L` ULTIMA FOLLIA DI MEL BROOKS
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L` ULTIMA FOLLIA DI MEL BROOKS
L’ ULTIMA FOLLIA DI MEL BROOKS (Silent Movie) di Mel Brooks USA, 1976 - 87’ Soggetto: Ron Clark Produttore: Michael Hertzberg - Fotografia: Paul Lohmann - Montaggio: Stanford C. Allen, John C. Howard - Musiche: John Morris Interpreti, (personaggi): Mel Brooks (Mel Spass), Dom DeLuise (Trippa), Marty Feldman (Bellocchio), Sid Caesar (capo Big Picture Studios) Un regista alcolizzato, insieme ai suoi due bizzarri assistenti, tenta di salvare una casa di produzione indipendente realizzando un film muto e puntando sulla partecipazione di grandi nomi del cinema: Paul Newman, Liza Minnelli, James Caan, Anne Bancroft e il mimo francese Marcel Marceau. L’ultima follia di Mel Brooks (Silent Movie) è il quinto film interpretato e diretto da Mel Brooks. Come suggerisce il titolo in inglese, il film è una parodia dei film muti, in particolare le commedie slapstick di Hal Roach, Mack Sennett e Buster Keaton. Inizialmente Mel Brooks aveva pensato di far uscire il film senza neanche una colonna sonora, senza accompagnamento musicale alcuno. L'idea però venne scartata dato che i vertici della 20th Century-Fox erano fortemente dubbiosi in merito. Quindi Brooks aggiunse la musica di John Morris all'ultimo momento. La moda degli anni settanta delle grandi società di incorporare le aziende più piccole viene messa in parodia dal film con il tentativo della Engulf and Devour Corporation di prendere il controllo di uno studio cinematografico (un velato riferimento all'acquisto della Paramount Pictures da parte della Gulf and Western Industries). Non tutti sanno che … Tra i molti giochi umoristici del film c'è il fatto che l'unica parola udibile in sonoro del film, "No!", è pronunciata da Marcel Marceau, il famoso mimo; ciò è valso al film l'inserimento nel Guinness dei primati come film sonoro con il minor numero di parole. Il sonoro è usato anche per un'altra gag: in una scena che mostra New York, la colonna sonora comincia a suonare una canzone intitolata San Francisco, per interrompersi improvvisamente come se l'orchestra si rendesse conto di suonare la musica sbagliata; dopodiché riprende con I'll Take Manhattan La critica Polemico nei confronti del potere hollywoodiano, Brooks usa sapientemente i meccanismi del muto a cui delega l'efficacia comica della messinscena. da La Rivista del Cinematografo Scheda a cura del Club Amici del Cinema - Genova