Avventura in Cappadocia
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Avventura in Cappadocia
Pensieri dalla CAPPADOCIA 2014 Dopo questi inverni lunghi, freddi e uggiosi, il trekking è una vera terapia per anima e corpo. Passo dopo passo sei a stretto contatto con il creatore e i pensieri che ti opprimono li lasci lungo la strada, per poi creare nuove energie per affrontare la quotidianità. Tesekkürler Lo zaino pesa, il sole scotta, ho un sassolino nella scarpa, ma ecco: una lettura, un panorama, un po’ di cultura. La testa si alleggerisce, lo spirito vola e ...il sassolino non lo sento più. Toglierò per guardare dentro la scarpa alla prossima sosta, stasera. Adesso vivo! E continuo a camminare. La sensazione è stata, fin dal primo giorno, quella di essere a casa e, soprattutto, in famiglia. Un’armonia di anime e di paesaggi. L’uno contribuiva alla bellezza dell’altro. Un’estrema serenità permeava ogni cosa, una sosta di spiritualità nell’attraversare le valli zeppe di chiese rupestri. La leggerezza, nonostante gli zaini sulle spalle, di viver di poco, con poco. La sensazione di essere liberi, leggeri e liberi. Il tempo si dilata ...siamo qui chissà da quanto, in verità da così poco. CRIPTICO Non si può avvellere alcun lacerto teoretico mentre si ammira il nartece, vestibolo dell’antica basilica bizantina, per cui meglio osservare le espressioni più beate e curiose degli astanti. Buchi, buche, buchini, buchetti, imbucarsi, bucarsi, sbucare Cling clang dei bastoncini, cip cip degli uccellini E “tud” il piede su un sasso, e “ahi” son rotolata su un masso Allah allah del muetzin e...tesekkür ederim! E lo swooosh del vento e “quanti apple tea??” e gli WOW!!” Lupi, prostitute e veggenti ridono assieme gaudenti Le tre trentine trotterellando e la cangurina saltellando E l’equik e l’ubuntucola della sarda romagnola Dalla Cappadocia oramai finiremo tutti in Rai! E tutto questo non è “AMAAAZING”?? Alla base di un bel libro c’è sempre un episodio strano o meraviglioso. Uno spunto che permette di costruire una storia ricca e appassionante. Non so se da questo nostro viaggio nascerà mai un libro, ma di certo ci sarebbero i presupposti. E’ stata un’esperienza unica. Non ricordo tutti i paesi che ho attraversato, non conosco i nomi di tutte le chiese che ho esplorato, ma non dimentico gli occhi che ho incontrato, le risate dei bambini con cui ho giocato sull’altalena, la dolcezza delle tre donne della piadina, le ricette scambiate in una lingua incomprensibile, i balli e gli abbracci con le contadine turche. ....a volte basta veramente poco per essere felici... Questo viaggio in Cappadocia mi ha messo in contatto con chi nel passato ha vissuto nelle case rupestri ed è magnifico. Altrettanto magnifici sono stati i compagni di viaggio che mi sembra di conoscere da sempre. Come è possibile che eventi così rari si presentino contemporaneamente a me ora? Sono proprio fortunato e vorrei ringraziare chi ha cominciato il viaggio prima che esso avesse luogo. Il bello di un viaggio è l’incontro. L’incontro con un sorriso, con una mano dei tuoi compagni di avventura, la condivisione della fatica, l’incontro con gli occhi della gente, con la Natura e le sue geometrie. Il cuore è nei piedi e batte con il ritmo di questa terra. Immagino la mia vita come un cristallo che cresce. Questo trekking con luoghi sconosciuti, compagni nuovi, volti ignoti, lo arricchisce di una nuova sfaccettatura grande e splendente. My thoughts on the trek in Cappadocia… Before beginning this journey I had a sense of trepidation about: - The length of the walk – the longest I’ve been on in terms of time - The full backpack - The fact that I was the only “straniera” amongst 14 Italians. Well, I managed the first two and the last concern was actually a joy! I loved being amongst this warm, wonderful, group! The activities organized by Alessandro enhanced the positive experience. The cultural experience was superb! In fact, all in all, the experience was indeed transcendental! Camminare è un tempo sospeso, è il tempo del presente: libero dal peso del passato e dalle ansie del futuro. Per questo è un tempo di benessere. In questa vita frenetica in cui ci troviamo a lottare contro il tempo, gli impegni, le scadenze...sempre di corsa per arrivare in tempo chissa poi dove, abbiamo quasi perso la capacità di osservare i luoghi, ascoltare gli altri e noi stessi, far fatica per raggiungere un posto. Forse cerchiamo questo nei viaggi come quello appena concluso, semplicemente un ritorno alla semplicità e all’autenticità delle cose, alla voglia di stare insieme, al desiderio di raccontare le proprie storie e di ascoltare il vissuto degli altri. Insomma recuperare i veri valori a contatto con la natura e, grazie allo scambio con gli altri, un viaggio nel viaggio. E’ stato un viaggio alla scoperta di luoghi bellissimi, di paesaggi nuovi, di bella gente, di camminate allegre...è difficile descrivere un viaggio come questo, io lo definirei: un viaggio nel viaggio. Abbiamo esplorato villaggi, i camini delle fate, le chiese e le città dentro e sotto la roccia, camminato su altopiani ascoltando solo il canto degli uccellini e dei grilli, ammirato panorami emozionanti, visitato luoghi in cui il tempo sembra essersi fermato, conosciuto persone semplici, oneste e gentili, abbiamo dormito nelle grotte e gustato cibi deliziosi, ma non solo....E’ stato un viaggio in cui ognuno di noi ha sperimentato cose nuove, ha provato a spostare un po’ più in là i propri confini, le proprie paure, si è messo spontaneamente alla prova. Ha ascoltato e si è messo in relazione con gli altri, ha condiviso il proprio vissuto e le proprie problematiche, ha gioito e riso, e il bambino che è dentro ognuno di noi finalmente ha sorriso. Gli Women trekking! Gli Women trekking sono escursioni dove la quota rosa è oltre l’80%. E’ una delle discipline sportive più impegnative per i mentrekker, e una delle più terribili per le guide di trekking. Di solito i malcapitati mentrekker che partecipano sono gli sfortunati compagni o mariti di una womantrekker, o uno sfigatissimo mantrekker che non ha trovato nemmeno un amico gay con cui andare. Stesso discorso per la guida maschile di un womentrekking; al termine dell’esperienza, di solito, rivaluta eventuali esperienze omosessuali. Una delle cose più difficili da ottenere in un womentrekking è il silenzio. Le womentrekker sono infatti capaci di parlare per ore di qualsiasi cosa, anche in salita o sotto la pioggia. Gli argomenti più trattati: l’inadeguatezza dei propri compagni e mariti – presenti soprattutto – le ricette di piatti dietetici e la prossima dieta che inizieranno appena tornati a casa, i discorsi sugli acquisti di souvenir appena fatti, di cui confrontano prezzi e qualità, trovandoli invariabilmente migliori nel negozio vicino. Nei womentrekking bisogna calibrare bene i tempi di percorrenza. 20/30 km di sentiero possono essere coperti in 6/8 ore di cammino senza problemi; per 300 mt di bazar le womentrekker possono impiegare anche 5 ore. Una womantrekker aveva detto alla guida: “Vado un attimo a comprare una cosuccia” in un villaggio della Cappadocia, fu ritrovata la settimana dopo a contrattare il prezzo di una collanina in macramè nel gran bazar di Istanbul. Anche le soste per un bisognino possono dare ritardi notevoli alla tabella di marcia prevista, per via del bisogno di trovare sempre un cespuglio o un sasso dietro cui nascondersi. Una guida trekking ricorda un ritardo di una settimana per un bisogno simile nel mezzo del grande lago salato boliviano. Nello zaino delle womentrekker non mancano mai alcuni accessori indispensabili come un phon – alcune portano persino la piastra – un minimo di 10 mutandine, due o tre vestitini carini per la serata in bivacco, un paio di scarpe eleganti per eventuali balli popolari. Alla partenza riescono comunque a contenere il tutto sotto gli 8/10 kg, al ritorno di solito pesa come un‘incudine da fabbro per gli acquisti fatti. Visto il grande successo degli womentrekking, Walden ha deciso di specializzarsi in questo settore formando delle guide apposite che devono specializzarsi nelle seguenti discipline: Bondage trekking: consiste nel legare armoniosamente con nodi complicati le partecipanti per impedir loro di comprare nei mercati e soprattutto di farle parlare. Si slegano la sera in pensione, o anche no... Strip trekking: per allietare le partecipanti, durante il percorso, la guida – maschile naturalmente – si spoglia all’improvviso, rimanendo vestito solo con un tanga leopardato e facendo evoluzioni di tree dance al primo pioppo che incontra. Knit trekking: consiste nello sferruzzare tutto il tempo nei sentieri con gli indispensabili bastoncini da knit walking telescopici, come quelli da nordic, si mettono però sotto le ascelle e hanno la punta uncinata. Buoni anche per agguantare i rami di un ciliegio o di un altro albero pieno di frutta. I più bravi, sferruzzando, creano o propri calzini e berrettini o sciarpe lunghe 20 m. nel caso di lunghi pellegrinaggi. Insomma donne:... non perdete i prossimi womentrekking di Walden! Ah, a proposito: stiamo cercando il logo adatto ad indicarne le caratteristiche: avete qualche idea? Grazie a: Alice, Christine, Claudia, Dario, Debora, Emanuela, Emma, Marica, Morena, Nehama, Paola, Patrizia, Roberto, Tiziana,