo buio della notte… Aspettami all’incrocio della via. Là ti darò un passaggio E correremo sull’asfalto come su un fiume di metallo. E poi ci fermeremo, in una locanda di campagna.. E ci riposeremo all’ombra di un gelso; e le cicale canteranno: grida assonnate e polverose, schegge di sole infrante. Ti prego aspettami… che io possa trovarti nel deserto, ch’io possa trovarti tra la gente; e la sera, quando, accendo la lanterna. Aspettami E ti ritroverò… A. Zarri SERA Dalla lettera di San Paolo ai Romani (capitolo 12) [1]Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. [2]Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto. Umiltà e carità nella comunità [3]Per la grazia che mi è stata concessa, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto è conveniente valutarsi, ma valutatevi in maniera da avere di voi una giusta valutazione, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. [4]Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, [5]così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua parte siamo membra gli uni degli altri. [6]Abbiamo pertanto doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi. Chi ha il dono della profezia la eserciti secondo la misura della fede; [7]chi ha un ministero attenda al ministero; chi l'insegnamento, all'insegnamento; [8]chi l'esortazione, all'esortazione. Chi dà, lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia. [9]La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; [10]amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. [11]Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore. [12]Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, [13]solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell'ospitalità. Carità verso tutti, anche verso i nemici 20 [14]Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. [15]Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto. [16]Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Non fatevi un'idea troppo alta di voi stessi. [17]Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli uomini. [18]Se possibile, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace con tutti. [19]Non fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all'ira divina. Sta scritto infatti: A me la vendetta, sono io che ricambierò, dice il Signore. [20]Al contrario, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, ammasserai carboni ardenti sopra il suo capo. [21]Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male. Facciamo ora 10 minuti di silenzio dopo di che chi vuole può ripetere un versetto o una parola del testo. Le domande rivolte a Gesù Io sono cattolico e tutti i giorni prego perché Dio mi dia la grazia di essere cristiano. E tutti i giorni prego perché, essendo cristiano, io sia umano. Non esistono valori cristiani, non esistono valori evangelici: esistono valori umani. Valori a cui le tradizioni religiose danno risalto perché le persone imparino ad amare, ad aver compassione, ad essere solidali con i poveri, ad essere umane. E questo non è cristiano o buddista o ebraico o islamico, è umano. In un mio libro su Gesù, ho messo come epigrafe una frase di Leonardo Boff, mio carissimo amico: "umano come era lui, poteva essere solo Dio". Gesù non era Dio perché era poco umano, era Dio perché era pienamente umano. E il nostro destino nella vita è questo: quanto più saremo umani, tanto più divinizzati saremo. Non è una cosa facile, perché noi esseri umani abbiamo due limiti invalicabili: tutti abbiamo una data di scadenza, e tutti abbiamo un difetto di fabbricazione, che la Bibbia chiama peccato originale. È per questo che abbiamo bisogno gli uni degli altri: per superare questi limiti, per tentare di essere più umani. E quando lo facciamo stiamo realizzando il cristianesimo del Vangelo. Nei quattro vangeli solo due tipi di domanda vengono rivolti a Gesù. Il primo è: Signore, cosa devo fare per guadagnare la vita eterna? Questa domanda non esce mai dalla bocca di un povero. Mai. Esce sempre dalla bocca di qualcuno che ha già guadagnato la vita terrena e che ora vuole fare un investimento sicuro in cielo. È la domanda di Zaccheo, la domanda dei dottori della legge nella parabola del Buon Samaritano, la domanda del giovane ricco, la domanda di Nicodemo. E tutte le volte che ascolta questa domanda Gesù si irrita profondamente. Il secondo tipo di domanda è solo dei poveri: Signore, che devo fare per avere vita in questa vita? I miei occhi sono ciechi e io voglio vedere, la mia mano è paralizzata e io voglio lavorare, la mia gamba non si può muovere e io voglio camminare, mio fratello è morto e io voglio che viva, mia figlia è malata e io voglio che guarisca. I poveri chiedono vita in questa vita e ad essi Gesù risponde con compassione e misericordia. Questo mostra chiaramente che essere umani significa lottare per la pienezza della vita, per la vita di tutti e tutte, del pianeta e dell'intero universo. Frei Betto Facciamo altri 5 minuti di silenzio dopo di che ciascuno di noi può ricordare una persona o una situazione per la quale pregheremo tutti insieme. 21 Preghiera Finale Signore, rendici veritieri senza arroganza, umili senza finzioni, allegri senza leggerezza, seri ma senza disperazione, giusti senza presunzione, severi senza cattiveria, forti senza crudeltà, buoni senza mollezza, misericordiosi senza lasciar fare, miti senza ostentazione, pacifici senza falsità, poveri senza miseria, ricchi senza avarizia, prudenti senza sospetto. Fa che diventiamo dotti senza volerlo sembrare: docili ma inclini alla saggezza; umani ma senza avidità; ospitali ma sobri; lavorando con le nostre mani, ma senza confidare in noi stessi. Fa che ti temiamo, onoriamo e amiamo al di sopra di tutte le cose che tu hai creato. Dio uno e trino, manda in noi una luce perché ti conosciamo e vediamo come sei veramente; togli da noi le tenebre dell'ignoranza tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen. S.Agostino 22 - MESSA Colletta O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti, perché fra le vicende del mondo là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia. Per il nostro Signore... LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura Gs 24, 1-2.15-17.18b Serviremo il Signore, perché egli è il nostro Dio. Dal libro di Giosuè In quei giorni, Giosuè radunò tutte le tribù d'Israele a Sichem e convocò gli anziani d'Israele, i capi, i giudici e gli scribi, ed essi si presentarono davanti a Dio. Giosuè disse a tutto il popolo: «Se sembra male ai vostri occhi servire il Signore, sceglietevi oggi chi servire: se gli dèi che i vostri padri hanno servito oltre il Fiume oppure gli dèi degli Amorrèi, nel cui territorio abitate. Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore». Il popolo rispose: «Lontano da noi abbandonare il Signore per servire altri dèi! Poiché è il Signore, nostro Dio, che ha fatto salire noi e i padri nostri dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile; egli ha compiuto quei grandi segni dinanzi ai nostri occhi e ci ha custodito per tutto il cammino che abbiamo percorso e in mezzo a tutti i popoli fra i quali siamo passati. Perciò anche noi serviremo il Signore, perché egli è il nostro Dio». Salmo Responsoriale Dal Salmo 33 Gustate e vedete com'è buono il Signore. Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Io mi glorio nel Signore: i poveri ascoltino e si rallegrino. Gli occhi del Signore sui giusti, i suoi orecchi al loro grido di aiuto. Il volto del Signore contro i malfattori, per eliminarne dalla terra il ricordo. Gridano e il Signore li ascolta, li libera da tutte le loro angosce. Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato, egli salva gli spiriti affranti. Molti sono i mali del giusto, ma da tutti lo libera il Signore. Custodisce tutte le sue ossa: neppure uno sarà spezzato. Il male fa morire il malvagio e chi odia il giusto sarà condannato. Il Signore riscatta la vita dei suoi servi; non sarà condannato chi in lui si rifugia. Seconda Lettura Ef 5, 21-32 Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa. Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini Fratelli, nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: le mogli lo siano ai loro mariti, come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, così come Cristo è capo della Chiesa, lui che è salvatore del corpo. E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli lo siano ai loro mariti in tutto. E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell'acqua mediante la parola, e 23 per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se stesso. Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo. Per questo l'uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una sola carne. Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! Canto al Vangelo Gv 6,63.68 Alleluia, alleluia. Le tue parole, Signore,sono spirito e vita; tu hai parole di vita eterna. Alleluia. Vangelo Gv 6, 60-69 Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna. Dal vangelo secondo Giovanni In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». Sulle Offerte O Padre, che ti sei acquistato una moltitudine di figli con l'unico e perfetto sacrificio del Cristo, concedi sempre alla tua Chiesa il dono dell'unità e della pace. Per Cristo nostro Signore. Dopo la Comunione Porta a compimento, Signore, l'opera redentrice della tua misericordia e perché possiamo conformarci in tutto alla tua volontà rendici forti e generosi nel tuo amore. Per Cristo nostro Signore. 24 24 AGOSTO 2009 Colle Gaudiolino 1691m – Piano di Acquafredda 1816m 6 km MASSICCIO DEL POLLINO Il nome “pollino” probabilmente deriva dal latino “pullus”, giovane animale, da cui “Mons Pullinus”, monte dei giovani animali, data l'usanza di portare a fine primavera fin dall'antichità, gli animali al pascolo sui prati verdeggianti dei pianori più elevati. Altri invece pensano che derivi dal latino “Mons Apollineus”, monte di Apollo, Dio della salute e progenitore dei medici, per le grandi quantità e varietà di erbe medicinali che crescono sul massiccio. “L'ossatura” del massiccio del Pollino, cioè le dorsali e tutte le cime più alte, è costituita da dure rocce calcaree e calcareo dolomitiche. Queste rocce nascono milioni di anni fa con la continua deposizione di enormi quantità di sedimenti, in alcune zone essenzialmente costituiti dai microscopici scheletri calcarei di molluschi. Grazie a reazioni chimico-fisiche questi sedimenti si sono trasformati gradualmente in roccia compatta. In seguito hai movimenti tettonici queste immense bancate di roccia si sino inarcate, incurvate e accavallate. In epoche successive nel Tetide si depositavano invece sedimenti argillosi, marne a arenarie che avrebbero costituito il così detto flysch, facilmente soggetto a fenomeni franosi. All'interno del massiccio ci sono forme glaciali che testimoniano la presenza del Ghiacciaio del Frido durante l'ultima glaciazione, Würm (da circa 110.000 a 12.000 anni fa). Il versante Nord-orientale del MONTE POLLINO mostra due bei circhi glaciali separati dal Contrafforte NE al centro, sotto di esso si è verificato il crollo della parte più alta della parete rocciosa; si è così formato il Canalone Nord che sale verso la vetta, occupato dalla Grande Frana, imponente ghiaione che scende verso il Piano di Toscano dove si scorgono le basse collinete moreniche formate dai detriti lasciati dal Ghiacciaio del Frido durante il suo lento ritiro. Il versante Nord-occidentale di SERRA DOLCEDORME presenta la Fossa Del Lupo, antica zona di accumulo delle masse di ghiaccio che alimentavano il lungo Ghiacciaio del Frido. Si possono poi osservare piccoli ma interessanti depositi morenici con alcune massi erratici soprattutto nell'area dei Piani di Pollino e del Piano di Acquafredda, delimitata da un grigio arco morenico. PINI LORICATI Pinus leucodermis Ant. E' un albero a corteccia fessurata in placche a scaglie lucenti; ha rami bianco grigiastri ed aghi verdi e cupi, larghi fino a 2 mm e lunghi fino a 6 - 7 cm. Vegeta ormai nelle zone rocciose più impervie, modellato dal vento, dal gelo, dai fulmini. Il pino loricato è il simbolo del Parco. Anch'esso è una testimonianza delle glaciazioni. Questo pino aveva il suo areale di origine nella Penisola Balcanica. Durante i periodi glaciali più freddi, il livello dei mari si abbassava di molte decine di metri: l'Adriatico si restringeva notevolmente e all'altezza del Gargano la sponda pugliese e quella balcanica divenivano più vicine. Ciò consentiva il passaggio della vegetazione da una regione all'altra e, nel nostro caso, permise la diffusione del pino loricato dai Balcani nell'Italia Meridionale. ACQUA: Sorgente Gaudolino, a inizio percorso Sorgente Acquafredda, a fine percorso 25 - IL VINO MATTINA Non esiste nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose che escono dall'uomo a contaminarlo. Non sono le cose con cui veniamo in contatto a cambiarci in profondità, ma le intenzioni. Perché si parla tanto di vizi e di cattive abitudini? Perché i vizi sono schiavitù, perché, attentando alla libertà dell'uomo, attentano alla sua dignità. Ogni azione infatti non lascia mai l'uomo quello che era prima: o lo migliora o lo peggiora. L'abitudine invece condivide il suo nome con l'abito. E' qualcosa che indossiamo e che però alla fine ci appartiene. Ci identifichiamo con esso. Le abitudini, come gli abiti tagliati su misura, richiedono tempo per essere perfezionate, ma poi rimangono nostre. C'è sempre la possibilità di cambiare, ma come per cambiare vestito occorre trovare il tempo e il modo. Per avere successo nella vita non basta avere stoffa: occorre sapere anche trovare una mano buona che sappia tagliare e cucire. "Fa' attenzione ai tuoi pensieri perché essi saranno le tue parole. Fa attenzione alle tue parole perché esse saranno le tue azioni. Fa attenzione alle tue azioni perché esse saranno le tue abitudini. Fa attenzione alle tue abitudini perché esse saranno il tuo destino." POMERIGGIO Quel Terzo Bicchiere Vino? Mi piace un bicchiere di buon vino per il suo sapore, il suo colore e per la freschezza che dona. Così a loro volta, ugualmente mi piacciono un bicchiere di birra o di sidro. Comunque un secondo bicchiere raramente mi attira come il primo, perché il sapore non mi colpisce più per la sua novità e il primo desiderio di bere è già passato. La strada verso il successo, Baden Powell Il Bicchiere Fra un Pasto e l'Altro Ricordo un vecchio caro ammiraglio americano che ho conosciuto nella mia giovinezza, il quale, quando gli offersi un bicchiere di qualcosa, mi disse:”No, signore, non bevo mai fra una bevuta e l’altra”. La strada verso il successo, Baden Powell Un Buon Cameratismo è la Tentazione al Primo Passo Il fumare e il bere sono molto sgradevoli al principiante che, se si dà all’uno o all’altro, lo fa principalmente perché “anche gli altri amici fanno così”. Ed è veramente difficile, quando si è in compagnia di altri attorno ad un bar, non unirsi ad essi nell’accettare da bere e nell’offrirne a propria volta. La strada verso il successo, Baden Powell 26 Modalità aggregativa R., 24 anni “... La sera, dopo il lavoro, ci vediamo al bar, non c’è altro in paese, è l’unica possibilità di trovare compagnia..., videogiochi, partite a carte e calcio, e poi tanto alcol, ma veramente tanto, ... certe volte facciamo a gara chi ne regge di più...”. Modalità proiettiva R., 48 anni, moglie di un alcolista in trattamento da 10 anni “... io non bevo come lui, è lui che ha dovuto curarsi... io mi controllo e quelle poche volte che ho ecceduto è perché la compagnia mi ha spinto a farlo...”. Non fu poi la mancanza di denaro che mi rendesse difficile di soddisfare il mio vizio, ma le proibizioni valsero ad eccitarlo. Ricordo d’aver fumato molto, celato in tutti i luoghi possibili. Perché seguito da un forte disgusto fisico, ricordo un soggiorno prolungato per una mezz’ora in una cantina oscura insieme a due altri fanciulli. Ma allora non sapevo se amavo o odiavo la sigaretta e il suo sapore e lo stato in cui la nicotina mi metteva. Quando seppi di odiare tutto ciò fu peggio. E lo seppi a vent’anni circa. Allora soffersi per qualche settimana di un violento male di gola accompagnato da febbre. Il dottore prescrisse il letto e l’assoluta astensione dal fumo. Mi colse un’inquietudine enorme. Pensai:”Giacché mi fa male non fumerò mai più, ma prima voglio farlo per l’ultima volta.” Accesi una sigaretta e mi sentii subito liberato da dall’inquietudine ad onta che la febbre forse aumentasse. La coscienza di Zeno, Italo Svevo Colui che Beve da Solo è un Buono a Nulla Colui che beve da solo perde ogni controllo della volontà e perde la sua energia; e queste due cose sono le più importanti del carattere. La strada verso il successo, Baden Powell Modalità solitaria B., 48 anni “... da quando sono in Italia ho iniziato a bere molto, specie di inverno, per scaldarmi, dormendo all’aperto. Per fortuna che c’è stato questo ricovero, e poi ho iniziato a venire a questo Centro... ho conosciuto tanti amici... in Francia non avevo amici, neppure da ragazzo, quando sono scappato da casa per le violenze di mio padre su mia madre e i miei fratelli”. Il Pericolo per lo Stato Una comunità che comprende un certo numero di spiriti deboli e incapaci di pensare è portata a divenire preda dei folli di disegni di agitatori che possono condurre questo gregge per il naso. Perché una nazione sia forte è necessario che sia composta da uomini di carattere. La strada verso il successo, Baden Powell Che io forse abbia amato tanto la sigaretta per poter riversare su di essa la colpa della mia incapacità? Chissà se cessando di fumare io sarei diventato l’uomo ideale e forte che m’aspettavo? Forse fu tale dubbio che mi legò al mio vizio perché è un modo molto comodo di 27 vivere quello di credersi grande di una grandezza latente. Io avanzo tale ipotesi per spiegare la mia debolezza giovanile, ma senza una decisa convinzione. Adesso che sono vecchio e che nessuno esige qualche cosa da me, passo tuttavia da sigaretta a proposito, e da proposito a sigaretta. La coscienza di Zeno, Italo Svevo La Forza dell'Esempio Ho un grande rispetto per l’opinione di un critico esterno, onesto e semplice, ed ho scoperto nei selvaggi non civilizzati dell’Africa o delle Isole del Pacifico i critici più semplici ed onesti che si possano desiderare e degli ottimi giudici del carattere. Presso questi due popoli ho udito la medesima sentenza: “Se l’uomo bianco inglese dice che ci pagherà, gli diamo la merce. Egli pagherà. Ma non è così per tutti gli uomini bianchi.” Questa è la reputazione che abbiamo, ed è una reputazione che dovremmo mantenere. Ma ho paura che neppure “l’uomo bianco inglese” si mostrò sempre esemplare. E questa è una delle cose che maggiormente ostacola i nostri missionari nel loro lavoro. Ricordo che la vecchia Regina Madre degli Swazi ci raccontava, anni fa, come i missionari fossero giunti ed avessero spiegato a lei ed al suo popolo i benefici del Cristianesimo e come sotto la benefica influenza di questo gli uomini fossero diventati onesti e retti in tutte le loro cose, sobri e veritieri, caritatevoli e disponibili verso gli altri. Il suo popolo pertanto accolse bene l’arrivo dei commercianti e dei colonizzatori bianchi, diede ad essi la terra e li aiutò a costruirsi le case. Ma poi si avvide che questi uomini, anziché essere riconoscenti e disponibili verso gli altri, erano pronti ad aiutare solo se stessi. Presero il loro bestiame, promisero di pagarlo, ma poi diedero calci anziché monete. Importarono grandi quantità di whisky per loro uso personale e mercanteggiarono gin per uso degli indigeni. La vecchia regina ci confidò allora come i suoi guerrieri le avessero chiesto il permesso di uccidere questi insidiosi distruttori della nazione ed essa fosse propensa a concederlo. Non credeva più ora in una religione che predica una cosa e pratica il contrario. Non potemmo fare a meno di simpatizzare con lei ma forse esagerammo un po’, perché, quando stava per andarsene, si volse indietro e ci chiese se l’avessimo realmente approvata; e quando noi lo affermammo vigorosamente, ci chiese di provarglielo con il dono di una cassa di gin! Tale è la forza dell’esempio. La strada verso il successo, Baden Powell Il pianeta appresso era abitato da un ubriacone. Questa visita fu molto breve, ma immerse il piccolo principe in una grande malinconia. "Che cosa fai?" chiese all'ubriacone che stava in silenzio davanti a una collezione di bottiglie vuote e a una collezione di bottiglie piene."Bevo" rispose, in tono lugubre, l'ubriacone. "Perche' bevi?" domando' il piccolo principe. "Per dimenticare", rispose l'ubriacone. "Per dimenticare che cosa?" s'informo' il piccolo principe che cominciava gia' a compiangerlo. "Per dimenticare che ho vergogna", confesso' l'ubriacone abbassando la testa. "Vergogna di che?" insistette il piccolo principe che desiderava soccorrerlo. "Vergogna di bere!" e l'ubriacone si chiuse in un silenzio definitivo. Il piccolo principe se ne ando' perplesso. I grandi, decisamente, sono molto, molto bizzarri, si disse durante il viaggio. Il piccolo principe, Antoine de Saint-Exupéry 28 Il tenente colonnello parlava lentamente e beveva lentamente. Beveva a sorsi, come si centellina una tazza di caffè. -Io mi difendo bevendo. Altrimenti, sarei già al manicomio. Contro le scelleratezze del mondo, un uomo onesto si difende bevendo. È da oltre un anno che io faccio la guerra, un po' su tutti i fronti, e finora non ho visto in faccia nessun austriaco. Eppure ci uccidiamo a vicenda, tutti i giorni. Uccidersi senza conoscersi, senza neppure vedersi! È orribile! È per questo che ci ubriachiamo tutti, da una parte e dall'altra. Ha mai ucciso nessuno lei? Lei, personalmente, con le sue mani? -Io spero di no. -Io, nessuno. Già, non ho visto nessuno. Eppure se tutti, di comune accordo, lealmente, cessassimo di bere, forse la guerra finirebbe. Ma, se bevono gli altri, bevo anch'io. Veda, io ho una lunga esperienza. Non è l'artiglieria che ci tiene in piedi, noi di fanteria. Anzi, il contrario. La nostra artiglieria ci mette spesso a terra, tirandoci addosso. -Anche l'artiglieria austriaca tira sovente sulla propria fanteria. -Naturalmente. La tecnica è la stessa. Abolisca l'artiglieria, d'ambo le parti, la guerra continua. Ma provi ad abolire il vino e i liquori. Provi un po'. Si provi. -Io ho già provato... -Insiglificante e deplorevole fatto personale. Ma estenda l'esempio come ordine, come norma generale. Nessuno di noi si muoverà più. L'anima del combattente di questa guerra è l'alcool. Il primo motore è l'alcool. Perciò i soldati, nella loro infinita sapienza, lo chiamano benzina. Un anno sull'altipiano, Emilio Lussu L’ultima sigaretta acquista il suo sapore dal sentimento della vittoria su se stesso e la speranza di un prossimo futuro di forza e di salute. La coscienza di Zeno, Italo Svevo Il Mezzo per Raggiungere lo Scoglio Così vediamo che questo scoglio chiamato “Vino”, che si erge sul tuo cammino, è in realtà quello della indulgenza verso le proprie debolezze. Con ciò intendo il libero corso dato alle tue tendenze, sia nell’eccesso di bevande, di tabacco, di nutrimento, o di qualsiasi altra forma di lusso. L’accondiscendere alle proprie debolezze può comportare la rovina per il singolo e il danno per la comunità. È quello che capita quando si segue la folla, voltando le spalle al pericolo. Ma guardando davanti a te, guidando da te la tua canoa con padronanza di te, raggiungerai con tutta sicurezza la parte dello scoglio esposta al sole, e in questo modo acquisterai un carattere più forte, che ti renderà sicuro contro le altre tentazioni della debolezza. E perciò ti aiuterà sulla strada del successo. La strada verso il successo, Baden Powell Adesso, a conclusione del tuo deserto, pensa ( e scrivi su un pezzo di carta) ad un vizio di cui ti vorresti liberare per essere un uomo/donna libero/a. 29 - LA CONVERSIONE SULLA VIA DI DAMASCO MATTINA Atti 22,6-11 6 Or avvenne che, mentre io ero in cammino e mi avvicinavo a Damasco, intorno a mezzogiorno, all'improvviso una gran luce dal cielo mi folgorò d'intorno. 7 Ed io caddi a terra e udii una voce che mi diceva: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?". 8 Io risposi: "Chi sei, Signore?". Egli mi disse: "Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti". 9 Or quelli che erano con me videro sì la luce e furono spaventati, ma non udirono la voce di colui che mi parlava. 10 Io dissi: "Signore, che devo fare?". Il Signore mi disse: "Alzati e va' a Damasco, là ti sarà annunziato tutto quello che ti è ordinato di fare". 11 Ora, siccome io non vedevo nulla per lo splendore di quella luce, fui condotto per mano da quelli che erano con me; e così entrai a Damasco. Ci sono stati momenti in cui ho visto una luce o sentito una voce che mi hanno fatto cadere? Preghiera comune Vieni, o Santo Spirito, illumina con la luce della verità il nostro cammino. Donaci di confessare, con fede ardente, Gesù Cristo, Signore e Redentore, morto e risorto per noi, Colui che sempre viene. Apri il nostro cuore a Cristo Che sta alla porta e bussa E rendici dimora vivente di Dio. Vieni, o Santo Spirito, e rinnova la faccia della terra! SERA La carne e lo Spirito Ro 13:8-10; Gm 3:13-18 13 Perché, fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un'occasione per vivere secondo la carne, ma per mezzo dell'amore servite gli uni agli altri; 14 poiché tutta la legge è adempiuta in quest'unica parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso». 15 Ma se vi mordete e divorate gli uni gli altri, guardate di non essere consumati gli uni dagli altri. Ro 8:1-14; 13:12-14 (Ef 5:1-12; Cl 3:5-15) 16 Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne. 17 Perché la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro; in modo che non potete fare quello che vorreste. 18 Ma se siete guidati dallo Spirito, non siete sotto la legge. 19 Ora le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, 20 idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, 21 invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio. 22 Il frutto 30 dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; 23 contro queste cose non c'è legge. 24 Quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. 25 Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche guidati dallo Spirito. 26 Non siamo vanagloriosi, provocandoci e invidiandoci gli uni gli altri. Atti 22,12-16 12 Or un certo Anania, uomo pio secondo la legge, di cui tutti i Giudei che abitavano a Damasco rendevano buona testimonianza, 13 venne da me e, standomi vicino, mi disse: "Fratello Saulo, ricupera la vista". In quell'istante io ricuperai la vista e lo guardai. 14 Poi aggiunse: "Il Dio dei nostri padri ti ha preordinato a conoscere la sua volontà, a vedere il Giusto e a udire una voce dalla sua bocca. 15 Perché tu gli devi essere testimone presso tutti gli uomini delle cose che hai visto e udito. 16 Ed ora che aspetti? Alzati e sii battezzato e lavato dai tuoi peccati, invocando il nome del Signore". 31 25 AGOSTO 2009 Piano di Acquafredda 1816m – Colle Marcione 1224m 9,4 km ALTA VALLE DEL RAGANELLO Quest'area che si trova tra Sera delle Ciavole e Timpa di San Lorenzo ha un'origine tettonica distensiva a fosse e rilievi. Questa fossa deriva dal lento sprofondamento di alcuni enormi blocchi rispetto a quelli circostanti. ACQUA: Sorgente Acquafredda, a inizio percorso Sorgente del Vascello, primo quarto del percorso Fonte del Principe, a meta percorso Fonte di Ratto, terzo quarto del percorso Colle Marcione, a fine percorso - LA DONNA MATTINA “Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all’uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo.” “Voi, mogli, state sottomesse ai mariti.” “Le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso di parlare.” “E infatti, non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall’uomo; né l’uomo fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo.” POMERIGGIO DENARO PROPRIETA’ FORZA TV FAMA PRESTIGIO POTERE BELLEZZA RICONOSCIMENTO PALLONE SESSO GOLA COMPUTER FUMO DROGA La parola greca TENTAZIONE vuol dire “tentativo”, “prova”. Si tratta di un esperimento, di un tentativo di conoscenza per cercare altre strade, qualcosa di diverso. Spesso, però, la tentazione ci allontana dalla meta.. La tentazione tocca i nostri desideri, sperimentarla è normale..esserne consapevoli è un buon 32 segno, perché significa che stiamo lottando, che possiamo scegliere..superarla è scelta di libertà. “L’amore vale più della macchina. Il dialogo vale più del tornaconto. La poesia della vita vale più dell’interesse. La cultura vale più del calcolo. L’arte vale più della smania produttiva. La comunione con gli altri vale più delle cinture di sicurezza. Una bella famiglia unita vale più di una bella casa di mattoni.” SERA ..PRENDERE MOGLIE.. Sta attento nel fare la tua scelta, a non pensar troppo a ciò che desideri trovare nella tua futura moglie dimenticando il suo punto di vista e ciò che ella desidera da te come marito. Pensa a questo. Quando mi sposai, un vecchio amico, nel farmi le congratulazioni, mi diede una nuova visione del mio stato futuro dicendomi: “ Mio caro, mi sono sposato da più di 12 anni e sono ancora in luna di miele. La vita è andata avanti sempre più felice per noi.” Vorrei che questo sia vero anche per te. Dunque SII SAGGIO! Possono venire le nuvole e devi essere preparato ad esse; Non avere segreti per tua moglie, ed essa non ne avrà per te; Prima di sposarti hai agito solo per te stesso; ora che sei sposato devi mettere un po’ da parte il tuo io e agire per tua moglie. Dovrai vincerti in certe piccole espressioni di egoismo, come per esempio lamentandoti del cibo anche se non è esattamente di tuo gusto, e cose del genere. Guarda le cose dal punto di vista di lei. Continua a darle alcuni di quei piccoli segni d’amore, di ammirazione e di lode di quando le facevi la corte; dà, ricevi e sorridi continuamente, ma specialmente quando le donne perdono la loro linea usuale. Allora tu devi manifestare la tua virilità e la tua cavalleria confortandola e proteggendola. Se essa è un po’ suscettibile, lo è per l’amore che ti porta. A tali tue attenzioni essa risponderà. Le donne non solo sono più riconoscenti degli uomini, ma il loro carattere si forgia nel modo in cui sono guidate dal loro uomo. Se egli è sgradevole, lei sarà puntigliosa; se lui è gentile, lei lo sarà ancora di più e in tal caso in casa regneranno l’amore e l’allegria. ..A PROPOSITO DI MATRIMONIO.. B.P, nell’ottica della preservazione del genere umano, dice: “E’ inutile che tu ti sposi, anzi, in alcuni casi è un crimine, se tu non sei in forma, sano e capace di generare figli sani.” 33 - LE COMUNITÀ CRISTIANE Salmo 132: Vivere in comunità E' uno stile di vita che cambia e valorizza anche i rapporti con gli altri; trasmette una qualità nuova d'incontro. E' veramente una cosa bella, che dà gioia, vivere in comunità. Vivere in comunità è vivere un'esperienza di Dio, dare un segno di Lui che è comunione. E' un'esperienza che arricchisce la persona. Stimola l'intelligenza ponendo interrogativi che impegnano ad approfondire le cose. Vivere in comunità è un dono che ha la sua radice in lui, Trinità d'amore per l'uomo. Costringe ad essere veri quando si parla, ad essere coerenti nelle scelte importanti e nella semplice vita di ogni giorno. 34 26 AGOSTO 2009 Colle Marcione 1224m – Area Pic-Nic ACQUA: ~2,6 km Colle Marcione, a inizio percorso Area Pic-Nic, a fine percorso - CUCÙ E CIARLATANI MATTINA Spesso, ormai, mi sono recato con mio fratello e con altri medici da qualche ammalato che non voleva bere medicine o mettersi in mano al medico lasciando che questi praticasse tagli o cauterizzazioni, e, mentre il medico non riusciva a persuaderlo, io lo persuasi con non altra arte che la retorica. Sostengo, anzi, che, se un retore e un medico arrivassero in una città qualsiasi, e se si trovassero a dover competere a parole nell'assemblea o in un'altra pubblica adunanza su quale dei due vada scelto come medico, il medico non avrebbe alcuna possibilità di uscirne vincitore, ma la scelta cadrebbe su quello capace di parlare, ammesso che costui lo volesse. E se si trovasse a competere con qualsiasi altro specialista, il retore saprebbe persuadere a scegliere sé piuttosto che chiunque altro. Non c'è infatti argomento di cui il retore, di fronte alla folla, non sappia parlare in modo più persuasivo di qualsiasi altro specialista. Platone, Gorgia SERA « "Solo gli imbecilli non hanno dubbi." "Ne sei sicuro?" "Non ho alcun dubbio!" » Luciano de Crescenzo, Il Dubbio Ogni tanto trovavo zio Ramòn in maglietta, seduto un ventilatore, che si faceva aria con un giornale e ascoltava boleri. “Cosa ti hanno insegnato le suore oggi?” mi salutava. “Non sono suore, sono signorine protestanti. Abbiamo parlato di Giobbe,” rispondevo io sudando, ma flemmatica e dignitosa nella mi uniforme patibolare. “Giobbe? Quello scemo che Dio mise alla prova inviandogli ogni sorta di idsgrazie?” “Non era affatto scemo, zio Ramòn, era un sant’uomo che non rinnegò mai il signore malgrado le sue sofferenze.” 35 “Ti sembra giusto? Dio scommette con Satana, castiga il pover’uomo senza pietà e poi pretende che lo adori. E’ un dio crudele, ingiusto e frivolo. Un padrone che si comporta così con i suoi servi non merita lealtà ne rispetto, tanto meno adorazione.” “Zio Ramòn, educato dai gesuiti, usava un enfasi sbalorditiva e una logica implacabile – la stessa di cui si serviva nelle baruffe con mia madre – per dimostrare la stupidità dell’errore biblico; il suo atteggiamento, lungi da costruire un esempio lodevole, era un problema di personalità. In meno di dieci minuti di oratoria spazzava via i virtuosi insegnamenti di Miss Saint John. “Adesso sei convinta che Giobbe era uno sciocco?” “Si, zio Ramòn.” “Potresti assicurarlo per iscritto?” “Si.” Il signor console percorreva il paio di metri che ci separava dal suo ufficio, e redigeva in carta bollata un documento in tre copie in cui si diceva che io, Isabel Allende Llona, di quattordici anni, cittadina cilena, certificavo che Giobbe, quello dell’Antico Testamento, era un citrullo. Me lo faceva firmare dopo averlo letto accuratamente perché non si deve firmare mai niente alla cieca, lo piegava e lo conservava nella cassaforte del Consolato. Poi tornava a sedersi sotto il ventilatore e con un profondo sospiro di fastidio mi diceva: “Bene, figliola, adesso ti proverò che avevi ragione tu, che Giobbe era un sant’uomo. Ti fornirò gli argomenti che avresti dovuto addurre se sapessi pensare. Sia chiaro che mi prendo questa pena solo per insegnarti a discutere, cosa che serve sempre nella vita. E procedeva a smontare la propria affermazione precedente per convincermi di ciò in cui io credevo fermamente all’inizio. Poco dopo mi aveva di nuovo sbaragliata, stavolta sul punto di piangere. “Concordi che Giobbe agì correttamente nel rimanere fedele al suo signore malgrado tutte le sue disgrazie?” “Si, zio Ramòn.” “Ne sei assolutamente certa?” “Si.” “Sei disposta a firmarmi un documento?” E redigeva un altro umiliante papiro in cui si certificava che io Isabel Allende Llona, di quattordici anni, cittadina cilena, invalidavo la dichiarazione precedente per assicurare invece che Giobbe era un uomo giusto. Mi passava la penna e quando stavo per scrivere il mio nome a piè di pagina mi fermava con un urlo. “No! Quante volte ti ho detto di non arrenderti mai, neanche all’evidenza? La cosa più importante per vincere in una discussione è di non vacillare, anche se sei in dubbio e tanto meno se ti sei sbagliata” I.Allende, Paula 36 - MISSIONI MATTINA Atti 16 9 Durante la notte apparve a Paolo una visione: gli stava davanti un Macedone e lo supplicava: «Passa in Macedonia e aiutaci!». 10 Dopo che ebbe avuto questa visione, subito cercammo di partire per la Macedonia, ritenendo che Dio ci aveva chiamati ad annunziarvi la parola del Signore. Dopo la sua “conversione”, sulla strada per Damasco, Paolo attraversa parte dell’Asia minore (l’attuale Turchia), della Siria e dell’Arabia (l’attuale Giordania), fino a Gerusalemme, prima di recarsi in Europa, in Grecia ed infine a Roma. Possiamo ragionevolmente datare i suoi viaggi in un intervallo di alcuni anni intorno all’anno 50. Primo viaggio Da Antiochia a Cipro ed al sud dell’Anatolia (Perge, Antiochia di Pisidia, Iconio, Listra e Derbe) Paolo e Barnaba predicano con ardore nelle sinagoghe la Buona Novella della resurrezione e della salvezza in Gesù, fondando delle comunità. Allora gli Ebrei si dividono e Paolo si indirizza, quindi, verso i pagani. Secondo viaggio Il primo obiettivo di Paolo, accompagnato da Sila, è di incontrare le comunità da lui create in Anatolia del sud (a Listra incontra Timoteo, il quale li accompagna nel viaggio). Proseguono verso nord-ovest, fino ai Dardanelli, a Troade, da dove passano in Grecia; Paolo fonda delle Chiese a Filippi, Tessalonica, Berea, Atene e Corinto. Ritorna poi ad Antiochia, la sua base, passando attraverso Efeso e Cesarea. Ad Antiochia, per la prima volta i credenti furono chiamati “cristiani”. Terzo viaggio E’ un viaggio di consolidamento. Paolo ritorna a vedere le Chiese da lui create in Anatolia ed in Grecia, con Timoteo e Tito. Si imbarca di nuovo verso Tiro, Cesarea e Gerusalemme, dove viene arrestato. Galati 1-2 1,1 Paolo, apostolo non da parte di uomini, né per mezzo di uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti, 2 e tutti i fratelli che sono con me, alle Chiese della Galazia. […] 10 Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo! 11 Vi dichiaro dunque, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è modellato sull'uomo; 12 infatti io non l'ho ricevuto né l'ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. […]17 senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e poi ritornai a Damasco. 37 18 In seguito, dopo tre anni andai a Gerusalemme per consultare Cefa, e rimasi presso di lui quindici giorni; 19 degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore. 20 In ciò che vi scrivo, io attesto davanti a Dio che non mentisco. 21 Quindi andai nelle regioni della Siria e della Cilicia. 22 Ma ero sconosciuto personalmente alle Chiese della Giudea che sono in Cristo; 23 soltanto avevano sentito dire: «Colui che una volta ci perseguitava, va ora annunziando la fede che un tempo voleva distruggere». 24 E glorificavano Dio a causa mia. 2,1 Dopo quattordici anni, andai di nuovo a Gerusalemme in compagnia di Barnaba, portando con me anche Tito: 2 vi andai però in seguito ad una rivelazione. Esposi loro il vangelo che io predico tra i pagani, ma lo esposi privatamente alle persone più ragguardevoli, per non trovarmi nel rischio di correre o di aver corso invano.[…] 15 Noi che per nascita siamo Giudei e non pagani peccatori, 16 sapendo tuttavia che l'uomo non è giustificato dalle opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Gesù Cristo per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; poiché dalle opere della legge non verrà mai giustificato nessuno». 17 Se pertanto noi che cerchiamo la giustificazione in Cristo siamo trovati peccatori come gli altri, forse Cristo è ministro del peccato? Impossibile! 18 Infatti se io riedifico quello che ho demolito, mi denuncio come trasgressore. POMERIGGIO I Confini del Popolo Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo.14 Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia, 15 annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, 16 e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l'inimicizia. 17 Egli è venuto perciò ad annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini. 18 Per mezzo di lui possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito. 19 Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, 20 edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. 21 In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; 22 in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito. 17 Quanto a noi, fratelli, dopo poco tempo che eravamo separati da voi, di persona ma non col cuore, eravamo nell'impazienza di rivedere il vostro volto, tanto il nostro desiderio era vivo. 18 Perciò abbiamo desiderato una volta, anzi due volte, proprio io Paolo, di venire da voi, ma satana ce lo ha impedito. 19 Chi infatti, se non proprio voi, potrebbe essere la nostra speranza, la nostra gioia e la corona di cui ci possiamo vantare, davanti al Signore nostro Gesù, nel momento della sua venuta? 20 Siete voi la nostra gloria e la nostra gioia. I Confini della Cultura 11 Ho infatti un vivo desiderio di vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale perché ne siate fortificati, 12 o meglio, per rinfrancarmi con voi e tra voi mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io. 13 Non voglio pertanto che ignoriate, fratelli, che più volte mi sono proposto di venire fino a voi - ma finora ne sono stato impedito - per raccogliere qualche frutto anche tra voi, come tra gli altri Gentili. 14 Poiché sono in debito verso i Greci come verso i barbari, verso i dotti come verso gli ignoranti: 15 sono quindi pronto, per quanto sta in me, a predicare il vangelo anche a voi di Roma. 38 16 Io infatti non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco. 17 È in esso che si rivela la giustizia di Dio di fede in fede, come sta scritto: Il giusto vivrà mediante la fede. «Cittadini ateniesi, vedo che in tutto siete molto timorati degli dèi. 23 Passando infatti e osservando i monumenti del vostro culto, ho trovato anche un'ara con l'iscrizione: Al Dio ignoto. Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio. 24 Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è signore del cielo e della terra, non dimora in templi costruiti dalle mani dell'uomo 25 né dalle mani dell'uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa, essendo lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa. 26 Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l'ordine dei tempi e i confini del loro spazio, 27 perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi. 28 In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto: Poiché di lui stirpe noi siamo. 29 Essendo noi dunque stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all'oro, all'argento e alla pietra, che porti l'impronta dell'arte e dell'immaginazione umana. 30 Dopo esser passato sopra ai tempi dell'ignoranza, ora Dio ordina a tutti gli uomini di tutti i luoghi di ravvedersi, 31 poiché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare la terra con giustizia per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti». I Confini di una Morale 8 Certo, noi sappiamo che la legge è buona, se uno ne usa legalmente; 9 sono convinto che la legge non è fatta per il giusto, ma per gli iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per i sacrileghi e i profanatori, per i parricidi e i matricidi, per gli assassini, 10 i fornicatori, i pervertiti, i trafficanti di uomini, i falsi, gli spergiuri e per ogni altra cosa che è contraria alla sana dottrina, 11 secondo il vangelo della gloria del beato Dio che mi è stato affidato. 12 Rendo grazie a colui che mi ha dato la forza, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia chiamandomi al ministero: 13 io che per l'innanzi ero stato un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo senza saperlo, lontano dalla fede; 14 così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù. 15 Questa parola è sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io. 16 Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Gesù Cristo ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua magnanimità, a esempio di quanti avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna. 17 Al Re dei secoli incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen. SERA Filippesi 3 12 Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch'io sono stato conquistato da Gesù Cristo. 13 Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, 14 corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù. 39 Romani 12 3 Per la grazia che mi è stata concessa, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto è conveniente valutarsi, ma valutatevi in maniera da avere di voi una giusta valutazione, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. 4 Poiché, come in un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, 5 così anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua parte siamo membra gli uni degli altri. 6 Chi dà, lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa opere di misericordia, le compia con gioia.[…] 9 La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; 10 amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. 11 Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore. 12 Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, 13 solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell'ospitalità. 14 Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. 15 Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto. Tessalonicesi 2 4 come Dio ci ha trovati degni di affidarci il vangelo così lo predichiamo, non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio, che prova i nostri cuori. 5 Mai infatti abbiamo pronunziato parole di adulazione, come sapete, né avuto pensieri di cupidigia: Dio ne è testimone. 6 E neppure abbiamo cercato la gloria umana, né da voi né da altri, pur potendo far valere la nostra autorità di apostoli di Cristo. 7 Invece siamo stati amorevoli in mezzo a voi come una madre nutre e ha cura delle proprie creature. 8 Così affezionati a voi, avremmo desiderato darvi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari. 9 Voi ricordate infatti, fratelli, la nostra fatica e il nostro travaglio: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno vi abbiamo annunziato il vangelo di Dio. 10 Voi siete testimoni, e Dio stesso è testimone, come è stato santo, giusto, irreprensibile il nostro comportamento verso di voi credenti; 11 e sapete anche che, come fa un padre verso i propri figli, abbiamo esortato ciascuno di voi, 12 incoraggiandovi e scongiurandovi a comportarvi in maniera degna di quel Dio che vi chiama al suo regno e alla sua gloria.[…] 40 27 AGOSTO 2009 Gole del Raganello CIVITA Alla fine del XV sec. i principi Sanseverino consentirono ad un nucleo di profughi albanesi, i quali avevano abbandonato la loro patria in seguito alla morte dell'eroe nazionale Skandem-berg avvenuta nel 1468, di insediarsi nella contrada Castrum Sancti Salvatoris dove sorgeva un antico monastero italo-greco. Il luogo fu detto Civita, nome con cui venivano indicati gli antichi insediamenti distrutti e nuovamente abitati. Il primo nucleo si estese poi più a monte verso la località di S. Antonio dando origine ad un nuovo rione ed il termine Civita, in albanese Cifti, cioè "paio-coppia", potrebbe alludere ai due successivi rioni. La CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA è stata edificata tra il XVII e XVIII secolo. L'edificio in stile barocco ha una pianta a croce latina a tre navate, le decorazioni interne sono del periodo tardo barocco. VALLE DEL RAGANELLO E' certamente la valle più spettacolare e selvaggia del pollino; pareti rocciose alte centinaia di metri, gole profondissime e impressionanti, immensi boschi di faggio e di quercia, sorgenti fiabesche, sono solo alcune delle sue attrattive. Nato nella foresta ai piedi di Serra delle Ciavole, il Raganello lambisce alla base della gigantesca Parete SO della Timpa di San Lorenzo ricevendo le acque delle numerosissime sorgenti che sgorgano nella Fagosa Si inabissa quindi nella profondissima Gola del Barile e ne esce dopo circa tre chilometri, di fronte a San Lorenzo Belizzi; quindi la valle è aperta e luminosa ma per poco: qualche chilometro più avanti si richiude nuovamente formando lo straordinario CANYON DEL RAGANELLO. Il canyon è stato scavato dall'acqua nel corso degli anni. Le rocce calcaree, di cui il Pollino è per la maggior parte costituito, sono facilmente attaccabili dagli agenti atmosferici e soprattutto dall'acqua che opera un vero e proprio fenomeno di corrosione grazie anche all'anidride carbonica che è disciolta in essa. Nelle due pareti laterali si nota la stratificazione avvenuta milioni di anni fa sul fondo del Tetide. Essa è stata evidenziata molto bene dall'erosione dell'acqua che ha scavato la roccia maggiormente lungo i “giunti di stratificazione”, gli straterelli sottilissimi che dividono uno strato roccioso dall'altro; scheggiando e levigando i bordi degli strati, l'acqua ha allargato e approfondito i solchi dei giunti che rappresentano, quindi, le zone di maggiore erodibilità delle masse rocciose. Dopo circa sette chilometri di corso tortuoso e scuro in quella che è la gola più lunga, più bella e interessante del Pollino, il torrente torna a scorrere libero all'altezza di Civita; qui infatti, subito dopo il ponte del Diavolo, proprio sotto l'abitato, la valle si apre verso il Golfo di Sibari in un'ampia fiumara allietata in estate dai bei colori degli oleandri fioriti. Note: Servono scarpe per attraversare il fiume, di qualsiasi tipo, basta che siano chiuse. Mettersi d'accordo in coppia o altro per portare uno zainettino per mettere le cose per l'uscita. - IRRELIGIOSITÀLa Bellezza Salverà il Mondo Chi sarà mai questo Dio, proprio non saprei dirlo. C'è chi lo crede un'entità astratta e chi invece, come me, non riesce ad immaginarselo se non come fenomenologia continua di tutto l'esistente: ad esempio, incarnato nella quintessenza di un cielo azzurro incontaminato. Credo che nessuno sappia definire con esattezza Dio, anche se tutti sappiamo riconoscerne le sue svariate manifestazioni. Si giunge al divino solo mediante l'intuizione. In una certa misura tutti possediamo la facoltà intuitiva, che ci permette di … cogliere la scintilla divina, che si cela 41 dietro ogni singola particella del creato. Noi(..)partecipanti di quella bellezza cosmica, frutto di una creazione superiore. Per questo credo anch'io con Dostoevskij che: la bellezza salverà il mondo... Vivere filosofando Solo Nelle Ande Nelle Ande, un mattino prima dell’alba, mi misi in cammino per scalare il fianco di una montagna. (..)Ovunque il silenzio. E tuttavia non era un silenzio di morte; si sarebbe detto piuttosto che tutto, montagne, valli, picchi e rocce stessero sull’attenti, aspettando l’apparire del giorno.(..)Salivo sempre più in alto. Ad un tratto vidi voltandomi uno spettacolo che mi fece rimanere senza fiato. Uno dei grandi picchi che un momento prima erano quasi di un grigio blu, divenne di colpo, nei suoi punti più alti, una massa abbagliante color rosa arancione, mentre le parti più basse restavano in un’ombra opalescente violetta e blu soffusa di verde; l’intera massa si distaccava con sorprendente nitidezza di contorni e di dettagli sul cielo divenuto più oscuro dietro di lei. E ben presto tutte le cime, l’una dopo l’altra si rivestirono di quello stesso rosa radioso dell’aurora. Sentivo che era troppo perché potesse essere afferrato da un solo piccolo spirito mortale; ero un intruso in un luogo sacro. Era qualcosa di magico ed al di là delle proprie conoscenze umane esser lassù a contemplare il risveglio della Natura. Nulla Poteva collegare quella scena divina alla vita degli uomini che avevo lasciato laggiù nell’oscurità sotto di me…. Recentemente ho letto in qualche posto “Nelle calde città dove si accalcano gli uomini si ha bisogno assoluto di qualcosa a cui attaccarsi. Ma qui tu non cerchi nulla..tu sai. L’io si annulla C’è nella Natura uno scopo mistico che ti riguarda…da lontano non individualmente.” “Puoi avere un sogno tutto tuo, ma fai tutt’uno con gli infiniti fili d’erba e con i piccoli sassolini rotondi, senza privilegi” L’uomo ha i suoi compagni nella Natura in mezzo alle piante e agli animali della foresta. Per quelli che hanno occhi per vedere e orecchie per intendere, la foresta è ad un tempo laboratorio, club e Tempio. Qui si comprende la piccolezza dell’uomo ed i suoi effimeri sforzi a lottare ed affaccendarsi per cose meschine che poi non importano. Si comprende, in modo vago, inadeguato forse, ma si comprende che c’è una potenza intorno a noi..che c’è il Creatore..Dio. Baden-Powell, La strada verso il successo Uno Spirito divino abita in noi Non occorre alzare le mani al cielo o scongiurare il sacrestano che ci lasci avvicinare alle orecchie della statua, quasi potessimo trovare più ascolto: dio è vicino a te, è con te, è dentro di te. Secondo me, Lucilio, c'è in noi uno spirito sacro, che osserva e sorveglia le nostre azioni, buone e cattive; a seconda di come noi lo trattiamo, lui stesso ci tratta. (..)In ogni uomo virtuoso abita un dio (quale non si sa). Se ti troverai davanti a un bosco folto di alberi secolari, di altezza insolita, dove la densità dei rami, che si coprono l'un l'altro, impedisce la vista del cielo, l'altezza di quella selva, la solitudine del luogo e lo stupore che desta un'ombra tanto densa e ininterrotta in uno spazio aperto, ti persuaderà che lì c'è un dio.(…) Se vedrai un uomo impavido di fronte ai pericoli, libero da passioni, felice nelle avversità, tranquillo in mezzo alle tempeste, che guarda gli altri uomini dall'alto e gli dèi alla pari, non ti pervaderà un senso di rispetto per lui? Non dirai: "C'è un qualcosa di troppo grande ed eccelso perché possa ritenersi simile al povero corpo in cui si trova"? Una forza divina è discesa in lui; (..) Come i raggi del sole raggiungono la terra, ma non si staccano dal loro punto di partenza, così l'anima grande e santa, mandata quaggiù per farci conoscere meglio il divino, sta insieme a noi, ma rimane unita alla sua origine… Nell'uomo devi lodare quello che non può essergli tolto o essergli dato, quello che gli è proprio. Chiedi cos'è? L'anima e nell'anima una ragione perfetta. L'uomo è un animale dotato di 42 ragione: il suo bene lo attua appieno, se adempie al fine per cui è nato. Che cosa esige da lui questa ragione? Una cosa facilissima: che viva secondo la natura che gli è propria. Senaca, Epistolae ad Lucilium; epist.41 Dal libro della Genesi Poi Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbia dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò maschio e femmina. Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni animale che si muove sulla terra». Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra, e ogni albero fruttifero che fa seme; questo vi servirà di nutrimento. A ogni animale della terra, a ogni uccello del cielo e a tutto ciò che si muove sulla terra e ha in sé un soffio di vita, io do ogni erba verde per nutrimento». E così fu. Dio vide tutto quello che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Fu sera, poi fu mattina: sesto giorno(...)allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. Vitello d'Oro? No, Grazie. 1 Il popolo, vedendo che Mosè tardava a scendere dalla montagna, si affollò intorno ad Aronne e gli disse: “Facci un dio che cammini alla nostra testa, perché a quel Mosè, l’uomo che ci ha fatti uscire dal paese d’Egitto, non sappiamo che cosa sia accaduto”. 2 Aronne rispose loro: “Togliete i pendenti d’oro che hanno agli orecchi le vostre mogli e le vostre figlie e portateli a me”. 3 Tutto il popolo tolse i pendenti che ciascuno aveva agli orecchi e li portò ad Aronne. 4 Egli li ricevette dalle loro mani e li fece fondere in una forma e ne ottenne un vitello di metallo fuso. Allora dissero: “Ecco il tuo Dio, o Israele, colui che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto! ”. 5 Ciò vedendo, Aronne costruì un altare davanti al vitello e proclamò: “Domani sarà festa in onore del Signore”. 6 Il giorno dopo si alzarono presto, offrirono olocausti e presentarono sacrifici di comunione. Il popolo sedette per mangiare e bere, poi si alzò per darsi al divertimento. L’episodio del vitello d’oro rappresenta una situazione che gli uomini e le donne di tutti i tempi hanno vissuto: ritenere che se Dio è nostro Padre, se vuole essere con noi allora agisca presto e secondo i nostri pensieri, i nostri bisogni…altrimenti ci creiamo il nostro dio… Guardiamoci intorno: quanti vitelli d’oro girano per le nostre strade e vengono osannati come il rimedio ai nostri problemi? Ma quali sono i problemi? Tanti e complicati si sarebbe tentati di dire subito. Invece a ben guardare in fondo in fondo si vorrebbe trovare una formula di vita, una formula magica o una ricetta, che ci permetta di vivere a lungo senza preoccupazioni, sempre belli e sulla cresta dell’onda, col successo assicurato, sempre migliori degli altri, sempre più avanti degli altri… Ma esiste veramente una formula della vita? …Abbi il coraggio di stare con te stesso, di lasciarti condurre per mano da Dio nel cuore della vita; quel Dio Padre che ha un cuore grande come quello di una Madre. È un Dio in viaggio con la vita; se vuoi fare la strada con lui immergiti anche tu nella vita... 15 Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; 16 poiché io oggi ti comando di amare il Signore tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi, le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore tuo Dio ti benedica nel paese che tu stai per entrare a prendere in possesso. 17 Ma se il tuo cuore si volge indietro e 43 se tu non ascolti e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dei e a servirli, 18 io vi dichiaro oggi che certo perirete, che non avrete vita lunga nel paese di cui state per entrare in possesso passando il Giordano. 19 Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, 20 amando il Signore tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua vita e la tua longevità, per poter così abitare sulla terra che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe». Domande per la riflessione: Come vivi la vita? Che sapore ha per te? Per cosa vivi la tua vita? Dovesse venire meno cosa non avrebbe più senso la tua vita?? quali sono le persone / cose importanti per la tua vita adesso? riconosci qualche vitello d’oro, qualche idolo, nella vita che vivi? Sei disposto/a a liberartene? In che senso ti senti in viaggio nella vita? Come è il tuo esodo in questo momento? Pensiamoci su… « Se la matematica e la scienza prendessero il posto della religione e della superstizione nelle scuole e nei media, il mondo diventerebbe un luogo più sensato, e la vita più degna di essere vissuta. Che ciascuno porti dunque il suo contributo, grande o piccino, affinché questo succeda, per la maggior gloria dello Spirito Umano. » “ In fondo, la critica al Cristianesimo potrebbe dunque ridursi a questo: che essendo una religione per letterali cretini, non si adatta a coloro che, forse per loro sfortuna, sono stati condannati a non esserlo “ Intelligenza-Anima Hai questa Intelligenza…ma essa resta sciupata se tu non la usi, oppure se l’adoperi male, come per esempio, nel caso tu prenda a discutere col vicino della porta accanto su qualche meschina questione di politica e di credo, mentre hai attorno a te tutto il vasto universo e Dio per cui lavorare. La cosa strana è che ci sono state nel mondo più guerre e contestazioni per la religione che per ogni altra causa. Peggio che strano è addirittura ridicolo, ma nello stesso tempo è vero, che più teniamo alle nostre credenze religiose e più tendiamo ad avere una mentalità ristretta di fronte alle idee religiose altrui. Dimentichiamo così che noi siamo tutti figli di uno stesso Padre, e che noi tutti ci sforziamo di fare la sua volontà, sia pure in modi diversi modi. Vi è una cosa tuttavia, di cui sono sicuro:cioè che Dio non è un personaggio di mentalità ristretta, come certi sembrano immaginarLO, ma un immenso Spirito d’Amore che è superiore alle piccole differenze di forma, di credo o di denominazione e che benedice ogni uomo che faccia veramente del proprio meglio al Suo servizio, secondo i lumi di ciascuno. ..quella scintilla d’Amore che esiste in ogni uomo se non viene esercitata si perde e muore; al contrario se tu metti te stesso al servizio degli altri, ti renderai conto di stare sviluppando in te quella scintilla d’Amore finchè diventerà talmente forte da sollevarti gioiosamente al di sopra di tute le piccole difficoltà e noie della vita…Quest’Amore è la “particella divina” che è in ciascuno di noi: è la nostra anima. Più noi dispensiamo al nostro prossimo L’Amore e la Carità più sviluppiamo la nostra anima. 44 (…) finchè essa da particella divina che era, sarà divenuta parte di Dio stesso. È là che si trova la felicità di poter essere giocatori nella squadra di Dio. Non vi è superstizione in tutto ciò come gli atei pretendono. È un fatto concreto e rimane possibile ad ogni uomo, ricco o povero che sia, di gioirne purchè egli si sforzi di arrivarci. Baden-Powell, La strada verso il successo E un vecchio sacerdote disse: Parlaci della Religione. E lui rispose: Ho forse parlato d'altro oggi? Non è forse la religione ogni azione e ogni riflessione, E ciò che non è né azione né riflessione, ma stupore e sorpresa che sempre scaturiscono nell'anima, Anche quando le mani spaccano la pietra o tendono il telaio? Chi può separare la sua fede dalle sue azioni e il suo credo dal suo lavoro? Chi può disporre davanti a sè le proprie ore dicendo, "Questa è per Dio e questa è per me stesso, questa è per la mia anima e questa per il mio corpo?". Tutte le vostre ore sono battiti d'ali nello spazio da un essere all'altro. Colui che indossa la moralità come l'abito migliore, sarebbe meglio stesse nudo. Il vento e il sole non squarceranno la sua pelle. E colui che fa dell'etica un limite al comportamento, ingabbia il suo canto. Il canto più libero non passa tra fili e sbarre. E colui per il quale l'adorazione è una finestra che si apre e si chiude, Non ha ancora visitato la dimora della sua anima le cui finestre sono aperte da aurora a aurora. La vita quotidiana è il vostro tempio e la vostra religione. Ogni volta che vi entrate portate con voi tutto il vostro essere. Portate l'aratro, la fucina, il martello e il liuto, Le cose forgiate per bisogno o per diletto. Poiché nella devozione non potrete elevarvi al di sopra delle vostre riuscite, Né cadere più in basso dei vostri fallimenti. E prendete con voi tutti gli uomini, Poiché nell'adorazione non potete volare più in alto delle vostre speranze, né umiliarvi oltre la loro disperazione. Se volete conoscere Dio, non siate dunque solutori di enigmi. Piuttosto guardatevi intorno e vedrete Dio giocare con i vostri bambini. Guardate nello spazio, e vedrete Dio camminare sulla nube, aprire le braccia nel lampo e scendere nella pioggia. Vedrete Dio sorridere nei fiori e nelle cime degli alberi vedrete il fremito delle sue mani. Khalil Gibran, Il profeta Glossario Religione: è un complesso di credenza , comportamenti , atti rituali e culturali, mediante cui un gruppo umano esprime un rapporto con il sacro. Le religioni sono sempre in qualche misura istituzioni sociali, cioè sono condivise, dotate di regole e strutture sociali ordinate, dove singoli individui sono spesso designati a qualche ruolo o prerogativa collegate alla prassi religiosa. 45 Dal latino relìgio(=considerazione, cura riguardo a qualcosa), dal verbo relegere, ossia "rileggere", intendendo una rilettura degli eventi naturali come opera di entità soprannaturali. Per altri dal verbo religàre, cioè "legare, vincolare", nel significato di legare l'uomo alla divinità. Religàre può indicare anche l'idea di vincolare gli uomini nella comunità, sotto le stesse leggi e lo stesso culto.Altre possibili etimologie fanno risalire la parola ai verbi relegàre ("allontanare, dividere", che sottolinea la separazione tra le cose sacre e profane), religere ("considerare diligentemente" gli dei), e re-eligere (scegliere ancora, effettuare una nuova scelta). …in base al numero e alla qualità della divinità si distinguono: • Monoteismo: la fede in una sola divinità identificata con il termine Dio. È noto che spesso si è avuta un'evoluzione da un culto di tipo enoteistico, dove i fedeli accettano l'esistenza di altri dei stranieri, ma adorano solo ed esclusivamente il loro dio, a quello monoteistico. • Il politeismo è un tipo di religione e di culto in cui il credo si fonda sulla devozione o l'adorazione di più dèi o divinità, posti o meno sullo stesso piano di importanza. • L'enoteismo è una forma di culto intermedia tra politeismo e monoteismo in cui viene venerata in particolar modo una singola divinità senza tuttavia negare l'esistenza di altri dei accanto ad essa. • Panteismo letteralmente significa "tutto è dio/divino". Normalmente questo si collega alla convinzione che Dio sia coincidente con tutto l'esistente, l'intero universo o la natura. • L'animismo è la forma di religiosità che attribuisce un principio vitale ("anima") ad esseri od oggetti materiali (in molti casi le fedi animistiche attribuiscono virtualmente tale qualità ad ogni oggetto o realtà esistente) Ateo: questa parola può indicare colui che afferma la non-esistenza di una divinità immanente, oppure colui che considera il concetto di essere soprannaturale come una costruzione mentale dell'uomo; all'estremo opposto, nell'accezione più larga possibile ateo è sinonimo di non credente, nel senso per cui laddove il teista crede, e spesso afferma, l'esistenza del divino, l'ateo non lo fa. Agnosticismo (dal greco a-gnothein let. non sapere) indica un atteggiamento concettuale con cui si sospende il giudizio rispetto a un problema, poiché non se ne ha (o non se ne può avere) sufficiente conoscenza. Nello specifico questa posizione è solitamente assunta rispetto al problema della conoscenza di Dio. Si suole distinguere, riguardo alle persone non credenti in una religione, tra ateismo e agnosticismo: mentre l'agnostico afferma semplicemente l'impossibilità di conoscere la verità sull'esistenza di Dio o di altre forze soprennaturali, l'ateo, al contrario, afferma con certezza che non esiste alcun Dio o qualsiasi altro tipo di entità o forza superiore. 46 - CATTURA, MARTIRIO E MORTE DI SAN PAOLO MATTINA Paolo viene giustiziato da Nerone perché cristiano e soldato di Cristo.. La prigione di Paolo, pur essendo vera prigione, lo è in modo blando. Non è una prigione severa. San Paolo può studiare, può scrivere e ricevere chi vuole. Anche in prigione Paolo non dimentica la sua missione: “Io sono incatenato ma la Parola di Dio vola libera.” Il condannato viene portato in una cella la sera prima della morte. Ha solo poche ore di vita e quindi non ha bisogno di nulla. Non è neppure incatenato perché ha ormai chiara coscienza della sua condanna: 6 Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di sciogliere le vele. 7Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede. 8Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua manifestazione. 9 Cerca di venire presto da me, 10perché Dema mi ha abbandonato avendo preferito il secolo presente ed è partito per Tessalonica; Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia. 11Solo Luca è con me. Prendi Marco e portalo con te, perché mi sarà utile per il ministero. 12Ho inviato Tìchico a Èfeso. 13Venendo, portami il mantello che ho lasciato a Tròade in casa di Carpo e anche i libri, soprattutto le pergamene. 14Alessandro, il ramaio, mi ha procurato molti mali. Il Signore gli renderà secondo le sue opere; 15guàrdatene anche tu, perché è stato un accanito avversario della nostra predicazione. 16 Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Non se ne tenga conto contro di loro. 17Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché per mio mezzo si compisse la proclamazione del messaggio e potessero sentirlo tutti i Gentili: e così fui liberato dalla bocca del leone. 18Il Signore mi libererà da ogni male e mi salverà per il suo regno eterno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen. Imprigionato, Paolo partecipa alla vita di Cristo.. 24 Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa. 25Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio presso di voi di realizzare la sua parola, 26cioè il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi, 27ai quali Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo ai pagani, cioè Cristo in voi, speranza della gloria. 28È lui infatti che noi annunziamo, ammonendo e istruendo ogni uomo con ogni sapienza, per rendere ciascuno perfetto in Cristo. 29Per questo mi affatico e lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza. …e lancia un vibrante richiamo al suo popolo.. 12 Desidero che sappiate, fratelli, che le mie vicende si sono volte piuttosto a vantaggio del vangelo, 13al punto che in tutto il pretorio e dovunque si sa che sono in catene per Cristo; 14in tal modo la maggior parte dei fratelli, incoraggiati nel Signore dalle mie catene, ardiscono annunziare la parola di Dio con maggior zelo e senza timore alcuno. 15Alcuni, è vero, predicano Cristo anche per invidia e spirito di contesa, ma altri con buoni sentimenti. 16Questi lo fanno per amore, sapendo che sono stato posto per la difesa del vangelo; 17quelli invece predicano Cristo con spirito di rivalità, con intenzioni non pure, pensando di aggiungere dolore alle mie catene. 18Ma questo che importa? Purché in ogni maniera, per ipocrisia o per sincerità, Cristo venga annunziato, io me ne rallegro e continuerò a rallegrarmene. 19So infatti che tutto questo servirà alla mia salvezza, grazie alla vostra preghiera e all'aiuto dello Spirito di Gesù Cristo, 20secondo la mia ardente attesa speranza che in nulla rimarrò confuso; anzi nella piena 47 fiducia che, come sempre, anche ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia. 21 Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. 22Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa debba scegliere. 23Sono messo alle strette infatti tra queste due cose: da una parte il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; 24d'altra parte, è più necessario per voi che io rimanga nella carne. 25 Per conto mio, sono convinto che resterò e continuerò a essere d'aiuto a voi tutti, per il progresso e la gioia della vostra fede, 26perché il vostro vanto nei miei riguardi cresca sempre più in Cristo, con la mia nuova venuta tra voi. 30 Paolo trascorse due anni interi nella casa che aveva preso a pigione e accoglieva tutti quelli che venivano a lui, 31annunziando il regno di Dio e insegnando le cose riguardanti il Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento. La parola della fine non è la morte di Paolo, si tratta invece dello sviluppo del Cristianesimo e della Buona Novella portati in lungo e in largo dal grande testimone del Risorto. La vita di Paolo, dunque, si conclude confermando quella scelta che aveva intrapreso sulla via di Damasco. Quella via rimane per lui valida anche in punto di morte. A tal proposito Oscar Romero raccontava di un beduino che guidava una carovana di esploratori. Quando sbagliavano pista diceva continuamente: “non di qua ma di là, non di qua ma di là, non di qua ma di là”. Alla fine uno degli esploratori, seccato per queste continue insistenze, tirò fuori la pistola e gli sparò, mentre lui ancora gridava : “non di qua ma di là”. Noi dobbiamo continuare ad essere il dito puntato verso la verità anche quando ci costa fatica: non di qua ma di là; dobbiamo essere un segnale per tutti quanti. Siamo la freccia stradale incredibile, bellissima della testimonianza. Perché siamo consapevoli che la strada è quella giusta. Preghiera dell'abbandono Padre mio, io mi abbandono a Te, fà di me ciò che ti piace. Qualunque cosa Tu faccia di me, Sono pronto a tutto, accetto tutto, purchè la tua volontà si compia in me e in tutte le tue creature. Non desidero niente altro, Dio mio. Rimetto l'anima mia nelle tue mani, te la dono, Dio mio, con tutto l'amore del mio cuore perchè ti amo, ed è per me una esigenza d'amore il darmi, il rimettermi nelle tue mani, senza misura, con una confidenza infinita poichè Tu sei il Padre mio. P. De Foucauld SERA “Tenete a mente che chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia.” S.Paolo 48 Disse allora un ricco: Parlaci del DONARE. Ed egli rispose: voi non date che cose di poco conto, quando date qualcosa dei vostri beni. E’ quando date qualcosa di voi stessi che date veramente. Poiché cosa sono i vostri beni se non cose che serbate e custodite per paura di averne bisogno domani? E la paura della sete quando il vostro pozzo è pieno, non è forse insaziabile sete? Ci sono quelli che danno poco del molto che hanno – e lo danno per avere un riconoscimento, e questo loro desiderio nascosto rende insalubri i loro doni. E ci sono quelli che hanno poco e danno tutto. Questi sono coloro che credono nella vita e nella sua generosità, e il loro scrigno non è mai vuoto. Ci sono quelli che danno con gioia, e quella gioia è la loro ricompensa. E ci sono quelli che danno con pena, e quella pena è il loro battesimo. E vi sono quelli che danno e nel dare non conoscono pena, né cercano gioia, né danno con consapevolezza di virtù; essi sono come il mirto che diffonde la sua fragranza, nello spazio laggiù nella valle. E’ attraverso le mani di siffatte persone che Dio parla ed è da dietro i loro occhi che Egli sorride sulla terra. E’ bene dare quando vi viene chiesto, ma è ancor meglio capire e dare spontaneamente, quando nulla vi viene chiesto, e per chi è generoso, la ricerca di qualcuno che riceverà, è gioia più grande del dare. E c’è forse qualcosa che vorreste trattenere? Tutto quel che avete verrà dato un giorno. Perciò date ora, affinché la stagione dei doni possa essere vostra e non dei vostri eredi. Voi dite spesso: “Io darei, ma solo ai meritevoli”. Gli alberi del vostro frutteto non parlano così, e neppure le greggi del vostro pascolo. Essi danno per poter vivere, poiché trattenersi significa perire. Prima badate che voi stessi meritiate di essere dei donatori e strumenti del dare. Poiché in verità è la Vita che dà alla Vita – mentre voi che vi credete donatori, non siete che testimoni. E voi che ricevete – e siete tutti dei riceventi – non addossatevi il peso della gratitudine, piuttosto i doni siano le ali sulle quali voi e il donatore vi eleverete insieme, memori della generosità, che ha per madre la spontanea e generosa terra e Dio per padre. Kahlil Gibran, Il Profeta Semina, semina. L’importante è seminare: un po’ ...molto...tutto.. il grano della speranza. Semina il tuo sorriso, perchè tutto splenda intorno a te. Semina la tua energia, la tua speranza per combattere e vincere la battaglia quando sembra perduta. Semina il tuo coraggio per risollevare quello degli altri. Semina il tuo entusiasmo per infiammare quello del tuo prossimo. Semina i tuoi slanci generosi i tuoi desideri, la tua fiducia, la tua vita. Semina tutto ciò che c’è di bello in te, le più piccole cose, i nonnulla. Semina, semina e abbi fiducia. Ogni granellino arricchirà un piccolo angolo della terra. 49 28 AGOSTO 2009 Area Pic-Nic – Civita 492m ~4 km - MESSA Dalla prima lettera di san Paolo ai Corinzi (1Cor 13) Fratelli, se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto. Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità! Salmo responsoriale (Sal 15) Rit. Sei tu, Signore, l’unico mio bene Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. Ho detto a Dio: «Sei tu il mio Signore, senza di te non ho alcun bene». Per i santi, che sono sulla terra, uomini nobili, è tutto il mio amore. Rit. Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita. Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi, è magnifica la mia eredità. Rit. Di questo gioisce il mio cuore, esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro, perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la corruzione. Rit. Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra. Rit. 50 Dal vangelo secondo Giovanni (21,) Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla. Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6 Allora disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi la sopravveste, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso or ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore. Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti. Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi ami?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi». Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: «Seguimi». Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?». Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere. 51 L'UOMO E L A DONNA TESTA - Buon carattere Inteso come forte personalità, cioè una relazione positiva con se stessi che mira a ottenere la capacità di fare scelte, di scoprire ciò che si può e si vuole essere, di prendersi delle responsabilità, di farsi dei programmi coscienti di vita scoprendo la propria vocazione nel piano di Dio. La bocca (il sorriso): il senso della gioia e dell’ottimismo. Oltre a essere contagiosi sono fondamentali per il servizio. Ottimismo è sinonimo di fiducia nel futuro che è una caratteristica indispensabile per chi decide di impegnarsi in campo educativo dove l’orizzonte è spostato molto in avanti. Gli occhi: la lealtà e la fedeltà. Dire quello che si pensa e dirlo in maniera chiara. Fedeltà è vivere in modo coerente e costante i valori scelti e i rapporti con le persone, PARTE SUPERIORE DEL CORPO - Buona abilità manuale Intesa come relazione creativa con le cose che mira ad ottenere un’intelligenza e una progettualità pratiche; una capacità di autonomia concreta in grado di valorizzare quello che si ha perché lo si sa usare e di realizzare le cose partendo da mezzi poveri. Il cuore: la passione nel fare le cose. PARTE INFERIORE DEL CORPO - Buona salute fisica Intesa come conoscenza e rapporto positivo con il proprio corpo in quanto dono di Dio e fonte di relazione con gli altri e con l’ambiente e strumento di servizio al prossimo. La pancia: ricercare un’alimentazione sana, riposarsi correttamente e ricercare ritmi naturali di vita. Il corpo è un dono di Dio che va gestito e custodito con cura rifiutando tutto ciò che può arrecarvi danno, come, ad esempio, droghe, alcool, fumo, ecc. I genitali: vivere correttamente e serenamente la propria sessualità. Crescere insieme alle persone vicine, diverse nel corpo, nella storia, nelle aspirazioni, sapendo cogliere la reciprocità, che non è solo riconoscimento, accettazione e valorizzazione della diversità sessuale, TUTTO IL CORPO - Servizio al prossimo e annuncio e testimonianza del Vangelo Intesi come attenzione all’amore per gli altri, al bene comune e alla solidarietà, a scoprire la ricchezza della diversità nelle persone, a vivere e lavorare insieme per costruire un mondo più giusto, a rendersi utili in qualunque momento ciò sia richiesto, mettendo sa disposizione i propri talenti. Rispondendo 52 della Partenza superando superficialità e leggerezza, sapendo riprendere il cammino dopo un fallimento. Essere fedeli è assumere responsabilmente la ricchezza e la complessità del proprio progetto di vita. Il cervello: la mentalità progettuale. Capacità di analisi critica, di valutazione delle risorse, di condivisione dei ruoli e dei compiti, e volontà di completare ciò che si è iniziato…in sintesi lo scouting OSSERVARE (analizzare) – DEDURRE (valutare le risorse necessarie) – AGIRE (realizzare le cose con stile, cioè nel modo migliore possibile). Le orecchie: il rispetto dei diritti e l’assunzione di responsabilità. Essere consapevoli dei diritti e dei doveri sociali. L’ascolto e la conoscenza della realtà e delle sue contraddizioni, mostra come e dove operare, nello spirito di Cristo, per il bene comune e per il cambiamento di tutto ciò che lo ostacola. Le mani: il sapere fare le cose e la gioia nell’insegnarle agli altri. Le braccia: la disponibili al lavoro e la concretezza. I polmoni: l’esssenzialità. – Essenzialità è sapere ciò che è realmente importante nella vita, al di là del superfluo, contro ogni consumismo, pensando ad esempio che la Torre Eiffel è l’insieme di tanti pezzi di ferro che insieme valgono poco. sociale e culturale dell’ altro/a, ma anche relazione da cui non si può prescindere per giungere alla piena consapevolezza di sé. Le gambe: la vita all’aperto. Non esiste scoutismo senza natura! “Scout…out!”. “L’aria aperta è la chiave del successo: è per mezzo suo che lo scoutismo esiste”. (B.P., Libro del capo) I piedi: camminare per strada sapendo affrontare la fatica e la sofferenza. Camminare permette di conoscere, dominare e superare se stessi da il gusto dell’avventura; portare lo zaino e dormire sotto la tenda ci insegnano l’essenzialità e il senso della propria precarietà e fanno sperimentare situazioni di povertà, di solitudine e di lontananza dalle comodità. Camminare nella natura aiuta a vedere le cose e se stessi come creature di Dio. alla chiamata di essere membri vivi della Chiesa, il Vangelo deve essere conosciuto e approfondito (catechesi), annunciato (evangelizzazione), celebrato (liturgia) e vissuto (testimonianza). Il servizio al prossimo è il modo abituale di relazione con i fratelli e occasione di crescita personale; si dona con competenza solo se si è saputo accogliere i bisogni di chi ci sta intorno e se si è maturato la consapevolezza che il più grande bene non è quello personale, ma il bene di tutti. 53 54 NUMERI UTILI Ente Parco 0973.669311 Emergenza Ambientale – Corpo Forestale dello Stato 1515 Pronto Soccorso 118 Club degli Escursionisti 0981.73387 Club Alpino Italiano - Sez. Castrovillari 0981.4471 - 0981.44471 WWF - Pollino 339.7697806 Pro-Loco Civita 333.2904534 S.A.J. Autolinee 0981.500331 Parrocchia Santa Maria Assunta 0981.73193 Stazione Trebisacce 0981.500986 Stazione Crotone 0962.22178 55 56