Johannes Brahms, Lieder op. 70

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Johannes Brahms, Lieder op. 70
Conservatorio di musica “L. Perosi” di Campobasso
Corso sperimentale «Repertori vocali da camera»
“Il Lied in Germania nell’Ottocento”
Johannes Brahms,
Lieder op. 70
Elaborato delle discipline: Storia della musica da camera dell’800, Storia
della poesia per musica, Analisi musicale, Critica delle interpretazioni
storiche con elementi di Discografia, Critica del testo musicale, Armonia,
Elementi di fonetica tedesca.
allieva: Maura Minicozzi
docenti: Barbara Lazotti, Piero Niro, Luigi Pecchia, Barbara
Vignanelli
Anno accademico 2004-05
sessione febbraio 2006
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INDICE
Capitolo I
1.1 Contesto culturale.
1.1.1 Il romanticismo.
1.2 Il Lied in Germania.
Capitolo II
La vita di Johannes Brahms.
Capitolo III
3.1 I Lieder opera 70.
3.2 Testi poetici.
3.3 Biografia dei poeti: Lemcke, Candidus, Goethe, Keller.
Capitolo IV
4.1 Analisi dei Lieder
Le fonti bibliografiche
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2.1 La vita di Johannes Brahms
Johannes Brahms nasce ad Amburgo il 7 maggio 1833. Il padre, Johann
Jakob, si era trasferito dalla campagna, dove era un semplice musico, ad
Amburgo dove viveva suonando nelle osterie, fino a quando divenne abile a
suonare il contrabbasso ed entrò nell’orchestra del teatro della città. La
madre Johanna Henrica Christiana era più anziana del marito di diciassette
anni. Si sposarono il 9 giugno del 1830. Da questo matrimonio nacquero tre
figli tra i quali Johannes che il 26 maggio venne battezzato nella chiesa di
San Michele.
Malgrado vivessero in un ambiente povero, i genitori fornirono ai figli
tutto l’indottrinamento possibile per stimolare le loro qualità. Per Johannes,
il padre desiderava la sua stessa carriera, ma le capacità e i talenti del figlio
non tardarono a manifestarsi.
Johannes aveva cominciato lo studio del pianoforte, con Otto Friedrich
Willibald Cossel e dopo circa tre anni, nel 1843, fa la sua prima apparizione
pubblica. Lo stesso Cossel gli fornisce la possibilità di diventare allievo
presso Eduard Marxsen, a quel tempo il più rinomato insegnante di
Amburgo. Grazie a lui Brahms non solo raggiunge la perfezione come
pianista, ma approfondisce lo studio della composizione. Il talento del
giovane e il rapido suo progresso, nel 1847, fu espresso da Marxsen in
occasione della morte di Felix Mendelssohn-Bartholdy: “Un maestro
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dell’arte se n’è andato per sempre, un maestro più grande sboccia in
Brahms”.1 Egli aveva allora quattordici anni.
Il 21 settembre del 1848, Brahms, tiene il suo primo importante concerto e
nel 1849 partecipa ad una serata musicale nel cui programma viene inserita
una sua composizione: Fantasia su un valzer in voga (oggi dispersa). Il 19
aprile del 1853, Brahms, intraprende una tournée concertistica con il
violinista ungherese Eduard Reményi, che si rivela un viaggio dai contatti
importantissimi per la sua carriera futura. Infatti ad Hannover, prima tappa
del viaggio, ha conosciuto il violinista, compositore e direttore d’orchestra
Joseph Joachim e l'amicizia tra loro durerà tutta la vita. Successivamente il
giovane Brahms incontra a Weimar il grande Franz Liszt; tra loro nasce un
rapporto contrastato, che probabilmente porterà al rifiuto, da parte di
Brahms, della tendenza estetica dei “Neotedeschi”.
La tournée continua portando al giovane musicista sempre nuove
conoscenze, quando il 30 settembre del 1853 avviene l’incontro più
importante: quello con Robert e Clara Schumann. Il rapporto con i due
rimarrà un legame molto profondo sino alla fine dei suoi anni. In quel mese
di permanenza a Düsseldorf compongono a più mani una Sonata per violino
e pianoforte, il cui terzo movimento fu scritto da Brahms.
1
Citato in Max Kalbeck, Johannes Brahms, I/1, Berlin 1912, p. 32.
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Tutte le composizioni scritte e eseguite durante la lunga tournée,
soprattutto i Lieder, incontrano a Düsseldorf grande favore e riconoscimenti.
Successivamente in novembre, raccomandato da Schumann, si reca a Lipsia
per presentarle agli editori. Tra dicembre e febbraio pubblica Lieder, sonate e
musica da camera che portano il numero d’opera 1, 2, 3, 4, 5, 6. Ma
Schumann fa molto di più, pubblica un articolo sul musicista che si rivelerà
profetico dal titolo Neue Bachnem (Nuovi percorsi) sulla “Neue Zeitschrift
fur Musik” il 28 ottobre del 1853:
E’ da così tanti anni-dieci per l’esattezza: all’incirca quanti ne ho dedicati un tempo
alla redazione di questa rivista- che avrei dovuto esprimermi su questo terreno così
ricco di ricordi. Spesso, malgrado l’estenuante attività produttiva, mi sentivo
stimolato; alcuni nuovi, notevoli talenti apparivano sulla scena, pareva annunciarsi
un nuovo genio musicale, come testimoniano molti musicisti d’oggi che stanno
puntando in alto, anche se la loro opera è conosciuta in una cerchia piuttosto
ristretta. Seguendo con la massima partecipazione i percorsi di questi eletti, io
pensavo che dopo tali predecessori sarebbe improvvisamente apparso, dovuto
apparire qualcuno che fosse chiamato a dar voce in maniera ideale alla più alta
espressione del tempo, qualcuno che ci avrebbe portato la maestria non per gradi ma
già perfettamente compiuta, come Minerva uscì armata di corazza dalla testa di
Crono. Ed è arrivato, sangue fresco la cui culla fu vegliata da Grazie ed Eroi. Si
chiama Johannes Brahms, viene da Amburgo, dove creava in oscuro silenzio ma
essendo formato ai canoni più ardui dell’arte da un ottimo insegnante che istruisce
con entusiasmo, raccomandandomi poco tempo fa da un rinomato e venerato
maestro. Egli possedeva, anche esteriormente, tutti i segni che ce lo annunciano
come eletto. Seduto al pianoforte, cominciò a svelare regioni meravigliose.
Venimmo attratti in cerchi sempre più magici. Sorse un suono così geniale da
trasformare il pianoforte in un’orchestra di voci ora gementi, ora esultanti. Erano
sonate, o piuttosto velate sinfonie - liriche, la cui poesia si capirebbe anche senza
conoscere le parole, sebbene una grave melodia cantabile le percorra tutte - singoli
brani pianistici, in parte di natura demoniaca e della forma più leggiadra; quindi
sonate per violino e pianoforte, quartetti per strumenti ad arco, e ciascuna cosa così
differente dall’altra da sembrare sorta da una fonte diversa. Poi fu come se egli,
convogliatele in fiumana irruente, le fondesse tutte in una cascata, gettando il
placido arcobaleno sopra le acque precipitanti attese a riva dal volo delle farfalle e
dal canto degli usignoli. Se egli calerà la sua barchetta magica dove la potenza della
musica infonde la sua forza, nel coro e nell’orchestra, allora ci verranno dischiuse
prospettive ancora più magnifiche dei segreti del regno dello spirito. Possa il Genio
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supremo corroborarlo in ciò che appartiene a questa aspettativa, giacché egli
possiede anche un altro genio, quello della modestia. I suoi compagni lo salutano al
suo primo affacciarsi al mondo, dove lo aspetteranno forse ferite ma anche allori e
palme; noi gli diamo il benvenuto come gagliardo combattente.
In ogni epoca vige un’alleanza segreta di spiriti affini. Serrate, voi che vi
appartenete, le fila, sicché la verità dell’arte splenda con sempre maggiore
limpidezza, spandendo ovunque gioia e benedizione.
Brahms torna ad Amburgo, il 20 dicembre, ormai ben introdotto e con le
prime pubblicazioni delle sue opere.
Il 27 febbraio del 1854 Brahms resta al fianco di Clara Schumann dopo
che il fratello, in preda a turbe psichiche, viene internato nel manicomio di
Endenich, vicino Bonn, e dove resterà fino alla sua morte (29 luglio 1856).
Tra i due musicisti si crea una profonda intesa professionale e nel 1855
intraprendono una tournée a Danzica, con Joachim, che segna l’inizio della
sua attività come pianista e direttore d’orchestra.
Nel 1857 assume l’incarico presso la Corte del principe di Detmold, come
pianista, direttore di coro e direttore d’orchestra e inoltre come insegnante di
pianoforte della principessa Friederike.
Ad Hannover il 22 gennaio del 1859 avviene la prima esecuzione del
Concerto per pianoforte e orchestra op. 15, con Brahms come solista e
Joachim come direttore; ma il fallimento della seconda esecuzione, il 27
gennaio a Lipsia, pesò molto sul musicista. Successivamente fonda ad
Amburgo un coro femminile che diventa spunto per numerose composizioni.
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Brahms non era fatto per avere un rapido successo, egli era per natura del
tutto contrario all’espressione non controllata dei propri sentimenti.
Specialmente nelle composizioni giovanili si può notare frequentemente una
certa austerità, che per quanto oggi ci possa sembrare caratteristica e bella,
era allora era di ostacolo alla efficacia immediata della musica ed al gusto
romantico dell’epoca.
Nell’estate del 1856 si guadagna da vivere impartendo lezioni di
pianoforte presso la corte principesca di Detmold. In questo periodo Brahms
soprattutto svolge il sua vero e proprio apprendistato. Per vari anni, insieme
al suo amico Joachim, si scambiavano per iscritto ogni settimana
esercitazioni contappuntistiche assai complesse, quali fughe, canoni ed
elaborazioni di corali. La più importante fra le sue composizioni di questi
anni è il Concerto in re min. per pianoforte, che ottenne un clamoroso
successo alla 1ª esecuzione a Lipsia nel gennaio 1859.
Nel 1860 Brahms progetta con alcuni amici un manifesto contro
l’egemonia pubblicistica della “scuola neotedesca”. Il loro proclama deve
essere pubblicato con le firme di personalità che condividono le stesse
intenzioni; ma prima che il testo sia reso pubblico, viene anticipato da
un’indiscrezione e stampato sul «Berliner Echo»:
I firmatari hanno a lungo seguito con rammarico l’attività di un certo partito, il cui
organo è la Rivista della Musica di Brendel.
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La predetta rivista divulga senza posa l’opinione che i musicisti più seriamente
impegnati concordino in sostanza con la tendenza che essa sostiene, riconoscendo
nelle composizioni dei capifila di tale indirizzo opere di valore artistico, e che, in
ispecie nella Germania settentrionale, la contesa tra fautori ed avversari della
cosiddetta musica del futuro sarebbe già decisa e precisamente a favore della stessa.
I firmatari ritengono loro dovere di protestare contro una tale alterazione dei fatti e
dichiarano che, almeno per parte loro, non riconoscono i principi propugnati dalla
rivista di Brendel e che possono solo deplorare e condannare in quanto contrari
all’intima essenza della musica i prodotti dei capifila e discepoli della cosiddetta
scuola “neotedesca”, i quali in parte mettono in pratica quei principi e in parte
costringono alla formulazione di teorie sempre nuove ed inaudite.
Johannes Brahms
Joseph Joachim
Julius Otto Grimm
Bernahrd Scholz2
La precoce pubblicazione sottrae al manifesto ogni efficacia; la «Neue
Zeitschrift für Musik» replica il 4 maggio con un testo ironico:
“Pubblica protesta”
“I firmatari desiderano far la parte, una buona volta, del primo violino e perciò
protestano contro tutto quanto si frapponga alla loro necessaria ascesa; dunque
soprattutto contro l’influsso crescente della corrente musicale che il Dottor Brendel
ha denominato scuola neotedesca, come contro ogni altro spirito della nuova
musica. Dopo l’eliminazione di queste cose, a loro molto sgradite, prospettano a
tutti coloro che siano animati dalla medesima buona volontà l’immediata
costituzione di una lega fraterna per l’arte priva di emozioni e piena di noia”.
“Le anime di pari sentire sono sollecitate all’adesione”. “La redazione della musica
di ripiego”.
Firmato:
“J. Geiger. Hans Neubahn. Pantoffelmann. Packé. Krethi und Plethi”3.
[E’ agevole riconoscere tra questi nomignoli quello attribuito a Brahms: Hans è
alterazione di Johannes, mentre Neubahn allude all’articolo Neue Bahem di
Schumann – N.d.T.].
Dopo l’esito infausto di quest’azione di protesta, Brahms non assumerà
più posizioni pubbliche sulla politica e le sue implicazioni di carattere
2
Citato in M. Kalbeck cit. I/2, pp. 404-5.
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musicale, e, all’interno della querelle che dominò la pubblicistica del settore
nella seconda metà del XIX secolo, il manifesto non svolse alcun ruolo. Ma
per Brahms e la ricezione della sua musica, esso ebbe delle conseguenze.
Prima che le sue composizioni potessero essere conosciute dal grande
pubblico, egli era già identificato con uno schieramento avversario ai
“Neotedeschi”, e negli anni seguenti sarebbe stato considerato l’animatore
del partito contrario a questa tendenza.
Nella sua città natale, la ristrettezza provinciale delle relazioni musicali, e
anche ostilità da parte di alcuni colleghi, gli avevano impedito di evolversi,
ma un viaggio a Vienna nell’autunno del 1862 segna una svolta decisiva.
Infatti le condizioni più libere e una vita musicale più aperta gli offrono la
possibilità di farsi sentire e di imporsi al grande pubblico. Viene accolto con
favore e instaura contatti stimolanti restando incantato dall’atmosfera della
città e dai suoi usi e costumi.
Con il successo della sua opera più importante e monumentale, il
Deutsches Requiem Brahms fu posto al centro dell’interesse generale.
Brahms era un uomo chiuso ed incapace di esprimere qualsiasi sentimento
che nascondeva sotto una parvenza aspra e inaccessibile. La sua profonda e
ricca umanità si riversava nella musica. Non si sposò mai perché nella sua
vita contava più di tutto la sua creazione artistica. Tutti i suoi guadagni li
3
«Neue Zeitschrift für Musik», 52, 1860, pp. 169-70.
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impegnava per aiutare familiari e amici bisognosi, mentre egli si
accontentava di poche frugali cose; l’unico suo lusso era andare in viaggio in
Italia, paese che amava e conosceva bene.
Nel 1869 Brahms si stabilisce definitivamente a Vienna. Sotto l’influsso
degli avvenimenti politici degli anni 1870/71 egli compone il Triumphlied
(Canto trionfale) op. 55 e lo dedica all’imperatore tedesco.
Il periodo di maggiore produttività sono gli anni successivi al 1877. Nel
1879 avviene la prima esecuzione del Concerto per violino e orchestra op.
77 con direttore Brahms e violinista Joachim, seguita da una lunga tournée.
Nel 1881 Joseph Joachim ha una crisi matrimoniale e il suo divorzio causa
un raffreddamento tra questi e Brahms. Allora Brahms stringe sempre più
amicizia con il direttore d’orchestra della corte di Meiningen, Hans von
Bülow. Questi dal 1880 al 1885 mise a disposizione l’intero gruppo per le
prove dei lavori brahmsiani.
Grazie alla collaborazione di Joachim, dà alla stampa la Quarta Sinfonia
op. 98 e i due vecchi amici si riavvicinano.
Nel 1891 Brahms scrive il testamento che verrà poi modificato e lo
spedisce al suo editore Simrock.
Nello stesso anno scrive il Trio e il Quintetto con clarinetto op. 114 e 115.
Due anni dopo comporrà le Due Sonate per clarinetto e pf. Op. 120.
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Nel 1892 muore la sorella Elise, il fratello era già morto nel 1886, dunque
Brahms sopravvive alla sua famiglia come unico tra i fratelli.
Nel
1894
Brahms
prepara
l’edizione
dei
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Volkslieder
mit
Klavierbegleitung (Canzoni popolari con accompagnamento di pianoforte)
con i quali considera ormai concluso il suo ciclo creativo e riferendosi al
Lied Verstohlen geht der Mond auf, scrive a Simrock: «L’ultimo dei
Volkslieder e lo stesso della mia op. 1 rappresentano il serpente che si morde
la coda, e quindi dicono ben simbolicamente che la storia è finita» 4.
Nel 1896 Clara Schuman subisce un colpo apoplettico e Brahms
fortemente impressionato compone i Vier ernste Gesänge (Quattro canti seri)
op. 12. Dopo la morte di Clara, che avviene il 20 maggio, egli si isola sempre
più. La sua salute peggiora e gli diagnosticano un cancro al fegato.
Il 3 aprile muore a Vienna e viene sepolto in un mausoleo del cimitero
nella capitale austriaca.
4
BBW, XII, p. 151.
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3.2 Testi poetici dell’op. 70
IM GARTEN AM SEEGESTADE NEL GIARDINO IN RIVA AL
LAGO
Im Garten am Seegestade
Uralte Bäume stehn,
in ihren hohen Kronen
sind kaume die Vögel zu sehn.
Die Bäume mit hohen Kronen,
die rauschen Tag und Nacht,
die Wellen schlagen zum Strande,
die Vöglein singen sacht.
Das gibt ein Musizieren
So süß, so traurig bang,
als wieverlorner Liebe und
ewiger Sehnsucht Sang.
Nel giardino in riva al lago
Ci sono alberi antichissimi
E tra le loro alte chiome
Si intravedono appena gli uccelli.
Gli alberi con le alte chiome
Si agitano (stormiscono) il giorno e la notte
Le onde si infrangono sulla spiaggia
Gli uccellini cantano pianino
E questo sembra essere il canto
Di un musicista così dolce, triste e
angoscioso
Che eternamente piange, nostalgico, il
perduto amore.
LERCHENGESANG
IL CANTO DELL’ALLODOLA
Aethrische ferne Stimmen,
der Lerchen himmlische Grüße,
wie regt ihr mir so süße die Brust,
ihr lieblichen Stimmen, die Brust!
Ich schließ leis mein Auge,
da ziehn Erinnerungen in sanften
Dämmerungen,
durchweht vom Frühlingshauche.
Eterne e lontane voci
saluto l’allodola celeste
come parla a me così dolcemente
sul mio petto o amate voci
io chiudo piano i miei occhi
un ricordo allora sovviene
nel dolce tramonto dai primaverili sospiri.
SERENADE
SERENATA
Liebliches Kind, kannst du mir sagen,
sagen, warum einsam und stumm
zärtliche Seelen immer sich quälen,
selbst sich betrüben und ihr Vergnügen
immer nur ahnen, immer nur ahnen
da, wo sie nicht sind;
kannst du mir sagen, Liebliches Kind?
Puoi dirmi, adorabile fanciulla,
perché l’anima delicata sempre
tormenta se stessa, ed io solo e in silenzio
a causa del mio tormento che mi riempie
i miei tormenti debbo cercarli in altri posti?
Puoi tu dirmi amorevole fanciulla?
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