un americano a parigi - Studio PUNTOeVIRGOLA

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un americano a parigi - Studio PUNTOeVIRGOLA
 Vincitore di sei Premi Oscar Un grande classico che compie 65 anni Tra i Cento Film Americani più importanti della storia per l’American Film Institute UN AMERICANO A PARIGI
Dalla musica di George Gershwin Un film di Vincente Minnelli con GENE KELLY e LESLIE CARON Uscita: 9 giugno (v.o. con sottotitoli) Distribuzione CINEMA di Valerio De Paolis Ufficio stampa Studio PUNTOeVIRGOLA [email protected] PERSONAGGI E INTERPRETI Jerry Mulligan Lise Bouvier Adam Cook Henri Baurel Milo Roberts Gene Kelly Leslie Caron Oscar Levant Georges Guétary Nina Foch CAST TECNICO Regia Vincente Minnelli Soggetto e sceneggiatura Alan Jay Lerner Fotografia Alfred Gilks, John Alton Montaggio Adrienne Fazan Effetti speciali Warren Newcombe, Irving G. Ries Musiche Saul Chaplin, George Gershwin Scenografia F. Keogh Gleason, Edwin B. Willis Costumi Orry‐Kelly Costumi del balletto Irene Sharaff Costumi del ballo Beaux Arts Walter Plunkett Trucco William Tuttle Robert J. Schiffer (non accreditato) Produttore Arthur Freed Roger Edens (non accreditato) Casa di produzione Metro‐Goldwyn‐Mayer Durata 115 minuti Anno 1951 Paese Stati Uniti 2 SINOSSI L’americano Jerry Mulligan, finita la guerra, è rimasto a Parigi per dipingere. Vive in un localino dove il letto e il tavolino rientrano nel soffitto e nella parete e va a esporre i quadri, che nessuno compra, a Montparnasse. Viene abbordato da una ricca, attempata americana che gli compra un quadro. Ma poi conosce la giovane e graziosa commessa della quale si innamora, senza sapere che la ragazza sta per sposare il suo amico Paul. Un altro personaggio è il musicista‐genio (Levant), che suona tutti gli strumenti dell'orchestra. Alla fine tutto va a posto. L'amore trionfa. VINCENTE MINNELLI Cresciuto in una famiglia di artisti circensi, in una Chicago di inizio Novecento, Minnelli ha debuttato come decoratore e regista di musical a Broadway, prima di sfondare a Hollywood grazie a un contratto con la famosa casa di produzione MGM. Celebre per i suoi numerosi classici della commedia musicale, Vincente Minnelli è considerato anche un maestro della commedia e del melodramma. Dopo un esordio come scenografo, Minnelli si trasferisce a New York e viene incoronato principe del Radio City Music Hall a Broadway. Sarà l’incontro con Arthur Freed ‐ l’uomo che ha rivoluzionato la commedia musicale ‐ a dare una svolta alla sua carriera, grazie a un contratto con la MGM. “Due cuori in cielo” (1943) e “Incontriamoci a Saint. Louis” (1944) inaugurano una lunga serie di capolavori, tra cui si ricordano in particolare “Madame Bovary” (1951), “Spettacolo di varietà” (1953), “Brama di vivere” (1954) e “Qualcuno verrà” (1958). Ai suoi due film più noti, “Un americano a Parigi” (1951) e “Gigi” (1958) è andato l’Oscar per il miglior film; “Gigi”, vincitore di nove statuette, è valso a Minnelli l’Oscar per la miglior regia. Vincente Minnelli ha diretto alcune tra le più grandi star di Hollywood: Judy Garland (sua attrice in quattro film, musa ispiratrice negli anni Quaranta e prima di tre mogli), Fred Astaire, Gene Kelly, Cyd Charisse, Katharine Hepburn, Spencer Tracy, Kirk Douglas, Frank Sinatra, Elizabeth Taylor. In “Nina” ha diretto la figlia Liza avuta con Judy Garland. Anche Liza Minnelli, come il padre e la madre, ha vinto l'Oscar. È l'unico caso in cui tutti i membri di una famiglia hanno ricevuto la prestigiosa statuetta. 3 HANNO DETTO DEL FILM… «Considerate una affascinante ragazza francese di nome Leslie Caron e un numero di danza da urlo, uno dei più belli mai rappresentati sullo schermo. “Un americano a Parigi”, che è il titolo del film come del balletto, è tutto divertimento e melodie di George Gershwin. È inoltre consacrato dalla presenza di Gene Kelly, che balla e canta come sa fare lui solo, attraversando piccole complicazioni romantiche nella tipica vistosa e allegra Parigi hollywoodiana. Ma sono la meravigliosa e giovanissima Miss Caron e le caratteristiche scene di ballo che pongono il segno distintivo su questa lussureggiante avventura in Technicolor. […] Miss Caron non è una bellezza, almeno non nell’accezione classica del termine, ma ha un viso dolce e un sorriso ancora più meraviglioso. Oltretutto ha fascino, espressività e un’adolescenziale gravità ‐ e sa ballare come un delicato spirito dei boschi sui petali all’alba. Quando lei e Mr Kelly si incontrano per la prima volta in un caffè di Parigi, la precedente routine del “bonjours” e del “voilas” e “mais ouis” è dimenticata. Freschezza e fascino riempiono lo schermo grazie alla sapiente mano di Vincente Minnelli. E quando ballano su una banchina lungo in fiume, nel silenzio della notte di Parigi, sulle note di Our Love Is Here To Stay, l’infinita e irrefrenabile magia del romanticismo si evolve. Poi, nell’ultimo scoppiettante ballo, realizzato sulle note di una brillante colonna sonora di Gershwin, orchestrata con la sua suite American in Paris, la piccola ballerina e Gene Kelly raggiungono il culmine delle emozioni. È il balletto di Mr. Kelly, ma Miss Caron porta calore ed emozioni. È sicuramente un balletto, senza dubbio – un vero balletto cinematografico – con ballerini che realizzano precise coreografie con sullo sfondo colori, scenografie, costumi e scene in costante mutamento. L’intera storia di un amore commovente con un fantastico panorama di Parigi sullo sfondo è convincente e interpretato con gusto e talento. È incontestabilmente il punto più alto del film». Bosley Crowther, New York Times (5 ottobre 1951) «L’omaggio più riuscito che uno straniero abbia mai reso a Parigi» Frédéric Laclos, Cahiers du Cinéma (1952) 4 «Sessant’anni anni dopo la sua realizzazione, Un Americano a Parigi ha conservato la sua forza e la sua bellezza restando un fiore all’occhiello della commedia musical». Raphaël Le Toux‐Lungo, Critikat (2011) «La musica geniale di Gershwin, una cascata di pietre preziose, scritta più di vent’anni prima, classica e jazz al tempo stesso, archetipo della musica americana. […] dialoghi sono di grande finezza e spesso molto divertenti. Gli attori sono al massimo e anche i ruoli secondari sono formidabili. E poi c’è la danza, di una fantasia, di una esuberanza e di una poesia folli. Qui Gene Kelly prova che è veramente il più grande ballerino, attore, coreografo di tutti i tempi. Riempie lo spazio e il suo carisma buca lo schermo». Marianne Spozio, aVoir‐aLire.com (2015) 5