Arco, Piccolo Dain - Via Le strane voglie di Amelie

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Arco, Piccolo Dain - Via Le strane voglie di Amelie
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13/10/2007
Arco, Piccolo Dain - Via Le strane voglie di Amelie
Il tracciato della via Le strane voglie
di Amelie sullo spigolo meridionale
del Piccolo Dain.
Oggi, una bellissima giornata di sole, torniamo nella
valle di Arco in quattro: ci siamo io, la Nadia, il Popi e
Flaminio.
Nadia purtroppo ha problemi ad una mano e
preferisce evitare vie dure: io e lei ci dirottiamo quindi
alla scoperta di questo nuovo itinerario sulla struttura
del Piccolo Dain. Fa molto caldo e così già
l'avvicinamento, comunque piuttosto lungo, è faticoso;
fortunatamente in via non siamo mai abbandonati da
un piacevolissimo e rinfrescante venticello.
A parte l'attenzione extra dovuta alla scarsa qualità
della roccia in diversi tratti, la salita procede spedita e
divertente sino al termine dei tiri di corda, dove una
ripida traccia di sentiero dovrebbe condurci
velocemente alla base.
Ehmm, io non dico niente, ma la Nadia mi ha
garantito che la mia pazienza durante questa discesa
mi ha fatto fare un passo in più verso la santità!
Piccolo Dain, Via Le strane voglie di Amelie, 500 (Piccolo Dain)
Regione:
Gruppo montuoso:
Dislivello:
Tempo di percorrenza:
Difficolta:
Materiali:
Trentino Alto Adige
Valle del Sarca
240
3h
V+
2 mezze corde da 50 metri, 15 rinvii, cordini, moschettoni, discensore, casco.
Periodo migliore:
Le mezze stagioni. L'inverno è da evitare poichè la zona è piuttosto ventosa, nonostante sempre al sole.
Sull'assolata e panoramica cresta meridionale del Piccolo Dain è stato tracciato recentemente questo insolito
itinerario dalle caratteristiche contrastanti che in breve tempo ha ricevuto apprezzamenti e critiche di ogni
tipo.
Lo stile della chiodatura, direi estremamente plaisir, la rende adatta quasi a chiunque e, a prima vista,
facilmente apprezzabile dai "falesisti"; d'altra parte, la scarsa qualità della roccia e i detriti presenti un po'
ovunque le imprimono un carattere più selvaggio e da "esplorazione".
Leggendo i commenti lasciati dalle varie cordate sul libro di via, si trova quindi ogni genere di commento. Si
va dal "c'è più terra su questa via che nel mio orto" (con tanto di risposta dell'apritore: "allora arrampica nel
tuo orto"), all'opposto "bravo Diego hai svelato un altro angolo nascosto della valle".
O ancora "più spit di così non potevi mettere... lascia stare, che tanto sindaco di Arco non diventi lo stesso" e
anche "complimenti per l'ennesima fatica portata a termine".
A mio parere, vale la pena percorrere la via innanzitutto se non ci sono cordate avanti (pericolo di scariche di
sassi!) e poi per il bel panorama che si gode su tutta la valle. Effettivamente qui non si deve ricercare la
bellezza del gesto dell'arrampicata (nonostante qualche bel passaggio su ottima roccia non manchi), quanto
piuttosto quello dell'esplorazione di un posto nuovo.
E' consigliabile concatenare questa via con la sottostate via Amazzonica, in modo da ottenere
un'interessante e lunga cavalcata su calcare.
Attacco
Conviene parcheggiare l'automobile nel parcheggio che si trova vicino alla chiesa di Sarche e dietro
all'adiacente ristorante.
Seguendo le indicazioni per la via ferrata Rino Pisetta, si imbocca una sterrata che quasi subito diventa una
ripida traccia di sentiero. A fatica, anche per via del fondo franoso, si risale il bosco sovrastante puntando
direttamente alla base della parete del Piccolo Dain. Presso un bivio si sale a sinistra lasciando a destra il
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sentiero per la ferrata e si continua fino a sbucare nei pressi di un pianoro compreso tra la sottostante parete
del Limarò e l'ormai evidente spigolo meridionale del Dain.
In corrispondenza di un bollo rosso con ometto, deviare a destra seguendo la cengia, a tratti attrezzata con
corde fisse, che conduce all'attacco della via Loss-Pilati.
Le strane voglie di Amelie attacca circa a metà cengia, presso un evidente spit.
Descrizione dell'itinerario
1° TIRO:
Salire i primi facili gradoni sino alla base di un netto e verticale diedro fessurato alto una decina di metri, che
si supera direttamente. Il passaggio è di forza, ma la roccia è buona e la chiodatura abbondate.
Superato il diedro traversare a destra e sostare su comodo terrazzino (30 m, 5b).
2° TIRO:
Vincere un placchetta, poi raggiungere un pilastrino a sinistra che si scala sino al suo culmine (roccia a tratti
delicata). Sosta a destra presso una pianta (25 m, 5a).
3° TIRO:
Salire in diagonale verso sinistra puntando alla base dell'evidente diedro aperto che rappresenta la direttrice
della via.
Rimontando un tratto facile ma di roccia cattiva, si entra nel diedro e se ne risale un primo tratto sfruttando
una fessura liscia e svasata. Con un traverso delicato uscire infine sulla sosta a sinistra (30 m, 5a e 5b).
4° TIRO:
Rimontare un primo breve muretto e proseguire nuovamente lungo la fessura liscia e di roccia delicata sino al
termine dell'ampio diedro (40 m, 5c e 5b).
5° TIRO:
Un primo breve tratto friabile conduce presso un muretto verticale di roccia ottima che si supera con bei
movimenti salendo in diagonale verso sinistra.
Sosta poco oltre su pianta (25 m, 5c).
6° TIRO:
Traversare a destra e rimontare la successiva bella placchetta verticale in suggestiva esposizione sfruttando
una serie di divertenti fessurine. Uscire tramite un caminetto e sostare poco oltre sulla destra (35 m, 5b).
7° TIRO:
Proseguire per facili placchette appoggiate in traverso a destra fin presso il filo dello spigolo. Rimontare lo
spigolo per alcuni metri sino alla suggestiva sosta in notevole esposizione (40 m, 5a).
Discesa
Dalla settima sosta rimontare per alcuni metri le ultime facili roccette sino alla traccia di sentiero che,
percorrendo il versante meridionale della montagna, riconduce al pianoro con il bivio per la Loss-Pilati già
percorso all'andata.
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