1 NUX VOMICA Husemann U. Avvelenamenti da

Transcript

1 NUX VOMICA Husemann U. Avvelenamenti da
NUX VOMICA
Husemann U. Avvelenamenti da sostanze vegetali, in: Penzoldt F, Stintzing R. Trattato di terapia speciale medica,
Napoli, 1897, vol. II: 354-355
Rientrano nel concetto di stricnismo, oltre gli avvelenamenti con la stricnina e i suoi sali, gli avvelenamenti con i semi
di strychnos nux vomica, come pure coi semi esotici, che vanno designati come fava di S. Ignazio, specialmente attivi
per il suo contenuto di stricnina. In queste droghe, insieme alla stricnina, si trova un altro alcaloide, che ha la stessa
virtù della stricnina, ma 40 volte più debole: cioè la brucina. La noce vomica è un forte veleno tetanico, in quanto,
aumentando l’azione riflessa del midollo spinale, provoca convulsioni tetaniche.
Appunti da medline. I semi secchi della strychnos nux vomica, denominata “maqianzi” in cinese, contengono 1-1,4%
di stricnina e brucina, rispettivamente. Nella medicina tradizionale cinese, tali semi, dopo aver subito una riduzione
della tossicità, sono usati in decotto per i reumatismi, i disturbi muscolo-scheletrici e la paralisi degli arti. Una donna di
42 anni assunse circa 15 grammi in due dosi (a distanza di 7 ore l’una dall’altra), sebbene la raccomandazione fosse di
assumerne 0,3-0,6 grammi. Stette apparentemente bene dopo la prima assunzione. Ma, un’ora dopo la seconda, ebbe
improvvise contrazioni toniche di tutti i muscoli degli arti e uno spasmo del metacarpo della durata di 5 minuti,
difficoltà nella respirazione, malessere toracico e parestesia periorale. La seconda assunzione di decotto era,
probabilmente, più concentrata della prima, a causa della evaporazione. Al ricovero, la donna si lamentava del dolore
muscolare e della astenia. Mostrava i segni di iperventilazione e manifestava debolezza agli arti. Tutti i sintomi
migliorarono nel giro di poche ore. Questo caso illustra come i semi di nux vomica possano indurre un quadro clinico
del tutto sovrapponibile a quello dell’avvelenamento da stricnina. Pertanto, nei pazienti con spasmi muscolari o
convulsioni non altrimenti spiegabili, pertanto, quando abbiano assunto fitoterapici, non bisogna mai escludere, nella
diagnosi differenziale, un avvelenamento da tale pianta1. La determinazione di stricnina e brucina, nei semi della pianta,
può essere facilmente e semplicemente eseguita con HPLC2. Tali alcaloidi sono realmente responsabili degli effetti di
avvelenamento della pianta3, la cui farmacocinetica è stata ampiamente studiata nei ratti e, per estrapolazione,
nell’uomo4. La brucina, in particolare, è stata utilizzata, anche nella sua forma N-ossidata, per la sua azione analgesica e
anti-infiammatoria, con vari modelli sperimentali5. Gli effetti antinocicettivi sono stati dimostrati anche per gli altri
alcaloidi e per i semi interi6 La pianta intera possiede una evidente azione anti-diarroica, come altre piante, che
contengono metanolo7. Tra i vari componenti, dobbiamo considerare anche i polisaccaridi, tra cui i galactomannani e
galactani8. Alcuni di questi, identificati nella nux potatorum e nelle altre specie, tra cui la strychnos, hanno una
interessante attività coagulativa9.
Hahnemann (Tentativo di individuare un nuovo principio per scoprire il potere curativo delle sostanze farmacologiche,
accanto ad alcuni cenni su quelli impiegati finora, 1796. Quaderni di ARIO, 1994 vol. III: 41-43
I semi della strychnos nux vomica contengono sostanze molto efficaci: ma i sintomi patologici che esse provocano non
sono ancora ben noti. La maggior parte di ciò che al riguardo conosco è nato dalla mia esperienza. Essi provocano
vertigini, paura, brividi di freddo e, nel loro effetto secondario, una certa immobilità di tutte le parti, come minimo degli
arti, insieme a uno stiramento convulsivo, a seconda della potenza di somministrazione. Per questo, si sono resi utili
non solo, come sappiamo, nelle febbri intermittenti in generale, ma specialmente in quelle apoplettiche. La fibra
muscolare raggiunge, durante la prima azione diretta, una particolare mobilità e il sensorio viene elevato
patologicamente a una sorta di ebbrezza, accompagnata a paura e timidezza. Si sviluppano convulsioni. L’eccitabilità
sembra esaurirsi con questo effetto continuo sulle fibre muscolari, dapprima nelle funzioni vitali e animali. Passando
all’azione secondaria indiretta, viene alla luce una attenuazione della eccitabilità, prima nello svolgersi delle funzioni
vitali (sudorazione generale), poi di quelle animali, infine di quelle naturali. In quest’ultimo caso l’effetto secondario
perdura più giorni. Durante l’azione secondaria si attenua la sensibilità. È difficile affermare con precisione se, durante
l’azione diretta, la forza del tono muscolare diminuisce e se, durante l’effetto secondario, viene tanto più elevata, ma si
può affermare con sicurezza che la contrattilità delle fibre viene meno durante l’effetto secondario, tanto quanto era
stata innalzata dall’azione diretta. Se questo si considera verità, esso produce un attacco abbastanza simile ai parossismi
isterici o ipocondriaci e risulta chiaro come sia stata così spesso utile contro questo male. La tendenza a provocare,
durante l’iniziale azione diretta, contrazioni e spasmi muscolari e infine ridurre il più possibile la contrattilità
muscolare, durante l’azione secondaria, mostra una tale somiglianza con l’epilessia, che si potrebbe presumere, già da
queste cose, che possa curare un tale male, se l’esperienza non lo dimostrasse già. Dato che essa provoca, oltre alle
vertigini, alla paura e ai brividi di febbre, una sorta di delirio, che consiste in visioni vivaci, talvolta terrificanti, insieme
a una tensione nello stomaco, una volta sconfisse la febbre in un artigiano di campagna, laborioso e riflessivo, che
iniziò con una tensione allo stomaco, alla quale si aggiunse improvvisamente una vertigine che lo fece cadere; la
vertigine gli lasciò una specie di confuzione mentale, con immagini terrificanti e ipocondriache, paura e spossatezza. La
mattina era relativamente vivace, non era spossato e solo il pomeriggio alle 2 cominciò l’attacco. Gli venne
somministrata la nux vomica in dosi crescenti, una volta al giorno: migliorò; ma alla quarta somministrazione, che
conteneva 17 grani, si sviluppò una forte paura, con immobilità e rigidità degli arti; tutto terminò con una abbondante
sudorazione. La febbre e gli attacchi nervosi erano scomparsi e non ricomparvero più, malgrado fosse stato colpito, per
1
molti anni, da tali improvvisi parossismi, anche senza febbre. Sfruttai la tendenza, che la noce vomica possiede, di
provocare spasmi del basso ventre, paura e dolori allo stomaco, in alcuni casi di febbre dissenterica, senza dissenteria.
In questo caso attenuò, in modo efficace, il disagio in tutti gli arti, il fastidio, la paura e l’oppressione allo stomaco; lo
stesso fece nei malati, ma dal momento che questi avevano una semplice dissenteria senza diarrea, rese le feci ancora
più rare, per la sua tendenza a provocare stipsi. I segni di alterazione della bile si manifestarono e le dejezioni
dissenteriformi, malgrado fossero più rare, erano associate allo stesso tenesmo anale di prima, ugualmente duraturo e
della stessa sgradevole natura. I sintomi della perdita di gusto, o quelli dell’alterazione del gusto, rimasero. La tendenza
ad attenuare i movimenti peristaltici diviene, per questo, svantaggiosa nella dissenteria vera e pura. Sarà più utile nelle
diarree, anche in quelle simili alla dissenteria, almeno come palliativo. Con il suo uso vidi svilupparsi dei movimenti
spastici sotto la pelle, particolarmente nei muscoli addominali, come un animale vivo.
Hahnemann (Les obstacles a la certitude et a la simplicité della médicine pratique sont-ils insurmontables? Publié en
1797 dans le Journal de Hufeland. Études de Médecine homoeopatique, Paris, 1855, chez J.-B. Bailliére: 517-9)
Un giovane di venti anni, magro e debole, aveva, dalla sua infanzia, un asma spasmodico, che aumentava all’inizio
dell’autunno, fino a inverno inoltrato e diminuiva poco a poco in primavera. Ogni anno la malattia peggiorava e il
giovane pensava di morire. Tutte le volte che il barometro si abbassava, che il vento di sud-est e soprattutto quello del
nord soffiava, che il tempo volgeva a tempesta o neve, insorgeva un prolungato accesso di asma, durante il quale
respirava solo con grande fatica, quasi sempre sul punto di soffocare. Gli intervalli erano riempiti da accessi meno
intensi, provocati dalle cause più banali, quali un colpo d’aria, un odore forte, la povere o il fumo. Lo lasciai nella casa
del padre, esposta a tutti i venti e a tutte le intemperie; non cambiai nulla del suo regime, se non prediligere le cose più
sostanziose e gli raccomandai il lavoro nei campi, se le forze lo permettevano. La mia prima prescrizione fu ipecacuana
alle dosi più piccole, che aumentai fino a 5 grani, senza che da ciò risultasse nausea, ma solo una purgazione con
l’ultima dose; la polvere di cloruro di antimonio (polvere di Algaroth) e il solfato di rame, ambedue alla dose di ¼ di
grano, non fecero di meglio; asarum mostrò, ugualmente, una tendenza non favorevole. Passo sotto silenzio gli altri
rimedi celebrati contro l’asma, che non fecero di più; solo la scilla e la china, somministrate singolarmente, resero
peggiore l’asma e la tosse più frequente, più corta e più secca. Alla fine, feci ricorso alla nux vomica: 4 grani, due volte
al giorno, diminuirono poco a poco, ma sensibilmente, la abituale costrizione toracica; gli accessi asmatici cessarono,
anche durante i giorni peggiori dell’autunno e anche in inverno, qualunque fosse lo stato barometrico, l’umidità e il
clima. Il malato dormiva la notte, le sue forze si ristabilirono e, con queste, l’allegria. Un forte raffreddamento
ripropose qualche vestigia di asma, che non tardarono a scomparire.
Hahnemann (Sulla febbre dominante, 1809, in: Lesser writings, B. Jain publishers, New Delhi: 563-4), a proposito di
una forma epidemica del 1808, che mostrava notevoli somiglianze con gli effetti sperimentali della nux vomica
(peraltro ripresi da Fragmenta de viribus medicamentorum positivis), anche se l’omeopatia maggiore si identificava con
gli effetti di arsenicum album
Rigiditas artuum – juncturarum mobilitas diminuta – torpor omnium membrorum – instabilitas, infirmitas pedum,
genuum – lassitudo ingens – tremor – tremor pedis alterutrius et genuum – lapsus virium subitus – sincope – gravitas
capitis ebriosa, vertiginosa – ebriosa capitis obtenebratio – vertigo cum scotomia – nisus in decubitum – impotentia
caput erigendi, in dorso reclinati ob vertiginem et scotomiam – respiratio extra lectum angusta, difficilis; in lecto justa –
dolor pectoris respirationem suffocans – anxietas ingens – palpitatio – anxietas autochiriae cupida – mortis timor –
mortem instare putat – anxietas diaphoresim gignens, ad minimum frontis – post anxietatem nausea, vomituritio –
deliquescentia cordis – horripilatio primo, tum calor angorem creans – horrescentia – genae calidae cum orrore interno
– faciei caloris sensus cum orrore corporis caeteri – calor internus capitis cum frigore corporis – ardor in oculis sine
inlammatione – calor cum lecti appetentia – dilacerans capitis dolor eundo auctus – pulsationes vel ictus aliqui in capite
– aëro libero auctus capitis dolor et crurum lassitudo – anorexia cibi – anorexia maxime panis – regurgitatio amari et
acidi saporis – impatientia parvorum malorum – pavor – phantasiae nocturnae semi-vigiles – phantasiae delirae
terribiles – eruptio miliari ardenti pruriens – ardens pruritus per totum corpus.
Hahnemann (Segni dei tempi, nel sistema ordinario della medicina, 1809, in: Lesser writings, B. Jain publishers, New
Delhi: 567-8), a proposito della terapia omeopatica delle odontalgie, per le quali esistono diversi farmaci, a seconda
delle diverse modalità del disturbo
…Un’altra medicina particolare (nux vomica), del tutto differente dalle altre, è necessaria per la cura di quella
odontalgia che insorge su un dente cariato, con dolore tirante, ulcerante, come fosse estratto dalla sua cavità, e una
singola, grossolana, fitta, che scuote tutto il corpo, insieme ad un gonfiore suppurativo (epulide), dolente, nella gengiva.
Di solito si manifesta la mattina presto nel letto, non permette di masticare, generalmente ritorna e si aggrava molto
aprendo la bocca all’aria aperta e con il lavoro mentale della lettura e della riflessione. In genere colpisce solo le
persone dal temperamento affrettato e collerico, che sono rese irritabili dall’alcool e dal caffè e non lo sono molto
all’aperto…
2
Hahnemann (dal I volume, 3° edizione, 1830)
È richiesta molto frequentemente da quelle persone che hanno un temperamento ansioso, zelante, fiero, caldo, o una
disposizione maliziosa, malvagia, irascibile. Se le regole arrivano, di solito, con qualche giorno in anticipo, e sono
troppo abbondanti, i disturbi che rimangono o insorgono, dopo la loro scomparsa, sono del tutto convenienti alla nux
vomica. Si è trovato che questa medicina, somministrata qualche ora prima di andare a letto, agisce più dolcemente che
quando data in altri momenti della giornata; le eccezioni a questa regola sono i casi di necessità urgente. La sua
somministrazione al mattino, a stomaco vuoto, si presenta con molti inconvenienti nelle persone sensibili, in quanto
manifesta i sintomi più frequenti e severi, immediatamente dopo aver camminato al mattino. Di frequente i sintomi
insorgono immediatamente dopo mangiato e durante lo sforzo mentale. Quindi faremmo uno sbaglio a somministrarla
immediatamente dopo un pasto, a meno che non sia possibile evitarlo. Tra gli altri disturbi, molte malattie croniche, e
anche le cattive conseguenze che insorgono dopo aver bevuto molto caffè e vino, soprattutto quando lo stile di vita è
sedentario e al chiuso, e tali affezioni sono provocate da un prolungato lavoro mentale, trovano il loro rimedio in questi
semi; come anche molte malattie epidemiche e altre febbri acute, specialmente quelle che hanno la fase del calore prima
del brivido, oppure mescolato ad esso. I seri disturbi dovuti al freddo sono spesso rimossi da essa. E così, inoltre,
questa medicina è molto utile quando lo stato del paziente peggiora al mattino e quando si sveglia intorno alle 3 a.m., e
deve stare disteso per molte ore, sveglio, con l’intrusione di idee irrefrenabili, e solo involontariamente cade in un
sonno pieno di sogni oppressivi quando è mattino inoltrato, dal quale si sveglia più affaticato di quando si era sdraiato
la notte, e non ha voglia di alzarsi; come anche per coloro i quali non possono trattenersi dall’addormentarsi la sera,
molte ore prima di coricarsi, anche mentre sono seduti. Quando, per una dose troppo forte, o per un uso non
omeopatico, essa provoca considerevoli effetti nocivi, la sua azione può completamente e velocemente essere rimossa
da poco vino, brandy e camphora. Per la cefalea e l’anoressia che produce l’antidoto appropriato è il caffè; per i sintomi
paralitici, cocculus; per l’ipersensibilità e la dispnea indotte, l’aconito; e per la grande contrarietà e irascibilità,
chamomilla.
Malattie croniche I volume (pp. 128-9): disturbi da bevande alcoliche, forte raffreddore, con bisogno di rimanere in
camera o a letto
Riepilogo sintomi di avvelenamento (i numeri arabi indicano la materia medica di Hahnemann)
cefalea (46, 52, 65, 71, 94, 40, 72, 86, 64, 42, 70, 83, 95, 61, 91, 58, 82, 54, 47, 32, 39, 27, 66, 62, 68, 78, 36, 73, 87),
vertigini (5, 19, 10, 17, 8, 6, 18)
odontalgia che insorge su un dente cariato (209), con dolore tirante (202), ulcerante, come fosse estratto dalla sua cavità
(203, 216, 211) e una singola, grossolana, fitta, che scuote tutto il corpo, insieme ad un gonfiore suppurativo (epulide),
dolente, nella gengiva (193, 228, 189)
anoressia (297, 305, 275), tensione nello stomaco (401), gastralgia (394, 405)
spasmi addominali (397, 398, 462, 466, 468, 463, 441), movimenti spastici sotto la pelle, particolarmente nei muscoli
addominali (478)
stipsi (506, 490, nella nota: Evacuazioni verdi, viscide e sottili; dopo 24 ore): la produzione di movimenti diarroici
continui e copiosi - la cosiddetta diarrea attuale - non è mai da incontrare tra i sintomi primari di nux vomica
regole in anticipo (607, 604, 605)
forte raffreddore (624, 629, 635, 642, 636), con bisogno di rimanere in camera o a letto (1047, 1109, 1183, 1184);
difficoltà nella respirazione (695, 722, 658), costrizione toracica (707), malessere nel torace (731, 746, 706)
contrazioni toniche di tutti i muscoli (910, 911, 935, 983, 997, 838, 932, 933, 930, 782), dolori muscolari (1000, 779,
934), convulsioni (867)
astenia (821, 894, 899, 904, 1016, 1018, 1031) disturbi indotti da umido e freddo (460, 1021, 928, 924, 843, 946, 1047,
1128, 1130, 1135, 1131)
febbri acute, specialmente quelle che hanno la fase del calore prima del brivido (1165), oppure mescolato ad esso
(1162)
sintomi più frequenti e severi, immediatamente dopo aver camminato al mattino (1047, 1109, 1183, 1184),
immediatamente dopo mangiato (324, 378, 339, 329, 328, 528, 405, 710, 1013, 1049) e durante lo sforzo mentale
(524, 1296), dopo aver bevuto molto caffè (464) e vino (21, 22, 26, 35), soprattutto con uno stile di vita sedentario e al
chiuso
risveglio alle 3 a.m., con impossibilità a riaddormentarsi, con l’intrusione di idee irrefrenabili, e solo involontariamente
cade in un sonno pieno di sogni oppressivi quando è mattino inoltrato, dal quale si sveglia più affaticato di quando si
era sdraiato la notte (1042, 1043, 1058) e non ha voglia di alzarsi, non possono trattenersi dall’addormentarsi la sera
paura (1062), delirio, che consiste in visioni vivaci, talvolta terrificanti (1070), disposizione maliziosa (1288), malvagia
(1269), irascibile (1266, 1271, 1263, 1265, 1291)
3
1
Chan TY. Herbal medicine causing likely strychnine poisoning. Hum Exp Toxicol 2002 Aug; 21(8): 467-8.
Jiang YH, et al. (HPLC determination of strychnine and brucine in Semen Strychni and its processed products).
Zhongguo Zhong Yao Za Zhi 2002 Dec; 27(12): 899-901.
3
Cai BC, et al. Cytotoxicities of alkaloids from processed and unprocessed seeds of Strychnos nux-vomica. Zhongguo
Yao Li Xue Bao 1998 Sep; 19(5): 425-8.
4
Xu XY, et al. (Pharmakinetics of the alkaloids from the processed seeds of Strychnos nux-vomica in rats). Yao Xue
Xue Bao 2003 Jun; 38(6): 458-61.
5
Yin W, et al. Analgesic and anti-inflammatory properties of brucine and brucine N-oxide extracted from seeds of
Strychnos nux-vomica. J Ethnopharmacol 2003 Oct; 88(2-3): 205-14.
6
Cai B, et al. Processing of nux vomica. VII. Antinociceptive effects of crude alkaloids from the processed and
unprocessed seeds of Strychnos nux-vomica in mice.Biol Pharm Bull 1996 Jan; 19(1): 127-31.
7
Shoba FG, Thomas M. Study of antidiarrhoeal activity of four plants in castor-oil induced diarrhoea. J
Ethnopharmacol 2001 Jun; 76(1): 73-6.
8
Corsaro MM, et al. Polysaccharides from seeds of Strychnos species. Phytochemistry 1995 Aug; 39(6): 1377-80.
9
Adinolfi M, et al. Composition of the coagulant polysaccharide fraction from Strychnos potatorum seed. Carbohydr
Res 1994 Oct 3; 263(1): 103.10.
2
4