L`Errore Umano
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L`Errore Umano
La conoscenza e l’errore hanno le stesse origini mentali, solo il successo può distinguere l’una dall’altro. E. Mach, 1905 L’Errore Umano (Human Error) Argomenti trattati • La prestazione umana – Un modello di riferimento per le funzioni mentali – L’attenzione – La struttura Skill-rule-knowledge della prestazione umana • L’errore: – – – – – Definizione e tipologie in base ai livelli di prestazione Definizione del GEMS (generic error-modelling system) Malfunzionamento nell’esecuzione di azioni Malfunzionamento a livello rule-based Malfunzionamento a livello knowledge-based • La rilevazione dell’errore • Valutazione e gestione dell’errore 2 La prestazione umana modello generico delle funzioni mentali Sensi Filtro (attenzione) Organi effettori Memoria di lavoro Input Output MLT (Memoria a lungo termine) Base di conoscenza Feedback (Reason, Hobbs, 2003) 3 Le proprietà dello spazio di lavoro e della MLT Memoria di lavoro MLT E’ un risolutore generico di problemi Contiene una vasta collezione di routine preconfezionate Ha una capacità limitata Non ha limiti nella capacità di memorizzazione e durata E’ accessibile alla coscienza La coscienza non ha accesso diretto ai suoi contenuti Elaborazione sequenziale delle informazioni Elaborazione parallela delle informazioni Elaborazione lenta e faticosa Elaborazione veloce e senza sforzo E’ essenziale per compiti nuovi Gestisce efficientemente le routine consolidate in ambienti familiari 4 L’attenzione Preoccupazioni Interne Distrattori Ambientali Spazio del problema Focus attentivo Obiettivo pianificato Percorso scorretto (elevata attivazione) 5 Attenzione • Ha capacità limitata • Tale capacità limitata conferisce all’attenzione proprietà selettive • Elementi estranei possono catturare l’attenzione • Il focus attentivo non è stabile nel tempo • La stabilità e la durata del focus attentivo dipende dall’interesse suscitato dal corrente oggetto d’attenzione • Le routine comportamentali abituali richiedono un’attenzione ridotta. Paradossalmente porre attenzione all’esecuzione di routine consolidate può causare errori e cali di performance. • La performance ottimale richiede la giusta quantità di attenzione 6 Controllo cosciente VS controllo automatico • Gli esseri umani guidano le proprie azioni su un continuum che ha due estremi COSCIENTE •Lento •Faticoso •Limitato •Sequenziale •Universale •Situazioni nuove MODI DI CONTROLLO MISTO AUTOMATICO •Rapido •Senza sforzo •Illimitato •Parallelo •Specifico •Compiti conosciuti 7 Controllo automatico • L’esecuzione ripetuta di una sequenza di azioni nel medesimo contesto (o in contesti simili) comporta il consolidamento della sequenza (schema d’azione) all’interno della MLT. • Gli schemi sono strutture cognitive generiche di ordine superiore riscontrabili in tutti gli aspetti della conoscenza e delle abilità dell’uomo. • L’attivazione di uno schema d’azione comporta l’emissione di una sequenza comportamentale che non necessita di attenzione • L’attenzione ha la funzione di stabilire gli obiettivi e controllare periodicamente le eventuali deviazioni 8 Controllo Cosciente • Individui che si trovano in situazioni nuove ed “inesplorate” apprendono per “prove ed errori” • Il controllo cosciente si basa un feedback continuo centrato sull’errore Controllo Misto • Nella maggior parte di situazioni coordiniamo schemi d’azione automatici e compiti relativamente nuovi 9 Controllo e Ambiente Routine •Familiari •Prevedibili •Frequenti Problemi previsti e conosciuti Situazioni Nuove •Non familiari •Inaspettate •Molto rare Incremento delle problematiche 10 La struttura Skill-rule-knowledge della prestazione umana (Rasmussen,1974) • Livello skill-based(SB): sequenze automatiche di routine preprogrammate con controlli attenzionali in punti specifici della catena comportamentale • Livello rule-based(RB): la condotta al presentarsi di problemi consueti è governata da regole immagazzinate (produzioni) del tipo se-allora. Attività di confronto fra la configurazione del problema (costruita nello spazio di lavoro) e gli schemi memorizzati nella MLT • Livello Knowledge-based(KB): si utilizza quando si entra in contatto con situazioni nuove per le quali le azioni devono essere pianificate al momento usando processi analitici coscienti 11 La struttura Skill-rule-knowledge e il controllo del comportamento Situazioni Conscio Misto Automatico Routine Skill-Based Problemi previsti e conosciuti Nuovi problemi Rule-Based Knowledge-Based (Reason, Hobbs, 2003) 12 Errore • La prestazione corretta e gli errori sistematici sono due facce della stessa medaglia es. automatismi, teorie specialistiche • Gli errori sono la conseguenza inevitabile delle strutture cognitive che regolano il comportamento umano • Le forme d’errore sono in numero limitato: gli errori si manifestano in maniera simile per uno stesso insieme di attività mentali. 13 Errore • Gli errori si dividono in errori variabili ed errori costanti. • L’accuratezza nella previsione degli errori dipende da quanto riusciamo a comprendere i fattori che li determinano. • Una teoria adeguata dell’errore deve quindi comprendere: la natura del compito e le circostanze ambientali, i meccanismi che governano la prestazione e la natura degli individui. • Una teoria è adeguata se ci permette di prevedere sia le condizioni che genereranno l’errore che le forme che questo assumerà. 14 Errore Alcune definizioni operative • Errore: usato in termine generico per raggruppare tutte quelle occasioni in cui una sequenza pianificata di attività (intenzione) non raggiunge i risultati voluti e quando tali insuccessi non siano attribuibili ad un effetto del caso (Reason, 1990). • Un’azione pianificata ha tre modi per fallire l’obiettivo: – Il piano formulato è corretto ma la sequenza d’azione non è eseguita come pianificato (fallimenti dell’esecuzioneslip e lapses) – La sequenza d’azione è eseguita come pianificato ma il piano adottato è inappropriato per il raggiungimento degli obiettivi prefissati (fallimento della pianificazione: mistakes rulebased e mistakes knowledge- based) – La sequenza d’azione devia intenzionalmente da una serie15di norme di sicurezza stabilite Errore Alcune definizioni operative • Slip: sono potenzialmente osservabili come azioni esternate che non sono eseguite come pianificato (slips della produzione linguistica, slips dell’azione). • Lapses: forme d’errore più celate, che coinvolgono principalmente fallimenti della memoria, non necessariamente manifeste se non per la persona che li esperisce. 16 Errore Alcune definizioni operative Stadio Cognitivo Tipo d’errore primario Pianificazione Mistake Esecuzione Slip Immagazzinamento Lapse 17 I metodi di studio dell’errore umano Metodo Descrizione Metodi naturalistici Raccolta di un corpus di errori (es, Freud, 1901) per la verifica di errori ricorrenti Questionari Es. Quanto di frequente fai questo tipo di errore (autoreport), e correlazioni con variabili personali (Broadbent et al., 1982) Studi di laboratorio Si induce o si introduce deliberatamente l’errore in un compito (Baars, 1980) Studi con simulazioni Compiti di presa di decisione, monitorando la complessità delle informazioni retroattive ed il tempo di comparsa dell’informazione (Brehemer, 1987) Studi di casi singoli Analisi di incidenti storici (es. Chernobil) 18 I tre tipi di errore in relazione ai livelli di prestazione Livelli di prestazione Tipi d’errore Livello skill-based (SB) Slip e lapses Livello rule-based (RB) RB mistakes Livello knowledge-based (KB) KB mistakes 19 Distinzione fra gli errori SB,RB e KB Dimensione SB mistakes (slip e lapses) RB Mistakes KB Mistakes Tipo di attività Azioni di routine (gli errori si Gli errori si verificano DURANTE la risoluzione di verificano PRIMA che sia un problema, dopo presa di coscienza di un rilevato il problema, in problema da risolvere. modo automatico) Fuoco dell’attenzione Gli errori comportano sempre una deviazione dell’attenzione dall’attività (inattenzione o iperattenzione) Modalità di controllo Gli errori non comportano una deviazione dell’attenzione dall’attività svolta La modalità di controllo è a catena aperta (feedforward). La prestazione è caratterizzata da un flusso continuo, con controlli attenzionali sporadici, effettuati solo in alcuni punti nodali dell’azione. I controlli verificano la conformità della prestazione al piano prestabilito La modalità di controllo è a catena chiusa o retroattiva (feedback). La prestazione è caratterizzata da cicli di verifica, che si avvalgono di informazioni provenienti dall’ambiente. Le revisioni servono a controllare a verificare costantemente l’adeguatezza del piano che via via si sta formulando. 20 Dimensione Errori SB Errori RB Errori KB Predicibilità Le forme d’errore sono già presenti nel repertorio di conoscenze immagazzinate. È più facile prevedere che tipo di errori potranno verificarsi (sbagliati ma robusti) Lo spazio del problema è in larga parte inesplorato, è più difficile prevedere in anticipo quali potranno essere le strategie intraprese erroneamente (si possono individuare solo quali fattori cognitivi e situazionali produrranno l’errore). Errori/opportunità d’errore Il numero di errori è maggiore in termini assoluti, ma minore in relazione al numero di prestazioni svolte a questi livelli Il numero di errori è minore in termini assoluti, ma maggiore in relazione al numero di prestazioni svolte a questo livello Minima o moderata. Contano maggiormente i fattori intrinseci Contano molto i fattori estrinseci, in particolare il modo in cui le informazioni sono rappresentate nell’ambiente esterno (è importante considerare il modo in cui il compito ed altre variabili situazionali dirigano le risorse attentive verso aree dello spazio del problema rilevanti o meno). Influenza dei fattori situazionali Facilità di rilevazione Rilevazione facile ed efficiente degli Slip SB, solitamente si rilevano poco dopo averli commessi Difficile rilevazione. Per rilevare i mistake RB e KB spesso è necessario l’intervento di un agente esterno non condizionato dalla situazione 21 Dimensione Errori SB Errori RB Errori KB Relazione con il cambiamento La natura ed il momento del cambiamento sono, almeno in potenza, conoscibili in anticipo e l'attore è in possesso delle routine per affrontarli (ciò che manca è l'intervento tempestivo di un controllo attenzionale che assicuri che queste routine alternative siano chiamate in causa). I cambiamenti sono stati previsti, ma non se ne conosce in anticipo la forma precisa e il momento in cui avverranno (i mistakes sono determinati dall'applicazione della regola "sbagliata" o dall'applicazione scorretta della regola giusta) I cambiamenti incontrati non fanno parte dell'esperienza precedente o delle aspettative soggettive e devono necessariamente essere affrontati per mezzo di un ragionamento che si attua "sul momento" (che ha una certa predisposizione all'errore) 22 GEMS generic error-modelling system (Reason. 1994) Un modello per la rappresentazione integrata dei meccanismi dell’errore che operano ai tre livelli di prestazione. Le operazioni previste dal modello sono divise in: •Operazioni che precedono la rivelazione di un problema (livello SB) – gli errori sono associati con il controllo dei malfunzionamenti •Operazioni che seguono la rilevazione di un problema (livello RB e KB) – gli errori sono dovuti a malfunzionamenti nella soluzione dei problemi. 23 Livello Skill-Based (Slips e lapses) SI OK? OK? Controlli attenzionali sul NO Stato Finale progredire delle azioni Livello Rule-Based (Mistakes RB) Problema SI NO Considera le informazioni sullo stato locale Il pattern è familiare? NO Livello KnowledgeBased (Mistakes KB) SI Il problema è stato risolto? Applica la regola Immagazzinata Se(situazione)-Allora(azione) Trova delle analogie di livello più alto Non se ne trova nessuna Prendi in considerazione il mod. mentale dello spazio del problema. Analizza delle relazioni più astratte tra la struttura e la funzione Inferisci la diagnosi e formula delle azioni correttive, applica le azioni e osserva i risultati 24 Tentativi successivi Spostamento tra livelli • Tra SB e RB: si rilevano deviazioni nell’ambito di una sequenza di comportamenti automatici SB. Si adotta rapidamente una regola correttiva a livello RB. • Tra RB e KB: durante la soluzione di un problema ci si rende conto che nessuna delle soluzioni immagazzinate nella MLT è adeguata. Si attiva il livello KB in parallelo al RB. • Tra KB e SB: quando si trova la soluzione ad un problema l’attività a livello KB può essere interrotta. Si va a generare un nuovo piano di lavoro (assemblando routine mutuate da altre attività) che richiede un controllo a ciclo chiuso da parte dello spazio di lavoro. Si verificheranno spostamenti rapidi tra i livelli SB e KB fino a quando la prestazione non viene ricondotta su un percorso familiare 25 Malfunzionamento nell’esecuzione delle azioni • L’attivazione di uno schema d’azione comporta l’emissione di sequenze comportamentali preprogrammate caratterizzate da controlli attenzionali sporadici • I controlli attenzionali vengono effettuati spostando temporaneamente nello spazio di lavoro la parte della sequenza comportamentale in esecuzione • I controlli attenzionali hanno l’obiettivo di appurare: – Se le azioni sono eseguite in accordo al piano – Se il piano è ancora adeguato per il raggiungimento del risultato desiderato 26 • I controlli attenzionali vengono effettuati prevalentemente nei nodi di scelta lungo i quali si diramano le altre sequenze comportamentali • Gli Slip e i Lapsus dipendono da un malfunzionamento del controllo attenzionale dovuto a: – Inattenzione: omissione dell’esecuzione di un controllo necessario lungo uno snodo (es. preparo il caffè invece del tè) – Iperattenzione: esecuzione di un controllo in un punto inappropriato in una sequenza d’azione automatizzata (metto due volte il sale nell’acqua per la pasta) 27 Principali modalità di malfunzionamento Skill Based Inattenzione Iperattenzione • Slip di cattura duplice • Omissione • Omissioni associate • Ripetizione ad interruzione • Inversione • Intenzionalità ridotta • Confusioni percettive • Errori d’interferenza 28 Inattenzione: slip di cattura duplice • sono il risultato di due diversi tipi di cattura – L’attenzione viene catturata da un distrattore (esterno o interno) e non effettua il controllo nel punto di snodo della sequenza comportamentale – Il controllo dell’azione è catturato da uno schema più potente che assume una funzione di guida da quel punto in avanti 29 Dovendo scrivere una lettera ad un amico, ho scritto nell'intestazione il mio vecchio indirizzo invece del nuovo. Intrusione di una vecchia abitudine Avevo deciso di ridurre la quantità di zucchero nella mia dieta e, quindi, di non metterlo più sui fiocchi di cereali; la mattina dopo, però, ho cosparso lo zucchero sui cereali, proprio come avevo fatto sempre. Slip di cattura duplice Errori di ramificazione Avevo intenzione di prendere la macchina, ma quando attraversai la veranda sul retro per andare in garage, mi fermai per mettere gli stivali e la giacca da giardinaggio come se avessi dovuto lavorare in giardino. . Avevo intenzione di togliermi le scarpe, ma mi tolsi anche i calzini. Superamento di una stop rule Io ero andato in camera da letto per cambiarmi e normalmente non indossare qualcosa di più comodo per la sera, e so imposta soltanto che dopo mi stavo infilando i pantaloni del pigiama come se avessi dovuto andare a letto Mancato cambiamento al momento opportuno Stavo preparando un dolce di pasta frolla e decisi di raddoppiare le quantità riportate nella ricetta. Raddoppiai quella che si riferiva al primo ingrediente - il burro - dopo, però, non raddoppiai nient'altro. 30 Inattenzione: omissioni associate ad interruzione • Il fallimento dell’esecuzione di un controllo attenzionale è favorito da alcuni eventi esterni • Alcune routine correttive secondarie possono essere conteggiate come se facessero parte della sequenza di azioni pianificate Omissioni associate con le interruzioni Disfunzioni nel contatore del programma Ero andato verso la libreria per prendere il dizionario. Nel tirarlo giù dallo scaffale feci cadere in terra dei libri. Li rimisi a posto e poi ritornai alla scrivania senza il dizionario. 31 Inattenzione: Intenzionalità ridotta (fallimenti della memoria prospettica) Quando passa del tempo tra la formulazione dell’intenzione ed il momento in cui tale attività viene eseguita, tale intenzione può essere sopraffatta da altre richieste che arriveranno allo spazio di lavoro Intenzionalità ridotta (fallimenti della memoria prospettica) Intenzioni distaccate Faceva freddo e quindi avevo deciso di chiudere la finestra. Invece richiusi l'anta dell'armadio. Catture ambientali Ero andato in camera da letto per prendere un libro. Mi tolsi gli anelli dalle dita, mi guardai allo specchio e venni via, senza prendere il libro Passi secondari multipli Avevo intenzione di andare nel ripostiglio sotto le scale per spegnere lo scaldabagno. Mi asciugai le mani per premere il pulsante apposito, ma poi andai nella dispensa. Dopo di ciò mi spostai nel soggiorno, guardai il tavolo, ritornai in cucina, e finalmente ricordai la mia intenzione originale Stati invece di azioni Aprii il frigo e restai a guardarci dentro, incapace di ricordare cosa volessi 32 Inattenzione: confusioni percettive (degrado dei criteri di accettazione) • Si possono manifestare in insiemi di azioni altamente routinizzate dove gli schemi di riconoscimento, come quelli di azione, diventano automatizzati • Gli schemi di riconoscimento automatizzati accettano anche approssimazioni sommarie dell’input atteso Confusioni percettive (degrado dei criteri di accettazione) Volevo prendere la bottiglia del latte ma, in effetti, allungai la mano verso quella del succo di frutta. Misi un pezzo di pane secco nella scodella del gatto invece che nel secchio della spazzatura. 33 Inattenzione: errori di interferenza (due piani attivi allo stesso momento si intrecciano) Due piani attivi contemporaneamente (o dentro un piano due elementi d’azione) possono – entrare in conflitto per raggiungere il controllo degli effettori (pasticci verbali e d’azione) – creare delle trasposizioni di azioni all’interno della medesima sequenza (bisticci comportamentali) 34 Iperattenzione (i controli condotti al momento sbagliato) Pasticci verbali Avevo appena finito di parlare al telefono quando la mia segretaria mi annunciò che avevo delle visite. Mi alzai dalla scrivania e andai loro incontro per salutarli con la mano protesa, dicendo "Pronto, parla Smith" Pasticci dell'azione Avevo appena iniziato a preparare del tè, quando sentii il gatto che miagolava dietro alla porta della cucina perché aveva fame. Aprii una scatoletta di cibo per gatti e cominciai a versarne il contenuto nella teiera, invece che nella sua ciotola Bisticci comportamentali Mentre mi sforzavo di finire in fretta le faccende di casa per fare un bagno, misi le piante che di solito sono sulla finestra della sala da pranzo nella camera da letto, e la mia biancheria intima sul 35 davanzale della sala da pranzo. Iperattenzione • Un controllo condotto in un momento inappropriato può far si che una sequenza di azioni si ripieghi su se stessa (inversione), che un elemento della sequenza venga tralasciato (omissione) o che un elemento della sequenza venga ripetuto (ripetizione) 36 Errori di interferenza (due piani attivi allo stesso momento si intrecciano) Inversione Presi dal portamonete la somma giusta da dare al controllore sull’autobus. Pochi momenti dopo, rimnisi via le monete prima che il controllore fosse giunto a me per riscuoterle Omissione Mentre stavo preparando il the, mi accorsi di aver acceso la teiera sul fornello senza averla prima riempita. Ripetizione Il the era pronto, ma invece di versarlo riaccesi il fornello e rimisi l’acqua a bollire. 37 Malfunzionamento nella soluzione di problemi • Un problema è qui definito come una situazione che richiede una revisione del programma d’azione che è stato attivato in un dato momento. • Gli esseri umani sono fortemente predisposti a cercare e trovare soluzioni preconfezionate a livello RB (schemi) prima di ricorrere al livello KB • Anche a livello KB parte delle attività riguardano la ricerca di corrispondenze con le conoscenze memorizzate nella MLT 38 Malfunzionamento a livello rule-based • Per interpretare la situazione corrente il sistema cognitivo deve strutturarne un modello mentale • L’assemblaggio di un modello consiste nell’attivazione simultanea di un insieme di regole esistenti (Holland et al., 1986) • Le regole, per essere attivate devono soddisfare dei prerequisiti: – La parte condizionale della regola (se-allora) deve corrispondere caratteristiche salienti dell’ambiente – La forza (il numero di volte che una data regola è stata applicata con successo in passato) della regola deve essere sufficiente – La regola deve essere specifica rispetto alla situazione corrente – la regola deve ottenere sostegno dalle altre regole (compatibilità della regola) 39 Prestazione rule-based Cattiva applicazione di buone regole: •Prime eccezioni •Contro-segni e non-segni •Sovraccarico informazionale •Robustezza delle regole •Regole generali •Ridondanza •Rigidità ( o conservatorismo cognitivo) Applicazione di regole sbagliate: •Deficienza di codifica (le caratteristiche di una situazione particolare sono non-codificate o mal rappresentate) •Deficienze delle azioni (la componente d’azione produce risposte inadatte) Regole sbagliate Regole poco eleganti Regole sconsigliabili 40 Applicazione sbagliata di buone regole Buona regola: una regola che abbia utilità provata in una situazione particolare Applicazione sbagliata di buone regole Le prime eccezioni L’applicazione di una regola generale che ha dato prova di affidabilità genera questo tipo di errori in una situazione costituente un’ eccezione alla regola, inoltre genera regole più specifiche per gestire, in futuro, tali eccezioni Es. Un guidatore, prima di immettersi nel flusso del traffico guardò lo specchietto laterale e vide che sopraggiungeva una piccola vettura rossa. Allora controllò nello specchietto retrovisore e notò una piccola macchina che era ancora piuttosto lontana. Così si immise nel traffico e mancò poco che si scontrasse con una piccola vettura. Le macchine rosse erano due: una dopo l’altra. La prima macchina era in posizione tale41da essere visibile solo dallo specchietto laterale Applicazione sbagliata di buone regole Contro-segni e non-segni • Nella risoluzione di un problema complesso possono essere presenti tre tipi di informazioni: – Segni: input che soddisfano gli aspetti condizionali della regola appropriata – Contro-segni:input che indicano l’inapplicabilità della regola – Non-segni: rumore del sistema • Tutte e tre le informazioni possono essere presenti nel medesimo pacchetto informazionale ma solo una parte è di solito ritenuta saliente: le informazioni congruenti con la regola generale (tendenza alla conferma) 42 Applicazione sbagliata di buone regole Sovraccarico Informazionale • Le indicazioni dello stato locale spesso superano la capacità computazionale dello spazio di lavoro • Solo un numero limitato di indicazioni sarà sottoposto ad un elaborazione adeguata 43 Applicazione sbagliata di buone regole Regole generali • Le regole generali hanno maggior frequenza di utilizzo, sono più consolidate ed hanno un elevato grado di preattivazione Applicazione sbagliata di buone regole Ridondanza • Alcuni elementi dell’ambiente divengono, con l’esperienza, maggiormente significativi (robusti) rispetto ad altri elementi • Nella soluzione di problemi alcuni indizi vengono categorizzati come elementi chiave mentre altri come 44 ridondanti Applicazione sbagliata di buone regole La rigidità • Si fa riferimento alla tendenza del sistema cognitivo ad applicare regole scomode ma familiari 45 L’applicazione delle regole sbagliate Deficienza di codifica • Alcune proprietà dello spazio del problema non sono codificate • Alcune proprietà dello spazio del problema sono codificate inaccuratamente • Una regola generale sbagliata può essere protetta dall’esistenza di regole per le eccezioni specifiche di un dato dominio 46 L’applicazione delle regole sbagliate Deficienze delle azioni • Una regola può essere – Sbagliata – Non ben strutturata o poco elegante: in un ambiente non restrittivo, in mancanza di regole esperte si possono consolidare nel repertorio di regole rule-based soluzioni poco eleganti o inefficienti – Sconsigliabile: regole perfettamente adeguate per lo scopo immediato ma che nell’uso regolare possono portare di tanto in tanto ad incidenti che potrebbero essere evitati 47 Malfunzionamento a livello Knowledge-based • Il livello knowledge based fa massiccio uso dello spazio di lavoro • Lo spazio di lavoro e l’attenzione hanno risorse limitate per cui sono strettamente dipendenti dalla configurazione del problema • La configurazione del problema è l’insieme di indizi e condizioni per l’attivazione che sono immediatamente disponibili e sul quale occorre operare per trovare una soluzione: – Configurazioni statiche (es. Carte di Wason) – Configurazioni reattivo-dinamiche (es. Torre di Hanoi) – Configurazioni multiplo-dinamiche (es. scacchi) • Configurazioni diverse richiedono strategie differenti e causano errori specifici 48 Statica Configurazione del problema Solutore del problema Retroattiva-dinamica Configurazione del problema Retroazione Solutore del problema Influenze esterne Multiplo-dinamica Configurazione del problema Retroazione Solutore del problema 49 Le fonti dell’errore • Selettività: l’elaborazione selettiva delle informazioni ritenute logicamente importanti della configurazione del problema piuttosto che a quelli psicologicamente importanti • Limiti spazio di lavoro: all’interno dello SL viene creato un modello mentale integrato del problema. Per controllare la validità di un inferenza è necessario ricercare i modelli delle situazioni in grado di fornire spiegazioni dei dati disponibili. Lo SL opera per il principio del first in-first out (il primo elemento introdotto è il primo ad essere emesso). Quindi ordine di presentazione ed in generale forma della presentazione del problema determinano in maniera considerevole il carico di lavoro dello SL 50 • Euristica della disponibilità: le informazioni immediatamente disponibili sono anche le più salienti (utilizzata per valutare la frequenza o la probabilità di un determinato evento) • Predisposizione alla conferma: la tendenza a non abbandonare un interpretazione disponibile dei dati del problema. Molti studi hanno dimostrato che ipotesi preliminari formulate con dati iniziali parziali ed impoveriti interferiscono con interpretazioni successive di dati più ricchi. • Eccessiva Fiducia: un piano formulato per risolvere un problema, oltre ad essere un insieme di direttive è una teoria sul futuro stato del mondo (conferisce ordine e riduce l’ansietà) ed in quanto tale resiste ai cambiamenti. Tale resistenza alla modifica è maggiore: – Quando il piano è molto elaborato – Quando la sua formulazione è costata fatica e ha comportato investimento emotivo – Quando è prodotto da diverse persone – Quando ha obiettivi diversificati 51 • Revisione non obiettiva: una revisione delle nostre azioni di risoluzione ci appare più completa di quanto non sia possibile tenendo conto delle capacità dello spazio di lavoro (crediamo di aver preso in considerazione più elementi di quanti possano essere gestiti dallo spazio di lavoro) • Correlazione illusoria: Sovrastima dell’associazione tra due variabili che in realtà sono correlate debolmente o per nulla. 52 • Problemi con la causalità: – tendenza a sottostimare le irregolarità (euristica della rappresentatività e della disponibilità) che si verificheranno – tendenza a sovrastimare la propria abilità ad influenzare eventi futuri (illusione di controllo) 53 •Problemi con la complessità: • Gli studi di Lohhausen (Doerner 1987): simulazioni realizzate ad hoc per individuare punti di forza e debolezze dei processi cognitivi umani in complesse situazioni di risoluzione di problemi • Vengono individuati due gruppi di mistakes: – Mistakes primari: commessi da tutti i soggetti – Mistakes secondari: commessi dai soggetti con scarse prestazioni 54 Mistakes Primari • Considerazione inefficiente dei processi del tempo (es. si concentra sulla disponibilità attuale di denaro non considerando la fluttuazione dei beni finanziari) • Difficoltà a trattare lo sviluppo esponenziale (es. sottostimano l’importanza di una crescita annuale del 6% di automobili registrate dai cittadini) • Il pensare secondo serie causali invece che secondo reti causali (sottostima degli effetti secondari e complessi) Mistakes Secondari • Vagabondaggio tematico (saltare da una questione all’altra, trattandole in modo superficiale) • Incapsulamento (accentrare eccessivamente l’attenzione su problemi di importanza secondaria) • Reazione intellettuale di emergenza (comportamento di tipo riflesso, sconnesso e stereotipato) 55 La rilevazione degli errori Le tre modalità di rilevamento dell’errore • L’autocontrollo • Gli indici ambientali • Un agente esterno 57 L’autocontrollo • I meccanismi di controllo dell’errore sono localizzati a vari livelli del sistema cognitivo • Alla base di tali meccanismi vi è un controllo a retroazione (feedback) • L’essenza del controllo a retroazione è che questo è guidato dagli errori (vs. sistema a catena aperta) • La differenza tra i vari livelli del sistema cognitivo sta: – nei mezzi per la rilevazione delle discrepanze – nel livello di coinvolgimento dell’attenzione 58 Autocontrollo nella rilevazione degli slip dell’azione • Lo slip d’azione possono essere: – “Colti nell’atto”: quando ci sono indizi nel mondo esterno e negli organi effettori tali da permetterne una correzione attraverso i processi retroattivi inglobati negli stessi schemi d’azione es. Stavo per versare del the nella scatola dei pomodori pelati che era proprio vicino alla tazza… – Attraverso attività di memoria 59 Autocontrollo nel corso di attività di risoluzione di problemi • La prestazione a livello knowledge based è per prove ed errori ed il successo dipende dalla: – Definizione corretta dello scopo (aspetto strategico) – Capacità di riconoscere e correggere le deviazioni che allontanano dal percorso adeguato che conduce all’obiettivo (aspetto tattico) • Gli errori strategici (scegliere lo scopo sbagliato) sono di difficile rilevazione perché: – Si presta quasi esclusivamente ad una valutazione retrospettiva – Fa riferimento a scopi astratti e sovraordinati – I possibili contro-segni sono filtrati dalla teoria stessa • Gli errori tattici (intraprendere il percorso sbagliato) sono maggiormente riconoscibili e comparabili attraverso una comparazione dello stato corrente con quello ideale 60 Gli studi svedesi (Allwood, 1984) • • Studi effettuati tramite procedura del “think aloud” I soggetti erano impegnati nella soluzione di compiti statistici; il compito era diviso in • • Fase progressiva (i soggetti devono completare il problema) Fase valutativa (i soggetti controllano quanto hanno già fatto); può essere positiva o negativa. In fase valutativa negativa, avviene la rilevazione degli errori. Si hanno due meccanismi: 1. Meccanismi per la rilevazione degli errori 1. Controlli standard 2. Formazione diretta di ipotesi d’errore (in relazione ad un errore specifico) ->sono più adatti per individuare gli slip 3. Sospetti d’errore -> sono più adatti per individuare i mistakes 2. Meccanismi per l’individuazione e la correzione 61 Gli indizi ambientali • Le funzioni costrittive (Lewis e Norman 1986) devono essere tempestive e non aggirabili • Risposte del sistema agli errori: – Bavagli o vincoli: funzione costrittiva che impedisce l’utente di esprimere interazioni irrealizzabili ma solo risposte “giuste”. – Ammonimenti: informano l’utente della dannosità potenziale dell’azione che stanno per intraprendere lasciando a quest’ultimo la facoltà di scelta (messaggi d’errore visualizzati prima che sia commesso il fatto) – “Non fare nulla”: il sistema non risponde a dati in ingresso considerati illegali. L’utente viene lasciato in balia del problema. – Auto-correzione: dopo che è stato rilevato l’errore il sistema (+ o – sofisticato) cercherà di identificare un’azione legale che corrisponda alle intenzioni dell’utente – “Parliamone”: il sistema cerca di fornire una descrizione esauriente dell’errore e fornisce i mezzi all’utente per porvi rimedio (ambiente di correzione dell’errore) – “Spiegami”: identificato l’errore il sistema interroga l’utente 62 Principi di gestione dell’errore • L’errore è inevitabile: gli errori fanno parte della natura umana e scaturiscono dai medesimi meccanismi che rendono il nostro sistema cognitivo efficiente ed adattabile. Gli errori quindi possono essere moderati ma non eliminati. • L’errore non è intrinsecamente negativo: il successo o il fallimento di un compito dipende dal medesimo meccanismo cognitivo. L’essere umano è guidato dall’errore: gli errori delimitano il percorso verso la prestazione corretta; senza noi non potremmo apprendere nuove competenze. • Non si può cambiare la natura umana ma si possono cambiare le condizioni di lavoro: l’errore è costituito da uno stato mentale e da una situazione. Lo stato mentale dell’individuo è un elemento dato ma la situazione lavorativa no. I contesti lavorativi hanno capacità variabili di indurre in errore. L’identificazione delle trappole cognitive presenti in tali ambienti è il primo passo per una corretta gestione dell’errore. 64 • Le persone migliori possono causare gli errori peggiori: contrariamente al senso comune non basta mettere le persone più efficienti nelle posizioni di maggiore responsabilità: nessuno è immune agli errori. Piuttosto chi ha maggior responsabilità può causare errori con maggiore impatto sul sistema. • Le persone difficilmente eviteranno le azioni che non sanno di commettere: punire chi sbaglia non modifica la possibilità che tale errore si ripeta. Se chi compie l’errore non lo riconosce, e non ne identifica le circostanze concomitanti, in futuro non saprà evitarlo. • Gli errori sono conseguenze piuttosto che cause: la tendenza comune è di analizzare a ritroso la catena d’eventi che ha causato l’errore fino ad identificare il primo comportamento deviante e definirlo come causa dell’errore. Nella maggior parte delle attività l’uomo opera in team, all’interno di sistemi complessi. Ogni errore è il prodotto di una catena di eventi, la sua identificazione è solo il primo passo per evitare che si ripeta. 65 • Molti errori hanno configurazioni ricorrenti: gli errori casuali sono tali perché la circostanze che li generano sono difficilmente individuabili. Tuttavia la maggior parte degli errori hanno strutture ricorrenti. Molti consistono nell’omissione di un attività o nella sua ripetizione. Un altro genere di errori deriva da comunicazione inefficiente o mancanza di comunicazione fra membri del medesimo team di lavoro. • Gli errori si presentano a tutti i livelli del sistema: è opinione comune che l’errore vada gestito operando direttamente sulla forza lavoro. In realtà, all’interno di un’organizzazione, più si sale di livello e maggiormente l’errore di un individuo è dannoso al sistema. La gestione dell’errore va quindi operata a tutti i livelli di un’organizzazione • La gestione dell’errore consiste nel controllare il controllabile: la natura umana è una fonte d’errore ma è anche l’elemento non controllabile della catena degli eventi. E’ la situazione in cui opera l’individuo che deve essere gestita ideando misure tecniche, procedurali e d’organizzazione che vadano a bonificare le “trappole” dell’ambiente di lavoro. 66 • La gestione dell’errore è rendere eccellenti le persone migliori: l’obiettivo di una ottimale gestione dell’errore è rendere le persone in possesso delle competenze tecniche e mentali necessarie allo svolgimento dell’attività lavorativa specifica capaci di affrontare le specifiche difficoltà che l’attività prevede. Una corretta formazione deve contenere simulazioni che prendono in considerazione la più ampia varietà di situazioni in cui un compito può non essere svolto correttamente. • Non c’è una via migliore: non esiste una tecnica di gestione dell’errore adottabile in tutte le situazioni. Le tecniche e gli strumenti per misurare l’errore vanno adattati all’organizzazione ed al contesto specifico. • Una gestione efficace dell’errore si basa su una riforma continua piuttosto che sulla correzione dei problemi locali: porre rimedio al singolo errore non è un procedimento efficace. Per la prevenzione ed il controllo dell’errore è necessario una riforma e verifica continua del sistema e dell’ambiente di lavoro. 67 Cause dell’errore nella persona • • • • • • • Eccessiva fiducia nella memoria Interruzioni durante compiti critici Pressione mentale Stanchezza Attività poco familiari Ambiguità Routine eccessivamente consolidate ed automatizzate • Violazione delle procedure 68 Il Team Problemi legati al lavoro in team – I leader si occupano di problemi minori perdendo la visione d’insieme – Fallimenti nel delegare compiti e responsabilità – Fallimenti nello stabilire priorità – Inadeguato monitoraggio e supervisione – Fallimenti nella comunicazione – Fallimenti nell’individuare non conformità con le procedure standard – Abuso di uno stile autoritario di comando – I membri più giovani sono poco disposti a correggere gli errori dei membri più anziani 69 Addestramento del team • Addestramento allo sviluppo delle competenze comunicative necessarie al lavoro in team • Addestramento allo sviluppo della squadra e delle competenze di leadership • Gestione del carico di lavoro • Competenza tecnica 70