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8 Minuti Scientifica 185 X la Stampa:Layout 1 6-11-2008 14:09 Pagina 5 Tumori cerebrali primari in pazienti adulti Depositato presso AIFA in data 29/11/2007 SREENIVASA R. CHANDANA, DUJANA MOVVA, MADAN ADORA, TREOVOR SINGH Michigan State University Nella popolazione adulta degli Stati Uniti i tumori cerebrali maligni primari sono responsabili del 2% di tutte le neoplasie maligne. Il tumore cerebrale maligno primario più comune è il glioblastoma multiforme, che è associato ad una prognosi sfavorevole. L’unico fattore di rischio ambientale dimostrato è l’esposizione ad alte dosi di radiazioni ionizzanti. I tumori cerebrali primari vengono classificati in base alla loro origine cellulare ed all’aspetto istologico. I sintomi comprendono tipicamente cefalea persistente, convulsioni, nausea, vomito, sintomi neuro-cognitivi, modificazioni della personalità. La neoplasia può essere identificata mediante esami di imaging, e la conferma diagnostica è di tipo istopatologico. La ricerca di una neoplasia cerebrale andrebbe condotta in tutti i pazienti con cefalea cronica e persistente associata a nausea prolungata, vomito, convulsioni, modificazioni del pattern della cefalea, sintomi neurologici, aggravamento dei sintomi in seguito a modificazioni posturali. Lo studio di imaging iniziale di scelta è la risonanza magnetica. Per ottenere dei campioni di tessuto per la conferma diagnostica, e per valutare la possibilità di una resezione chirurgica della neoplasia è necessario sottoporre il paziente ad una valutazione neurochirurgica completa. I tumori cerebrali primari raramente metastatizzano al di fuori del sistema nervoso centrale, e non esiste un metodo di stadiazione standardizzato. Il pilastro del trattamento è costituito dalla resezione chirurgica della neoplasia. In pazienti con neoplasie cerebrali di grado elevato la radioterapia postoperatoria e la chemioterapia migliorano i tassi di sopravvivenza. Recenti miglioramenti nel campo della chemioterapia mirata hanno fornito nuove opzioni terapeutiche per i pazienti con recidive neoplastiche. Il medico di base deve assumere un ruolo importante nel trattamento perioperatorio e nel trattamento di supporto dei pazienti con neoplasie cerebrali primarie; queste terapie comprendono anche le cure palliative e gli interventi rivolti al controllo dei sintomi. (Am Fam Physician. 2008:77(10):14231430. Copyright© 2008 American Academy of Family Physicians). I tumori cerebrali primari maligni sono rari, e sono responsabili, negli Stati Uniti, di circa il 2% di tutte le neoplasie maligne riguardanti pazienti adulti. Secondo alcune stime della American Cancer Society, ogni anno negli Stati Uniti le nuove diagnosi di neoplasie cerebrali e del sistema nervoso sono più di 18.000, con più di 12.000 decessi.1 Dati raccolti nell’ambito del programma Surveillance, Epidemiology and End Results indicano, per il 2003, un’incidenza adattata all’età pari a 6,4 ogni 100.000 anni-persona; tali dati vanno confrontati con il valore di 5,85 riguardante l’anno 1975.2 L’incidenza di tumori cerebrali è più elevata tra gli uomini rispetto alle donne (7,6 versus 5,3 ogni 100.000 anni-persona);3 il rischio di sviluppare un tumore cerebrale nel corso della vita è pari allo 0,65% tra gli uomini ed allo 0,5% tra le donne.2 5 - novembre 2008 - Minuti Minuti Scientifica 185 X la Stampa:Layout 1 6-11-2008 14:09 Pagina 6 Sistema SORT (Strength of Recommendation Taxonomy, Tassonomia della forza delle evidenze): Indicazioni per la pratica clinica Indicazione clinica Livello di evidenza Referenza bibliografica Pazienti con sintomi di sospetto per un tumore cerebrale vanno sottoposti a valutazione mediante imaging con risonanza magnetica, utilizzando il mezzo di contrasto gadolinio C 15 La terapia chirurgica rappresenta il trattamento di scelta per i tumori cerebrali primari, in particolare per i gliomi di grado elevato che possono essere rimossi chirurgicamente C 21-24, 38 Nei pazienti con gliomi maligni la radioterapia associata alla somministrazione di temozolo- B mide migliora i tassi di sopravvivenza 28, 29, 31 A = Evidenza coerente, di buona qualità ed orientata sul paziente; B = evidenza orientata sul paziente, scarsamente coerente o di qualità limitata; C = opinione generale, evidenza orientata sulla malattia, pratica clinica usuale, opinione di esperti, serie di casi clinici. Per informazioni sul sistema SORT di valutazione delle evidenze, si veda al sito http://www.aafp.org/afpsort.xml Tabella 1. Fattori di rischio per tumori cerebrali primari Ambientali Genetici Dimostrati Sindrome di Li-Fraumeni (mutazione P53) Dosaggi elevati di radiazioni Neoplasia endocrina mulionizzanti tipla di tipo 1 Non dimostrati Neurofibromatosi 1 e 2 Alcool Sindrome da carcinoma nevoide a cellule basali Telefoni cellulari Sclerosi tuberosa Agenti chimici (es. coloranti Sindrome di Turcot per capelli, solventi, pesticidi, inquinamento dell’aria da traffico) Campi elettromagnetici con Malattia di Von Hippelfrequenze estremamente bas- Lindau se Traumi o lesioni al capo Infezioni (virus, Toxoplasma gondii, influenza contratta in utero, varicella) Nitrosamina, nitrosamide, nitriti, nitrati, consumo di aspartame Esposizione a sostanze tossiche in ambito lavorativo (es. gomma, cloruro di vinile) Tabacco Informazioni tratte dalla referenze bibliografiche 4 e 5 6 - novembre 2008 - Minuti Il picco di incidenza avviene tra i 65 ed i 79 anni di età. Nei soggetti di razza bianca l’incidenza del glioblastoma è circa il doppio di quella descritta nei soggetti di razza nera.3 Fattori di rischio Diversi tumori del sistema nervoso centrale sono associati a malattie genetiche rare, la più comune delle quali è la malattia autosomica dominante neurofibromatosi di tipo 1. I pazienti affetti da questa patologia presentano una serie di manifestazioni dermatologiche, e sono esposti ad un rischio più elevato di gliomi ottici e di astrocitomi. Diversi fattori di tipo ambientale sono stati associati allo sviluppo di tumori cerebrali; un’associazione è stata tuttavia dimostrata solo per l’esposizione a dosi elevate di radiazioni ionizzanti.4 Gli studi riguardanti altri fattori di rischio di tipo ambientale, come ad esempio l’esposizione a sostanze tossiche in ambiente lavorativo, a campi elettromagnetici, pesticidi, telefoni cellulari, traumi cerebrali, composti N-nitrosi non sono infatti giunti a risultati conclusivi.5 La Tabella 1 riporta un elenco dei possibili fattori di rischio per lo sviluppo di tumori cerebrali primari.4,5 Classificazione La Organizzazione Mondiale della Sanità classifica i tumori cerebrali primari in base alla loro origine cellulare ed all’aspetto istologico (Tabella 2).6 I tumori della neuroglia sono responsabili di più dell’80% dei tumori cerebrali primari; questi tumori hanno origine da astrociti, oligodendrociti Minuti Scientifica 185 X la Stampa:Layout 1 6-11-2008 14:09 Pagina 7 Tabella 2. Classificazione OMS dei tumori cerebrali primari Tumori neuro epiteliali Tumori neuronali e misti neuronali-gliali (gradi da I a III) Tumori astrocitari Tumori pineali (gradi da I a IV) Astrocitoma pilocitico (grado I) Tumori embrionali (grado IV) Astrocitoma subependimale a cellule giganti (grado I) Tumori dei nervi cranici e paraspinali Astrocitoma diffuso (grado II) Schwannoma (grado I) Xantoastrocitoma pleomorfo (grado II) Neurofibroma (grado I) Astrocitoma anaplastico (grado III) Perineurioma (gradi da I a III) Glioblastoma (grado IV) Tumori maligni della guaina dei nervi periferici (gradi da II a IV) Tumori della oligodendroglia Tumori delle meningi Oligodendroglioma (grado II) Meningioma (grado I) Oligodendroglioma anaplastico (grado III) Meningioma atipico (grado II) Tumori oligoastrocitici Meningioma anaplastico (grado III) Oligoastrocitoma (grado II) Linfomi e neoplasie ematopoietiche Oligoastrocitoma anaplastico (grado III) Linfoma maligno (di grado basso e di grado elevato) Tumori ependimali (gradi da I a III) Plasmocitoma Tumori del plesso coroideo (gradi da I a III) Sarcoma granulocitico Altri tumori neuroepiteliali Altri tumori Glioma angiogenico (grado I) Tumori a cellule germinali Glioma cordoide del terzo ventricolo (grado II) Tumori della regione sellare (grado I) OMS = Organizzazione Mondiale della Sanità. Informazioni tratte dalla referenza bibliografica 6 o da cellule ependimali. I gliomi vengono suddivisi in 4 gradi: i gradi I e II vengono considerati di bassa gravità, mentre i gradi III e IV vengono considerati di gravità elevata.7 Il tipo di glioma più comune è il glioblastoma multiforme. I meningiomi hanno origine dalle cellule delle meningi, e sono responsabili all’incirca del 20% dei tumori cerebrali primari. I linfomi primari del sistema nervoso centrale, in aumento negli Stati Uniti, si sviluppano tipicamente in pazienti con sindromi da immunodeficienza, ed in particolare nei pazienti affetti dalla sindrome da immunodeficienza acquisita.8 Diagnosi Presentazione clinica Nei pazienti con tumori cerebrali primari i segni ed i sintomi di presentazione possono essere generalizzati o focali (Tabella 39). Negli stadi iniziali della malattia (tumori di basso grado) la maggior parte dei sintomi è di tipo focale. I sintomi generalizzati compaiono in ge- nere con l’aumento delle dimensioni della neoplasia. I sintomi generalizzati più comuni comprendono cefalea, nausea, vomito, convulsioni, alterazioni delle funzioni mentali (ad esempio alterazioni della personalità).9 In uno studio di grosse dimensioni condotto su pazienti con tumori cerebrali primari il 77% dei pazienti ha riferito una cefalea da tensione.10 La cefalea è risultata il sintomo di presentazione iniziale più comune anche in altri due studi, condotti su pazienti con gliomi di grado elevato.11,12 In circa il 50% dei pazienti la cefalea è persistente, e può durare più di 6 mesi. La cefalea è spesso associata ad altri sintomi, come convulsioni (50% dei pazienti), alterazioni visive (40%), nausea e vomito (38%).10 Esami per la ricerca di un tumore cerebrale andrebbero condotti in qualsiasi paziente con cefalea cronica e persistente associata a nausea prolungata, vomito, convulsioni, modificazioni del pattern della cefalea, sintomi neurologici, aggravamento dei sintomi in seguito a cambi di postura. Le convulsioni sono più comuni nei pazienti con 7 - novembre 2008 - Minuti Minuti Scientifica 185 X la Stampa:Layout 1 6-11-2008 Tabella 3. Segni e sintomi di presentazione di pazienti con tumori cerebrali primari 14:10 Pagina 9 Tabella 4. Segni e sintomi neurologici focali di tumori cerebrali primari Localizzazione del tumore Segni e sintomi Lobo frontale Demenza, modificazioni della personalità, alterazioni dell’andatura, afasia espressiva, convulsioni Lobo parietale Afasia recettiva, perdita di sensibilità, emianopsia, disorientamento spaziale Lobo temporale Convulsioni parziali complesse o generalizzate; modificazioni comportamentali, comprendenti sintomi di autismo, perdita di memoria, quadrantanopia 32 Lobo occipitale Emianopia controlaterale 22 Talamo Perdita sensitiva controlaterale, modificazioni comportamentali, alterazioni del linguaggio Atassia, dismetria, nistagmo Segno o sintomo Percentuale dei pazienti Cefalea 56 Perdita di memoria 35 Alterazioni cognitive 34 Deficit motori 33 Deficit di linguaggio 32 Convulsioni Alterazioni della personalità Problemi visivi 23 Alterazioni della coscienza 16 Cervelletto Nausea o vomito 13 Deficit della sensibilità 13 Tronco cerebrale Disfunzione dei nervi cranici, atassia, alterazioni riflessi pupillari, nistagmo, emiparesi, disfunzione sistema nervoso autonomo Papilledema 5 Informazioni tratte dalla referenza bibliografica 9 Modificata da: Newton HB. Primary brain tumors: review of etiology, diagnosis and treatment. Am Fam Physician. 1994:49(4):792. gliomi di basso grado. Il tipo di convulsione ed i sintomi neurologici associati variano in base alla localizzazione del tumore (Tabella 413). Le convulsioni possono presentarsi con un’aura e con sintomi post-attacco. In due studi di grosse dimensioni le convulsioni facevano parte della presentazione iniziale nel 18% dei pazienti affetti da glioblastoma multiforme.11,12 Un terzo dei pazienti con tumori di grado elevato presenta inizialmente nausea e vomito, spesso in associazione ad altri sintomi, come cefalea e convulsioni.10 Anche la disfunzione cognitiva può far parte della presentazione iniziale della neoplasia. I sintomi di disfunzione cognitiva possono comprendere modificazioni di memoria, della capacità di attenzione, orientamento, linguaggio, delle funzioni creative, della personalità, nonché alterazioni funzionali nelle attività della vita di tutti i giorni (es. sonno, appetito). Questi sintomi possono essere causati dalla neoplasia stessa, dall’epilessia associata alla neoplasia, oppure da interventi terapeutici di tipo chirurgico, chemioterapico, dalla somministrazione di corticosteroidi, antiepilettici, dalla radioterapia. I sintomi di disfunzione cognitiva sono più comuni tra i pazienti con gliomi di basso grado, a causa della sopravvivenza prolungata di questi pazienti e degli effetti cumulativi del trattamento. I tumori con origine a livello degli emisferi cere- brali dominanti sono più frequentemente associati a disfunzione cognitiva rispetto a quanto descritto per le neoplasie con origine dall’emisfero non-dominante. La disfunzione cognitiva è solitamente progressiva, anche in presenza di un trattamento aggressivo. I sintomi associati a disfunzione cognitiva possono essere scambiati per sintomi di tipo depressivo, con conseguente ritardo diagnostico.14 In aggiunta ad un’accurata raccolta anamnestica e ad un attento esame obiettivo andrebbero condotti anche un esame del fondo oculare ed una valutazione neurologica mirata, con esame dei nervi cranici, delle funzioni motorie, sensitive e cerebellari, nonché dei riflessi tendinei. Esami diagnostici di neuroimaging Il processo diagnostico ha inizio con la scelta di esami appropriati di imaging cerebrale, seguiti da una valutazione istopatologica, che ha l’obiettivo di ottenere una conferma diagnostica. Per la valutazione iniziale, per il follow-up e per la valutazione dell’efficacia del trattamento sono disponibili diverse modalità di imaging cerebrale (Tabella 5).15-20 Alcuni recenti miglioramenti delle tecniche di imaging cerebrale, strutturale e funzionale, consentono una valutazione della localizzazione e dell’attività biologica del tumore. 9 - novembre 2008 - Minuti Minuti Scientifica 185 X la Stampa:Layout 1 6-11-2008 14:10 Pagina 11 Tabella 5. Tecniche di imaging utilizzate nella valutazione di tumori cerebrali primari Tecnica Utilizzazione TC Localizzazione del tumore e definizione delle dimensioni e della morfologia MRI Localizzazione del tumore e delle strutture circostanti con un’immagine ad alta risoluzione; diagnosi di tumori sopratentoriali e sottotentoriali, diagnosi di tumori extra-assiali ed intra-assiali, programmazione pre-chirurgica mediante immagini tridimensionali, biopsie stereotassiche, radioterapia DTI Definizione delle relazioni spaziali tra i margini della neoplasia e la sostanza bianca, valutazione della progressione e della regressione dei tratti di sostanza bianca causate dalla crescita tumorale o dalla resezione chirurgica fMRI Programmazione neurochirurgica e valutazione del rischio neurologico attraverso la localizzazione delle regioni corticali che controllano il linguaggio, le funzioni motorie e la memoria MRA Definizione della vascolarizzazione della neoplasia e dei rapporti anatomici tra il tumore ed i vasi sanguigni MRS Ottenimento di informazioni biochimiche e metaboliche sul tumore, definizione del tipo e del grado del tumore, differenziazione tra il tumore e la necrosi da radioterapia PET Valutazione metabolica dell’aggressività del tumore (grado), valutazione delle aree con elevata attività metabolica all’interno della neoplasia, differenziazione tra recidive della neoplasia e necrosi da radioterapia, localizzazione funzionale delle regioni corticali, stime di sopravvivenza e definizione della prognosi TC = tomografia computerizzata; MRI = magnetic resonance imaging, imaging mediante risonanza magnetica; DTI = diffusion tensor imaging; fMRI = imaging funzionale mediante risonanza magnetica; MRA = magnetic resonance angiography, angiografia mediante risonanza magnetica; MRS = magnetic resonance spectroscopy, spettroscopia mediante risonanza magnetica; PET = positron emission tomography, tomografia con emissione di positroni. Informazioni tratte dalla referenze bibliografiche 15-20 Queste tecniche possono essere utilizzate anche per determinare l’efficacia del trattamento, per differenziare tra recidive neoplastiche e necrosi da radiazioni, nonché per valutare la progressione della neoplasia. L’imaging mediante risonanza magnetica (magnetic resonance imaging, MRI) del cervello, con l’utilizzazione del gadolinio come mezzo di contrasto, rappresenta il metodo di scelta per la valutazione anatomica iniziale dei tumori cerebrali.15 La maggior parte di questi tumori è caratterizzata da una diminuzione dell’intensità del segnale alle immagini T1 (Figura 1A), e invece da un aumento dell’intensità del segnale alle immagini ottenute mediante fluid-attenuated inversion recovery (Figura 1B), alle immagini T2 e alle immagini di densità protonica. La MRI è superiore alla tomografia computerizzata (TC) convenzionale, in quanto ottiene immagini con risoluzione più elevata, e consente di valutare lesioni della fossa posteriore e del midollo;15 il rischio di reazioni allergiche al mezzo di contrasto è trascurabile.16 La spettroscopia mediante risonanza magnetica è in grado di fornire informazioni biochimiche e metaboliche riguardanti il tumore ed il tessuto cerebrale normale.17 Nei pazienti con tumori cerebrali la MRI funzionale basata sui livelli di ossigeno del sangue viene utilizzata per la programmazione dell’intervento chirurgico e per la valutazione del rischio neurologico.18 La tomografia ad emissione di positroni (positron emission tomography, PET), tecnica di imaging funzionale non-invasiva, può essere utilizzata per la valutazione diagnostica, per la definizione del grado dei gliomi cerebrali, per la differenziazione tra recidive della neoplasia e necrosi da radiazioni.19 La PET può essere utilizzata per prevedere la risposta alla chemioterapia, rispetto alla radio-chemioterapia.20 Stadiazione Per le neoplasie cerebrali primarie non è disponibile un sistema di stadiazione standardizzato. Questi tumori si possono diffondere ad altre parti del cervello o del midollo spinale attraverso il liquido cerebrospinale. L’analisi di tale liquido consente di determinare il suo eventuale interessamento da parte della neoplasia (ad esempio in pazienti con midolloblastomi, ependimomi). Le metastasi a distanza, al di fuori del sistema nervoso centrale, sono rare. 11 - novembre 2008 - Minuti Minuti Scientifica 185 X la Stampa:Layout 1 6-11-2008 14:10 Pagina 13 Figura 1. Sequenze di risonanza magnetica nucleare in un paziente affetto da glioblastoma multiforme frontoparietale sinistro. A) Immagine T1, in seguito ad iniezione del mezzo di contrasto, che evidenzia una massa multilobulata, con aumento dell’intensità del segnale, localizzata a livello del lobo temporale sinistro. B) Immagine ottenuta mediante fluid-attenuated inversion recovery che evidenzia il segnale di aumentata intensità da edema vasogeno a livello del lobo temporale, che si estende verso il lobo parietale sinistro. L’immagine evidenzia anche la “cancellazione” del corno posteriore del ventricolo laterale sinistro. Trattamento Terapia chirurgica Una valutazione neurochirurgica complessiva consente di ottenere campioni di tessuto a scopo di conferma diagnostica, e per definire la possibilità di una resezione chirurgica della neoplasia. La terapia chirurgica rappresenta il trattamento di scelta nei casi in cui il paziente è un buon candidato per una resezione completa della neoplasia.2124 Nei tumori intracranici che si sviluppano al di fuori del cervello, come ad esempio adenomi ipofisari, schwannomi e meningiomi, la terapia chirurgica è spesso curativa. La decisione di procedere ad una resezione completa della neoplasia si deve basare sulla valutazione della localizzazione e dell’estensione del tumore, sulla valutazione istopatologica, sulla presenza di patologie associate. Pazienti affetti da meningiomi asintomatici possono essere seguiti clinicamente con esami TC o MRI seriati, condotti ogni 2-3 anni. Un significativo aumento delle dimensioni del meningioma all’esame di imaging, oppure la presenza di sintomi neurologici devono indurre a richiedere una valutazione neurochirurgica. In pazienti con gliomi di grado elevato è importante procedere ad una resezione pressoché totale della neoplasia, volta a ridurre il “carico tumorale”, a ridurre la pressione intracranica ed a migliorare i tassi di sopravvivenza.21-24 Per i gliomi di basso grado la resezione pressoché totale non è invece possibile, a causa della crescita lenta della neoplasia e dei margini scarsamente definiti. Radioterapia La radioterapia post-chirurgica rappresenta il trattamento standard di gliomi di grado elevato;25 il ruolo della radioterapia nei pazienti con gliomi di basso grado rappresenta invece un argomento controverso.26,27 La radioterapia può essere somministrata per via esterna o per via interna. I principali tipi di radioterapia esterna sono la radiochirurgia convenzionale e la radiochirurgia stereotassica. La radiochirurgia esterna standard prevede 25-35 trattamenti giornalieri, somministrati nell’arco di 5-7 settimane. Il dosaggio totale di radiazioni che viene somministrato dipende dall’istologia, dal grado e dalla localizzazione del tumore, nonché dall’entità della resezione chirurgica. La radiochirurgia stereotassica prevede spesso la somministrazione di una singola dose di radiazioni, in una sessione; la somministrazione può tuttavia essere suddivisa anche in 2-3 dosi. Attualmente la radioterapia stereotassica viene utilizzata per scopi palliativi nel trattamento di reci13 - novembre 2008 - Minuti Minuti Scientifica 185 X la Stampa:Layout 1 6-11-2008 14:10 Tabella 6. Trattamento standard per i diversi tumori cerebrali primari Tumore Trattamento Astrocitoma, anaplastico Terapia chirurgica e radioterapia Astrocitoma, grado elevato Terapia chirurgica e radioterapia, opzionale la chemioterapia Astrocitoma, non infiltrante Terapia chirurgica, opzionale la radioterapia Glioma del tronco cerebrale Radioterapia Craniofaringioma Terapia chirurgica, opzionale la radioterapia Ependimoma Terapia chirurgica, opzionale la radioterapia Ependimoma, anaplastico Terapia chirurgica e radioterapia Glioblastoma multiforme Terapia chirurgica, radioterapia e chemioterapia Medulloblastoma Terapia chirurgica, opzionale la radioterapia Meningioma Terapia chirurgica, opzionale la radioterapia Meningioma, maligno Terapia chirurgica e radioterapia Glioma misto Terapia chirurgica e radioterapia, opzionale la chemioterapia Oligodendroglioma Terapia chirurgica, opzionale la radioterapia Oligodendroglioma, anaplastico Terapia chirurgica e radioterapia, opzionale la chemioterapia Tumori ipofisari parenchimali Terapia chirurgica e radioterapia, opzionale la chemioterapia Linfomi primari del sistema nervoso centrale Radioterapia e chemioterapia Modificata da: U.S. National Cancer Institute. Surveillance, Epidemiology and End Results Program. Standard treatment and surgery codes. http://training.seer.cancer.gov/ ss_module00_bbt/unit02_sec05_j_treatment.html. 13 Settembre 2007 dive di un glioblastoma multiforme, di piccole dimensioni e con margini ben definiti; un’indicazione alternativa è come “rinforzo” in seguito ad una radioterapia esterna standard. L’utilizzazione nel trattamento di gliomi maligni di nuova diagnosi è invece controversa. La radioterapia interstiziale (brachiterapia) pre14 - novembre 2008 - Minuti Pagina 14 vede l’impianto chirurgico di materiale radioattivo direttamente all’interno del tumore. Chemioterapia Alcuni recenti miglioramenti hanno fatto assumere alla chemioterapia un ruolo significativo nel trattamento dei tumori cerebrali primari. In pazienti con gliomi di grado elevato l’associazione di temozolomide e radioterapia ottiene un miglioramento dei tassi di sopravvivenza.28,29 Uno studio clinico di fase III, condotto su pazienti con glioblastomi di nuova diagnosi, ha evidenziato come la somministrazione giornaliera di basse dosi di temozolomide, associata ad una radioterapia standard, e seguita dalla somministrazione di dosaggi standard di temozolomide, ottiene un miglioramento della sopravvivenza rispetto alla radioterapia standard da sola (sopravvivenza mediana 14,6 mesi, rispetto a 12,1 mesi).28 Il gene per la metil guanina e metil transferasi (MGMT) sta assumendo un’importanza sempre maggiore nel trattamento del glioblastoma multiforme. Il gene MGMT codifica una proteina con attività alchiltransferasica; tale proteina è responsabile per la resistenza della neoplasia agli agenti chemioterapici alchilanti e metilanti. È stato dimostrato che il silenziamento del gene MGMT rappresenta un significativo fattore predittivo indipendente di un aumento della sopravvivenza.29 Nel trattamento di gliomi maligni recidivanti sono stati recentemente raccolti dati promettenti per il farmaco chemioterapico irinotecan e per un farmaco “mirato”, il bevacizumab, rivolto contro il fattore di crescita endoteliale; lo stesso vale per gefitinib, erlotinib e imatinib, farmaci rivolti contro i recettori del fattore di crescita epidermico e del fattore di crescita derivato dalle piastrine.30 Oligodendrogliomi con delezioni del cromosoma 1p/19q rispondono positivamente a radioterapia e chemioterapia.31 La Tabella 6 riassume le principali opzioni terapeutiche per i diversi tipi di tumori cerebrali primari. Trattamento peri-operatorio e post-operatorio Per riconoscere e trattare le complicanze e le recidive del tumore è importante un attento follow-up post-operatorio. Entro 3 giorni dopo l’intervento il paziente va sottoposto a MRI con mezzo di contrasto, allo scopo di valutare l’estensione della resezione della neoplasia. In pazienti con edema vasogeno i cortico- Minuti Scientifica 185 X la Stampa:Layout 1 6-11-2008 14:10 Tabella 7. Fattori prognostici favorevoli nei pazienti con tumori cerebrali primari Età inferiore a 60 anni Presentazione clinica con convulsioni Tumori localizzati al lobo frontale Tumore di basso grado Assenza di necrosi tumorale Bassa attività proliferativa delle cellule tumorali Punteggio nella scala di valutazione della performance di Karnofsky superiore a 70 (il paziente è in grado di badare a se stesso) Resezione totale o quasi-totale Pagina 15 primari del sistema nervoso centrale, sono esposti ad un aumento del rischio di tromboembolie venose; tale rischio risulta ancora più elevato dopo la craniotomia. La decisione se iniziare o meno un trattamento anticoagulante, in un paziente con tumore cerebrale e che sviluppa una tromboembolia venosa, è complessa. Si ritiene in genere che un trattamento anticoagulante controllato, con la somministrazione di warfarin o di eparina a basso peso molecolare, sia più sicuro e causi meno complicanze rispetto all’inserimento di filtri a livello della vena cava inferiore.36,37 La somministrazione di anticoagulanti come profilassi primaria delle tromboembolie venose non è in genere consigliata. Presenza di ipermetilazione del promoter del gene MGMT Prognosi MGMT = metil guanina e metil transferasi. Informazioni tratte dalle referenze bibliografiche 22, 38 e 39 I dati raccolti nell’ambito del Glioma Outcome Project indicano che in pazienti con gliomi maligni di recente diagnosi i fattori prognostici più importanti per la sopravvivenza comprendono il grado del tumore, l’età del paziente ed il suo stato funzionale, nonché la resezione completa della neoplasia durante l’intervento (Tabella 722,38,39). In pazienti con gliomi di grado III o IV, un’età pari o inferiore a 60 anni, un punteggio pari o superiore a 70 nella scala di valutazione della performance di Karnofsky sono associati ad una sopravvivenza più lunga. Un miglioramento dei tassi di sopravvivenza è stato descritto anche nei pazienti in cui è stata possibile una resezione pressoché totale della neoplasia. I pazienti con convulsioni come sintomo di presentazione hanno una prognosi più favorevole, probabilmente a causa della diagnosi più precoce della neoplasia. Una prognosi migliore viene descritta anche nei pazienti con neoplasia presente da più tempo prima della diagnosi, presumibilmente in quanto le cellule tumorali di tali neoplasie presentano un’attività proliferativa più bassa (tumori di basso grado). I pazienti con tumori del lobo frontale presentano una prognosi migliore rispetto a pazienti con tumori del lobo temporale o parietale.22 Uno studio recente, condotto su pazienti con glioblastomi, ha descritto una sopravvivenza più lunga in pazienti con ipermetilazione del promoter del gene MGMT.39 La hospice care (cioè l’assistenza basata su cure palliative [NdT]) va presa in considerazione nei pazienti che non sono buoni candidati alla terapia chirurgica o alla chemioterapia, nei pazienti con steroidi rappresentano spesso un pilastro del trattamento. Il riscontro, dopo l’intervento chirurgico, di sintomi attribuibili al tumore residuo rende necessaria una diminuzione lenta e progressiva della terapia con steroidi. Il medico non deve trascurare gli effetti collaterali derivanti dalla terapia con steroidi, come problemi di tipo cognitivo, iperglicemia, disturbi gastrointestinali, miopatia, infezioni opportuniste (es. da Pneumocystis jiroveci [noto in precedenza come Pneumocystis carinii]). Pazienti che lamentano mialgie e artralgie durante la fase di diminuzione progressiva dei dosaggi degli steroidi possono sviluppare una sindrome da interruzione della somministrazione del farmaco; questi casi possono essere erroneamente scambiati per un’artrite reumatoide o per un aggravamento della neoplasia sottostante.33 Anche se le convulsioni sono frequenti, durante tutto il decorso della malattia, non esistono evidenze in supporto di una somministrazione di routine a scopo profilattico di farmaci anticonvulsivanti.34,35 Nei casi in cui in fase post-operatoria viene iniziato un trattamento con anticonvulsivanti il medico deve diminuire progressivamente i dosaggi ed interrompere la somministrazione dopo la prima settimana, soprattutto nei pazienti in condizioni mediche stabili.35 I pazienti con tumori cerebrali, ed in particolare i pazienti con glioblastoma multiforme e linfomi 15 - novembre 2008 - Minuti Minuti Scientifica 185 X la Stampa:Layout 1 6-11-2008 14:10 deficit neurologici in aggravamento malgrado il trattamento, oppure con recidive del tumore, nonché nei pazienti con scarsa performance funzionale. Il medico di base, assieme al neuro-oncologo ed al chirurgo deve aiutare il paziente ed i suoi familiari nelle decisioni a tale riguardo. Gli Autori Il Dr. S.R. Chandana è Hematology/Oncology Fellow presso il College of Human Medicine, Michigan State University, di Lansing, Michigan (Stati Uniti). La Dr. S. Movva è Hematology/Oncology Fellow presso la University of New Mexico School of Medicine, di Albuquerque, New Mexico. Il Dr. M. Arora ed il Dr. T. Singh sono, rispettivamente, Associate Professor e Assistant Professor presso la Divisione di Ematologia/Oncologia, Michigan State University College of Human Medicine. Gli autori non riferiscono interessi finanziari con gli argomenti trattati nell’articolo. Gli autori ringraziano i Dr. Lakshmi Kocharla, Radhika Kakarala e Janaki Moni per l’aiuto nella preparazione del manoscritto. Le Figure 1A e 1B sono state gentilmente fornite dal Dr. Eric Zimmerman. Note bibliografiche 1. American Cancer Society. 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