Joseph Ratzinger - Gian Mario Albani
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Joseph Ratzinger - Gian Mario Albani
Joseph Ratzinger – Benedetto XVI° (1927) A questo mio coetaneo, che eletto Papa ha sempre il sorriso sulle labbra, prova tanta gioia e sembra così timido, non posso perdonare di aver fatto scomunicare nel gennaio del 1997, quando era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (ex Sant’Uffizio), il prete e teologo dello Sri Lanka (Ceylon), padre Tissa Balasuriya. Questo prete, che pare tanto pacioso, aveva pubblicato un libro dal titolo “Mary and human liberation”, dove sosteneva che come tutti i bambini del mondo anche Maria, la mamma di Gesù di Nazaret era nata senza macchia, senza il peccato originale. Certo, sapeva bene che era stata proclamata immacolata nel 1854 (senza macchia), ma soltanto lei, perché destinata a diventare la “madre di Dio” (da lui stesso definito un “mistero incompressibile” – 2000). La scomunica è stata revocata un anno dopo, nel 1998, costringendolo a sottoscrive la professione di fede di Paolo VI° del 1968, che lui aveva tentato di correggere, ma inutilmente. Con ciò facendo violenza alla sua coscienza. Quello che più mi ha indignato è il fatto che lui, Ratzinger, sapeva bene, e da gran tempo che la macchia, il “peccato originale” era una storia ormai incredibile, pur con tutta la buona fede, anche se purtroppo su questa disumanità sta fondato tutto il cristianesimo (per questa notizia si veda la rivista francese “Actualitè religieus” del 15 febbraio 1997 e “il Sacro Monte di Varallo” del marzo 1997 e marzo 1998). Veniamo al libro che appena pubblicato l’ho fatto inviare per primo a lui, con questa lettera: Varallo, 12 dicembre 2009 per Joseph Ratzinger - Benedetto XVI° Città del Vaticano, 00120 – Roma Caro amico, ti ho fatto inviare un mio libro: “Il senso della vita, con tutto che voglie al termine”, fatto pubblicare a mie spese e nel quale, di frequente, sono stato costretto a contestarti. Puoi ben immaginare quanto mi sia costato, ma l’ho scritto con lo scrupolo di essere il più possibile sincero, di fare un po’ di verità, quella povera, umana verità che circa 2000 anni fa è stata crocefissa poco fuori le mura di Gerusalemme. Devi avere soltanto la pazienza di leggerlo, e sarebbe troppo bello che anche tu ti vorrai convertire alla più comune umanità. Lo spero. Grazie, con tanti cordiali saluti. 1 Devo anche aggiungere che nel libro mi ero permesso di dargli un saggio suggerimento, per quanto avrebbe dovuto fare se mai si fosse convertito. Avevo scritto: “sempre nel mio piccolo, io un’idea ce l’avrei: dire la verità, chiudere bottega e convertire tutto l’ambaradan dei possedimenti e della ricchezze della Chiesa cattolica. Per dire: vendere al meglio, con molta calma, tutta la roba vendibile che sta in Roma, nelle diocesi, nelle parrocchie, nei santuari, nelle abbazie, nei conventi, e convertire tutti i soldi ricavati in una sola e grande “Caritas”. Un’agenzia ben ramificata di volontari, formata da donne, uomini e sopratutto da molti giovani che si dedicano, pochi a pieno tempo, tutti gli altri nel tempo libero a prendersi cura dei più bisognosi di aiuti economici, anche con forme di minicredito per avviare piccole e medie imprese nei diversi settori, per assicurare a tutti un lavoro e un reddito, per dotare tutti paesi di asili, di ospedali, di scuole, di sevizi igienici e di prevenzione, oltre che a recare soccorsi morali o spirituali” (pag. 289-290). Certo, non mi attendevo risposta, e però ero convinto che mons. Gianfranco Ravasi doveva averlo informato di chi lo aveva scritto. Così, il 15 marzo mi sono permesso di inviargli un'altra lettera. A Joseph Ratzinger, Benedetto XVI° - Città del Vaticano in Roma. Caro amico, faccio seguito alla mia del 12 dicembre scorso, con la quale ti annunciamo l’invito del mio libro, che penso avrai letto. Di solito, chi esce da un sodalizio, chiesa o partito è pieno di risentimento, persino ingiusto, astioso. Così non si può dire di me, anche perché stavo già sulla soglia, considerato nel 1968 un cattolico del dissenso. Invece avrai notato la mia preoccupazione, perché tutto ormai sta venendo allo scoperto, e tu hai mostrato di essere tra i più avvertiti, almeno per quello che riguarda l’esercizio del potere, il più arcaico e nefasto dei poteri, quello del sacro, del religioso, che non viene da Dio (Rm.13,1), ma che consente a te e ad altri consacrati di sottomettere e terrorizzare, di fare violenza alle coscienze di tante donne, di tanti uomini, di tanti giovani, fin da ragazzi. Questo - a mio parere - è anche peggio di far delle violenze fisiche, come usano fare alcuni preti pedofili sui minori affidati alle loro cure, anche se lasciano segni per tutta la vita. Tu sai che Dio è una nostra creazione, sai che Cristo non è mai venuto, sai che alla fine della storia non ci sarà alcun “giudizio finale”, così come descritto nel vangelo attribuito a Matteo (25. 31-46). Però sai pure, come altri consacrati, che il bisogno di credere in qualcuno e sperare in qualcosa è umano, forse troppo umano. E appunto su questo bisogno voi consacrati speculate, approfittando di molti che non si vogliono rassegnare a essere ridotti in polvere, anche se questo corrisponde al disegno, o per meglio dire alla maledizione inflitta del creatore a tutte le sue creature - così come sta scritto in Genesi 3,19 - che per dogma di fede voi dovete considerare “parola di Dio”. E se invece fosse vero che Cristo è venuto, e che ci giudicherà alla fine della nostra vita e della storia? Ecco, allora andremo a ridere, perché di sicuro voi, come tanti altri spergiuri, mendaci, omicidi, ladri, truffatori, potenti e prepotenti sarete destinati a patire la pene dell’inferno, senza fine. Il fatto è 2 che tu, come altri consacrati sapete bene che questo non avverrà, che purtroppo “l’ingiustizia della storia avrà l’ultima parola”, per dirla con Max Horkheimer. Ed è proprio questo vostro mentire sapendo di mentire che corrompe tutto e tutti, da 2000 anni ormai. Così, nel mio piccolo, con questa ultima mia fatica ho cercato di farlo intendere al meglio delle mie possibilità. Poi avvenga qual che deve venire, perché davvero: “Nessuno e niente risponde per la sofferenza dei secoli. Nessuno e niente garantisce che il cinismo del potere – sotto qualunque rivestimento ideologico si presenti – non continui a spadroneggiare nel mondo” (dalla tua “Spe salvi” del 2007 al n.42). Nasce da qui il nichilismo più disperato che induce al suicidio tanti nostri ragazzi, anche loro costretti a ammettere che Dio non esiste, e non “governa il mondo” (tua “Deus caritas est” del 2005), dati i tanti disastri che da sempre stanno accadendo. Adesso vedi tu, perché quelli che hanno letto o leggeranno il mio libro si attendono almeno una tua risposta alla più semplice delle mie domande: se Gesù di Nazaret era così buono e aveva fatto tanto bene a quel suo popolo, perché è stato condannato e messo in croce? Ma temo aspetteranno invano. Stammi bene. Mi stavo rendendo conto che rispondere alle domande più semplici aiuta a fare verità. E però, pressato dai silenzi di molti ai quali avevo fatto inviare il libro non mi davo pace. Volevo almeno essere sicuro che le mie lettere fossero giunte al mio coetaneo, e cosi mi decido a mandare un fax alla Segreteria di Stato in Vaticano. Varallo, 18 maggio 2010 Al Redazione Portale S.C.V. Palazzo del Governatorato - fax 06 69 88 57 20 Stim.mi Signori, sono solito usare questo numero di fax per inviare lettere al mio coetaneo Joseph Ratzinger, a Benedetto XVI°. Se possibile, vorrei essere assicurato che vengono recapitate almeno alla sua segreteria, altrimenti - sempre se possibile indicatemi voi un indirizzo di posta elettronica dove di tanto in tanto possa inviargli la mie lettere. Ho 83 anni, con un ictus, cammino male e voglio evitare di andare all’ufficio postale per spedire. Il mio fax non riceve, e quindi attendo una vostra cortese risposta per posta elettronica. Grazie e cordiali saluti. Il 24 maggio ricevo questa e-mail: 3 Ho usato poche volte questo indirizzo per inviare lettere al Papa, sempre tramite il suo Segretario particolare, mons. Georg Genswein. L’ultima volta l’ho usato per invitarlo a leggere quanto scritto in questo mio sito. Eccola: Varallo, 5 dicembre 2012 Caro Joseph Ratzinger, povero amico mio, devo manifestarti tutta la mia pena. Fin da ragazzo tu hai voluto perseguire il più nefasto, il più diabolico dei poteri: quello del sacro. Il teologo Romano Guardini, a te noto e da te molte volte citato, lo aveva definito “demoniaco” (1951). E proseguiva scrivendo che “alla luce della Rivelazione” (scritti antichi), l’individuo che esercita questo potere “sembra che egli non esista più in quanto soggetto, e che l’azione passi semplicemente attraverso di lui, semplice anello di una catena” (Die Macht – Il potere, p.17 e 18). Il guaio è che tu, il sommo pontefice della Chiesa cattolica, sei il primo anello della catena dei con-sacrati, che esercitando quel diabolico potere mirano a sottomettere le nostre coscienze, e però dietro o sopra di te, ma anche di loro non c’è nessuno. Non Dio né Cristo. “Nessuno e niente risponde per la sofferenza dei secoli” (42). Questo lo hai scritto tu, nella tua seconda enciclica del 2007, la “Spe salvi”, e quando io l’ho letto, non ho avuto più dubbi: Dio non esiste, lo abbiamo immaginato noi. Chi altri se no? Adesso, nel tempo libero, leggi quello che dal 2007 sono andato scrivendo, sempre preoccupato dell’avvenire delle nuove e future generazioni. Sta su Google: Gian Mario Albani. Con tanti saluti e auguri di pace e bene. *** Il giorno 11 febbraio 2013 (anniversario della sottoscrizione del “Patti Lateranensi” tra la Chiesa cattolica e lo Stato fascista), Joseph Ratzinger ha annunciato le sue dimissioni – meglio - la sua abdicazione da Papa-Re (dello Stato Città del Vaticano), a far tempo del 28 febbraio 2013, ore 20. Ognuno di noi è il suo mistero, sempre da rispettare. Torna ai nomi Home 4