GREY`S ANATOMY Il piccolo schermo ha sempre dato grande

GREY’S ANATOMY
Il piccolo schermo ha sempre dato grande risalto a personaggi e ambienti scientifici, in particolare a
medici e ospedali. Già nei primi anni Sessanta, e precisamente nel 1961, sono diventati popolari
personaggi come il dottor Kildare (un giovanissimo Richard Chamberlain) e il suo rivaleconcorrente Ben Casey (Vince Edwards), e poco tempo dopo nasce la prima soap-opera di ambiente
ospedaliero: “General Hospital”.
Dimenticati, ma non del tutto (ci sono state le variazioni sul tema come “Quincy”), dottori e medici
legali, sono tornati in grande forma negli ultimi decenni del Novecento grazie al successo del serial
(prodotto da Steven Spielberg) “E.R. – Medici in prima linea”. Dagli anni Novanti fino ad oggi
telefilm e serial hanno cercato di promuovere in prima fila dottori, praticanti e paramedici. In Italia
c’è stato anche qualche esempio al femminile, mentre negli Stati Uniti erano ancora personaggi
secondari o di un passato remoto (nel Far West). Basti ricordare “La dottoressa Giò”, con Barbara
D’Urso, da noi e “La signora del West” (Dr. Quinn, Medicine Woman), con Jane Seymour, negli
Usa che è andato avanti per sei stagioni (1993-1998), e ha avuto poi due tv-movie nel 1999 e nel
2001.
Dopo il successo dello scanzonato e un po’ burbero “Dr. House”, da qualche stagione trionfa sul
piccolo schermo il telefilm”Grey’s Anatomy” che, sebbene sia ambientato tra neolaureati in
medicina che si fanno le ossa in un ospedale, è incentrato appunto sulla giovane Meredith Grey,
figlia di medici, alle prese con il duro periodo di praticantato.
La formula è un po’ soap-opera un po’ dramma ospedaliero e perciò cattura l’attenzione del grande
pubblico televisivo, tra drammi personali e tragedie pubbliche, tra vita e professione. E, come i
coroner dei diversi serial specializzati, si vedono spesso particolari di interventi chirurgici e
discussioni dei diversi casi clinici tra i sanitari.
Josè de Arcangelo