È morto l`attore Bob Hoskins: fu la spalla di “Roger Rabbit”

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È morto l`attore Bob Hoskins: fu la spalla di “Roger Rabbit”
È morto l’attore Bob Hoskins: fu la spalla di “Roger Rabbit” - Storia dell'Arte.eu
Inviato da margherita
Giovedì 01 Maggio 2014 08:24
Aveva 71 anni, si era ritirato dalle scene due anni fa dopo aver scoperto di essere affetto dal morbo di
Parkinson. Interpretò anche Spugna in “Hook - Capitan Uncino” di Spielberg e uno dei nani in
“Biancaneve e il cacciatore”
Chi ha incastrato Roger Rabbit (Who Framed Roger Rabbit), regia di Robert Zemeckis (1988)
Era piccolo di statura, occhi
mobilissimi, accento cockney e
braccia forti; era ingl
ese, ateo, comunista, ridanciano, autoironico e istrione per istinto. Era Bob Hoskins,
all’anagrafe Robert Williams Hoskins junior, nato a Bury St. Edmunds nel Suffolk il 26 ottobre
del 1942. Se n’è andato zitto zitto, nella notte di ieri in ospedale, ma da due anni imprigionato
nella sua casa natale dal morbo di Parkinson, All’annuncio del ritiro dalle scene, dato dal suo
agente, nessuno nella comunità di Hollywood (dove era di casa) aveva voluto crederci, tanto
vitale e affamato di vita era sempre apparso. E per il suo pubblico, che magari non ne
conosceva il nome ma ne riconosceva il faccione simpatico appena appariva sullo schermo,
non se ne è mai andato.
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Figlio di proletari (padre contabile ed ex camionista, mamma cuoca e insegnante d’asilo), era
cresciuto a Londra e aveva lasciato la scuola ad appena 15 anni per mantenersi da solo. La sua
biografia assomiglia a quella di altri illustri inglesi che l’avevano preceduto sulla strada del
successo come Charlie Chaplin o Cary Grant e alla voce «lavoro» annotava: camionista,
facchino, lavavetri, idraulico, pompiere, mangiatore di fuoco, marinaio. Cresciuto alla scuola
della strada, si imbarcò su un cargo norvegese e finì in teatro per caso, accompagnando un
amico. «Non avevo nulla da perdere - raccontava - e il provino lo feci anch’io. Vai a sapere
perché mi scelsero, la parte era così piccola che quasi non mi si notava». Ebbe invece la
fortuna dei dilettanti, incontrò un agente che lo spinse a insistere, fino a entrare di straforo nella
più celebre compagnia del Regno Unito, la Royal Shakespeare Company. Nonostante l’accento
e la preparazione da autodidatta quella scuola ne fece uno dei migliori interpreti shakespeariani
della sua generazione.
Anche al cinema approdò per caso e con un piccolo ruolo da caratterista nel 1972 («Al fronte»),
ma appena tre anni dopo lavorava al fianco del giovane Richard Dreyfuss, in un film
indipendente di culto come «Il pornografo» di John Byrum. Il cinema inglese degli anni ’70 fu la
vera culla della sua celebrità con ruoli da gangster in «Quel lungo venerdì santo» di John
McKenzie (1980) e soprattutto in «Mona Lisa» di Neil Jordan (1986) che gli vale il trionfo a
Cannes (miglior attore), il Golden Globe e la nomination all’Oscar nello stesso anno.
Eppure per diventare familiare agli spettatori di tutte le età Hoskins deve aspettare ancora due
anni e farsi adottare dalla comunità di Hollywood. È lì che Bob Zemeckis gli affida la parte del
detective privato Eddie Valiant (volto da duro e stile alla Philip Marlowe) nel più demenziale
cartoon di tutti i tempi «Chi ha incastrato Roger Rabbit?», per il New York Times uno dei più bei
film di tutte le epoche. Da quel momento l’inglese tarchiato e simpatico che tutti etichettavano
come «il caratterista perfetto» (Brian De Palma aveva pensato a lui prima di De Niro per
interpretare l’Al Capone di «Gli intoccabili») diventa un protagonista a tutti gli effetti e un nome
spendibile al botteghino.
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Ma diventa anche la maschera di gomma che grandi e piccini riconoscono come un volto di
famiglia in tanti film costruiti su misura per lui. Ne è clamoroso esempio «Super Mario Bros»,
ispirato al celebre pupazzetto adorato da tutti i bimbi americani, che con lui prende vita nel film
omonimo del 1993. E dopo i cartoni sarà la volta dei grandi personaggi storici da Berjia ne «Il
proiezionista» a Edgar Hoover nel «Nixon» di Oliver Stone, da Mussolini in «Io e il Duce» a
Papa Giovanni ne «Il Papa buono».
Dopo aver lavorato con star come Dustin Hoffman, Cher, Robin Williams, Julia Roberts, ritorna
in patria, chiamato da Stephen Frears per «Mrs Henderson presenta» (2005) al fianco di Judy
Dench. Per la terza volta si affaccia al podio dei Golden Globe ma questa volta è solo finalista,
come per «Roger Rabbit»: nella sua bacheca figurano però ben 22 premi come miglior attore.
L’ultima apparizione è nei panni di un nano in «Biancaneve e il cacciatore» (2012), ma Hoskins
ci rideva su dicendo che aveva voluto concludere con la stessa «modestia con cui ho
cominciato: un nano tra giganti».
Fonti:
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