COMSUBIN: subacquei e incursori Giampaolo Trucco16

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COMSUBIN: subacquei e incursori Giampaolo Trucco16
Comsubin:
subacquei
e incursori
di Giampaolo Trucco
I
l Comando dei Subacquei ed Incursori
della Marina è articolato in due componenti, quella dei Subacquei e quella degli Incursori. Esaminiamole
singolarmente negli
aspetti storici e dell’attualità.
Eredi di un glorioso
passato rappresentano
un repato di élite
della nostra
Marina Militare
Gruppo Operativo Subacquei
Cenni storici
Con oltre 160 anni di storia, la categoria Palombari è una delle più antiche della Marina Militare Italiana. La prima Scuola Palombari venne infatti
istituita a Genova il 24 luglio 1849, su proposta
del generale Della Bocca, Ministro della Guerra e
dell’allora Marina del Regno di Sardegna.
Successivamente, con la nascita del Regno d’Italia,
avvenuta il 17 marzo 1861, tutte le Forze Armate
dei preesistenti stati peninsulari vennero unificate
sotto un’unica bandiera e, a quella data, la neonata
Regia Marina era tra le prime al mondo a disporre
di un nucleo di personale, già di notevole esperienza, capace di operare sotto la superficie del mare.
Il lavoro svolto dai Palombari era allora essenzialmente a carattere difensivo, a supporto degli arsenali e tendente al recupero delle merci e degli scafi affondati.
A seguito di un riordino dei ruoli, nel 1884 furono
emanate dalla Direzione Generale d’Artiglieria e
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Torpedini le prime norme tecniche ed operative della categoria Palombari (circolare n°795
del 7 aprile), in esse era,
tra l’altro, dichiarato
quanto segue: “Ottengono il certificato di Palombaro di Prima Classe coloro i quali avranno dato
prova di operare per almeno un ora e mezza alla profondità di venti metri, quello
di seconda classe per il personale che raggiungeva almeno i dieci metri di profondità”.
Il XX Secolo vide il trasferimento, avvenuto nel novembre del 1910, della Scuola Palombari nel comprensorio del Varignano, dove tutt’ora ha sede. In
questa si svolsero i primi Corsi “Ordinari” da Palombaro, che prepararono gli uomini ad affrontare
i terribili impegni della Prima e, soprattutto, della
Seconda Guerra Mondiale. Il Corso aveva la durata
di sei mesi e l’ammissione, si legge, era subordinata
alle capacità del candidato di saper leggere e scrivere
correttamente sotto dettatura e conoscere i numeri.
Alla prova dei fatti, i due conflitti mondiali rappresentarono per i Palombari un impegno immenso.
Alle normali attività subacquee a favore di arsenali
e unità navali si sommarono infatti le bonifiche
dei i porti dagli innumerevoli ordigni esplosivi presenti e la liberazione delle vie marittime dagli scafi
affondati a seguito dei bombardamenti nemici.
La fine della guerra acuì
ulteriormente il peso di
tali incarichi e le opere di
bonifica e di recupero di
scafi affondati (solo nella
base di La Spezia, dopo la
ritirata delle forze di occupazione tedesche nel
1945, ve ne erano oltre
300) si moltiplicarono. È
grazie al pericolosissimo
lavoro dei Palombari del
Varignano che i porti nazionali poterono tornare
ad operare e, con essi, rifiorire l’economia italiana. La bonifica delle acque territoriali dalle migliaia di ordigni lasciati
quale pesante eredità da
cinque anni di guerra marittima continua tutt’ora.
Una delle grandi imprese compiute dai Palombari della Regia Marina; il recupero della corazzata
Leonardo da Vinci, andata persa per sabotaggio mentre si trovava in porto a Taranto, durante la
Grande Guerra; in apertura, lo stemma del Raggruppamento Subacquei e Incursori dedicato alla
Medaglia d’Oro Teseo Tesei
Il GOS oggi
Il Gruppo Operativo Subacquei, comandato da un
capitano di fregata/vascello, ha alle dirette dipendenze il Reparto Pronto Impiego, il Reparto Operazioni, il Reparto Supporto Tecnico e i Nuclei SDAI
(Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) dislocati
su tutto il territorio nazionale.
Il Reparto Pronto Impiego (RPI) è il cuore pulsante
delle operazioni riguardanti:
- la ricerca ed il soccorso a sommergibili in difficoltà mediante un nucleo operativo chiamato
SPAG (Submarine Parachute Assistance Group) che
ha la capacità di proiettare nell’area del sinistro
marittimo, con velivoli ad ala fissa o rotante, 10
operatori di soccorso ed i materiali necessari sia
ad allestire un campo base autogonfiabile per il
primo soccorso, sia a stabilire le comunicazioni
col sommergibile,
- la bonifica degli ordigni esplosivi convenzionali
e non mediante un nucleo d’intervento denominato EOD/IEDD (Explosive Ordnance Disposal/Improvised Explosive Device Disposal)
Il nucleo SPAG, nato nel 2005, risponde all’esigenza
operativa di stabilire un primo contatto con il sommergibile sinistrato allo scopo di avere un controllo
costante delle condizioni del microclima interno e
fornire il primo soccorso all’equipaggio qualora le
suddette condizioni imponessero una fuoriuscita
individuale di emergenza. Il nucleo SPAG è compo-
sto da personale Palombaro, medici ed infermieri, e
tecnici sommergibilisti. Tale team, in possesso di
brevetto da paracadutista, può essere trasferito da
vettore aereo (C130J dell’Aeronautica Militare) ed
elicotteristico (EH101 della Marina) con un grado
di approntamento compreso tra le 6 e le 10 ore.
Il nucleo EOD /IEDD (Explosive Ordnance Disposal /
Improvised Explosive Device Disposal) è responsabile
della conduzione di attività tese alla neutralizzazione di ordigni esplosivi rinvenuti in ambiente
marittimo, siano essi convenzionali (residuati bellici) o di natura improvvisata.
Altro elemento operativo di grande rilievo alle dipendenze del GOS sono i nuclei SDAI (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) che hanno il compito fondamentale della bonifica di ordigni inesplosi rinvenuti in mare o negli specchi d’acqua interni e di prevenzione degli attacchi da parte di mezzi ostili nelle aree portuali. Sono dislocati su tutto
il territorio nazionale, e precisamente nelle sedi di
La Spezia, Ancona, Taranto, Augusta, Cagliari e La
Maddalena.
Tutte le attività riguardanti il Reparto Pronto Impiego e i nuclei SDAI sono coordinate dal Reparto
Operazioni e gestite logisticamente dal Reparto
Supporto che garantisce l’efficienza dei mezzi navali e terrestri in dotazione.
Il Gruppo Operativo Subacquei si avvale inoltre
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più grande nave di supporto subacqueo della
Marina Militare, è dotata
di sofisticati equipaggiamenti e specifiche apparecchiature che consentono di svolgere operazioni di soccorso e salvataggio a favore di sommergibili sinistrati, appoggio alle operazioni
subacquee più complesse
ed esecuzione di lavori
subacquei di ogni genere
anche a notevoli profondità. Tale supporto infatti
allarga notevolmente lo
spettro di impiego dei PaUn Siluro a Lenta Corsa, detto “maiale”, di quelli che tanti danni portarono alle corazzate della
lombari, permettendo loRoyal Navy, mentre naviga a pelo d’acqua o, come dicevano gli operatori, “a quota occhiali”
ro di raggiungere, grazie
all’utilizzo delle tecniche
di immersione in interdelle Unità Navali raggruppate sotto il Gruppo Navento e saturazione, profondità operative oltre i
vale Speciale (COMGRUPNAVIN), anch’esso alle
250 metri, o di operare con apparecchiature e
dipendenze di COMSUBIN, per il supporto delle
mezzi tecnologicamente avanzatissimi, quali il
operazioni subacquee più complesse. Nello specifiminisommergibile SRV-300 (Submarine Rescue Veco, il Gruppo Navale Speciale ha quale compito
hicle) e lo scafandro rigido articolato ADS (Atmoprincipale quello di fornire il supporto tecnico spheric Diving Suit).
logistico - addestrativo ai Gruppi Operativi del
Una ulteriore componente subacquea imbarcata è
Raggruppamento ed ha alle sue dipendenze tre
costituita dai Palombari del Comando delle Forze
Unità Navali adeguatamente equipaggiate per
di Dragaggio, che costituiscono la componente di
svolgere lavori subacquei: nave Anteo, nave Maridisattivazione mine a bordo dei Cacciamine.
no e nave Pedretti. In particolare nave Anteo, la
Il Gruppo Operativo Subacquei rappresenta un
punto di forza nonché
elemento di orgoglio per
la Marina Militare Italiana. Oltre ad i compiti precedentemente elencati,
infatti, i Palombari assicurano ispezioni su siti
archeologici subacquei,
grazie alla stretta collaborazione esistente con il
Ministero dei Beni e delle
Attività Culturali, e parteLa sconfortante immagine di
una parte del porto di La Spezia
alla fine della guerra; pure, da
questo mare di macerie, Palombari e operatori riuscirono a far
rinascere il fiorente porto civile
e militare di oggi
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Un nucleo di operatori subacquei del
GOI emerge silenziosamente pronto ad
entrare in azione
cipano in complesse operazioni
di protezione civile le quali rendono la componente subacquea
un vero e proprio strumento dual
use al servizio della collettività.
Il Gruppo Operativo Subacquei è
intervenuto nelle recenti emergenze del Costa Concordia e del
crollo della torre nel porto di Genova, dove i Palombari della Marina si sono distinti per lo strenuo
impegno profuso e le notevoli capacità di intervento. Il Gruppo
Operativo Subacquei ha prestato la propria opera
in vari teatri internazionali, come ad esempio il
Golfo Persico (1987), l’Albania (1998), il Mare Arabico durante l’operazione “Enduring Freedom”(2001-2006),in Iraq per l’operazione “Antica
Babilonia” (2003), in Libano (2007), nelle missioni
di antipirateria in Oceano Indiano (2007-2014), ad
Haiti (2010), in Libia post-conflict (2011-2012),
inoltre una aliquota di operatori è stata ed è presente nella penisola del Sinai a supporto dell’MFO
(Multinational Force off Reserves) e nuclei del GOS
hanno partecipato a missioni di ricerca come quella in Antartide a supporto del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche).
I mezzi
Il Gruppo Operativo Subacquei si avvale di mezzi
e apparecchiature ad alto contenuto tecnologico
che consentono il più ampio spettro d’azione nel
campo subacqueo, mantenendo tutte quelle capacità operative che costituiscono la peculiarità dei
Reparti Subacquei della Marina.
Nave ANTEO, in qualità di Nave destinata all’appoggio di tutte le attività subacquee più complesse, ha in dotazione mezzi quali i già citati SRV300
(Submarine Rescue Vehicle), e l’ADS (Atmospheric Diving Suit), la campana Mc Cann ed un sistema integrato che rende possibile immersioni con la tecnica dell’intervento e della saturazione.
L’SRV 300 è un minisommergibile utilizzato durante le operazioni di soccorso a sommergibili sinistrati, in grado di collegarsi al portellone del sommergibile per permettere il salvataggio del personale;
raggiunge una quota massima di 300 metri ed è
dotato, oltre al dispositivo per unirsi al sommergibile, di due bracci manipolatori che costituiscono
un ulteriore capacità nelle operazioni di recupero.
Lo scafandro rigido articolato (ADS) può raggiungere la quota di 300 m senza sottoporre il pilota
agli effetti della pressione idrostatica, e permette
l’effettuazione di lavori subacquei di vario genere
in autonomia e sicurezza. Unico nel suo genere,
l’ADS è un sistema che unisce l’esperienza centenaria della Marina nell’impiego di scafandri presso
resistenti, all’impiego di soluzioni ad altissimo livello tecnologico.
La Campana McCann permette, come l’SRV300,
ma con procedure d’impiego differenti, il salvataggio dei membri dell’equipaggio di sommergibili sinistrati fino alla quota di 120 metri.
Le tecniche della saturazione e dell’intervento permettono di effettuare immersioni fino alla massima quota di 250 metri ma, a differenza dell’ADS,
espongono gli operatori direttamente agli effetti
della pressione esterna.
Eccezionali capacità ispettive e lavorative sono
fornite dalle diverse tipologie di ROV (Remoted
Operative Veichle) in dotazione al GOS che consentono di sostituire l’uomo nelle immersioni a carattere eccezionale dove è richiesto, per esempio, di
investigare un ordigno esplosivo prima di inviarvi
l’operatore subacqueo o di raggiungere la considerevole profondità di 2.000 metri per poter ispezionare e raccogliere, tramite modernissimi bracci
manipolatori, qualsiasi tipologia di oggetto.
Da segnalare infine tutti i numerosi sistemi per
immersione autonoma utilizzati dai palombari del
GOS che consentono il raggiungimento della quo-
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Il sottomarino da salvataggio SRV – 300 mentre viene messo a
mare da nave Anteo; nel riquadrato, una immagine completa
del piccolo battello
ta massima di 80 metri per condurre qualsiasi tipologia di lavoro subacqueo.
Gruppo Operativo Incursori
cenni storici
Il Gruppo Operativo Incursori (GOI), una delle
due articolazioni operative del Comando Subacquei ed Incursori, costituisce la componente di
Forze Speciali della Marina Militare, e trae le sue
origini dalla X Flottiglia Mas della Seconda Guerra
Mondiale. Complessivamente, questi uomini riuscirono ad affondare o danneggiare gravemente
naviglio da guerra avversario per 72.190 tonnellate e naviglio mercantile per ulteriori 130.572 tonnellate. Le prede più notevoli furono le corazzate
Valiant e Queen Elisabeth, colpite nella rada di
Alessandria il 19 Dicembre 1941, ma gli assaltatori
violarono anche tutte le altre basi nemiche: Gibilterra fu attaccata ben cinque volte, due volte Alessandretta in Turchia, una Suda, Alessandria, Algeri, Mersina e El Dab’a; 33 furono le medaglie d’oro
conferite.
La Marina Militare, fin dal termine del secondo
conflitto mondiale, ritenne opportuno mantenere
un’aliquota di personale che fosse in grado di
mantenere e continuare a sviluppare quanto era
stato ideato e realizzato dal personale dei Mezzi
d’Assalto. Per tale ragione, dal 1952, il Capo di Stato Maggiore della Marina dell’epoca diede incarico
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ufficiale di riorganizzare un gruppo di Guastatori
di Marina al tenente di vascello Aldo Massarini,
già appartenuto alla X Flottiglia MAS.
Venne così formulato un iter addestrativo specifico e venne scelta la storica fortezza del Varignano,
vicino a La Spezia, come sede del Gruppo Arditi
Incursori. Durante le esercitazioni, che riproponevano inizialmente le attività addestrative del periodo bellico, si cominciarono a sperimentare
nuove tecniche di infiltrazione occulta, per essere
in grado di superare ogni ostacolo in qualunque
ambiente marino, terrestre e montano, oltre che
nuove tattiche di combattimento.
Dopo numerosi rimodellamenti organizzativi e
cambi di comando nacque infine, nel 1957, il
Gruppo Operativo Incursori (GOI), che incluse anche la Sezione Tecnica Autonoma di Bacoli (che
aveva curato gli aspetti tecnici dei trasportatori
subacquei derivati dai Siluri a Lenta Corsa della II
GM).
Dal 1961 ad oggi, il GOI ha continuato a sviluppare autonomamente tecniche operative, armi e
mezzi, idonei a contrastare le insorgenti minacce,
confrontandosi con le corrispondenti forze speciali di altri Paesi nel corso di numerosissime attività
interforze e multinazionali.
In particolare, negli Anni 70, gli Incursori del GOI
furono chiamati ad affrontare il crescente fenomeno del terrorismo nazionale e internazionale. Col-
laborando con i Reparti di controterrorismo stranieri che all’epoca possedevano la maggior
esperienza, il GOI iniziò in quegli anni la sua avventura nella
lotta al terrorismo, sviluppando
tattiche innovative ed equipaggiamenti all’avanguardia e creando all’interno del GOI un nuovo
organismo: l’UNIS (Unità Intervento Speciale), come braccio
operativo perfettamente addestrato ed in costante stato di allerta per la specifica esigenza.
Il GOI è stato impiegato, oltre
che in svariate operazioni, in
tutti gli scenari operativi di crisi
degli ultimi 50 anni, dal dirottaL’eccellente scafandro rigido ADS capace di operare sino a 300 metri impiegato, nelmento dell’Achille Lauro, al Libal’immagine, in una simulazione di bonifica di una mina da fondo
no, alla Somalia, al Ruanda, a Timor est, all’Iraq, per arrivare ai
giorni nostri con le recenti opesensibili. I compiti di istituto sono: 1) Azioni diretrazioni in Libia e, soprattutto, con il costante imte su obiettivi terrestri e navali; 2) Ricognizioni
pegno in Afghanistan e nella lotta alla pirateria.
speciali, a corto-medio-lungo raggio; 3) Assistenza
Militare; 4) Operazioni di Controterrorismo orienIl GOI oggi
tate alla liberazione di ostaggi/riacquisizione
Gli ampi margini di capacità, flessibilità e autonositi/unità navali di interesse nazionale.
mia operativa e logistica fanno del GOI uno struA
tale scopo, il personale è interamente professiomento di grande efficacia nella gestione di situanista e l’addestramento è molto duro, selettivo ed
zioni critiche. Gli attuali scenari di conflittualità
approfondito, in modo da garantire elevati staninternazionale e la continua minaccia terroristica
dard operativi.
richiedono l’intervento di piccole unità non conDi
qui discendono le peculiari capacità individuali
venzionali, particolarmente addestrate ed equidegli operatori che devono essere in grado di forpaggiate. In questo difficile contesto gli Incursori
nire le seguenti prestazioni: nuoto operativo in sudella Marina costituiscono uno strumento agile e
perficie; attacco subacqueo verso unità in porto o
flessibile, particolarmente idoneo ad affrontare le
alla fonda; combattimento in centri abitati; comsfide mutevoli ed ambigue del momento perché
battimento in ambienti ristretti; condotta di mezzi
in grado di proporre soluzioni concrete e di garannavali di superficie; assalto ad Unità Navali in portire all’autorità politica un ampia libertà d’azione
to, alla fonda e in movimento; rilascio/recupero
con un impegno limitato. La loro capacità di sodda
elicotteri con varie tecniche; rilascio/recupero
disfare requisiti politici, militari, economici e psida sommergibile; direzione e supporto di fuoco aecologici, di operare anche in clandestinità o in
reo; superamento di pareti rocciose; aviolancio
condizioni di isolamento, in unità tattiche di ricon paracadute ad apertura automatica e comandotta entità numerica, in contesti non permissivi
data;
impiego armi, esplosivi e cariche speciali; cao ostili, e capaci di muoversi in qualunque ampacità di permanenza occulta, movimento e sobiente, utilizzando tutti i mezzi, gli equipaggiapravvivenza su territorio avversario; navigazione
menti ed i sistemi d’arma necessari all’assolvicon mezzi speciali subacquei; autodiagnosi ed inmento della missione, ne fanno un assetto stratetervento di primo soccorso di emergenza.
gico di primo piano.
Il GOI del XXI secolo riveste un ruolo primario nel
I compiti assegnati al GOI sono di norma di pertipanorama delle Forze Armate Italiane. Da decenni
nenza del livello strategico, risultano spesso assai
il GOI è costantemente chiamato in ogni situaziodelicati, tecnicamente difficili e politicamente
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necessità operative del reparto; alcuni di
questi costituiscono peraltro un segreto
gelosamente custodito, quali i mezzi speciali subacquei, attualissima evoluzione
tecnologica dei siluri a lenta corsa della
Seconda Guerra Mondiale.
Il parco equipaggiamenti, armi e mezzi,
in dotazione, consiste in tutto ciò che è
necessario alla condotta di operazioni
speciali nelle tre dimensioni: mare, terra,
cielo, con ovvia specializzazione nelle
operazioni sul mare e dal mare.
Pertanto, oltre ai mezzi ruotati per la condotta di operazioni motorizzate terrestri
od anfibie, quali i VTLM, i Long Range Reconnaissance Patrol Vehicle o veicoli speciaElementi del GOI (il volto è oscurato per motivi di sicurezza)impiegati in
li leggeri, l’attenzione del GOI è particoIrak nel corso dell’Operazione Antica Babilonia, conclusasi nel 2006
larmente rivolta ai battelli veloci d’assalto, alcuni dei quali concepiti, progettati e
ne di crisi a svolgere i compiti più delicati e risoluallestiti su specifiche del reparto stesso o altri, antivi di evidente valenza strategica, per rispondere
che aviolanciabili, necessari alla condotta di opein modo determinante a problemi operativi urrazioni speciali contro obiettivi in alto mare, quali
genti e con pericolosi risvolti politici.
piattaforme petrolifere off shore o navi mercantiliPartendo dagli anni bellici, con le operazioni subpasseggeri, così come per le infiltrazioni a terra e
acquee contro il naviglio nemico, passando agli
per operare su obiettivi costieri.
anni di piombo, con la lotta al terrorismo nazioL’armeria del GOI mette a disposizione degli openale ed internazionale, con il sequestro dell’Achilratori una vasta gamma di armi, diversificate nei
le Lauro, negli ultimi anni i compiti affidati al
calibri, quali pistole, pistole mitragliatrici, fucili
GOI hanno subito un ulteriore evoluzione che lo
d’assalto con diverse configurazioni di canna, fuha proposto come centro di gravità nazionale, alcili di precisione automatici, lanciagranate malargando di fatto i suoi orizzonti operativi ed imnuali o automatici, fucili calibro 12, razzi e missili.
plementando la capacità di proiezione globale.
Ogni arma ha una vasta gamma di accessori, quali
Dall’11 Settembre ad oggi, il GOI è stato impegnasilenziatori, ottiche fisse e variabili, mirini laser,
to in maniera sempre più importante anche nei
visibili e invisibili, sistemi di puntamento a intenprincipali teatri operativi terrestri, quali l’Iraq e
sificazione di luce e termici e ogni singolo operal’Afghanistan, e per il contrasto a fenomeni quali
tore ha quindi la possibilità di configurare il prola pirateria in Oceano Indiano o la monitorizzaprio armamento secondo le proprie specifiche nezione degli sviluppi di crisi regionali quali la pricessità.
mavera araba. Da segnalare, soprattutto, le attività
Analoga attenzione è posta all’equipaggiamento
di Assistenza Militare a favore delle forze di sicuindividuale ed al vestiario operativo, laddove tesrezza di altri paesi attraverso attività addestrative e
suti innovativi e materiali altamente tecnologici
di intelligence.
vengono combinati ed impiegati nelle migliori
dotazioni operative esistenti sul mercato, così coGli armamenti
me nei giubbotti antiproiettile e in leggerissimi ele l’equipaggiamento
metti, integrati da sofisticati sistemi di visione
Il GOI pone particolare attenzione alla costante rinotturna e comunicazione.
cerca dei migliori equipaggiamenti e mezzi esiEguale attenzione viene posta nella scelta dell’estenti sul mercato, al fine di mettere i propri opequipaggiamento e delle attrezzature subacquee alratori nelle migliori condizioni per assolvere qualcune delle quali progettate e sviluppate all’interno
siasi missione loro affidata. Pari attenzione è posta
di COMSUBIN stesso come il moderno ARO Caialla ricerca tecnologica e allo sviluppo di mezzi e
mano attualmente adottato da tutti i Reparti di FS
sistemi d’arma esclusivi, necessari a soddisfare le
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nazionali.
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