Carcinoma della prostata

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Carcinoma della prostata
Carcinoma
della prostata
Nuovi marcatori nella diagnosi di carcinoma della prostata:
Phi (indice di salute prostatica) e pca3 (prostate cancer gene 3)
Nuovi marcatori
maggiore e causano un innalzamento del dosaggio
sierico. Condizioni differenti dal carcinoma pro­
sta­
tico, quali adenoma e prostatite, possono causare un
innalzamento ematico di questo marcatore.
Un dosaggio alterato di PSA è quindi evocativo di
una patologia prostatica ma non è un marcatore certo
di carcinoma.
Uso clinico dei risultati del PSA
Il PSA è caratterizzato da una ridotta specificità dia­
Le principali patologie che colpiscono la ghiandola
gnostica per il tumore maligno quando si ottengono
prostatica sono l’ADENOMA PROSTATICO, la PRO­
valori negli intervalli fra 4 e 10 ng/ml.
STATITE e il CARCINOMA PROSTATICO.
Il Carcinoma Prostatico è la causa più frequente di tu­
more nell‘uomo: colpisce prevalentemente dopo il 50°
• PSA free
Per aumentare la specificità del dosaggio del PSA, si
anno di età, con un picco d‘incidenza intorno ai 70 anni.
è introdotto il dosaggio del PSA libero (Free PSA).
Per prevenire questa patologia viene raccomandato a
L’Antigene Prostatico Specifico è presente nel sangue
tutti i maschi oltre i 50 anni di effettuare ogni anno
una visita urologica con esplorazione digito rettale e
di eseguire ogni anno l’esame di laboratorio cardine
per la diagnostica del carcinoma prostatico: questo
esame è rappresentato dal PSA, Antigene Prostatico
Specifico
in una forma complessata con proteine come l’anti­
chimotripsina ed altri inibitori di proteinasi (70 -90%)
ed in una forma libera (10-30%). Dosando le forme
libere e complessate ed ottenendo la ratio del PSA
libero si è dimostrato che, in pazienti con valori di
PSA TOTALE (libero e complessato) compreso fra 4 e
10 ng/ml, il rapporto percentuale tra PSA libero e PSA
Il contributo della medicina di laboratorio
totale migliora significativamente la discriminazione
nella diagnosi del tumore della prostata
fra Carcinoma prostatico ed Ipertrofia prostatica beni­
L’esame cardine per la diagnostica della patologia
gna: rapporti più elevati (> 20%) sono correlati ad un
prostatica è rappresentato dall’Antigene Prostatico
Specifico PSA. Il PSA è altamente concentrato entro il
basso rischio di tumore maligno e, al contrario, valori
di ratio al di sotto del 10%, sono altamente associati
tessuto della ghiandola e fisiologicamente viene rila­
a carcinoma della ghiandola.
sciato nel circolo sanguigno in piccole quantità.
• Nuove forme di PSA
I “valori di riferimento” del PSA nel dosaggio ematico
variano aumentando con l’età. Il valore soglia di rife­
rimento convenzionale è di 4 ng/ml per l’uomo di 50
anni, ciò non di meno, è ritenuto più corretto per uo­
mini con età inferiore il limite di 2,5 ng/ml.
Sono presenti nel siero i PRECURSORI DEL PSA indica­
ti nel termine proPSA: esistono numerose forme di
proPSA contenenti peptidi “tronchi” di 2, 4 e 5 amino­
acidi sino ad arrivare alla forma completa a 7 amino­
acidi. Tali precursori sono associati al tessuto cancero­
Misurazione del PSA per lo screening e la
so prostatico ed aumentano nel siero dei pazienti con
determinazione precoce del cancro alla
carcinoma della prostata.
prostata
L’isoforma con 2 aminoacidi 2proPSA è quella che ha
L’Antigene Prostatico Specifico è presente sia nelle cel­
ricevuto maggiori attenzioni in quanto è stata trovata
lule maligne che nelle cellule fisiologicamente attive,
in estratti tumorali ed appare stabile in vitro: è quindi
tuttavia gli elementi cancerosi producono PSA in misura
di più facile determinazione immunometrica.
IL CONTRIBUTO DELLA
MEDICINA DI LABORATORIO
Studi condotti su pazienti con cancro prostatico con­
fermato da biopsia prostatica hanno evidenziato che
il dosaggio del 2proPSA migliora la specificità per il
rilevamento del tumore maligno.
PCA3mRNA e gene PSAmRNA (espressione della
quantità di cellule prostatiche presenti nel campione
raccolto).
PHI (Prostate Health Index, Indice di Salute della Prostata).
Numerosi studi evidenziano una notevole specificità
di questo test per l’individuazione del carcinoma della
prostata: nel 2006 l’American Urological Association
ha presentato lavori effettuati su 1000 uomini sotto­
posti alla determinazione del PCA3 evidenziando
una specificità del 76% per il carcinoma prostatico,
confermata con una biopsia positiva.
I valori di PHI hanno migliorato significativamente la
Il PCA3 è un’indagine eminentemente utile in uomini
• PHI
In letteratura i risultati del 2proPSA sono stati utilizzati
congiuntamente con i valori ottenuti di PSA totale e
PSA libero: tale calcolo viene indicato con l’acronimo
specificità clinica del PSA totale e la ratio % del PSA
libero per l’identificazione di pazienti con carcinoma
prostatico con età superiore a 50 anni e con valori di
PSA compresi tra 4 e 10 ng/ml.
In particolare in questi pazienti la percentuale di spe­
cificità di PHI è di 18,2% rispetto al 6,6% di specifici­
tà ottenuto dalla ratio PSA totale/PSA free.
Il PHI appare quindi una nuova indagine per inqua­
drare e meglio gestire i pazienti con valori ematici
di PSA totale di modesto innalzamento.
• PCA3 (Prostate Cancer gene 3)
Alla fine degli anni ’90, nell’ambito del progetto della
mappatura del genoma umano, fu individuato un
gene, denominato DDR, situato sul cromosoma 9.
Questo gene, in seguito chiamato PCA3 (Prostate
Cancer gene 3), è espresso in quantità maggiori
all’interno del genoma delle cellule dei carcinomi pro­
statici. Mediante tecniche di amplificazione genica è
possibile determinare l’mRNA PCA3 nelle cellule rac­
colte su un campione di urina dopo un leggero mas­
saggio prostatico.
PCA3 rappresenta quindi un gene specifico della cel­
lula prostatica ed è sovraespresso nelle cellule di car­
cinoma prostatico. Il suo livello è perciò correlato con
una maggiore probabilità di ottenere una biopsia po­
sitiva. Al contrario la iperespressione di questo gene
non si verifica in presenza di adenoma prostatico e di
prostatite.
Il risultato del test viene espresso con un punteggio
(score) che si ottiene misurando il rapporto fra gene
con dosaggi di PSA persistentemente elevato e bio­
psia della prostata negativa. Lo specialista urologo
possiede quindi un test capace di indicare se e
quando ripetere l’indagine bioptica.
Dopo aver introdotto il dosaggio del PSA, esame fon­
damentale per l’individuazione di patologie pros­ta­
tiche, la medicina di laboratorio ha, negli ultimi anni,
validato nuovi test: PHI e PCA3, che migliorano la
diagnostica del carcinoma prostatico ed il cui uso in­
tegrato permette allo specialista urologo di ottenere
indicazioni per intraprendere decisioni cliniche più
corrette.
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