PATOGENESI, ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA
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PATOGENESI, ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA
CAPITOLO 4 PATOGENESI, ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA CAPITOLO 4: PATOGENESI, ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA MESSAGGI PRINCIPALI • L’inalazione di sostanze tossiche causa flogosi dell’apparato respiratorio. Tale infiammazione può indurre BPCO se i normali meccanismi protettivi o di riparazione vengono sopraffatti o sono imperfetti. • • Le riacutizzazioni della malattia si associano ad un peggioramento dell’infiammazione delle vie aeree. • Nonostante l’infiammazione sia importante nella BPCO e nell’asma, il tipo di flogosi che si osserva in queste due patologie presenta caratteristiche notevolmente diverse. L’ipertensione polmonare compare tardivamente nel corso della malattia. Essa rappresenta la più importante complicanza cardiovascolare in corso di BPCO ed è associata ad una prognosi infausta. • La BPCO si associa a infiammazione sistemica e ad alterazioni della muscolatura scheletrica che possono contribuire alla limitazione della capacità di esercizio ed al declino dello stato di salute • Oltre all’infiammazione, altri due importanti processi nella patogenesi della BPCO sono l’alterazione dell’equilibrio fisiologico del sistema proteinasiantiproteinasi e lo stress ossidativo. • Le alterazioni anatomo-patologiche caratteristiche della BPCO sono presenti nelle vie aeree centrali, periferiche, nel parenchima e nei vasi polmonari. • Le vie aeree periferiche rappresentano la regione che contribuisce maggiormente all’ostruzione delle vie aeree nella BPCO. Le alterazioni strutturali della parete bronchiale costituiscono la causa più importante di aumento delle resistenze nelle vie aeree periferiche in tale malattia. Anche l’edema della parete bronchiale e l’ipersecrezione di muco contribuiscono a tale ostruzione bronchiale. • L’enfisema centrolobulare, che determina dilatazione e distruzione dei bronchioli respiratori, rappresenta la forma più comune nei pazienti con BPCO. • Le alterazioni fisiologiche caratteristiche della malattia comprendono l’ipersecrezione di muco, le alterazioni della funzionalità ciliare, la riduzione del flusso aereo espiratorio, l’iperestensione polmonare, le alterazioni degli scambi gassosi, l’ipertensione polmonare ed il cuore polmonare. Tali alterazioni compaiono in quest’ordine nella storia naturale della malattia. • La componente irreversibile della riduzione del flusso aereo espiratorio è principalmente dovuta al rimodellamento delle piccole vie aeree. Anche la distruzione parenchimale (enfisema) determina un contributo, che è tuttavia di minor importanza. • alterazioni dei vasi polmonari riducono gli scambi gassosi a livello polmonare, determinando così ipossiemia e successivamente ipercapnia. Le alterazioni del rapporto ventilazione/perfusione (VA/Q) sono il principale meccanismo che determina l’ipossiemia nella BPCO. Nella BPCO in fase avanzata l’ostruzione delle piccole vie aeree, la distruzione parenchimale e le 28 PATOGENESI, ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA INTRODUZIONE L’esposizione a sostanze tossiche inalate causa flogosi polmonare e distruzione tissutale, danneggia i meccanismi difensivi e riparativi; i primi utili per contrastare la distruzione parenchimale, i secondi in grado di determinare “restitutio ad integrum”. Le conseguenze di tale danno sono rappresentate dall’ipersecrezione di muco, dalla broncoostruzione, dalla fibrosi, dalla distruzione del parenchima (enfisema) e da alterazioni vascolari. A loro volta, tali alterazioni determinano una riduzione del flusso aereo espiratorio ed altre alterazioni funzionali caratteristiche della BPCO. La maggior parte delle conoscenze relative alla patogenesi della BPCO provengono da studi condotti su animali o in vitro. Questi modelli sperimentali sono tuttavia limitati, in quanto non rappresentano a pieno la complessità di quanto avviene in vivo nell’uomo. Gli studi condotti su soggetti umani, relativi alla patogenesi, all’anatomia patologica ed alla fisiopatologia della BPCO, sono spesso limitati dalla selezione dei pazienti, dal limitato numero delle casistiche e dall’accesso limitato ai tessuti interessati. Per tali ragioni una trattazione basata sull’evidenza di tali argomenti risulterà necessariamente incompleta. PATOGENESI La BPCO si caratterizza per un’infiammazione cronica che interessa le vie aeree, il parenchima polmonare ed i vasi polmonari. Le caratteristiche cellulari e molecolari e l’entità della flogosi variano in relazione alla progressione della malattia. Con il tempo, il processo infiammatorio danneggia il polmone, determinando le alterazioni anatomo-patologiche caratteristiche della BPCO. Oltre all’infiammazione, anche lo squilibrio del sistema proteinasi-antiproteinasi a livello polmonare e lo stress ossidativo sembrano avere un importante ruolo nella patogenesi della BPCO. Essi possono essere conseguenza dell’infiammazione oppure possono derivare da fattori ambientali (ad esempio dagli ossidanti presenti nel fumo di tabacco) o genetici (per esempio essere conseguenza di un deficit di alfa-1 antitripsina). La Figura 4.1 presenta in dettaglio le interazioni fra questi meccanismi. La molteplicità di cellule e mediatori che si pensa siano coinvolti nella patogenesi della BPCO è presentata schematicamente nella Figura 4.2. Cellule infiammatorie La BPCO è caratterizzata da un aumento di neutrofili, macrofagi e linfociti T (per lo più linfociti T CD8+) in varie parti del polmone (Figura 4.3). In alcuni pazienti è presente un aumento degli eosinofili, in particolare durante le riacutizzazioni. Tale incremento dell’attività cellulare è determinato da un aumento di cellule infiammatorie, della loro sopravvivenza e/o della loro attivazione. Molti studi mostrano una correlazione fra il numero di diverse cellule infiammatorie presenti nel polmone e la gravità della malattia1-10. Figura 4.3 - Siti in cui si verifica aumento delle cellule infiammatorie nella BPCO Figura 4.1 - Patogenesi della BPCO Grandi vie aeree • • • • Piccole vie aeree • Macrofagi • Linfociti T (soprattutto CD8+) • Eosinofili (in alcuni pazienti) Parenchima • Macrofagi • Linfociti T (soprattutto CD8+) • Neutrofili Arterie polmonari • Linfociti T (soprattutto CD8+) • Neutrofili Particelle e gas nocivi Fattori legati all’ospite Infiammazione polmonare Anti-ossidanti Stress ossidativo Anti-proteasi Macrofagi Linfociti T (soprattutto CD8+) Neutrofili (solo nella malattia grave) Eosinofili (in alcuni pazienti) Proteasi Meccanismi di riparazione BPCO Figura 4.2 - Cellule e mediatori coinvolti CELLULE Macrofagi, neutrofili, linfociti CD8+, eosinofili, cellule epiteliali, fibroblasti MEDIATORI LTB4, IL-8, GRO-1α, MCP-1, MIP-1α, GM-CSF, endotelina, Sostanza P -1 PROTEINASI Elastasi neutrofila, catepsine, proteinasi 3, MMPs Stampato con il permesso del Dr. Peter J. Barnes EFFETTI Ipersecrezione di muco Fibrosi Distruzione della parete alveolare Neutrofili. Sia nell’espettorato sia nel lavaggio broncoalveolare (BAL) dei pazienti affetti da BPCO si è osservato un maggior numero di neutrofili attivati4,5,8,9, nonostante il ruolo di tali cellule nella BPCO non sia ancora chiaro. Un aumento dei neutrofili è presente anche nei fumatori che non presentano la BPCO11. Viceversa nelle biopsie bronchiali e del parenchima polmonare, essi risultano solo modestamente aumentati. Questo dato può indicare il loro rapido passaggio attraverso le vie aeree ed il parenchima. Studi condotti sull’espettorato indotto hanno mostrato un incremento della mieloperossidasi (MPO) e della lipocalina umana neutrofila, entrambi indici di attivazione neutrofila12. Si osserva inoltre un notevole aumento dei neutrofili nel BAL durante le riacutizzazioni della BPCO13. Questi secernono diverse proteinasi, tra cui l’elastasi neutrofila, la catepsina G neutrofila e la proteinasi 3 neutrofila, che possono contribuire alla distruzione parenchimale e all’ipersecrezione cronica di muco. Macrofagi. Gli studi istopatologici, sul lavaggio broncoalveolare (BAL), sulle biopsie bronchiali e sull’espettorato indotto hanno evidenziato un aumento dei macrofagi nelle piccole e grandi vie aeree e nel parenchima polmonare di pazienti con BPCO2,4-6,9. Nei pazienti con enfisema, i macrofagi sono localizzati nelle sedi ove si osserva la distruzione delle pareti alveolari1; in corso di BPCO sono probabilmente in grado di concertare l’infiammazione. Tali cellule, una volta attivate, producono il PATOGENESI, ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA 29 fattore di necrosi tumorale (TNF-α), l’interleuchina-8 (IL-8) ed il leucotriene B4 (LTB4), i quali determinano l’infiammazione neutrofila. Linfociti T. Gli studi istopatologici e le biopsie bronchiali mostrano un aumento del numero di linfociti T nei polmoni dei pazienti affetti da BPCO, per la maggior parte linfociti T CD8+ (citotossici)1,2,10,14. Non è tuttavia ancora chiaro il ruolo di tali cellule nella flogosi presente nella BPCO, anche se si pensa che possano agire attraverso il rilascio di perforine, granzyme B e TNF-α determinando citolisi ed apoptosi delle cellule epiteliali alveolari15, le quali possono essere responsabili della persistenza dell’infiammazione. In pazienti con BPCO grave si è anche osservato un aumento del numero di cellule NK di tipo linfocitario3. Eosinofili. Non è definita la presenza ed il ruolo degli eosinofili nella BPCO. Alcuni studi condotti su biopsie bronchiali mostrano un aumento di tali cellule nelle vie aeree di alcuni pazienti con BPCO stabile6,16. Tuttavia, una possibile spiegazione è che tali pazienti potrebbero presentare un’asma concomitante, dato che altri studi non riportano un incremento degli eosinofili nei pazienti affetti da BPCO2. Si osservano elevati livelli di proteina cationica eosinofila (ECP) e di perossidasi eosinofila (EPO) nell’espettorato indotto dei pazienti affetti da BPCO, il che suggerisce che gli eosinofili possano essere presenti ma degranulati e quindi non più riconoscibili al microscopio ottico12. Inoltre gli elevati livelli di elastasi neutrofila (NE) in corso di BPCO possono essere responsabili della degranulazione eosinofila24. Un elevato numero di studi dimostra invece un significativo aumento degli eosinofili nelle vie aeree durante le riacutizzazioni18,19. Cellule epiteliali. Le cellule epiteliali bronchiali ed alveolari sono ritenute una probabile fonte di mediatori dell’infiammazione nella BPCO, nonostante non sia stato ancora completamente studiato il loro ruolo nella flogosi che si osserva in corso di BPCO. L’esposizione di cellule epiteliali della mucosa nasale o bronchiale di volontari sani al diossido di azoto (NO2), all’ozono (O3) e alle particelle degli scarichi dei motori diesel determina la sintesi ed il rilascio di mediatori proinfiammatori, che comprendono eicosanoidi, citochine e molecole di adesione20. La molecola di adesione E-selettina, implicata nel reclutamento e nell’adesione dei neutrofili, è iperespressa sulle cellule epiteliali di pazienti con BPCO21. Le cellule epiteliali bronchiali di tali pazienti, coltivate in vitro, rilasciano quantità minori di mediatori dell’infiammazione, quali il TNF-α e l’IL-8, rispetto alle cellule epiteliali di soggetti non fumatori o fumatori senza BPCO, suggerendo così la presenza di meccanismi di sottoespressione nei soggetti affetti da BPCO che determinano il rilascio di minori quantità di mediatori infiammatori20. Mediatori della infiammazione Le cellule infiammatorie attivate rilasciano molteplici tipi di mediatori, che comprendono una serie di proteinasi22,23, ossidanti24 e peptidi tossici25. Molti mediatori dell’infiammazione, 30 PATOGENESI, ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA compresi il LTB426, l’IL-84,7,27 ed il TNF-α4,16, sono in grado di danneggiare le strutture polmonari e/o di mantenere la flogosi neutrofila. Il danno determinato da tali mediatori può ulteriormente potenziare la flogosi attraverso il rilascio di peptidi, dotati di azione chemiotattica, da parte della matrice extracellulare28. Sono ancora limitate le nostre conoscenze sulle specifiche funzioni di tali mediatori nella BPCO. Studi relativi all’utilizzo a scopo terapeutico di antagonisti di taluni di questi mediatori dovrebbero contribuire ad identificare le molecole importanti nella BPCO. Leucotriene B4 (LTB4). L’LTB4, un potente fattore chemiotattico per i neutrofili, è presente ad elevate concentrazioni nell’espettorato dei pazienti con BPCO26. È probabilmente sintetizzato dai macrofagi alveolari, i quali rilasciano più LTB4 nei pazienti con BPCO che nei soggetti sani. Sono stati sintetizzati diversi antagonisti recettoriali LTB4, utilizzati per studi clinici, i quali dovrebbero spiegare il ruolo di questi mediatori nella BPCO. Fino ad ora non sono presenti evidenze che dimostrino l’importanza dei cisteinil leucotrieni (LTC4, LTD4, LTE4) nella BPCO. Antagonisti selettivi del recettore 1 dei leucotrieni cisteinici (CysLT1) si sono rivelati efficaci in pazienti con asma; sono pertanto in corso studi relativi all’utilizzo di questi farmaci in pazienti con BPCO. Il ruolo del recettore 2 (CysLT2) nelle patologie respiratorie è ancora sconosciuto29. Interleuchina 8 (IL-8). L’IL-8 è un fattore chemiotattico selettivo per i neutrofili, che può essere rilasciato dai macrofagi, dai neutrofili e dalle cellule dell’epitelio bronchiale, ed è presente ad elevate concentrazioni nell’espettorato indotto e nel liquido di BAL dei pazienti con BPCO4,7,27. L’IL-8 può essere di primaria importanza nell’attivazione di neutrofili ed eosinofili nelle vie aeree dei pazienti con BPCO e può essere utile come marcatore per valutare la gravità dell’infiammazione bronchiale27. Tumor necrosis factor-α (TNF-α). Il TNF-α attiva il fattore di trascrizione nucleare κ B (NF-κ B), che a sua volta attiva il gene dell’IL-8 nelle cellule epiteliali e nei macrofagi (Figura 4.4). Nei pazienti con BPCO il TNF-α è presente in elevate concentrazioni nell’espettorato4 e lo si riscontra anche nelle biopsie bronchiali16. I livelli sierici di TNF-α e quelli prodotti dai monociti del sangue periferico sono aumentati nei pazienti affetti da BPCO con importante calo ponderale. Questo dato fa pensare che questo mediatore possa giocare un ruolo nella cachessia presente in pazienti con BPCO grave30. Figura 4.4 - Interazione tra macrofagi, neutrofili e cellule epiteliali rimodellamento (fibrosi ed ostruzione) delle vie aeree in tale patologia34. • Endotelina-1 (ET-1), è un potente vasocostrittore di origine endoteliale che si trova in elevata concentrazione nell’espettorato indotto di pazienti con BPCO35. I pazienti con BPCO grave presentano elevate concentrazioni plasmatiche di ET-1, probabilmente in relazione all’ipossiemia cronica36. Il fumo di sigaretta attiva i macrofagi e le cellule epiteliali a produrre il tumor necrosis factor α (TNF-α), che a sua volta attiva il gene dell’interleuchina-8 (IL-8), che recluta e attiva i neutrofili. Questo processo avviene attraverso l’attivazione del fattore di trascrizione nucleare-κB (NF-κB) Riprodotta con autorizzazione del Dott. Peter J. Barnes Altri. Altri mediatori della flogosi che possono essere implicati nella BPCO comprendono: • Il fattore chemiotattico proteico di derivazione macrofagica-1 (MCP-1), un potente fattore chemiotattico dei monociti; è aumentato nel liquido di BAL dei pazienti con BPCO e nei controlli fumatori, ma non negli ex fumatori o nei non fumatori31. Di conseguenza, l’MCP-1 può essere coinvolto nel reclutamento polmonare dei macrofagi nei fumatori. • Il fattore infiammatorio proteico di derivazione macrofagica-1β (MIP-1β) è aumentato nel liquido di BAL dei pazienti con BPCO, rispetto ai fumatori, ex fumatori e non fumatori31. Il fattore infiammatorio proteico di derivazione macrofagica-1α (MIP-1α) presenta un’aumentata espressione nelle cellule epiteliali bronchiali dei pazienti con BPCO3 rispetto ai controlli fumatori. • Fattore stimolante la formazione di colonie di granulociti e macrofagi (GM-CSF): è presente in elevate concentrazioni nel liquido di BAL di pazienti con BPCO stabilizzata ed a concentrazioni ancor più elevate durante le riacutizzazioni17. Il numero di macrofagi immunoreattivi nei confronti del GMCSF è aumentato anche nell’espettorato dei pazienti con BPCO31,32. Tale molecola è importante per la sopravvivenza dei neutrofili e può avere un ruolo nell’intensificare la flogosi neutrofila. • Neuropeptidi quali la sostanza P (SP), il peptide correlato al gene per la calcitonina, ed il peptide intestinale vasoattivo (VIP) hanno importanti effetti sui vasi e sulla secrezione mucosa. Un’aumentata secrezione di sostanza P si osserva nell’espettorato di pazienti con bronchite cronica37. Uno studio eseguito su biopsie bronchiali ha osservato un aumento delle terminazioni nervose immunoreattive per il VIP, nelle vicinanze delle ghiandole sottomucose in pazienti con bronchite cronica, ciò suggerisce che questa sostanza può essere importante nell’ipersecrezione mucosa38. Un altro studio non ha tuttavia mostrato la presenza di differenze significative fra pazienti affetti da BPCO e controlli sani39, per quel che riguarda il numero di terminazioni nervose immunoreattive per la sostanza P, il peptide correlato al gene per la calcitonina o il VIP. • Complemento. L’attivazione del sistema del complemento attraverso la sintesi del C5a, un potente fattore chemiotattico, può avere un ruolo significativo nell’accumulo di neutrofili a livello polmonare in pazienti con BPCO40. Differenti tipi di infiammazione nell’asma e nella BPCO Sebbene la flogosi sia un elemento importante sia nella BPCO che nell’asma, come riassunto nella Figura 4.5, la risposta infiammatoria in corso di BPCO è diversa da quella dell’asma. Tuttavia, alcuni pazienti con BPCO soffrono anche di asma e in tali casi l’infiammazione delle vie respiratorie mostra caratteristiche comuni ad entrambe le malattie. Poiché l’infiammazione costituisce un elemento caratteristico della BPCO, ne consegue che le terapie antinfiammatorie possono produrre un beneficio clinico, prevenire le riacutizzazioni e rallentare la progressione della malattia. La flogosi in corso di BPCO sembra tuttavia essere molto meno sensibile ai corticosteroidi, che sono invece i farmaci antinfiammatori efficaci nell’asma. • Il fattore di trasformazione della crescita-β (TGF-β) e il fattore di crescita epidermica (EGF) presentano un’elevata espressione nelle cellule epiteliali ed in quelle della sottomucosa (eosinofili e fibroblasti) in pazienti con BPCO33. Questi mediatori possono essere importanti nel PATOGENESI, ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA 31 Figura 4.5 - Caratteristiche dell’infiammazione nella BPCO e nell’asma BPCO ASMA Cellule • neutrofili • notevole aumento di macrofagi • aumento di linfociti T CD8+ • eosinofili • lieve aumento di macrofagi • aumento di linfociti Th2 CD4+ • attivazione mastociti Mediatori • LTB4 • IL-8 • TNFα • LTD4 • IL-5 • e molti altri Conseguenze • metaplasia squamosa dell’epitelio • distruzione parenchimale • metaplasia delle cellule mucipare • ipertrofia ghiandolare • fragilità dell’epitelio • ispessimento della membrana basale • metaplasia delle cellule mucipare • ipertrofia ghiandolare Risposta al trattamento • i glucocorticoidi possono dare poco o nessun beneficio • i glucocorticoidi inibiscono l’infiammazione Infiammazione e fattori di rischio per la BPCO Squilibrio del sistema proteinasi-antiproteinasi La relazione fra il fumo di sigaretta e l’infiammazione è stata studiata41-52 molto dettagliatamente. Il fumo di sigaretta determina la produzione da parte di macrofagi e cellule epiteliali di TNF-α; può inoltre indurre i macrofagi a rilasciare altri mediatori dell’infiammazione, fra cui IL-8 e LTB453,54. Nel 1963 Laurell e Ericson hanno osservato che soggetti con un deficit ereditario della proteina sierica alfa-1 antitripsina, che inibisce molteplici proteinasi, tra cui l’elastasi dei neutrofili, presentano un aumentato rischio di sviluppare l’enfisema62. L’elastina, il bersaglio dell’elastasi neutrofila, costituisce il più importante componente della parete alveolare. I frammenti di elastina possono agire come agenti chemiotattici potenti per macrofagi e neutrofili. L’infiammazione è presente anche nei polmoni dei fumatori non affetti da BPCO, dove presenta caratteristiche simili, ma risulta meno intensa di quella osservata nei soggetti con BPCO. Per esempio, studi condotti sull’espettorato indotto dimostrano che i fumatori senza BPCO presentano una percentuale maggiore di neutrofili a livello polmonare, rispetto ai coetanei non fumatori, ma una percentuale minore rispetto ai pazienti con BPCO4,9. Per tale ragione diversi ricercatori ritengono che l’infiammazione caratteristica della BPCO rappresenti un’esagerazione della fisiologica risposta protettiva agli irritanti respiratori. Tuttavia non è ancora chiara la ragione per cui non tutti i fumatori sviluppano la BPCO, e perché la risposta infiammatoria, dotata di significato protettivo, debba essere amplificata e divenga dannosa solo in alcuni fumatori. Probabilmente l’infiammazione causata dal fumo di sigaretta interagisce con altri fattori, siano essi individuali o ambientali, per produrre l’eccessiva degenerazione nel tempo della funzionalità respiratoria che porta alla BPCO55. La flogosi è presente anche nelle biopsie bronchiali di ex-fumatori, suggerendo così la risposta infiammatoria nella BPCO può persistere anche senza un’esposizione continua ai fattori di rischio56. Un certo numero di studi ha dimostrato che vari tipi di particelle (ad esempio, gli scarichi dei motori diesel o le polveri di cereali) possono innescare l’infiammazione nelle vie respiratorie57-61. È probabile che l’inquinamento degli ambienti interni, determinato dai prodotti di combustione di combustibili da biomasse abbia effetti simili. 32 PATOGENESI, ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA Tali osservazioni hanno condotto all’ipotesi che uno squilibrio fra proteinasi ed antiproteinasi possa determinare la distruzione del parenchima polmonare. Sembra pertanto chiaro che uno squilibrio fra proteinasi ed antiproteinasi può portare sia ad un’aumentata produzione od attività delle proteinasi, sia all’inattivazione o alla ridotta produzione di antiproteinasi. Spesso tale squilibrio rappresenta una conseguenza dell’infiammazione indotta da irritanti respiratori. Per esempio, i macrofagi, i neutrofili e le cellule dell’epitelio bronchiale rilasciano una serie di proteinasi. Tale squilibrio può anche essere causato da una diminuita attività delle antiproteinasi dovuta a stress ossidativo (anch’esso una conseguenza dell’infiammazione), al fumo di sigaretta63, 64 e probabilmente anche ad altri fattori di rischio. Il concetto è stato ulteriormente allargato e comprende altre proteinasi ed antiproteinasi. Sebbene l’elastasi neutrofila sia probabilmente la principale proteinasi coinvolta nella distruzione del parenchima polmonare in caso di deficit di alfa-1 antitripsina, essa non sembra essere coinvolta nella BPCO causata da fattori di rischio ambientali. Altre proteinasi che si ritengono importanti nell’insorgenza della BPCO sono la catepsina G neutrofila, la proteinasi-3 neutrofila, le catepsine rilasciate dai macrofagi (in particolare le catepsine B, L e S) e varie metalloproteinasi65. Queste proteinasi sono in grado di degradare l’elastina ed il collagene, un altro importante componente della parete alveolare. Alcune proteinasi, quali l’elastasi neutrofila66 e la proteinasi-3 neutrofila67, inducono la secrezione mucosa e l’elastasi neutrofila determina anche l’iperplasia delle ghiandole mucose68. Le proteinasi possono pertanto essere coinvolte nell’ipersecrezione mucosa e nella distruzione parenchimale. Le antiproteinasi che si ritengono implicate nella BPCO comprendono, oltre all’alfa-1 antitripsina, l’inibitore della secrezione di leucoproteinasi e gli inibitori tissutali delle metalloproteinasi. Stress ossidativo Vi sono crescenti evidenze che in corso di BPCO è presente uno squilibrio fra molecole ossidanti ed antiossidanti in favore delle prime (il processo è sintetizzato nella Figura 4.6). I marcatori dello stress ossidativo sono stati trovati sulla superficie alveolare, nell’esalato e nelle urine dei fumatori e dei pazienti con BPCO. Per esempio il perossido di idrogeno (H2O2) e l’ossido nitrico rappresentano indici diretti degli ossidanti prodotti dal fumo di sigaretta o rilasciati dai leucociti o dalle cellule epiteliali in corso di infiammazione. L’H2O2 è aumentato nell’esalato di pazienti con BPCO stabilizzata e durante le riacutizzazioni della malattia69, mentre l’ossido nitrico è aumentato nell’esalato soltanto durante le riacutizzazioni della malattia70. Un isomero delle prostaglandine, l’isoprostano F2α-III, che si ottiene dalla perossidazione dell’acido arachidonico da parte di radicali liberi e che viene considerato un marcatore in vivo dello stress ossidativo polmonare, è aumentato sia nel condensato71 che nelle urine72 dei pazienti con BPCO se paragonato ai controlli sani, e risulta maggiormente elevato nelle riacutizzazioni. Lo stress ossidativo contribuisce all’insorgenza della BPCO in molteplici modi. Gli ossidanti possono interagire con un gran numero di molecole biologiche e danneggiarle; fra queste le proteine, i lipidi e gli acidi nucleici. Tali eventi possono determinare alterazioni cellulari, morte delle cellule o danno della matrice extracellulare polmonare. Lo stress ossidativo contribuisce anche allo squilibrio fra proteinasi ed antiproteinasi sia inattivando le antiproteinasi (alfa-1 antitripsina e la SLPI) che attivando le proteinasi (le metalloproteinasi). Figura 4.6 - Aumento dello stress ossidativo nella BPCO ANTIOSSIDANTI Glutatione, acido urico, bilirubina, vitamina C e vitamina E Anti-proteasi SLPI α1-AT NFNF-κB IL-8 Proteolisi O2-, H202 reclutamento neutrofili OH, ONOO- Secrezione di muco Isoprostani TNF-α Broncoostruzione Perdite plasmatiche Gli ossidanti favoriscono inoltre l’infiammazione, per esempio attivando il fattore di trascrizione NF-κB, il quale controlla l’espressione di molti geni dell’infiammazione ritenuti determinanti nella BPCO, quali IL-8 e TNF-α. Infine lo stress ossidativo può contribuire alla broncoostruzione reversibile. L’H2O2 determina la contrazione della muscolatura liscia bronchiale in vitro e l’isoprostano F2α-III causa ostruzione bronchiale nell’uomo73. ANATOMIA PATOLOGICA Le alterazioni morfologiche che si osservano nella BPCO interessano le vie aeree centrali e periferiche, il parenchima polmonare ed i vasi polmonari74. La patogenesi di queste lesioni è riconducibile alla risposta infiammatoria cronica polmonare, che è innescata dall’inalazione di gas e particelle tossici come quelli contenuti nel fumo di sigaretta. Il polmone possiede naturali meccanismi difensivi e capacità riparative molto sviluppate, ma il funzionamento di tali meccanismi può variare in rapporto al corredo genetico dell’ospite (vedi il deficit di alfa-1 antitripsina) e ad altri fattori di rischio presenti nell’ambiente (ad esempio le infezioni e l’inquinamento atmosferico)75, ma anche in conseguenza della natura cronica dell’infiammazione e per il ripetersi di meccanismi lesivi. Vie aeree centrali Le vie aeree centrali comprendono la trachea, i bronchi ed i bronchioli con diametro interno superiore a 2-4 mm. In pazienti con bronchite cronica, un essudato infiammatorio ricopre l’epitelio delle vie aeree centrali, delle ghiandole e dei dotti in esso presenti2,42. In tale essudato prevalgono macrofagi e linfociti T CD8+2, 76. La flogosi cronica si associa anche a metaplasia delle cellule caliciformi mucipare e delle cellule squamose dell’epitelio, ad un’alterata funzione, danno e/o perdita delle ciglia, ad un’ipertrofia delle ghiandole che secernono muco, localizzate nella sottomucosa77, ad iperplasia delle cellule muscolari lisce e del tessuto connettivo bronchiale78, alla degenerazione della cartilagine bronchiale79,80 ed all’ipersecrezione mucosa. Non sono tuttavia ancora chiari i meccanismi che determinano l’ipertrofia delle ghiandole mucose e la metaplasia delle cellule caliciformi mucipare. Studi condotti su animali81,82 mostrano che le sostanze irritanti, compreso il fumo di sigaretta83, possono determinare tali alterazioni. Queste alterazioni nelle vie aeree centrali (Figura 4.7) sono responsabili della tosse cronica e dell’espettorazione, sintomi che identificano i pazienti a rischio di BPCO e che possono essere presenti per tutto il decorso della malattia. Tali alterazioni anatomo-patologiche possono essere presenti da sole od associarsi a quelle delle piccole vie aeree e del parenchima polmonare sottodescritte. Stampata con autorizzazione del Dott. Peter J. Barnes PATOGENESI, ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA 33 Figura 4.7 - Alterazioni anatomo-patologiche delle vie aeree centrali nella BPCO (A) Sezione di bronco centrale di fumatore con funzionalità ventilatoria normale. Sono presenti solo piccole cellule muscolari e piccole ghiandole mucipare. In contrasto ad un quadro patologico bronchiale. (B) Iperplasia muscolare ed ipertrofia ghiandolare. (C) ulteriore ipertrofia ghiandolare. Questo è presente in un processo infiammatorio cronico che coinvolge i polimorfonucleati (punta di freccia) e i mononucleati, compreso le plasmacellule (freccia). Stampata con autorizzazione del Dott. James C. Hogg e di Stuart Greene strutturale che funzionale. Il fumo di sigaretta può danneggiare i processi riparativi a livello polmonare, contribuendo in tal modo ad alterare ulteriormente la struttura del polmone84-86. Anche i normali meccanismi di riparazione polmonare possono portare al rimodellamento delle vie aeree, perché la riparazione tissutale nelle vie aeree, come in ogni altra parte del corpo, può portare alla formazione di tessuto cicatriziale. In ogni caso questi fenomeni di danno, cui consegue la riparazione tissutale, determinano un rimodellamento della struttura della parete bronchiale, con un aumento del contenuto di collagene e con la formazione di tessuto cicatriziale, che ostruisce il lume e determina un’ostruzione bronchiale non reversibile87. Le vie aeree periferiche costituiscono il principale sito di ostruzione bronchiale nella BPCO e le misurazioni dirette della resistenza delle piccole vie aeree88 dimostrano che le alterazioni strutturali della parete bronchiale costituiscono la causa più importante dell’aumento di tale resistenza. Le alterazioni infiammatorie, quali l’edema bronchiale e l’ipersecrezione mucosa, contribuiscono anch’esse all’ostruzione bronchiale nella BPCO; anche la perdita di retrazione elastica è un fattore contribuente, ma il ruolo principale è quello rivestito dalla fibrosi delle vie aeree periferiche. La fibrosi delle vie aeree periferiche, così come in qualunque altro distretto dell’organismo, è caratterizzata dall’accumulo di cellule mesenchimali (fibroblasti e miofibroblasti) e di matrice di tessuto connettivale extracellulare. Figura 4.8 - Alterazioni anatomo-patologiche delle vie aeree periferiche nella BPCO Vie aeree periferiche Le vie aeree periferiche comprendono i piccoli bronchi ed i bronchioli, questi ultimi con un diametro interno inferiore ai 2 mm (Figura 4.8). La degenerazione precoce della funzionalità respiratoria, che si osserva in corso di BPCO, è correlata alla flogosi nelle vie aeree periferiche, del tutto simile a quella che si osserva nelle vie aeree centrali: presenza di essudato nella parete bronchiale e nel lume, metaplasia delle cellule epiteliali caliciformi mucipare e squamose43, edema della mucosa bronchiale determinato dall’infiammazione, eccesso di muco nelle vie aeree determinato dalla metaplasia delle cellule caliciformi mucipare. Tuttavia l’alterazione più caratteristica delle piccole vie aeree dei pazienti con BPCO è l’ostruzione bronchiale. L’infiammazione prodotta dal fumo di sigaretta45 e da altri fattori di rischio75 determina ripetuti cicli di danno, a cui conseguono fenomeni riparativi delle pareti delle vie aeree periferiche. Il danno è determinato direttamente dalle particelle tossiche e dai gas inalati, come quelli del fumo di sigaretta, o indirettamente attraverso i mediatori dell’infiammazione. A tali eventi conseguono i processi riparativi. Nonostante questi ultimi siano conosciuti solo in parte, sembra probabile che essi determinino un rimodellamento delle vie aeree e quindi un’alterazione sia Sezione istologica delle vie aeree periferiche di paziente fumatore. (A) normale; (B) muco nel lume con poca o nessuna evidenza di infiammazione della parete bronchiale; (C) presenza di essudato infiammatorio nella parete e nel lume; (D) riduzione del lume, rimodellamento della parete, aumento della componente muscolare, e deposito di tessuto connettivale peribronchiale. Stampata con autorizzazione del Dott. James C. Hogg e di Stuart Greene 34 PATOGENESI, ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA Diversi tipi cellulari, compresi i fagociti mononucleati e le cellule epiteliali, possono produrre mediatori che governano tale processo. I mediatori che conducono all’accumulo di tali cellule e della matrice extracellulare non sono completamente definiti; è tuttavia probabile che diversi mediatori siano coinvolti, fra cui il TGF-β, l’ET-1, il fattore insulino-simile di accrescimento, la fibronectina, il fattore di crescita di derivazione piastrinica (PDGF)89. Figura 4.10 - Bronchioli respiratori normali ed enfisema centrolobulare Parenchima polmonare Il parenchima polmonare comprende la superficie ove avvengono gli scambi gassosi (bronchioli respiratori ed alveoli) e la rete capillare polmonare (Figura 4.9). La forma più comune di distruzione parenchimale nei pazienti con BPCO è l’enfisema centrolobulare (Figura 4.10), nel quale si ha dilatazione e distruzione dei bronchioli respiratori90. Nelle forme più lievi questo tipo di enfisema insorge più frequentemente nelle regioni polmonari superiori, ma nella malattia avanzata può anche interessare diffusamente il parenchima polmonare; è inoltre possibile osservare la distruzione del letto capillare. Figura 4.9 - Polmone normale ed enfisematoso (A) sezione di superficie pleurica di un polmone normale collegato tramite un setto di tessuto connettivale con un Iobulo secondario (freccia piena) e bronchioli terminali (TB) colorati con materiale opaco. (B) sezione di un bronchiolo terminale (RB) che finisce in un dotto alveolare (AD). (C) schema dell’enfisema centrolobulare e (D) lesione visualizzate con broncografia. Stampata con autorizzazione del Dott. James C. Hogg e di Stuart Greene I vasi polmonari Sezioni preparate da: (A) polmone normale; (B) polmone con enfisema centrolobulare di lieve entità; (C) polmone con grave enfisema panacinare. Nell’enfisema centrolobulare le lesioni sono più frequenti alle regioni superiori, mentre l’enfisema panacinare è caratterizzato da un interessamento delle basi. Stampata con autorizzazione del Dott. James C. Hogg e di Stuart Greene L’enfisema panacinare, che interessa la totalità dell’acino, è la lesione che si osserva caratteristicamente nel deficit di alfa-1 antitripsina e determina la dilatazione e distruzione dei dotti, dei sacchi alveolari e dei bronchioli respiratori. Di solito colpisce maggiormente le regioni polmonari inferiori rispetto a quelle superiori. Visto che tali alterazioni colpiscono solitamente la totalità degli acini del lobulo secondario, viene anche definito enfisema panlobulare. Il principale meccanismo di distruzione del parenchima polmonare, sia nella BPCO determinata dal fumo di sigaretta che in quella da deficit di alfa-1 antitripsina, si ritiene essere rappresentato da uno squilibrio fra le proteinasi e le antiproteinasi endogene a livello polmonare. Anche lo stress ossidativo, altra conseguenza dell’infiammazione, può contribuire a tale meccanismo91. Le modificazioni dei vasi polmonari nella BPCO (Figura 4.11) si caratterizzano per un ispessimento della parete vasale che insorge precocemente nella storia naturale della malattia, quando la funzionalità ventilatoria e la pressione del piccolo circolo, in condizioni di riposo92 , sono ancora pressoché normali. Le alterazioni endoteliali delle arterie polmonari, che possono essere direttamente causate dal fumo di sigaretta93 o indirettamente dai mediatori dell’infiammazione14, insorgono precocemente nella BPCO94. Poiché l’endotelio riveste un ruolo importante nella regolazione del tono vascolare e nella proliferazione cellulare, è probabile che le alterazioni endoteliali possano dare inizio alla sequenza di eventi che determina tali alterazioni strutturali. L’ispessimento della parete intimale rappresenta la più precoce alterazione strutturale92, seguito da un aumento delle cellule muscolari lisce e dall’infiltrazione della parete vasale da parte di macrofagi e linfociti T CD8+14. Tali alterazioni strutturali sono correlate ad un aumento della pressione polmonare che insorge inizialmente solo durante l’esercizio e successivamente anche a riposo. Il peggioramento della BPCO determina un aumento della quantità di muscolo liscio, di proteoglicani e collagene95, con un ulteriore ispessimento della parete vasale. Nella malattia in fase avanzata le alterazioni delle arterie muscolari possono essere associate alla distruzione enfisematosa del letto capillare. PATOGENESI, ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA 35 Figura 4.11 - Alterazioni anatomo-patologiche dei vasi polmonari nella BPCO Tali modificazioni costituiscono di solito le prime alterazioni fisiologiche che insorgono nella BPCO e possono costituire per molti anni le sole alterazioni presenti. Riduzione del flusso aereo espiratorio ed iperestensione polmonare Piccoli (A) e grandi (B) vasi del polmone di fumatore con funzionalità ventilatoria normale e piccoli (C) e grandi (D) vasi del polmone di paziente con grave enfisema. Si nota già uno ispessimento della parete vasale dei piccoli vasi (A e C) ed un ispessimento della media dei grandi vasi (B e D) nei pazienti con grave enfisema. La riduzione del flusso aereo espiratorio rappresenta l’alterazione fisiologica più caratteristica della BPCO. Essa è in gran parte irreversibile, con una piccola componente di reversibilità. Molteplici alterazioni anatomo-patologiche contribuiscono a determinare la riduzione del flusso aereo espiratorio e le modificazioni della meccanica polmonare, come riassunto nella Figura 4.12. Il rimodellamento delle vie aeree periferiche, determinato in particolare dalla fibrosi e dall’ostruzione delle piccole vie aeree, che crea una broncoostruzione non reversibile e un conseguente aumento della resistenza delle vie aeree, è il principale responsabile della componente irreversibile della riduzione del flusso aereo espiratorio42,43,87,88,96,97. L’ostruzione delle vie aeree si verifica soprattutto a livello di bronchi e bronchioli, con diametro interno inferiore ai 2 mm. Nel polmone normale, la resistenza dei bronchi più piccoli contribuisce solo in minima parte alle resistenze totali88. In pazienti con BPCO invece, le resistenze totali delle piccole vie aeree raddoppiano e l’incremento delle resistenze nella BPCO è in buona parte dovuto a questo incremento a carico delle vie aeree più distali88. Nonostante alcuni Autori ritengano che nel polmone normale la parte più rilevante delle resistenze totali sia determinata dalle vie aeree periferiche, vi è ampio accordo che ciò accade nella BPCO. Stampata con autorizzazione del Dott. James C. Hogg e di Stuart Greene FISIOPATOLOGIA Le alterazioni anatomiche sono direttamente responsabili delle modificazioni funzionali che di solito insorgono prima, solo durante l’esercizio fisico, e successivamente anche a riposo. Le alterazioni fisiologiche caratteristiche della malattia comprendono l’ipersecrezione mucosa, la disfunzione delle ciglia, la riduzione del flusso aereo espiratorio, l’iperestensione polmonare, le alterazioni dello scambio gassoso, l’ipertensione polmonare ed il cuore polmonare; nel decorso della malattia tali alterazioni si sviluppano di solito in questo ordine. A loro volta, varie alterazioni fisiologiche contribuiscono all’insorgenza dei caratteristici sintomi della malattia, cioè la tosse cronica, l’espettorazione e la dispnea. La distruzione parenchimale (enfisema) determina un modesto contributo a tale componente irreversibile, contribuendo tuttavia in diversi modi alla riduzione del flusso aereo espiratorio ed all’aumento delle resistenze bronchiali. La distruzione delle pareti alveolari attaccate alle piccole vie aeree impedisce alle piccole vie aeree di mantenere la pervietà98. La distruzione alveolare si associa anche alla perdita del ritorno elastico polmonare99,100, ed in conseguenza di ciò si riduce la pressione intra-alveolare che produce l’espirazione. Ipersecrezione e disfunzione ciliare Sebbene la distruzione degli attacchi alveolari delle vie aeree distali e la perdita del ritorno elastico polmonare, presenti entrambe in corso di enfisema, siano implicate nella patogenesi dell’ostruzione delle piccole vie aeree98,100, la misurazione diretta delle resistenze delle piccole vie aeree88 dimostra che le alterazioni strutturali della parete bronchiale rappresentano la causa più importante dell’aumento della resistenza nelle vie aeree periferiche in corso di BPCO. Nella BPCO l’ipersecrezione mucosa è indotta dalla stimolazione delle ghiandole mucosecernenti, che appaiono di dimensioni aumentate, e dalla proliferazione delle cellule caliciformi mucipare da parte dei mediatori della flogosi, quali i leucotrieni, le proteinasi ed i neuropeptidi. Le cellule epiteliali ciliate vanno incontro a metaplasia squamosa, che determina il deterioramento dei meccanismi di clearance mucociliare. La contrazione della muscolatura liscia, l’infiammazione bronchiale e l’accumulo endoluminale di muco e di essudato sono considerati responsabili di quella piccola quota di riduzione del flusso aereo espiratorio che si dimostra reversibile a seguito di terapia. L’infiammazione e l’accumulo di muco e di essudato possono essere particolarmente importanti durante le riacutizzazioni101. 36 PATOGENESI, ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA Il miglior modo di misurare la riduzione del flusso aereo espiratorio nella BPCO è la spirometria, che è fondamentale per la diagnosi e per il trattamento. Gli indici spirometrici essenziali per la diagnosi ed il monitoraggio sono il volume espiratorio massimo in un secondo (VEMS) e la capacità vitale forzata (CVF). La progressione della malattia, cui si associa l’ispessimento della parete bronchiale, la perdita degli attacchi alveolari e la perdita del ritorno elastico polmonare, determina un peggioramento sia del VEMS sia della capacità vitale forzata (CVF). Una riduzione del rapporto fra VEMS e CVF è spesso il primo segno dell’insorgenza di una riduzione del flusso aereo espiratorio. Il VEMS si riduce con l’età, ma l’entità di tale peggioramento è di solito maggiore nei pazienti con BPCO che nei soggetti normali. Con il peggioramento della riduzione del flusso aereo, l’espirazione diviene flusso-limitata durante la respirazione a volume corrente. All’inizio ciò avviene solo durante lo sforzo fisico, con il progredire della malattia tale fenomeno compare anche a riposo. Parallelamente si ha un aumento della capacità funzionale residua (CFR), determinato da una riduzione delle proprietà elastiche polmonari, dalla prematura chiusura delle vie aeree e da un elemento dinamico variabile che riflette il tipo di respirazione assunto per adattarsi all’alterata meccanica respiratoria. La riduzione del flusso aereo espiratorio comporta un allungamento della fase espiratoria e l’intervallo fra due inspirazioni non consente un’espirazione al volume di rilassamento del sistema respiratorio; questo conduce all’iperestensione polmonare dinamica. L’aumento della CFR può danneggiare la funzione e la coordinazione dei muscoli respiratori; la contrattilità del diaframma sembra invece essere conservata quando normalizzata per il volume polmonare. Tali variazioni insorgono con il progredire della malattia, ma si osservano quasi sempre all’inizio, durante lo sforzo fisico, quando cioè il maggiore stimolo metabolico alla ventilazione determina un notevole impegno della pompa ventilatoria per mantenere lo scambio gassoso. Figura 4.12 - Cause di riduzione del flusso aereo nella BPCO Irreversibile • fibrosi e riduzione delle vie aeree • perdita di forza di retrazione elastica in seguito a distruzione alveolare • distruzione degli attacchi alveolari di sostegno ai bronchioli respiratori Reversibile Anomalie dello scambio gassoso Nella BPCO in stadio avanzato, l’ostruzione bronchiale periferica, la distruzione parenchimale e le alterazioni dei vasi polmonari determinano una ridotta capacità polmonare nell’attuare lo scambio gassoso con conseguente ipossiemia, seguita dall’ipercapnia. Esiste una scarsa correlazione fra gli indici consueti della funzionalità respiratoria ed i gas del sangue arterioso, tuttavia è difficile osservare una significativa ipossiemia od una condizione di ipercapnia quando il VEMS è maggiore di 1,00 L102. Nelle fasi iniziali l’ipossiemia è presente solo durante l’esercizio fisico, ma la progressione della malattia ne determinerà poi la comparsa anche a riposo. Si ritiene che le alterazioni del rapporto ventilazione/perfusione (VA/Q) costituiscano il principale meccanismo dell’ipossiemia arteriosa nella BPCO, indipendentemente dallo stadio della malattia103. Nelle vie aeree periferiche, il danno alle pareti vascolari è associato all’alterazione del rapporto VA/Q, come dimostrato dalla significativa correlazione fra flogosi bronchiolare e distribuzione della ventilazione. Nel parenchima, la distruzione di aree polmonari da parte dell’enfisema riduce la capacità di diffusione ed interferisce con lo scambio gassoso104. Un elevato rapporto VA/Q riflette probabilmente la presenza di regioni enfisematose, caratterizzate da distruzione degli alveoli e dei vasi polmonari. La gravità dell’enfisema polmonare sembra essere in relazione all’inefficienza degli scambi gassosi a livello polmonare. Questo concetto è evidenziato dalla buona correlazione fra la capacità di diffusione del monossido di carbonio per litro di volume alveolare (DLCO/VA) e la gravità dell’enfisema grossolano. Nel polmone enfisematoso, una ridotta ventilazione conseguente alla perdita del ritorno elastico, associata ad una riduzione del letto capillare e ad una disomogeneità generale della ventilazione dovuta alla distribuzione irregolare delle alterazioni, determina la presenza di aree in cui vi è un’alterazione del rapporto VA/Q, che a sua volta determina ipossiemia arteriosa. La relazione fra le alterazioni dei vasi polmonari ed il rapporto VA/Q è stata studiata in pazienti con BPCO lieve. Maggiore è la distruzione della parete vasale, minore è la possibilità di regressione della vasocostrizione ipossica con l’ossigeno105. Questo suggerisce che le alterazioni anatomo-patologiche della parete arteriosa polmonare, in particolare quelle a carico dell’intima, possono giocare un ruolo centrale nella mancanza di risposta vasale all’ipossia che contribuisce a determinare l’alterazione del rapporto VA/Q. L’ipercapnia cronica riflette solitamente le alterazioni dei muscoli inspiratori e l’ipoventilazione alveolare. • ostruzione dei bronchi da parte di cellule infiammatorie, muco ed essudato Ipertensione polmonare e cuore polmonare • contrazione del muscolo liscio a livello delle vie aeree centrali e periferiche L’ipertensione polmonare si presenta tardivamente nella storia naturale della BPCO (Stadio IV: BPCO molto grave), di solito dopo l’insorgenza di ipossiemia severa (Pa O2 < 8 Kpa o 60 mm Hg) e di ipercapnia. Essa costituisce la più importante complicanza cardiovascolare in corso di BPCO e si associa • iperestensione dinamica durante l’esercizio fisico PATOGENESI, ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA 37 all’insorgenza di cuore polmonare e ad una prognosi infausta106. Anche in pazienti con malattia grave, la pressione arteriosa polmonare è di solito solo modestamente aumentata a riposo, sebbene possa aumentare significativamente durante lo sforzo. Si ritiene che nella BPCO l’ipertensione polmonare peggiori piuttosto lentamente anche se non trattata. Sono tuttavia necessari ulteriori studi per stabilire con certezza la storia naturale dell’ipertensione polmonare nella BPCO. dell’apparato osteo-muscolare comprendono la perdita progressiva di massa muscolo-scheletrica e la presenza di diverse anormalità bioenergetiche113. Questi effetti sistemici presentano importanti conseguenze cliniche, poiché contribuiscono a limitare la capacità di esercizio, determinando pertanto un peggioramento delle condizioni cliniche del paziente con BPCO, ed un conseguente impatto negativo sulla loro prognosi114. Diversi elementi contribuiscono allo sviluppo di ipertensione polmonare in pazienti con BPCO, fra questi la vasocostrizione, il rimodellamento delle arterie polmonari che determina ispessimento delle pareti vasali riducendone il lume, e la distruzione del letto capillare da parte dell’enfisema che aumenta ulteriormente la pressione richiesta per la perfusione del letto capillare stesso. La vasocostrizione può avere varie cause che comprendono l’ipossia, che causa contrazione della muscolatura liscia dei vasi polmonari, il danno ai sistemi di vasodilatazione dipendenti dall’endotelio, quali la ridotta sintesi o rilascio di NO, ed il rilascio di peptidi dotati di azione vasocostrittrice (quali l’endotelina-1 che è prodotta dalle cellule infiammatorie). Nella BPCO avanzata, l’ipossia rappresenta la principale causa o la comparsa di ipertensione polmonare, causando vasocostrizione delle arterie polmonari e determinando un rimodellamento della parete vasale (attraverso il rilascio di fattori di crescita107 o quale conseguenza dell’insulto meccanico determinato dalla vasocostrizione ipossica). Fisiopatologia e sintomatologia della BPCO L’ipertensione polmonare si associa allo sviluppo di cuore polmonare definito come “l’ipertrofia del ventricolo destro determinata da malattie che riguardano la funzionalità e/o la struttura polmonare, tranne i casi in cui queste alterazioni polmonari dipendono da malattie che interessano principalmente il cuore sinistro, come accade nelle patologie cardiache congenite”. Trattasi di una definizione anatomopatologica, in quanto è difficile porre la diagnosi clinica di ipertrofia ventricolare destra in vita. La prevalenza e la storia naturale del cuore polmonare non sono ancora chiare. L’ipertensione polmonare e la riduzione del letto vascolare secondaria ad enfisema possono determinare ipertrofia ventricolare e scompenso cardiaco destri, ma in alcuni pazienti la funzionalità ventricolare destra sembra essere conservata nonostante l’ipertensione polmonare108. Lo scompenso cardiaco destro si associa a stasi venosa ed a trombosi che può portare all’insorgenza di embolia polmonare con ulteriore compromissione del circolo polmonare. Effetti sistemici La BPCO si associa ad effetti sistemici (cioè extrapolmonari), quali l’infiammazione sistemica e le anomalie dell’apparato osteo-muscolare. Le evidenze di un’infiammazione sistemica comprendono la presenza di stress ossidativo sistemico109, l’anormale concentrazione di citochine circolanti110 e l’attivazione delle cellule infiammatorie111,112. Viceversa le evidenze di anomalie 38 PATOGENESI, ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA La tosse cronica e l’espettorazione, talvolta etichettate come bronchite cronica, sono la conseguenza dell’infiammazione bronchiale, che determina ipersecrezione mucosa e alterazione dei meccanismi fisiologici di clearance ciliare. A seguito della risposta infiammatoria, in corso di BPCO viene prodotto un espettorato che contiene proteine plasmatiche, presenti per un aumento della permeabilità del microcircolo, cellule infiammatorie ed una piccola quantità di muco prodotta dalle cellule caliciformi mucipare. La quantità di espettorato prodotto è superiore alle possibilità dei meccanismi di clearance e la conseguenza di tale disequilibrio è rappresentata dalla comparsa di tosse ed espettorazione. Alcune anomalie patologiche, come l’infiammazione delle ghiandole poste sotto la mucosa e l’iperplasia delle cellule caliciformi mucipare, possono contribuire alla produzione cronica di espettorato, sebbene esse non siano presenti in tutti i pazienti che presentano questo sintomo. La dispnea è una percezione patologica della respirazione, che di solito è espressione di uno squilibrio fra lo stimolo nervoso ai muscoli respiratori e l’efficacia della conseguente ventilazione. Tale percezione viene espressa in modo differente dai singoli individui, e la sua intensità viene influenzata da altri fattori, quali l’umore. Nella BPCO la dispnea è soprattutto la conseguenza di un’alterata meccanica respiratoria (aumentata resistenza dei bronchi, ridotto ritorno elastico). Negli stadi iniziali essa compare soltanto dopo sforzi di notevole entità, ma può essere presente anche a riposo se le alterazioni della meccanica respiratoria divengono gravi. ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA DELLE RIACUTIZZAZIONI La storia naturale della BPCO è complicata dalle riacutizzazioni che hanno varie cause e insorgono con crescente frequenza man mano che la malattia progredisce. Anatomia patologica È difficile la distinzione delle alterazioni anatomo-patologiche che si osservano in corso di riacutizzazione rispetto a quelle osservabili in corso di patologia stabilizzata, poiché la gravità dei pazienti in corso di riacutizzazione non consente di studiarli adeguatamente. Le limitate evidenze a nostra disposizione sembrano evidenziare che le riacutizzazioni lievi di BPCO si associano con la presenza, nell’escreato e nelle biopsie, di neutrofili ed eosinofili, mentre le riacutizzazioni gravi presentano un aumento di neutrofili ed eosinofili nell’escreato18,19. È interessante osservare che, almeno nell’escreato, l’infiammazione presente nelle riacutizzazioni di BPCO presenta caratteristiche analoghe a quelle che si osservano durante le riacutizzazioni asmatiche115-119. Non sono finora disponibili studi che esaminano le alterazioni anatomo-patologiche associate a riacutizzazioni di BPCO che conducono a morte, cioè allo stadio massimo di gravità. 3. Di Stefano A, Capelli A, Lusuardi M, Balbo P, Vecchio C, Maestrelli P, et al. Severity of airflow limitation is associated with severity of airway inflammation in smokers. Am J Respir Crit Care Med 1998; 158: 1277-85. 4. Keatings VM, Collins PD, Scott DM, Barnes PJ. 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L’infiammazione e l’edema bronchiali, l’ipersecrezione mucosa e la broncocostrizione possono contribuire alle variazioni della distribuzione della ventilazione, mentre la vasocostrizione arteriolare polmonare indotta dall’ipossia può modificare la distribuzione della perfusione. Ulteriori elementi che contribuiscono al peggioramento degli scambi gassosi nelle riacutizzazioni della malattia comprendono un “modello” di respirazione anormale e una ridotta capacità contrattile dei muscoli respiratori, che possono causare un ulteriore peggioramento dei gas ematici e dell’equilibrio acido-base, che a loro volta possono condurre ad un’insufficienza respiratoria grave ed a morte120-123. Anche l’ipoventilazione alveolare contribuisce a peggiorare l’ipossiemia, l’ipercapnia e l’acidosi respiratoria. A loro volta, l’ipossiemia e l’acidosi respiratoria determinano poi vasocostrizione polmonare, che incrementa la pressione arteriosa polmonare, aumentando il lavoro del ventricolo destro. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. BIBLIOGRAFIA 1. Finkelstein R, Fraser RS, Ghezzo H, Cosio MG. Alveolar inflammation and its relation to emphysema in smokers. Am J Respir Crit Care Med 1995; 152: 1666-72. 17. 2. O’Shaughnessy TC, Ansari TW, Barnes NC, Jeffery PK. Inflammation in bronchial biopsies of subjects with chronic bronchitis: inverse relationship of CD8+ T lymphocytes with FEV1. Am J Respir Crit Care Med 1997; 155: 852-7. 18. PATOGENESI, ANATOMIA PATOLOGICA E FISIOPATOLOGIA 39 19. Saetta M, Di Stefano A, Maestrelli P, Turato G, Mapp CE, Pieno M, et al. Airway eosinophilia and expression of interleukin-5 protein in asthma and in exacerbations of chronic bronchitis. Clin Exp Allergy 1996; 26: 766-74. 36. Fujii T, Otsuka T, Tanaka S, Kanazawa H, Hirata K, Kohno M, et al. 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