Burt Bacharach italiano - Klaus Savoldi Bellavitis
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Burt Bacharach italiano - Klaus Savoldi Bellavitis
26_27 agenda:Layout 1 15-01-2010 20:51 Pagina 2 26 email [email protected] AGENDA IL CONCERTO di EDILIO RUSCONI Q uest’anno a Milano sotto l’albero di Natale in piazza Duomo, alto ben 42 metri, Giovanni Terzi, assessore comunale ai grandi eventi, ha realizzato un suo grande sogno; regalare ai milanesi il concerto di Burt Bacharach. Il concerto è stato splendido e commovente nonostante le condizioni proibitive del tempo che hanno obbligato Burt a suonare il pianoforte con i guanti e hanno fatto rinunciare all’orchestra di 35 elementi il tradizionale smoking richiesto dall’artista. Risultato della serata: artisti, organizzatori e pubblico soddisfatti quanto intirizziti, poiché nulla ha pregiudicato il raffinatissimo excursus musicale di oltre sessant’anni di successi dell’ultimo chansonnier del Novecento. Nemmeno il dolore alla schiena di Burt ha nuociuto alla qualità dell’esecuzione, dolore che sarà presto risolto in questi giorni con una delicata operazione chirurgica, che, a causa dei suoi 81 anni, preoccupa non poco i suoi fan di tutto il mondo. Milano ha quindi ricevuto il suo regalo musicale grazie anche a chi si è alacremente impegnato nell’organizzazione dell’eccezionale evento. Una particolare menzione è dovuta ad Andrea Lavezzoli, segretario dell’assessore, che ha coordinato giorno e notte musicisti, logistica e tecnici del palco sotto l’implacabile morsa del freddo. Bacharach, con il suo carisma, minuta e delicata figura, ha più volte espresso soddisfazione per il concerto e il suo sincero amore per l’Italia che a suo dire corrisponde con grande sincerità e calore. Ma avviciniamoci di più all’epicentro personale e musicale di Bacharach raccontando la conferenza stampa di palazzo Marino dove erano presenti, oltre alla splendida moglie Jane, il collega compositore e cantante Klaus Savoldi Bellavitis che si è guadagnato l’appellativo di “Bacharach italiano” e Claudio Novelli, presidente del Burt Bacharach Fan club italiano. Non appena Burt entra in sala, tutti i presenti rimangono ammutoliti in quanto si percepisce l’inadeguatezza di porre banali domande. Davanti a loro si staglia infatti una figura gentile, riservata ma dalla imponente cultura. La sua sola presenza rappresenta oltre mezzo secolo di arte, musica e spiritualità. Se si dovesse fare un film sulla vita di Bacharach, da che momento della sua vita potrebbe iniziare e con che episodio potrebbe terminare? «Comincerebbe da bambino quando verso i dieci anni mia madre mi fece disamorare della musica, ma io egualmente iniziai a comporre precoci canzoni che nessuno ascolterà mai e lo farei termi- In conferenza stampa. Burt Bacharach con Giovanni Terzi, assessore agli eventi del Comune di Milano Sulle note di Bacharach In piazza Duomo l’artista americano, genio della melodia e dell'armonizzazione, e un’orchestra di 35 elementi hanno scaldato il pubblico nonostante le temperature sotto zero nare con il culmine della mia carriera, il periodo cioè in cui Hollywood mi ha dato grande spazio nei film. Ad oggi comunque sono stati già realizzati musical a Broadway sulla mia vita». Secondo lei l’industria discografica è ancora in grado, come ai suoi tempi, di avere una mission più “art oriented” e meno “marketing oriented”? Pensa che si tornerà mai ad un clima di maggiore “attenzione” e rispetto per la qualità artistica? «Temo di no, l’industria con la crisi si è chiusa in se stessa e non predi- lige altro che risultati economici senza rispetto per la qualità dei contenuti artistici. Se fossi nato in questi anni ho la certezza che le mie canzoni non avrebbero avuto successo. Ad esempio se avessi composto solo dieci anni fa “Alfie” non avrebbe venduto un solo disco». Non crede sia comunque compito dell’artista includere nella propria musica valori estetici, umani e filosofici? «Dovrebbe essere così, ma così non è. Il pubblico non cerca quel tipo di contenuto e dalla musica richiede sempre più intrattenimento, distrazione e fruizione “superficiale”. Solo l’artista può, con il suo esempio di vita e la sua umanità, rappresentare dei valori. In questo modo i testi delle canzone verranno percepiti come realmente sinceri e profondi, tanto profondi quanto risulta essere il suo esempio di vita». Un grande nome del panorama itaiano di oggi? «Sicuramente Mario Biondi, una grande presenza e una voce imponente». Il suo rapporto con l’Italia? Bacharach incontra il suo “collega” italiano Klaus Bellavitis con il produttore discografico Roberto Scarano «Adoro sinceramente l’Italia e il suo calore, qui mi sento davvero a casa e sento apprezzamento nei miei confronti a differenza di altri Paesi europei, dove ho suonato in teatri con migliaia di posti con la sala mezza vuota. Una volta mi è capitato in un teatro francese di avere solo 700 presenze su 3.000, cose simili non succedono negli Stati Uniti o in Italia». Prossimi progetti? «La mia massima aspirazione oggi è fare un Natale con tutta la mia famiglia riunita. Alla mia età essere ancora autonomamente in grado di viaggiare e suonare è un grande dono che adesso voglio dedicare alla mia famiglia. I miei figli sono la più alta espressione artistica della mia vita». L’ARTISTA Una voce che scalda il cuore L’ottantaduenne tre volte premio Oscar, Mr. Burt Bacharach, è sicuramente uno dei compositori di musica popolare più importanti del ventesimo secolo, allo stesso livello di nomi quali George Gershwin o Irving Berlin. Le sue sofisticate produzioni toccano i più svariati generi, dal cool jazz, al soul, alla bossanova brasiliana fino al pop tradizionale, e coprono un arco di tempo di ben quattro decadi.