introduz revisionismo olocaustico

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introduz revisionismo olocaustico
INTRODUZIONE AL REVISIONISMO OLOCAUSTICO
(....IN ATTESA DI UN 'FILM'...)
di Dagoberto Husayn Bellucci
"Lasciate dire; lasciatevi biasimare, condannare, imprigionare; lasciatevi perdere, ma
pubblicate il vostro pensiero. Non è un diritto, è un dovere. La verità è tutto per tutti.
Parlare è bene, scrivere è meglio; stampare è cosa eccellente...Il vostro pensiero se
buono è utile, se cattivo può essere corretto e reso profittevole. Ma l'abuso?
Parola stolta; sono coloro che l'hanno inventata che abusano della stampa
pubblicando ciò che vogliono, ingannando, calunniando, e negando la risposta."
(Paul Louis Curier)
Gli studi revisionisti sul presunto/preteso "olocausto ebraico" da anni
rappresentano un importante fronte di indagine conoscitiva e di analisi storiografica
mirante lo smascheramento della pluridecennale prassi di 'inondazione menzognera'
operata scientificamente a cominciare dall'immediato secondo dopoguerra mondiale
dalle centrali di disinformazione sioniste internazionali.
L'efficacia della ricerca revisionista, volta non tanto a "negare" (come
spregiativamente gli storici "ufficiali" e sistemici sono usi a definire chiunque si
'avventuri' con spirito di giustizia e di verità e in modo disinteressato e sereno alle
tesi revisioniste) l'esistenza storica della persecuzione ebraica attuata
legittimamente, 'giudiziosamente' e radicalmente dal Governo nazionalsocialista della
Germania del Terzo Reich, risulta conforme ad una riflessione che sia
onnicomprensiva della "questione maledetta" considerando l'asfittica presenza di
soggetti giudei e giudaizzanti nelle principali redazioni di quotidiani, riviste e giornali
a larga diffusione, nei telegiornali nazionali e spesso in quelli locali e infine sulla rete
web ovvero all'interno del mondo virtuale dei cerebrolesi 'pippeggianti' sui tasti
computatorio-informatici che sono abituati da anni a procedere alla schedatura "online" dei cosiddetti "antisemiti" stilando liste di proscrizione volte a defenestrare dal
"consorzio civile" i presunti autori di scritti o le case editrici , i direttori di riviste e
quotidiani che hanno loro concesso spazi di verità.
Verità si badi bene intesa nel più alto senso del termine. E' questione di verità
storica quella che si va contrapponendo tra gli studiosi del revisionismo e i loro tanti , 'troppi' ...mai troppi a dire il vero - denigratori asserviti ai diktat sinagogici e
compiacenti alla Lobby. Perchè è evidente, lapalissiano, che esista una Lobby ebraica
nel nostro paese e che eserciti la propria influenza con una 'marcatura a uomo'
degna del miglior terzino di tutti i tempi ( ...il pensiero 'corre' indietro con la
memoria ad un 'certo' Claudio Gentile ed a due memorabili partite disputate contro
Argentina e Brasile durante l'edizione della Coppa del Mondo 1982...quella
'spagnola'...Maradona e Zico letteralmente 'annullati' dalla rabbia, determinazione e
sudore del 'mastino' juventino..autentico segugio...).
La Lobby ebraica esiste ed è straordinariamente forte: determinata a
condizionare la vita culturale e più o meno indirettamente quella politica dell'italiche
genti , da anni questa consorteria di antichi usurai e straccivendoli ha irretito,
contaminato ed infine operato un vero e proprio controllo capillare sulle politiche di
esecutivi, istituzioni, organismi statali, partiti politici, organizzazioni sindacali e
industriali, sfere vaticane e gerarchie ecclesiastiche.
Nessuno sfugge dal controlo sinagogico nell'italietta post-ideologica del
gossippismo e delle sbracate di una classe dirigente decadente, squallida, irrilevante
ed essenzialmente intercambiabile in qualunque momento: centro-destra o centrosinistra, Berlusconi e Prodi (o D'Alema, Veltroni, Franceschini o chicchessia ulivicodiessin-sinistrato), post-fascisti e post-comunisti, 'nere' o 'rosse' che siano le 'carte' il
'mazzo' viene sempre 'deciso' e 'mischiato' dalla kehillah capitolina... Il Portico
d'Ottavia quale 'Grande Fratello' orwelliano della vita culturale e dell'opinionismo
sistemico nazionale...
La questione relativa alla storiografia revisionista risulta quindi
oggettivamente essenziale per spazzare via ogni possibile equivoco: da un lato i
giudei ed i giudaizzanti di ogni risma e latitudine, di qualsiavoglia colore politico e di
qualunque 'razza' ; dall'altro lato chi, coerentemente, ritiene insopprimibile una
battaglia di verità che intenda fuoriuscire dagli schemi del 'politically correct' che in
I'tal'yà , similmente a quanto avviene nel resto dell'Europa kippizzata a dovere e
dell'Occidente 'under controll' , consiste esclusivamente in una serie di esercizi più o
meno quotidiani di inarrivabile 'stile' "ginnico-atletistico" da record
olimpici...genuflessioni continue...
"Ciò che colpisce nello studio della vastissima letteratura consacrata allo
"sterminio" degli ebrei - scriveva venticinque anni fa Carlo Mattogno (1) - , è
l'enorme sproporzione che esiste tra un'accusa così grave e la fragilità delle prove
addotte a sostegno di essa. In effetti l'elaborazione e la realizzazione di un "piano di
sterminio" così gigantesco avrebbe richiesto una organizzazione tecnica, economica e
amministrativa assai complessa, come rileva Enzo Collotti: "Ma è facile comprendere
che una così imane tragedia non poteva essere materialmente opera soltanto di
poche centinaia o anche di poche migliaia di uomini, non poteva realizzarsi senza
un'organizzazione capillare che attingesse aiuti e collaborazione nei settori più
disparati della vita nazionale, praticamente in tutti i rami dell'amministrazione, senza
cioè la connivenza di milioni di persone, che sapevano, che vedevano, che
acconsentivano o che comunque, anche se non erano d'accordo, tacevano e il più
delle volte lavoravano senza reagire a dare il loro contributo all'ingranaggio della
persecuzione e dello sterminio.".
Premesso la notoria prassi ebraica di sovvertimento delle società
"goiym=gentili=non ebraiche" , l'odio atavico riversato dagli ambienti ebraici e
sionistici contro il movimento hitleriano fin dai primi anni Venti risulta conforme a
verità storica il dato fattuale che indica nell'Internazionale Ebraica il principale
vettore disgregativo e degenerativo della vita sociale, politica, economica della
sedicente "repubblica di Weimar" nel periodo compreso tra la fine della prima guerra
mondiale e l'avvento del Terzo Reich. Le principali organizzazioni ebraiche in
Germania come nel resto d'Europa e negli Stati Uniti d'America indicheranno nella
Germania nazionalsocialista un nemico da abbattere con ogni mezzo incitando alla
'canea' massmediatica quotidiani e organi di stampa asserviti alle volontà della
Lobby.
"Il preteso "piano di sterminio ebraico, oltre a non essere corroborato da
alcun documento è decisamente smentito dalla politica nazionalsocialista di
emigrazione ebraica , che in questa sede possiamo delineare nelle sue linee
essenziali. Nella lettera all'amico Gemlich del 16 settembre 1919 considerata "il
primo documento scritto della carriera politica di Hitler", egli riguardo alla questione
ebraica dichiara: "L'antisemitismo della ragione però deve condurre alla lotta e
all'eliminazione legale dei privilegi dell'ebreo, che egli solo possiede a differenza degli
altri stranieri che vivono tra di noi (legislazione relativa agli stranieri). Ma il suo
scopo finale (letztes Ziel) dev'essere irremovibilmente soprattutto l'allontanamento
degli ebrei (die Entfernung der Juden).". Il 13 agosto 1920 Hitler pronunciò a Monaco
il discorso "Perchè siamo antisemiti?" ( Warum sind wir Anti-semiten?) in cui ribadì
che la conoscenza scientifica dell'antisemitismo doveva tradursi in azione per
condurre all'"allontanamento degli ebrei dal nostro popolo" (Entfernung der Juden
aus unserem Volke). Tale soluzione della questione ebraica divenne il principio
ispiratore del programma politico nazionalsocialista e della sua dottrina razziale.
Infatti, come rileva Poliakov, "nè dai dogmi dei nazionalsocialisti nè dai loro testi
principali, conseguiva direttamente che vi dovesse essere una strage. 'Mein Kampf' ,
che quasi a ogni pagina reca la parola "Ebrei" , tace sulla sorte loro riservata nello
Stato nazionalsocialista". Il programma ufficiale del Partito dichiarava che "un Ebreo
non può essere compatriota", nè, conseguentemente , cittadino, mentre i commenti
al programma esigevano più esplicitamente "l'espulsione degli Ebrei e degli stranieri
indesiderabili". L'allontanamento degli ebrei dal Reich fu il cardine della politica
ebraica di Hitler fin dalla sua ascesa al potere. Il 28 agosto 1933 il Ministero
dell'Economia del Reich stipulò coll'Agenzia Ebraica per la Palestina il cosiddetto
Haavara-Abkommen , un accordo (Abkommen) economico per favorire il
trasferimento (Haavara) degli ebrei tedeschi in Palestina. Una nota del Ministero
degli Esteri del 19 marzo 1938 auspicava la liquidazione dell'accordo perchè , come
si legge al punto 3, la Germania non era più interessata a promuovere l'emigrazione
degli ebrei ricchi coi loro capitali , ma esisteva piuttosto un interesse tedesco "ad una
emigrazione di massa degli ebrei" (an einer jùdischen Massenauswanderung). Le
leggi di Norimberga del 15 settembre 1935 riaffermarono dal punto di vista
legislativo gli articoli 4 e 5 del programma del Partito elaborato a Monaco il 24
febbraio 1920. Lo scopo della legge sulla cittadinanza del Reich e di quella per la
difesa del sangue e dell'onore germanico era di separare ed isolare dall'organismo
tedesco il corpo estraneo ebraico in vista della sua prossima espulsione..." (2)
Storicamente indimostrabile, fattualmente impossibile, ideologicamente
inconcepibile il presunto 'olocausto' di sei milioni di soggetti di razza o religione
giudaica non aveva alcun senso dal punto di vista della Germani nazionalsocialista e
da quello del suo Fuhrer considerando che i tedeschi miravano essenzialmente
all'espulsione dell'elemento ebraico dal tessuto economico e dalla vita sociale del
paese mediante l'emigrazione che venne favorita in ogni modo anche durante i primi
anni del conflitto quando non mancheranno nuovi contatti con ambienti radicali del
sionismo (fra questi la Banda Stern).
I nazionalsocialisti ed i sionisti avevano, per evidenti diversissimi motivi,
identici obiettivi: alla Germania interessava l'espulsione degli ebrei dal proprio
territorio nazionale , obiettivo che coincideva con le speranze sioniste di creare la
loro 'homeland' ebraica in Terra Santa.
L'azione 'sinergica' nazionalsocialista-sionista ed i successivi accordi ricercati
da ambodue le parti rientravano in un rapporto di forza che vedeva Hitler ed i vertici
tedeschi in posizione determinante qualsivoglia compromesso. Chiunque affermi il
contrario, arrivando perfino a ricorrere ad un'immagine demenziale che vuole un
"Hitler sionista", è un falsificatore ed un mestatore della storia. La Germania mirava
a costruire un suo Reich svuotandolo dagli elementi nocivi, alieni e nemici: per primi
gli ebrei.
"Nell'aprile 1938 fu istituita a Vienna la "Zentralstelle fùr jùdische
Auswanderung" (Ufficio centrale per l'emigrazione ebraica) la cui direzione fu affidata
da Heydrich ad Adolf Eichmann. Qualche giorno dopo la cosiddetta "notte dei cristalli"
il 12 novembre 1938 , Gòrind riunì il Consiglio dei ministri per far fronte alla difficile
situazione che si era creata. (...) Per superare le difficoltà economiche che
comportava l'emigrazione ebraica, nel dicembre 1938 Hitler approvò il piano
Schacht: "La proposta discussa da Schacht a Londra nel mese di dicembre con Lord
Bearsted, Lord Winterton e il signor Rublee fu, grosso modo, la seguente: il Governo
tedesco avrebbe congelato i beni degli ebrei , facendo di essi il fondo di garanzi per
un prestito internazionale , redimissibile in 20-25 anni. Supponendo che i beni degli
ebrei valessero un miliardo e mezzo di marchi, vi sarebbe stato un quantitativo di
valuta estera sufficiente per finanziare l'ordinata emigrazione degli ebrei del Grande
Reich nel corso di 3-5 anni." (....) La politica nazionalsocialista di emigrazione
ebraica procedeva però alacremente. Il 24 gennaio 1939 Gòring promulgò un decreto
che sanciva l'istituzione di una "Reichszentrale fùr jùdische Auswanderung" (Centrale
per il Reich per l'emigrazione ebraica). Gòring riassumeva anzitutto lapidariamente il
principio ispiratore della politica nazionalsocialista: "L'emigrazione degli ebrei dalla
Germania deve essere promossa con ogni mezzo" (Die auswanderung der Juden aus
Deutschland ist mit allen Mitteln zu fòrdern)." (3)
Come si evince dalle iniziative promosse dai vertici nazionalsocialisti - che
proseguirono ripetiamo anche durante la seconda guerra mondiale , voluta,
preparata e scatenata dall'Internazionale Ebraica attraverso il sostegno alle potenze
demoplutocratiche dell'Occidente ed il ruolo determinante dell'elemento ebraico ai
vertici dell'Unione Sovietica - qualsiasi soluzione "genocida" risultava inconcepibile
anche , e non soltanto, per il dispendio di energie, mezzi tecnici, finanziari e di
qualsivoglia altro genere che questa comportava.
Il problema che si pone quando si parla della verità storica, negata dagli
ambienti ebraici che hanno creato il 'mito' dell'olocausto dando un senso di 'sacralità'
ad un evento che , per dimensioni e rilievo storico , se comparato con altri massacri
commessi durante il secondo conflitto mondiale risulterà insignificante. Il presunto
"olocausto" (perchè non chiamarlo con il suo vero nome? perchè non definirlo
semplicemente come 'strage' di qualche decina di migliaia di soggetti di razza
ebraica? perchè il ricorso ad una terminologia 'religiosa' se non solo ed
esclusivamente per incidere sulle coscienze dei tedeschi e dei popoli europei per i
decenni a venire attraverso l'inoculazione di un senso di colpa collettivo , morale,
civile e di qualsivoglia altro genere inteso a spezzarne definitivamente ogni
resistenza?) è una leggenda.
Una leggenda utilissima alla fine della seconda guerra mondiale (autentica
Guerra d'aggressione giudaica contro l'Europa dell'Ordine Nuovo) per tutti: utile alle
due superpotenze uscite vittoriose da quell'immane tragedia, utile ai sionisti per
accelerare 'terroristicamente' i tempi dell'instaurazione, fondazione e costituzione del
loro "stato ebraico" in Palestina, utile per la storiografia dei vincitori per occultare i
loro tanti ignobili crimini, utile infine per le anime belle del pacifismo internazionalista
, i pacifi(n)ti di tutti i colori possibili e immaginabili , 'arcobalenati' di ogni risma per
elevare a potenza la demonizzazione dell'esperienza politica, storica, ideologica e
militare del Terzo Reich Nazionalsocialista.
Ha scritto Paul Rassinier: "Nel 1950 scrivendo "La menzogna di Ulisse" ,
avevo classificato in tre categorie i testimoni (sic!) del fenomeno "concentrazionario"
che ivi studiavo: - coloro che nulla destinava ad essere dei testimoni fedeli e che,
senza alcuna intenzione peggiorativa, io definivo: testimoni minori; - gli psicologi
vittime di una tendenza , a mio avviso , un poco troppo pronunciata per l'argomento
soggettivo; - i sociologi, o reputati tali. Non avev trovato storici, o qualcuno che, per
lo meno, fosse degno di questo nome. In guardia persino contro me stesso, per non
essere accusato di parlare di cose forse troppo lontane dalla mia esperienza
personale, o nel timore di cadere a mia volta nel difetto che rimproveravo agli altri,
vale a dire di rischiare qualche offesa alle regole della probità intellettuale, avevo
deliberatamente rinunciato a presentare un quadro completo della letteratura
"concentrazionaria" dell'epoca. (...) Più tardi , sostenuta e incoraggiata dalla politica
che ispirava i rapporti americano-russi, la letteratura "concentrazionaria" , che a sua
volta appoggia questa politica, non ha fatto che cresceree perfezionarsi. Non è un
segreto per nessuno che nella politica degli Stati Uniti un certo numero di argomenti
è unicamente destinato a non tagliare radicalmente i ponti con la Russia: tra gli altri
v'è il mito del pericolo di una rinascita del nazismo e del fascismo in Europa. Stalin e
Truman (degno erede di Roosevelt) , di comune accordo hanno sfruttato a fondo
questo mito; il primo per impedire all'Europa di prendere coscienza di se stessa e
integrarsi alla Germania, il secondo per deficienza mentale. E Kruscev continuò a
giocare con Kennedy il gioco di Stalin con Truman...(...) Comunque, circa verso il
1950 , rinacque e prese corpo nella mente di molti, l'idea che l'Europa esisteva.
Questa episodica presa di coscienza, già provocata un tempo dall'ossessione delle
guerre franco-tedesche, lo era, questa volta da un'altra , a due facce complementari:
da una parte la quasi certezza che divisa in se stessa l'Europa era facile preda del
bolscevismo, dall'altra che non vi era Europa possibile senza l'integrazione della
Germania. A Mosca come a Tel Aviv si era sentito, già al suo primo soffio che questo
vento veniva da lontano: se si fosse scatenato in tempesta non avrebbe mancato di
provocare l'unione dell'Europa, il che per la Russia avrebbe significato l'isolamento,
per Israele la fine di quelle sovvenzioni di vitale importanza che le vengono versate a
titolo di riparazioni dalla Germania (Ben Gurion , ricevendo Gerstenmayer ,
Presidente del Bundestag, ha dichiarato , il 30 novembre 1962, che il loro importo
ammontava a 850 milioni di dollari all'1 aprile 1962: una bazzecola!).". (4)
Basta o dobbiamo andare avanti per cercare ulteriori 'prove' che dimostrino
l'interessamento 'monetaristico' e politico di quanti si dimostravano più che 'attenti'
controlori della necessità di soffiare il fuoco sotto i carboni ardenti ed alimentare ad
arte la vulgata sterminazionista? Una 'vulgata' fatta diventare rapidamente verità
storica, trasformatasi nel tempo in insindacabile realtà ed infine - con 'avallo'
vaticano - eretta a dogma infallibile e indimostrabile ma come tale soprattutto
indiscutibile della società contemporanea , rovesciata e contorta di massa.
Aggiungere 'altro' crediamo sia oltremodo inutile anche in considerazione dei
lavori, tecnicamente più specialistici e storicamente più rilevanti, finora prodotti dai
vari Mattogno, Faurisson, Irving e da altre decine di coraggiosi storici che hanno
cercato di far cadere il velo dell'omertà sistemica su questa leggenda , su un mito
inarrivabile, che da oltre sessant'anni sta imprigionando l'Europa, soffocandone le
aspirazioni dei popoli e delle nazioni che di questo vecchio e glorioso continente
fanno parte a riprendersi la propria sovranità nazionale, politica ed economica, ed
uscire dal soffocante ed irritante ricatto usurocratico della Lobby e dal controllo
politico-militare della superpotenza a stelle e strisce che continua a percepirci tutti
come 'coloni' ...Sion userebbe invece la dizione 'bestie da soma'.
Tant'è....noi aspettiamo volentieri il film 'olocaustico' preannunciato dalla
"reginetta del pop" Britney Spears che tanto tanto clamore e indignazione ha
provocato tra le comunità giudaiche di mezzo mondo.... Una volta 'tanto' saremo
'lieti' di vederne uno di questi 'capolavori' sterminazionisti.... Britney Uber Alles!
DAGOBERTO HUSAYN BELLUCCI
DIRETTORE RESPONSABILE AGENZIA DI STAMPA "ISLAM ITALIA"
Link a questa pagina :
http://www.terrasantalibera.org/DHB_revisionismo_olocaustico.htm
Documento in PDF a cura di www.TerraSantaLibera.org
Note 1 - Carlo Mattogno - "Il mito dello sterminio ebraico" - ediz. "Sentinella
d'Italia" - Monfalcone 1985;
2 - Carlo Mattogno - op. cit. ;
3 - Carlo Mattogno - op. cit. ;
4 - Paul Rassinier - "Il dramma degli ebrei" - edizioni "Europa" - Roma s.d.;