investire ed operare in kuwait

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investire ed operare in kuwait
INVESTIRE ED OPERARE
IN KUWAIT
2007
desk.estero
www.to.camcom.it/kuwait
Investire ed operare in Kuwait (2007)
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SOMMARIO
RAPPRESENTANZE DIPLOMATICHE, CONSOLARI E COMMERCIALI
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INFORMAZIONI UTILI
6
Il Paese
Lingua ufficiale e commerciale
Festività ufficiali e orari
Passaporti, visti e regolamentazioni sanitarie
Clima
Trasporti
Avvertenze
L’ECONOMIA KUWAITIANA
6
6
6
6
6
7
7
8
Rischio Paese
Settori produttivi
Interscambio
INVESTIRE IN KUWAIT: LA REGOLAMENTAZIONE DEGLI INVESTIMENTI
Apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri
Restrizioni per gli investimenti esteri
NORMATIVA DOGANALE
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Barriere tariffarie
Barriere non tariffarie
Porti e Zone Franche
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FONTI: elaborazione Camera di commercio di Torino su dati
The Economist, World Bank, ICE, MAE, Mondimpresa e CIA
NB:
Le informazioni contenute in questo volume sono tratte da fonti ritenute attendibili. Tuttavia, non potendo garantirne l’esattezza, si precisa
che le stesse non hanno carattere di ufficialità, bensì valore meramente orientativo. Pertanto, il loro utilizzo da parte del lettore nello
svolgimento della propria attività professionale richiede una puntuale verifica presso le Autorità e gli organismi istituzionalmente
competenti nella/e materia/e cui le informazioni stesse ineriscono.
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RAPPRESENTANZE DIPLOMATICHE, CONSOLARI E COMMERCIALI
ITALIA IN KUWAIT
KUWAIT IN ITALIA
Ambasciata Italiana
Jabriya, Block 9, Street 1, Villa n. 84
Al Kuwait
P.O. Box: 4453
Safat
13045 KUWAIT
Tel.:
+965 5356010 / 1 / 2
Fax:
+965 5356030
E-mail: [email protected]
Ambasciata del Kuwait
Via Archimede, 124
00197 Roma
Tel.:
06 80 78415 / 83181
Fax:
06 80 88939
Consolato Generale del Kuwait di Roma
Via Archimede, 124
00197 Roma
Tel.:
06 80 77352
Ufficio ICE
P.O. Box 3318
Safat
13034 Kuwait
Jamal Abdul Nasser Street (Kuwait Port Authority)
Office n. 255
Tel.:
+965 4823860
Fax:
+965 4816958
E-mail: [email protected]
Consolato Generale del Kuwait di Milano
Via F. Baracchini, 1
20123 Milano
Tel.:
02 86 461622 / 997340
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INFORMAZIONI UTILI
Il Paese
KUWAIT
ITALIA
Superficie:
Popolazione:
Capitale:
Lingua:
Moneta:
Cambio (dicembre 2006):
Sistema di governo:
Fuso orario:
17.820 kmq
2,6 milioni di abitanti
Kuwait City
Arabo
Dinaro Kuwaitiano (KWD)
1 Euro = 0,3835 Dinari
+2h
301.245 kmq
57,3 milioni di abitanti
Roma
Italiano
Euro
1 Euro = 1 Euro
Repubblica
+0h
Prodotto Interno Lordo, PIL (in miliardi di $):
Esportazioni (in miliardi di $):
Importazioni (in miliardi di $):
Età media (in anni):
55,7
30,2
10,9
29,5
1.678,0
354,0
355,0
42,3
Lingua ufficiale e commerciale
La lingua ufficiale è l’arabo. L’inglese è parlato diffusamente, specie nelle operazioni commerciali.
Festività ufficiali e orari
Il venerdì è generalmente considerato giorno di festa; molti esercizi commerciali sono chiusi già dal
pomeriggio del giovedì.
Orari:
Banche:
Domenica - Giovedì, 7.30 - 11.30
Poste:
Domenica - Mercoledì, 7.00 - 19.00
Uffici pubblici: Domenica - Mercoledì, 7.00 - 15.00
Passaporti, visti e regolamentazioni sanitarie
Per l’ingresso nel Paese occorrono il passaporto con validità di almeno 6 mesi e il visto.
A partire dal mese di marzo del 2004 le Autorità kuwaitiane hanno modificato il regime dei visti di ingresso
per i cittadini di 34 Nazioni, tra cui l’Italia. La nuova normativa prevede il rilascio del visto di ingresso
direttamente ai punti di frontiera del Kuwait (aerei, marittimi e terrestri). Il visto rilasciato ha validità di 1 mese
ed un costo di 3 Dinari (si consiglia, tuttavia, di verificare il costo del visto con l’Ambasciata del Kuwait a
Roma o con il Consolato del Kuwait a Milano).
Non è più previsto il requisito della lettera di invito da parte di uno sponsor kuwaitiano: è, tuttavia,
consigliabile (sulla base dell’esperienza della prima applicazione del nuovo regime dei visti) poter mostrare
un biglietto aereo di andata e ritorno e/o la conferma della prenotazione alberghiera.
Per quanto concerne le regolamentazioni sanitarie, il Ministero degli Esteri non segnala avvertenze
particolari. Si suggerisce, tuttavia, una copertura assicurativa internazionale per le spese di eventuali cure
sanitarie e rimpatrio d’emergenza.
Clima
Il clima è molto caldo (35-55 °C) da giugno a settembre, mentre è autunnale da novembre a marzo.
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Trasporti
Si sconsiglia l’uso del mezzo pubblico nei trasferimenti urbani; i mezzi pubblici sono scarsamente puntuali,
obsoleti e non dotati di impianti di condizionamento il che provoca gravissimi disagi nei periodi di gran caldo.
Il mezzo migliore da utilizzare per spostarsi nelle città è un’auto a noleggio o un taxi.
Per condurre un mezzo di trasporto è necessaria la Patente Internazionale (mod. Convenzione di Ginevra
1949, oppure Vienna 1968). La guida è a destra.
Avvertenze
La zona a nord del Paese, che nel periodo della guerra in Iraq ed in quello immediatamente successivo alla
fine delle ostilità era stata dichiarata “zona militare interdetta ai civili”, è stata riaperta ai civili.
Permangono ancora check-point militari e di polizia all’approssimarsi del confine Kuwait-Iraq, per il
controllo dei transiti di persone e di veicoli.
Si sconsiglia di frequentare i quartieri popolari periferici della capitale, quali Farwanya, e le località di Jahra
(al nord) e Fahaheel (a sud) e le aree ad alta concentrazione di beduini e di apolidi (popolazioni Bedoun).
Si raccomanda di esercitare un elevato livello di vigilanza nei posti pubblici frequentati da stranieri come
scuole, hotel, ristoranti e centri commerciali.
Si consiglia inoltre di evitare luoghi in cui si svolgono dimostrazioni politiche e religiose.
Il Kuwait è un paese islamico a stretta osservanza musulmana.
È vietata l’importazione di alcolici, di carne suina e di materiale che possa offendere la morale islamica.
L’abbigliamento femminile deve essere decoroso. Bere, mangiare, fumare in pubblico durante il Ramadam
comporta l’arresto.
In considerazione delle problematiche di ordine interno all’Iraq, le Ambasciate occidentali in Kuwait, tra cui
quelle dell’Unione Europea, continuano a raccomandare ai propri connazionali residenti in loco od in visita di
esercitare un elevato livello di vigilanza negli spostamenti e di adottare un “basso pr ofilo” (evitare luoghi
affollati da stranieri negli orari di punta, evitare la frequentazione dei quartieri più periferici, evitare
comportamenti offensivi per la morale islamica). In particolare il terrorismo internazionale ha dimostrato di
prediligere come obiettivi anche grandi alberghi in zone centrali.
In ogni caso, si raccomanda, a tutti i cittadini italiani che giungano nel paese, di volersi registrare con la
massima urgenza presso la Sezione Consolare dell’Ambasciata d’Italia, indicando i propri dati anagrafici, il
luogo di temporanea residenza, nonché i propri recapiti telefonici, e-mail, ecc.
Durante la permanenza in Kuwait, si consiglia inoltre di attenersi agli eventuali suggerimenti forniti dagli
Uffici Consolari italiani.
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L’ECONOMIA KUWAITIANA
Rischio paese
Nella classifica rischio-paese, aggiornata a maggio 2005, la SACE colloca il Kuwait nella 2a categoria su 7
(1 minor rischio, 7 maggior rischio), classe A: “NESSUNA RESTRIZIONE SPECIFICA”.
L’atteggiamento prevalente di “APERTURA SENZA RESTRIZIONI” nei confronti dei Paesi della Classe A è
determinato dalla sostanziale assenza di particolari aspetti di rischiosità individuabili a priori. Si tratta di quei
Paesi che, per le caratteristiche del loro sistema economico-finanziario, generalmente offrono di per sé
garanzie di solvibilità ritenute accettabili, indipendentemente dalla natura delle controparti (pubblica, sovrana,
corporate o bancaria). L’esistenza di tali garanzie, tuttavia, non è condizione sufficiente all’appr ovazione “tout
court” delle operazioni che non può prescindere dal principio di base secondo il quale tutte le operazioni
devono comunque essere valutate individualmente al fine di accertare il merito di credito delle controparti.
Settori produttivi
Il Kuwait ha un’economia che si basa per circa il 95% sui proventi della produzione e della vendita del
petrolio greggio e dei suoi derivati (il petrolio rappresenta il 92% del valore totale delle esportazioni
kuwaitiane): il Kuwait possiede il 10% delle riserve petrolifere mondiali (stimate in 99,4 miliardi di barili, e si
posiziona al quarto posto dopo Arabia Saudita, Iraq ed EAU), ed ha una capacità produttiva che oscilla tra i
2,25 e i 2,7 milioni di barili al giorno.
I principali settori economici (industrie, trasporti, servizi) sono gestiti da società statali: da ciò ne deriva che il
94% della forza lavoro kuwaitiana è impiegata nel settore pubblico. Il Kuwait detiene, inoltre, consistenti
investimenti finanziari all’estero (soprattutto Stati Uniti e Europa), tramite la “Kuwait Investment Authority”: il
valore complessivo di questi investimenti è di circa 150 miliardi di USD.
Il Piano Quinquennale di Sviluppo Economico 2002-2006, che rappresenta lo strumento per indirizzare le
politiche economiche e finanziarie del Paese, ha individuato alcune priorità strategiche per realizzare la
modernizzazione dell’economia del Kuwait:
• necessità di diversificare l’economia, ampliando i settori produttivi (è stata riscontrata un eccessiva
dipendenza dalla risorsa petrolifera, il cui prezzo è soggetto a fluttuazioni);
• necessità di ridurre il settore del pubblico impiego (che costituisce, allo stato attuale, la maggiore voce di
spesa del bilancio dello Stato);
• avvio del processo di privatizzazione di alcune società statali;
• graduale ridimensionamento del sistema sociale assistenziale e previdenziale, che fino ad ora prevede
una serie di benefici/contributi per tutti i cittadini kuwaitiani (agevolazioni su mutui e prestiti; contributi
per l’acquisto di abitazioni, sovvenzioni allo studio, ecc.).
Interscambio
I rapporti commerciali dell’Italia con il Kuwait registrano un andamento discontinuo, in relazione agli
andamenti sui mercati internazionali del prezzo del petrolio, che costituisce il principale prodotto kuwaitiano
acquistato dal nostro Paese.
I dati relativi al primo trimestre del 2005 hanno evidenziato un valore per le esportazioni pari a oltre 88,5
milioni di Euro rispetto ai 98,3 milioni di Euro del primo trimestre 2004, con una diminuzione del 9,93%. Le
importazioni, invece, hanno subito un aumento del 50,85%, passando dai circa 9 milioni di Euro del primo
trimestre 2004 ai circa 13,5 milioni di Euro del primo trimestre di quest’anno. Il saldo commerciale positivo,
quindi, è diminuito del 16,01%.
Si riporta qui di seguito una tabella di comparazione relativa all’interscambio Italia-Kuwait nel 2002, 2003 e
2004 ed il periodo gennaio-marzo 2005. Le relazioni commerciali con il Kuwait sono soddisfacenti, e ciò è
dimostrato dal progressivo aumento del valore del nostr o export negli ultimi anni.
L’Italia, presenta come settori trainanti del suo export:
• macchine ed apparecchi meccanici;
• prodotti di minerali lavorati non metalliferi (tra cui il marmo);
• articoli di abbigliamento.
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I principali paesi competitori nei settori trainanti dell’export italiano sono i seguenti:
• Spagna (per le ceramiche e i prodotti dell’edilizia);
• USA e Francia (per l’abbigliamento di target medio-alto);
• India (per i prodotti dell’oreficeria e gioielleria);
• Germania (elettronica e macchinari);
• Paesi del Sud-Est Asiatico e Cina (calzature e abbigliamento).
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INVESTIRE IN KUWAIT: LA REGOLAMENTAZIONE DEGLI INVESTIMENTI
Apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri
Il Kuwait è un paese che presenta una relativa apertura al commercio internazionale, in quanto è
fondamentalmente un Paese importatore (non esiste ancora una vera e propria industria manifatturiera). Per
quanto concerne gli investimenti esteri diretti ed indiretti, vi sono stati dei segnali concreti di maggiore
apertura negli ultimi anni, con l’adozione della Legge 20 del 2000, relativa agli investimenti stranieri indiretti,
e la Legge 8 del 2001, relativa alla nuova regolamentazione degli investimenti esteri diretti (IDE).
La Legge 8 presenta importanti innovazioni in materia, che dovrebbero agevolare l’attrazione degli
investimenti stranieri:
• possibilità di stabilimento in Kuwait di società straniere senza dover passare attraverso il sistema dello
sponsor locale (attualmente obbligatorio per ogni attività economica straniera nell’Emirato);
• eliminazione del limite del 49% di partecipazione al capitale in società miste (fino ad ora il partner
straniero può acquisire solo fino al 49% del capitale);
• esenzioni fiscali fino a 10 anni;
• esenzione dai dazi doganali.
La nuova normativa sugli IDE non produrrà i suoi effetti positivi fino a che non vi sarà una contestuale
radicale modifica nella “Corporate Taxation Law” (Decreto Emirale 3 del 1955): secondo la normativa
attualmente in vigore, le società interamente kuwaitiane sono esentate dal pagamento delle tasse sui profitti,
mentre le imprese straniere sono tenute a corrispondere tasse fino a 55% dei profitti (secondo un criterio
progressivo): è attualmente allo studio del Parlamento il progetto di legge per la modifica della normativa
fiscale. È da segnalare l’adozione finale da parte del Parlamento Kuwaitiano, il 12/01/04, della modifica
della Legge sulla Banca Centrale del Kuwait e sulle istituzioni finanziarie (Legge 32/1968), che ha stabilito per
la prima volta la possibilità per istituzioni bancarie straniere di aprire filiali in Kuwait: tuttavia, la modifica di
legge è passata con una clausola che prevede l’obbligo per le Banche straniere di assumere per il 50%
personale locale da impiegare nelle filiali.
Ha aperto recentemente una filiale la BNP Paribas mentre è in attesa di approvazione l’apertura della filiale
relativa alla H.S.B.C. Middle East. Sul fronte italiano si è costituito ufficialmente, lo scorso maggio 2005,
l’ufficio denominato Italian Desk all’interno della CBK, frutto di una cooperazione tra il San Paolo IMI e la
Commercial Bank of Kuwait.
Restrizioni per gli investimenti esteri
L’applicazione della Legge sugli Investimenti Esteri Diretti (Legge 8 del 17/04/01) è ancora parziale, poiché i
decreti attuativi sono stati emanati solo nel febbraio 2003, e sussistono ancora problematiche tecniche per la
sua effettiva operatività. L’ultimo sviluppo interessante che è degno di nota è l’adozione di due Decreti del
Consiglio dei Ministri (Decreto 1006/1 e 1006/2 del novembre 2003), che disciplinano i settori in cui è
applicabile la Legge 8 del 2001 (Decreto 1006/1) e le modalità di costituzione di società kuwaitiane con il
100% di capitale azionario detenuto da investitori stranieri. Il primo Decreto (1006/1) allarga la categoria dei
settori in cui possono partecipare gli investitori stranieri con Investimenti Diretti Esteri:
• Industria, con l’esclusione dei progetti nel settore dell’esplorazione e produzione petrolifera e del Gas;
• Realizzazione e gestione di progetti nel settore infrastrutture;
• Banche e società di investimento e società di cambiavalute (previa autorizzazione da parte della Banca
Centrale del Kuwait);
• Istituti assicurativi (previa autorizzazione del Ministro dell’industria e del commercio);
• Settore delle tecnologie dell’informazione;
• Ospedali e industria farmaceutica;
• Sistemi di trasporto via terra, mare ed aerea;
• Sviluppo infrastrutture turistiche (alberghi, parchi divertimento, ecc.);
• Progetti di edilizia a fini abitativi;
• Cultura, media e marketing, prodotti editoriali (eccetto giornali e riviste e case editrici);
• Investimenti immobiliari, tramite partecipazione di investitori stranieri in società per azioni kuwaitiane,
secondo la Legge 20 del 2000 (sugli investimenti stranieri indiretti).
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Il secondo Decreto (1006/2) disciplina la costituzione di società kuwaitiane con partecipazione al 100% di
capitale azionario straniero: tali società potranno essere stabilite, previa acquisizione dell’autorizzazione del
Ministro dell’Industria e del Commercio, sulla base del parere fornito dal Comitato per gli Investimenti
stranieri dello stesso Ministero.
Per la costituzione delle società con il 100% di capitale estero dovranno essere soddisfatte le seguenti
condizioni:
• il capitale della società dovrà essere sufficiente a realizzare gli obiettivi prefissati;
• la costituzione della società deve essere conforme alla normativa vigente (Legge 15 del 1960, che
regolamenta la costituzione di società private);
• la società può operare nei settore elencati nel precedente Decreto (1006/1) e deve impegnarsi a
realizzare uno o più dei seguenti obiettivi:
o trasferimento di tecnologie e tecniche manageriali e di marketing;
o coinvolgere il settore privato kuwaitiano;
o creare posti di lavoro per manodopera nazionale locale (kuwaitiana) e formazione del personale
assunto;
o promuovere l’esportazione dei prodotti kuwaitiani.
Si può esprimere un giudizio generale positivo sull’adozione dei suddetti Decreti, in quanto rappresentano
un segnale concreto della volontà del Governo di accelerare l’apertura del paese agli investitori stranieri.
Tuttavia, il quadro normativo complessivo del settore rimane ancora carente: secondo molti commentatori
economici (tra cui il rinomato “Al-Shall Economic Report”), l’operatività della Legge 8 del 2001 sugli IDE sarà
bloccata fino a quando non verranno approvate la Legge sulle privatizzazioni (al vaglio del Parlamento) e la
legge di modifica della normativa fiscale, che prevede ancora l’applicazione della tassazione sui profitti
unicamente nei confronti delle società straniere, fino ad un massimo del 55% (Decreto Emirale 3 del 1955):
anche il progetto di legge in materia fiscale è bloccato in parlamento.
Si tratta di due temi molto “politicizzati” su cui la maggioranza dell’Assemblea Nazionale si è sempre
dimostrata ostile alle innovazioni proposte dal Governo.
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NORMATIVA DOGANALE
Barriere tariffarie
La normativa doganale prevede che l’importazione delle merci sia libera, ad eccezione di alcuni beni che
sono proibiti dalla legge islamica, quali, ad esempio, bevande alcoliche, carne suina e prodotti alimentari
derivati, stupefacenti.
La maggior parte dei prodotti è soggetta ad un dazio doganale del 5% calcolato sul valore di fatturazione: si
tratta di una tariffa doganale unica per tutta l’area GCC (“Gulf Cooperation Council”).
Vi sono inoltre prodotti che sono esenti da dazi doganali: prodotti ortofrutticoli, prodotti agricoli, alimentari
essenziali, libri, periodici e giornali.
Per l’importazione di sigarette si applica invece un dazio pari al 100%.
Il Kuwait è membro dell’OMC dal 1995 e sta progressivamente adattando il suo ordinamento interno alle
regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.
Il Kuwait è membro del Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG): ha aderito all’istituzione della tariffa
doganale unica per i Paesi del Golfo (5%), prima tappa per realizzare l’Unione Doganale.
Inoltre, in vista dell’Unione Monetaria dei Paesi del Golfo, che dovrebbe risultare nell’adozione della
moneta unica nell’area CCG nel 2010, il Kuwait ha stabilito di agganciare la valuta locale (il Dinaro
Kuwaitiano) al Dollaro USA a partire dal 01/01/03, conformandosi agli altri Paesi del Golfo (in precedenza il
KD era agganciato ad un paniere di valute).
Barriere non tariffarie
In tale settore, si registra ancora il limite relativo al rilascio delle licenze di importazione, che è
esclusivamente riservato a soggetti kuwaitiani. Per quanto concerne gli appalti pubblici, le società straniere
sono obbligate ad avere uno sponsor locale per poter partecipare alle gare.
Porti e Zone Franche
Tra i progetti più interessanti non solo sul piano economico ma anche politico (anche in connessione con gli
sviluppi della ricostruzione irachena) vi sono i due Piani per la creazione di “Free Zone” nella località di
Abdaly (a nord del Paese, al confine con l’Iraq) e la realizzazione di un porto con “Free Zone” nell’Isola di
Bubyan (prospiciente all Shatt-El-Arab).
Il primo progetto prevede la realizzazione di una vasta area (24 km2) al confine nord del Kuwait, in
coincidenza con il punto di frontiera di Abdaly, da adibire a zona franca: l’Autorità delle Dogane (che ha
elaborato il progetto di massima) ha previsto la costruzione di magazzini per lo stoccaggio della merce, centri
commerciali “duty free”, aree espositive, alcune industrie leggere e strutture alberghiere.
La gestione della “Free Zone” sarà affidata ad un consorzio di società private kuwaitiane ed internazionali.
La realizzazione della prima fase del progetto (6 km2, “General Wharehouse Free Zone”) dovrebbe
concludersi nel 2005.
Per quanto concerne Bubyan, si prevede la costruzione di un 3° Porto commerciale (dopo quelli di Shuwaikh
e Shuaiba) con annessa una “Free Zone”, in un’area estesa 100 km2: secondo un primo studio di fattibilità
(effettuato dalla Società americana “Hill International”) il valore del progetto si aggira intorno agli 850 milioni
di USD, e si procederà all’assegnazione del progetto a società private secondo lo schema “Build & Operate”.
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