Tibet - Viaggi Manuzzi

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Tibet - Viaggi Manuzzi
"VIAGGI CON L'ESPERTO"
Tibet - Nepal
NEPAL TIBET: "FRIENDSHIP HIGHWAY" LA STRADA DELL' AMICIZIA
Viaggio di 17 giorni / 14 notti
Questo viaggio è un percorso attraverso
due terre combacianti eppure completamente differenti:
il Nepal è l’acqua, il verde, il riso,
il caldo, i fiori che inghirlandano le figure sacre;
il Tibet è la pietra, il turchese dei laghi,
il bianco lattescente degli immensi nevai,
è il lumino tremolante delle lampade a burro nei templi bui.
Dove per secoli sono passati solo sentieri tracciati da carovane di yak e dal
cammino dei pellegrini, è nata una strada camionabile. E’ la “Friendship
highway” la cosiddetta “Strada dell’Amicizia” costruita, dall’accordo
comune di Nepal e Cina, per collegare le due terre saldate dal cordone
himalayano: il Tibet e il Nepal. La strada percorre il plateau tibetano e
scende alle valli nepalesi. Quest’arteria inaugurata nel 1987 è il filo
conduttore del nostro viaggio tra le città, i paesi, i monasteri, le terre e le
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genti che hanno serbato l’originalità delle antiche e affascinanti tradizioni
himalayane.
Terre di agricoltori, di pastori, terre di pascoli e di campi d’orzo; terre di
eremiti, di monaci, di patriarchi, terre di magia e di preghiera. Terre di
leggende e di figure leggendarie.
Marpa, maestro del grande eremita Milarepa, lasciò il Tibet natale per
raggiungere l’India, la madre dei testi sacri buddisti. Scese dall’altopiano e
soggiornò per mesi, per acclimatarsi alle basse quote, nella valle di
Kathmandu presso lo stupa di Swayambunath detto “l’autogenerato”.
Sono trascorsi mille anni eppure i valori spirituali del popolo himalayano,
nelle vallate di pascolo lontane dalle città, sono rimasti, incredibilmente,
pressoché immutati.
Il viaggio sarà accompagnato sempre da Giovanni Dardanelli ad eccezione
del tour il 13 luglio.
Itinerario
1° giorno - Volo da Milano Malpensa per Doha e proseguimento per
Kathmandu dove l'arrivo è previsto nella giornata successiva
(QR122 H. 23.00/05.50+1)
Partenza in serata da Milano Malpensa con volo di linea per Doha e coincidenza in
mattinata per Kathmandu.
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2° giorno - Arrivo a Kathmandu nel tardo pomeriggio
(QR 646 H.08.30/15.30)
Il volo atterra nella capitale nepalese, che è situata a 1400 metri di quota, verso le
quattro del pomeriggio. Dopo il disbrigo delle formalità di ingresso, trasferimento e
sistemazione in hotel.
Il Dwarika’s Hotel, dove pernotteremo, è sicuramente l’ albergo con più fascino e
personalità del Nepal. E’ considerato “l’ albergo museo” della valle di Kathmandu. L’
arte secolare della lavorazione del legno, lo stile “newarese” medievale, è il
dettaglio che con la sua originalità e autenticità infonde un tocco di ineguagliabile
raffinatezza all’insieme della struttura architettonica
. Il cortile interno del
Dwarika’s Hotel è già di per sé un angolo magico di Kathmandu.
(www.dwarikas.com).
3° giorno - Giornata di inizio delle visite dei luoghi più significativi di
Kathmandu e della sua valle: Swayambunath, Kathmandu Durbar Square,
Patan e Boudanath
L’intera giornata sarà dedicata alle visite dei centri architettonici e religiosi più
significativi della valle. La valle di Kathmandu è una culla affollata di gente con
un’ampiezza di circa trenta chilometri. L'intera popolazione si aggira intorno al
milione di abitanti. Baktapur, Patan e Kathmandu stessa, sono i tre poli
architettonicamente più importanti della valle. Il carattere “cittadino” di Kathmandu
non è per nulla rappresentativo della realtà sociale e culturale del Paese, il Nepal è
infatti immerso in una realtà rimasta autenticamente contadina con un' economia
piuttosto povera ed elementare ed un tratto culturale ancora molto lontano dalla
modernità. Dall’inizio della sua fama, intorno agli anni settanta, una fama legata
anche allo stile degli hyppies che la frequentavano, Kathmandu è molto cambiata,
si è modernizzata: quel fascino particolare, di città aperta, di città tollerante e
pacifica, di città così isolata dal resto del mondo eppure così straordinariamente
cosmopolita e accogliente, è comunque il suo aspetto di sempre, la sua capacità di
far sognare e di farsi amare.
La prima visita sarà dedicato alla visita
della collina dello Stupa di
Swayambunath, luogo sacro, buddista ed induista, dall’atmosfera magica e
tipicamente orientale. Il Swayambunath è considerato l’ombelico della valle; il suo
nome deriva dalla lingua sanscrita e significa “autogenerato”. La sua origine va
cercata nella leggenda antica, quando la conca di Kathmandu era il bacino di un
lago e al centro di quelle acque brillava una fiammella misteriosa. Appena le acque
defluirono là dove brillava la fiammella si autogenerò la forma sacra di questo
monumento religioso.
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Continueremo la mattinata con la visita della “ Durbar square” la “Piazza del
Palazzo” di Kathmandu sulla quale si affacciano l'antico palazzo reale, i vari templi,
la struttura di Kastamandap, la “casa di legno”, e la casa della Kumari, la divinità
vivente che incarna la figura di Khali. E’ a pochi passi dal nucleo architettonico
centrale, che si trova la famosa “Freak Street”: la strada-quartiere degli hyppies
negli anni '70. Durbar Square è un insieme architettonico raccolto che sintetizza sia
dal punto di vista religioso, sia artistico sia culturale l’ intreccio dello spirito
medievale e della vita moderna della capitale nepalese.
Nel pomeriggio visiteremo il terzo nucleo importante della valle: il centro di Patan.
Anticamente conosciuta col nome di Lalitpur, ovvero la città delle belle arti, Patan
ripropone i motivi architettonici del mattone, del legno e della pietra. Il palazzo
reale e i suoi templi in stile pagoda o in stile Shikkara esibiscono nel dettaglio
dell’intarsio o nelle sculture la grande raffinatezza artistica raggiunta dagli artigiani
newaresi nel tempo medievale.
Andremo a concludere questa intensa giornata presso lo stupa di Boudanath.
Negli anni della diaspora tibetana, gli esuli in fuga dall’occupazione cinese si
insediarono intorno a questo antico monumento buddista dando vita al nucleo
tibetano più vivace della valle di Kathmandu. I tibetani rimasti così fedeli alla loro
atavica abitudine religiosa pregano quotidianamente, sul finire della giornata,
girando instancabilmente il loro mulino di preghiere e prostrandosi nella
tradizionale circoambulazione del monumento sacro. Calano pian piano le luci del
giorno sui lumini tremolanti accesi dai fedeli ai piedi del grande stupa bianco;
l’atmosfera delle luci e il senso di pace di Boudanath sono una delle sensazione
indelebili di questo viaggio.
Rientro in hotel (pranzo e cena liberi).
*NB: Le visite dei centri della valle di Kathmandu, in caso di ritardo del
volo internazionale potrebbero subire delle modifiche nell’ ordine secondo
il quale sono state elencate nel nostro programma….ciò avverrebbe per
distribuire al meglio i tempi delle visite stesse.
4° giorno - Volo da Kathmandu a Lhasa (3600 m): dopo aver costeggiato
le vette innevate della catena himalayana fino alla vista dell' Everest, il
volo si dirige verso l' altopiano tibetano
La distanza tra Kathmandu e Lhasa, in linea d’aria, non è tanta, ma la grande
barriera naturale dell’ Himalaya che vi si interpone, rendendo il passaggio, da
sempre, difficile ha contribuito alla creazione e al mantenimento di due mondi
diversi. Le greggi di capre e pecore che ancora oggi, alla fine dell’estate scendono
dai pascoli dei dirupi tibetani e camminano, accanto all’acqua ferma delle risaie,
verso la valle di Kathmandu, sono state uno dei pochi veicoli di “cultura” attraverso
l’imperiosa barriera di ghiacci perenni.
Poco dopo il decollo dalla capitale nepalese, la traiettoria del nostro volo costeggia
la lunga sequenza di vette innevate della catena himalayana fino ad arrivare alla
vista dell'Everest. Aggirata la grande cima, il volo comincia il superamento della
catena per arrivare sopra l'altopiano tibetano. Sorvoliamo Shigatse, poi il lago
Yamdrok e infine oltre il passo Kampa La, comincia la discesa nella piana, a fianco
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del letto del fiume Yarlung. Il tempo totale di volo è di circa 60 minuti. Una volta
terminate le formalità d'ingresso si parte verso Lhasa che dista dall’ aeroporto 70
chilometri.
Si è atterrati a 3550 metri di altitudine. L’altopiano occidentale non ha aree di
quota molto inferiori a questa. La luce del cielo è nitida, l’aria è asciutta e frizzante:
è l’atmosfera del Tibet.
Sulla strada che porta a Lhasa si incontra uno dei monumenti che ha visto passare
migliaia di pellegrini in viaggio verso la città sacra. E’ un grande Buddha medievale
scolpito nella parete rocciosa proprio là dove un tempo passava la carovaniera
verso la “città sacra”. La capitale del Tibet è stata ingrandita e pesantemente
modificata dall’intervento urbanistico cinese, ma il suo cuore ha mantenuto fino ai
giorni nostri la sua incredibile autenticità tibetana. Sistemazione in hotel. Cena in
hotel.
N.B. Ricordiamo che il volo sarà a cavallo delle ore di pranzo, dunque non sarà
possibile consumare un pasto normale in un ristorante.
5° giorno - Lhasa: visita al Jokhang, il cuore della fede tibetana, e al
Drepung, il complesso monastico più grande del Tibet
Al mattino in fondo alla grande piazza, nell’atrio che guarda il portone di ingresso
del Jokhang, i tibetani si prostrano verso il cuore del tempio.
Il Barkhor, l’anello di preghiera intorno all’antico centro sacro, è una sfilata di
costumi, di acconciature, di tratti fisici e somatici diversi; è da secoli il luogo dove
lo spirito commerciale si intreccia allo spirito religioso, è da sempre mercato
tibetano e circuito di preghiera e di prostrazione. Il Jokhang è il tempio più sacro
della tradizione religiosa del Tibet. Da occidente o da oriente, dalle terre
dell’Everest come dalle terre dei Kampa, i tibetani guardano al Jokhang come al
luogo più importante del pellegrinaggio. Nomadi e contadini lasciano per periodi a
volte anche lunghi le loro case, i loro pascoli e le loro campagne per intraprendere il
lungo viaggio di preghiera. In assoluto il Jokhang è da sempre il cuore della fede
tibetana e il fulcro più palpitante per l’interesse etnografico e folcloristico del Tibet.
Una volta visitata la parte interna del tempio si comincia la passeggiata sul circuito
del Barkhor, dove al di là del folclore e delle bancarelle si incontrano situazioni
religiose molto suggestive e talvolta molto emozionanti.
Il pomeriggio sarà dedicato alla visita di quello che fu il complesso monastico più
grande del Tibet: il Drepung. Il breve tratto di strada sterrata che sale verso il
monastero fiancheggia la struttura monastica di Nechung, che fu residenza
dell'oracolo di stato. Il monastero di Drepung era un grande villaggio con una folla
impressionante di monaci; i suoi vicoli, i suoi antri, i suoi cortili e le sue piccole
finestre che dalle celle guardano l’ampia conca di Lhasa, sono l’immagine più
completa e più autentica dell’antico Tibet. La popolazione di monaci che viveva
all’interno del monastero è stata drasticamente ridotta. Camminando tra le viuzze
che costeggiano i muri bianchi dei templi o delle residenze, talvolta si sente, in
modo struggente, il senso di isolamento e di abbandono di questo luogo. Il
Drepung è comunque un simbolo, è il complesso monastico che per la sua
ampiezza da veramente il senso del peso storico che la vita religiosa ebbe sul paese
dal medioevo fino quasi ai giorni nostri. Sistemazione in albergo. Pensione
completa.
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6° giorno - Continua la visita della città, comprendente: il palazzo del
Potala, antica sede del Dalai Lama, il monastero di Sera e Norbulinka, la
residenza estiva dei Dalai Lama
Mattinata dedicata alla visita del Potala, il grande palazzo che era sin dall’epoca
della sua costruzione la sede dei Dalai Lama. Dal momento in cui il V° Dalai Lama
concentrò nelle proprie mani il potere spirituale e quello temporale questa
residenza è diventata il vero fulcro del governo del paese.
All’interno del palazzo si visitano le sale del trono e delle tombe, gli spazi privati di
residenza e le sale di preghiera dedicate alle varie divinità. Il palazzo è oggi un
grande museo. Si passa di sala in sala e tutti gli elementi decorativi sembrano
molto statici, testimonianze di un passato che non esiste più. Non è così per le
centinaia di pellegrini che vi entrano tutti i giorni, che intasano i passaggi stretti tra
una sala e l'altra. Per i tibetani il palazzo del Potala continua ad essere un ambiente
vivo e soprattutto indiscutibilmente “sacro”. Nel pomeriggio si visita il monastero di
Sera, il secondo complesso monastico, in ordine di importanza, della città di Lhasa.
Rispetto al Drepung, Sera è molto più ridotto, più raccolto e il suo carattere,
unitamente al suo passato, è molto diverso dal precedente. Non bisogna
dimenticare che questo monastero fu il centro di addestramento alle arti marziali
dei “monaci” che costituivano il corpo di guardia del Dalai Lama. Molto spesso, nel
pomeriggio, i monaci-studenti si raggruppano all’ombra dei salici del cortile e danno
vita a uno spettacolo unico e di tradizione antichissima: il dibattito filosofico.
Questo scambio verbale, accompagnato da una gestualità molto particolare e
talvolta da una veemenza veramente stupefacente, è l’arte dialettica finalizzata alla
definizione di ciò che è essenza e ciò che è apparenza, concetti molto importanti
della filosofia buddista. Termineremo la giornata con la visita della residenza estiva
dei Dalai Lama, l’insieme di strutture è conosciuto col nome di Norbulinka, il
“Parco dei gioielli”. All’interno di questo insieme, divenuto da alcuni decenni, area
pubblica, visiteremo quella che fu l’ultima abitazione del Dalai Lama nei giorni che
precedettero il suo esilio. Sistemazione in albergo. Pensione completa.
N.B. L’ordine delle visite nella città di Lhasa varia a seconda degli orari e
del giorno in cui viene dato il permesso per la visita del Potala e del
Jokhang.
7° giorno - Partenza per Samye; lungo il percorso sosta al tempio di Dorje
Drak
La mattina prima di lasciare Lhasa faremo una visita al museo. L’esposizione è
moderna e molto interessante: editti antichi su rotoli di seta, dipinti religiosi o
didattici su tela, sculture sacre in bronzo, maschere delle danze sacre e del teatro
popolare. E’ un breve elenco dei reperti antichi che si possono osservare all’interno
dello spazio museale. Si tratta in gran parte di oggetti che erano conservati nei
tanti monasteri del Tibet e che il caso ha fortunatamente salvato dal “Passaggio”
drammatico della rivoluzione culturale che ha investito il Tibet come tutta la Cina
negli anni settanta. Al termine di questa visita si lascia Lhasa diretti verso oriente.
A differenza dei soliti circuiti, il nostro viaggio seguirà la sponda orografica sinistra
dello Yarlung per raggiungere il tempio di Dorje Drak, fino a poco tempo fa
raggiungibile solo via fiume, e si prosegue poi, costeggiando l’acqua e le cadute di
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sabbie della montagna, fino al centro monastico più antico e più importante del
paese: il monastero di Samye. Il fiume Yarlung nasce nella parte più occidentale
dell’altopiano alle pendici del monte Kailash e dopo aver tagliato per duemila
chilometri circa il plateau tibetano entra in India prendendo il nome di Bramaputra.
Lungo questo fiume sacro sono sorti numerosi monasteri, alcuni di questi sono i
complessi che hanno fatto la storia religiosa del Tibet. Dall’alto della collina di Hepo
Ri, dove saliremo nel pomeriggio, si ha la vista panoramica del monastero di
Samye. Lo sguardo raccoglie in un pugno tutto il complesso religioso circondato dal
muro ellittico bianco che ne simboleggia i confini fisici estremi.
Pernottamento all’albergo di Samye. Pensione completa.
*A partire
dall’estate 2013 sono iniziati i lavori per la realizzazione di
una nuova arteria sul fianco orografico sinistro del fiume Yarlung.
Nel
caso il traffico venisse interrotto a causa dei lavori in corso, si dovrà fare
una piccola variazione al programma. La chiusura della strada implicherà
infatti il raggiungimento del monastero di Samye
percorrendo la
camionabile sul lato opposto del fiume e tralasciando il passaggio presso
il monastero di Dorje Drak. In tal caso l’uso dei fuoristrada comincerà il 9°
giorno di viaggio.
8° giorno - Visita del Monastero di Samye, il più antico del paese.
Trasferimento a Tsetang e visita di Yumbulakang e Tandruk
Il monastero di Samye, come già menzionato, è il primo complesso monastico del
Tibet. In molti dipinti storico-religiosi si ritrova la inconfondibile pianta a “Mandala”
di questa costruzione che venne realizzata seguendo la leggendaria
rappresentazione dell’universo secondo il modello indiano: il monte Meru, i quattro
continenti, il sole e la luna, il muro insormontabile di montagne che protegge e
isola questo universo.
Dopo la visita degli interni, proseguiamo ancora verso oriente, sempre
costeggiando il fiume, fino a raggiungere il ponte che ci permette di attraversarlo e
di raggiungere il centro cittadino di Tsetang. Dedicheremo alcune ore del
pomeriggio alla visita di Yumbulakang, “Il castello tra le nuvole” la struttura che,
secondo la leggenda, fu la prima residenza dei re tibetani. Il castelletto, passato nei
secoli attraverso varie distruzioni e rifacimenti è oggi una costruzione sacra,
consistente in due templi, appollaiata sulla collina rocciosa. La parte più suggestiva
di questa breve escursione è il largo panorama che si può cogliere dall’alto del
tempio: da una parte le terre verdi di orzo e grano e dall'altra la montagna arida
con discese ghiaiose che scendono al piano. Termineremo la giornata con una visita
speciale: il monastero di Tandruk, uno dei dodici templi più antichi del Tibet.
Sistemazione in hotel. Pensione completa.
9° giorno - Attraversiamo l'altopiano centrale verso occidente da Tsetang
a Gyantse costeggiando il lago Yamdrok: comincia la trans-himalayana
conosciuta con il nome di ''Strada dell' amicizia"
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E’ giornata di attraversamento dell’altopiano centrale verso occidente. Comincia la
Trans-himalayana conosciuta col nome di “Strada dell’amicizia”.
Il percorso, una volta lasciato il fondovalle del fiume Yarlung, sale ripidamente. Si
passa da un tornante all'altro e molto velocemente si guadagna quota. Nel
fondovalle si scorgono verdi terrazzamenti accanto a gruppi isolati di case tibetane;
nei mesi estivi gli Yak pascolano accanto alla strada lungo i fianchi ripidi della
montagna. In breve si giunge al passo Kampa la (4870 m). Appena si arriva al
piano del passo, si apre, al di sotto una vista favolosa il lago Yamdrok dalle acque
color turchese intenso e al fondo lo scenario delle cime innevate dominate dalla
vetta del Nojyn Kang Sa (7200 m.). Dopo aver costeggiato il lago la strada risale e
arriva al secondo passo della giornata: il Karo la (5010 m.). Nella culla, raccolta
sotto il ghiacciaio che fiancheggia il percorso, vivono, sotto le tende nere di pelo di
yak, pastori di pecore e Yak. Nel tardo pomeriggio, dopo questa intensa giornata di
paesaggi
e
momenti
suggestivi,
si
giunge
finalmente
a
Gyantse.
Complessivamente questo percorso implica, con le soste, otto o nove ore di
viaggio. Sistemazione in hotel. Pensione completa.
10° giorno - Visita del bellissimo insieme sacro composto dal Palkhor
Chode e dal Kumbum e del monastero di Shalu. Proseguimento per
Shigatse
Tutta la mattina è dedicata alla visita del bellissimo insieme sacro composto dal
Palkhor Chode e dal Kumbum. Due esempi di arte e architettura medievale
raccolti entro un muro di protezione che ne è anche cornice. Queste strutture sono
sicuramente l'esempio più completo della bellezza dell'architettura e dell' arte
scultorea e figurativa del XV° sec. in Tibet.
La strada che porta all’ingresso principale del monastero fiancheggia l’agglomerato
tradizionale e popolare di Gyantse. Dall’alto del castello, sul picco roccioso che
domina la cittadina, si coglie l’insieme compatto del complesso monastico raccolto
tra le mura e lo schema del villaggio antico che lo affianca. Il percorso tra Gyantse
e Shigatse corre, nella piana del fiume Nyang Chu, tra campi d'orzo e di frumento.
E' dal punto di vista agricolo la fascia più ricca del Tibet centro-occidentale. Le case
sono più grandi, nella stagione estiva le aie sono spesso teatro di lavoro di raccolta
e mietitura. Lungo la strada che ci conduce a Shigatse, faremo la deviazione nella
vallata di Shalu. Il monastero lo si scorge già dalla strada maestra; il suo tetto a
pagoda, di ceramiche verdi, emerge sopra le case del villaggio. Shalu è un
monastero dall’aria veramente dimenticata. Al suo interno vivono, oggi, non più di
quaranta monaci. Si visitano le sale di preghiera che con il corridoio di
circoambulazione sono tra i lavori d’arte figurativa più importanti del Tibet
medievale. Tanti aspetti all'esterno e dentro l'edificio lasciano trapelare la passata
grandezza di Shalu. Terminata la visita si ritorna sulla strada maestra e si è ormai
poco lontani da Shigatse, in ordine di grandezza e di importanza politica, la
seconda città del Tibet. Sistemazione in albergo. Pensione completa.
11° giorno - Visita al complesso monastico del Tashilumpo; superato il
passo Tsuo La' (4500 mt.) si arriva a Sakya
Le prime ore della mattina le spenderemo nella visita del Tashilumpo. Questo
complesso monastico è la residenza tradizionale della seconda carica politico-
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religiosa del Tibet, il Panchen Lama. L’importanza politica di questo monastero, con
l’avvento dell’ultima rincarnazione del Panchen Lama, ha avuto una spinta di
crescita molto forte.
Vivono al suo interno circa ottocento monaci, le attività di studio e di preghiera a
volte paiono frenetiche. La sala del Buddha più grande del Tibet, le tombe ricoperte
di fregi d'oro, di argento e pietre dure dei Panchen Lama; le antiche sale di
preghiera con le lunghe raccolte di dipinti sacri anneriti dal fumo delle lampade a
burro… tutto ci parla del grande ruolo religioso e politico che il monastero ebbe nei
secoli passati. Al termine della visita degli interni dedicheremo un po’ di tempo al
percorso intorno al monastero e al mercato artigianale tibetano. Quando il cielo è
sereno, dall'alto del sentiero di circoambulazione, si hanno delle belle vedute sui
tetti dorati del Tashilumpo, sui quartieri tibetani della città, sui ruderi del castello
oggi ricostruito e sulla piana tracciata dalla ”Strada dell’ Amicizia” che, uscendo dal
centro città, corre come un nastro ondulante verso occidente.
Nel pomeriggio si lascia Shigatse percorrendo la strada che corre verso il confine
del Nepal. La piana lunga e altalenante, in piena estate offre sprazzi di giallo
intenso della fioritura della colza, macchie contenute di rosa-violetto della fioritura
del grano saraceno (più noto in quelle terre come “Grano Himalayano”)…. il cielo di
quel particolare blu forte degli altopiani scende a chiudere l’orizzonte sui
contrafforti aridi e brulli della catena himalayana. Si sfiora il complesso di
Narthang, l’antica stamperia del Tashilumpo. Una pietra miliare prima di salire al
passo Tsuo Là, indica la distanza da Shangai, sono 5000 chilometri dal punto più
orientale della Cina. Dopo il passo Tsuo Là (4500 m), il percorso scende di quota e
infila la vallata che porta al monastero di Sakya. Da questo punto fino quasi al
confine tutte le case tibetane portano, come una decorazione, tre linee verticali di
colori diversi: il rosso, il bianco ed il nero. Sono, sin dal periodo medievale, i colori
del monastero di Sakya, il simbolo, quindi, di appartenenza alla grande scuola dei
Sakya’pa. Definire Sakya soltanto “monastero” è ignorarne il passato e non
percepirne a fondo l'atmosfera che tutt'ora vi regna. Sakya è l'istituzione religiosa
mescolata alla severa austerità del potere. Il monastero si trova in fondo alla valle
del fiume Trum, tra le case contadine che lo circondano. La valle è molto povera. La
grande struttura meridionale del complesso monastico guarda dall’alto del muro di
difesa i ruderi dell’antico nucleo settentrionale completamente distrutto dalle
guardie rosse. Sistemazione in un modestissimo albergo. Pensione completa.
12° giorno - Dopo la visita del monastero di Sakya percorriamo il Gya Tsu
Là (5220m), il passo camionabile più alto del Tibet ed il terzo al mondo,
fino a Xegar (4200 m)
(100 Km - 3h)
Dedichiamo la mattina alla visita del monastero. La sua struttura meridionale è
rimasta fortunatamente indenne al passaggio distruttivo della rivoluzione culturale;
del blocco settentrionale non rimangono invece che pochi ruderi, visibili sul pendio
della collina, raggiungibili lungo un sentiero che i pellegrini utilizzano abitualmente
come percorso di preghiera. Gli interni del complesso meridionale, protetto da un
forte muro di circoscrizione e costruito secondo i suggerimenti degli ingegneri
militari dell’Imperatore Kublay Khan, sono molto suggestivi. I grandi tronchi
secolari provenienti dai territori boscosi ai bordi dell’altopiano, come dei pilastri
sorreggono la grande sala di preghiera. Ognuno di questi tronchi è legato ad una
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leggenda particolare. La storia del monastero di Sakya è un momento
fondamentale e particolarmente affascinante nel quadro politico e religioso del
Tibet. Nel primo pomeriggio, terminata la visita di Sakya, imbocchiamo la transhimalayana e saliamo verso il passo camionabile più alto di tutto il territorio centro
occidentale del Tibet, il passo Gyà tsu Là (5220 m). Detriti di ardesie frammentate
e aride pietraie accompagnano la salita al grande passo. Sù, in cima, lo
scollinamento è salutato dai colori delle bandiere sventolanti. Il passo segna anche
l’ingresso nell’area protetta del territorio dell’Everest. I tibetani lanciano in aria
foglietti di preghiere e con le formule tradizionali salutano e ringraziano il cielo:
“Ghy-Ghy-So– So-La-So –Laa”. Nella discesa dal passo avremo la prima apertura
sulle vette degli “ottomila”. In serata raggiungiamo l’albergo della trans-himalayana
nei pressi di Tingri e di Xegar. E’ una struttura elementare, con tutti i servizi di
base, e si trova a pochi chilometri dalla deviazione che conduce all’Everest.
Sistemazione in albergo. Pensione completa.
13° giorno - Xegar: escursione al monastero di Rongbuk e al campo base
dell'Everest
Di primo mattino partiamo verso le vette innevate a sud di Tingri. La via sterrata
sale e ci porta fino al grande panorama. Di fronte al passo Pang La, i piani collinari
bruni si elevano fino alle prime nevi e poi ecco svettanti i corpi del Makalu,
dell’Everest e del Chohoyu… ancora un po’ avanti e a sinistra si apre la vista sul
Shishapagma. Uno spettacolo davvero emozionante! Una volta lasciato il passo
continueremo verso il monastero di Rongbuk. Il fianco settentrionale della
montagna più alta del mondo è proprio di fronte a noi. Il piccolo monastero di
Rongbuk è il luogo sacro nella storia delle grandi spedizioni dell’Everest. Non c’è
stata spedizione nel passato che non abbia avuto la benedizione dei lama di questo
monastero. Le preghiere e i riti propiziatori sono gli atti fondamentali nel rispetto
delle forze divine e naturali che governano questa grande montagna. I mormorii dei
monaci in quelle piccole sale sono stati l’atto d’inizio di tutte le grandi ed intrepide
imprese sul fianco settentrionale della vetta più alta del mondo. Nel pomeriggio
raggiungeremo il Campo Base, a 5200 metri, dove comincia il ghiacciaio
dell’Everest. Il campo base dista circa 8 km dal monastero. Al termine di questa
giornata, che sarà senz’altro indimenticabile, si fa rientro verso l’albergo di Xegar o
si continua verso la sistemazione altrettanto semplice di Tingri a seconda delle
disponibilità ricettive stagionali. La distanza di andata dall’albergo di Xegar al
monastero di Rongbuk è di circa novanta chilometri. In condizioni normali la strada
sterrata è abbastanza scorrevole e il percorso di andata è fattibile in circa quattro
ore di macchina. Stesso discorso vale per il ritorno.
*NB: nonostante la quota di 5200 metri, possa impressionare, in genere
l’escursione a questa altitudine, fatta a questo punto del viaggio, cioè dopo tanti
giorni di acclimatazione, non ha, fino ad ora, comportato problemi ad alcun
componente dei gruppi.
14° giorno - Superato il Passo di Lalung Là cominciamo la discesa lungo il
bordo occidentale del "Tetto del Mondo" verso Zhangmu (2400m), al
confine con il Nepal, per arrivare a Dulikhel (1700 m)
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Lasciamo l’albergo all’alba. La giornata che si profila è piuttosto impegnativa ed è
soprattutto una sfilata di panorami ed ambienti hymalaiani senza tregua. La piana
di Tingri, da dove sono partite tante spedizioni per le grandi vette, apre ancora una
volta uno squarcio sulla vista dell’Everest e del Chooyu. La strada sfiora i ruderi
dell'occupazione nepalese del 1850 e in fondo alla piana svetta la cima innevata
dello Tsangla (6466 m). I villaggi tibetani che sfilano nella piana d’alta quota, sono
molto pittoreschi. La loro conformazione è piuttosto compatta, raccolta. Mentre la
strada sterrata sale al passo, scorgiamo il fianco innevato e abbagliante del Shisha
Pagma (8030 m), l’unico “ottomila” interamente tibetano. Il passo Lalung Là è
panoramicamente il più bello della trans-himalayana. Da qui si scende
dall'altopiano, si è sull’estremo bordo occidentale del “Tetto del mondo”. E' come
affacciarsi da un terrazzo a 5000 metri di altezza e avere di fronte a sé, a mo’ di
anfiteatro, imponente e maestosa, la catena himalayana. Da sinistra a destra si
stagliano allineate le vette innevate dei sette e ottomila metri himalayani. I loro
ghiacciai sono masse bianco-latte impressionanti.
Scendiamo dall’altopiano passando tra montagne detritiche con colate di sabbie ai
fianchi e bande oblique di ossature rocciose. I colori sono tenui e sfumati: rossiccio,
miele, antracite e verde pallido. Parrebbe di essere entrati in uno scenario
immaginario creato apposta per riposare gli occhi e la mente. Basta scendere
ancora, e si entra in un mondo completamente diverso. L'acqua cade da ogni dove
nel letto incassato del torrente Rong Chu che impegnato in una corsa rotolante ci
accompagna fino al confine nepalese. L’incredibile discesa dal Tibet ci porta a
Zhangmu (2400 m.), il posto di confine cinese. Dopo le operazioni burocratiche di
passaggio della frontiera, ci inoltriamo in un territorio completamente nuovo. Si
passa di vallata in vallata. E' un continuo saliscendi con panorami bellissimi. E' un
mondo completamente diverso da quello tibetano. Il verde e l'acqua sono ovunque.
I fianchi delle colline sono ripidi e terrazzati per la coltivazione del riso. Le case
contadine sembrano irraggiungibili, in alto, lontane dalla strada, isolate tra il verde.
E' un paesaggio molto bello e riposante … ma non è il Tibet, non c’è più
quell'atmosfera impalpabile e sfuggente che appartiene solo all'altopiano. Nel tardo
pomeriggio raggiungeremo Dulikhel (1700 m), bordo estremo del catino della
valle di Kathmandu. L’intero percorso è di dodici ore circa. Le distanze non sono
eccessive, ma le soste panoramiche, i saliscendi, i tornanti, il fondo sterrato spesso
dissestato e le pratiche burocratiche dei passaggi in frontiera rallentano molto il
viaggio. Sistemazione in albergo. Pensione completa.
15° giorno - Lasciamo Dulikhel per dirigerci verso Baktapur, riconosciuta
come Patrimonio dell' Unesco. Nel pomeriggio continuazione verso
Kathmandu e visita del centro sacro di Pashupatinath
L’alba sulle vallate terrazzate che si allungano come grandi solchi verso i piedi
dell’Himalaya è, da Dulikhel, veramente emozionante. Nelle giornate serene le
punte delle vette innevate compaiono in lontananza, in alto, contro il cielo. La
catena che abbiamo attraversato e il grande plateau tibetano sono laggiù, lassù e
ormai dentro il nostro cuore e i nostri ricordi. Lasciamo Dulikhel e ci avviamo verso
Baktapur, a circa quindici chilometri di distanza dalla capitale. Con Patan e
Kathmandu questo centro fu, nel medioevo, una delle sedi più importanti dei
diversi principati che controllavano la valle. Ciò che più colpisce è l’armonia, la
compattezza, l’omogeneità architettonica di questo nucleo medievale nelle cui
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piazzette abitualmente si incontrano i vasai o nella stagione della mietitura i cumuli
di riso o le chiazze rutilanti del peperoncino steso ad essiccare sul selciato di
mattone cotto. Baktapur, riconosciuta dall’Unesco come uno dei luoghi facenti parte
del Patrimonio dell’Umanità, è un museo di architettura all’aperto. Il mattone rosso
e il legno si compongono negli edifici antichi mentre le figure scolpite in pietra ne
proteggono gli ingressi.
Nel primo pomeriggio, una volta terminata la visita del bellissimo centro storico
continueremo verso Kathmandu.
All’ ingresso del centro cittadino, accanto alla riva del fiume Bagmati, si distacca il
tetto dorato del tempio di Pashupatinath, un luogo religioso che è meta di
pellegrinaggio anche per gli stessi indiani.
Il nostro percorso attraverso l’arte e la cultura del cuore della valle di Kathmandu
termina con l’ approccio ad un luogo che per la sua atmosfera mistica ed intensa è
veramente straordinario. Qui la bellezza dell’architettura è solamente la grande
quinta dietro la forza religiosa che si manifesta intorno ai riti sacri.
Pashupatinath è il centro sacro e tradizionale delle cremazioni nella valle di
Kathmandu ed è anche il sito di uno dei templi più importanti dedicati a Shiva. I riti
funebri lungo il fiume, le preghiere che si elevano dal tempio, i Sadhu che si
aggirano tra i tempietti di pietra e le bancarelle degli ornamenti sacri sono i diversi
artefici che animano questo particolare ambiente in un modo indimenticabile.
Sistemazione in hotel (Dwarika’s hotel).
Pranzo e cena liberi.
16° giorno - Volo per Malpensa via Doha
(QR 647 H. 16.30/19.25)
Tempo libero in mattinata a Kathmandu. All’ inizio del pomeriggio trasferimento in
aeroporto per il volo diretto a Doha.
17° giorno - Imbarco in nottata a Doha e arrivo in Italia in mattinata
(QR 123 H. 00.45/06.10)
12
Bene a sapersi:
Materiale antigovernativo
Preghiamo i signori partecipanti di non portare durante il viaggio in Tibet i testi
reputati dalla Cina antigovernativi ad esempio: articoli di giornale a favore del Tibet
libero, fotografie del Dalai Lama, testi sul Dalai Lama, la guida dell’EDT (Lonely
Planet) sul Tibet con prefazione del Dalai Lama ecc.
NOTA IMPORTANTE: visto e permessi
All’atto dell’iscrizione è necessario inviare scansione delle prime pagine
del passaporto al nostro ufficio di Milano.
Itinerario
Il tour “TIBET FRIENDSHIP HIGHWAY - LA STRADA DELL’ AMICIZIA” avendo
riscosso moltissimi giudizi positivi nel corso degli ultimi anni è rimasto invariato ed
è il viaggio più completo per la visita di tutto l’altopiano centro-occidentale. Questo
itinerario implica una certa disponibilità all’adattamento poiché alcune sistemazioni
sono in zone periferiche del territorio e quindi piuttosto elementari. Il percorso
taglia tutto l’altopiano, visita la zona dell’Everest, supera l’arco dell’Himalaya e
passa in territorio nepalese.
Questo itinerario è stato costruito e regolato nei tempi e nella
distribuzione delle visite in seguito a decine di traversate effettuate negli
anni sull’altopiano tibetano. E’ particolarmente consigliato a coloro che,
intraprendendo un viaggio, privilegino gli aspetti paesaggistici, folcloristici
e culturali al puro comfort delle sistemazioni alberghiere.
Quando andare:
L’altopiano tibetano, al di fuori della stagione invernale che va da fine novembre
alla fine di marzo, offre un arco di mesi adatti per i viaggi, abbastanza ampio.
Si potrebbe intanto dire che in base al tipo di viaggio o di sensibilità individuale un
certo periodo può essere più adatto di un altro.
Sicuramente per gli itinerari che tendono a mettere in luce soprattutto l’aspetto
paesaggistico e in prima linea le grandi montagne, i mesi migliori sono quelli
primaverili (maggio e giugno), oppure quelli autunnali (fine settembre ed ottobre).
Nei mesi di maggio e giugno vi possono essere comunque influenze monsoniche
che però, salvo anomalie stagionali, si manifestano in annuvolamenti passeggeri e
piogge lievi.
Il periodo centrale dell’estate, ovvero dalla metà di luglio alla fine di agosto, è la
stagione dei monsoni. Le correnti umide in quella fase dell’estate diventano
particolarmente forti e riuscendo a scavalcare il grande muro himalayano arrivano a
riversarsi sull’altopiano.
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Si tratta normalmente di temporali notturni che in genere non disturbano le visite
turistiche giornaliere, ma, sicuramente, le masse di nuvole che stazionano sulla
catena di montagne possono limitare la vista delle vette.
I mesi migliori per la vista delle montagne sono quelli già citati, primaverili e
autunnali, e sono anche i mesi più adatti (gli alpinisti lo sanno bene) per affrontare
le grandi scalate.
Nella stagione monsonica le piogge possono dar vita a frane e smottamenti perciò
alcune strade minori possono essere chiuse al passaggio.
Dunque un viaggio possibile nei mesi primaverili potrebbe essere non
completamente fattibile nel cuore della stagione delle piogge.
Questione … Altitudine
N.B. Lo schema della mappa non contiene le altitudini dei vari passi
intermedi e del Campo Base dell’Everest.
Occorre innanzitutto sottolineare che il fenomeno della quota sull’altopiano
himalayano non è assolutamente rapportabile a quello che potrebbe essere in
Europa.
Intendiamo dire che stare in vetta al monte Bianco, a 4800 metri e stare al campo
base dell’Everest a 5200 metri sono cose completamente diverse, la seconda è
molto più facile.
Mentre in Europa le coltivazioni agricole possono arrivare fino a 1500 metri, ma non
oltre, sull’altopiano himalayano troviamo coltivazioni di orzo, patate, colza fino a
4300-4500 metri. Sono dunque situazioni climatiche troppo diverse e tutti possono
constatare che anche ad alte quote l’altopiano è spesso accogliente.
Bisogna sfatare il problema “altitudine”. Senza dubbio esiste per il nostro corpo un
momento critico necessario per l’acclimatamento in quota, ma in genere è un
processo naturale che si compie nell’arco di poche giornate e spesso lo stato di
disadattamento fisico è inferiore a quel che si sarebbe pensato.
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Sicuramente le scelte di sviluppo del viaggio da parte dell’organizzazione sono
molto importanti per agevolare l’adattamento in quota.
Prima di affrontare un viaggio in altitudine è sempre consigliabile un controllo
medico preventivo.
Avendo condotto centinaia di persone attraverso l’altopiano, abbiamo constatato
che tutti coloro che siano in buono stato di salute possono affrontare senza
problemi la quota. I casi di coloro che, pur non avendo in precedenza particolari
problemi fisici, non sono riusciti a ritrovare in quota il giusto stato di benessere
sono rarissimi, puramente casi eccezionali.
Difficoltà del viaggio
Negli ultimi dieci anni il Tibet ha avuto cambiamenti enormi sotto il punto di vista
turistico. I primi alberghi, nati nell’ottantasette, quando la trans- himalayana, la via
detta dell’Amicizia che unisce Tibet e Nepal fu terminata, sono stati recentemente
risistemati e oggi sono delle sistemazioni abbastanza confortevoli.
Vi sono sicuramente degli alberghi che richiedono una buona capacità di
adattamento perché molto carenti sotto il punto di vista delle strutture igieniche.
Nel caso specifico del nostro viaggio, di questo tipo di sistemazioni che definiamo
“carenti”, incontreremo gli alberghi di Samye e di Sakya e l’albergo sulla transhimalayana nei pressi di Tingri e Xegar (le carenze sono soprattutto di ordine
tecnico: carenza di energia elettrica, carenza di acqua potabile o acqua calda).
Altre difficoltà particolari del viaggio sono legate alla rete stradale. Oggi la strada
principale che collega le grandi città fino al confine nepalese è in buone condizioni
ed è abbastanza scorrevole. Durante il nostro itinerario percorreremo alcune vie
laterali e minori che sono ancora sterrate e quindi possono essere polverose. Il
percorso a cavallo del confine è, in caso di piogge, soggetto a frane. In stagione
monsonica, tra luglio e fine agosto, l’interruzione della strada a causa di frane
talvolta comporta la necessità di compiere a piedi alcuni tratti; in questi casi per il
trasporto dei bagagli vengono assoldati degli “sherpa” e in casi eccezionali potrebbe
essere necessario viaggiare per alcuni chilometri su mezzi di fortuna (camion) per
superare i tratti interrotti dalle frane. La suggestione di questi percorsi è senz’altro
impagabile, ma è sconsigliabile a chi non sia disposto ad accettarne i disagi.
Trasferimenti e tempi di percorrenza
Le distanze e i tempi di percorrenza segnalati sul programma sono puramente
indicativi. La variabilità di questi tempi è conseguenza delle condizioni del fondo
stradale. I tempi possono variare da una stagione all’altra e gli stessi interessi del
gruppo in viaggio influiscono sui tempi di spostamento in modo da renderli diversi
di volta in volta.
I tempi indicati si rifanno a viaggi fatti in precedenza dunque già tengono conto di
soste panoramiche, soste a villaggi e non sono da intendersi come “puri
trasferimenti ciechi” da un punto a un altro.
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Un percorso particolarmente impegnativo sarà quello (bellissimo!) tra Tingri e
Dulikhel. La discesa dall’altopiano e il passaggio di vallata in vallata in Nepal
rallentano molto la velocità di percorrenza. A questi fattori va aggiunto il tempo di
passaggio della frontiera cinese e di quella nepalese. Complessivamente la giornata
comporta un viaggio di 10/12 ore da partenza ad arrivo.
Clima e abbigliamento
Il Tibet, nei mesi precedenti l’estate, ha un clima certamente inaspettato. Nelle
annate normali, nei mesi da maggio ad agosto, le temperature sono molto miti e
gradevoli. Certamente può succedere che allo scavalcamento dei passi e alle quote
superiori a 4000 metri i venti possano essere particolarmente freddi, dunque la
giacca a vento e, per ogni eventualità, un cambio pesante è sempre consigliato, ma
in genere un abbigliamento fatto di magliette, maglie, pantaloni di peso medio è
sufficiente.
Cosi come le giornate, anche le notti non sono particolarmente fredde. Per la parte
nepalese invece l’abbigliamento deve essere senz’altro leggero. Infatti, il Nepal,
nella stagione estiva, ha un clima caldo e un po’ umido. Tshirt, pantaloni leggeri o
corti, scarpe leggere e una maglia per le serate fresche.
Da metà settembre in poi occorre prevedere un abbigliamento più caldo. Le
giornate possono essere ancora calde, ma durante la notte alle quote sopra in 4000
metri le temperature scendono sotto lo zero quindi le serate e le mattinate possono
essere fredde.
Scelta degli alberghi
*Come tutti i viaggiatori sanno, le “stelle” degli alberghi nei Paesi in via di sviluppo
sono indicative, ma non sono rapportabili agli standard europei!
A Lhasa abbiamo scelto di soggiornare presso lo Shambala Hotel, situato proprio a
due passi dalla piazza del Jokhang, nel cuore del quartiere tibetano. Può essere
paragonato a un albergo a tre stelle. Le camere doppie non sono molto grandi e
talvolta possono verificarsi i classici inconvenienti dovuti alla lentezza della
manutenzione. E’ sicuramente una sistemazione inferiore rispetto ad altri alberghi
(solitamente non centrali) però è molto gradito da coloro che amano stare al centro
della vita reale e non si lasciano turbare dai piccoli inconvenienti.
Per chi desiderasse una sistemazione in albergo di categoria superiore sarà
possibile richiedere informazioni all’atto dell’iscrizione.
Gyantse, Shigatse e Tsetang:
Il Gyantse Hotel, lo Shigatse Hotel e lo Tsetang Hotel sono delle strutture nate per
volere governativo alla fine degli anni ’80. Per almeno un ventennio sono state le
sole strutture accettabili per il turismo occidentale.
Negli ultimi anni, questi alberghi sono stati rinnovati e hanno ricevuto impulsi
diversi.
Lo Shigatse Hotel (4 stelle) è molto cresciuto ed ha avuto grandi rifacimenti.
Il Gyantse hotel (3 stelle), pur rimanendo la migliore sistemazione di Gyantse e pur
essendo stato rinnovato continua ad avere le caratteristiche di fabbrica degli
alberghi di stato. E’ comunque una sistemazione accettabilissima. Lo Tsetang Hotel
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(4 stelle) ha avuto rinnovamenti e ampliamenti ed è oggi una buona struttura che
può garantire un buon livello di comfort.
Samye e Sakya
Gli alberghi disponibili in queste due località sono costruzioni recenti ma richiedono
una buona predisposizione all’adattamento. Fino a pochi anni fa non era
assolutamente pensabile il pernottamento in queste zone, oggi grazie a queste
costruzioni semplici e “cinesi” abbiamo la possibilità di sfruttare meglio il tempo di
visita sul circuito. Questo viaggio è fondato sull’interesse del percorso e non
viceversa sul comfort degli alberghi.
Tingri-Xegar
Chomolangma Hotel: si trova sulla trans-himalayana a 4250 metri di quota
all’incrocio con la strada che porta a Xegar (anche conosciuta come New Tingri).
Dagli anni 90 ai giorni nostri è stata l’unica struttura alberghiera accettabile per gli
occidentali. Anche questo albergo è stato rinnovato ma bisogna considerarlo nel
contesto in cui si trova. Le camere hanno i servizi, la luce, e l’acqua calda è
normalmente erogata solo in certe fasce orarie. Non c’è un metro di giudizio per
dare una valutazione a questo albergo.
E’ una sistemazione inevitabile e richiede una certa capacità di adattamento.
Secondo la disponibilità durante il corso del viaggio potremmo utilizzare un altro
albergo situato nel villaggio di Tingri. Questa sistemazione consente di variare ed
accorciare la via di rientro dal campo base dell’ Everest. E’ una sistemazione
elementare ed avendo poca disponibilità di camere talvolta potrebbe essere non
disponibile.
NB: l’accorgimento elementare da adottare sempre quando si viaggia in
questi spazi è quello di portare con sé un sacco–lenzuolo leggero ed un
asciugamano personale …In questo modo l’igiene è sempre garantita.
Alcuni alberghi sono dotati di asciugacapelli e altri minori ne sono privi.
Non servono particolari adattatori per le prese di corrente.
Nepal:
Dulikhel:
Dulikhel lodge Resort: L’albergo a conduzione privata è situato in una posizione
veramente buona. Il contesto ambientale e il panorama ne fanno una struttura
molto piacevole. Le camere sono semplici ma calde e accoglienti rispetto allo
standard cinese in Tibet.
Kathmandu
Dwarika’s Hotel: La sistemazione più affascinante e confortevole di Kathmandu.
L’albergo è situato a 15 minuti di taxi dal cuore commerciale di Kathmandu.
Fotografia
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Ricordiamo che in Tibet la fotografia degli interni è spesso soggetta al pagamento
di un biglietto o di un obolo che varia da interno a interno.
In alcuni casi, come all’interno del Potala, del Jokhang e in alcune sale del
Tashilumpo vige il divieto di fotografare o filmare.
Cucina
La cucina tibetana tradizionale e antica è sempre stata a base di elementi molto
essenziali: burro di yak, farina d’orzo, latte, formaggi, alcune verdure di stagione,
carne secca di pecora o di Yak, riso e tè della vicina Cina. Esiste una cucina
tradizionale un po’ più elaborata ed è quella della nobiltà tibetana che però risente
di un forte influsso della cucina cinese. In tutti gli alberghi e in tutti i ristoranti del
Tibet moderno, i piatti più diffusi sono quelli tipici della Cina.
Da alcuni anni a questa parte esistono anche alcuni ristoranti a conduzione privata
con piatti di cucina mista nepalese-cinese.
Durante il nostro viaggio alcuni pranzi saranno consumati durante i trasferimenti,
saranno dunque pranzi pic-nic.
Per quanto riguarda il Nepal, la cucina è varia, saporita e completamente diversa
da quella cinese. Nella valle di Kathmandu i pranzi e le cene sono sempre liberi e la
possibilità di scelta è molto ampia.
NB: i pasti in Kathmandu e nella sua valle sono lasciati liberi affinché ognuno possa
scegliere, in base ai propri interessi culinari o delle proprie esigenze, il ristorante o
il tipo di cucina preferito.
Mezzi di trasporto
Durante questo tipo di viaggio utilizzeremo:
Bus turistico in Nepal e nella città di Lhasa. Per il resto del viaggio vengono
utilizzati dei fuoristrada. La distribuzione dei passeggeri per ogni macchina è di
quattro persone più autista. Si tratta di una sistemazione confortevole
considerando l’ampiezza dei mezzi.
Ricordiamo vivamente che durante il viaggio occorrerà effettuare una rotazione dei
passeggeri sulle diverse auto e anche una rotazione dei posti all’interno delle auto
stesse.
Differenze orarie
Italia / Nepal + 4.45 (+3.45 quando in Italia vige l’ora legale)
Italia / Tibet (Cina) + 7 (+6 quando in Italia vige l’ora legale)
Nepal /Tibet (Cina) + 2.15
Partenza del 4 giugno
Viaggio in occasione del SAGA DAWA
Ci sono momenti sull’altopiano del Tibet, ormai da decenni travolto dal confronto
politico-culturale con la Cina, in cui la storia si riavvolge su se stessa.
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E’ come se il tempo si estraesse dalla modernità e ritornasse a vivere l’antica
tradizione della preghiera, delle cerimonie religiose e del flusso “anacronistico” dei
nomadi verso la città sacra, Lhasa.
E’ il tempo del Saga Dawa, il momento più propizio per i pellegrinaggi.
Centinaia e centinaia di pellegrini dalle terre periferiche e lontane del paese, si
portano verso il territorio centro-occidentale e si disperdono verso i centri religiosi
che sono stati i veri pilastri delle antiche scuole religiose.
I dipinti sui muri dei monasteri e dei templi ci descrivono viaggi antichi; antichi volti
d’indiani, kashmiri, mongoli, cinesi e antiche fogge dell’immensa Asia centrale.
L’altopiano del Tibet così protetto dalle sue montagne, così irraggiungibile per tanti
mesi dell’anno, è stato comunque un piccolo laboratorio dove l’arte ha ritratto il
passaggio di uomini e costumi di terre lontane.
* Cos’è il Saga Dawa
Nel calendario tibetano uno dei mesi più importanti dal punto di vista religioso è
appunto quello primaverile del Saga Dawa. Ogni anno le date di questo mese si
spostano seguendo il calendario lunare. Secondo una tradizione secolare è il
periodo più propizio per i pellegrinaggi.
Dal punto di vista agricolo, questo periodo precede quello che sarà il momento dei
grandi lavori che coincide con la mietitura dell’orzo e del frumento. E’ dunque un
momento di relativa tranquillità che consentiva, e tuttora consente, ai contadini di
assentarsi dalle terre anche per periodi abbastanza lunghi.
Oggi, nonostante il Paese con la sua cultura e la sua tradizione viva, a causa della
situazione politica, dei passaggi molto travagliati, il tempo del Saga Dawa resta
ancora un momento della vita tibetana molto sentito.
I fedeli arrivano nei
monasteri e i monasteri si preparano ad accoglierli. S’incontrano pellegrini con
spalle giorni e giorni di viaggio. S’incontrano nomadi che hanno lasciato spazi
sperduti di pascoli lontani per approdare al mitico centro sacro di Lhasa. Il tempo
del Saga Dawa, essendo distribuito in un arco temporale abbastanza ampio non è
come le altre feste tibetane. Non è come nelle cerimonie, dove tutto succede in un
giorno, il Saga Dawa è un palcoscenico, dove tutto s’improvvisa … si può incontrare
una cerimonia particolare dei monaci Nigma’Pa nel cortile del Jokhang, si può
incontrare una preghiera commissionata dai fedeli nella grande sala del monastero
di Sera, si può assistere allo sbarco di un gruppo sostenuto di Kam’Pa nel cortile di
Samye … ecco questo è il Saga Dawa: tutto possibile, nulla di programmato. *
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Quota Individuale di partecipazione da Milano :
Minimo 10 partecipanti
Con esperto Kel 12.
€ 3,900.00
Massimo 16 partecipanti
Supplementi per persona:
Alta stagione terrestre
01/10/2014 - 31/10/2014
Supplemento singola
€ 280.00
€ 600.00
Supplemento singola in alta stagione
01/10/2014 - 31/10/2014
Tasse aeroportuali e fuel surcharge
€ 870.00
€ 270.00
Alta stagione voli
25/07/2014 - 15/10/2014
Suppl. Business Classe D (diponibilità limitata)
€ 200.00
€ 1,700.00
Suppl. partenza da altre città (su richiesta e
soggetto a disponibilità)
€ 200.00
Supplementi da pagare in loco:
Dollaro
Visto
Dollaro
Visto
25.00
85.00
Quota di gestione pratica: € 80.00
Ciascun passeggero all’atto della prenotazione sarà tenuto ad effettuare il
pagamento del premio assicurativo relativo al costo individuale del viaggio, cosi
come determinato dalla tabella premi seguente:
Costo individuale del viaggio fino a
€ 1.000,00
€ 2.000,00
€ 3.000,00
€ 4.000,00
€ 5.000,00
Oltre € 5.000,00 sull’eccedenza
Premio individuale
€ 31,00
€ 63,00
€ 94,00
€ 125,00
€ 156,00
3%
Le condizioni di polizza sono riportate sul catalogo Kel12 e riguardano sia
l’assicurazione medico-bagaglio che l’assicurazione che copre dal rischio delle penali
di annullamento.
Il possesso dell’assicurazione è requisito indispensabile per l’effettuazione del
viaggio.
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PENALI DI ANNULLAMENTO
·
·
·
·
·
·
10% della quota di partecipazione sino a 45 giorni di calendario prima
partenza;
20% della quota di partecipazione da 44 a 31 giorni di calendario prima
partenza;
30% della quota di partecipazione da 30 a 18 giorni di calendario prima
partenza;
50% della quota di partecipazione da 17 a 10 giorni di calendario prima
partenza;
75% della quota di partecipazione da 9 giorni di calendario prima
partenza fino a 3 giorni lavorativi (escluso comunque il sabato) prima
partenza;
100% della quota di partecipazione dopo tali termini.
della
della
della
della
della
della
Nessun rimborso sarà accordato a chi non si presenterà alla partenza o rinuncerà
durante lo svolgimento del viaggio stesso.
Rimarrà sempre a carico del viaggiatore il costo individuale di gestione pratica, il
corrispettivo di coperture assicurative ed altri servizi eventualmente già resi. La
copertura assicurativa è un prerequisito alla conclusione del contratto.
Il calcolo dei giorni per l’applicazione delle penali di annullamento inizia il giorno
successivo alla data di comunicazione della cancellazione e non include il giorno
della partenza.
Questi prezzi sono ancorati al rapporto di cambio (1 euro = 1,35 USD) e
possono essere soggetti ad adeguamento valutario (valgono le condizioni di
vendita da catalogo).
La percentuale della quota pagate in valuta estera è del 55% del prezzo del
viaggio.
LA QUOTA COMPRENDE:
- Volo di linea Milano – Doha – Kathmandu a/r e Kathmandu/ Lhasa in classe
economica.
- Trasferimenti da/per gli aeroporti all’estero.
- Sistemazione in camera doppia negli alberghi citati o similari.
A Lhasa prevediamo lo Shambala Hotel. Con supplemento è possibile
prenotare hotel di categoria superiore
(solitamente ubicati in zone poco
centrali).
- Trattamento di pensione completa per tutta la durata del viaggio ad eccezione di
Kathmandu e della sua valle.
- Mezzi di trasporto in Nepal: Bus con aria condizionata durante le prime
giornate dedicate alla visita classica di Kathmandu. Bus senza aria condizionata
durante il trasferimento dal confine cinese a Kathmandu ( il tipo di strada a
tratti stretta e sterrata non consente l’ uso di mezzi grandi o sofisticati).
- Mezzi di trasporto in Tibet: bus durante le visite di Lhasa ed immediati
dintorni. Toyota Land Cruiser (4x4) massimo 4 persone + autista per vettura
durante tutta la parte restante del circuito. (Non riteniamo importante l’ uso di
21
-
-
mezzi con aria condizionata sul territorio tibetano in quanto il clima secco e l’
aria fresca rendono inutile tale accorgimento).
Visite ed escursioni come da programma con guida locale. Durante le visite in
Nepal la guida nepalese è parlante italiano. Durante le visite in Tibet la guida
tibetana è parlante inglese. L’accompagnatore Kel 12 sarà in grado di fornire ai
viaggiatori tutte le informazioni direttamente in italiano.
Accompagnatore dall’Italia al raggiungimento di 10 partecipanti.
Ingressi, tasse e percentuali di servizio.
Facchinaggio (sia negli aeroporti che negli hotel).
LA QUOTA NON COMPRENDE:
- Le bevande e le mance a guide, autisti e personale di alberghi e ristoranti.
- I pasti a Kathmandu e nella sua valle.
- I visti d’ingresso che si ottengono in loco (Visto Nepal = 25 $ + Visto
Cina = 85 $. Prevedere in totale 110 USD soggetti a riconferma).
- Eventuali tasse d’imbarco estere in uscita dal paese.
- Tasse aeroportuali e fuel surcharge.
- Extra personali in genere e tutto quanto non espressamente indicato nella
voce “La quota comprende”.
Supplemento di alta stagione terrestre
Per partenza del 1° ottobre è necessario pagare il supplemento di alta stagione
terrestre che comprende anche la sistemazione nelle camere tipo “Junior Suite”
del Dwarika’s Hotel di Kathmandu.
MANCE
Abbiamo già incluso nel prezzo i costi delle mance dovute per il facchinaggio
negli alberghi, negli aeroporti e per i trasbordi di confine.
Resta a vostro carico l’importo delle mance per gli autisti e le guide.
L’importo delle mance, che verrà raccolto dall’accompagnatore Kel 12, si
aggira intorno a 50 o 60 euro per persona a seconda del numero dei
partecipanti componenti il gruppo.
Partenza
Rientro
Stagionalità
04/06/2014 (mercoledì)
20/06/2014 (venerdì)
28/06/2014 (sabato)
14/07/2014 (lunedì)
13/07/2014 (domenica)
29/07/2014 (martedì)
09/08/2014 (sabato)
25/08/2014 (lunedì)
01/10/2014 (mercoledì)
17/10/2014 (venerdì)
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Note
viaggio in occasione
del "Saga Dawa"
Alta Stagione Voli
Alta Stagione Terrestre
Alta Stagione Voli
Informazioni pratiche: Tibet
FORMALITÀ
Passaporto individuale con validità di almeno 6 mesi dalla data d’ingresso nel paese
e almeno 2 pagine libere.
I viaggiatori che entrano in Tibet in aereo dalla Cina (Pechino, Chengdu,
Guangzhou, Urumqi) hanno bisogno del visto cinese all’ottenimento del quale può
provvedere la nostra organizzazione previo pagamento dei diritti dovuti. Per
l’ottenimento del visto sono richiesti almeno 30 giorni prima della partenza: il
passaporto, una fototessera a colori, il modulo fornito dall’Ambasciata Cinese
debitamente compilato inviato al viaggiatore all’atto della prenotazione.
I viaggiatori che entrano in Tibet dal Nepal in aereo o via terra hanno bisogno del
visto cinese e del permesso d’ingresso in Tibet che si ottengono esclusivamente
presso l’agenzia incaricata dall'Ambasciata cinese di Katmandu pagando in loco
USD 85 (cifra soggetta a variazioni). All’atto della prenotazione i viaggiatori devono
inviare all’organizzazione la scansione del passaporto (pagina con i dati anagrafici ed
eventuali rinnovi).
E’ necessario presentare in loco passaporto e 2
fototessera.
Il visto per l’ingresso in Nepal è rilasciato all'aeroporto di Kathmandu presentando
all’arrivo: passaporto, 1 foto tessera a colori per persona/per ingresso, usd 25
per persona (cifra soggetta a modifiche senza preavviso).
Riassumendo per chi entra in Tibet via Nepal: portare in viaggio 4
fototessere a colori e 110 usd per i visti/permessi d’ingresso.
L'organizzazione non si assume alcuna responsabilità nel caso d’impossibilità a
partire o a entrare nel paese di destinazione a causa di documenti non corretti.
DISPOSIZIONI SANITARIE
Attualmente non è richiesta alcuna vaccinazione. Sono da consigliare antitetanica e
antitifica.
Si consiglia inoltre di:
- Evitare di mangiare verdure crude e frutta non sbucciata.
- Non bere acqua corrente.
MEDICINALI
Quelli di uso personale e inoltre: aspirina con vitamina C, disinfettanti intestinali
(Bimixim), antidiarroici (tipo Dissenten), antinfluenzali e Diamox (diuretico contro il
mal di montagna). Fazzoletti umidificati, fazzolettini disinfettanti (Citrosil o simili),
collirio, cerotti. A Lhasa c'è una certa disponibilità di medicinali ma è sempre bene
portare con sé quanto necessario, soprattutto se si tratta di medicinali specifici.
ALTA QUOTA
Andare in Tibet significa sperimentare la vita ad altitudini che non ci sono abituali,
Lhasa stessa si trova a 3600 metri. La buona riuscita di un viaggio quindi deve
sempre tenere in considerazione questo fattore. Per favorire l'adattamento è
necessario, nei primi giorni, mangiare poco, bere molto (2-3 litri d’acqua al giorno)
e fare attenzione a non esagerare nello sforzo fisico. Con quest’accortezza la
maggioranza delle persone non ha problemi che superino un mal di testa e nel giro
di due giorni è possibile muoversi con relativa facilità. Un suggerimento è che
23
quando si è in quota bisogna sempre tener presente che ogni movimento richiede
uno sforzo comunque maggiore. I parametri della nostra normale capacità fisica si
riducono e bisogna fare attenzione alle reazioni del corpo, e non pretendere che
possa fare più di quello che sta facendo naturalmente, fermandosi a fare un respiro
in più se serve, cogliendo l’opportunità per godersi con più calma tutto quanto ci
circonda.
CLIMA
In estate la catena himalayana fa da schermo sufficiente alle più basse nuvole
monsoniche provenienti dai versanti indiano e nepalese. Le piogge sono dunque
limitate, anche se possono essere presenti, soprattutto nel periodo giugno/luglio. In
questa stagione occorre dunque essere muniti di mantelline impermeabili e
scarponcini adatti a un clima che può rivelarsi umido e piovoso. Inoltre i fiumi,
ingrossati dallo scioglimento delle nevi in quota, possono rendere più difficoltoso il
transito lungo le strade in terra battuta. Le temperature sono molto gradevoli,
comprese tra i 25 e i 28 gradi di giorno e i 3-4 gradi la notte. Sui passi è sufficiente
un leggero maglione, ma va tenuta a portata di mano una giacca a vento,
soprattutto per i villaggi in quota, dove si fanno dei pernottamenti. A maggio e a
giugno c'è da tenere in considerazione il vento.
Temperature di Lhasa:
Mese
Media
Max
Min
Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic
0.3 1.6 5.5 9.1 13
17
16.4 15.6 14.3 9.2 3.9 0
12.2 15.5 18.3 21.6 25
-14.4 -11.6 -8.3
-4.4
27.8 27.2 25.5 23.9 21.6 16.6 13.9
-0.5 4.4
6.1
5.5
3.9
-5.0
-9.4
-13.3
ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO
A causa della notevole escursione termica in Tibet è consigliabile vestirsi “a strati”, di
modo che ci si possa facilmente coprire o scoprire secondo la situazione. Per quanto
riguarda gli indumenti personali si consiglia: più paia di calzini di cotone e lana;
mutande e canottiere di cotone; camicie di tela e lana e magliette di cotone; due
paia di pantaloni lunghi comodi e leggeri ma robusti e un paio di corti; maglioni; una
k-way, una giacca a vento di medio peso (meglio se con l’interno staccabile di pile o
piumino); un cappello a tesa larga; mantellina impermeabile e/o ombrello
pieghevole; un paio di scarpe alte da trekking con suola tipo Vibram o simili (non
facendo vero trekking potrebbe bastare anche delle buone scarpe da ginnastica, ma
solo per quanti sanno veramente camminare su sentieri non sempre ben tenuti).
Per coloro che intraprenderanno viaggi con giornate di trekking e pernottamenti in
tenda, da non dimenticare inoltre: asciugamani; carta igienica; fazzoletti; salviette
rinfrescanti; una torcia elettrica con batterie di ricambio; necessario per barba; burro
cacao per labbra; creme solari ad alto valore protettivo; crema idratante; un paio di
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occhiali da sole; borraccia da litro o, meglio, bottiglia termica in acciaio, mascherine
chirurgiche per la polvere e sacco a pelo. L’organizzazione consiglia vivamente ai
partecipanti di attenersi il più possibile a tale lista, che è frutto dell’esperienza
maturata nel corso degli anni.
FUSO ORARIO
E' in vigore in tutto il paese l'ora di Pechino.
La differenza tra Cina e Italia è di 7 ore in più (6 ore in più quando in Italia vige
l’ora legale).
VALUTA
In Tibet ha corso legale il Renminbi (RMB) o Yuan, 1 Dollaro USA = 6,05 Yuan; 1
Euro = 8,23 Yuan (a gennaio 2014). Si ricorda che i dollari emessi prima del 1990
non vengono più né accettati né cambiati, a causa delle numerose falsificazioni).
Non vengono accettate banconote con macchie, strappi, segni o altre imperfezioni.
I dollari USA sono necessari per il pagamento dei visti in loco, per altre
spese si utilizza e si cambia normalmente l’ Euro.
Preghiamo i signori partecipanti di portare i dollari necessari per i
pagamenti dei visti in piccolo taglio (5-10-20 Dollari USA) poiché talvolta è
difficoltoso reperire i resti necessari nel caso di pagamento con tagli da
50 o 100 Dollari USA.
Solo a Lhasa è possibile usare la carta credito nei migliori alberghi e negozi. Meglio
cambiare tutto il denaro necessario a Lhasa, altrove potrebbe essere molto
complicato. Al momento del cambio è bene farsi dare diverse banconote di piccolo
taglio spendibili più facilmente nelle zone rurali.
NORME VALUTARIE IN ITALIA
Le norme valutarie in vigore dal 14 maggio 1990 prevedono la libera circolazione di
capitali, e consentono pertanto al turista di esportare qualsiasi mezzo di pagamento
o titolo. Assegni bancari, assegni circolari e carte di credito possono dunque essere
utilizzati all’estero. Tuttavia superando il limite dei 10.000 euro, la legge richiede la
compilazione di un formulario a fini statistici. Inoltre il contante non può superare i
diecimila euro (la sanzione per chi supera tale cifra è pari al 25% dell’importo).
Decade l’obbligo di documentare l’acquisto della valuta in proprio possesso, e al
ritorno da un viaggio all’estero la valuta rimasta inutilizzata non deve essere
restituita alla banca, ma può essere liberamente conservata presso il proprio
domicilio o presso un conto bancario in valuta estera.
LINGUA
La lingua ufficiale del Tibet è il cinese. La lingua tibetana è collegata con il birmano
e con un certo numero di parlate di diversi popoli himalayani oltre che con il cinese.
E' suddivisa in molti dialetti e spesso i tibetani stessi trovano difficile comprendersi
tra loro. La lingua straniera più conosciuta è l'inglese.
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RELIGIONE
Buddhismo tibetano.
TELEFONO
Per telefonare dall'Italia in Tibet comporre 0086 seguito dal prefisso della città
senza lo 0 e dal numero desiderato.
Per telefonare dal Tibet in Italia il prefisso è 0039 seguito dal prefisso con lo 0 e
dal numero desiderato.
In tutte le città principali come Lhasa, Gyantse, Tsedang, Shigatse, Khasa
funzionano i cellulari abilitati al servizio di roaming internazionale.
Telefoni cellulari: praticamente il tragitto percorso durante il viaggio specifico è
quasi totalmente coperto dalla rete cellulare.
CINE-FOTO
Non esistono particolari divieti circa l’importazione di apparecchi fotografici e
videocamere amatoriali. E’ difficile reperire buon materiale fotografico o video, per
cui bisogna prevedere una scorta sufficiente di tale materiale dall’Italia. E’ possibile
ricaricare le batterie delle telecamere in quasi tutti gli hotel: suggeriamo di munirsi di
un adattatore universale per le prese di corrente. Dove vi fosse il divieto di
fotografare ciò verrà espressamente indicato o segnalato dalla guida. Ricordiamo
però che è tassativamente proibito fotografare i seguenti soggetti: aeroporti,
installazioni e automezzi militari, edifici governativi, ponti, militari in divisa.
E’ sempre apprezzata e da raccomandare la discrezione nel fotografare persone.
VOLTAGGIO
Il voltaggio varia dai 220 ai 240 V. L'elettricità è diffusa pressoché ovunque ma i
blackout sono frequenti.
VISITA DEL POTALA
Il Potala deve essere visitato tassativamente in 1 ora dal momento dell’ingresso,
dopo aver superato i circa trecento scalini. E’ quindi necessario seguire la guida.
ACQUISTI
Tappeti in lana di pecora, ruote di preghiera, pugnali, lampade a burro, ciotole di
legno, collane o bracciali di coralli, turchesi e pietre varie, dipinti religiosi su tela,
sculture religiose in bronzo o legno etc.
ORARI DI APERTURA DI BANCHE E NEGOZI
9.30-13.00 e 15.00-18.30 dal lunedì al venerdì.
COMPORTAMENTI RACCOMANDATI
I rapporti con la popolazione locale sono distesi; tuttavia prima di scattare
fotografie è sempre meglio chiedere il permesso. Una cosa soprattutto: pazienza e
rispetto. Non dimenticate di essere in oriente, dove il concetto di tempo è una cosa
relativa e sicuramente diverso dal nostro. Alcune raccomandazioni di tipo ecoresponsabile che riteniamo possano essere utili:
26
scegliendo di stare in mezzo a cultura, tradizioni e modi di vita diversi dovete
rispettare usi, costumi e divieti … non dimentichiamo mai che noi siamo gli ospiti!
- non fate promesse di regali o di inviare foto ai locali se sapete che non
potete mantenere e se promettete fate quanto detto;
- anche una foto del Dalai Lama viene considerata sacra e quindi un gran
tesoro. Queste foto sono state messe fuori legge dal governo cinese. Se un
turista viene sorpreso con una foto del Dalai Lama ci potrebbero essere
problemi. I tibetani ritenuti colpevoli di attività politiche (è sufficiente un
dialogo con un turista) rischiano fino a 20 anni di prigione! Quindi è bene
stare attenti, anche per non mettere in difficoltà la popolazione locale;
- prima di lasciare casa rimuovete tutte le confezioni che non servono, evitate
di abbandonare la plastica (per esempio bottiglie finite di shampoo, ecc) e le
pile scariche (molto meglio usare le batterie ricaricabili!): limitiamo il nostro
impatto, il riciclaggio è ancora molto difficile nei Paesi del Terzo Mondo;
- se avete penne, abiti, quaderni, ecc da dare, evitate di distribuirli a caso ma
parlatene con la vostra guida e/o accompagnatore che sapranno recapitarli a
scuole o centri (distribuirli a caso per strada non fa che favorire
l’accattonaggio);
- le persone sono estremamente gentili, ma è bene evitare di “aggredirli” con
le macchine fotografiche!
- la calma e il sorriso possono aiutare a risolvere molte difficoltà, mentre un
comportamento giudicato aggressivo può essere fonte di complicazioni e
rendere insormontabili i piccoli ostacoli che s’incontrano durante un viaggio.
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Informazioni pratiche: Nepal
FORMALITA’
Per i turisti italiani in viaggio in Nepal è necessario il passaporto individuale non
scaduto e in regola per l’espatrio, con validità di almeno 6 mesi dalla data
d’ingresso nel Paese e almeno 2 pagine libere.
Il Visto d’ingresso è obbligatorio e non è possibile ottenerlo in Italia. Si
ottiene direttamente all’ingresso nel Paese presso la frontiera terrestre e
all’aeroporto di Kathmandu presentando il passaporto e una foto tessera a
colori.
Il Visto consente l’ingresso multiplo nel Paese e costa USD 25 per soggiorno fino a
15 giorni, USD 40 per soggiorno fino a 30 giorni.
DISPOSIZIONI SANITARIE
Nessuna vaccinazione è attualmente richiesta. Consigliamo comunque di consultare
il proprio medico o l'ufficio d'igiene per avere tutte le informazioni sanitarie
preventive aggiornate alla data di partenza.
Le strutture sanitarie locali non sono equiparabili agli standard italiani.
Si consiglia inoltre di:
- evitare di mangiare verdure crude e frutta non sbucciata
- non bere acqua corrente e non aggiungere ghiaccio nelle bevande.
La situazione sanitaria, sia per l’assistenza sia per le condizioni igieniche, è molto
precaria in tutto il Paese, inclusa la capitale Kathmandu.
In particolare a coloro che intendano effettuare trekking o escursioni in alta
montagna, si segnala la completa assenza in Nepal di strutture di salvataggio e
recupero dispersi di una qualsiasi affidabilità. Le istituzioni locali non sono in grado
di fornire assistenza in montagna nemmeno in caso di catastrofi naturali.
Oltre ai medicinali di uso personale, si consiglia di mettere in valigia: aspirina con
vitamina C, disinfettanti intestinali (Bimixim), antidiarroici (tipo Dissenten),
antinfluenzali, fazzoletti umidificati, fazzolettini disinfettanti (Citrosil o simili),
collirio, cerotti, farmaci contro disturbi provocati dalle alte quote (per i viaggi che
prevedono trekking), e nei mesi estivi, prodotti repellenti contro le zanzare.
CLIMA
Il paese presenta un clima tropicale caldo nelle regioni meridionali (piana del
Terai); sub-tropicale moderato nelle regioni collinari centrali (Kathmandu,
Pokhara); alpino nelle zone a settentrione più elevate; sub-artico, da tundra, nelle
zone di alta montagna. Le temperature variano da quelle molto calde delle pianure
a quelle estremamente rigide delle montagne. Le precipitazioni monsoniche (piogge
intensissime con cadenza giornaliera da giugno a settembre) costituiscono
l'elemento climatico dominante.
Il periodo migliore è per molti versi l'inizio della stagione secca, cioè ottobre e
novembre: il clima è mite, l'aria è tersa, la visibilità perfetta e la natura rigogliosa,
grazie all'effetto dei monsoni. Da febbraio ad aprile, quando finisce la stagione
secca, la visibilità non è così buona, a causa della polvere, ma la temperatura è
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ottima e fioriscono i fiori più belli. A dicembre e a gennaio la visibilità non è male,
ma a volte fa troppo freddo. Il resto dell'anno non è molto indicato: tra maggio e
giugno il caldo e la polvere si fanno insopportabili, da metà giugno a settembre i
monsoni oscurano le montagne con nuvoloni neri e trasformano i sentieri in piste di
fango.
Temperature in C° max/min:
gen feb mar apr mag
Nepalga 24/ 26/1 33/1 38/2 40/2
nj
9
2
6
2
6
Katman
19/
30/1 30/1
du
11/5 26/8
3
3
6
(m
1340)
giu lug ago set ott nov dic
38/2 34/2 33/2 34/2 33/2 29/1 25/1
8
7
6
6
1
4
0
30/2 30/2 29/2 29/2 28/1
24/9 20/4
0
2
1
0
4
Giorni di pioggia (almeno 1 mm d'acqua):
genfeb ma aprma giulugagosetottnov dic
r
g
Nepalga
1
nj
Katman
du
1
(m
1340)
3
1
1
4
10 17 17 10 4
1
1
5
2
6
10
15 21 20 12 4
1
0
ABBIGLIAMENTO CONSIGLIATO
Sicuramente informale e comodo. Occorrono capi caldi da ottobre a marzo. Da
giugno a settembre capi leggeri, una giacca impermeabile è indispensabile per la
stagione delle piogge (metà giugno - metà ottobre). Scarpe pratiche e confortevoli
(tipo da ginnastica), scarponcini robusti (per chi fa trekking). Sono utili inoltre
occhiali da sole, copricapo, burro cacao, creme protettive.
FUSO ORARIO
4 ore e 45’ in più rispetto all’ora italiana. Quando in Italia vige l’ora legale sono 3
ore e 45’ in più.
VALUTA
Valuta locale: Rupia Nepalese (NPR). 1 Euro = circa 136 NPR / 1 Dollaro USA =
100 NPR ca. (valori a gennaio 2014). Importazione ed esportazione proibite.
Valuta estera: Euro e Dollari USA sono le valute straniere di normale circolazione.
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Si consiglia di munirsi di Dollari USA anche di piccolo taglio (si ricorda che i dollari
emessi prima del 1990 non vengono più né accettati né cambiati, a causa delle
numerose falsificazioni). Non vengono accettate banconote con macchie, strappi,
segni o altre imperfezioni.
I dollari USA sono necessari per il pagamento dei visti in loco, per altre
spese si possono utilizzare anche gli euro.
I cambi delle valute estere possono essere fatti con le Banche, i negozi autorizzati
al cambio, negli alberghi o allo sportello bancario dell'Aeroporto. Le ricevute di ogni
operazione di cambio devono essere richieste e conservate.
Tutti i visitatori, tranne i cittadini dell'India, devono saldare in valuta estera i conti
dell'albergo. Se la somma portata con sé supera i 2000 Dollari USA deve essere
dichiarata al porto d'ingresso. I visitatori Non-Indiani non sono autorizzati a
importare o esportare la Valuta Indiana.
Per i viaggiatori provenienti dall’India che posseggano Rupie indiane, si fa presente
che sono accettate, e consentite, le banconote in Rupie indiane di taglio non
superiore alle 100 Rupie. Non e’ ammessa l’importazione di banconote da 500 e da
1.000 Rupie indiane.
Carte di credito: le principali sono accettate nei maggiori alberghi e nelle più
importanti strutture turistiche.
LINGUA
Il "Nepali", la lingua nazionale del Nepal parlata dal 90% della popolazione; una
dozzina di lingue locali e trenta dialetti principali tibetani. Poco diffuso l’inglese fuori
dai centri urbani.
RELIGIONE
Induista 90%, Buddhista 7%, Musulmana 3%.
PREFISSI TELEFONICI
Dall'Italia al Nepal: comporre il prefisso internazionale 00977 più il prefisso
urbano con lo 0 seguito dal numero dell'abbonato.
Dal Nepal all’Italia: comporre lo 0039 più il prefisso interurbano con lo zero e il
numero dell’abbonato.
Negli alberghi è possibile telefonare direttamente o tramite operatore. Negli Hotel a
5 stelle la comunicazione via operatore ha un costo di servizio del 20%. È più
conveniente fare le telefonate dai negozi STD-ISD presenti ovunque.
Telefoni cellulari: è’ attivo ma non sempre affidabile, il servizio di roaming
internazionale per le utenze TIM, Vodafone e Wind nelle principali città.
CINE/FOTO
E’ opportuno fornirsi alla partenza di tutto il materiale occorrente e abitualmente
utilizzato. In loco il materiale fotografico è caro e di scarsa qualità.
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VOLTAGGIO
220 volts AC 50 Hz. Consigliato un adattatore e una torcia a batterie in caso
d’improvvisi black-out.
CUCINA
Se si considera che il Nepal giace fra due mostri sacri della gastronomia mondiale,
l'India e la Cina, la cucina nepalese è incredibilmente insignificante. Il piatto
principale, dhal bhat tarkari, una sorta di zuppa di lenticchie con riso e verdure al
curry, comprende in sé gli ingredienti base della cucina tradizionale. In Nepal,
tuttavia, ha preso piede il gusto occidentale, come si nota soprattutto nei menu
miscellanei dei ristoranti di Kathmandu: tacos messicani, sukiyaki giapponesi,
cioccolato thailandese, dolci cinesi, minestrone all'italiana e soupe d'oignon, borsch,
quiche e soyaburger; tra i dessert non stupiranno le crostate di mele, le torte al
limone o alle mandorle e altri dolciumi che si trovano in tutto il mondo. Tra le
bevande, potete provare il lassi (un rinfrescante miscuglio di cagliata e acqua) o il
chang, la birra locale prodotta artigianalmente sull'Himalaya dalla fermentazione
dell'orzo.
ACQUISTI
La regola fondamentale quando si compra qualcosa è contrattare. Tra le principali
attrazioni per gli amanti dello shopping ci sono oggetti molto raffinati in ottone
dorato ricoperti di piccole pietre di ceramica colorata (animali, scatole), statue di
bronzo, tappeti tibetani con disegni simbolici, monili d'argento, pietre, quadri
tibetani (tanka), borse, maglie colorate, maschere, burattini.
PERNOTTAMENTI
Solo Kathmandu e Pokhara offrono alberghi di prima categoria e super lusso. Nelle
altre località non esistono alberghi a 4 e 5 stelle, pertanto chi effettua un tour
nell’interno del Paese deve essere preparato a dormire in semplici strutture.
IMPORTANTE NEPAL:
· Il possesso e l'uso di stupefacenti, anche se tollerato dagli usi locali, sono
illegali. L'ordinamento nepalese prevede pene anche severe nei confronti
degli stranieri accusati di abuso sessuale ai danni delle donne nepalesi.
· Le mance non sono obbligatorie ma molto gradite, molto spesso sollecitate.
Indicativamente calcolare mezzo dollaro per il portabagagli dell’hotel, 5-6
dollari a persona al giorno per la guida e 3 per l’autista. Agli accompagnatori
dei trekking prevedere 100 rupie nepalesi per persona al giorno.
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Informazioni generali:
NORME E SUGGERIMENTI RELATIVI AL VOLO
Biglietto aereo
Desideriamo portare alla vostra attenzione, che dal 1 giugno 2008, in conformità
con le disposizioni IATA (International Air Transport Association: associazione
internazionale che rappresenta 240 compagnie aeree e il 94% del traffico aereo
internazionale di linea), non si potranno più emettere biglietti aerei cartacei. Questi
documenti di viaggio sono stati sostituiti dai biglietti elettronici, gli e-tkt, che
garantiscono il metodo più efficiente di emissione e gestione del trasporto aereo,
migliorando inoltre il servizio per i viaggiatori.
Cos’è un biglietto elettronico? Un biglietto elettronico (e-ticket o ET) contiene in
formato elettronico tutte le informazioni che prima venivano stampate sul biglietto
cartaceo. L’unico foglio di cui si ha bisogno è “l’itinerary receipt” (in formato A4)
che vi verrà consegnato assieme ai documenti di viaggio e che rappresenta la
ricevuta del passeggero e la conferma dell’avvenuta emissione del biglietto aereo.
Riporta tutti gli estremi dettagliati dei voli prenotati per vostro conto, il codice di
conferma del vettore aereo, il numero di biglietto elettronico emesso e i vostri
nominativi come da passaporto. Questo documento dovrà essere custodito con cura
e presentato direttamente al banco di accettazione del volo. E’ importantissimo
che al momento della prenotazione comunichiate il vostro nome esatto
come da passaporto (anche secondo nome o cognome se li avete).
Articoli consentiti in cabina (bagaglio a mano):
· un bagaglio a mano la cui somma delle dimensioni (lunghezza + altezza +
profondità) non superi complessivamente i 115 cm (come previsto dal DM
001/36 del 28 gennaio 1987)
· una borsetta o borsa porta-documenti o personal computer portatile
· un apparecchio fotografico, videocamera o lettore di CD
· un soprabito o impermeabile
· un ombrello o bastone da passeggio
· un paio di stampelle o altro mezzo per deambulare
· articoli da lettura per il viaggio
· culla portatile/passeggino e latte/cibo per bambini, necessario per il viaggio
· articoli acquistati presso i “duty free” ed esercizi commerciali all’interno
dell’aeroporto e sugli aeromobili
· medicinali liquidi/solidi indispensabili per scopi medico-terapeutici e dietetici
strettamente personali e necessari per la durata del viaggio. Per quanto
riguarda i predetti medicinali liquidi è necessaria apposita prescrizione
medica
· liquidi, contenuti in recipienti individuali di capacità non superiore a 100
millilitri o equivalente (es. 100 grammi), da trasportare in una
busta/sacchetto/borsa di plastica trasparente, richiudibile, completamente
chiusa, di capacità non eccedente 1 litro (ovvero di dimensioni pari, ad
esempio, a circa cm 18 x 20) separatamente dall’altro bagaglio a mano.
Nota: i liquidi in questione comprendono acqua e altre bevande, minestre, sciroppi,
creme, lozioni e oli, profumi, spray, gel, inclusi quelli per i capelli e per la doccia,
contenuto di recipienti sotto pressione, incluse schiume da barba, deodoranti,
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sostanze in pasta, incluso dentifricio, miscele di liquidi e solidi, mascara, ogni altro
prodotto di analoga consistenza. Per busta di plastica/sacchetto trasparente
richiudibile deve intendersi un contenitore che consente di vedere facilmente il
contenuto, senza che sia necessario aprirlo e che sia dotato di un sistema
integralmente sigillante, come zip oppure chiusure a pressione o comunque una
chiusura che dopo essere stata aperta possa essere richiusa.
É raccomandabile includere nel bagaglio a mano l'occorrente per la notte e un golf,
utili in caso di ritardata consegna del bagaglio all'arrivo. Attenzione invece a non
includere coltellino multiuso, forbicine, tagliaunghie, ecc.
Bagaglio da spedire a seguito del passeggero
Si consiglia l’uso di lucchetto e di mettere un’etichetta con proprio nome e recapito
anche all’interno del bagaglio.
Preghiamo leggere le informazioni date in ogni itinerario poiché le disposizioni
spesso sono diverse e limitano ulteriormente il peso per motivi di sicurezza; se si
superano i limiti imposti, questo può comportare un costo elevato.
Articoli vietati nel bagaglio
· E’ vietato il trasporto nella stiva dei seguenti articoli:
· esplosivi, fra cui detonatori, micce, granate, mine ed esplosivi
· gas compressi (infiammabili, non infiammabili, refrigeranti, irritanti e
velenosi) come i gas da campeggio, bombolette spray per difesa personale,
pistole lanciarazzi e pistole per starter
· sostanze infiammabili (liquide e solide) compreso alcool superiore a 70 gradi;
sostanze infettive e velenose
· sostanze corrosive, radioattive, ossidanti o magnetizzanti
· congegni di allarme
· torcia subacquea con batterie inserite
Modalità di reclamo:
In caso di MANCATA RICONSEGNA/DANNEGGIAMENTO del bagaglio registrato
(il bagaglio consegnato al momento dell’accettazione e per il quale viene emesso il
“Talloncino di Identificazione Bagaglio”) all’arrivo a destinazione si deve APRIRE UN
RAPPORTO DI SMARRIMENTO O DI DANNEGGIAMENTO BAGAGLIO facendo
contestare l’evento, prima di lasciare l’area riconsegna bagagli, presso gli Uffici Lost
and Found dell’aeroporto di arrivo, compilando gli appositi moduli, comunemente
denominati P.I.R – Property Irregularity Report.
SMARRIMENTO DEL BAGAGLIO – Se entro 21 giorni dall’apertura del “Rapporto
di smarrimento bagaglio” non fossero state ricevute notizie sul ritrovamento,
inviare tutta la documentazione di seguito specificata all’Ufficio Relazioni Clientela
e/o Assistenza Bagagli della compagnia aerea con la quale si è viaggiato per l’avvio
della pratica di risarcimento.
RITROVAMENTO DEL BAGAGLIO SMARRITO – In caso di ritrovamento del
bagaglio, entro 21 giorni dalla data di effettiva avvenuta riconsegna, inviare tutta la
documentazione di seguito specificata all’Ufficio Relazioni Clientela e/o Assistenza
Bagagli della compagnia aerea con la quale si è viaggiato per l’avvio della pratica di
risarcimento delle spese sostenute.
33
Documentazione necessaria per entrambi i casi:
· il codice di prenotazione del volo in caso di acquisto via internet oppure
l’originale della ricevuta in caso di biglietto cartaceo;
· l’originale del P.I.R rilasciato in aeroporto;
· l’originale del talloncino di identificazione del bagaglio e la prova
dell’eventuale avvenuto pagamento dell’eccedenza del bagaglio;
· un elenco del contenuto del bagaglio nel caso di bagaglio smarrito;
· un elenco dell’eventuale contenuto mancante nel caso di bagaglio ritrovato;
· gli originali degli scontrini e/o ricevute fiscali nei quali sia riportata la
tipologia della merce acquistata (in relazione alla durata dell’attesa) in
sostituzione dei propri effetti personali contenuti nel bagaglio;
· indicazione delle coordinate bancarie complete: nome e indirizzo della Banca,
codici IBAN, ABI, CAB, numero di C/C, codice SWIFT nel caso di conto estero
e nome del titolare del conto corrente; se i suddetti dati non si riferiscono
all’intestatario della pratica, specificare anche l’indirizzo di residenza, numero
di telefono, numero di fax (se disponibile), l’indirizzo e-mail (se disponibile).
Importante – “Partenze da altre città”
La normativa aerea è estremamente complessa e articolata. Riteniamo quindi
doveroso darvi alcune indicazioni, confermandovi che, comunque, tutto lo staff
addetto alle prenotazioni resta a disposizione per informazioni, consigli, chiarimenti.
Le partenze da “altre città” diverse da quelle pubblicate in catalogo, sono quasi
sempre possibili ma, soprattutto se non sono operate dallo stesso vettore della
tratta internazionale, seguono disposizioni particolari che è giusto conoscere, anche
perché eventuali ritardi/cancellazioni o altro non comportano responsabilità né dei
vettori né della Kel12. Eseguiremo tutte le pratiche necessarie per farvi partire nel
modo più comodo e dalla città che preferite, ma con le opportune avvertenze e
informandovi che, se non esiste un accordo tra la compagnia che opera il volo
internazionale e quelle che effettuano la prima tratta, devono essere emessi due
biglietti differenti e questo comporta a volte la necessità di un doppio imbarco dei
bagagli. Informandovi inoltre che la perdita del volo internazionale non comporta
riprotezione, rimborsi o assunzione delle eventuali spese di hotel da parte della
compagnia aerea e di Kel 12.
In base al Contratto di Trasporto, i vettori faranno il possibile per trasportare i
passeggeri e i bagagli con ragionevole speditezza. I vettori possono sostituire senza
preavviso altri vettori e l’aeromobile, e possono modificare e omettere, in caso di
necessità, le località di fermata indicate sul biglietto. Gli orari possono essere
variati e non costituiscono elemento essenziale del contratto. I vettori non
assumono responsabilità per le coincidenze.
INFORMAZIONI RELATIVE AL VIAGGIO
Documenti per l’espatrio
Ricordiamo che, considerata la variabilità della normativa in materia, le
informazioni relative ai documenti di espatrio sono da considerarsi indicative e
riguardano esclusivamente cittadini italiani e maggiorenni. Ogni partecipante è
tenuto a controllare personalmente la validità del proprio passaporto (che
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normalmente non deve scadere entro sei mesi dalla data di partenza), la presenza
di diverse pagine libere (il numero varia a seconda dell’itinerario scelto e dunque
visti necessari) e la validità della marca da bollo per l'uscita dall'Italia. Si consiglia
di avere sempre con sé una copia conforme all’originale del passaporto e di
eventuali vaccinazioni internazionali, e di tenerle separate dai documenti originali.
L'impossibilità per il cliente di iniziare e/o proseguire il viaggio a causa della
mancanza e/o dell’irregolarità dei prescritti documenti personali (passaporto, carta
d'identità, vaccinazioni, etc.) non comporta responsabilità dell'organizzatore.
Norme valutarie in Italia
Ai sensi del Reg. CE 1889/2005 del 26.10.2005 (aggiornamento del 15.06.2007)
ogni persona fisica in entrata o in uscita dall’Unione Europea ha l’obbligo di
dichiarazione in DOGANA delle somme di denaro contante e strumenti negoziabili al
portatore trasportati d’importo pari o superiore a 10.000 euro.
Assicurazioni
Per quanto riguarda le disposizioni assicurative vi invitiamo a leggere con
attenzione la relativa polizza. In caso di sinistro, malattia o infortunio durante il
viaggio, Vi preghiamo di provvedere immediatamente a informare l’assicurazione
comunicando il numero indicato nella polizza ricevuta con i documenti di viaggio.
Imprevisti
Gli itinerari pubblicati sono stati elaborati in modo da essere realizzati con
puntualità e precisione. Particolari situazioni possono tuttavia determinare
variazioni nello svolgimento dei servizi previsti: voli, orari, itinerari aerei e alberghi
possono essere modificati a discrezione dei vari fornitori e sostituiti con servizi di
pari livello. Il verificarsi di cause di forza maggiore quali scioperi, avverse condizioni
atmosferiche, calamità naturali, disordini civili e militari, sommosse, atti di
terrorismo e banditismo e altri fatti simili non sono imputabili all'organizzazione.
Eventuali spese supplementari sostenute dal partecipante non potranno pertanto
essere rimborsate, e non lo saranno le prestazioni che per tali cause dovessero
venir meno e non fossero recuperabili. Inoltre l'organizzazione non è responsabile
del mancato utilizzo di servizi dovuto a ritardi o cancellazioni dei vettori aerei.
Disservizi
Come indicato nelle Condizioni di Partecipazione, eventuali contestazioni in merito
a difformità di prestazioni rispetto a quanto contrattualmente previsto, rilevate in
corso di viaggio, dovranno essere riferite quando e se possibile al nostro
rappresentante sul luogo. E’ comunque necessaria la notifica scritta a Kel 12 entro
10 giorni dalla data di rientro in Italia. Le eventuali richieste di rimborso relative a
servizi non usufruiti saranno documentate da una dichiarazione che richiederete al
rappresentate locale, e che attesterà il mancato godimento dei servizi stessi.
Convenzione CITES
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Il 1° giugno 1997 è entrato in vigore il Regolamento Comunitario che dà attuazione
alla Convenzione CITES di Washington a proposito d’importazione di animali e parti
di animali protetti perché a rischio di estinzione. Sono previste multe fino a
130.000 euro per chi porta in Italia souvenir realizzati con animali protetti, animali
vivi, anche se acquistati legalmente nel paese di origine.
Comunicazione obbligatoria ai sensi dell’articolo 17 della Legge n.
38/2006:
“La legge italiana punisce con la pena della reclusione i reati concernenti la
prostituzione e la pornografia minorile, anche se gli stessi sono commessi
all’estero”.
Data ultimo aggiornamento: 29/01/2014
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