La Strada Verso il Successo Passa il Testimone

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La Strada Verso il Successo Passa il Testimone
La Strada Verso il Successo
Passa il Testimone
Parco del Pollino – Calabria
22-29 Agosto 2009
Rout Estiva 2009
1
Ancona 92
2
PROGRAMMA ROUTE
Giorno
Tema
Catechesi
Mattino
22
Introduzione
La strada
La figura di San Paolo (generale)
Viaggio
23
I cavalli
24
Il vino
25
La donna
Cucù e
ciarlatani
26
27
Irreligiosità
28
Il roverismo
Conclusione
Martirio Santo Stefano
(irreligiosità)
La conversione sulla via di
Damasco (il vino)
Le comunità cristiane (I cavalli)
Pomeriggio
Viaggio
Arrivo posto
pernotto
Cammino
Cammino
Cammino
Cammino
Cammino
Cammino
Missioni (cucù e ciarlatani)
Cammino
Cammino
Martirio e Morte San Paolo
(la donna)
Canyon
Canyon
Attività
Staff
29
Viaggio
3
Sera
Attività Staff
Preparazion Partenze e
e partenze e firma carta di
Verifica
clan
Viaggio
22 AGOSTO 2009
Ancona 12m – Colloreto 878m
609 km
COLLORETO
Fondato nel 1545 dagli Eremitani di Sant'Agostino, il Convento di Colloreto divenne uno dei centri
religiosi più importanti dell'area del Pollino; la sua chiesa, dedicata alla Madonna, era un tempo
impreziosita da pregevoli opere d'arte.
Tra il XVII e il XVIII secolo, decadde e venne abbandonato; dell'antico complesso, restano oggi soltanto
le suggestive rovine.
Divenuto infatti covo di briganti, venne demolito con un tremendo cannoneggiamento.
L'ambiente naturale circostante è caratterizzato da belle macchie sempreverdi di leccio e da una
straordinaria ricchezza d'acque.
ACQUA:
Sorgente Tufarazzo
Note:Non bere l'acqua proveniente dal canaletto subito a monte dei ruderi del convento.
- CERIMONIA INIZIO ROUTE PASSO DOPO PASSO - Vedi Canzoniere
UN NUOVO NOMADISMO
La spiritualità della strada mette nel cuore un grande senso di attesa, scava degli spazi
sempre aperti e invitanti. Non ci si ferma mai, non ci si sente mai arrivati, istallati, definitivi: la
bellezza, la gioia di quello che si è e che si ha, la capacità di vibrare per ogni più piccolo soffio
di grazia rende felici, sereni, fiduciosi, e proprio per questo più sensibili a ciò che ancora
manca, a ciò che verrà, a ciò che saremo e vorremmo essere.
Non si è mai soddisfatti, nel senso etimologico della parola, mai completi,
mai riempiti: lo spirito rivela continuamente la sua dimensione infinita,
la sua insaziabilità, il suo vuoto che nulla al mondo riuscirà mai a riempire del tutto.
È la famosa frase di Sant’Agostino: “Ci hai fatti per te, Signore, e inquieto
è il nostro cuore finché non riposa in te”.
L’inquietudine diventa stimolo a camminare, a cercare, ad andare avanti.
Non è un’attesa passiva, ma una ad-tesa, un ad-tendere, cioè un andare, sospinti da qualcosa
che dentro urge e orienta. Si diventa “nomadi”.
La fede è nomadismo, iniziato col grande padre di tutta la fede monoteistica,
Abramo, e continuata con la storia del popolo prescelto a portare nel mondo il Messia, il Figlio
di Dio.
È il nomadismo della Chiesa, che non solo cammina su tutte le strade
del mondo ad annunciare la “bella notizia”, ma anche è in continuo sviluppo interiore, per
rispondere meglio alla sua stessa vocazione e per andare incontro al Maestro che viene. Si
diventa nomadi: persone incapaci di darsi per vinte, di accontentarsi e rassegnarsi.
Nomadi, affascinati dal di là, dal dopo, dall’ancora, per leggere e vivere il di qua, l’adesso.
Nomadi, attenti a ogni voce che risuona sotto il sole o nel buio della notte,
vicina o lontana, familiare o ignota, e capaci di riconoscere in ogni avvenimento
l’annuncio di una altro mondo, che invita a ricominciare daccapo.
Nomadi, affascinati dalla terra, che è grande e tutta per tutti: sedotti dalla perenne novità di Dio
che ogni giorno, ogni momento, rivela un riflesso nuovo della sua grandezza infinita; tesi a
conquistare e a godere quanto cresce nel giardino degli uomini.
Nomadi, cioè solitari nel senso di un’adesione coraggiosa alla propria vocazione, senza
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cedimenti alle mode, senza intruppamenti nelle maggioranze,
senza tradimenti della propria identità.
Nomadi, capaci di andare fino in fondo a quanto di verità, di giustizia e di amore è stato intuito,
capaci di trasmettere senza riduzioni il messaggio
ricevuto, capaci di fare da soli la propria strada.
Nomadi, perché la strada è già sicurezza, sostegno, ricchezza: la strada è amica ed è sempre
fedele, sempre chiara. Anche nelle notti più oscure e senza stelle, la strada rivela il suo volto, e
lo si può discernere con fatica e dolore, ma sempre riscoprendo qualcosa di familiare.
Nomadi, e quindi fuori dalle sicurezze prestabilite dalla forza o dal genio
umano, fuori dalle comodità di una casa stabile, di un amore chiuso, di una verità consumata.
Nomadi, capaci di ascoltare, di accogliere, di fare proprio ciò che si incontra, senza strettezze
e rigidità, senza voler imporre a tutti un proprio modo di vedere; nomadi, cioè instancabilmente
alla ricerca, accompagnati e sorretti da tutti, con la gioia di offrire quel poco che si è e che si
ha, e di prendere quanto viene offerto o si trova durante il cammino.
Nomadi, fratelli di tutti e non stranieri, non ospiti, non avventurieri, non vergognosi di
condividere la porzione di dolore e di gioia, di bene e di male, di grandezza e di meschinità che
è eredità di ciascuno.
Nomadi, fino a quando la strada farà l’ultima svolta e attraverso il grande portale entrerà
nell’eterno, dove finalmente la perfetta comunione con Dio non avrà più tramonto: e, intanto,
quella gioia e quell’eterno illuminano
tutta la strada e cantano nel cuore di chi sa camminare.
Nomadi dall’eterno al tempo e dal tempo all’eterno.
Nomadi perché sospinti da una insopprimibile nostalgia di Dio.
La spiritualità della strada, don Giorgio Basadonna
C’È SOLO LA STRADA - Giorgio Gaber
[parlato] Maria, ti amo.
Maria, ho bisogno di te.
Poi la stringo e la bacio, infagottato d'amore e di vestiti. E anche lei si muove, felice della sua
apparenza e del nostro amore. E la cosa continua bellissima per giorni e giorni. Una nave, con una
rotta precisa che ci porta dritti verso una casa, una casa con noi due soli. Una gran tenerezza e una
porta che si chiude.
Nelle case non c'è niente di buono
appena una porta si chiude dietro a un uomo
succede qualcosa di strano, non c'è niente da fare
è fatale, quell'uomo comincia ad ammuffire.
Basta una chiave che chiuda la porta d'ingresso
che non sei già più come prima
e ti senti depresso.
La chiave tremenda, appena si gira la chiave
siamo dentro a una stanza:
si mangia, si dorme, si beve.
Ne ho conosciute tante di famiglie, la famiglia è più economica e protegge di più. Ci si organizza bene,
una minestra per tutti, tranquillanti, aspirine per tutti, gli assorbenti, il cotone, i confetti Falqui. Soltanto
quattrocento lire per purgare tutta la famiglia. Un affare. Si caga, in famiglia. Si caga bene, lo si fa tutti
insieme.
Nelle case non c'è niente di buono
appena una porta si chiude dietro a un uomo
quell'uomo è pesante e passa di moda sul posto
incomincia a marcire, a puzzare molto presto.
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Nelle case non c'è niente di buono
c'è tutto che puzza di chiuso e di cesso:
si fa il bagno, ci si lava i denti
ma puzziamo lo stesso.
Amore ti lascio, ti lascio.
C'è solo la strada su cui puoi contare
la strada è l'unica salvezza
c'è solo la voglia e il bisogno di uscire
di esporsi nella strada e nella piazza
perché il giudizio universale
non passa per le case
le case dove noi ci nascondiamo
bisogna ritornare nella strada
nella strada per conoscere chi siamo.
C'è solo la strada su cui puoi contare
la strada è l'unica salvezza
c'è solo la voglia e il bisogno di uscire
di esporsi nella strada, nella piazza
perché il giudizio universale
non passa per le case
e gli angeli non danno appuntamenti
e anche nelle case più spaziose
non c'è spazio per verifiche e confronti.
[parlato] Laura, ti amo.
Laura, ho bisogno di te.
Con te io ritrovo la strada, le piazze, i giovani, gli studenti. Li avevo lasciati qualche anno fa con la
cravatta. Sono molto cambiati, sono molto più belli. Le idee, sì, le idee sono cambiate, e i loro discorsi e
il modo di vestire. Gli esseri meno. Gli esseri non sono molto cambiati. Vanno ancora nelle aule di
scuola a brucare un po' di medicina, fettine di chimica, pezzetti di urbanistica con inserti di ecologia, a
ore pressappoco regolari. Ed esiste ancora il bar, tra un intervallo e l'altro. E poi l'amore, per fabbricarsi
una felicità. Come noi ora. Una coppia, e ancora tante coppie.
Unica diversità, un viaggio in India su una Due cavalli. Due, come noi.
E poi ancora una porta, ancora una casa
ma siamo convinti che sia un'altra cosa
Perché abbiamo esperienze diverse
non può finir male
perché abbiamo una chiave moderna
abbiamo una Yale
perché è tutto un rapporto diverso
che è molto più avanti
ma c'è sempre una casa, con altre aspirine e calmanti
e di nuovo mi trovo a marcire
in un'altra famiglia, la nostra, la mia
abbracciarla guardando la porta
e la mia poesia.
Amore, ti lascio, vado via.
C'è solo la strada su cui puoi contare
la strada è l'unica salvezza
c'è solo la voglia, il bisogno di uscire
di esporsi nella strada, nella piazza
perché il giudizio universale
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non passa per le case
in casa non si sentono le trombe
in casa ti allontani dalla vita
dalla lotta, dal dolore, dalle bombe.
[parlato] Lidia, ti amo.
Lidia, ho bisogno di te... ma, per favore, in un hotel meublé.
Perché il giudizio universale
non passa per le case
le case dove noi ci nascondiamo
bisogna ritornare nella strada
nella strada per conoscere chi siamo.
C'è solo la strada su cui puoi contare
la strada è l'unica salvezza
c'è solo la voglia, il bisogno di uscire
di esporsi nella strada, nella piazza.
Perché il giudizio universale
non passa per le case
in casa non si sentono le trombe
in casa ti allontani dalla vita
dalla lotta, dal dolore, dalle bombe.
...Perché il giudizio universale
non passa per le case
in casa non si sentono le trombe
in casa ti allontani dalla vita
dalla lotta, dal dolore, dalle bombe
PERCHÉ GLI SCOGLI
“Guida tu stesso la tua canoa, non contare sull’aiuto degli altri. Tu parti dal ruscello della
fanciullezza per un viaggio avventuroso; di là passi nel fiume dell’adolescenza; poi sbocchi
nell’oceano della virilità per arrivare al porto che vuoi raggiungere.
Incontrerai sulla tua rotta difficoltà e pericoli, banchi e tempeste. Ma senza avventura, la
vita sarebbe terribilmente monotona. Se saprei navigare con cura, navigando con lealtà e
gioiosa persistenza, non c’è ragione perché il tuo viaggio non debba essere un completo
successo; poco importa quanto piccolo fosse il ruscello dal quale un giorno partisti.” (pag. 26)
“Nella tua vita incontrerai parecchi scogli ma, a tua consolazione, posso dirti che io stesso mi
sono trovato di fronte a parecchi scogli minacciosi, e che dopo averli aggirati, ho sempre
scoperto in ciascuno di essi qualche lato buono. Più e più volte ho avuto avanti qualche cosa
di brutto in prospettiva, ma dopo esserci entrato in mezzo i risultati furono molto migliori di
quanto mi fossi aspettato. “(Pag. 28)
“Tra questi scogli e queste tempeste vi sono quelli che possono essere indicati con i
termini del vecchi brindisi: “Cavalli, vino e donne” con l’aggiunta di due altri: cucù e ipocriti.
Durante la tua vita certamente ne incontrerai molti. Nei capitoli seguenti mi propongo di
dimostrarti che questi scogli hanno lati buoni e cattivi, e come per mezzo del Roverismo non
solo tu possa evitarli, ma anche trarne vantaggio e aprirti la strada verso il successo.
Questa considerazione mi ha indotto a delineare qualcuna delle difficoltà che ho a mia
volta incontrato e a dire quale è, secondo me, il metodo migliore per affrontarle. Non dico “ il
modo in cui mi sono comportato”, perché talvolta presi la via sbagliata ma poi vidi attraverso i
miei stessi errori cosa avrei dovuto fare. Questo libro non è scritto dunque per quelli che hanno
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esperienza. Ad essi sconsiglio di leggerlo. E’ per voi, giovani, che scrivo, voi che avete il buon
senso di guardare innanzi, ansionsi di vedere in che direzione andare e che cosa dovete fare
nella vita.” (Pag. 16)
La strada verso il successo, Baden Powell
INSEGNAMI LA ROUTE
Signore, insegnami la route:
l'attenzione alle piccole cose;
al passo di chi cammina con me
per non fare più lungo il mio;
alla parola ascoltata
perché non sia dono che cade nel vuoto;
agli occhi di chi mi sta vicino
per indovinare la gioia e dividerla,
per indovinare la tristezza e avvicinarmi in
punta di piedi,
per cercare insieme la nuova gioia.
Signore, insegnami la route:
la strada su cui si cammina insieme;
insieme nella semplicità di essere quello che
si è;
insieme nella gioia di aver ricevuto tutto da
Te;
insieme nel tuo amore.
Signore, insegnami la route,
Tu che sei la strada e la gioia.
La spiritualità della strada, don Giorgio Basadonna
STRADE DELLE MIE ROUTES
Strade delle mie routes
Lungo paesi e vallate
Tagliate nelle montagne
Nascoste nel folto del bosco
Strade deserte assolate o piovose
Paesaggi stupendi nebbiosi fantasmi
Incantevoli notti e albe e tramonti
Avete donato
Incontri fraterni e cordiali
Volti carichi di dolore e di gioia
Cuori feriti
In cui versare speranza
Strade delle mie routes
Nel tempo propizio e fecondo
Di primavera e d’estate
Strappandomi al comodo riparo
Di abitudini ordinate
Di garantite sicurezze
Mi avete offerto
L’avventura e il senso del nuovo
L’ansia di nascere ogni giorno
La ricerca mai sazia
Di verità di giustizia e di amore
Strade delle mie routes
nel tempo di Pasqua
ricercando il Cristo risorto
nel timido riapparire di cieli azzurri avete
rinnovato
l’esperienza di Emmaus
dopo il doloroso passaggio
sul Calvario
inondando di gioia pasquale
il flusso di delusione e di piena dell’amara
sorgente del male eternamente in agguato.
Strade delle mie routes
Seminate di silenzio e solitudine
Spazi aperti e sconfinati
Fino alla vertigine
Amiche coraggiose e leali
Compagne fedeli ed esigenti
Mi avete raccontato
La mia vera storia
Rivelando il mio volto
Spesso nascosto e falsato
Dolorosa contraffazione
Della somiglianza con Dio.
Strade delle mie routes
Itinerari grondanti mistero
Trepide paure senza nome
Di sgomenti improvvisi
Sentieri tracciati dalla voce di Dio
Che chiama a seguirlo
Come Abramo nell’ignoto
Avete riecheggiato ogni volta
Nuove chiamate divine
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Nuovi inviti, nuovi progetti
Le grandi cose del suo amore
E del mio destino umano.
Strade delle mie routes
Labirinto di linee
Sulle carte geografiche
Disegno affascinante
Indecifrabile e luminoso
Strade che giungete
Fino alla terra promessa
E di là nel mistero
Quando passerò il Giordano
E il bivacco eterno avrà inizio
Nel grande e gioioso riposo.
Strade della mia fede
Mai raggiunta e mai piena
Della mia speranza
Sempre distrutta e rinata
Del mio amore mai sazio
Anelito e tormento
Di un più e di un sempre
Ancora lontano.
Strade delle mie routes
Maestre instancabili
Nostalgie inguaribili
Del passato dietro le spalle
Del futuro
Al di là dell’orizzonte.
Troviamo il nostro scoglio da portare
Ricerchiamo gli scogli che porteremo con noi fino a fine route.
E LA STRADA SI APRE Vedi Canzoniere
CERIMONI DI CONSEGNA DELLE FOTO
Comunità , storia personale, punto della strada
PREGHIERA A SAN PAOLO DELLA BRANCA R/S
A noi Scolte e Rover piace avere te, San Paolo
come nostro patrono perché tu sei stato
il primo “rover” di Cristo.
Camminando per tutte le strade del mondo allora conosciuto,
hai amato, annunciato, testimoniato colui che ha detto di sé: “Io sono la strada”.
Anche noi abbiamo promesso di seguire Gesù
e di farlo conoscere al nostro mondo di oggi, ai nostri amici e compagni:
per questo troviamo in te un esempio che ci incoraggia e ci sostiene.
Fa’ crescere in me il gusto dell’avventura
e sostieni la mia volontà nel seguire con slancio e con amore Cristo Gesù,
unico mio maestro e guida nel mio cammino quotidiano
che mi conduce sempre a terre luminose, a esperienze di fede e di amore.
Aiutami a conquistare un carattere umile e forte, paziente e costante nelle difficoltà,
attento e generoso nel fare della mia vita, come la tua, un servizio a Dio e ai fratelli.
Così saprò più facilmente riconoscere nel volto dell’uomo, che cammina sulla stessa mia
strada,
il volto del Signore che cammina con me,
e ne saprò condividere le speranze e le gioie. Amen.
MADONNA DEGLI SCOUTS Vedi Canzoniere
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- INTRODUZIONE A SAN PAOLO SAN PAOLO – STORIA DI UNA CONVERSIONE
San Paolo (Tarso, Cilicia inizi primo secolo - Roma 67?), è una personalità tra le più importanti
del cristianesimo primitivo, massimo sostenitore dell’ universalità della dottrina di Gesù per cui
assunse anche il nome di “apostolo delle genti” o dei “gentili”, di quanti cioè non appartengono
al popolo e alla religione ebraica.
Di nome Saul, nacque da famiglia israelita che godeva di cittadinanza romana e fu educato
secondo i rigidi principi dei farisei; ascoltò a Gerusalemme le lezioni del celebre rabbino
Gamaliele il Vecchio e svolse una certa attività contro i primi cristiani, colpevoli, a suo giudizio,
di negare il valore della legge mosaica.
Divenuto cristiano in seguito a una visione che egli raccontò di aver avuto sulla via di
Damasco, si diede a predicare la nuova dottrina non solo nelle sinagoghe ma tra gli stessi
ambienti di civiltà ellenistico-romana, in quel mondo ricco di tradizioni filosofiche e letterarie al
quale gli ebrei non ritenevano destinate le promesse e l’eredità di Israele. Ma Paolo,
consapevole della sua speciale missione e dei frutti che da essa sarebbero scaturiti,
procedette nella sua opera alla luce della predicazione evangelica e in opposizione
all’insegnamento della Sinagoga.
Secondo la sua dottrina, perché l’uomo possa raggiungere la salvezza non è sufficiente
seguire, anche scrupolosamente, le prescrizioni della Legge. Gesù ha rivelato la sola e vera
via che conduce a Dio e la sua è legge d’amore, fonte di ricchezza spirituale, attraverso la
quale si realizza veramente il patto dell’Antica Alleanza, e che completa e supera le
prescrizioni mosaiche le quali non liberavano dal peccato, anche se svelavano l’esistenza, e
dalla morte eterna.
Per la salvezza non sono necessarie le “opere della legge”, ma la fede nel Cristo il quale ha
voluto, tramite la sua morte in croce, espiare i peccati degli uomini rigenerando l’umanità tutta.
Egli è il “nuovo Adamo” attraverso il quale l’uomo è stato riscattato dal male e per mezzo del
quale risorgerà a vita eterna.
Per sviluppare l’ampio programma di propagazione nel mondo della nuova fede, Paolo dovette
superare non lievi difficoltà e ostacoli, ma nel Concilio tenuto a Gerusalemme (intorno al 50)
con gli apostoli e con la comunità di Gerusalemme egli riuscì a far accogliere le sue idee e a
far escludere dalla circoncisione e dall’obbligo di altri precetti, - come al contrario
pretendevano i suoi più rigidi confratelli - i pagani (non giudei) che avrebbero abbracciato il
cristianesimo.
L’attività dell’apostolo fu intensissima. Tra il 45 e il 49 compì il suo primo viaggio percorrendo
la Pisidia, la Licaonia, la Panfilia e visitando Cipro e Gerusalemme. Negli anni seguenti (51-52)
fu nell’Anatolia, in Macedonia e in Grecia. Visitò poi (53-58) la Galazia, Filippi, Tessalonica,
Atene, Corinto, Efeso. Arrestato a Gerusalemme intorno al 58 fu condotto a Roma per essere
giudicato ma si ignora l’anno preciso della sua morte.
Questa viene riportata al 67 da quanti ritengono che Paolo, prosciolto a Roma, abbia compiuto
un quarto viaggio in Spagna prima di venire nuovamente arrestato e martirizzato; altri la
riferiscono al tempo della persecuzione neroniana o a qualche anno prima.
A san Paolo appartengono 14 epistole comprese nel canone neotestamentario, cioè le lettere
ai Tessalonicesi (2), ai Corinzi (2), ai Galati, ai Romani, agli Efesini, ai Colossesi, ai Filippesi, a
Filemone, a Tito, a Timoteo (2) e agli Ebrei: ma non tutti concordano sull’attribuzione
all’apostolo di quest’ultima epistola.
cfr. Enciclopedia “Universo”, De Agostini
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SAN PAOLO – PRIMO ROVER DI CRISTO
Ha incontrato Gesù sulla strada che da Gerusalemme porta a Damasco:
- strada fisica;
- strada simbolo della conversione, della vita, dell’atteggiamento della ricerca, dell’andare
verso una meta.
Ha messo insieme la dimensione del pensiero con quella dell’azione:
Pensiero: Paolo aveva frequentato la scuola di teologia rabbinica di Gerusalemme sotto la
guida sapiente di Gamaliele. Dopo la sua conversione, passa un lungo periodo di ritiro nel
deserto; scrive molte lettere alle comunità cristiane. Insomma: la testa ce l’aveva e la usava
bene.
Azione: Paolo non è solo un tipo di pensiero, è un tipo che ama l’azione. Si guadagna da
vivere fabbricando tende, non si fa mantenere da nessuno. Quando, prima della conversione,
si tratta di reprimere il fenomeno della defezione dei giudei che diventano cristiani, lo fa con
convinzione e coraggio: “Voi avete certamente sentito parlare della mia condotta di un tempo
nel giudaismo, come io perseguitassi fieramente la Chiesa di Dio e la devastassi, superando
nel giudaismo la maggior parte dei miei coetanei e connazionali, accanito com'ero nel
sostenere le tradizioni dei padri” (Galati 1, 13-14).
La stessa convinzione la metterà nel seguire Gesù, e nel portare il Vangelo dappertutto,
senza temere la persecuzione.
Mette insieme mistica e missione:
Mistica: esperienza personale di Gesù, crocifisso e risorto (“Per me vivere è Cristo”:Gal 2,20)
Missione: slancio missionario: “Guai a me se non predicassi il Vangelo!” (1 Cor 9,16).
Un tipo libero nei confronti dell’autorità:
Non ha problemi ad arrabbiarsi con il capo dei cristiani, Pietro, smascherando la sua ipocrisia:
“Ma quando Cefa venne ad Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto perché evidentemente
aveva torto. Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli prendeva cibo
insieme ai pagani; ma dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a tenersi in disparte, per timore
dei circoncisi. E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, al punto che anche
Barnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia. Ora quando vidi che non si comportavano
rettamente secondo la verità del vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: «Se tu, che sei
Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a
vivere alla maniera dei Giudei?”. (Gal 2,11-14).
Un tipo dalla parola schietta:
come quando, rasentando la volgarità, difende la dottrina della salvezza a partire dalla fede e
non dall’appartenenza ad una cultura o a una tradizione religiosa: “ma tagliatevelo tutto!”.
Un tipo che sa andare oltre, perché si lascia guidare dalla libertà dello Spirito Santo:
San Paolo ha portato il Vangelo oltre le sacrestie della religione ebraica, nell’ambiente grecoromano. Il Vangelo di Gesù è per tutti e soprattutto è gratis: “Il Vangelo della grazia”, ossia
dell’amore gratuito di Cristo. Siamo salvi per pura grazia.
Partecipa al primo Concilio della storia cristiana (Gerusalemme, 50 d.C.):
Di ritorno dal primo viaggio apostolico, si reca a Gerusalemme per discutere attorno ad una
questione infuocata: i pagani convertiti al Cristianesimo, debbono anche osservare le severe e
complicate regole della Legge di Mosè? Molti giudei-cristiani intransigenti sono di questo
parere. Il Concilio darà una risposta chiara: no! Ai pagani convertiti non si deve imporre la
Legge di Mosè!
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Infaticabile rover, camminatore, per portare il Vangelo:
Oltre al viaggio avventuroso che l’ha condotto Roma, Paolo ha organizzato e affrontato tre
grandi viaggi missionari, annunciando il vangelo sia in ambiente ebraico (sinagoga), sia in
ambiente pagano (agorà). In numerose città dell’impero fonda comunità cristiane. In seguito
tiene i contatti e le visita personalmente rafforzando la fede dei cristiani e dirimendo le beghe
che cominciano a nascere.
Debole come tutti:
Paolo è consapevole della ricchezza del Vangelo, ma è anche convinto che il Vangelo è come
un tesoro in un vaso di creta, cioè annunciato da uomini deboli e fragili come tutti. Tentato
dallo scoraggiamento, Gesù lo conferma e gli dice: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza
infatti si manifesta pienamente nella debolezza» (2Corinzi 12,9).
Doveva avere un fisico e un carattere eccezionali:
“Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i trentanove colpi; tre volte sono stato battuto con le
verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una
notte in balìa delle onde.
innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai
pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli;
fatica e travaglio, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità. E oltre a
tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese.
Chi è debole, che anch'io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema? Se è
necessario vantarsi, mi vanterò di quanto si riferisce alla mia debolezza. Dio e Padre del
Signore Gesù, lui che è benedetto nei secoli, sa che non mentisco” (2 Corinzi 11, 24 ss).
Leggi anche il racconto del viaggio verso Roma: Atti capp. 27-28.
Perché Gesù lo ha scelto?
Non è facile rispondere. Forse perché aveva già trovato in lui, quando ancora non era
cristiano, un uomo retto, vivo, appassionato della vita, anche se ancora non aveva incontrato il
Signore. Ecco, forse l’ha scelto per questo, perché era un uomo intelligente e con una gran
voglia di fare, di agire.
Perché gli scout hanno scelto san Paolo come patrono della Branca Rover
Strada – Comunità – Servizio
San Paolo e gli scout:
Per il resto, attingete forza nel Signore e nel vigore della sua potenza. Rivestitevi dell'armatura
di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro
creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di
questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti. Prendete
perciò l'armatura di Dio, perché possiate resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo
aver superato tutte le prove.
State dunque ben fermi, cinti i fianchi con la verità, rivestiti con la corazza della giustizia, e
avendo come calzatura ai piedi lo zelo per propagare il vangelo della pace. Tenete sempre in
mano lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutti i dardi infuocati del maligno;
prendete anche l'elmo della salvezza e la spada dello Spirito, cioè la parola di Dio (Efesini 6,10
e ss)
PREGHIERA A SAN PAOLO Vedi Attività 22 Agosto
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23 AGOSTO 2009
Colloreto 878m – Colle Gaudiolino 1691m
ACQUA:
4 km
Sorgente Tufarazzo, a inizio percorso
Sorgente della Serra, nella prima parte del percorso
Sorgente Gaudolino, a fine percorso
- I CAVALLI MATTINA
PRO
Un po’ di belle notizie dal mondo dello sport
Bambina di 11 anni attraversa a nuoto lo Stretto di Messina in 40 minuti
Ilenia Andaloro, originaria di Milazzo, nel messinese è riuscita ad attraversare a nuoto il lembo
di mare in soli 40 minuti e 33 secondi. E' il secondo miglior tempo di sempre per quel che
riguarda le donne.
Siglato il Protocollo d'Intesa tra il Comitato Italiano Paralimpico e il Ministero dell'Istruzione,
dell'Università e della Ricerca. Il Presidente del Cip, Luca Pancalli: ''Si apre una nuova
stagione di collaborazione con il MIUR al fine di favorire il pieno coinvolgimento degli alunni
disabili nella scuola''.
Parte la XII edizione dei Mondiali Antirazzisti
Lo sport come strumento per opporsi al razzismo, al sessismo ed all'omofobia
3 luglio 2009.
Manca davvero poco all'8 luglio e Casalecchio di Reno per 4 giorni (8 -12 luglio) diventerà
ancora una volta terreno di gioco e d’incontro.
Sì perchè l'8 luglio i Mondiali Antirazzisti, la manifestazioni ideata nel 1997 da Progetto Ultrà,
in collaborazione con Istoreco e sostenuta dalla UISP (Unione italiana sport per tutti) e dalla
rete FARE (Football Against Racism in Europe) si prepara ad aprire i battenti e spegnere
anche la sua 12° candelina. Anche quest’anno, quindi, si giocherà. Si parlerà. Si socializzerà.
Si starà, ancora una volta, insieme in tanti svariati modi. Il tutto in nome delle pari opportunità,
dell’integrazione, per sfatare il mito che l'inclusione di "culture" diverse e il contagio fra realtà
considerate normalmente opposte e incompatibili non sia possibile.
Tifoserie sportive e gruppi ultras provenienti da tutte le parti d’Europa che incontreranno
comunità di migranti residenti in Italia ma anche in altre nazioni per dire ''no'' alle più svariate
forme di discriminazione prime fra tutte razzismo, sessismo ed omofobia. A portare il
13
messaggio saranno gli oltre seimila giovani provenienti da tutto il mondo che in data 8 luglio si
sono dati appuntamento nella cornice suggestiva di Casalecchio di Reno (Bo).
LO SPORT È UNA STRADA
“Ho goduto del vero sport e mi diverte ancora come diverte tutti gli altri; anzi credo di amarlo
più di molti altri.
E più di qualsiasi altro sport mi piace vedere la gente che si diverte, e in più sono a divertirsi e
più mi sento felice.
Ma sono tanti a prendere una via sbagliata, credendo di fare dello sport mentre in realtà
vengono adescati all’insegna dello sport da profittatori intenti solo ad intascare denaro”
Baden Powell
«Sono pronta a sfidare i limiti. La storia li pone, gli uomini devono superarsi per generare altri
ostacoli che puntualmente verranno abbattuti. E' lo sport, come la vita.»
Valentina Vezzali
«Ogni sogno è possibile se ci credi fino in fondo.
Soddisfa di più una sconfitta pulita dove hai dato tutto, piuttosto che una vittoria ottenuta
barando.»
Jury Chechi
«E' importante lavorare assaporando il gusto di ciò che fai. Il sacrificio passa inosservato se fai
le cose con slancio ed entusiasmo.»
Alex Zanardi
«La danza è una carriera misteriosa, che rappresenta un mondo imprevedibile ed imprendibile.
Le qualità necessarie sono tante. Non basta soltanto il talento, è necessario affiancare alla
grande vocazione, la tenacia, la determinazione, la disciplina, la costanza.»
Carla Fracci
«La pittura è una professione da cieco: uno non dipinge ciò che vede, ma ciò che sente, ciò
che dice a se stesso riguardo a ciò che ha visto.»
Pablo Picasso
«Qualsiasi cosa tu faccia sarà insignificante, ma è molto importante che tu la faccia.»
Gandhi
«Dobbiamo fare il miglior uso possibile del tempo libero.»
Gandhi
Solo grazie ad un programma di esercizio intenso gli atleti sono in grado di sviluppare il loro
pieno potenziale. Solo grazie alle avversità noi possiamo sviluppare la nostra forza interiore.
Anonimo, ma ci piaceva
In verità io non ho mai lavorato.
Ho fatto le cose che mi piacevano e guarda caso mi pagavano anche !
Ma non ho mai sentito il lavoro come un peso, nel senso dell’alienazione: tu vendi il tuo tempo,
le tue giornate, per quello stipendio che ti danno è una sorta di ricompensa perché ti hanno
rubato qualcosa. Non l’ho mai sentito cosi.
Per me fare il giornalista era anche un pretesto per fare altre cose, per divertirmi.
Tiziano Terzani (giornalista)
14
Ognuno può essere grande perché ognuno può servire
Sii sempre il meglio di ciò che sei
Martin Luther King
CONTRO
MORTI ALLO STADIO
28 Aprile 1963 Giuseppe Plaitano
8 Febbraio 1984 Stefano Furlan
10 Gennaio 1993 Celestino Colombi
1 Febbraio 1998 Fabio Di Maio
8 febbraio 1999 Maurizio Alberti
20 Settembre 2003 Sergio Ercolano.
Gabriele Sandri
Filippo Raciti
I PRIMI CASI DI DOPING PIÙ ECLATANTI
Nel XX secolo gli interessi economici legati allo sport diventavano sempre più ingenti: lo sport
risultò un vero affare per chi lo gestiva e per chi lo praticava con successo.
Così nacque il fenomeno "doping" .
All'inizio del secolo l'utilizzo di sostanze dopanti era ammesso dalla comunità sportiva
internazionale.
Il caso accertato di morte per doping risale al 1986, con la morte per overdose di droga del
ciclista Arthur Lington .
Le Olimpiadi di Helsinki del 1952 portarono tristemente all'attenzione pubblica gli effetti degli
eccessi dell'anfetamina su molti atleti.
Solo, però, nel 1956, alle Olimpiadi di Melbourne, si cominciò a parlare di corruzione sportiva e
di pericolosità per la salute delle sostanze utilizzate per le prestazioni.
Ai Giochi Olimpici di Roma morirono due atleti: durante la prova a squadre il ciclista danese
Knut Jensen venne stroncato da un collasso per eccesso di anfetamine.
Poco dopo, l'ostacolista Dick Howard venne trovato morto per overdose di eroina.
Sulla scia emotiva di queste due morti, nel 1960 venne mosso il primo passo significativo nella
lotta contro il doping.
Furono introdotti i primi test antidoping e il Consiglio Europeo, comprendente 20 nazioni, stilò
un documento di condanna dell'uso di sostanze dopanti nello sport.
Nel 1963 il governo francese promulgò la prima legge che dichiarava illegale la pratica del
doping su tutto il territorio nazionale.
Due anni dopo lo seguì il governo belga: si dovette però arrivare alla tragica scomparsa del
ciclista britannico Tommy Simpson durante il Tour de France del 1967, causato dal caldo e
dall'assunzione di simpcamina, per muovere passi più convincenti nella lotta al doping.
Nel 1968, alle Olimpiadi di Città del Messico, il CID (Comitato Olimpico Internazionale) rese
ufficiale la prima lista di sostanze proibite e nel 1971 pubblicò una lista di sostanze non
utilizzabili dagli atleti.
Negli anni '80 lo sviluppo delle tecniche di laboratorio contribuì ad incrementare i tipi e la
frequenza dei test antidoping, ma questi provvedimenti non furono sufficienti a sbloccare il
fenomeno.
Infatti, nel 1988, ci fu un episodio di grande clamore, cioè quello delle Olimpiadi di Seul, in cui
la squadra del velocista canadese Ben Johnson fu accusata di aver fatto uso di steroidi
anabolizzanti.
Ci furono, poi, altri casi clamorosi, per esempio: l'affaire Festina al Tour de France del 1998, la
15
squalifica di Pantani al Giro d'Italia nel 1999, la denuncia di Zeman nel mondo del calcio e la
squalifica dell'atleta russa Lazutina, medaglia d'oro nello sci di fondo alle Olimpiadi invernali di
Salt Lake City nel 2002
Leggendo i giornali di oggi..
Nuoto, doping: attesa convalida gip su caso medico australiano
Il gip del tribunale di Roma sarà chiamato nei prossimi giorni a convalidare il sequestro dei
farmaci vietati dalle normative antidoping trovati ieri in possesso del medico della nazionale
australiana di nuoto Michael Makdissi, denunciato per detenzione di sostanze psicotrope e
dopanti[…].
Doping, perquisizioni Nas a casa di ciclista Di Luca, suo medico
I Nas di Roma e Firenze stanno effettuando una perquisizione nelle abitazioni di Danilo Di
Luca e del suo medico nel Pescarese, dopo che il ciclista è stato sospeso per essere risultato
positivo a un test antidoping[…].
..e quelli di ieri..
L'omicidio di Andres Escobar: nel 1994, nella Coppia Mondiale FIFA, il giocatore di calcio
colombiano Andres Escobar per errore segnò un autogol contro la sua squadra con una
perdita di 2-1 negli Stati Uniti. Dieci giorni dopo, Escobar fu ucciso con un colpo di pistola alla
testa fuori da un bar. Se pur non confermato è largamente diffusa la credenza che fu ucciso
dall'organizzazione di droga colombiana come punizione per esser costato loro le scommesse
puntate.
A proposito di scommesse..
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Bello lo sport, ma si fa solo per passione??
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Zlatan Ibrahimovic
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750.000 €
Ricardo Kaka
AC Milan
750.000 €
Lionel Messi
Barcellona
700.000 €
John Terry
Chelsea FC
631.182 €
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631.182 €
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Barcellona
625.000 €
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Barcellona
625.000 €
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Manchester United
563.555 €
Ronaldinho Gaucho
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541.667 €
Andrei Shevchenko
AC Milan
541.667 €
Michael Ballack
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541.013 €
Steven Gerrard
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541.013 €
Rio Ferdinand
Manchester United
541.013 €
La classifica di France Football
1. David Beckham
Milan
2. Lionel Messi
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3. Ronaldinho
Milan
4. Cristiano Ronaldo
Manchester United
5. Thierry Henry
Barcellona
6. Kaka
Milan
7. Zlatan Ibrahimovic
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8. Wayne Rooney
Manchester United
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10. John Terry
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9.000.000 €
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8.400.000 €
7.574.179 €
7.574.179 €
7.500.000 €
7.500.000 €
6.762.660 €
6.500.000 €
6.500.000 €
6.492.154 €
6.492.154 €
6.492.154 €
32,4 milioni di euro
28,6
19,6 millions
18,3
17
15,1
14
13,5
13
11,7
(qui sono inclusi i guadagni che provengono dagli sponsor)
Con quei soldi ci si potrebbe fare tutt’altro...
Swaziland ( Africa)
GDP
$5,100 (2008 est.)
country comparison to the world:
138
$4,900 (2007 est.)
$4,700 (2006 est.)
note: data are in 2008 US dollars
Nepal (Asia)
GDP
$1,100 (2008 est.)
country comparison to the world:
209
$1,100 (2007 est.)
$1,000 (2006 est.)
note: data are in 2008 US dollars
GDP: Prodotto interno lordo pro capite a parità di potere d’acquisto
POMERIGGIO
DOMANDE
Qual è la cosa che sai fare bene e che ti dà soddisfazione?
Pensi che potrebbe renderti felice?
Se sì, ti stai impegnando in questa direzione? Come?
17
Paraguay (America del sud)
GDP
$4,200 (2008 est.)
country comparison to the world:
151
$4,100 (2007 est.)
$3,900 (2006 est.)
note: data are in 2008 US dollars
Oppure salti di “palo in frasca” alla ricerca di qualcosa che ti piaccia, senza trovare quello che
ti soddisfa completamente?
Tra queste attività, qual è quella che ti riesce meglio e che ti fa sentire bene quando la fai?
•
•
Cantare
Recitare
•
•
Suonare
Ballare
•
•
Cucinare
Dipingere
•
•
Costruire/Inventare/Creare
Fare sport
SERA
“A volte qualcuno , dedicandosi ai suoi hobbies, ne trova uno che, pur non avendo nessun
rapporto con la sua attuale professione, si è dimostrato particolarmente rispondente alle sue
capacità naturali, scoprendogli così nuovi orizzonti ed una vera carriera adatta a lui da
intraprendere. Se prima era un piolo rotondo in un buco quadrato, ora ha trovato il foro rotondo
per il quale è fatto[…].
Chi grazie al suo hobbie scopre la sua vocazione può spesso ricavarne un buon guadagno.
[…]E il denaro guadagnato con il nostro sforzo ha sapore molto più gradevole di quello spillato
ad altri.”
“L’essenziale è trovare il genere di attività che più si adatta ad ognuno di noi, e se, all’inizio si
sceglie un lavoro diverso da per guadagnare qualcosa, si deve sempre tener d’occhio la nostra
aspirazione e seguirla non appena si presenta l’occasione.”
Baden Powell
18
- IL MARTIRIO DI SANTO STEFANO MATTINA
Santo Stefano è stato il primo dei sette diaconi scelti dagli apostoli perché li aiutassero nel
ministero della fede. Era ebreo di nascita. Venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla
Chiesa ortodossa, è il protomartire cristiano, cioè il primo ad aver dato la vita per testimoniare
la propria fede inù Cristo e per la diffusione del Vangelo. Il racconto del suo martirio ci viene
dagli Atti degli Apostoli dove appare evidente sia la sua chiamata al servizio dei discepoli che il
suo martirio, avvenuto per lapidazione, alla presenza di Paolo di Tarso (Saulo) prima della
conversione.
“Essi, udendo queste cose, fremevano di rabbia in cuor loro e digrignavano i denti contro di lui.
Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che
stava alla sua destra, e disse: «Ecco, io vedo i cieli aperti, e il Figlio dell'uomo in piedi alla
destra di Dio». Ma essi, gettando grida altissime, si turarono gli orecchi e si avventarono tutti
insieme sopra di lui; e, cacciatolo fuori dalla città, lo lapidarono. I testimoni deposero i loro
mantelli ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E lapidarono Stefano che invocava Gesù e
diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito».Poi, messosi in ginocchio, gridò ad alta voce:
«Signore, non imputar loro questo peccato». E detto questo si addormentò. E Saulo approvava
la sua uccisione.
Vi fu in quel tempo una grande persecuzione contro la chiesa che era in Gerusalemme. Tutti
furono dispersi per le regioni della Giudea e della Samaria, salvo gli apostoli. Uomini pii
seppellirono Stefano e fecero gran cordoglio per lui. Saulo intanto devastava la chiesa,
entrando di casa in casa; e, trascinando via uomini e donne, li metteva in prigione.”
Benedetto XVI – Angelus - Piazza San Pietro - Mercoledì, 26 dicembre 2007
Cari fratelli e sorelle!
All’indomani del Natale, la liturgia ci fa celebrare la "nascita al cielo" del primo martire, santo
Stefano. "Pieno di fede e di Spirito Santo" (At 6,5), egli fu scelto come diacono nella Comunità
di Gerusalemme, insieme con altri sei discepoli di cultura greca. Con la forza che gli veniva da
Dio, Stefano compiva numerosi miracoli ed annunciava nelle sinagoghe il Vangelo con
"sapienza ispirata". Fu lapidato alle porte della città e morì, come Gesù, invocando il perdono
per i suoi uccisori (At 7,59-60). Il legame profondo che unisce Cristo al suo primo martire
Stefano è la Carità divina: lo stesso Amore che spinse il Figlio di Dio a spogliare se stesso e a
farsi obbediente fino alla morte di croce (cfr Fil 2,6-8), ha poi spinto gli Apostoli e i martiri a
dare la vita per il Vangelo.
Bisogna sempre rimarcare questa caratteristica distintiva del martirio cristiano: esso è
esclusivamente un atto d’amore, verso Dio e verso gli uomini, compresi i persecutori. Perciò
noi oggi, nella santa Messa, preghiamo il Signore che ci insegni "ad amare anche i nostri
nemici sull’esempio di [Stefano] che morendo pregò per i suoi persecutori" (Orazione
"colletta"). Quanti figli e figlie della Chiesa nel corso dei secoli hanno seguito questo esempio!
Dalla prima persecuzione a Gerusalemme a quelle degli imperatori romani, fino alle schiere dei
martiri dei nostri tempi. Non di rado, infatti, anche oggi giungono notizie da varie parti del
mondo di missionari, sacerdoti, vescovi, religiosi, religiose e fedeli laici perseguitati,
imprigionati, torturati, privati della libertà o impediti nell’esercitarla perché discepoli di Cristo e
apostoli del Vangelo; a volte si soffre e si muore anche per la comunione con la Chiesa
universale e la fedeltà al Papa. Nella Lettera Enciclica Spe salvi (cfr n. 37), ricordando
l’esperienza del martire vietnamita Paolo Le-Bao-Thin (morto nel 1857), faccio notare che la
sofferenza è trasformata in gioia mediante la forza della speranza che proviene dalla fede. Il
19
martire cristiano, come Cristo e mediante l’unione con Lui, "accetta nel suo intimo la croce, la
morte e la trasforma in un’azione d’amore. Quello che dall’esterno è violenza brutale,
dall’interno diventa un atto d’amore che si dona totalmente. La violenza così si trasforma in
amore e quindi la morte in vita" (Omelia a Marienfeld – Colonia, stiano attualizza la vittoria
dell’amore sull’odio e sulla morte.
Preghiera
Ti prego,
aspettami sui prati,
aspettami dietro alle siepi,
aspettami nei fienili vuoti
dove non c’è nessuno
che possa ridere di noi.
Aspettami nelle strade più remote,
sull’ultimo ciglio del giorno,
nel concavo buio della notte…
Aspettami all’incrocio della via.
Là ti darò un passaggio
E correremo sull’asfalto
come su un fiume di metallo.
E poi ci fermeremo,
in una locanda di campagna..
E ci riposeremo all’ombra di un gelso;
e le cicale canteranno:
grida assonnate e polverose,
schegge di sole infrante.
Ti prego aspettami…
che io possa trovarti nel deserto,
ch’io possa trovarti tra la gente;
e la sera, quando, accendo la lanterna.
Aspettami
E ti ritroverò…
A. Zarri
SERA
Dalla lettera di San Paolo ai Romani (capitolo 12)
[1]Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio
vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. [2]Non conformatevi alla
mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere
la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.
Umiltà e carità nella comunità
[3]Per la grazia che mi è stata concessa, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto
è conveniente valutarsi, ma valutatevi in maniera da avere di voi una giusta valutazione,
ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. [4]Poiché, come in un solo corpo
abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, [5]così
anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua parte siamo
membra gli uni degli altri. [6]Abbiamo pertanto doni diversi secondo la grazia data a ciascuno
di noi. Chi ha il dono della profezia la eserciti secondo la misura della fede; [7]chi ha un
ministero attenda al ministero; chi l'insegnamento, all'insegnamento; [8]chi l'esortazione,
all'esortazione. Chi dà, lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi fa
opere di misericordia, le compia con gioia.
[9]La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; [10]amatevi gli
uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. [11]Non siate pigri nello
zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore. [12]Siate lieti nella speranza, forti
nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, [13]solleciti per le necessità dei fratelli,
premurosi nell'ospitalità.
Carità verso tutti, anche verso i nemici
20
[14]Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. [15]Rallegratevi con quelli
che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto. [16]Abbiate i medesimi
sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili.
Non fatevi un'idea troppo alta di voi stessi.
[17]Non rendete a nessuno male per male. Cercate di compiere il bene davanti a tutti gli
uomini. [18]Se possibile, per quanto questo dipende da voi, vivete in pace con tutti. [19]Non
fatevi giustizia da voi stessi, carissimi, ma lasciate fare all'ira divina. Sta scritto infatti: A me la
vendetta, sono io che ricambierò, dice il Signore. [20]Al contrario, se il tuo nemico ha fame,
dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere: facendo questo, infatti, ammasserai carboni
ardenti sopra il suo capo. [21]Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male.
Facciamo ora 10 minuti di silenzio dopo di che chi vuole può ripetere un versetto o una parola
del testo.
Le domande rivolte a Gesù
Io sono cattolico e tutti i giorni prego perché Dio mi dia la grazia di essere cristiano. E tutti i
giorni prego perché, essendo cristiano, io sia umano. Non esistono valori cristiani, non
esistono valori evangelici: esistono valori umani. Valori a cui le tradizioni religiose danno risalto
perché le persone imparino ad amare, ad aver compassione, ad essere solidali con i poveri, ad
essere umane. E questo non è cristiano o buddista o ebraico o islamico, è umano. In un mio
libro su Gesù, ho messo come epigrafe una frase di Leonardo Boff, mio carissimo amico:
"umano come era lui, poteva essere solo Dio". Gesù non era Dio perché era poco umano, era
Dio perché era pienamente umano. E il nostro destino nella vita è questo: quanto più saremo
umani, tanto più divinizzati saremo.
Non è una cosa facile, perché noi esseri umani abbiamo due limiti invalicabili: tutti abbiamo
una data di scadenza, e tutti abbiamo un difetto di fabbricazione, che la Bibbia chiama peccato
originale. È per questo che abbiamo bisogno gli uni degli altri: per superare questi limiti, per
tentare di essere più umani. E quando lo facciamo stiamo realizzando il cristianesimo del
Vangelo.
Nei quattro vangeli solo due tipi di domanda vengono rivolti a Gesù. Il primo è: Signore, cosa
devo fare per guadagnare la vita eterna? Questa domanda non esce mai dalla bocca di un
povero. Mai. Esce sempre dalla bocca di qualcuno che ha già guadagnato la vita terrena e che
ora vuole fare un investimento sicuro in cielo. È la domanda di Zaccheo, la domanda dei
dottori della legge nella parabola del Buon Samaritano, la domanda del giovane ricco, la
domanda di Nicodemo. E tutte le volte che ascolta questa domanda Gesù si irrita
profondamente. Il secondo tipo di domanda è solo dei poveri: Signore, che devo fare per avere
vita in questa vita? I miei occhi sono ciechi e io voglio vedere, la mia mano è paralizzata e io
voglio lavorare, la mia gamba non si può muovere e io voglio camminare, mio fratello è morto
e io voglio che viva, mia figlia è malata e io voglio che guarisca. I poveri chiedono vita in
questa vita e ad essi Gesù risponde con compassione e misericordia. Questo mostra
chiaramente che essere umani significa lottare per la pienezza della vita, per la vita di tutti e
tutte, del pianeta e dell'intero universo.
Frei Betto
Facciamo altri 5 minuti di silenzio dopo di che ciascuno di noi può ricordare una persona o una
situazione per la quale pregheremo tutti insieme.
21
Preghiera Finale
Signore, rendici veritieri senza arroganza,
umili senza finzioni,
allegri senza leggerezza,
seri ma senza disperazione,
giusti senza presunzione,
severi senza cattiveria,
forti senza crudeltà,
buoni senza mollezza,
misericordiosi senza lasciar fare,
miti senza ostentazione,
pacifici senza falsità,
poveri senza miseria,
ricchi senza avarizia,
prudenti senza sospetto.
Fa che diventiamo dotti senza volerlo
sembrare:
docili ma inclini alla saggezza;
umani ma senza avidità;
ospitali ma sobri;
lavorando con le nostre mani,
ma senza confidare in noi stessi.
Fa che ti temiamo, onoriamo e amiamo
al di sopra di tutte le cose che tu hai creato.
Dio uno e trino,
manda in noi una luce
perché ti conosciamo e vediamo
come sei veramente;
togli da noi le tenebre dell'ignoranza
tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Amen.
S.Agostino
22
- MESSA Colletta
O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che
comandi e desiderare ciò che prometti, perché fra le vicende del mondo là siano fissi i nostri
cuori dove è la vera gioia. Per il nostro Signore...
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura Gs 24, 1-2.15-17.18b
Serviremo il Signore, perché egli è il nostro Dio.
Dal libro di Giosuè
In quei giorni, Giosuè radunò tutte le tribù d'Israele a Sichem e convocò gli anziani d'Israele, i
capi, i giudici e gli scribi, ed essi si presentarono davanti a Dio. Giosuè disse a tutto il popolo:
«Se sembra male ai vostri occhi servire il Signore, sceglietevi oggi chi servire: se gli dèi che i
vostri padri hanno servito oltre il Fiume oppure gli dèi degli Amorrèi, nel cui territorio abitate.
Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore».
Il popolo rispose: «Lontano da noi abbandonare il Signore per servire altri dèi! Poiché è il
Signore, nostro Dio, che ha fatto salire noi e i padri nostri dalla terra d'Egitto, dalla condizione
servile; egli ha compiuto quei grandi segni dinanzi ai nostri occhi e ci ha custodito per tutto il
cammino che abbiamo percorso e in mezzo a tutti i popoli fra i quali siamo passati.
Perciò anche noi serviremo il Signore, perché egli è il nostro Dio».
Salmo Responsoriale Dal Salmo 33
Gustate e vedete com'è buono il Signore.
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.
Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Molti sono i mali del giusto,
ma da tutti lo libera il Signore.
Custodisce tutte le sue ossa:
neppure uno sarà spezzato.
Il male fa morire il malvagio
e chi odia il giusto sarà condannato.
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia.
Seconda Lettura Ef 5, 21-32
Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa.
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini
Fratelli, nel timore di Cristo, siate sottomessi gli uni agli altri: le mogli lo siano ai loro mariti,
come al Signore; il marito infatti è capo della moglie, così come Cristo è capo della Chiesa, lui
che è salvatore del corpo. E come la Chiesa è sottomessa a Cristo, così anche le mogli lo
siano ai loro mariti in tutto.
E voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se
stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell'acqua mediante la parola, e
23
per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di
simile, ma santa e immacolata. Così anche i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il
proprio corpo: chi ama la propria moglie, ama se stesso.
Nessuno infatti ha mai odiato la propria carne, anzi la nutre e la cura, come anche Cristo fa
con la Chiesa, poiché siamo membra del suo corpo.
Per questo l'uomo lascerà il padre e la madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una
sola carne.
Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!
Canto al Vangelo Gv 6,63.68
Alleluia, alleluia.
Le tue parole, Signore,sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.
Alleluia.
Vangelo Gv 6, 60-69
Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.
Dal vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è
dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano
riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là
dov'era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho
detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva
fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E
diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal
Padre».
Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse
allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da
chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il
Santo di Dio».
Sulle Offerte
O Padre, che ti sei acquistato una moltitudine di figli con l'unico e perfetto sacrificio del Cristo,
concedi sempre alla tua Chiesa il dono dell'unità e della pace. Per Cristo nostro Signore.
Dopo la Comunione
Porta a compimento, Signore, l'opera redentrice della tua misericordia e perché possiamo
conformarci in tutto alla tua volontà rendici forti e generosi nel tuo amore. Per Cristo nostro
Signore.
24
24 AGOSTO 2009
Colle Gaudiolino 1691m – Piano di Acquafredda 1816m
6 km
MASSICCIO DEL POLLINO
Il nome “pollino” probabilmente deriva dal latino “pullus”, giovane animale, da cui “Mons Pullinus”,
monte dei giovani animali, data l'usanza di portare a fine primavera fin dall'antichità, gli animali al
pascolo sui prati verdeggianti dei pianori più elevati.
Altri invece pensano che derivi dal latino “Mons Apollineus”, monte di Apollo, Dio della salute e
progenitore dei medici, per le grandi quantità e varietà di erbe medicinali che crescono sul massiccio.
“L'ossatura” del massiccio del Pollino, cioè le dorsali e tutte le cime più alte, è costituita da dure rocce
calcaree e calcareo dolomitiche. Queste rocce nascono milioni di anni fa con la continua deposizione di
enormi quantità di sedimenti, in alcune zone essenzialmente costituiti dai microscopici scheletri calcarei
di molluschi. Grazie a reazioni chimico-fisiche questi sedimenti si sono trasformati gradualmente in
roccia compatta. In seguito hai movimenti tettonici queste immense bancate di roccia si sino inarcate,
incurvate e accavallate.
In epoche successive nel Tetide si depositavano invece sedimenti argillosi, marne a arenarie che
avrebbero costituito il così detto flysch, facilmente soggetto a fenomeni franosi.
All'interno del massiccio ci sono forme glaciali che testimoniano la presenza del Ghiacciaio del Frido
durante l'ultima glaciazione, Würm (da circa 110.000 a 12.000 anni fa).
Il versante Nord-orientale del MONTE POLLINO mostra due bei circhi glaciali separati dal Contrafforte NE al
centro, sotto di esso si è verificato il crollo della parte più alta della parete rocciosa; si è così formato il
Canalone Nord che sale verso la vetta, occupato dalla Grande Frana, imponente ghiaione che scende
verso il Piano di Toscano dove si scorgono le basse collinete moreniche formate dai detriti lasciati dal
Ghiacciaio del Frido durante il suo lento ritiro.
Il versante Nord-occidentale di SERRA DOLCEDORME presenta la Fossa Del Lupo, antica zona di accumulo
delle masse di ghiaccio che alimentavano il lungo Ghiacciaio del Frido.
Si possono poi osservare piccoli ma interessanti depositi morenici con alcune massi erratici soprattutto
nell'area dei Piani di Pollino e del Piano di Acquafredda, delimitata da un grigio arco morenico.
PINI LORICATI Pinus leucodermis Ant.
E' un albero a corteccia fessurata in placche a scaglie lucenti; ha rami bianco grigiastri ed aghi verdi e
cupi, larghi fino a 2 mm e lunghi fino a 6 - 7 cm. Vegeta ormai nelle zone rocciose più impervie,
modellato dal vento, dal gelo, dai fulmini. Il pino loricato è il simbolo del Parco.
Anch'esso è una testimonianza delle glaciazioni. Questo pino aveva il suo areale di origine nella
Penisola Balcanica. Durante i periodi glaciali più freddi, il livello dei mari si abbassava di molte decine di
metri: l'Adriatico si restringeva notevolmente e all'altezza del Gargano la sponda pugliese e quella
balcanica divenivano più vicine. Ciò consentiva il passaggio della vegetazione da una regione all'altra
e, nel nostro caso, permise la diffusione del pino loricato dai Balcani nell'Italia Meridionale.
ACQUA:
Sorgente Gaudolino, a inizio percorso
Sorgente Acquafredda, a fine percorso
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- IL VINO MATTINA
Non esiste nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa contaminarlo; sono invece le cose
che escono dall'uomo a contaminarlo. Non sono le cose con cui veniamo in contatto a
cambiarci in profondità, ma le intenzioni.
Perché si parla tanto di vizi e di cattive abitudini? Perché i vizi sono schiavitù, perché,
attentando alla libertà dell'uomo, attentano alla sua dignità.
Ogni azione infatti non lascia mai l'uomo quello che era prima: o lo migliora o lo peggiora.
L'abitudine invece condivide il suo nome con l'abito. E' qualcosa che indossiamo e che però
alla fine ci appartiene. Ci identifichiamo con esso. Le abitudini, come gli abiti tagliati su misura,
richiedono tempo per essere perfezionate, ma poi rimangono nostre. C'è sempre la possibilità
di cambiare, ma come per cambiare vestito occorre trovare il tempo e il modo.
Per avere successo nella vita non basta avere stoffa: occorre sapere anche trovare una mano
buona che sappia tagliare e cucire.
"Fa' attenzione ai tuoi pensieri perché essi saranno le tue parole. Fa attenzione alle tue parole
perché esse saranno le tue azioni. Fa attenzione alle tue azioni perché esse saranno le tue
abitudini. Fa attenzione alle tue abitudini perché esse saranno il tuo destino."
POMERIGGIO
Quel Terzo Bicchiere
Vino? Mi piace un bicchiere di buon vino per il suo sapore, il suo colore e per la freschezza
che dona.
Così a loro volta, ugualmente mi piacciono un bicchiere di birra o di sidro. Comunque un
secondo bicchiere raramente mi attira come il primo, perché il sapore non mi colpisce più per
la sua novità e il primo desiderio di bere è già passato.
La strada verso il successo, Baden Powell
Il Bicchiere Fra un Pasto e l'Altro
Ricordo un vecchio caro ammiraglio americano che ho conosciuto nella mia giovinezza, il
quale, quando gli offersi un bicchiere di qualcosa, mi disse:”No, signore, non bevo mai fra una
bevuta e l’altra”.
La strada verso il successo, Baden Powell
Un Buon Cameratismo è la Tentazione al Primo Passo
Il fumare e il bere sono molto sgradevoli al principiante che, se si dà all’uno o all’altro, lo fa
principalmente perché “anche gli altri amici fanno così”.
Ed è veramente difficile, quando si è in compagnia di altri attorno ad un bar, non unirsi ad essi
nell’accettare da bere e nell’offrirne a propria volta.
La strada verso il successo, Baden Powell
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Modalità aggregativa
R., 24 anni
“... La sera, dopo il lavoro, ci vediamo al bar, non c’è altro in paese, è l’unica possibilità di
trovare compagnia...,
videogiochi, partite a carte e calcio, e poi tanto alcol, ma veramente tanto, ... certe volte
facciamo a gara chi ne regge di
più...”.
Modalità proiettiva
R., 48 anni, moglie di un alcolista in trattamento da 10 anni
“... io non bevo come lui, è lui che ha dovuto curarsi... io mi controllo e quelle poche volte che
ho ecceduto è perché la
compagnia mi ha spinto a farlo...”.
Non fu poi la mancanza di denaro che mi rendesse difficile di soddisfare il mio vizio, ma le
proibizioni valsero ad eccitarlo.
Ricordo d’aver fumato molto, celato in tutti i luoghi possibili. Perché seguito da un forte
disgusto fisico, ricordo un soggiorno prolungato per una mezz’ora in una cantina oscura
insieme a due altri fanciulli.
Ma allora non sapevo se amavo o odiavo la sigaretta e il suo sapore e lo stato in cui la nicotina
mi metteva. Quando seppi di odiare tutto ciò fu peggio. E lo seppi a vent’anni circa. Allora
soffersi per qualche settimana di un violento male di gola accompagnato da febbre. Il dottore
prescrisse il letto e l’assoluta astensione dal fumo. Mi colse un’inquietudine enorme.
Pensai:”Giacché mi fa male non fumerò mai più, ma prima voglio farlo per l’ultima volta.”
Accesi una sigaretta e mi sentii subito liberato da dall’inquietudine ad onta che la febbre forse
aumentasse.
La coscienza di Zeno, Italo Svevo
Colui che Beve da Solo è un Buono a Nulla
Colui che beve da solo perde ogni controllo della volontà e perde la sua energia; e queste due
cose sono le più importanti del carattere.
La strada verso il successo, Baden Powell
Modalità solitaria
B., 48 anni
“... da quando sono in Italia ho iniziato a bere molto, specie di inverno, per scaldarmi,
dormendo all’aperto. Per fortuna che c’è stato questo ricovero, e poi ho iniziato a venire a
questo Centro... ho conosciuto tanti amici... in Francia non avevo amici, neppure da ragazzo,
quando sono scappato da casa per le violenze di mio padre su mia madre e i miei fratelli”.
Il Pericolo per lo Stato
Una comunità che comprende un certo numero di spiriti deboli e incapaci di pensare è portata
a divenire preda dei folli di disegni di agitatori che possono condurre questo gregge per il naso.
Perché una nazione sia forte è necessario che sia composta da uomini di carattere.
La strada verso il successo, Baden Powell
Che io forse abbia amato tanto la sigaretta per poter riversare su di essa la colpa della mia
incapacità? Chissà se cessando di fumare io sarei diventato l’uomo ideale e forte che
m’aspettavo? Forse fu tale dubbio che mi legò al mio vizio perché è un modo molto comodo di
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vivere quello di credersi grande di una grandezza latente. Io avanzo tale ipotesi per spiegare la
mia debolezza giovanile, ma senza una decisa convinzione. Adesso che sono vecchio e che
nessuno esige qualche cosa da me, passo tuttavia da sigaretta a proposito, e da proposito a
sigaretta.
La coscienza di Zeno, Italo Svevo
La Forza dell'Esempio
Ho un grande rispetto per l’opinione di un critico esterno, onesto e semplice, ed ho scoperto
nei selvaggi non civilizzati dell’Africa o delle Isole del Pacifico i critici più semplici ed onesti che
si possano desiderare e degli ottimi giudici del carattere.
Presso questi due popoli ho udito la medesima sentenza: “Se l’uomo bianco inglese dice che
ci pagherà, gli diamo la merce. Egli pagherà. Ma non è così per tutti gli uomini bianchi.”
Questa è la reputazione che abbiamo, ed è una reputazione che dovremmo mantenere.
Ma ho paura che neppure “l’uomo bianco inglese” si mostrò sempre esemplare. E questa è
una delle cose che maggiormente ostacola i nostri missionari nel loro lavoro.
Ricordo che la vecchia Regina Madre degli Swazi ci raccontava, anni fa, come i missionari
fossero giunti ed avessero spiegato a lei ed al suo popolo i benefici del Cristianesimo e come
sotto la benefica influenza di questo gli uomini fossero diventati onesti e retti in tutte le loro
cose, sobri e veritieri, caritatevoli e disponibili verso gli altri.
Il suo popolo pertanto accolse bene l’arrivo dei commercianti e dei colonizzatori bianchi, diede
ad essi la terra e li aiutò a costruirsi le case.
Ma poi si avvide che questi uomini, anziché essere riconoscenti e disponibili verso gli altri,
erano pronti ad aiutare solo se stessi. Presero il loro bestiame, promisero di pagarlo, ma poi
diedero calci anziché monete. Importarono grandi quantità di whisky per loro uso personale e
mercanteggiarono gin per uso degli indigeni.
La vecchia regina ci confidò allora come i suoi guerrieri le avessero chiesto il permesso di
uccidere questi insidiosi distruttori della nazione ed essa fosse propensa a concederlo. Non
credeva più ora in una religione che predica una cosa e pratica il contrario.
Non potemmo fare a meno di simpatizzare con lei ma forse esagerammo un po’, perché,
quando stava per andarsene, si volse indietro e ci chiese se l’avessimo realmente approvata; e
quando noi lo affermammo vigorosamente, ci chiese di provarglielo con il dono di una cassa di
gin! Tale è la forza dell’esempio.
La strada verso il successo, Baden Powell
Il pianeta appresso era abitato da un ubriacone.
Questa visita fu molto breve, ma immerse il piccolo principe in una grande malinconia.
"Che cosa fai?" chiese all'ubriacone che stava in silenzio davanti a una collezione di bottiglie
vuote e a una collezione di bottiglie piene."Bevo" rispose, in tono lugubre, l'ubriacone.
"Perche' bevi?" domando' il piccolo principe.
"Per dimenticare", rispose l'ubriacone.
"Per dimenticare che cosa?" s'informo' il piccolo principe che cominciava gia' a compiangerlo.
"Per dimenticare che ho vergogna", confesso' l'ubriacone abbassando la testa.
"Vergogna di che?" insistette il piccolo principe che desiderava soccorrerlo.
"Vergogna di bere!" e l'ubriacone si chiuse in un silenzio definitivo.
Il piccolo principe se ne ando' perplesso.
I grandi, decisamente, sono molto, molto bizzarri, si disse durante il viaggio.
Il piccolo principe, Antoine de Saint-Exupéry
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Il tenente colonnello parlava lentamente e beveva lentamente. Beveva a sorsi, come si
centellina una tazza di caffè.
-Io mi difendo bevendo. Altrimenti, sarei già al manicomio. Contro le scelleratezze del mondo,
un uomo onesto si difende bevendo. È da oltre un anno che io faccio la guerra, un po' su tutti i
fronti, e finora non ho visto in faccia nessun austriaco. Eppure ci uccidiamo a vicenda, tutti i
giorni. Uccidersi senza conoscersi, senza neppure vedersi! È orribile! È per questo che ci
ubriachiamo tutti, da una parte e dall'altra. Ha mai ucciso nessuno lei? Lei, personalmente, con
le sue mani?
-Io spero di no.
-Io, nessuno. Già, non ho visto nessuno. Eppure se tutti, di comune accordo, lealmente,
cessassimo di bere, forse la guerra finirebbe. Ma, se bevono gli altri, bevo anch'io. Veda, io ho
una lunga esperienza. Non è l'artiglieria che ci tiene in piedi, noi di fanteria. Anzi, il contrario.
La nostra artiglieria ci mette spesso a terra, tirandoci addosso.
-Anche l'artiglieria austriaca tira sovente sulla propria fanteria.
-Naturalmente. La tecnica è la stessa. Abolisca l'artiglieria, d'ambo le parti, la guerra continua.
Ma provi ad abolire il vino e i liquori. Provi un po'. Si provi.
-Io ho già provato...
-Insiglificante e deplorevole fatto personale. Ma estenda l'esempio come ordine, come norma
generale. Nessuno di noi si muoverà più. L'anima del combattente di questa guerra è l'alcool. Il
primo motore è l'alcool. Perciò i soldati, nella loro infinita sapienza, lo chiamano benzina.
Un anno sull'altipiano, Emilio Lussu
L’ultima sigaretta acquista il suo sapore dal sentimento della vittoria su se stesso e la speranza
di un prossimo futuro di forza e di salute.
La coscienza di Zeno, Italo Svevo
Il Mezzo per Raggiungere lo Scoglio
Così vediamo che questo scoglio chiamato “Vino”, che si erge sul tuo cammino, è in realtà
quello della indulgenza verso le proprie debolezze. Con ciò intendo il libero corso dato alle tue
tendenze, sia nell’eccesso di bevande, di tabacco, di nutrimento, o di qualsiasi altra forma di
lusso.
L’accondiscendere alle proprie debolezze può comportare la rovina per il singolo e il danno per
la comunità. È quello che capita quando si segue la folla, voltando le spalle al pericolo. Ma
guardando davanti a te, guidando da te la tua canoa con padronanza di te, raggiungerai con
tutta sicurezza la parte dello scoglio esposta al sole, e in questo modo acquisterai un carattere
più forte, che ti renderà sicuro contro le altre tentazioni della debolezza. E perciò ti aiuterà sulla
strada del successo.
La strada verso il successo, Baden Powell
Adesso, a conclusione del tuo deserto, pensa ( e scrivi su un pezzo di carta) ad un vizio
di cui ti vorresti liberare per essere un uomo/donna libero/a.
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- LA CONVERSIONE SULLA VIA DI DAMASCO MATTINA
Atti 22,6-11
6 Or avvenne che, mentre io ero in cammino e mi avvicinavo a Damasco, intorno a
mezzogiorno, all'improvviso una gran luce dal cielo mi folgorò d'intorno. 7 Ed io caddi a terra e
udii una voce che mi diceva: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?". 8 Io risposi: "Chi sei,
Signore?". Egli mi disse: "Io sono Gesù il Nazareno, che tu perseguiti". 9 Or quelli che erano
con me videro sì la luce e furono spaventati, ma non udirono la voce di colui che mi parlava.
10 Io dissi: "Signore, che devo fare?". Il Signore mi disse: "Alzati e va' a Damasco, là ti sarà
annunziato tutto quello che ti è ordinato di fare". 11 Ora, siccome io non vedevo nulla per lo
splendore di quella luce, fui condotto per mano da quelli che erano con me; e così entrai a
Damasco.
Ci sono stati momenti in cui ho visto una luce o sentito una voce che mi hanno fatto
cadere?
Preghiera comune
Vieni, o Santo Spirito,
illumina con la luce della verità
il nostro cammino.
Donaci di confessare, con fede ardente,
Gesù Cristo, Signore e Redentore,
morto e risorto per noi,
Colui che sempre viene.
Apri il nostro cuore a Cristo
Che sta alla porta e bussa
E rendici dimora vivente di Dio.
Vieni, o Santo Spirito,
e rinnova la faccia della terra!
SERA
La carne e lo Spirito
Ro 13:8-10; Gm 3:13-18
13 Perché, fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un'occasione
per vivere secondo la carne, ma per mezzo dell'amore servite gli uni agli altri; 14 poiché tutta
la legge è adempiuta in quest'unica parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso». 15 Ma se vi
mordete e divorate gli uni gli altri, guardate di non essere consumati gli uni dagli altri.
Ro 8:1-14; 13:12-14 (Ef 5:1-12; Cl 3:5-15)
16 Io dico: camminate secondo lo Spirito e non adempirete affatto i desideri della carne. 17
Perché la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono
cose opposte tra di loro; in modo che non potete fare quello che vorreste. 18 Ma se siete
guidati dallo Spirito, non siete sotto la legge. 19 Ora le opere della carne sono manifeste, e
sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, 20 idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia,
gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, 21 invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le
quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio. 22 Il frutto
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dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà,
mansuetudine, autocontrollo; 23 contro queste cose non c'è legge. 24 Quelli che sono di Cristo
hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. 25 Se viviamo dello Spirito,
camminiamo anche guidati dallo Spirito. 26 Non siamo vanagloriosi, provocandoci e
invidiandoci gli uni gli altri.
Atti 22,12-16
12 Or un certo Anania, uomo pio secondo la legge, di cui tutti i Giudei che abitavano a
Damasco rendevano buona testimonianza, 13 venne da me e, standomi vicino, mi disse:
"Fratello Saulo, ricupera la vista". In quell'istante io ricuperai la vista e lo guardai. 14 Poi
aggiunse: "Il Dio dei nostri padri ti ha preordinato a conoscere la sua volontà, a vedere il
Giusto e a udire una voce dalla sua bocca. 15 Perché tu gli devi essere testimone presso tutti
gli uomini delle cose che hai visto e udito. 16 Ed ora che aspetti? Alzati e sii battezzato e
lavato dai tuoi peccati, invocando il nome del Signore".
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25 AGOSTO 2009
Piano di Acquafredda 1816m – Colle Marcione 1224m
9,4 km
ALTA VALLE DEL RAGANELLO
Quest'area che si trova tra Sera delle Ciavole e Timpa di San Lorenzo ha un'origine tettonica distensiva
a fosse e rilievi. Questa fossa deriva dal lento sprofondamento di alcuni enormi blocchi rispetto a quelli
circostanti.
ACQUA:
Sorgente Acquafredda, a inizio percorso
Sorgente del Vascello, primo quarto del percorso
Fonte del Principe, a meta percorso
Fonte di Ratto, terzo quarto del percorso
Colle Marcione, a fine percorso
- LA DONNA MATTINA
“Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all’uomo; piuttosto se ne stia
in atteggiamento tranquillo.”
“Voi, mogli, state sottomesse ai mariti.”
“Le donne nelle assemblee tacciano perché non è loro permesso di parlare.”
“E infatti, non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall’uomo; né l’uomo fu creato per la
donna, ma la donna per l’uomo.”
POMERIGGIO
DENARO
PROPRIETA’
FORZA
TV
FAMA
PRESTIGIO
POTERE
BELLEZZA
RICONOSCIMENTO
PALLONE
SESSO
GOLA
COMPUTER
FUMO
DROGA
La parola greca TENTAZIONE vuol dire “tentativo”, “prova”. Si tratta di un esperimento, di un
tentativo di conoscenza per cercare altre strade, qualcosa di diverso. Spesso, però, la
tentazione ci allontana dalla meta..
La tentazione tocca i nostri desideri, sperimentarla è normale..esserne consapevoli è un buon
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segno, perché significa che stiamo lottando, che possiamo scegliere..superarla è scelta di
libertà.
“L’amore vale più della macchina.
Il dialogo vale più del tornaconto.
La poesia della vita vale più dell’interesse.
La cultura vale più del calcolo.
L’arte vale più della smania produttiva.
La comunione con gli altri vale più delle cinture di sicurezza.
Una bella famiglia unita vale più di una bella casa di mattoni.”
SERA
..PRENDERE MOGLIE..
Sta attento nel fare la tua scelta, a non pensar troppo a ciò che desideri trovare nella tua futura
moglie dimenticando il suo punto di vista e ciò che ella desidera da te come marito. Pensa a
questo. Quando mi sposai, un vecchio amico, nel farmi le congratulazioni, mi diede una nuova
visione del mio stato futuro dicendomi: “ Mio caro, mi sono sposato da più di 12 anni e sono
ancora in luna di miele. La vita è andata avanti sempre più felice per noi.”
Vorrei che questo sia vero anche per te. Dunque SII SAGGIO!
Possono venire le nuvole e devi essere preparato ad esse;
Non avere segreti per tua moglie, ed essa non ne avrà per te;
Prima di sposarti hai agito solo per te stesso; ora che sei sposato devi mettere un po’ da parte
il tuo io e agire per tua moglie. Dovrai vincerti in certe piccole espressioni di egoismo, come
per esempio lamentandoti del cibo anche se non è esattamente di tuo gusto, e cose del
genere. Guarda le cose dal punto di vista di lei.
Continua a darle alcuni di quei piccoli segni d’amore, di ammirazione e di lode di quando le
facevi la corte; dà, ricevi e sorridi continuamente, ma specialmente quando le donne perdono
la loro linea usuale. Allora tu devi manifestare la tua virilità e la tua cavalleria confortandola e
proteggendola.
Se essa è un po’ suscettibile, lo è per l’amore che ti porta. A tali tue attenzioni essa risponderà.
Le donne non solo sono più riconoscenti degli uomini, ma il loro carattere si forgia nel modo in
cui sono guidate dal loro uomo.
Se egli è sgradevole, lei sarà puntigliosa; se lui è gentile, lei lo sarà ancora di più e in tal caso
in casa regneranno l’amore e l’allegria.
..A PROPOSITO DI MATRIMONIO..
B.P, nell’ottica della preservazione del genere umano, dice:
“E’ inutile che tu ti sposi, anzi, in alcuni casi è un crimine, se tu non sei in forma, sano e
capace di generare figli sani.”
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- LE COMUNITÀ CRISTIANE Salmo 132: Vivere in comunità
E' uno stile di vita che
cambia e valorizza
anche i rapporti con gli altri;
trasmette una qualità
nuova d'incontro.
E' veramente una cosa bella,
che dà gioia,
vivere in comunità.
Vivere in comunità è vivere
un'esperienza di Dio,
dare un
segno di Lui che è comunione.
E' un'esperienza che arricchisce la persona.
Stimola
l'intelligenza ponendo interrogativi
che impegnano ad approfondire le cose.
Vivere in comunità è un dono
che ha la sua
radice in lui,
Trinità d'amore per l'uomo.
Costringe ad essere veri quando si parla,
ad essere coerenti nelle scelte
importanti
e nella semplice vita di ogni giorno.
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26 AGOSTO 2009
Colle Marcione 1224m – Area Pic-Nic
ACQUA:
~2,6 km
Colle Marcione, a inizio percorso
Area Pic-Nic, a fine percorso
- CUCÙ E CIARLATANI MATTINA
Spesso, ormai, mi sono recato con mio fratello e con altri medici da qualche ammalato che non
voleva bere medicine o mettersi in mano al medico lasciando che questi praticasse tagli o
cauterizzazioni, e, mentre il medico non riusciva a persuaderlo, io lo persuasi con non altra
arte che la retorica. Sostengo, anzi, che, se un retore e un medico arrivassero in una città
qualsiasi, e se si trovassero a dover competere a parole nell'assemblea o in un'altra pubblica
adunanza su quale dei due vada scelto come medico, il medico non avrebbe alcuna possibilità
di uscirne vincitore, ma la scelta cadrebbe su quello capace di parlare, ammesso che costui lo
volesse. E se si trovasse a competere con qualsiasi altro specialista, il retore saprebbe
persuadere a scegliere sé piuttosto che chiunque altro. Non c'è infatti argomento di cui il
retore, di fronte alla folla, non sappia parlare in modo più persuasivo di qualsiasi altro
specialista.
Platone, Gorgia
SERA
« "Solo gli imbecilli non hanno dubbi."
"Ne sei sicuro?"
"Non ho alcun dubbio!" »
Luciano de Crescenzo, Il Dubbio
Ogni tanto trovavo zio Ramòn in maglietta, seduto un ventilatore, che si faceva aria con un
giornale e ascoltava boleri.
“Cosa ti hanno insegnato le suore oggi?” mi salutava.
“Non sono suore, sono signorine protestanti. Abbiamo parlato di Giobbe,” rispondevo io
sudando, ma flemmatica e dignitosa nella mi uniforme patibolare.
“Giobbe? Quello scemo che Dio mise alla prova inviandogli ogni sorta di idsgrazie?”
“Non era affatto scemo, zio Ramòn, era un sant’uomo che non rinnegò mai il signore malgrado
le sue sofferenze.”
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“Ti sembra giusto? Dio scommette con Satana, castiga il pover’uomo senza pietà e poi
pretende che lo adori. E’ un dio crudele, ingiusto e frivolo. Un padrone che si comporta così
con i suoi servi non merita lealtà ne rispetto, tanto meno adorazione.”
“Zio Ramòn, educato dai gesuiti, usava un enfasi sbalorditiva e una logica implacabile – la
stessa di cui si serviva nelle baruffe con mia madre – per dimostrare la stupidità dell’errore
biblico; il suo atteggiamento, lungi da costruire un esempio lodevole, era un problema di
personalità. In meno di dieci minuti di oratoria spazzava via i virtuosi insegnamenti di Miss
Saint John.
“Adesso sei convinta che Giobbe era uno sciocco?”
“Si, zio Ramòn.”
“Potresti assicurarlo per iscritto?”
“Si.”
Il signor console percorreva il paio di metri che ci separava dal suo ufficio, e redigeva in carta
bollata un documento in tre copie in cui si diceva che io, Isabel Allende Llona, di quattordici
anni, cittadina cilena, certificavo che Giobbe, quello dell’Antico Testamento, era un citrullo. Me
lo faceva firmare dopo averlo letto accuratamente perché non si deve firmare mai niente alla
cieca, lo piegava e lo conservava nella cassaforte del Consolato. Poi tornava a sedersi sotto il
ventilatore e con un profondo sospiro di fastidio mi diceva:
“Bene, figliola, adesso ti proverò che avevi ragione tu, che Giobbe era un sant’uomo. Ti fornirò
gli argomenti che avresti dovuto addurre se sapessi pensare. Sia chiaro che mi prendo questa
pena solo per insegnarti a discutere, cosa che serve sempre nella vita. E procedeva a
smontare la propria affermazione precedente per convincermi di ciò in cui io credevo
fermamente all’inizio. Poco dopo mi aveva di nuovo sbaragliata, stavolta sul punto di piangere.
“Concordi che Giobbe agì correttamente nel rimanere fedele al suo signore malgrado tutte le
sue disgrazie?”
“Si, zio Ramòn.”
“Ne sei assolutamente certa?”
“Si.”
“Sei disposta a firmarmi un documento?”
E redigeva un altro umiliante papiro in cui si certificava che io Isabel Allende Llona, di
quattordici anni, cittadina cilena, invalidavo la dichiarazione precedente per assicurare invece
che Giobbe era un uomo giusto. Mi passava la penna e quando stavo per scrivere il mio nome
a piè di pagina mi fermava con un urlo.
“No! Quante volte ti ho detto di non arrenderti mai, neanche all’evidenza? La cosa più
importante per vincere in una discussione è di non vacillare, anche se sei in dubbio e tanto
meno se ti sei sbagliata”
I.Allende, Paula
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- MISSIONI MATTINA
Atti 16
9 Durante la notte apparve a Paolo una visione: gli stava davanti un Macedone e lo
supplicava: «Passa in Macedonia e aiutaci!». 10 Dopo che ebbe avuto questa visione, subito
cercammo di partire per la Macedonia, ritenendo che Dio ci aveva chiamati ad annunziarvi la
parola del Signore.
Dopo la sua “conversione”, sulla strada per Damasco, Paolo attraversa parte dell’Asia minore
(l’attuale Turchia), della Siria e dell’Arabia (l’attuale Giordania), fino a Gerusalemme, prima di
recarsi in Europa, in Grecia ed infine a Roma. Possiamo ragionevolmente datare i suoi viaggi
in un intervallo di alcuni anni intorno all’anno 50.
Primo viaggio
Da Antiochia a Cipro ed al sud dell’Anatolia (Perge, Antiochia di Pisidia, Iconio, Listra e Derbe)
Paolo e Barnaba predicano con ardore nelle sinagoghe la Buona Novella della resurrezione e
della salvezza in Gesù, fondando delle comunità. Allora gli Ebrei si dividono e Paolo si
indirizza, quindi, verso i pagani.
Secondo viaggio
Il primo obiettivo di Paolo, accompagnato da Sila, è di incontrare le comunità da lui create in
Anatolia del sud (a Listra incontra Timoteo, il quale li accompagna nel viaggio). Proseguono
verso nord-ovest, fino ai Dardanelli, a Troade, da dove passano in Grecia; Paolo fonda delle
Chiese a Filippi, Tessalonica, Berea, Atene e Corinto. Ritorna poi ad Antiochia, la sua base,
passando attraverso Efeso e Cesarea. Ad Antiochia, per la prima volta i credenti furono
chiamati “cristiani”.
Terzo viaggio
E’ un viaggio di consolidamento. Paolo ritorna a vedere le Chiese da lui create in Anatolia ed in
Grecia, con Timoteo e Tito. Si imbarca di nuovo verso Tiro, Cesarea e Gerusalemme, dove
viene arrestato.
Galati 1-2
1,1 Paolo, apostolo non da parte di uomini, né per mezzo di uomo, ma per mezzo di Gesù
Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti, 2 e tutti i fratelli che sono con me, alle
Chiese della Galazia. […] 10 Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o
non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli
uomini,
non
sarei
più
servitore
di
Cristo!
11 Vi dichiaro dunque, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è modellato sull'uomo; 12
infatti io non l'ho ricevuto né l'ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo. […]17
senza andare a Gerusalemme da coloro che erano apostoli prima di me, mi recai in Arabia e
poi
ritornai
a
Damasco.
37
18 In seguito, dopo tre anni andai a Gerusalemme per consultare Cefa, e rimasi presso di lui
quindici giorni; 19 degli apostoli non vidi nessun altro, se non Giacomo, il fratello del Signore.
20 In ciò che vi scrivo, io attesto davanti a Dio che non mentisco. 21 Quindi andai nelle regioni
della Siria e della Cilicia. 22 Ma ero sconosciuto personalmente alle Chiese della Giudea che
sono in Cristo; 23 soltanto avevano sentito dire: «Colui che una volta ci perseguitava, va ora
annunziando la fede che un tempo voleva distruggere». 24 E glorificavano Dio a causa mia.
2,1 Dopo quattordici anni, andai di nuovo a Gerusalemme in compagnia di Barnaba, portando
con me anche Tito: 2 vi andai però in seguito ad una rivelazione. Esposi loro il vangelo che io
predico tra i pagani, ma lo esposi privatamente alle persone più ragguardevoli, per non
trovarmi nel rischio di correre o di aver corso invano.[…] 15 Noi che per nascita siamo Giudei
e non pagani peccatori, 16 sapendo tuttavia che l'uomo non è giustificato dalle opere della
legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Gesù
Cristo per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; poiché dalle
opere
della
legge
non
verrà
mai
giustificato
nessuno».
17 Se pertanto noi che cerchiamo la giustificazione in Cristo siamo trovati peccatori come gli
altri, forse Cristo è ministro del peccato? Impossibile! 18 Infatti se io riedifico quello che ho
demolito, mi denuncio come trasgressore.
POMERIGGIO
I Confini del Popolo
Ora invece, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al
sangue di Cristo.14 Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo,
abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia, 15 annullando, per
mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei
due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, 16 e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo
corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l'inimicizia. 17 Egli è venuto perciò ad
annunziare pace a voi che eravate lontani e pace a coloro che erano vicini. 18 Per mezzo di lui
possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito. 19 Così dunque voi non
siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, 20 edificati sopra il
fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù.
21 In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; 22 in lui
anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello
Spirito.
17 Quanto a noi, fratelli, dopo poco tempo che eravamo separati da voi, di persona ma non col
cuore, eravamo nell'impazienza di rivedere il vostro volto, tanto il nostro desiderio era vivo. 18
Perciò abbiamo desiderato una volta, anzi due volte, proprio io Paolo, di venire da voi, ma
satana ce lo ha impedito. 19 Chi infatti, se non proprio voi, potrebbe essere la nostra
speranza, la nostra gioia e la corona di cui ci possiamo vantare, davanti al Signore nostro
Gesù, nel momento della sua venuta? 20 Siete voi la nostra gloria e la nostra gioia.
I Confini della Cultura
11 Ho infatti un vivo desiderio di vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale perché ne
siate fortificati, 12 o meglio, per rinfrancarmi con voi e tra voi mediante la fede che abbiamo in
comune, voi e io. 13 Non voglio pertanto che ignoriate, fratelli, che più volte mi sono proposto
di venire fino a voi - ma finora ne sono stato impedito - per raccogliere qualche frutto anche tra
voi, come tra gli altri Gentili. 14 Poiché sono in debito verso i Greci come verso i barbari, verso
i dotti come verso gli ignoranti: 15 sono quindi pronto, per quanto sta in me, a predicare il
vangelo
anche
a
voi
di
Roma.
38
16 Io infatti non mi vergogno del vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque
crede, del Giudeo prima e poi del Greco. 17 È in esso che si rivela la giustizia di Dio di fede in
fede,
come
sta
scritto:
Il
giusto
vivrà
mediante
la
fede.
«Cittadini ateniesi, vedo che in tutto siete molto timorati degli dèi. 23 Passando infatti e
osservando i monumenti del vostro culto, ho trovato anche un'ara con l'iscrizione: Al Dio
ignoto. Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio. 24 Il Dio che ha fatto il
mondo e tutto ciò che contiene, che è signore del cielo e della terra, non dimora in templi
costruiti dalle mani dell'uomo 25 né dalle mani dell'uomo si lascia servire come se avesse
bisogno di qualche cosa, essendo lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa. 26 Egli creò
da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per
essi ha stabilito l'ordine dei tempi e i confini del loro spazio, 27 perché cercassero Dio, se mai
arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi. 28 In
lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come anche alcuni dei vostri poeti hanno detto:
Poiché di lui stirpe noi siamo.
29 Essendo noi dunque stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all'oro,
all'argento e alla pietra, che porti l'impronta dell'arte e dell'immaginazione umana. 30 Dopo
esser passato sopra ai tempi dell'ignoranza, ora Dio ordina a tutti gli uomini di tutti i luoghi di
ravvedersi, 31 poiché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare la terra con giustizia
per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai
morti».
I Confini di una Morale
8 Certo, noi sappiamo che la legge è buona, se uno ne usa legalmente; 9 sono convinto che la
legge non è fatta per il giusto, ma per gli iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per i
sacrileghi e i profanatori, per i parricidi e i matricidi, per gli assassini, 10 i fornicatori, i pervertiti,
i trafficanti di uomini, i falsi, gli spergiuri e per ogni altra cosa che è contraria alla sana dottrina,
11 secondo il vangelo della gloria del beato Dio che mi è stato affidato.
12 Rendo grazie a colui che mi ha dato la forza, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha
giudicato degno di fiducia chiamandomi al ministero: 13 io che per l'innanzi ero stato un
bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo
senza saperlo, lontano dalla fede; 14 così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato
insieme
alla
fede
e
alla
carità
che
è
in
Cristo
Gesù.
15 Questa parola è sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo
per salvare i peccatori e di questi il primo sono io. 16 Ma appunto per questo ho ottenuto
misericordia, perché Gesù Cristo ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua
magnanimità, a esempio di quanti avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna.
17 Al Re dei secoli incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli.
Amen.
SERA
Filippesi 3
12 Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi
sforzo di correre per conquistarlo, perché anch'io sono stato conquistato da Gesù Cristo. 13
Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e
proteso verso il futuro, 14 corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a
ricevere lassù, in Cristo Gesù.
39
Romani 12
3 Per la grazia che mi è stata concessa, io dico a ciascuno di voi: non valutatevi più di quanto
è conveniente valutarsi, ma valutatevi in maniera da avere di voi una giusta valutazione,
ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. 4 Poiché, come in un solo corpo
abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione, 5 così
anche noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua parte siamo
membra gli uni degli altri. 6 Chi dà, lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia con
diligenza;
chi
fa
opere
di
misericordia,
le
compia
con
gioia.[…]
9 La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; 10 amatevi gli uni
gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. 11 Non siate pigri nello zelo;
siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore. 12 Siate lieti nella speranza, forti nella
tribolazione, perseveranti nella preghiera, 13 solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi
nell'ospitalità. 14 Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. 15
Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto.
Tessalonicesi 2
4 come Dio ci ha trovati degni di affidarci il vangelo così lo predichiamo, non cercando di
piacere agli uomini, ma a Dio, che prova i nostri cuori. 5 Mai infatti abbiamo pronunziato parole
di adulazione, come sapete, né avuto pensieri di cupidigia: Dio ne è testimone. 6 E neppure
abbiamo cercato la gloria umana, né da voi né da altri, pur potendo far valere la nostra autorità
di apostoli di Cristo. 7 Invece siamo stati amorevoli in mezzo a voi come una madre nutre e ha
cura delle proprie creature. 8 Così affezionati a voi, avremmo desiderato darvi non solo il
vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari. 9 Voi ricordate infatti,
fratelli, la nostra fatica e il nostro travaglio: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad
alcuno vi abbiamo annunziato il vangelo di Dio. 10 Voi siete testimoni, e Dio stesso è
testimone, come è stato santo, giusto, irreprensibile il nostro comportamento verso di voi
credenti; 11 e sapete anche che, come fa un padre verso i propri figli, abbiamo esortato
ciascuno di voi, 12 incoraggiandovi e scongiurandovi a comportarvi in maniera degna di quel
Dio che vi chiama al suo regno e alla sua gloria.[…]
40
27 AGOSTO 2009
Gole del Raganello
CIVITA
Alla fine del XV sec. i principi Sanseverino consentirono ad un nucleo di profughi albanesi, i quali
avevano abbandonato la loro patria in seguito alla morte dell'eroe nazionale Skandem-berg avvenuta
nel 1468, di insediarsi nella contrada Castrum Sancti Salvatoris dove sorgeva un antico monastero
italo-greco. Il luogo fu detto Civita, nome con cui venivano indicati gli antichi insediamenti distrutti e
nuovamente abitati. Il primo nucleo si estese poi più a monte verso la località di S. Antonio dando
origine ad un nuovo rione ed il termine Civita, in albanese Cifti, cioè "paio-coppia", potrebbe alludere ai
due successivi rioni.
La CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA è stata edificata tra il XVII e XVIII secolo. L'edificio in stile barocco ha
una pianta a croce latina a tre navate, le decorazioni interne sono del periodo tardo barocco.
VALLE DEL RAGANELLO
E' certamente la valle più spettacolare e selvaggia del pollino; pareti rocciose alte centinaia di metri,
gole profondissime e impressionanti, immensi boschi di faggio e di quercia, sorgenti fiabesche, sono
solo alcune delle sue attrattive.
Nato nella foresta ai piedi di Serra delle Ciavole, il Raganello lambisce alla base della gigantesca
Parete SO della Timpa di San Lorenzo ricevendo le acque delle numerosissime sorgenti che sgorgano
nella Fagosa
Si inabissa quindi nella profondissima Gola del Barile e ne esce dopo circa tre chilometri, di fronte a
San Lorenzo Belizzi; quindi la valle è aperta e luminosa ma per poco: qualche chilometro più avanti si
richiude nuovamente formando lo straordinario CANYON DEL RAGANELLO.
Il canyon è stato scavato dall'acqua nel corso degli anni. Le rocce calcaree, di cui il Pollino è per la
maggior parte costituito, sono facilmente attaccabili dagli agenti atmosferici e soprattutto dall'acqua che
opera un vero e proprio fenomeno di corrosione grazie anche all'anidride carbonica che è disciolta in
essa.
Nelle due pareti laterali si nota la stratificazione avvenuta milioni di anni fa sul fondo del Tetide. Essa è
stata evidenziata molto bene dall'erosione dell'acqua che ha scavato la roccia maggiormente lungo i
“giunti di stratificazione”, gli straterelli sottilissimi che dividono uno strato roccioso dall'altro;
scheggiando e levigando i bordi degli strati, l'acqua ha allargato e approfondito i solchi dei giunti che
rappresentano, quindi, le zone di maggiore erodibilità delle masse rocciose.
Dopo circa sette chilometri di corso tortuoso e scuro in quella che è la gola più lunga, più bella e
interessante del Pollino, il torrente torna a scorrere libero all'altezza di Civita; qui infatti, subito dopo il
ponte del Diavolo, proprio sotto l'abitato, la valle si apre verso il Golfo di Sibari in un'ampia fiumara
allietata in estate dai bei colori degli oleandri fioriti.
Note: Servono scarpe per attraversare il fiume, di qualsiasi tipo, basta che siano chiuse. Mettersi
d'accordo in coppia o altro per portare uno zainettino per mettere le cose per l'uscita.
- IRRELIGIOSITÀLa Bellezza Salverà il Mondo
Chi sarà mai questo Dio, proprio non saprei dirlo. C'è chi lo crede un'entità astratta e chi
invece, come me, non riesce ad immaginarselo se non come fenomenologia continua di tutto
l'esistente: ad esempio, incarnato nella quintessenza di un cielo azzurro incontaminato. Credo
che nessuno sappia definire con esattezza Dio, anche se tutti sappiamo riconoscerne le sue
svariate manifestazioni. Si giunge al divino solo mediante l'intuizione. In una certa misura tutti
possediamo la facoltà intuitiva, che ci permette di … cogliere la scintilla divina, che si cela
41
dietro ogni singola particella del creato.
Noi(..)partecipanti di quella bellezza cosmica, frutto di una creazione superiore. Per questo
credo anch'io con Dostoevskij che: la bellezza salverà il mondo...
Vivere filosofando
Solo Nelle Ande
Nelle Ande, un mattino prima dell’alba, mi misi in cammino per scalare il fianco di una
montagna. (..)Ovunque il silenzio. E tuttavia non era un silenzio di morte; si sarebbe detto
piuttosto che tutto, montagne, valli, picchi e rocce stessero sull’attenti, aspettando l’apparire
del giorno.(..)Salivo sempre più in alto. Ad un tratto vidi voltandomi uno spettacolo che mi fece
rimanere senza fiato. Uno dei grandi picchi che un momento prima erano quasi di un grigio blu,
divenne di colpo, nei suoi punti più alti, una massa abbagliante color rosa arancione, mentre le
parti più basse restavano in un’ombra opalescente violetta e blu soffusa di verde; l’intera
massa si distaccava con sorprendente nitidezza di contorni e di dettagli sul cielo divenuto più
oscuro dietro di lei. E ben presto tutte le cime, l’una dopo l’altra si rivestirono di quello stesso
rosa radioso dell’aurora. Sentivo che era troppo perché potesse essere afferrato da un solo
piccolo spirito mortale; ero un intruso in un luogo sacro. Era qualcosa di magico ed al di là
delle proprie conoscenze umane esser lassù a contemplare il risveglio della Natura. Nulla
Poteva collegare quella scena divina alla vita degli uomini che avevo lasciato laggiù
nell’oscurità sotto di me….
Recentemente ho letto in qualche posto “Nelle calde città dove si accalcano gli uomini si ha
bisogno assoluto di qualcosa a cui attaccarsi. Ma qui tu non cerchi nulla..tu sai. L’io si annulla
C’è nella Natura uno scopo mistico che ti riguarda…da lontano non individualmente.”
“Puoi avere un sogno tutto tuo, ma fai tutt’uno con gli infiniti fili d’erba e con i piccoli sassolini
rotondi, senza privilegi”
L’uomo ha i suoi compagni nella Natura in mezzo alle piante e agli animali della foresta. Per
quelli che hanno occhi per vedere e orecchie per intendere, la foresta è ad un tempo
laboratorio, club e Tempio. Qui si comprende la piccolezza dell’uomo ed i suoi effimeri sforzi a
lottare ed affaccendarsi per cose meschine che poi non importano. Si comprende, in modo
vago, inadeguato forse, ma si comprende che c’è una potenza intorno a noi..che c’è il
Creatore..Dio.
Baden-Powell, La strada verso il successo
Uno Spirito divino abita in noi
Non occorre alzare le mani al cielo o scongiurare il sacrestano che ci lasci avvicinare alle
orecchie della statua, quasi potessimo trovare più ascolto: dio è vicino a te, è con te, è dentro
di te. Secondo me, Lucilio, c'è in noi uno spirito sacro, che osserva e sorveglia le nostre azioni,
buone e cattive; a seconda di come noi lo trattiamo, lui stesso ci tratta. (..)In ogni uomo
virtuoso abita un dio (quale non si sa). Se ti troverai davanti a un bosco folto di alberi secolari,
di altezza insolita, dove la densità dei rami, che si coprono l'un l'altro, impedisce la vista del
cielo, l'altezza di quella selva, la solitudine del luogo e lo stupore che desta un'ombra tanto
densa e ininterrotta in uno spazio aperto, ti persuaderà che lì c'è un dio.(…)
Se vedrai un uomo impavido di fronte ai pericoli, libero da passioni, felice nelle avversità,
tranquillo in mezzo alle tempeste, che guarda gli altri uomini dall'alto e gli dèi alla pari, non ti
pervaderà un senso di rispetto per lui? Non dirai: "C'è un qualcosa di troppo grande ed eccelso
perché possa ritenersi simile al povero corpo in cui si trova"? Una forza divina è discesa in lui;
(..) Come i raggi del sole raggiungono la terra, ma non si staccano dal loro punto di partenza,
così l'anima grande e santa, mandata quaggiù per farci conoscere meglio il divino, sta insieme
a noi, ma rimane unita alla sua origine…
Nell'uomo devi lodare quello che non può essergli tolto o essergli dato, quello che gli è proprio.
Chiedi cos'è? L'anima e nell'anima una ragione perfetta. L'uomo è un animale dotato di
42
ragione: il suo bene lo attua appieno, se adempie al fine per cui è nato. Che cosa esige da lui
questa ragione? Una cosa facilissima: che viva secondo la natura che gli è propria.
Senaca, Epistolae ad Lucilium; epist.41
Dal libro della Genesi
Poi Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbia
dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili
che strisciano sulla terra». Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di Dio; li creò
maschio e femmina. Dio li benedisse; e Dio disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi; riempite
la terra, rendetevela soggetta, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e sopra ogni
animale che si muove sulla terra». Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che fa seme sulla
superficie di tutta la terra, e ogni albero fruttifero che fa seme; questo vi servirà di nutrimento.
A ogni animale della terra, a ogni uccello del cielo e a tutto ciò che si muove sulla terra e ha in
sé un soffio di vita, io do ogni erba verde per nutrimento». E così fu. Dio vide tutto quello che
aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Fu sera, poi fu mattina: sesto giorno(...)allora il Signore
Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo
divenne un essere vivente.
Vitello d'Oro? No, Grazie.
1
Il popolo, vedendo che Mosè tardava a scendere dalla montagna, si affollò intorno ad Aronne
e gli disse: “Facci un dio che cammini alla nostra testa, perché a quel Mosè, l’uomo che ci ha
fatti uscire dal paese d’Egitto, non sappiamo che cosa sia accaduto”. 2 Aronne rispose loro:
“Togliete i pendenti d’oro che hanno agli orecchi le vostre mogli e le vostre figlie e portateli a
me”. 3 Tutto il popolo tolse i pendenti che ciascuno aveva agli orecchi e li portò ad Aronne. 4
Egli li ricevette dalle loro mani e li fece fondere in una forma e ne ottenne un vitello di metallo
fuso. Allora dissero: “Ecco il tuo Dio, o Israele, colui che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto! ”. 5
Ciò vedendo, Aronne costruì un altare davanti al vitello e proclamò: “Domani sarà festa in
onore del Signore”. 6 Il giorno dopo si alzarono presto, offrirono olocausti e presentarono
sacrifici di comunione. Il popolo sedette per mangiare e bere, poi si alzò per darsi al
divertimento.
L’episodio del vitello d’oro rappresenta una situazione che gli uomini e le donne di tutti i tempi
hanno vissuto: ritenere che se Dio è nostro Padre, se vuole essere con noi allora agisca
presto e secondo i nostri pensieri, i nostri bisogni…altrimenti ci creiamo il nostro dio…
Guardiamoci intorno: quanti vitelli d’oro girano per le nostre strade e vengono osannati come il
rimedio ai nostri problemi? Ma quali sono i problemi? Tanti e complicati si sarebbe tentati di
dire subito. Invece a ben guardare in fondo in fondo si vorrebbe trovare una formula di vita,
una formula magica o una ricetta, che ci permetta di vivere a lungo senza preoccupazioni,
sempre belli e sulla cresta dell’onda, col successo assicurato, sempre migliori degli altri,
sempre più avanti degli altri…
Ma esiste veramente una formula della vita?
…Abbi il coraggio di stare con te stesso, di lasciarti condurre per mano da Dio nel cuore della
vita; quel Dio Padre che ha un cuore grande come quello di una Madre. È un Dio in viaggio
con la vita; se vuoi fare la strada con lui immergiti anche tu nella vita...
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Vedi, io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; 16 poiché io oggi ti
comando di amare il Signore tuo Dio, di camminare per le sue vie, di osservare i suoi comandi,
le sue leggi e le sue norme, perché tu viva e ti moltiplichi e il Signore tuo Dio ti benedica nel
paese che tu stai per entrare a prendere in possesso. 17 Ma se il tuo cuore si volge indietro e
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se tu non ascolti e ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dei e a servirli, 18 io vi dichiaro
oggi che certo perirete, che non avrete vita lunga nel paese di cui state per entrare in
possesso passando il Giordano. 19 Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti
ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita,
perché viva tu e la tua discendenza, 20 amando il Signore tuo Dio, obbedendo alla sua voce e
tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua vita e la tua longevità, per poter così abitare sulla terra
che il Signore ha giurato di dare ai tuoi padri, Abramo, Isacco e Giacobbe».
Domande per la riflessione:
Come vivi la vita? Che sapore ha per te?
Per cosa vivi la tua vita?
Dovesse venire meno cosa non avrebbe più senso la tua vita??
quali sono le persone / cose importanti per la tua vita adesso?
riconosci qualche vitello d’oro, qualche idolo, nella vita che vivi?
Sei disposto/a a liberartene?
In che senso ti senti in viaggio nella vita? Come è il tuo esodo in questo momento?
Pensiamoci su…
« Se la matematica e la scienza prendessero il posto della religione e della superstizione nelle
scuole e nei media, il mondo diventerebbe un luogo più sensato, e la vita più degna di essere
vissuta. Che ciascuno porti dunque il suo contributo, grande o piccino, affinché questo
succeda, per la maggior gloria dello Spirito Umano. »
“ In fondo, la critica al Cristianesimo potrebbe dunque ridursi a questo: che essendo una
religione per letterali cretini, non si adatta a coloro che, forse per loro sfortuna, sono stati
condannati a non esserlo “
Intelligenza-Anima
Hai questa Intelligenza…ma essa resta sciupata se tu non la usi, oppure se l’adoperi male,
come per esempio, nel caso tu prenda a discutere col vicino della porta accanto su qualche
meschina questione di politica e di credo, mentre hai attorno a te tutto il vasto universo e Dio
per cui lavorare.
La cosa strana è che ci sono state nel mondo più guerre e contestazioni per la religione che
per ogni altra causa.
Peggio che strano è addirittura ridicolo, ma nello stesso tempo è vero, che più teniamo alle
nostre credenze religiose e più tendiamo ad avere una mentalità ristretta di fronte alle idee
religiose altrui.
Dimentichiamo così che noi siamo tutti figli di uno stesso Padre, e che noi tutti ci sforziamo di
fare la sua volontà, sia pure in modi diversi modi.
Vi è una cosa tuttavia, di cui sono sicuro:cioè che Dio non è un personaggio di mentalità
ristretta, come certi sembrano immaginarLO, ma un immenso Spirito d’Amore che è superiore
alle piccole differenze di forma, di credo o di denominazione e che benedice ogni uomo che
faccia veramente del proprio meglio al Suo servizio, secondo i lumi di ciascuno.
..quella scintilla d’Amore che esiste in ogni uomo se non viene esercitata si perde e muore; al
contrario se tu metti te stesso al servizio degli altri, ti renderai conto di stare sviluppando in te
quella scintilla d’Amore finchè diventerà talmente forte da sollevarti gioiosamente al di sopra di
tute le piccole difficoltà e noie della vita…Quest’Amore è la “particella divina” che è in ciascuno
di noi: è la nostra anima.
Più noi dispensiamo al nostro prossimo L’Amore e la Carità più sviluppiamo la nostra anima.
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(…) finchè essa da particella divina che era, sarà divenuta parte di Dio stesso. È là che si trova
la felicità di poter essere giocatori nella squadra di Dio. Non vi è superstizione in tutto ciò come
gli atei pretendono. È un fatto concreto e rimane possibile ad ogni uomo, ricco o povero che
sia, di gioirne purchè egli si sforzi di arrivarci.
Baden-Powell, La strada verso il successo
E un vecchio sacerdote disse:
Parlaci della Religione.
E lui rispose:
Ho forse parlato d'altro oggi?
Non è forse la religione ogni azione e ogni riflessione,
E ciò che non è né azione né riflessione, ma stupore e sorpresa che
sempre scaturiscono nell'anima,
Anche quando le mani spaccano la pietra o tendono il telaio?
Chi può separare la sua fede dalle sue azioni e il suo credo dal suo lavoro?
Chi può disporre davanti a sè le proprie ore dicendo,
"Questa è per Dio e questa è per me stesso, questa è per la mia anima e
questa per il mio corpo?".
Tutte le vostre ore sono battiti d'ali nello spazio da un essere all'altro.
Colui che indossa la moralità come l'abito migliore, sarebbe meglio
stesse nudo.
Il vento e il sole non squarceranno la sua pelle.
E colui che fa dell'etica un limite al comportamento, ingabbia il suo canto.
Il canto più libero non passa tra fili e sbarre.
E colui per il quale l'adorazione è una finestra che si apre e si chiude,
Non ha ancora visitato la dimora della sua anima le cui finestre sono
aperte da aurora a aurora.
La vita quotidiana è il vostro tempio e la vostra religione.
Ogni volta che vi entrate portate con voi tutto il vostro essere.
Portate l'aratro, la fucina, il martello e il liuto,
Le cose forgiate per bisogno o per diletto.
Poiché nella devozione non potrete elevarvi al di sopra delle vostre
riuscite,
Né cadere più in basso dei vostri fallimenti.
E prendete con voi tutti gli uomini,
Poiché nell'adorazione non potete volare più in alto delle vostre
speranze, né umiliarvi oltre la loro disperazione.
Se volete conoscere Dio, non siate dunque solutori di enigmi.
Piuttosto guardatevi intorno e vedrete Dio giocare con i vostri bambini.
Guardate nello spazio, e vedrete Dio camminare sulla nube, aprire le
braccia nel lampo e scendere nella pioggia.
Vedrete Dio sorridere nei fiori e nelle cime degli alberi vedrete il
fremito delle sue mani.
Khalil Gibran, Il profeta
Glossario
Religione: è un complesso di credenza , comportamenti , atti rituali e culturali, mediante cui un
gruppo umano esprime un rapporto con il sacro. Le religioni sono sempre in qualche misura
istituzioni sociali, cioè sono condivise, dotate di regole e strutture sociali ordinate, dove singoli
individui sono spesso designati a qualche ruolo o prerogativa collegate alla prassi religiosa.
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Dal latino relìgio(=considerazione, cura riguardo a qualcosa), dal verbo relegere, ossia
"rileggere", intendendo una rilettura degli eventi naturali come opera di entità soprannaturali.
Per altri dal verbo religàre, cioè "legare, vincolare", nel significato di legare l'uomo alla divinità.
Religàre può indicare anche l'idea di vincolare gli uomini nella comunità, sotto le stesse leggi e
lo stesso culto.Altre possibili etimologie fanno risalire la parola ai verbi relegàre ("allontanare,
dividere", che sottolinea la separazione tra le cose sacre e profane), religere ("considerare
diligentemente" gli dei), e re-eligere (scegliere ancora, effettuare una nuova scelta).
…in base al numero e alla qualità della divinità si distinguono:
• Monoteismo: la fede in una sola divinità identificata con il termine Dio. È noto che
spesso si è avuta un'evoluzione da un culto di tipo enoteistico, dove i fedeli accettano
l'esistenza di altri dei stranieri, ma adorano solo ed esclusivamente il loro dio, a quello
monoteistico.
• Il politeismo è un tipo di religione e di culto in cui il credo si fonda sulla devozione o
l'adorazione di più dèi o divinità, posti o meno sullo stesso piano di importanza.
• L'enoteismo è una forma di culto intermedia tra politeismo e monoteismo in cui viene
venerata in particolar modo una singola divinità senza tuttavia negare l'esistenza di altri
dei accanto ad essa.
• Panteismo letteralmente significa "tutto è dio/divino". Normalmente questo si collega
alla convinzione che Dio sia coincidente con tutto l'esistente, l'intero universo o la
natura.
• L'animismo è la forma di religiosità che attribuisce un principio vitale ("anima") ad
esseri od oggetti materiali (in molti casi le fedi animistiche attribuiscono virtualmente tale
qualità ad ogni oggetto o realtà esistente)
Ateo: questa parola può indicare colui che afferma la non-esistenza di una divinità
immanente, oppure colui che considera il concetto di essere soprannaturale come una
costruzione mentale dell'uomo; all'estremo opposto, nell'accezione più larga possibile ateo è
sinonimo di non credente, nel senso per cui laddove il teista crede, e spesso afferma,
l'esistenza del divino, l'ateo non lo fa.
Agnosticismo (dal greco a-gnothein let. non sapere) indica un atteggiamento concettuale con
cui si sospende il giudizio rispetto a un problema, poiché non se ne ha (o non se ne può avere)
sufficiente conoscenza. Nello specifico questa posizione è solitamente assunta rispetto al
problema della conoscenza di Dio.
Si suole distinguere, riguardo alle persone non credenti in una religione, tra ateismo e
agnosticismo: mentre l'agnostico afferma semplicemente l'impossibilità di conoscere la verità
sull'esistenza di Dio o di altre forze soprennaturali, l'ateo, al contrario, afferma con certezza
che non esiste alcun Dio o qualsiasi altro tipo di entità o forza superiore.
46
- CATTURA, MARTIRIO E MORTE DI SAN PAOLO MATTINA
Paolo viene giustiziato da Nerone perché cristiano e soldato di Cristo..
La prigione di Paolo, pur essendo vera prigione, lo è in modo blando. Non è una prigione
severa. San Paolo può studiare, può scrivere e ricevere chi vuole. Anche in prigione Paolo non
dimentica la sua missione:
“Io sono incatenato ma la Parola di Dio vola libera.”
Il condannato viene portato in una cella la sera prima della morte. Ha solo poche ore di vita e
quindi non ha bisogno di nulla. Non è neppure incatenato perché ha ormai chiara coscienza
della sua condanna:
6
Quanto a me, il mio sangue sta per essere sparso in libagione ed è giunto il momento di
sciogliere le vele. 7Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato
la fede. 8Ora mi resta solo la corona di giustizia che il Signore, giusto giudice, mi consegnerà in
quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti coloro che attendono con amore la sua
manifestazione.
9
Cerca di venire presto da me, 10perché Dema mi ha abbandonato avendo preferito il secolo
presente ed è partito per Tessalonica; Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia. 11Solo
Luca è con me. Prendi Marco e portalo con te, perché mi sarà utile per il ministero. 12Ho inviato
Tìchico a Èfeso. 13Venendo, portami il mantello che ho lasciato a Tròade in casa di Carpo e
anche i libri, soprattutto le pergamene. 14Alessandro, il ramaio, mi ha procurato molti mali. Il
Signore gli renderà secondo le sue opere; 15guàrdatene anche tu, perché è stato un accanito
avversario della nostra predicazione.
16
Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; tutti mi hanno abbandonato. Non
se ne tenga conto contro di loro. 17Il Signore però mi è stato vicino e mi ha dato forza, perché
per mio mezzo si compisse la proclamazione del messaggio e potessero sentirlo tutti i Gentili:
e così fui liberato dalla bocca del leone. 18Il Signore mi libererà da ogni male e mi salverà per il
suo regno eterno; a lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Imprigionato, Paolo partecipa alla vita di Cristo..
24
Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che
manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa. 25Di essa sono diventato
ministro, secondo la missione affidatami da Dio presso di voi di realizzare la sua parola, 26cioè
il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi, 27ai quali Dio
volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo ai pagani, cioè Cristo in
voi, speranza della gloria. 28È lui infatti che noi annunziamo, ammonendo e istruendo ogni
uomo con ogni sapienza, per rendere ciascuno perfetto in Cristo. 29Per questo mi affatico e
lotto, con la forza che viene da lui e che agisce in me con potenza.
…e lancia un vibrante richiamo al suo popolo..
12
Desidero che sappiate, fratelli, che le mie vicende si sono volte piuttosto a vantaggio del
vangelo, 13al punto che in tutto il pretorio e dovunque si sa che sono in catene per Cristo; 14in
tal modo la maggior parte dei fratelli, incoraggiati nel Signore dalle mie catene, ardiscono
annunziare la parola di Dio con maggior zelo e senza timore alcuno. 15Alcuni, è vero,
predicano Cristo anche per invidia e spirito di contesa, ma altri con buoni sentimenti. 16Questi
lo fanno per amore, sapendo che sono stato posto per la difesa del vangelo; 17quelli invece
predicano Cristo con spirito di rivalità, con intenzioni non pure, pensando di aggiungere dolore
alle mie catene. 18Ma questo che importa? Purché in ogni maniera, per ipocrisia o per sincerità,
Cristo venga annunziato, io me ne rallegro e continuerò a rallegrarmene. 19So infatti che tutto
questo servirà alla mia salvezza, grazie alla vostra preghiera e all'aiuto dello Spirito di Gesù
Cristo, 20secondo la mia ardente attesa speranza che in nulla rimarrò confuso; anzi nella piena
47
fiducia che, come sempre, anche ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia
che io muoia.
21
Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. 22Ma se il vivere nel corpo significa
lavorare con frutto, non so davvero che cosa debba scegliere. 23Sono messo alle strette infatti
tra queste due cose: da una parte il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo,
il che sarebbe assai meglio; 24d'altra parte, è più necessario per voi che io rimanga nella carne.
25
Per conto mio, sono convinto che resterò e continuerò a essere d'aiuto a voi tutti, per il
progresso e la gioia della vostra fede, 26perché il vostro vanto nei miei riguardi cresca sempre
più in Cristo, con la mia nuova venuta tra voi.
30
Paolo trascorse due anni interi nella casa che aveva preso a pigione e accoglieva tutti quelli
che venivano a lui, 31annunziando il regno di Dio e insegnando le cose riguardanti il Signore
Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento.
La parola della fine non è la morte di Paolo, si tratta invece dello sviluppo del Cristianesimo e
della Buona Novella portati in lungo e in largo dal grande testimone del Risorto.
La vita di Paolo, dunque, si conclude confermando quella scelta che aveva intrapreso sulla via
di Damasco. Quella via rimane per lui valida anche in punto di morte.
A tal proposito Oscar Romero raccontava di un beduino che guidava una carovana di
esploratori. Quando sbagliavano pista diceva continuamente: “non di qua ma di là, non di qua
ma di là, non di qua ma di là”. Alla fine uno degli esploratori, seccato per queste continue
insistenze, tirò fuori la pistola e gli sparò, mentre lui ancora gridava : “non di qua ma di là”.
Noi dobbiamo continuare ad essere il dito puntato verso la verità anche quando ci costa fatica:
non di qua ma di là; dobbiamo essere un segnale per tutti quanti. Siamo la freccia stradale
incredibile, bellissima della testimonianza. Perché siamo consapevoli che la strada è quella
giusta.
Preghiera dell'abbandono
Padre mio,
io mi abbandono a Te,
fà di me ciò che ti piace.
Qualunque cosa
Tu faccia di me,
Sono pronto a tutto,
accetto tutto,
purchè la tua volontà
si compia in me
e in tutte le tue creature.
Non desidero niente altro,
Dio mio.
Rimetto l'anima mia
nelle tue mani,
te la dono, Dio mio,
con tutto l'amore
del mio cuore
perchè ti amo,
ed è per me
una esigenza d'amore
il darmi,
il rimettermi
nelle tue mani,
senza misura,
con una confidenza infinita
poichè Tu sei il Padre mio.
P. De Foucauld
SERA
“Tenete a mente che chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con
larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore,
non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia.”
S.Paolo
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Disse allora un ricco: Parlaci del DONARE. Ed egli rispose: voi non date che cose di poco
conto, quando date qualcosa dei vostri beni. E’ quando date qualcosa di voi stessi che date
veramente. Poiché cosa sono i vostri beni se non cose che serbate e custodite per paura di
averne bisogno domani? E la paura della sete quando il vostro pozzo è pieno, non è forse
insaziabile sete? Ci sono quelli che danno poco del molto che hanno – e lo danno per avere un
riconoscimento, e questo loro desiderio nascosto rende insalubri i loro doni. E ci sono quelli
che hanno poco e danno tutto. Questi sono coloro che credono nella vita e nella sua
generosità, e il loro scrigno non è mai vuoto. Ci sono quelli che danno con gioia, e quella gioia
è la loro ricompensa. E ci sono quelli che danno con pena, e quella pena è il loro battesimo. E
vi sono quelli che danno e nel dare non conoscono pena, né cercano gioia, né danno con
consapevolezza di virtù; essi sono come il mirto che diffonde la sua fragranza, nello spazio
laggiù nella valle. E’ attraverso le mani di siffatte persone che Dio parla ed è da dietro i loro
occhi che Egli sorride sulla terra. E’ bene dare quando vi viene chiesto, ma è ancor meglio
capire e dare spontaneamente, quando nulla vi viene chiesto, e per chi è generoso, la ricerca
di qualcuno che riceverà, è gioia più grande del dare. E c’è forse qualcosa che vorreste
trattenere? Tutto quel che avete verrà dato un giorno. Perciò date ora, affinché la stagione dei
doni possa essere vostra e non dei vostri eredi. Voi dite spesso: “Io darei, ma solo ai
meritevoli”. Gli alberi del vostro frutteto non parlano così, e neppure le greggi del vostro
pascolo. Essi danno per poter vivere, poiché trattenersi significa perire. Prima badate che voi
stessi meritiate di essere dei donatori e strumenti del dare. Poiché in verità è la Vita che dà alla
Vita – mentre voi che vi credete donatori, non siete che testimoni. E voi che ricevete – e siete
tutti dei riceventi – non addossatevi il peso della gratitudine, piuttosto i doni siano le ali sulle
quali voi e il donatore vi eleverete insieme, memori della generosità, che ha per madre la
spontanea e generosa terra e Dio per padre.
Kahlil Gibran, Il Profeta
Semina, semina.
L’importante è seminare: un po’ ...molto...tutto.. il grano della speranza.
Semina il tuo sorriso, perchè tutto splenda intorno a te.
Semina la tua energia, la tua speranza per combattere
e vincere la battaglia quando sembra perduta.
Semina il tuo coraggio per risollevare quello degli altri.
Semina il tuo entusiasmo per infiammare quello del tuo prossimo.
Semina i tuoi slanci generosi i tuoi desideri, la tua fiducia, la tua vita.
Semina tutto ciò che c’è di bello in te, le più piccole cose, i nonnulla.
Semina, semina e abbi fiducia.
Ogni granellino arricchirà un piccolo angolo della terra.
49
28 AGOSTO 2009
Area Pic-Nic – Civita 492m
~4 km
- MESSA Dalla prima lettera di san Paolo ai Corinzi (1Cor 13)
Fratelli, se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono
come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se avessi il dono della profezia e
conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da
trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte
le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi
giova.
La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia,
non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male
ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto
spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle
lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra
profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand'ero
bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto
uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in
maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma
allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto.
Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più
grande è la carità!
Salmo responsoriale (Sal 15)
Rit. Sei tu, Signore, l’unico mio bene
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.
Ho detto a Dio: «Sei tu il mio Signore,
senza di te non ho alcun bene».
Per i santi, che sono sulla terra,
uomini nobili, è tutto il mio amore. Rit.
Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi,
è magnifica la mia eredità. Rit.
Di questo gioisce il mio cuore,
esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro,
né lascerai che il tuo santo veda la corruzione. Rit.
Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena nella tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra. Rit.
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Dal vangelo secondo Giovanni (21,)
Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò
così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di
Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare».
Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella
notte non presero nulla.
Quando già era l'alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era
Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». 6 Allora
disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non
potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava
disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi la
sopravveste, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la
barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio
di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro
Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso or ora». Allora Simon Pietro salì nella barca
e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete
non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava
domandargli: «Chi sei?», poiché sapevano bene che era il Signore.
Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. Questa era la
terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.
Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di
costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti
amo». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi
ami?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse:
«Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. In verità, in
verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma
quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non
vuoi». Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto
questo aggiunse: «Seguimi».
Pietro allora, voltatosi, vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, quello che nella
cena si era trovato al suo fianco e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?».
Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli
rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce
che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto,
ma: «Se voglio che rimanga finché io venga, che importa a te?».
Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti; e noi sappiamo che
la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se
fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che
si dovrebbero scrivere.
51
L'UOMO
E
L A
DONNA
TESTA - Buon carattere
Inteso come forte personalità, cioè una relazione positiva
con se stessi che mira a ottenere la capacità di fare
scelte, di scoprire ciò che si può e si vuole essere, di
prendersi delle responsabilità, di farsi dei programmi
coscienti di vita scoprendo la propria vocazione nel piano
di Dio.
La bocca (il sorriso): il senso della gioia e dell’ottimismo.
Oltre a essere contagiosi sono fondamentali per il
servizio. Ottimismo è sinonimo di fiducia nel futuro che è
una caratteristica indispensabile per chi decide di
impegnarsi in campo educativo dove l’orizzonte è
spostato molto in avanti.
Gli occhi: la lealtà e la fedeltà. Dire quello che si pensa e
dirlo in maniera chiara. Fedeltà è vivere in modo coerente
e costante i valori scelti e i rapporti con le persone,
PARTE SUPERIORE DEL CORPO - Buona abilità
manuale
Intesa come relazione creativa con le cose che mira ad
ottenere un’intelligenza e una progettualità pratiche; una
capacità di autonomia concreta in grado di valorizzare
quello che si ha perché lo si sa usare e di realizzare le
cose partendo da mezzi poveri.
Il cuore: la passione nel fare le cose.
PARTE INFERIORE DEL CORPO - Buona salute fisica
Intesa come conoscenza e rapporto positivo con il proprio
corpo in quanto dono di Dio e fonte di relazione con gli
altri e con l’ambiente e strumento di servizio al prossimo.
La pancia: ricercare un’alimentazione sana, riposarsi
correttamente e ricercare ritmi naturali di vita. Il corpo è
un dono di Dio che va gestito e custodito con cura
rifiutando tutto ciò che può arrecarvi danno, come, ad
esempio, droghe, alcool, fumo, ecc.
I genitali: vivere correttamente e serenamente la propria
sessualità. Crescere insieme alle persone vicine, diverse
nel corpo, nella storia, nelle aspirazioni, sapendo cogliere
la reciprocità, che non è solo riconoscimento,
accettazione e valorizzazione della diversità sessuale,
TUTTO IL CORPO - Servizio al prossimo e annuncio e testimonianza del Vangelo
Intesi come attenzione all’amore per gli altri, al bene comune e alla solidarietà, a scoprire la ricchezza
della diversità nelle persone, a vivere e lavorare insieme per costruire un mondo più giusto, a rendersi
utili in qualunque momento ciò sia richiesto, mettendo sa disposizione i propri talenti. Rispondendo
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della Partenza
superando superficialità e leggerezza, sapendo riprendere
il cammino dopo un fallimento. Essere fedeli è assumere
responsabilmente la ricchezza e la complessità del
proprio progetto di vita.
Il cervello: la mentalità progettuale. Capacità di analisi
critica, di valutazione delle risorse, di condivisione dei ruoli
e dei compiti, e volontà di completare ciò che si è
iniziato…in sintesi lo scouting OSSERVARE (analizzare)
– DEDURRE (valutare le risorse necessarie) – AGIRE
(realizzare le cose con stile, cioè nel modo migliore
possibile).
Le orecchie: il rispetto dei diritti e l’assunzione di
responsabilità. Essere consapevoli dei diritti e dei doveri
sociali. L’ascolto e la conoscenza della realtà e delle sue
contraddizioni, mostra come e dove operare, nello spirito
di Cristo, per il bene comune e per il cambiamento di tutto
ciò che lo ostacola.
Le mani: il sapere fare le cose e la gioia nell’insegnarle
agli altri.
Le braccia: la disponibili al lavoro e la concretezza.
I polmoni: l’esssenzialità. – Essenzialità è sapere ciò che
è realmente importante nella vita, al di là del superfluo,
contro ogni consumismo, pensando ad esempio che la
Torre Eiffel è l’insieme di tanti pezzi di ferro che insieme
valgono poco.
sociale e culturale dell’ altro/a, ma anche relazione da cui
non si può prescindere per giungere alla piena
consapevolezza di sé.
Le gambe: la vita all’aperto. Non esiste scoutismo senza
natura! “Scout…out!”. “L’aria aperta è la chiave del
successo: è per mezzo suo che lo scoutismo esiste”. (B.P., Libro del capo)
I piedi: camminare per strada sapendo affrontare la fatica
e la sofferenza. Camminare permette di conoscere,
dominare e superare se stessi da il gusto dell’avventura;
portare lo zaino e dormire sotto la tenda ci insegnano
l’essenzialità e il senso della propria precarietà e fanno
sperimentare situazioni di povertà, di solitudine e di
lontananza dalle comodità. Camminare nella natura aiuta
a vedere le cose e se stessi come creature di Dio.
alla chiamata di essere membri vivi della Chiesa, il Vangelo deve essere conosciuto e approfondito
(catechesi), annunciato (evangelizzazione), celebrato (liturgia) e vissuto (testimonianza). Il servizio al
prossimo è il modo abituale di relazione con i fratelli e occasione di crescita personale; si dona con
competenza solo se si è saputo accogliere i bisogni di chi ci sta intorno e se si è maturato la
consapevolezza che il più grande bene non è quello personale, ma il bene di tutti.
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NUMERI UTILI
Ente Parco
0973.669311
Emergenza Ambientale – Corpo Forestale dello Stato
1515
Pronto Soccorso
118
Club degli Escursionisti
0981.73387
Club Alpino Italiano - Sez. Castrovillari
0981.4471 - 0981.44471
WWF - Pollino
339.7697806
Pro-Loco Civita
333.2904534
S.A.J. Autolinee
0981.500331
Parrocchia Santa Maria Assunta
0981.73193
Stazione Trebisacce
0981.500986
Stazione Crotone
0962.22178
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