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Presentazione a cura
dell’Ufficio per l’Educazione, la
Scuola e l’Università
della Diocesi di Brescia
1. Indicazioni Nazionali Curricolo (2012): spunti per
ripensare la didattica scolastica.
2. Indicazioni Nazionali IRC (DPR 11 feb. 2010): l’IRC
in una scuola per competenze.
3. Dalle norma alle classi: indicazioni metodologiche
per la costruzione di un curricolum verticale
nell’infanzia e nella primaria.
•Quali sono le sfide
dell’educazione
scolastica odierna?
•Quali proposte
di contenuto e di
metodo per farvi
fronte?
Indicazioni Curricolo
 “Sono un testo aperto, che la
comunità professionale è
chiamata ad assumere e
concretizzare,
 elaborando specifiche scelte
relative a contenuti, metodi,
organizzazione e valutazione
coerenti con in traguardi formativi
previsti dal documento nazionale”
Curricolo d’Istituto
 “E’ espressione della libertà di
insegnamento e dell’autonomia
scolastica
 e, al tempo stesso, esplicita le scelte
della comunità scolastica e l’identità
dell’Istituto.
 La costruzione del curricolo è il
processo attraverso il quale si
sviluppano e organizzano la ricerca e
l’innovazione educativa”
Collocazione Curricolo
 “Ogni scuola predispone il
curricolo all’interno del Piano
dell’Offerta Formativa
 Con orientamento al profilo dello
studente al termine del primo ciclo
di istruzione, ai traguardi di
sviluppo delle competenze e agli
obiettivi di apprendimento
specifici per ogni disciplina”
Finalità Curricolo
 “A partire dal curricolo d’istituto, i
docenti individuano le esperienze
di apprendimento più efficaci, le
scelte didattiche più significative,
le strategie più idonee,
 Con attenzione all’integrazione fra
le discipline e alla loro possibile
aggregazione in aree”
Aree disciplinari
 “Sul piano organizzativo e
didattico la definizione di aree o di
assi funzionali all’ottimale
utilizzazione delle risorse è
comunque rimessa all’autonoma
valutazione della scuola”
Funzionalità aree
 “ L’attività didattica è orientata alla
qualità dell’apprendimento di
ciascun alunno e non ad una
sequenza lineare e necessariamente
incompleta di contenuti disciplinari.
 Ogni persona, a scuola come nella
vita, impara infatti attingendo
liberamente dall’esperienza, dalle
conoscenze, dalle discipline,
elaborandole con un’attività
continua ed autonoma”
Traguardi Sviluppo Competenze
 “Essi rappresentano riferimenti
ineludibili per gli insegnanti
 Indicano piste culturali e
didattiche da percorrere
 e aiutano a finalizzare l’azione
educativa allo sviluppo integrale
dell’allievo.
 Sono prescrittivi”
Obiettivi Apprendimento
 “Individuano campi del sapere,
conoscenze e abilità ritenuti
indispensabili al fine di
raggiungere i traguardi di sviluppo
delle competenze.
 Gli obiettivi sono organizzati in
nuclei tematici e definiti in
relazione a periodi lunghi”
Valutazione
 “La valutazione precede,
accompagna e segue i percorsi
curricolari.
 Assume una preminente funzione
formativa, di accompagnamento
dei processi di apprendimento e di
stimolo al miglioramento
continuo”
Comunità di ricerca
“Ogni scuola vive e opera come
comunità nella quale cooperano
studenti, docenti e genitori.
Questo processo richiede attività di
studio, di formazione e di ricerca
da parte di tutti gli operatori
scolastici ed in primo luogo da
parte dei docenti”
Pedagogia Indicazioni
a) Una rinnovata concezione
dell’insegnamentoapprendimento
b) Una rinnovata attenzione alla
centralità della persona
c) Per una nuova cittadinanza
d) Per un nuovo umanesimo
a) Saper stare al mondo
“L’obiettivo della scuola non può
essere soprattutto quello di
inseguire lo sviluppo di singole
tecniche e competenze; piuttosto è
quello di formare saldamente ogni
persona sul piano cognitivo e
culturale, affinché possa affrontare
positivamente l’incertezza e la
mutevolezza degli scenari sociali e
professionali, presenti e futuri”
b) Persone qui e ora


“Lo studente è posto al centro
dell’azione educativa in tutti i suoi
aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali,
corporei, estetici, etici, spirituali,
religiosi.
I docenti dovranno pensare e realizzare
i loro progetti educativi e didattici non
per individui astratti, ma per le persone
che vivono qui ed ora, che sollevano
precise domande esistenziali, che
vanno alla ricerca di orizzonti di
significato”
c) Costruttori di società
“La promozione e lo sviluppo di ogni
persona stimola in maniera
vicendevole la promozione e lo
sviluppo delle altre persone:
ognuno impara meglio nella
relazione con gli altri. Non basta
convivere nella società, ma
questa stessa società bisogna
crearla continuamente insieme”
c) Aperti all’interazione
 “Non basta riconoscere e
conservare le diversità pre-esistenti.
Bisogna, invece, sostenere
attivamente la loro interazione e la
loro integrazione attraverso la
conoscenza della nostra e delle
altre culture.
 In un confronto che non eluda
questioni quali le convinzioni
religiose, i ruoli familiari, le
differenze di genere”
d) Dominio ed elaborazione

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


“I saperi propri di un nuovo
umanesimo:
la capacità di cogliere gli aspetti
essenziali dei problemi;
la capacità di comprendere le
implicazioni, per la condizione umana,
degli sviluppi delle scienze e delle
tecnologie;
la capacità di valutare i limiti e le
possibilità delle conoscenze;
la capacità di vivere e di agire in un
mondo in continuo cambiamento”
•Come impartire l’IRC in
una scuola per
competenze?
•Come insegnare IRC in
una scuola multiculturale e multi-
religiosa?
Indicazioni Nazionali
 “Con le indicazioni nazionali si intendono
fissare gli obiettivi generali, gli
obiettivi di apprendimento ed i relativi
traguardi di sviluppo per le competenze
dei bambini e dei ragazzi per ciascuna
disciplina o campo di esperienza.
 Per l’insegnamento della Religione
Cattolica, disciplinata dagli accordi
concordatari, i traguardi di sviluppo delle
competenze e gli obiettivi di
apprendimento sono definiti d’Intesa con
l’autorità ecclesiastica (DPR 11 feb. 2010)”
Obiettivi generali
 Sono gli stessi per tutte le altre discipline o
campi di esperienza.
 Si inseriscono nel quadro delle competenze
chiave per l’apprendimento permanente
definite dal Parlamento europeo e dal
Consiglio dell’Unione europea
(Raccomandazione del 18 dicembre 2006).
 Cura della centralità della persona che
apprende
 Grande importanza alla relazione educativa
e a metodi didattici capaci di attivare le
energie e le potenzialità degli studenti
Competenze chiave
 Imparare ad imparare: “la motivazione e
la fiducia sono elementi essenziali perché una
persona possa acquisire tale competenza”.
 Competenze sociali e civiche: “includono
competenze personali, interpersonali ed
interculturali e riguardano tutte le forme di
comportamento che consentono alle persone
di partecipare in modo efficace e costruttivo
alla vita sociale”.
 Senso di iniziativa e imprenditorialità:
“dovrebbe includere la consapevolezza dei
valori etici e promuovere il buon governo”
Profilo studente
 “Ha consapevolezza delle proprie potenzialità
e dei propri limiti, utilizza gli strumenti di
conoscenza per comprendere se stesso e gli
altri, per riconoscere ed apprezzare le diverse
identità, le tradizioni culturali e religiose, in
un’ottica di dialogo e di rispetto reciproco.
 Interpreta i sistemi simbolici e culturali della
società, orienta le proprie scelte in modo
consapevole, rispetta le regole condivise,
collabora con gli altri per la costruzione del
bene comune esprimendo le proprie personali
opinioni e sensibilità”.
Scuola dell’infanzia
 “Le attività in ordine all’IRC offrono
occasioni per lo sviluppo integrale
della persona dei bambini, aprendo
alla dimensione religiosa e
valorizzandola,
 Promuovendo la riflessione sul loro
patrimonio di esperienze e
contribuendo a rispondere al
bisogno di significato di cui anch’essi
sono portatori”
Scuola primaria
 “L’Irc fa si che gli alunni riflettano e si
interroghino sul senso della loro esperienza
per elaborare ed esprimere un progetto di
vita, che si integri nel mondo reale in modo
dinamico, armonico ed evolutivo.
 A partire dal confronto interculturale ed
interreligioso, l’alunno si interroga sulla
propria identità e sugli orizzonti di senso
verso cui può aprirsi, affrontando anche le
essenziali domande religiose e misurandosi
con i codici simbolici in cui esse hanno
trovato e trovano espressione”.
Proposta educativa
 “La proposta educativa dell’Irc consente la
riflessione sui grandi interrogativi posti
dalla condizione umana e sollecita il
confronto con la risposta maturata dalla
tradizione cristiana nel rispetto del
processo di crescita della persona umana.
 Emerge così un ulteriore contributo dell’Irc
alla formazione di persone capaci di
dialogo e di rispetto delle differenze, di
comportamenti di reciproca
comprensione, in un contesto di pluralismo
culturale e religioso”.
•Come costruire un
curricolo verticale
dell’IRC nell’infanzia
e nella primaria?
•Come integrate l’IRC
con i curricola di altre
discipline?
Curricolo IRC
 E’ espressione della libertà di
insegnamento degli IdRC di un
Istituto Comprensivo.
 Esplicita le scelte degli IdRC in una
comunità scolastica in armonia con
l’identità dell’Istituto.
 La costruzione del curricolo per l’Irc è
il processo attraverso il quale gli IdRC
sviluppano e organizzano la ricerca e
l’innovazione educativa nell’Irc”
Libertà e scelte
 La scelta dei contenuti disciplinari
da utilizzare e delle attività da
proporre alla luce degli OA.
 La scelta dei metodi didattici.
 La scelta dell’organizzazione dei
tempi e degli spazi dell’apprendere.
 La scelta delle modalità di
valutazione.
Scelta Contenuti
 Funzione pragmatica dei contenuti: i
contenuti disciplinari non sono ciò che
deve essere saputo dagli studenti, ma
ciò che va utilizzato per far
raggiungere loro un determinato OA
 Funzione ermeneutica del sapere
teologico: Le conoscenze teologiche
non sono ciò che va impartito agli
studenti, ma ciò che va utilizzato per
interpretare gli OA in un determinato
contesto scolastico.
Scelta Metodi
 Il metodo è il messaggio: non si tratta di
trovare una strategia di trasmissione di
informazione, ma di modellare procedure
di apprendimento che sono il messaggio
stesso.
 Didattica come opera quotidiana di
guida: la didattica è la riflessione sui modi
con cui si interagisce ogni giorno nella
relazione di apprendimento scolastica e
non una serie di tecniche da possedere per
trasmettere informazioni.
Attenzione al metodo
“Le trasmissioni standardizzate e
normative delle conoscenze, che
comunicano contenuti invarianti per
individui medi, non sono più adeguate.
Al contrario, la scuola è chiamata a
realizzare percorsi formativi sempre più
rispondenti alle inclinazioni personali
degli studenti, nella valorizazione degli
aspetti peculiari di ognuno”.
Tecnologie informatiche
“La diffusione delle tecnologie di
informazione e di comunicazione è una
grande opportunità e rappresenta la
frontiera decisiva della scuola. Si tratta di
una rivoluzione epocale, non riconducibile
ad un semplice aumento dei mezzi implicati
nell’apprendimento.
Sono chiamati in causa l’organizzazione della
memoria, la presenza simultanea di molti e
diversi codici, la compresenza di procedure
logiche ed analogiche, la relazione
immediata tra progettazione, operatività,
controllo tra fruizione e produzione”.
Scelte
Organizzative
 Scelta degli spazi: il setting di
apprendimento incide sulla relazione
educativa scolastica. La cura dello
spazio dell’aula a seconda delle
attività che si intendono proporre.
 Scelta dei tempi: nessuna testa
cammina allo stesso modo di
un’altra. Capire i tempi di
apprendimento di ogni studente e le
modalità con cui riesce più facilmente
a svolgere un determinato compito.
Scelte Valutative
 La valutazione non è la verifica:
scopo della valutazione scolastica è
aiutare gli studenti ad assegnare
valore a ciò che fanno nel processo di
apprendimento non attribuire un
giudizio di valore ai loro risultati.
 Formare all’auto-valutazione: scopo
della valutazione scolastica è condurre
gli studenti a comprendere in
autonomia le loro potenzialità ed i
loro limiti di apprendimento.
Chi sono gli studenti?
“Anziché essere passivi recipienti di
parole e idee, ascoltano, odono e, cosa
della massima importanza, ricevono e
rispondono in maniera attiva,
produttiva. Ciò che ascoltano, stimola
gli autonomi processi di elaborazione
mentale, provocando in loro il sorgere
di nuove domande, di nuove idee, di
nuove prospettive”.
Erich Fromm, Avere o essere?, 1976
Presentazione a cura
dell’Ufficio per l’Educazione, la
Scuola e l’Università
della Diocesi di Brescia