presidente ordine: ospite in studio del tg3 campania, edizione ore

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presidente ordine: ospite in studio del tg3 campania, edizione ore
Anno III – Numero 502
AVVISO
Ordine
1. Sito: Nasce Offro e
Cerco Lavoro – Napoli
2. ORDINE: medaglie
alla professione e
giuramento di galeno
Notizie in Rilievo
Scienza e Salute
3. Diabete: cure davvero
«personali»
per chi ha la glicemia
alta
4. Lenti a contatto, a
ognuno la sua
5. Una pinta di birra al
giorno raddoppia le
possibilità di diventare
papà


Prevenzione e
Salute
6. Soffocamento, ecco le
manovre che possono
salvare la vita
7. Post menopausa, con la
taglia della gonna sale il
rischio di cancro
Martedì 21 Ottobre 2014, S. Orsola, Clementina, Letizia
Proverbio di oggi………..
'A gatta scippa pure quanno l'accarizze.
(fare del bene, a volte, è controproducente)
PRESIDENTE ORDINE: OSPITE IN STUDIO
DEL TG3 CAMPANIA, EDIZIONE ORE 14.00
Il presidente dell’Ordine, Vincenzo Santagada sarà ospite in
diretta a TG3 Campania, ore 14.00, per presentare importanti
iniziative su tematiche che interessano la tutela e la prevenzione
della salute dei cittadini del territorio napoletano.
SOFFOCAMENTO, ECCO LE MANOVRE
CHE POSSONO SALVARE LA VITA
Sono semplici e possono risparmiare le morti di decine di bimbi
all'anno.
Fa morire un bambino a settimana in Italia, cinquanta
all'anno. Si tratta dell'ostruzione delle vie aeree dovuta
a cibo, monete, piccoli oggetti o parti di giocattoli. Un
pericolo che può essere ridimensionato con l'attenta
sorveglianza da parte di genitori e insegnanti. Quando non basta, può salvare
la vita compiere manovre per la rianimazione e per liberare le vie aeree.
Manovre semplici ma importanti - L'argomento è stato affrontato dal
nostro ordine che oltre a promuovere dei corsi per imparare le manovre in
caso di ostruzione delle vie aeree ha realizzato anche degli opuscoli che sono
stati consegnati alle farmacie che hanno partecipato ai vari corsi.
"E' importante che il tema della rianimazione cardio-polmonare diventi
patrimonio comune. Se tutti sapessimo applicare le giuste manovre salvavita si
potrebbe evitare la morte di oltre 100mila persone ogni anno in Europa,
considerando sia bambini che adulti".
Sabato prossimo, presso la sede dell’Ordine corso teorico pratico
sulle manovre di rianimazione in caso di morte improvvisa e sulle
manovre in caso di ostruzione delle vie aeree. (Salute, Tgcom24)
SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 502
PREVENZIONE E SALUTE
DIABETE: CURE DAVVERO «PERSONALI»
PER CHI HA LA GLICEMIA ALTA
È una patologia che presenta molte implicazioni sul piano psicologico e
relazionale, oltre che metabolico. I trattamenti devono tenere conto delle differenze
fra i malati
Un anno fa il cinquantottenne attore americano
Tom Hanks, due volte premio Oscar per i film
Philadelphia e Forrest Gump, ha confessato, nel
salotto del David Letterman Show, di avere un
diabete di tipo 2. A causa, forse, delle variazioni di
peso cui è andato incontro per interpretare i diversi
ruoli nei suoi film. I medici gli hanno suggerito di
ritornare al peso che aveva al liceo per guarire.
«Impossibile - ha scherzato lui -. A quell’epoca ero
magrissimo, perciò mi rassegno a essere diabetico».
La sua storia si aggiunge a quella dei 346 milioni di
persone in tutto il mondo (52 milioni in Europa, 3
milioni in Italia) che soffrono della stessa malattia.
Il diabete di tipo 2 è una vera e propria epidemia, anzi uno tsunami come l’ha definito il segretario
generale dell’Onu Ban Ki-Moon. E le previsioni per il 2025 parlano di un aumento impressionante dei
casi, soprattutto legati all’obesità, che potrebbero raggiungere il miliardo (sono due i tipi di diabete
mellito: quello di tipo 2 che compare nell’adulto e quello di tipo 1 che colpisce invece persone
giovani: il primo rende conto del 90% dei casi di malattia). Quindi tantissime le persone colpite, ma
ognuna diversa dall’altra, come sottolinea un recente articolo di Lancet intitolato:
«Le molte facce del diabete: una malattia che rivela una sempre maggiore eterogeneità».
C’è il paziente con un diabete lieve che può essere controllato con la sola dieta oppure con gli
antidiabetici orali, c’è invece, quello che deve ricorrere alle iniezioni di insulina anche più volte al
giorno e monitorare la glicemia durante la giornata (cioè la quantità di zuccheri nel sangue che indica
se la terapia funziona). Tutti, ma in particolare questi ultimi, devono convivere con una malattia che
può provocare disagio o, come dicono i ricercatori, «distress».
«Il diabete non comporta solo il rischio di gravi complicanze a cuore, reni, occhi, quando non è tenuto
adeguatamente sotto controllo, ma provoca, appunto, un distress che può essere definito come il peso
psicologico che il malato percepisce nel dover gestire una patologia che è cronica e il proprio futuro.
Nel nostro Paese un paziente su due lamenta questo disagio, legato alla gestione della cura e anche
alla discriminazione di cui è oggetto. Un dato maggiore rispetto alla media europea, che si attesta
attorno al 40%. Tanto per fare un esempio solo un olandese su cinque si lamenta».
I pazienti italiani intervistati nel corso dell’indagine riferiscono un impatto negativo della
malattia sul benessere fisico (65%) e su quello psicologico (48%). In particolare pesa il dover seguire la
terapia soprattutto se prevede iniezioni di insulina e preoccupa il rischio di ipoglicemie, cioè di cali
improvvisi degli zuccheri nel sangue. E il 18% fra i malati presenta segni di lieve depressione.
«Con una differenza di genere a quest’ultimo proposito. Le donne ne soffrono di più».
Il peso della malattia ricade anche sui familiari: la metà degli intervistati si preoccupa molto per le
condizioni del malato e molti si sentono frustrati perché non riescono ad aiutare il proprio congiunto e
vorrebbero essere più coinvolti nella gestione delle cure. Poi c’è il problema della discriminazione,
nell’ambiente di lavoro per es., che segnala almeno il 19% dei pazienti. (salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 502
PREVENZIONE E SALUTE
POST MENOPAUSA, CON LA TAGLIA
DELLA GONNA SALE IL RISCHIO DI CANCRO
Avere la «pancia» non è solo una questione estetica: l’accumulo di grasso
addominale fa lievitare (fino al 70 per cento in più) le probabilità d’ammalarsi
«Dimmi che taglia porti e ti dirò che rischi corri»: l’incubo dei centimetri
girovita e fianchi incombe sulle donne. Come se non bastasse
l’onnipresente timore d’ingrassare, ora sulla taglia di gonne e pantaloni,
specie in postmenopausa, aleggia anche lo spettro del tumore al seno.
Che sovrappeso e obesità facciano lievitare le possibilità di ammalarsi di
vari tipi di cancro, compreso quello mammario, non è una novità. In base
agli esiti di un recente studio, un team di ricercatori britannici ha però
concluso che ad essere particolarmente pericoloso sarebbe proprio
l’allargamento del girovita durante gli anni dell’età adulta. In particolare, più taglie si prendono tra i 20
e i 50 anni, peggio è.
Cure per l’infertilità e terapia ormonale sostitutiva fanno salire il rischio
Analizzando i dati di circa 93mila donne che aderivano a un’indagine scientifica inglese per la diagnosi
precoce del tumore ovarico, gli studiosi hanno valutato una serie di fattori che potessero influenzare le
probabilità di ammalarsi, fra cui anche peso, altezza, fertilità, presenza di altri casi di cancro in
famiglia, uso di contraccettivi orali o di terapie ormonale sostitutiva.
Fra il 2005 e il 2010, quando sono entrate a far parte della sperimentazione, le partecipanti erano tutte
ultra50enni in menopausa e non avevano mai avuto una diagnosi di tumore al seno.
Al momento del loro ingresso nel trial è stata loro chiesta anche la misura di gonna che indossavano e
la taglia che portavano quando avevano 20 anni.
Molte sono risultate essere sovrappeso, con un indice di massa corporea superiore a 25 ( un indicatore
numerico ottenuto dal rapporto tra peso e altezza, per cui si è considerati normopeso fino a 25 e obesi
dal punteggio di 30 a salire).
Durante il periodo di osservazione, sono stati diagnosticati 1090 casi di tumore al seno. Come si
aspettavano, i ricercatori hanno appurato che alcune condizioni (già noti fattori di rischio) fanno
crescere le probabilità di sviluppare un carcinoma mammario: cure per l’infertilità, storia familiare di
tumore al seno o all’ovaio, uso di terapia ormonale sostitutiva, mentre la gravidanza ha confermato
avere il suo effetto protettivo.
Il pericolo cresce se si prende una taglia ogni 10 anni. Quello che è emerso subito dopo è che il
fattore prognostico più importante per predire chi è in pericolo d’ammalarsi di cancro al seno è la
taglia della gonna.
Secondo quanto riportato, la maggior parte delle intervistate quando aveva 20 o 25 anni indossava una
40-44, che all’epoca dell’ingresso nella sperimentazione era aumentata.
Per tre donne su quattro vita e fianchi si erano infatti allargati, passando in media a una 42-46.
I ricercatori hanno calcolato che il rischio di tumore cresce del 33% per chi sale una taglia ogni 10 anni
e ben del 77 per chi, nell’arco di un decennio, di taglie ne prende due.
«Questo è uno studio osservazionale e non è quindi possibile trarre conclusioni definitive, ma
l’ampliamento del girovita è stato collegato ad altri tipi di neoplasie, come pancreas, utero e ovaio.
Sebbene restino da chiarire bene i meccanismi e i motivi che collegano i centimetri addominali al
cancro, è chiaro che tutto ruota intorno all’eccesso di cellule adipose: il grasso, infatti, costituisce un
deposito di colesterolo il quale, a sua volta, è la materia prima per la sintesi di alcuni ormoni sessuali.
E, com’è noto, molti tumori sono sensibili al livello di questi ormoni». (Salute, Corriere)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 502
SCIENZA E SALUTE
LENTI A CONTATTO, A OGNUNO LA SUA
Grazie a nuovi materiali, come il silicone hydrogel, oggi le lenti a contatto morbide
permettono una perfetta respirazione dell’occhio. In futuro dispenseranno veri e
propri farmaci, diventando parte integrante dei programmi terapeutici.
Ne è passato di tempo da quando la scelta tra le lenti a contatto si limitava
a quelle rigide e permanenti. La ricerca nel campo della contattologia ha
fatto passi da gigante e l’innovazione ha perfezionato e talvolta
rivoluzionato il settore. Nicoletta Losi, presidente di Assottica Gruppo
Contattologia, ci aiuta a conoscere e capire come sono fatte le nuove lenti a
contatto, LaC.
Le nuove lenti a contatto sfruttano materiali all’avanguardia, rendendo il loro utilizzo
sempre più pratico e con un risultato ottimale. Che cosa è cambiato rispetto al passato?
La caratteristica principale delle moderne lenti a contatto è il confort. Chi le indossa si sente libero, a
proprio agio, la lente è flessibile e perfettamente mimetizzata nell’occhio, mentre un tempo non
erano facili da tollerare e potevano creare fastidi.
Il passo in avanti è stato reso possibile quando negli anni Settanta sono state introdotte sul mercato le
lenti morbide, seguite da quelle usa e getta, entrambe pratiche e facili da gestire.
L’altra grande innovazione è rappresentata dall’utilizzo dei nuovi materiali, in particolare il silicone
hydrogel, che permette una perfetta respirazione dell’occhio, come se la lente non ci fosse. Inoltre le
nuove lenti a contatto più moderne sono dotate di filtri UV quindi sono adatte alla vita attiva di tutti i
giorni e permettono di praticare sport a tutti i livelli senza dover ricorrere agli occhiali da vista.
Quali sono le diverse tipologie di lenti a contatto? Il 97% dei portatori di lenti a contatto utilizza
la tipologia morbida. Il restante 3% necessita o utilizza lenti a contatto rigide gas permeabili.
Le lenti a contatto si suddividono in due grandi categorie:
 lenti a contatto morbide
 rigide gas permeabili.
Le lenti morbide si suddividono a loro volta in
 lenti convenzionali a sostituzione programmata (durata 3-12 mesi)
 disposable
Le lenti disposable che rappresentano la maggior parte del mercato sono ulteriormente catalogate in
base al tipo di utilizzo. Nello specifico possono essere indossate per una sola giornata e poi gettate
(LaC giornaliere o “usa e getta”), possono avere una durata settimanale, bisettimanale o mensile (LaC a
ricambio frequente) e possono essere indicate per un uso continuo (giorno e notte, settimanali o
mensili).
Non vanno dimenticate le lenti a contatto cosmetiche, che soddisfano un’esigenza puramente
estetica, e quelle terapeutiche.
In particolare, quali difetti di vista correggono? Sono circa 120 milioni le persone che al
mondo ricorrono alle lenti a contatto come mezzo di correzione dei difetti di vista, 2,5 milioni
soltanto in Italia. Oggi le lenti a contatto soddisfano ogni esigenza correttiva, dalla miopia
all’astigmatismo, dall’ipermetropia fino alla presbiopia.
Quest’ultimo disturbo, che si manifesta attorno ai 40 anni, non è un vizio di refrazione, ma un
indebolimento della vista fisiologico, dovuto all’età, che consiste nella difficoltà a mettere a fuoco
oggetti vicini.
A questo proposito sono indicate, in aggiunta agli occhiali da vista, le lenti disposable multifocali, in
grado di compensare la presbiopia.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 502
Bambini, adolescenti, anziani: lenti a contatto senza problemi? Certo! L’unica accortezza
riguarda la manutenzione e la gestione delle lenti a contatto, la costante collaborazione da parte dei
genitori e la consultazione di uno specialista. Le lenti a contatto sono utilizzate già nei bambini
neonati con afachia (assenza del cristallino) e nei bambini al di sotto dei sette anni l’utilizzo delle lenti
può essere indicato in caso di particolari condizioni refrattive o visive come: alte correzioni visive
(ipermetropia, miopia e astigmatismo), ambliopia (comunemente chiamata occhio pigro) e
anisometropia (differenza di potere e correzione tra i due occhi).
Durante la pre-adolescenza e l’adolescenza la maggior parte dei ragazzi inizia a prendere confidenza
con le lenti a contatto, traendone vantaggio a livello di socializzazione, di praticità durante l’attività
sportiva e soprattutto sul piano estetico rispetto agli occhiali da vista.
Gli anziani possono indossare qualsiasi tipologia di lente a contatto , anche se potrebbero
avere problemi di manualità o di manipolazione delle lenti nel caso di forti artriti o artrosi. Se
comunque il soggetto ha sempre indossato lenti a contatto, sarà sicuramente più agevolato nella
rimozione e nell’applicazione delle stesse.
Qual è il futuro delle LaC? L’ultimo decennio rappresenta l’apice della funzionalità, della sicurezza,
del confort e delle prestazioni nelle moderne lenti a contatto. La ricerca ha permesso di realizzare
prodotti all’avanguardia e i progressi fatti nel campo della contattologia non si arrestano.
I nuovi obiettivi puntano all’aspetto curativo delle lenti a contatto, ovvero a un impiego terapeutico.
Al momento sono diverse le situazioni che richiedono l’utilizzo delle lenti a contatto, come ad esempio
nei soggetti che si sono sottoposti a interventi di chirurgia refrattiva, ma il futuro vedrà le LaC
protagoniste nei metodi diagnostici, ad esempio per quanto riguarda il diabete. Inoltre, dispenseranno
veri e propri farmaci, diventando parte integrante dei programmi terapeutici. (OK, Salute)
UNA PINTA DI BIRRA AL GIORNO RADDOPPIA
LE POSSIBILITÀ DI DIVENTARE PAPÀ
Mentre l'abuso di caffeina riduce le chance di concepimento
Una pinta di birra al giorno può raddoppiare le chance di diventare papà. Allo stesso tempo, per
aumentare la fertilità maschile, sarebbe opportuno ridurre la quantità di caffè. Questi i risultati di uno
studio condotto presso il Massachusetts General Hospital di Boston.
Lo studio - La ricerca è stata condotta su più di cento uomini le cui mogli e fidanzate si stavano
sottoponendo a una fecondazione in vitro. I volontari, con un'età media di 37 anni, hanno riempito un
questionario che conteneva interrogativi sull'assunzione di alcol e di bevande contenenti caffeina La
quantità di alcol assunta dagli aspiranti padri era relativamente moderata.
I test hanno mostrato che non c'era un collegamento tra l'assunzione di alcol o caffeina e la qualità
dello sperma. Eppure, coloro che avevano assunto più alcol avevano il 57% di possibilità che una
sessione di fecondazione in vitro portasse alla nascita di un bebè. Il doppio, rispetto alla percentuale di
successo del 28% di coloro che bevevano meno. Quando i ricercatori hanno osservato l'assunzione di
caffeina, hanno scoperto che le percentuali di riuscita crollavano al 19% nei grandi consumatori
rispetto al 52% di successo di coloro che ne assumevano minori quantità.
Cause non ancora individuate - I ricercatori non hanno ancora individuato perché alcol e caffeina
influenzano i tassi di nascita visto che la qualità dello sperma non si modifica con la loro assunzione.
"Il consumo moderato di alcol in occasioni sociali può essere un beneficio sia per le coppie che
provano a concepire in maniera naturale che per quelle che si rivolgono alla fecondazione assistita
perché aiuta a ridurre lo stress".
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 502
MEDAGLIE ALLA PROFESSIONE E GIURAMENTO DI GALENO
Sabato 13 Dicembre, ore 20.30, Teatro Auditorium Mediterraneo Mostra d’Oltremare.
MEDAGLIE alla PROFESSIONE LAUREATI FARMACISTI CON
40 ANNI DI LAUREA
(Laureati nell’anno 1974)
ALBANESE
ALFANI
ALDO ARRICHIELLO
BERTINI
BOSSA
BUONO
CAIAZZA
CASTALDO
CAUTIERO
COZZOLINO
DE RUGGIERO
DI FRANCO
FERRARA
Emma
Maurizio
Giovanni
Antonio
Pasquale
Catello
Anna
Ersilia
Giuseppe
Domenica
Ruggiero
Carmela
Antonio
FIMIANI
FUSCO
GILIBERTI
GIUDICEPIETRO
GRECO
GRISPELLO
LOPEZ
PIRAS
SCHIOPPA
SCOGNAMIGLIO
SIDIROPULOS
SPAGNUOLO
Luisa
Aldo
Giovanni
Giampiero
Maria
Donato
Ciro
Ermelinda
Francesco
Guido
Nikolaos
Maria Rosaria
PAGINA 7
FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno III – Numero 502
MEDAGLIE ALLA PROFESSIONE E GIURAMENTO DI GALENO
Sabato 13 Dicembre, ore 20.30, Teatro Auditorium Mediterraneo Mostra d’Oltremare