Che cos`é un`emozione (Parte II) 1 Introduzione 2 Magda Arnold

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Che cos`é un`emozione (Parte II) 1 Introduzione 2 Magda Arnold
Modelli di computazione affettiva e comportamentale
Data: 19 Marzo 2010
Che cos’é un’emozione (Parte II)
Docente: Prof. Giuseppe Boccignone
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Scriba: Matteo Battistini
Introduzione
La lezione é la prosecuzione della precedente, quindi continua la carrellata sulle teorie principali che riguardano lo studio delle emozioni.
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Magda Arnold (1903-2002)
Definisce le emozioni come impulso che nasce dall’interazione tra una persona ed un oggetto, definiscono
come la persona si relazione all’oggetto, distinguendole quindi dai moods, umore o stato d’animo, che non
sono rivolti ad un oggetto.
Figura 1: Schema di generazione delle emozioni secondo Magda Arnold
Da un punto di vista filosofico, la proposta di Magda Arnold si basa sul concetto di intenzionalitá (aboutness,
riferimento ad un oggetto esterno) delle emozioni giá definito da Brentano.
La teoria (circa 1950) puó essere schematizzata nei seguenti punti:
• L’emozione é una qualitá relazionale sé / oggetto: dunque, le emozioni che si generano sono principalmente di due tipologie; una positiva quindi tendente verso l’oggetto giudicato adeguato (attrazione),
ed un’emozione negativa, quindi di fuga da un oggetto non adeguato (repulsione).
• L’emozione é un appraisal (valutazione): per Magda Arnold la valutazione di un determinato evento
o l’interazione con un determinato oggetto determinano una valutazione differente tra individuo ed
individuo. In relazione alle esperienze passate, le reazioni emotive ad un medesimo evento, possono
essere differenti da soggetto a soggetto.
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Silvan Tomkins (1911-1991)
Nello stesso periodo di Magda Arnold, Tomkins descrive le sue teorie, egli si concentra maggiormente sull’output; definisce le emozioni come innate, quindi attivate in specifiche aree celebrali che si sono sviluppate
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Che cos’é un’emozione (Parte II)
durante l’evoluzione, identifica una programmazione genetica. Nella sua concezione le emozioni sono amplificatori dei drives (sete, fame, bisogno sessuale), e ne consentono la percezione. Vede le emozioni come automatismi acquisiti durante l’evoluzione, per la generazione di patterns di risposta (schemi di predisposizione
all’azione).
Figura 2: Schema di generazione dei pattern di azione secondo Tomkins
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Schachter e Singer (1970)
Schachter e Singer unificano le due visioni precedenti (Arnold e Tomkins), definendo pattern di risposta che
vengono ancora utilizzati in psicologia.
Puó essere semplificato dall’ equazione seguente:
Emozioni = Arousal + Appraisal
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Arousal : stato genetico di attivazione/eccitazione, corrisponde ad un’attivazione del SNA, identificato
normalmente da variazioni di: battico cardiaco, respirazione, sudorazione ecc. .
Il lavoro tenta di dimostrare che non esiste un pattern di risposta del SNA specifico per ogni emozione come
definito da James, ma vuole dimostrare che la risposta del SNA (arousal) deve essere considerata in relazione
all’appraisal, in altre parole le variazioni corporee devono essere contestualizzate per poter definire il tipo
di emozione che si manifesta in un soggetto. Quindi tentano di dimostrare che il contesto che determina
l’emozione e non solo le variazione dei valori corporei determinati dal SNA. Un esempio importante per
chiarire questo concetto sono gli esperimenti di Dutton e Aron (1974), questi esperimenti volevano dimostrare
una particolare caratteristica delle emozioni, che viene chiamata misattribution, cioé l’errata attribuzione
dello stato di eccitazione causato da un oggetto ad un altro oggetto.
Esempio di esperimento:
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Un gruppo di persone viene diviso in tre sottogruppi; il primo ed il secondo gruppo venivano invitati ad attraversare un ponte molto alto, mentre il terzo gruppo doveva attraversare un altro ponte di altezza minore.
Alla fine dell’attraversamento veniva fatto compilare, ad ogni componente del gruppo, un test, da una bella
ragazza con comportamenti un po’ ambigui. Al primo ed al terzo gruppo il test veniva fatto subito dopo l’attraversamento, mentre al secondo gruppo veniva fatto 30 minuti dopo l’attraversamento. La ragazza alla fine
del test lasciava il proprio numero di telefono, nel caso le persone volessero avere informazioni sui risultati del
test. Dall’esperimento emerse che la maggior parte delle chiamate fatte alla ragazza provenissero dai componenti del primo gruppo, quindi avveniva uno scambio emozionale dall’eccitazione dovuta all’attraversamento
del ponte, verso un oggetto di tutt’altra natura (in questo caso sessuale). Questi esperimenti dimostrano
l’importanza dell’appraisal per la definizione delle emozioni, mentre conferma l’attivazione generica del SNA.
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Emozioni e Tempo
Le emozioni sono molto brevi, hanno durate dell’ordine dei secondi, quando la durata raggiunge ore, giorni
si parla di moods, mentre se durano giorni, mesi vengono identificati come disordini emotivi (la depressione
puó essere considerata tristezza prolungata), oltre ad essere di durata maggiore non sono caratterizzate da
aboutness (solitamente una persona depressa non conosce il motivo della sua depressione). Ció che dura di
pi sono i tratti di personalit che possono permanere per un’intera vita.
Gli aspetti temporali sono ritenuti da Ekman essenziali per definire che cosa sia un’emozione: Le emozioni
secondo Ekman devono avere queste caratteristiche: rapida insorgenza e breve durata
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Emozioni discrete e continue
Vi sono due visioni principali sulla natura generale delle emozioni: l’ipotesi secondo la quale le emozioni sono
continue e quella secondo la quale sono discrete (e.g. alla Ekman, rabbia, paura, gioia, tristezza, sorpresa,
disgusto)
Nelle teorie continue vengono identificati degli assi (fig.2), dove le emozioni sono classificate da cluster
tridimensionali.
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Che cos’é un’emozione: varietá di definizioni
• James (James, 1884): La mia tesi é che cambiamenti del corpo seguono direttamente la percezione di
un fatto oggettivo, e che il nostro sentimento (feeling) del medesimo cambiamento mentre ha luogo é
l’emozione.
• Arnold e Gasson (Arnold and Gasson, 1954): Un’emozione o un affetto puó essere considerato
la tendenza provata verso un oggetto giudicato appropriato ovvero la tendenza ad allontanarsi dal
medesimo se giudicato inappropriato, rinforzata da cambiamenti specifici del corpo.
• Tooby e Cosmides (Tooby and Cosmides, 1990): Un’emozione corrisponde ad un preciso sistema di
coordinamento dei meccanismi che regolano processi biologici controllabili. Cioé, ogni stato emotivo
manifesta caratteristiche progettate per risolvere particolari famiglie di problemi adattativi, per i quali
i meccanismi psicologici assumono un’unica configurazione.
• Lazarus (Lazarus, 1991): Le emozioni sono reazioni psicofisiologiche organizzate per avvertirci di
relazioni che si pongono in essere con l’ambiente.
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Che cos’é un’emozione (Parte II)
Figura 3: Assi cartesiani per la rappresentazione delle emozioni continue
• Ekman (Ekman et al., 1992): Si considerano le emozioni come modalitá che si sono evolute attraverso
il loro valore adattativo al fine di affrontare compiti vitali fondamentali. Ciascuna emozione si distingue
per :
– segnali emessi;
– fisiologia;
– eventi scatenanti;
Tutte le emozioni condividono le seguenti caratteristiche:
1. rapida insorgenza (onset)
2. breve durata
3. accadimento involontario (unbidden)
4. valutazione (appraisal) automatica
5. coerenza delle risposte
• Frijda e Masquita (Frijda and Mesquita, 1998): Le emozioni sono innanzitutto modi di relazionarsi all’ambiente, stati di prontezza per intraprendere o non intraprendere (engage) interazioni con
l’ambiente
• Damasio (Damasio, 2003):
1. Un’emozione propriamente detta, come la felicitá, la tristezza, l’imbarazzo e la compassione é un
insieme complesso di risposte chimiche e neurali che costituiscono configurazioni caratteristiche.
2. Le risposte sono automaticamente prodotte da un cervello normale quando esso rileva uno stimolo
emozionalmente adeguato (ossia l’oggetto o evento scatenante)
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3. Il cervello é predisposto dall’evoluzione a rispondere a determinati stimoli, emozionalmente adeguati, con specifici repertori di azioni. L’elenco di tali stimoli non é peró limitato a quelli prescritti
dall’evoluzione, ma ne comprende molti altri, appresi nell’arco di una vita di esperienze.
4. Il risultato immediato di tali risposte é una temporanea modificazione nello stato del corpo, come
pure delle strutture cerebrali che formano le mappe corporee e costituiscono la base del pensiero
5. Il risultato ultimo delle risposte, direttamente o indirettamente é la collocazione dell’organismo
in un contesto adatto alla sopravvivenza e al benessere.
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A cosa serve un’emozione? Verso una visione evolutiva delle
emozioni
A cosa serve un’emozione? che funzioni ha? per dare le risposte analizzaremo solo la teoria evoluzionista.
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Approccio evolutivo
Per inquadrare evolutivamente, riassumiamo i punti principali in cui si articola la teoria dell’evoluzione:
• Replicazione di geni (Dawkins, Il gene egoista): mediante la riproduzione si aumenta le probabilitá di
tramandare il proprio gene, quindi i proprio tratti genetici.
• Mutazioni casuali che vengono trasmesse: si presentano nel DNA e possono risultare positive o negative
a seconda della condizioni ambientali.
• Selezione naturale. Avviene coinvolgendo vari meccanismi:
– Pressioni selettive:
∗ sessuali: competizione intrasessuale; competizione intersessuale (ricerca del partner);
∗ ambientali, sociali (come esempio si pu pensare all’allontanamento di individui aggressivi da
un gruppo perch non adatti alla comunitá).
– Adattamento: una modificazione della specie nel corso di generazioni, in risposta a modificazioni dell’ambiente; tratti genetici che consentono di rispondere alle pressioni selettive e vengono
trasmessi.
Alcuni esempi di adattamento:
Evitare tossine → disgusto per cibi amari
Trovare un partner in salute → Apprezzamento estetico per volti simmetrici
Trovare un partner fertile → Preferenza per individui giovani
Proteggere la prole → Risposta emotiva ai volti di neonati
– Exaptation: il concetto stato introdotto dai paleontologi Stephen Gould ed Elisabeth Vrba nel
1982, ma ha una lunga storia che risale alla risposta data da Charles Darwin nel 1872 alle obiezioni dello zoologo George Mivart circa la presunta incapacit della selezione naturale di render
conto degli stadi incipienti di strutture naturali particolarmente complesse. Con il neologismo
pre-adaptation Darwin introdusse la possibilit che in natura il rapporto fra organi e funzioni fosse potenzialmente ridondante, in modo da permettere che un tratto sviluppatosi per una certa
ragione adattativa potesse essere cooptato o convertito per una funzione anche del tutto indipendente dalla precedente. Questa cooptazione funzionale, che integra e non sostituisce lazione di
implementazione graduale della selezione naturale, fu rinominata da Gould e Vrba exaptation,
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Che cos’é un’emozione (Parte II)
per indicare come gli organismi spesso riadattino in modo opportunista, come bricoleur, strutture
gi a disposizione per funzioni inedite ( e.g., le espressioni facciali, secondo Darwin)
Su questa base, l’approccio evolutivo all’analisi di tratti si concentra sul trovare funzioni: a che cosa serve
un certo tratto? E nella fattispecie: a che servono le emozioni?
Sintetizzando:
• rapido orientamento: forniscono prioritá per i processi di attenzione (modulano le mappe di salienza)
• organizzazione: coordinano i sistemi cardio-vascolare, respiratorio e muscolare, le espressioni facciali
• producono informazione: generano segnali sociali mediante la voce, lo sguardo, la postura
• preparano risposte a stimoli mediante azioni (sono stati di prontezza, (Frijda and Mesquita, 1998))
In tale prospettiva, per Robert Plutchik, le emozioni sono pattern di adattamento che aumentano le probabilitá di sopravvivenza e riproduzione.
Le emozioni sono servite durante l’evoluzione e sono utili ancora oggi per la comunicazione sociale, sono
residui di ci che una volta serviva per la sopravvivenza, riadattato durante l’evoluzione.
Per definere le emozioni in termini di specificitá di una specie, si introduce il concetto teorico di ambiente
di adattamento evolutivo (EEA, Environment of Evolutionary Adaptedness, introdotto da John Bowlby).
E’ un concetto simile al concetto di nicchia, usato in biologia evolutiva: é l’insieme di problemi riproduttivi
(trovare cibo, trovare un partner, evitare i predatori) affrontati dai membri di una specie nel corso di un
periodo evolutivo, ed é fondamentale per comprendere le proprietá funzionali di un organismo. Se riuscissimo
definirlo per i nostri antenati, potremmo ritrovare la ragione delle funzioni attuali del nostro corpo e cervello.
In pratica possiamo tentarne una ricostruzione studiando:
1. primati a noi vicini (e.g., scimpanzé): espressioni facciali, gerarchie, cure parentali
2. studi etnologici/archeologici.
Riferimenti bibliografici
Arnold, M. and Gasson, J. (1954). Feelings and emotions as dynamic factors in personality integration.
Damasio, A. (2003). Alla ricerca di Spinoza: emozioni, sentimenti e cervello. Adelphi, Milano.
Ekman, P. et al. (1992). An argument for basic emotions. Cognition & Emotion, 6(3):169–200.
Frijda, N. and Mesquita, B. (1998). The Analysis of Emotions. Plenum Publishing Corporation.
James, W. (1884). What is an Emotion? Mind, pages 188–205.
Lazarus, R. (1991). Emotion and adaptation. Oxford New York.
Tooby, J. and Cosmides, L. (1990). The past explains the present: Emotional adaptations and the structure
of ancestral environments. Ethology and Sociobiology, 11:375–424.