Gisele Heumen, in Camerum lavorava nella ricerca

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Gisele Heumen, in Camerum lavorava nella ricerca
 La storia di Gisele La vita nella comunità Il Carro è scandita da momenti di lavoro, di preghiera e di gioco, condivisi tra gli utenti e gli operatori nella normalità quotidiana. Il Carro è una comunità di Paullo in provincia di Milano, per ragazzi con disagio psichico e sociale. Ed è proprio qui che si colloca la nostra Gisele, ragazza camerunense, arrivata nella comunità con il tirocinio LIFT e che subito ha portato una ventata di freschezza e di gioia, oltre che un supporto professionale importante nella gestione delle attività della comunità. “Gisele rimane nel cuore” ha riferito un’operatrice della comunità “Vorrei che restasse qui anche dopo”. Infatti colpisce in positivo questa ragazza allegra, forte di spirito e gioiosa, che subito ha capito come rapportarsi con gli utenti della struttura. “Mi piace moltissimo lavorare con loro, ci siamo subito capiti e poi mi vogliono bene…” racconta Gisele mentre finisce di rassettare le camere, prima dell’intervista. “Siediti pure Stefania sul divano, che io ho finito, così possiamo iniziare!” Stefania: “Va bene, ma Gisele, ma da quanti anni vivi in Italia? Il tuo italiano è impeccabile!” Gisele: “Da due anni! Mi piace l’Italia… anche l’integrazione va bene. Vivo a Lodi ed è una bella città. Dopo aver fatto il corso da OSS, sono venuta a conoscenza, tramite degli amici, del Centro per l’Impiego di Zelo Buon Persico e sono andata lì per cercare lavoro, ed è proprio lì che mi hanno proposto di fare un tirocinio… Prima non conoscevo la Comunità di Paullo… mi piace molto, qui è come una grande famiglia, al contrario delle case di riposo con anziani. Con i disabili non c’è differenza, siamo tutti uguali, e vogliono anche imparare la mia cultura… gli anziani, con la loro età, hanno già un’idea in testa con i pregiudizi”. Non è stato soltanto un tirocinio, ma una vera e propria esperienza di vita per Gisele, infatti racconta: “Non ho avuto alcuna difficoltà a rapportarmi con i disabili. Già nella mia comunità era così: sai, noi siamo una comunità molto grande, con tante persone diverse e ci aiutiamo uno con l’altro”. Stefania: “Di quale comunità fai parte?” Gisele: “Della mia famiglia!!!” risponde ridendo “La mia famiglia in Camerun è molto grande, siamo cinquanta fratelli… mio papà ha moltissimi figli, con diverse mogli, e ogni anno facciamo la réunion, per vedere come stiamo e raccontarci la nostra vita. Però negli ultimi due anni non sono più andata perchè è lontano, allora io li sento per telefono...” Stefania: “Sei da sola qui in Italia? C’è qualcuno dei tuoi fratelli?” Gisele: “No, sono da sola, ma non ci sono problemi. Ho alcuni fratelli in Francia, ma io ho scelto l’Italia, perché a me piace molto imparare le lingue e sai, l’italiano è una lingua bellissima, musicale e romantica. Infatti appena arrivata ho studiato molto ed ho fatto subito il corso da OSS. Sai, sono molto contenta di questa esperienza con i disabili, sono molto gentili e ti vogliono bene, spontaneamente. Quando arrivo al mattino mi vengono incontro, mi abbracciano… E’ un’esperienza nuova, che non avevo mai fatto”. Stefania: “Cosa facevi in Camerun?” Gisele: “Lavoravo nella ricerca geografica. Ero assistente di direzione alla ricerca, andavamo in missione per misurare i rischi e le catastrofi naturali… totalmente diverso. Ora sono qui perché volevo cambiare, migliorare… e poi a me piace tanto l’Italia”. Stefania: “Cosa ti è piaciuto di più di questo tirocinio?” Gisele: “La cosa che mi è piaciuta di più è che ho scoperto una parte nuova di me, che assiste le persone che hanno bisogno: è stato molto bello, anche emozionante, scoprire che io sono anche così. Questo tirocinio ha fatto emergere il lato migliore di me!” Gisele nel salotto della comunità Il Carro