GIORGIO TIRABASSI in “SALVATORE E NICOLA”

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GIORGIO TIRABASSI in “SALVATORE E NICOLA”
Venerdì 2 Dicembre – Fonderia Leopolda ore 21.15 (in abbonamento)
Una produzione RQS Spettacoli s.a.s.
Roberto Quarta Spettacoli
GIORGIO TIRABASSI in
“SALVATORE E NICOLA”
tratto dal libro"Lotta di classe"
di ASCANIO CELESTINI
Riduzione teatrale di: Ascanio Celestini e Giorgio Tirabassi
Musiche di: Battista Lena Scenografia: Laura Benzi
Disegno Luci: Carlo Cerri Aiuto Regia: Ivan Olivieri
Aiuto Scenografa: Elisa Bentivegna Direttore di scena:
Freddy Proietti Regia: Giorgio Tirabassi
Salvatore e Nicola stanno in borgata. La casa loro è un condominio. Al primo piano che è praticamente
un piano rialzato ci sta il balcone coi gerani della signorina Patrizia, quella che fa dieci lavori, tutti
precari.
Ci vorrebbero dieci Patrizie e invece ci sto solo io, dice.
Al piano di sotto che è praticamente un seminterrato ci stanno loro con lo zio che passa le giornate
seduto, ossidato sulla poltrona. Nicola dice che che non è più un cristiano. Dice «è una macchia che
impatacca la poltrona. Se muore non lo portiamo mica al camposanto. Chiamiamo il tappezziere».
E il padre? E’ scappato in Cina, a fare il commercio di polli.
E la madre? S’è bevuta l’acido e quando il dottore l’ha aperta non ha trovato l’esofago.
Al quinto piano c’è la Dentona di Tor di Quinto, quella che c’ha sessant’anni e ne dimostra duecento,
piccoletta e secca secca. Tutta dipinta come una statuetta da bancarella, una di quelle che cambiano
colore con la temperatura dell’aria. Una madonnina di coccio tenuta in piedi sui tacchi degli stivaletti
rossi.
In mezzo ci sta il condominio, l’umanità in ciabatte che puzza di minestrina col dado.
A qualche fermata di autobus ci sta invece il call center dove Nicola guadagna 85 centesimi lordi per
ogni telefonata di due minuti e quaranta secondi .
E poi ci sta Marinella, enorme come l’Africa nuda con la testa nel Colosseo, il culo sull’Esquilino e i
piedi dentro al Verano, Sotto alla metro lo zingaro con la fisarmonica canta e pare che parla di lei.
«Marina Marina Marina...»
“Da cinque anni seguo una storia che inizia dalla lotta di un gruppo di lavoratori in un call center, uno
dei più grandi in Europa. Con le loro storie ho fatto un documentario, Parole Sante, e molti racconti, ma
uno spettacolo teatrale vero non sono riuscito a scriverlo mai. Poi ho messo insieme tutti i pezzi e ho
scritto un romanzo, Lotta di classe. La storia di due maschi e due femmine in un condominio
nell’estrema periferia della città di Roma, quella che inizia fuori del Raccordo Anulare. Giorgio mi ha
chiesto se avevo una storia nel cassetto e io, che questa storia ce l’ho in testa da tanto tempo e, dopo
averne fatto un libro scritto, non ho potuto più raccontarla, ho cercato di scucirla dal romanzo e ricucirla
per lui. La storia di due fratelli in un appartamento. Due che faticano a viverci e hanno bisogno che la
casa esploda per uscire davvero. (Ascanio Celestini)
Giorgio Tirabassi, conosciuto e amato dal pubblico di tutte le età che lo ha visto protagonista de “I
Liceali”, “Distretto di polizia” e “Paolo Borsellino”, ha riscosso grande successo di critica e pubblico
con lo spettacolo teatrale “Coatto unico senza intervallo”, che conta 10 anni di repliche. Personaggio
profondamente addentro alla sua città, una Roma proletaria, ironica e spietata di cui si fa frizzante
interprete e portavoce anche in occasione di “Salvatore e Nicola”. Il suo incontro con Ascanio
Celestini, una delle voci più note del teatro di narrazione in Italia, avviene nel 2010 in occasione
dell'opera prima di Celestini: “La pecora nera”, in concorso alla 67^ Edizione del Festival del Cinema
di Venezia, uscito nelle sale ad ottobre 2010. Dopo l’ incontro sul set de “La pecora nera”, che vede
Giorgio Tirabassi tra i protagonisti, la loro unione prosegue in teatro nello spettacolo “Salvatore e
Nicola”, monologo agrodolce in cui teatro di denuncia, satira, ironia e introspezione sposano i ritmi e i
modi del nostro tempo. Leggero e accattivante, profondo e simbiotico, “Salvatore e Nicola” porta in
scena i sapori, i colori e gli odori di oggi, del tempo che sfugge correndo, “perché se è vero che il tempo
è denaro, il loro tempo dev’essere denaro di qualcun altro...”.