ROSA SHOCKING

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ROSA SHOCKING
narrativa:Che Libri
6-10-2008
17:20
Pagina 23
Sullo scaffale:
interessante
discreto
Narrativa
ROSASHOCKING
Alla presenza del divino
di Maria Rosa Contardi
Il dio zitto
Lidia Ravera, (I sassi), pag. 20, € 3.00, Nottetempo
Come molti altri generi letterari, anche il romance ha il suo premio Oscar: è l’ambitissimo RITA Award, che viene assegnato ogni
anno durante la convention della RWA (Romance Writers of America) alla cui prima presidentessa, Rita Clay Estrada, il premio deve il suo nome.
Come accade per tutti i premi di questo genere, anche l’assegnazione dei RITA non è esente da discussioni e critiche, in particolare quando la preferenza della giuria sembra non tenere in debita considerazione i gusti dei lettori e il giudizio dei critici.
E quest’anno, a San Francisco lo scorso 2 agosto, sotto certi aspetti non ci sono state sorprese. Sono state infatti riconfermate le autrici bestseller, ognuna nel proprio genere (Madeline Hunter e Julia Quinn negli storici, Anne Stuart nel romantic suspense), per
quanto i loro titoli in concorso non abbiano riscosso giudizi particolarmente esaltanti da parte della critica.
È interessante invece osservare l’impressionante quantità di romanzi paranormali premiati. A parte la categoria specifica dei paranormali, in cui ha trionfato J. R.Ward con la sua saga vampiresca
della Black Dagger Brotherhood (di cui Euroclub ha pubblicato recentemente il primo romanzo, Dark Lover), merita di essere segnalata, tra le altre, la vittoria di Melissa Marr nella categoria “Young
Adults” con Wicked Lovely (Incantevole e pericoloso), una fiaba urbana a sfondo contemporaneo la cui protagonista Aislinn ha la strabiliante capacità di riuscire a vedere le fate –
che però, purtroppo, scoprirà non essere
sempre creaturine gentili e innocue come siamo abituati a credere.
In questo senso, i RITA 2008 hanno riconosciuto in modo netto una tendenza che ormai ha preso solidamente piede nell’editoria romance a livello mondiale, cioè lo spostamento verso il soprannaturale e il fanta- Wicked lovely
Incantevole
stico, in particolare quello a sfondo gotico
e pericoloso
e dark, e la nascita di nuovi generi letterari
Melissa Marr
“ibridi” tra romance, fantasy e horror, spespag. 344
so davvero originali e sorprendenti. Ora li
€ 18.50, Fazi
aspettiamo anche in Italia.
Il silenzio del Signore è sempre
stato un argomento di approfondito dibattito teologico prima
che si affermasse la moderna industria dei miracoli e il diritto di ingerenza degli aspiranti santi. Tuttavia il tema del Dio silente è sempre rimasto un punto fermo anche
nella narrativa. Come ne Il dio zitto
di Lidia Ravera, un breve racconto
di appena 20 pagine che racconta
il dramma di una donna che perde
la madre e si confronta con la presenza di Dio.
Non ce ne voglia Lidia Ravera, ma
il suo racconto giunge buon secondo dopo Oreste Benzi, che nel
2002 aveva pubblicato un suo saggio dal titolo Ho scoperto perché Dio sta
zitto (Mondadori, 2002) nel quale
spiegava: «Non si può dire: il silenzio di Dio. Dobbiamo dire: il silenzio degli uomini, poiché essi non
utilizzano lo strumento per cogliere le risposte che Dio dà agli interrogativi che gli poniamo, o perché
non abbiamo affatto gli strumenti
per recepire la risposta». Nel racconto della Ravera prevale la rassegnazione di fronte all’Onnipotente segugio: «Dio certe volte mi
aspetta all’angolo. Facciamo un pez-
zo di strada insieme. Quando sono molto stanca, quando ho l’impressione che la vita finisca piccola, con donne e uomini diventati
minuscoli, come un cannocchiale
rovesciato, gli parlo». L’autrice non
sembrava molto entusiasta nel presentare questo connubio con Dio
nel suo sito: «È la prima volta che
Dio mi entra in un titolo, in un racconto… mah…».
Il Dio raccontato dalla Ravera è
rappresentato con questa immagine: «Un uomo magro ed emaciato,
con grigi capelli troppo fini e troppo lunghi, la fronte ampia, una barba rada, le labbra pallide, qualche
dente mancante e sopracciglia a cespuglio». Anche l’abbigliamento del
Dio descritto dalla Ravera è interessante: «Indossava una maglietta
che aveva subito troppi bucati, era
stinta, slabbrata, di un colore fra il
pervinca e il celeste chiaro. Aveva i
calzoni troppo corti, le caviglie nude. Sandali di plastica nera. I piedi
sporchi». La donna che ha il privilegio di vedere Dio e di parlare con
lui è una persona che non se la sente di svegliare il figlio per avvertirlo che la nonna è morta e che ha
bisogno del «grigio latte di un mattino nuvoloso» per trovare l’aiuto
al pianto. (Lanfranco Palazzoolo)
Ottobre 2008 CHELIBRI • 23