Alfredo Pirri - Relazione di D. Piatti
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Alfredo Pirri - Relazione di D. Piatti
ALFREDO PIRRI, FACCE DI GOMMA, 1992 La maschera è un artefatto che si indossa per ricoprire il viso. È utilizzata fin dall’antichità per rituali religiosi, rappresentazioni teatrali o feste popolari come il carnevale. La maschera dunque viene usata in circostanze diverse, per scopi diversi e racchiude un valore simbolico funzionale ad esigenze individuali e sociali. Nel teatro greco per esempio la maschere avevano una doppia funzione: quella di caratterizzare il personaggio ma anche di fungere da cassa di risonanza per amplificare la voce e rendere più udibili i dialoghi. Nella tradizione carnevalesca la maschera aveva la funzione simbolica di alleviare (dal latino carnem levare, ovvero ‘’levare la carne’’ in vista della Quaresima, ma anche ‘’alleviare le carni’’, ovvero concedere un momento di festa al popolo, in un’ epoca dove ogni cosa fuori dal lavoro e dalla preghiera era considerata peccato. La carne e i dolci erano quindi elementi impuri, in quanto non essenziali alla sopravvivenza). Indossare una maschera rende tutto più semplice: aiuta a nascondere la vera identità. Il titolo dell’opera ‘’Facce di gomma’’ mette in risalto il fatto che queste maschere siano poco espressive, poichè tutte uguali. La vera essenza di coloro che indossano la maschera risiede in quel colore che sgorga dagli occhi, specchio dell’animo umano. Il potere del colore di porsi in contrasto con il bianco delle maschere, a mio avviso simbolo di spersonalizzazione, per sottolineare il fatto che la vera essenza dell’uomo prima o poi esce allo scoperto, una volta che la maschera (simbolica) cade. L’artista invece ha il potere di scegliere sè stesso, per essere precisi il suo volto, e non quello di qualcun altro qualcun’ altro come modello per il calco, in quanto dal mio punto di vista vuole dimostrare che anche l’artista è un uomo come gli altri e anch’ egli ha la possibilità di indossare una maschera. Le maschere, nella fantasia e nella realtà, hanno sempre permesso di fare ciò che ai volti è proibito. È il caso della maschera di Guy Fawkes, resa nota dal film ‘’V per vendetta’’ ormai diventata un simbolo comune del potere della protesta contro la tirannia. Dice Wilde:’’ Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero’’. A volte la maschera non è solo usata per coprire il volto per non essere riconosciuti ma spesso è una sorte di protezione dal mondo esterno, dietro la quale ci si nasconde per difendersi dalla paura che qualcuno possa attaccare il vero io, ha il potere di fare in modo che chi ti sta di fronte non eserciti potere su di te. Dietro ci si sente protetti, se ne porta al giorno una diversa. Ecco perché Alfredo Pirri ripete lo stesso calco per tante volte quasi per evidenziare come direbbe Pirandello che ognuno di noi passa dal considerarsi unico per tutti (Uno) a concepire che egli è un nulla(Nessuno), e Centomila, tante quante sono le immagini che gli altri si fanno di lui. Last but not least è il potere dello spettatore che viene chiamato in causa dallo stesso Pirri attraverso quest’opera: l’artista invita l’osservatore, prima dell’ opera e poi del mondo, a utilizzare il suo potere per discernere tra le tante maschere quali sono i veri volti. Daniela Piatti