Uomini nella Curtis

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Uomini nella Curtis
LA CURTIS:UN MONDO DA SCOPRIRE
A cura di :
Annalisa Ferrara
Martina Ferreri
Carmen Galdi
Anna Moccia
Federica Polizzi
Emanuela Reale
CHE COS’È LA CURTIS?
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La Curtis è un modello di organizzazione della
grande proprietà fondiaria concentrata nelle
mani dei nobili e della chiesa. È l’insieme di ville
ed edifici dove il signore soggiornava ed
esercitava il controllo sul suo territorio. Il
modello della curtis si sviluppò durante l’alto
medioevo (VII sec. al X sec.). Caratteristiche di
questo periodo furono le ville romane che erano
state fortificate e circondate da armati. In esse
trovarono rifugio, dagli attacchi barbarici, molti
abitanti dei centri urbani. Per tale ragione queste
unità ebbero un organizzazione sempre più
solida, fino ad arrivare alla struttura che
compone la curtis.
L’IMMUNITAS

I signori delle curtes riuscirono ad ottenere anche
delle agevolazioni come quella dell’immunitas,
ovvero non pagavano le tasse e avevano il potere
di cacciare qualsiasi agente del fisco dal proprio
territorio. Il signore quindi aveva il monopolio di
istituzioni giuridiche, fiscali e amministrative.
CURTIS: TRA FRANCIA E ITALIA
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Le curtes non erano omegenee: si erano formate
nei secoli e spesso i territori di un signore erano
vastissimi. Talvolta, erano separate da altre
proprietà. Queste ultime, per essere gestite al
meglio, vennero suddivise in aziende agrarie
chiamate in Italia curtes e ville in tutti i
territori dominati dai Franchi.
A CHI APPARTENEVA LA CURTIS?
Ogni curtis apparteneva ad un signore, in latino
dominus, che poteva essere:
1. un sovrano;
2. un potente laico;
3. un ente religioso.
Ogni signore poteva possedere più curtes.
Il maggiore proprietario terriero era solitamente
il re.
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DIVISIONE DELLA CURTIS

Ogni curtis era suddivisa in
due parti: la pars dominica
e la pars massaricia. La
prima
era
la
riserva
padronale le cui terre erano
sfruttate ad uso esclusivo del
proprietario. La seconda era
divisa in lotti chiamati
mansi, dati a contadini liberi
oppure a servi in cambio di
canoni in natura o in denaro
e di giornate di lavoro da
prestare sulle terre del
signore.
UNA TIPICA CURTES
GLI OBBLIGHI DI CHI RICEVE UN MANSO
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Il proprietario concedeva ai
contadini terre da lavorare,
protezione in caso di pericolo di
pericolo e cibo in caso di
carestia. Essi, però, avevano da
pagare canoni d’affitto, richiesti
in tre tipi di obblighi:
1. la consegna periodica al signore
di una certa quantità di prodotti
lavorati;
2. il pagamento di un canone
annuo in natura o in denaro;
3. la fornitura di giornate di lavoro
gratuito
nella
riserva
padronale,dette corvées.
Le terze furono un impegno
gravoso perché costringevano i
contadini ad abbandonare i
propri territori nei periodi in cui
il lavoro era maggiore e la loro
presenza era indispensabile. Per
questo furono chiamate angarìe
per indicare il sopruso.
CHI LAVORAVA NELLA CURTIS?

Le terre erano lavorate da tre tipi di lavoratori:
1. I prebendari: i servi medioevali che, a differenza
dei servi di epoca romana, non erano condizionati
dal diritto del signore di decidere sulla sua vita o
sulla sua morte. Potevano crearsi una famiglia e
possedere dei beni. Non erano però riconosciuti
giuridicamente come persone. Non potevano essere
un soldato, non poteva testimoniare e non poteva
far parte del clero;
2. i servi casati: giuridicamente erano liberi. Erano
però vincolati alla terra e facevano parte dei beni
di un podere. Se la proprietà veniva venduta,
anche questi servi cambiavano proprietà con la
terra. Per questo venivano chiamati servi della
gleba (servi della terra).
3. i contadini liberi: erano uomini liberi che
godevano di tutti i diritti. Precedentemente erano
stati piccoli proprietari terrieri. I contratti che
stabilivano i rapporti di concessione dei mansi non
erano scritti ma si basavano su consuetudini.
LA CURTIS … UN SISTEMA CHIUSO?
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Innanzitutto le curtes furono, insieme ai monasteri, i
principali centri della vita economica. Le grandi
aziende agrarie erano organismi autosufficienti, cioè
producevano tutto ciò di cui avevano bisogno. La loro
economia era considerata chiusa poiché avevano pochi
scambi con l’esterno. In realtà, durante i mercati
settimanali,
al loro interno avvenivano scambi
commerciali fra la riserva padronale e i mansi. Le
attività commerciali rendevano inoltre possibile ai
contadini pagare i canoni d’affitto annuali attraverso
il denaro raccolto. La loro attività commerciale si
limitava in ambito locale. Scambiavano soprattutto
cereali, vino, prodotti dell’allevamento e della pesca.
Grazie a questi scambi si diffuse nuovamente la
monetazione in argento, che sostituì le moneto d’oro,
arabe e bizantine.
A CONTATTO CON LA TERRA
Per l’uomo medioevale in generale, ma anche per i contadini o un
signore, il legame con la terra e di conseguenza con le sue attività
era molto forte.
Per l’aristocratico ciò che rappresentava ricchezza , prestigio e potere
era appunto il possesso della terra.
Per il contadino invece un podere in concessione era spesso l’unica
possibilità di sopravvivenza.
Questo era dunque un periodo in cui il lavoro occupava la maggior
parte del tempo, soprattutto perché un contadino a suo carico aveva
non solo la propria famiglia, ma anche alcuni obblighi da rispettare.
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LA GIORNATA DI UN CONTADINO
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La giornata del contadino era caratterizzata
dal lavoro. Venivano svegliati all’alba, ogni
mattina, dagli animali.
Il padre e i figli maggiori andavano a
lavorare nei campi, mentre le donne
tessevano, raccoglievano il legname e si
dedicavano alla raccolta del fieno.
I lavori più pesanti erano riservati agli
uomini, che dovevano recarsi anche alla
riserva del padrone per prestare le corvées.
Le lunghe sere invernali venivano dedicate
ad attività casalinghe come la filatura o la
realizzazione di attrezzi agricoli. Nella
maggior parte dei casi le cose prodotte
venivano vendute nei piccoli mercati locali
per avere di che pagare i canoni in denaro
oppure facevano parte dei canoni in natura
dovuti al signore.
Il contadino della curtis, libero o schiavo che
fosse, benché lavorasse duramente, riusciva
a malapena ad assicurarsi la sopravvivenza.