204. “Viaggiare nel tempo”

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204. “Viaggiare nel tempo”
Progetto RaPHAEL (www.raphaelproject.com) - Incontro nº 204 del 16/05/04 - Colore Violetto di cobalto
204. “Viaggiare nel tempo”
La dimensione del tempo affascina da sempre mistici, poeti e scienziati… tutti noi abbiamo un’idea del tempo, ma risulta difficile definirlo al di là
della mera misurazione che ne facciamo mediante l’orologio e il calendario. Per la scienza è la quarta dimensione dopo le tre dimensioni
spaziali e la sua natura è intimamente legata a quella dello spazio, al punto che - nella Teoria della Relatività - si arriva a parlare della
dimensione spazio-temporale come di un’unica entità quadridimensionale (detta cronòtopo). Il tempo e lo spazio sono legati fra loro da un
rapporto inverso rispetto alla velocità (infatti v=s/t, cioè - a parità di spazio percorso - se la velocità aumenta, il tempo diminuisce) ed Einstein
ha dimostrato che entrambe sono misure relative al sistema di osservazione e non assolute come le concepiva la fisica newtoniana (ved.
incontro n° 237): è noto il paradosso quantistico dell’ astronauta che ha un gemello sulla terra, e che - viaggiando per molti anni ai confini
dell’universo alla velocità della luce - tornando a casa si troverebbe solo di poco invecchiato rispetto al fratello gemello.
Cerchiamo adesso di comprendere meglio il concetto di dimensione: in fisica si dice che un punto ha dimensione 0 perché non si estende in
alcuna direzione, una retta ha dimensione 1 perché si estende in una sola direzione, e così via… un piano ha dimensione 2, un solido
dimensione 3, mentre il tempo ha dimensione 4 perché è in grado di estendere la terza dimensione. Per inciso oggi conosciamo anche delle
speciali figure geometriche (i frattali) che occupano delle dimensioni frazionarie astratte, difficili per noi da raffigurarci mentalmente.
Se concepiamo il tempo come una delle dimensioni dell’Universo possiamo anche ipotizzare che sia possibile muoversi in esso, così come è
possibile viaggiare nelle dimensioni spaziali. In effetti la fisica attribuisce questa proprietà ai cosiddetti cunicoli spazio-temporali (in inglese
wormhole), una sorta di canali di connessione tra due universi paralleli o di due punti di uno stesso
universo (posti anche a enorme distanza fra loro o addirittura in tempi diversi).
La fantascienza ha già ampiamente sfruttato questo concetto, e così in Star Trek Deep Space Nine un
tale cunicolo si apre nei pressi di una stazione spaziale, che diventa un punto strategico per l’intera
galassia in quanto permette di spostarsi in pochi secondi a distanze prima inimmaginabili.
Teoricamente tali cunicoli sarebbero presenti all’interno dei buchi neri, anch’essi ampiamente utilizzati nei
racconti fantascientifici, in quanto un buco nero non sarebbe altro che una regione dello spazio-tempo in
cui la distorsione causata da un intenso campo gravitazionale (dovuto ipoteticamente al collasso di una
stella) è così intensa che il tempo si annulla e lo spazio diventa infinito: il potere gravitazionale di un
buco nero è talmente forte che neppure la luce può sfuggirgli, infatti un buco nero non può essere visto
ma solo dedotto dalle alterazioni che crea attorno a sé.
Il confine di un buco nero è noto come “orizzonte degli eventi” ed il suo centro è definito “singolarità”,
poiché in esso le leggi fisiche sono annullate. La disgregazione della materia all’interno del buco nero
percorrerebbe un percorso a ritroso rispetto alla sua formazione dopo il Big Bang. In parallelo ai buchi
neri del nostro universo (che inghiottono la materia) si ipotizza che esistano dei buchi bianchi in altri
universi, dove lì - al contrario - la materia viene creata; il wormhole sarebbe il canale di collegamento tra
un buco nero e un buco bianco.
Il viaggio nel tempo prevede certamente dei paradossi (cosa succederebbe se un individuo tornasse
indietro nel tempo ed uccidesse suo padre prima che questi lo concepisse?) ma sembra che vi siano
prove che sia già stato realizzato anche sul nostro pianeta: in un canyon sperduto del New Mexico (a
circa 80 miglia a nordest del Chaco Canyon) sono state rinvenute 23 camere temporali che si presumono
costruite da viaggiatori del tempo della metà del 28esimo secolo, i WingMakers; il dr. Anderson, inoltre,
(uno dei ricercatori addetti alla scoperta - ved. il sito www.wingmakers.com) ha rivelato in un’intervista che un gruppo di scienziati americani sta
lavorando in segreto alla costruzione della BST o Tecnologia Lavagna Vuota, in grado di far viaggiare le persone nel tempo e di riscrivere la
storia interagendo nei “punti di intervento” (cioè i centri di energia causale che generano gli eventi significativi), la stessa tecnologia che i
WingMakers avrebbero utilizzato per arrivare nel nostro secolo (ved Nexus Ed. Italiana n° 24).
Sul piano interiore questi concetti (alcuni dei quali prettamente scientifici) possono aiutarci a visualizzare la realtà al di là dei limiti razionali entro
cui, troppo spesso, la racchiudiamo e ciò può agevolarci nella comprensione olistica interdimensionale (ved. incontro n° 6 sulla mente
multidimensionale). Secondo una visione esoterica esistono interdimensioni dove il tempo scorre a velocità diversa da quella a cui siamo
abituati, oppure scorre all’indietro o addirittura salta con soluzioni di continuità della trama temporale.
Nella cosmogenesi osservata dal punto di vista della Scienza Unitaria il tempo è il primo livello della creazione, in quanto abbiamo un livello
originario (non creato) che è quello atemporale - campo unificato di Dio come “Coscienza Assoluta in seno all’Energia Pura” - e poi di seguito il
tempo, lo spazio e la materia, con gerarchie precise che vegliano su ciascuno dei quattro livelli. Secondo quest’ottica l’essere umano che
vuole ritornare a Dio, cioè il Figlio (l’Iniziato) che vuole riaccordarsi al Padre, deve procedere in senso inverso e superare l’attrazione
gravitazionale della materia, ricentralizzare i propri circuiti nello spazio e riattraversare le linee della caduta nel tempo in un’accelerazione
evolutiva. In quest’ottica, che il nostro gruppo di lavoro segue, il senso del “viaggiare nel tempo” risiede nel tentativo di ritornare alla Fonte
attraverso un percorso inverso a quello che la tradizione biblica chiama “caduta” e di essere, quindi, “redenti” (intendendo per redenzione il
passaggio dal mortale all’immortale).
Come per spostarsi nello spazio tridimensionale dobbiamo accedere alla dimensione temporale, così per spostarci nel tempo dobbiamo
accedere alle dimensioni superiori (quinta dimensione ed oltre - nella teoria delle Superstringhe si ipotizza che l’Universo ne possieda dieci),
in tal modo potremo abbracciare la totalità dell’universo olografico e riceverne una comprensione intuitiva ed istantanea delle leggi
intrauniversali che lo regolano.
Per approfondire: “Iperspazio” di Michio Kaku - Macro Edizioni
“Contatti con altre dimensioni” dei Viaggiatori Atemporali - Ed. Mediterranee
Ved. anche la storia di John Titor, viaggiatore temporale, apparsa su internet: www.cosenascoste.com/John-Titor/