Gennaio - Arcidiocesi di L`Aquila

Transcript

Gennaio - Arcidiocesi di L`Aquila
il concorso
www.laquila.chiesacattolica.it
Si premiano i presepi
L’AQUILA
Pagina a cura
di don Claudio Tracanna
Piazza Duomo
33 67100 L’Aquila
tel.086223165
fax:0862410465 email:
Domenica,
3 gennaio 2010
[email protected]
i è concluso ieri con successo il 3°
concorso "La strada dei presepi". 25
S
le opere presentate. Molte di contenuto
sociale, culturale e religioso. Quasi tutte
le opere hanno un chiaro richiamo alla
tragedia del 6 aprile, in tutte emerge
forte il concetto cristiano della rinascita
in Cristo. Premiazioni il 6 gennaio alle
16 nella parrocchia S. Panfilo in
Villagrande di Tornimparte.—
il segno. Nell’ultimo giorno dell’anno L’Aquila è stata interessata dalla 42ª
Marcia per la pace. Dal buio di via XX Settembre alla luce di piazza D’Armi
Quelle fiaccole che dicono speranza
Un momento della 42ª Marcia per la pace
La custodia del creato al centro della
Giornata di quest’anno. In città
anche un momento ecumenico
e vuoi coltivare la pace
custodisci il creato».
Questo il tema scelto da
Benedetto XVI per la 43esima
Giornata mondiale della pace,
celebrata il primo giorno del
nuovo anno, per ricordare che «la
creazione è l’inizio e il
fondamento di tutte le opere di
Dio», e la sua salvaguardia è
essenziale «per la pacifica
convivenza dell’umanità».
L’evento è stato preceduto il 31
«S
Collemaggio la nuova cattedrale
all’1 gennaio la cattedrale dell’Aquila è la
basilica di Collemaggio, messa in
D
sicurezza e resa temporaneamente agibile per
la Messa della notte di Natale. Lo ha
annunciato il vescovo ausiliare D’ercole
sottolineando l’importanza che da sempre la
chiesa ha per gli aquilani considerata anche
la ricorrenza dell’ottavo centenario della
nascita di Celestino V. La situazione rimarrà
invariata in attesa della ricostruzione della
basilica legata al santo del Morrone.
dicembre dalla
42esima marcia
per la pace,
organizzata dalla Conferenza
episcopale italiana in
collaborazione con Pax Christi e
Caritas, partita quest’anno da
Terni, dove si è
tenuta la tavola
rotonda su
"Custodire la pace
ed il creato", e
giunta nel tardo
pomeriggio all’Aquila. Migliaia di
persone, per lo più giovani
provenienti da ogni parte d’Italia,
si sono ritrovati in piazza Duomo,
nel cuore della città
ferita; assieme a loro
anche don Ciotti, che
con la sua presenza ha
voluto dimostrare
ancora una volta
«affetto e solidarietà
verso questo territorio
la Messa di inizio ministero
e la sua gente, in piena
coerenza con l’appello
del Santo Padre. Se si
D’Ercole, un inizio con gesti d’amore
fosse rispettato e difeso
il territorio, quella
Aquila bella me’: che te possa revede’». Ha strappato
notte all’Aquila molte
applausi il vescovo ausiliare Giovanni D’Ercole, immeMonsignor D’Ercole
vite sarebbero state
diato ed efficace dal pulpito di Pettino, così come fa da anni in
risparmiate. Bisogna
tv, citando questo famoso detto aquilano ancora più significacamminare nella giustizia per
tivo oggi che L’Aquila ha perso la sua bellezza apprezzata da tutti. Una grancostruire la pace». La marcia ha
de folla, il 20 dicembre scorso, ha assistito alla Messa d’inizio ministero paattraversato il centro della città
storale del primo collaboratore di Molinari, che ha ricevuto, al termine deldopo un momento ecumenico
la Messa, la delega dal metropolita sull’amministrazione dell’ente Arcidiopresieduto da monsignor Miglio,
cesi di L’Aquila e sui rapporti e la gestione del clero diocesano. Toccante il
vescovo di Ivrea e presidente della
gesto di D’Ercole all’inizio della Messa: ha baciato il suolo aquilano e ha abCommissione episcopale per i
bracciato una famiglia, un religioso, una religiosa e poi il sacerdote più anproblemi sociali e il lavoro, la
ziano, don Guido Fattore e il più giovane, don Gennaro Pino Del Vecchio.
giustizia e la pace della Cei. Il
Con Molinari e D’Ercole hanno concelebrato il nunzio apostolico in Italia,
presule ha ribadito l’importanza
Giuseppe Bertello, il segretario del pontificio Consiglio per la Famiglia, Jean
del creato, «primo dei beni
Laffitte (ordinato vescovo con D’Ercole), l’arcivescovo di Campobasso-Bojacomuni», e «l’urgenza verso i
no, Giancarlo Maria Bregantini e il segretario particolare del Papa, don Georg
problemi ambientali»,
Genswein, a sottolineare la vicinanza costante del Santo Padre per le poposoffermandosi sul messaggio di
lazioni colpite dal sisma.
Benedetto XVI per la Giornata
Il calore degli aquilani ha riscaldato i cuori e non solo visto che fuori la temmondiale della pace. Parole di
peratura ha raggiunto i meno 15 gradi. C’erano anche fedeli da Morino e da
speranza anche per gli aquilani
Roma.
presenti: «Siamo qui per
«L’
confermare la nostra solidarietà
ad un territorio divenuto cuore
del nostro Paese, delle nostre
Chiese». Passando per i luoghi
simbolo del terremoto, la marcia
ha sostato davanti alle macerie
della casa dello studente,
ascoltando la testimonianza di chi
quella notte ha perso lavoro e
certezze, come Angela, di chi non
ha più un passato, rifiuta il
presente, non vede il futuro, come
Giustino. Migliaia di fiaccole
hanno illuminato via XX
Settembre, via del dolore e della
morte: scende qualche lacrima
non solo dai volti di chi
guardando i resti della propria
città rivive quei momenti
drammatici ma anche di chi,
venuto da lontano, si sente
coinvolto, vuole condividere una
tragedia di tale portata. E dopo il
buio del centro la luce di piazza
D’Armi, luogo che per mesi ha
ospitato migliaia di sfollati: qui,
in una tenda - struttura allestita
per l’occasione, l’arcivescovo
dell’Aquila, monsignor Giuseppe
Molinari, ha presieduto la
celebrazione eucaristica, animata
dal coro dei giovani
dell’arcidiocesi. Nel corso
dell’omelia monsignor Molinari si
è rivolto alla sua gente:
«Sull’Aquila, capitale del dolore,
una grande croce si è innalzata,
con su scritti i nomi di chi è stato
ucciso dal terremoto, di chi ha
perso casa e lavoro». Dopo mesi
così dolorosi per l’intera città,
«che il nuovo anno sia pieno di
solidarietà e speranza, una
speranza costruttiva soprattutto di
nuovi rapporti tra tutti». Un anno
in cui possa trovare spazio l’amore
vero, quello di cui parla san
Paolo, e la pace; ma «se vogliamo
costruire la pace dobbiamo
ritrovare la nostra unione con
Gesù Cristo e con i fratelli».
Al termine della celebrazione
eucaristica ha preso la parola il
nuovo vescovo ausiliare
dell’arcidiocesi aquilana,
monsignor D’Ercole, che ha
ringraziato gli organizzatori della
marcia e ha rivolto un saluto ad
una comunità «che non vuole
morire ma vuole andare avanti»
grazie anche al sostegno di tanti
che fin ora le sono stati accanto. È
questo l’augurio per i numerosi
aquilani presenti alla marcia,
abitanti di un territorio ferito e
smarrito, che hanno voluto
partecipare a questo evento
«perché è giusto esserci, perché
non possiamo abbandonare o
dimenticare la nostra città, perché
dobbiamo fare qualcosa per la
nostra Chiesa, la nostra
comunità». Una volontaria della
Caritas aquilana ha commentato:
«Credevo che la partecipazione
sarebbe stata inferiore alle
aspettative. Invece tante persone
sono arrivate qui da molto
lontano per darci sostegno, forza.
E il coraggio di andare avanti».
il gesto
Dalla città ferita l’invito
a una nuova convivenza
uest’anno tante manifestazioni si sono svolte e si svolgeranno a L’Aquila. Tra queste anche la Marcia della pace che
è alla sua quarantaduesima edizione. La marcia, che si è svolta la sera del 31 dicembre, è organizzata ogni anno dalla Cei, Ufficio per i problemi sociali e del lavoro, dalla Caritas, da Pax Christi
e dalla diocesi ospitante.
Circa 2000 partecipanti soprattutto giovani che hanno ripercorso
quella che per gli aquilani è la "via dolorosa", via XX settembre. La
marcia ha preso il via dal cuore della cosiddetta "zona rossa", piazza Duomo, per proseguire, dopo un momento di preghiera ecumenico condiviso in particolar modo con il pastore della parrocchia ortodosso-rumena di L’Aquila, lungo via XX Settembre dove,
il 6 aprile, venne brutalmente interrotta la vita di intere famiglie e
dei tanti giovani della Casa dello studente. La marcia ha terminato il suo cammino a piazza d’Armi, luogo in cui venne insediata la
prima tendopoli che poi diventò la più grande con una forte concentrazione di persone non italiane.
Significativo, dunque, è stato l’approdo della Marcia della pace di
quest’anno. A piazza d’Armi, nel
luogo dove hanno cercato di convivere pacificamente persone provenienti da varie parti del mondo
nei giorni del post-sisma, ha risuonato l’invito di tutta la Chiesa al mondo a vivere nella pace.
«La pace – scriveva Paolo VI nel
messaggio con cui istituiva la
Giornata mondiale – si fonda soggettivamente sopra un nuovo spirito, che deve animare la convivenza dei Popoli, una nuova mentalità circa l’uomo e i suoi doveri
Messaggi e gesti
e i suoi destini… Una nuova pesi sono succeduti
dagogia deve educare le nuove generazioni al reciproco rispetto dela piazza d’Armi,
le nazioni, alla fratellanza dei ponel luogo dove
poli, alla collaborazione delle genti fra loro, anche in vista del loro
si sono ritrovate
progresso e sviluppo».
persone provenienti
Quest’anno il tema scelto dal Santo Padre come è noto è "Se vuoi
da varie parti
coltivare la pace, custodisci il creadel mondo
to". Proprio il tema scelto porta
soprattutto noi terremotati a pennei giorni successivi
sare a tragedie come quella di Mesal terribile sisma
sina oppure a quella di Ischia. Scrive Benedetto XVI nel suo messaggio per la 43ª Giornata della pace: «Se a causa della crudeltà dell’uomo sull’uomo, numerose sono le minacce che incombono sulla pace e sull’autentico sviluppo umano integrale - guerre, conflitti internazionali e regionali, atti terroristici e violazioni dei diritti
umani -, non meno preoccupanti sono le minacce originate dalla
noncuranza - se non addirittura dall’abuso - nei confronti della terra e dei beni naturali che Dio ha elargito. Per tale motivo è indispensabile che l’umanità rinnovi e rafforzi quell’alleanza tra essere umano e ambiente, che deve essere specchio dell’amore creatore di Dio, dal quale proveniamo e verso il quale siamo in cammino…».
Dall’Aquila terremotata, dunque, ha risuonato l’appello al rispetto del creato per favorire la pace, appello che, come disse Paolo VI
nel citato messaggio, «non intende qualificarsi come esclusivamente religioso, cattolico ma vorrebbe incontrare tutti i veri amici della pace come fosse iniziativa loro propria».
Appello che inviato dall’Abruzzo assume un significato particolare: unisce la sofferenza alla speranza, la solitudine alla solidarietà,
la ricostruzione delle case alla ricostruzione dei cuori, le parole rassegnate alle parole di speranza.
Q
in breve. Il vescovo ausiliare
incontra gli aquilani sulla costa
Si fa festa per sentirsi comunità
Riaperta la chiesa di Sant’Egidio a Navelli. Il primo
A Cese di Preturo la
parrocchia in prima
linea per accogliere
i nuovi arrivati
gennaio è stata riaperta la chiesa di Civitaretenga nel comune di Navelli mentre molte parrocchie "vivono" ancora in tenda e attendono una sistemazione.
Ieri celebrazione a Giulianova. Ieri il vescovo ausiliare, monsignor Giovanni D’Ercole, ha celebrato una Messa nella parrocchia
dell’Annunziata a Giulianova (Teramo) con gli aquilani residenti sulla costa.
Oggi Messa a Montesilvano e visita agli sfollati. Oggi visita del vescovo ausiliare D’Ercole ai residenti aquilani sulla costa. Il presule celebrerà la santa Messa nella parrocchia San Giovanni Bosco di Montesilvano (Pescara) e al termine visiterà gli aquilani
negli alberghi dove risiedono.
Mercoledì e domenica a Collemaggio. Mercoledì 6 a Collemaggio, ore 18.30, l’arcivescovo Giuseppe Molinari presiede la Messa concelebrata dal vescovo ausiliare Giovanni D’Ercole, e da alcuni
sacerdoti. Il 10 gennaio, sempre a Collemaggio, alle 18.30, monsignor D’Ercole presiede la Messa concelebrata da alcuni sacerdoti.
Inaugurazione Scuola «Dottrina cristiana». L’8 gennaio alle ore 15 verrà inaugurata la scuola provvisoria (Musp) delle
Suore della Dottrina Cristiana in via Madonna di Pettino.
DI ALESSANDRA CIRCI
«I
nsieme facciamo
festa». Questo il
titolo del pomeriggio
organizzato dalla parrocchia
di Cese di Preturo lo scorso
28 dicembre. Il parroco don
Jean Claude, in
collaborazione con la
comunità, ha dato vita ad
una vera e propria festa
nella tenda - struttura messa
a disposizione dalla
Protezione civile -, per
accogliere i nuovi arrivati: gli
abitanti delle strutture
antisismiche, costruite dallo
Stato in seguito al terremoto
del 6 aprile per gli aquilani
che hanno perso la casa. Le
abitazioni, assegnate dopo
la compilazione di liste
provvisorie, sorgono su 19
siti, collocati nelle zone
periferiche della città: 4600
appartamenti per 17000
persone. Le prime consegne
sono iniziate il 29 settembre
a Cese di Preturo, dopo soli
75 giorni di lavoro
ininterrotto. Queste nuove
case, date in comodato
d’uso gratuito per un anno,
sono sicure, accoglienti,
arredate con gusto, fornite
di elettrodomestici, stoviglie,
lenzuola, asciugamani.
Hanno tutto ciò che occorre
per vivere in modo
dignitoso, ma la speranza di
chi già dorme su un letto
comodo è che prima o poi
si possa tornare nella
propria abitazione; la casa
dove sono nati e cresciuti i
figli, piena di affetto, calore,
ricordi. È difficile accettare
quanto accaduto, e staccarsi
dal proprio passato,
ricominciare da zero.
Quello che più manca è il
contatto con gli amici, la
possibilità di avere occasioni
per riunirsi. C’è bisogno di
stare insieme, di
condividere, di vivere in
comunione un momento
così difficile e delicato.
Questo è il motivo che ha
spinto don Jean Claude ad
organizzare la festa
dell’accoglienza, per dare
modo ai nuovi arrivati di
sentirsi ancora parte di una
comunità. Alla presenza
dell’arcivescovo Giuseppe
Molinari e del vescovo
ausiliare Giovanni D’Ercole,
alcuni ragazzi della
parrocchia hanno eseguito
canti religiosi e profani il cui
filo conduttore è stata la
speranza. Evidente è la
soddisfazione del parroco:
«C’é stata una
Un momento della festa parrocchiale
partecipazione sentita e
intensa, quasi inaspettata. È
stato un bel momento di
condivisione». Perché è
fondamentale ricostruire le
case ma è necessario
occuparsi anche di ricucire il
tessuto sociale, di riedificare
moralmente e
spiritualmente l’intera città.
1