Guida alla lettura delle immagini

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Guida alla lettura delle immagini
Trittico : Resistenza Resurrezione Liberazione
Resistenza
Resurrezione
Liberazione
Trittico : Resistenza, Resurrezione, Liberazione
Colpito nel profondo dalle vicende belliche, Chagall taglia una sua tela precedente, “Rivoluzione” del 1937, per dare vita
al trittico, “Resistenza, Resurrezione e Liberazione ” che porterà a termine solo nel 1952.
La lettura procede da sinistra verso destra, tutto ciò che accade nella prima tela si evolve nella seconda e si conclude
nella terza.
Nel primo pannello: la “Resistenza”, il dolore e la distruzione imperversano su Vitebsk, la cittadina natale del pittore,
che per Chagall diventa simbolo del mondo ebraico e dell’Europa distrutta dalla guerra e dalla follia. Gli abitanti cercano
di fuggire in un cielo rosso fuoco o sangue, un raggio di luce illumina un gruppo di persone. Cristo si erge al centro,
simbolo di questo dolore e se ne fa carico. Dietro e intorno al Cristo crocefisso la popolazione di Vitebsk e del mondo, in
particolare quello ebraico che si oppone allo sterminio, alla distruzione, ai fucili dei soldati. Chagall si ritrae a terra con
una smorfia di dolore.
Nel pannello che illustra la “Resurrezione”, i popoli cercano la soluzione alle loro tristi e dolorose vicissitudini trovando
la forza per superarle nella fede e nell’organizzazione della ricostruzione . Accanto a Cristo in croce c’è un rabbino e una
donna che tiene in braccio il suo bambino cercando salvezza, conforto, speranza. Chagall raffigura se stesso come uno
spirito( è azzurro) parallelo alla croce e a testa in giù, con lo sguardo fisso mentre dipinge il Cristo sofferente. Il cielo è
ancora di colore rosso sangue, ma una luce si alza dalla folla ad indicare il cammino, la resurrezione, la rinascita.
Nel terzo pannello: la “Liberazione”, il Cristo protagonista dei primi due dipinti , ora è una figura lontana, confusa nella
gioia della libertà e nell’esaltazione della vita. Gli ebrei festeggiano la liberazione danzando e cantando inni alla vita.
Al centro un grande cerchi giallo, il sole illumina l’atmosfera inondandola di luce; trionfa la fiducia nell’avvenire, ora
l’aria è luce e pace. Nel paese ritorna la serenità e amore, simboleggiati dai 2 sposi fluttuanti sul tetto. Il popolo di Mosè
danza sollevando le Tavole della Legge: è vivo.
Crocifissione bianca", 1938
Olio su tela, 155 x 140 cm. The Art Institute, Chicago
Crocifissione bianca", 1938
Il dipinto è ispirato alla persecuzione degli Ebrei nell’Europa centrale ed orientale, preludio delle atroci sofferenze che
avrebbero subito negli anni della Seconda Guerra Mondiale da parte dei nazisti.
Il colore bianco è simbolo di un mondo in cui tutti i colori sono scomparsi. La prevalenza del bianco attenua e astrae la
drammaticità dei contenuti chiaramente espressi dalle singole figure.
Il Cristo centrale è un martire ebreo, icona immateriale e diafana sovrastante la luce delle candele della menorah, il
candelabro ebraico.
Sopra la testa di Cristo sono dipinte figure del Vecchio Testamento che piangono nel vedere ciò che sta accadendo.
Dalla figura centrale di Cristo, rappresentato secondo la tradizionale iconografia del Christus patiens, cioè del Cristo
sofferente, si irradiano le altre figurine simbolo di martirio e violenza subita, con esplicito riferimento alla tragedia della
persecuzione antisemita.
In alto a sinistra i soldati assaltano un villaggio, forse Vitebsk, rappresentato da un gruppo di case-giocattolo, tutte rotte
e capovolte, di cui una in fiamme.
Una sinagoga sta bruciando in alto a destra.
A sinistra un uomo anziano in camicia azzurra, che nella prima versione del quadro aveva sul petto la scritta "Sono un
ebreo", e un altro col rotolo della Legge scappano.
Una piccola barca sovraccarica di persone rappresenta il tentativo disperato degli ebrei di sfuggire alla brutalità
impietosa dei loro persecutori.
Nell’angolo in basso a destra un vecchio fugge portando le sue poche cose in un fagotto.
"Esodo", 1952-66
Olio su tela, 130 x 162,3 cm. Centre Pompidou, Parigi
"Esodo", 1952-66
Olio su tela, 130 x 162,3 cm. Centre Pompidou, Parigi
In questo dipinto Chagall racconta l’esodo del popolo ebraico nel passato recente della Seconda Guerra Mondiale, in
quello dei pogrom d’inizio secolo e in quello remoto della fuga dall’Egitto: sono annullate le distanze temporali.
Il centro della scena è dominato dalla gialla figura di Cristo in croce. Sotto le braccia aperte e inchiodate al legno della
croce del Cristo, si ammassa numeroso il popolo eletto in un lungo corteo che si snoda verso il centro della
composizione.
Tra la moltitudine si scorgono alcune figure ricorrenti dell’arte di Chagall: il rabbino che abbraccia la Torah, il rotolo della
legge, l’ebreo errante con il sacco sulle spalle, la capra verde accanto a Mosè con le tavole della legge e Bella, la moglie
dell’artista, sotto la huppah, il baldacchino nuziale, vestita con l’abito da sposa.
Tutto il popolo si allontana dall’Egitto cantando, pregando, soffrendo. La figura di Mosè è la luminosa guida, a loro si
uniscono gli ebrei di Vitebsk che si allontanano dalle case incendiate dall’orrore nazista.
Il gallo presente è simbolo di speranza.
"La guerra", 1943
Olio su tela, 100 x 76 cm. Centre Pompidou, Parigi
"La guerra", 1943
Chagall dipinge questo quadro durante la seconda guerra mondiale.
Il blu della notte di Vitebsk, cittadina natale del pittore, viene improvvisamente rischiarato dai gialli bagliori delle
fiamme che si alzano dalle case.
La città sottosopra cade in rovina mentre i suoi edifici crollano, la strada è inondata di sangue e un uomo vi giace
esanime. Gli animali impazziscono e rovesciano i carri. La fuga disperata è l’unica soluzione. I toni del dipinto sono accesi
e violenti, il rosso sembra allargarsi ed estendersi fino ad inghiottire la tela, agitando l’animale in primo piano ,di solito
mansueti. In questo dipinto immortala la distruzione della sua amata città
“Guerra”
Il bue scuoiato 1947
Il bue scuoiato 1947
Olio su tela, 101 x 81 cm. Collezione privata, Parigi
Chagall dipinge quest’opera a due anni di distanza dalla fine dell’Olocausto.
Il gigantesco animale scuoiato è un monumento a sei milioni di vittime innocenti. Il rosso della carne e del sangue è
evidenziato dal contorno nero e intensificato dalla forma tendenzialmente triangolare delle zampe posteriori, del corpo
e della testa del bue.
Sullo sfondo, a contrasto, c’è il bianco delle case e delle strade innevate di Vitebsk.
In alto a destra si vede il nonno del pittore in volo. Sopra di lui, c’è una candela, simbolo di pace domestica e di speranza
in una felicità futura. A sinistra, in basso, il gallo che annuncia l’alba è simbolo di speranza nella resurrezione.

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