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Lonely Fabry © 2012
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Sommario
BANGKOK: SI PARTE
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BENVENUTI IN LAOS
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LUANG PRABANG, SANTUARIO BUDDISTA
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HANOI ROCKS
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LA MERAVIGLIA DI HA-LONG
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DA HANOI A HUE’
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HUE’ IMPERIALE
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UN SALTO INDIETRO NEL TEMPO, AD HOI AN
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NELLA CITTA’ DI HO CHI MIN
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BUONO A SAPERSI
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MANGIARE E DORMIRE
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ITINERARI SUGGERITI
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BANGKOK: SI PARTE
Sabato 4 Agosto - Un viaggio progettato centrando il compasso su Bangkok e poi via, descrivendo un pezzo
di cerchio che da Vientiane passa per Luang Prabang per poi percorrere tutto il Vietnam che c’è tra Hanoi e
Saigon / Ho-Chi-Minh-City. Bangkok, che ti accoglie sempre con un caldo appiccicoso - e meno male che il
cielo è coperto - ma è così, lo sappiamo e ci piace. Ci piace il caos. Ci piace l’odore di barbecue ad ogni
angolo di strada. Ci piace quando si mescola all’odore di fogna. Ci piace la folla e la moltitudine. Ci piacciono
i sorrisi che ci rivolgono. Ci piace il Pad thai e la Chang beer. Ci piacciono i mercati, di quelli che più grandi
sono, più è facile perdersi. Ci piacciono i massaggi che lì per lì ci fanno un gran male, ma dopo “sai che non
ho più quel doloretto alla spalla?!” Ci piace l’ordine anarchico e la varia umanità della stazione di Bangkok
che – non lo diresti mai – ha tutti i servizi essenziali, massaggio compreso.
Il vagone letto che ci attende è pulito e in orario. Il problema non sono le cuccette, davvero comode, non
sono i furti, tanto temuti, che poi la nottata è andata via tranquilla. Il problema non sono le sospensioni. Il
problema è un fottuto tedesco, con gheisha thai al seguito, che alle 2 di notte vuole birra e noodles e deve
svegliare tutto il vagone, chiamando il capotreno. E questo che gliele porta pure .
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BENVENUTI IN LAOS
Domenica 5 Agosto - Nonh-Kai è una stazione di frontiera e lo si avverte, con quella sua atmosfera sospesa.
Uscendo dalla stazione si è ancora in Tailandia; proseguendo lungo il marciapiede della stazione– bastano
10 passi - si entra in Laos. Controllo passaporti e cambio treno – in realtà poco più di un tram –
attraversando quella frontiera naturale che è il Chao Praya / Mekong sull’unico ponte che porta il Laos fuori
dall’isolamento fluviale. Tutto preciso, ordinato e con calma. Tutti sorridono. 20 TB e sei in Laos, passaggio
sul Mekong, foto di rito nella terra di nessuno; ancora pochi minuti, 36 US$ per il visto e l’altra porticina
dell’altra stazione che si apre sul parcheggio dei taxi. Ma un parcheggio taxi in Laos.
Pochi minuti di contrattazione e per 200TB / 5€ il taxi ti scarica nel centro di Vientiane. Prendiamo alloggio
alla Orchid Guest-house, come LP suggerisce. Stanza molto ampia e pulita, bagno non al top, magnifica vista
sul fiume per 190 LK / 19 €. Il fuso è talmente attaccato al cervello che ci facciamo servire in hotel anche il
biglietto per il bus notturno verso Luang-Prabang a 220 LK, senza neanche verificare i prezzi di mercato.
Poco male … lo stomaco reclama e puntiamo vs un noodle restaurant segnalato dalla LP, ma non ci piace
tanto; optiamo per il cinese di fianco che picca parecchio. Piango e sudo; purtroppo per me, la fuga dal cibo
piccante rimarrà una costante del Laos.
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Il centro di Vientiane non è poi così grande; è un rettangolone compreso tra il lungofiume e la Th
Samsenethai. L’arteria principale è la Th Settathbirath; prima di iniziare a percorrerla per scoprirne i templi,
vale la pena fermarsi al True Cofee: wifi gratuito, caffè ottimo, prezzi più cari dell’Italia e comodissimi
divanetti per riprendere un po’ di forze. Due top-spots di Vientiane sono nelle vicinanze: il Wat Si Saket,
tempio buddista con più di 6.000 statue del Buddha, dalla piccolissima miniatura che starebbe bene come
ciondolo, alle statue a grandezza “umana”. Sono davvero tantissime, alcune accatastate in vecchie nicchie
nelle mura, tantissime incollate ai muri. Da vedere anche il Haw Pha Keo, tempio costruito per ospitare il
Buddha di smeraldo di Luang-Prabang, che però non è mai arrivato; ci hanno fatto un bel museo di arte
buddista. Pace interiore e giardini curatissimi, con delle farfalle enormi e coloratissime.
Lungo la Th Settathbirath si scoprono templi uno dietro l’altro; tutti ospitano scuole buddiste e gli alloggi
per i monaci, per cui è facile imbattersi in una lezione tenuta all’aria aperta e scattare qualche bella foto.
Arrivandoci di domenica, la capitale laotiana dà l’impressione di un grosso paesone un po’ sonnacchioso, di
provincia. Un misto di architettura coloniale, architettura sovietica e vegetazione prorompente la fanno
sembrare un po’ la Habana o Maputo, ma con i templi.
Al calar della sera, la città intera si riversa lungo il fiume per passeggiare nel tramonto e magari per
fantasticare su come sia la vita in Thailandia, a pochi metri di distanza in linea d’aria sull’altra sponda del
fiume. La spensieratezza e la quasi ingenuità nei sorrisi dei Laotiani mi sembrano di purezza, forse per la
relativa poca esposizione al capitalismo, ma sono solo impressioni. Però anche il semplice tirare sul prezzo
al mercato strappa sorrisi divertiti.
Ceniamo in un ottimo ristorantino di strada, che ci attrae con pesci di fiume in bella vista, in Th Chao Aron,
di fronte al mercato. Quattro piatti a testa, spendendo meno di 6 € … vergognoso. Tornando noto con
piacere che il mercato notturno si è esteso fin sotto il nostro hotel … non c’è che dire, gran posizione.
Lunedi 6 Agosto - Riprendiamo la Th Settathbirath per visitare tre templi che avevamo adocchiato ieri,
camminando verso ovest. Sono molto belli e con un’architettura tipica laotiana, forse meno sfarzosa di
quella thai. In un tempio riusciamo anche a scambiare qualche chiacchiera con i monaci e ci consentono di
scattare foto liberamente tra le aule e i dormitori. Gli abiti appiccicati addosso richiedono una sosta
rinfrancante al Saengthip Larb 2 Restaurant, pochi passi più in là sulla stessa strada: una grossa terrazza
ventilata con piatti molto buoni ed una parvenza di pulizia decente. Conto sui 5€ in due. All’uscita
negoziamo con un tuk-tuk un’a/r per il grosso tempio, il Pha That Luang, un enorme stupa circondato da un
chiostro con altre immagini del Buddha, effige della nazione, presente sulle banconote. Intorno, due grossi
templi: uno davvero maestoso, purtroppo chiuso – sede della più alta autorità buddhista del Laos, l’altro
con un enorme Buddha disteso dorato.
Torniamo vs l’hotel ed abbiamo giusto il tempo x 1h di massaggio - uno dei più rilassanti ed economici
massaggi che ricordi - prima che vengano a prenderci per portarci alla stazione dei bus, un po’ fuori città.
Con nostra grande sorpresa il bus (notturno) vs Luang Prabang ha i letti - stile barellato per Lourdes; siamo
tutti molto eccitati, sembriamo scolaretti alla prima escursione tutti assieme. Nel biglietto è inclusa anche
una sosta con cena ad un ristorantino bordo strada nel nulla della jungla Laotiana. Io prendo 2 mele, grazie.
LUANG PRABANG, SANTUARIO BUDDISTA
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Martedì 7 Agosto - La notte, per entrambi, va meno peggio del previsto; riusciamo a completare un 5/6 h di
sonno a puntate. Luang Prabang ci accoglie col monsone e le sue piogge torrenziali. Saranno 24h di pioggia
torrenziale che metteranno a dura prova i nostri k-way. Nello sconforto della pioggia scegliamo il
Symongkuonh hotel, sulla via principale: very basic a 8€ che valgono la cifra, ma con stanza a piano terra
con affaccio in strada che ha un valore aggiunto: siamo sulla strada dove domattina ci sarà la processione
giornaliera dei monaci all’alba per la questua giornaliera. E da qui la processione domattina non ce la toglie
nessuno.
Facciamo di necessità virtù e dopo aver recuperato qualche ora di sonno ci avvolgiamo nei k -way ed
esploriamo quasi tutta Luang Prabang – una sorta di penisola alla confluenza di due fiumi - in meno di 3h,
ma solo dopo una rinfrancante tazza di noodles in brodo da Xieng Thong Noodle Shop, quasi di fianco
all’hotel. Ovviamente piove ed il museo / palazzo reale è chiuso. Dalla strada centrale si vedono i due
lungo-fiume; prendiamo quello sul Mekong, che finisce proprio nel Wat Xieng Thong, il più famoso
complesso templare di LP. A fine visita siamo fradici; bandiera bianca. Si torna in hotel.
Per cena tentiamo il colpaccio al Tamarind, ma oramai è troppo famoso. Con merito forse, o forse per
merito della Lonely Planet, ma noi non abbiamo prenotato e bye bye. Alla fine si cena al Tat Mor,
decentemente, con un menù degustazione laotiano, che per 68 LK ci dà una panoramica dei piatti laotiani,
come l’alga del mekong fritta, la salsiccia di Luang Prabang e la zuppa locale con funghi, fagioloni, broccoli,
lemongrass e legni aromatici. Non male. Alle 22 a nanna, che domani svegli alle 5.30.
Mercoledì 8 Agosto - Alle 4 il primo gong con campana a seguire, mi sveglio di soprassalto, ma fuori è buio e
la strada è deserta. Poi senti le preghiere nell’aria, mi affaccio, ma la strada è sempre deserta. Alle 5.45
partono puntuali, ogni gruppo di monaci dal proprio tempio, seguono la rue Sakkarine fino al palazzo reale
e poi tornano indietro; uomini e donne regalano loro lo stretto indispensabile per nutrirsi nella giornata,
durante un rito che si ripete ogni giorno, da secoli. Le donne sedute, devono evitare qualsiasi contatto fisico
con i monaci; gli uomini, in piedi, si prostreranno in inchini infiniti. Le donne sedute, gli uomini in piedi, ad
offrire ai monaci, a Buddha, a metter via qualcosa per la loro vita post-terrena. Chissà se davvero i monaci
riescono a campare con galletta di riso e poco più. Lo sciamare di tuniche arancioni va avanti per quasi due
ore. Alle 7,30, finita la questua, nutriamo anima e corpo chez le Banetòn. Dio benedica i francesi per il loro
lascito coloniale di croissant e pasticceria in generale. E poi è palazzo reale, con lo splendido parco e la
collezione di auto del re. E poi è Mekong nell’attesa del volo per Hanoi. Volo che si concretizza nel picco di
una tempesta monsonica. La fifa sale, ma poi il volo andrà bene, molto meglio del previsto.
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HANOI ROCKS
Hanoi è immensa. Il taxista mi frega 100.000 VND e mi faccio fregare anche dall’occidentale che parla viet e
da cui la LP mi aveva messo in guardia. Sono incazzato come una biscia anche se ci smeno più o meno 4
EUR. E distrutto dalla giornata. E poi in hotel, seppur ben gentili, non ci trovano la crociera per domani e
dobbiamo stare una notte in più ad Hanoi. Almeno la cena al Highway 4 è buona, ma prezzi ben più alti del
Laos. Ceniamo con 12 € in 2 … dormita storica.
Giovedì 9 Agosto - Ad Hanoi, dormire nel Old Quarter, appena a nord del Hoam Kien Lake, ha il suo perché;
con le dovute proporzioni, significa alloggiare a Trastevere in Roma o nei Quartieri spagnoli napoletani, ma
di 200 anni fa. Se avete un preconcetto sulle città asiatiche come affollatissime, indaffaratissime, rumorose
e profumate/puzzolenti, ne avrete la conferma. Un dedalo di viuzze, ognuna col nome di un mestiere e –
per quanto la modernità ancora conceda - botteghe di quel mestiere che si affacciano sulla strada
omonima. Certo, in via dei fabbri, qualcuno ha ceduto la propria attività ad un venditore di zaini o di
ombrelli, ma è pazzesca l’iper-specializzazione dei negozi, suddivisi per strade. Ad Hanoi, scopri che il
motorino – e suppongo la bici fino a 20 anni fa - è un membro della famiglia; ne hanno almeno uno a testa
e lo si trova ovunque: sui marciapiedi, nei retrobottega, parcheggiato tra i tavoli del ristorante, di fianco al
bancone del negozio, fin dentro le case. Sette milioni di abitanti e cinque milioni di motorini .
La cosa migliore – anche per non perdersi – è seguire l’itinerario a piedi suggerito dalla Lonely Planet ed
essere preparati ad una stanchezza colossale al termine. Hanoi ci è piaciuta – e ci mancherà nel corso del
viaggio – nonostante il rumore incessante dei clacson e dei motorini - con le sue vestigia coloniali dell’epoca
francese, con i templi oramai nascosti dalle merci dei negozi adiacenti, la miriade di bancarelle ad ogni
angolo dove mangiucchiare qualcosa o rilassarsi, la moltitudine di genti e mestieri che si incontrano, il
bellissimo mercato coperto alimentare di Dong Xuan, e il buono e pulito Spice Cafè che ci ha rinfrancato a
pranzo.
Con una tale giornata alle spalle è normale che si resti nei dintorni dell’hotel per la cena; tra l’altro, sulla
Hang Dieu / Hang Ga – a due passi dall’hotel – ci sono alcuni dei migliori ristorantini monopiatto. Ci
lasciamo consigliare per il Bun Bo – un ciotolone di noodles con carne, arachidi, verdure fresche e brodo ed il Ban Cuon – crespelle di farina di riso cotte al vapore, ripiene di funghi e maiale. Cena fantastica
spendendo praticamente 8 EUR in due.
LA MERAVIGLIA DI HA-LONG
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Venerdì 10 Agosto - Sveglia presto, vengono a prenderci alle 7.45 in hotel. Poi saranno tre ore e mezza di
clacson verso Halong city, che non passano mai, con un paesaggio agreste abbastanza piatto , fatto di
grande periferia prima e risaie a perdita d’occhio poi. E col cielo grigio. Halong city è la base di partenza per
visitare l’omonima baia. Nonostante ci sia una grandissima offerta, riesce davvero difficile uscire dal circuito
delle agenzie che vendono crociere di 1/2/3 giorni nella baia. Tutte con la ste ssa formula, stessi tempi,
stesso itinerario. La differenza di prezzi è forse solo nel livello della barca e del cibo. Praticamente
impossibile beccare il pescatore locale che conosce le baie meno battute.
In quest’orda crocieristica super-industrializzata veniamo fantozzianamente intruppati su una delle tante
barche locali – credo un sambuco – quasi tutte uguali. La nostra non è neanche male e ci assegnano una
bella stanza matrimoniale con bagno. Appena saliti, verso mezzogiorno, si pranza a bordo, mentre il nostro
capitano termina il rifornimento di acqua e carburante. Pranzo buono servito ad un enorme tavolone
attorno al quale iniziamo a socializzare con gli altri crocieristi. Sembra quasi che poi qualcuno abbia dato il
pronti: via! Tutte le barche – stile flottiglia – partono verso la stessa destinazione e la stessa sequenza visita
alla caverna > kayak nella baia degli zingari del mare > bagno alla più scenografica delle isolette. Ognuna di
queste tappe super-affollata; basterebbe invertire l’ordine per non trovare casino.
La baia di Halong è un posto davvero unico; acqua verde smeraldo – non sempre pulitissima, ad onor del
vero – e migliaia di faraglioni che spuntano praticamente verticali, con una vegetazione lussureggiante in
cima. L’erosione ha dato un aspetto davvero unico ai faraglioni, ricchi anche di caverne e piccole baie che
andrebbero visitate in canoa. Una vista quasi iconografica di una certa Asia. All’occhio del vietnamita di
qualche migliaio di anni fa dovettero sembrare i pinnacoli della schiena di un drago che faceva il bagno
nella baia, da cui il nome, Ha long = “dove il drago scende nella baia”.
Alle 18 ripariamo in rada e alle 20 siamo già cenati; buona cena preceduta da un piccolo corso su come fare
gli involtini primavera. Una bella giornata; solo un po’ troppo turistico ed intruppato. La baia e le stelle sulle
nostre teste sono uno spettacolo che non dimenticheremo facilmente.
Sabato 11 Agosto - La barca alle 7 del mattino è già in piena attività, pronti a ritornare sulla terra ferma,
non prima di aver scaricato qualche amico viet su un’isoletta con resort. Un paio d’ore di navigazione tra i
magnifici pennacchi di roccia che orlano la baia e alle undici siamo tutti a terra; la crociera termina con un
gran pranzo presso un ristorante sulla terraferma. Localone per grossi gruppi con rumorosissima scolaresca,
ma non si mangia poi tanto male. Alla fine, ti avranno venduto una crociera di 2 giorni per effettive 23h in
mare. Dei geni del marketing; ma almeno, ci sono stato. Sarebbe stato molto più bello e poetico fare lo
stesso giro su una barcaccia di pescatori, via dalla pazza folla.
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DA HANOI A HUE’
Siamo contenti di tornare nel casino di Hanoi, anche se solo per qualche ora; Hanoi ti lascia quella
sensazione addosso di altre città come Napoli, Mumbai, Bangkok. Un gran casino da cui vorresti scappare ,
ma che ti mancherà subito, appena la lascerai. Riusciamo a farci truffare da un tassista che raddoppia il
tassametro negli ultimi 50 metri - e ce l’avevano pure detto – ma imperterriti facciamo un altro giro in
centro, col caldo opprimente, spogliandoci passo dopo passo e rischiando la vita ad ogni attraversamento
pedonale. Purtroppo, il museo delle carceri è già chiuso, ma il teatro delle marionette acquatiche è un bel
diversivo ed è una bellissima inaspettata sorpresa – da non perdere. Ci concediamo l’ultimo Bun Bo e alle
22 siamo puntuali in stazione; nessuna insegna: si mostra il biglietto all’ingresso e ti indicano una panchina
dove aspettare. Verrai chiamato. Il treno – rispetto a quello thai – non vale i 49 euro che ci hanno sfilato (di
cui ben 9 di commissione hotel). Ma crolliamo ugualmente.
Domenica 12 Agosto - Ci si sveglia presto in cuccetta, specie quando nel corridoio ci sono dei bei traffici di
thè e noodles. Non sappiamo dove ci troviamo esattamente, e alla prima fermata scopriamo che le stazioni
non hanno il cartello col nome; questo verrà annunciato dall’altoparlante. Fortuna vuole che la signora viet
nel nostro scompartimento – che divide la cuccetta con la sua bimba – ci indichi Huè come prossima
fermata.
HUE’ IMPERIALE
Il sole spazza via delle flebili nuvole e alla stazione -mercato di Huè il gran caldo quasi ci fa svenire;
contrattiamo col tassista il passaggio fino in centro e posiamo armi e bagagli al Google hotel. Prima di
avventurarci – con almeno 2 bottigliette d’acqua a testa – verso la cittadella imperiale, c’è il tempo per una
colazione francese – croissant e cappuccino – presso uno dei tanti locali che sfruttano il lascito coloniale per
allietare i turisti europei non abituati alla colazione con brodo di pollo.
Il complesso del palazzo reale è molto bello, sebbene quasi raso al suolo durante la guerra, ma alcuni edifici
sono ben conservati. La parte più pittoresca è quella in fondo – rispetto all’entrata principale – con gli
appartamenti privati della corte, dei piccoli gioiellini, ognuno con un laghetto di ninfee privato.
Al termine della visita, facciamo anche un giretto in centro, ma al di là delle 2 strade -mercato, Huè è una
cittadella moderna che non offre gran che. Pisolino ristoratore e sontuosa cena vegetariana presso il Lien
Hoa Vegetarian restaurant; una delle migliori cene vegetariane della mia vita.
Lunedì 13 Agosto - Una mattinata può essere facilmente riempita a Huè, specie se si visi tano le tombe dei
reali della dinastia Nguyen, poco fuori città. Arrivarci con i mezzi pubblici è un mezzo incubo – anche se c’è
l’opzione barca sul fiume + biciclettata – per cui decidiamo di fare i signori e per l’equivalente di 15$
noleggiamo un taxi per l’escursione alle tombe di Tu Duc. Il caldo è di quelli soffocanti, l’umidità prossima al
100% e il sole batte sulla testa. Il complesso funerario è comunque molto bello, sia per gli edifici –
bellissima la casina estiva con laghetto di ninfee – sia per la scenografia, essendo il complesso
completamente circondato da una folta foresta.
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UN SALTO INDIETRO NEL TEMPO, AD HOI AN
Nel pomeriggio ci attendono 3 ore circa di trasferimento in bus barellato verso Hoi An; prendiamo posto
per 20$ al Hoa Bin hotel, strategico come location, a 5 minuti a piedi da tutto. Abbiamo giusto il tempo per
una doccia e siamo in giro a piedi per il centro storico; la zona del porto fluviale, risalente alla
colonizzazione cinese di quest’area, si apre all’improvviso, uscendo da un dedalo di viuzze. Lanterne,
lanterne e poi ancora lanterne donano un’atmosfera davvero affascinante. Ceniamo molto bene al Bale
Well, che propone una cucina locale fai-da-te: tutti gli ingredienti cotti e crudi vengono serviti a tavola ed è
possibile mischiarli secondo il proprio gusto. Un’esperienza molto divertente.
Martedì 14 Agosto - Il piccolo assaggio avuto ieri sera di Hoi An ci è bastato; decidiamo di fermarci per
qualche giorno e di fare un po’ di mare. La città era un porto fluviale, per cui bisogna raggiungere la costa,
distante 7 km circa. Il modo più economico e pratico è il motorino: 4€/giorno e passa la paura. Il trucco è
seguire il fiume di motorini senza fare movimenti bruschi, soprattutto girando. Poi tutto è consentito.
Seguendo la strada principale di Hoy An si arriva alle spiagge di Cua day, icona della spiaggia tropicale
asiatica orlata di palme, che arriva fino a Danang verso nord. Purtroppo in pieno boom edilizio con
albergoni palazzoni spuntato ovunque. Senza perderci d’animo cerchiamo i sentieri che portano alla
spiaggia; tra un resort e l’altro ci sono infatti dei pezzi di spiaggia libera. Troviamo un ristorantino s ulla
parte nord della spiaggia, Ang Bang, poco più di un chiosco con 12 lettini ed ombrelloni di foglie di palma fondamentali, perché il sole picchia parecchio. Si mangia benissimo e si spende nulla; il massimo
dell’affollamento nella giornata sarà di 15 persone … un piccolo paradiso nascosto.
Alle 17 accade qualcosa di strano; folle di locali che arrivano in spiaggia e sciamano verso il mare,
montando tende, stendendo stuoie e preparando barbeque. Carrettini che vendono qualsiasi tipo di
preparazione per questo rito pomeridiano che va dalle 17 alle 19 circa. La proprietaria del ristorante mi
spiega che i vietnamiti non amano la pelle scura e l’abbronzatura, per cui vengono al mare solo nel tardo
pomeriggio. E si spiega anche perché ad Hanoi, con un caldo infernale, in motorino si coprivano ogni cm di
pelle.
In fatto di cibo Hoi An è una piccola mecca gourmet; un po’ dipende dal fatto che la zona centrale del
Vietnam ha una cucina ben distinta dalle altre zone e la rivendica fieramente. Ma anche perché il centro di
Hoi-An è un’isola pedonale vietata ai motorini, per cui sono spuntati cafè, ristoranti e chioschi come funghi.
La prima cena non possiamo che farla al Morning Glory, posto un po’ fighetto con cucina a vista, ultimo
nato di una serie di ristoranti della tv-cheffa Vyn, molto famosa in Vietnam. Spendiamo circa il triplo della
media, ma i piatti sono molto creativi ed il ristorante molto bello, speci e la veranda del primo piano da cui
osservare il viavai del centro.
Mercoledì 15 Agosto - Prima di schiantarci nuovamente in spiaggia, ci rechiamo al porticciolo alla foce del
fiume; tra lo stupore generale dei vietnamiti, molto incuriositi per la nostra richiesta, riusciamo a
contrattare una barca privata per visitare le isole di fronte Hoi An e riuscire ad evitare l’intruppamento di
turisti. Il prezzo è esorbitante: 2 milioni di VD, circa 80 €, cibo escluso. Ok, ci si vede domani ore 8.
Dieci minuti dopo siamo in spiaggia, stesso posto, dove ci sentiamo già di casa. Mattinata in paradiso e a
pranzo un soutè di vongole con lemon grass da urlo. Il pomeriggio scorre via un po’ coperto, cosa che
anticipa di una mezz’ora l’arrivo dei vietnamiti in spiaggia.
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Ceniamo al Mermaid, vicino al mercato. Si tratta del primo ristorante aperto dalla cheffa Vyn negli anni 90.
Doveva per forza essere vicino al mercato per assicurarsi la massima freschezza di tutti gli ingredienti;
l’ambiente – rispetto al Morning Glory - è più da trattoria, il conto più leggero e la melanzana affumicata è
fantastica.
Giovedì 16 Agosto - Alle 8 puntuali siamo all’imbarcadero per le Cham Islands. Piccola folla di curiosi per
vedere se davvero esistono due deficienti che vogliono spendere quella cifra. Si, siamo noi. La barca non è
male anche se forse troppo coperta. Prima sosta su spiaggia deserta, poi pranzo sull’isola principale Hon
Lao; una piccola baia che offre rifugio ai pescatori, spiaggia con palme ed una serie di ristorantini pronti ad
accogliere le orde di turisti giornalieri. Il ristorante indicato dal capitano – che sicuramente beccherà la sua
percentuale – si è rivelato valido e abbondante; abbiamo ancora un paio d’ore di snorkeling, prima di
rientrare in porto accompagnati dalle nuvole … meglio così.
Ceniamo al Hai Cafè, con uno splendido cortile interno: posto fighetto frequentato da occidentali in
vacanza, cucina moderna, porzioni un po’ piccole.
Venerdì 17Agosto - E Venerdì 17 non poteva che piovere; doveva succedere prima o poi; rimaniamo in città
e ne approfittiamo per visitare il museo della città. Hoi-An è un museo diffuso; sono tante le dimore e i
templi in cui è necessario il biglietto d’ingresso. Basta però comprarlo ad uno degli innumerevoli chioschi
del centro, per visitare – nell’arco di 3 giorni – 7 luoghi a scelta. Sia le case dei nobili, che i templi, i luoghi
del dopolavoro dell’800 sono tutti molto belli e ben conservati; è un’esperienza assolutamente da fare,
considerando che non richiede l’impegno di una visita ad un museo vero e proprio e può essere fatto nel
massimo relax.
Alle 12 siamo al mercato coperto; una sezione in cu si vende cibo ed una in cui si prepara; tanti banchetti
monopiatto con panche annesse. Assaggiamo finalmente il Cao-Lao ed è amore; la signora del banco 27 ci
vedrà nuovamente. Alle 13 il sole splende, inforchiamo il motorino e via verso la spiaggia, fino al tramonto.
La cena sarà con i piedi nella sabbia, con un’ottima zuppa di granchio e sauté di vongole. Paradise is here.
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Sabato 18 Agosto - Ultimo giorno di svacco totale al mare; da annotare la cena al Caffè 76, sulla riva del
fiume, buono ed onesto nel prezzo.
Domenica 19 Agosto - Nel nostro ultimo giorno ad Hoi An prenotiamo una visita alle rovine di My-Son (7$,
biglietto escluso). Il caldo è davvero tosto; dopo 90 minuti d’autobus arriviamo a quello che fu la massima
espressione della regno Champa. Tra templi e piccoli edifici rimasti in piedi per miracolo, tra le bombe che
sganciavano gli americani, si fa davvero fatica a causa del caldo. Il percorso è un tortuoso sali-scendi su tre
colline che – con quel caldo – richiede vera passione e dedizione.
Il ritorno è via fiume e visitiamo anche i maestri d’ascia dei cantieri navali sulle isolette sul fiume, di fronte
al centro di Hoi-An; carino, ma evitabile. Per le 14 siamo di ritorno e c’è tempo per l’ultimo bagno in
spiaggia, fino alle 18. Poi un taxi, in 40 minuti, ci porta a Da-Nang e da qui in volo per Saigon.
NELLA CITTA’ DI HO CHI MIN
E’ davvero un contrappasso: bac-Ho, lo zio Ho, come è affettuosamente chiamato Ho Chi Minh, il grande
condottiero che ha riunificato il paese, non fece in tempo a mettere piede in città: morì poco prima della
fuga degli americani. Oggi la sua effige è quasi ovunque e il nome Saigon è praticamente cancellato. Appena
arrivati, ci sistemiamo al Duna Hotel – preso su internet, una vera ciofeca – nella zona di Fan Gu Lao street.
Giusto il tempo per un boccone all’angolo e sveniamo.
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Lunedì 20 Agosto - Prima cosa: cambio hotel. Ci spostiamo di fianco all’hotel 2H per una stanza migliore e
più economica. Siamo freschi e rilassati per un tour de force ore 10-17 seguendo l’itinerario della Lonely
Planet a piedi, che parte proprio dal parco di Fan Gu Lao dove alloggiamo. Validissimo il mercato coperto
Ben Thanh, dove si può trovare la qualunque, dai vestiti alle ceramiche, dai funghi secchi alle zampe di
maiale. Se si inizia la contrattazione e poi non si conclude l’acquisto, non sembra che la prendano bene e
forse vi strilleranno dietro qualche parolaccia in vietnamita. Si sopravvive benissimo alla cosa.
La prima impressione è che HCMC – soprattutto paragonandola ad Hanoi - è una città meno asiatica, quasi
europea. E’ più ordinata, più pulita, più ricca. La via principale Dong Khoi è una sfilza di boutiques
occidentali e le vestigia del passato coloniale – Majestic e Caravelle Hotel - e rivoluzionario – Hotel de ville sono diventati hotel per ricchi turisti e sfondi per foto ricordo.
Ci concediamo un pranzo al ristorante Hum Toc, lungo il percorso, una meta per gourmet secondo la Lonely
Planet; in realtà un pasto mediamente medio, in un posto elegante, ad un prezzo esorbitante per il
Vietnam.
Il pomeriggio è tutto dedicato al War Remnant Museum, un museo che documenta le atrocità della guerra
Cinese e Americana, ovviamente dal punto di vista Vietnamita; comunque le atrocità restano atrocità, da
qualsiasi punto le si voglia vedere. Da non perdere, anche per la bella mostra di elicotteri e jeep americane
catturate in battaglia ed esposte nel museo. Da questo, alla zona di Phan Gu Lao è una bella passeggiata
che costeggia il Reunification Palace, un bell’edificio governativo coloniale, il primo ad essere preso dai
Vietkong che entravano trionfalmente a Saigon. Il Marimman Indu Temple anche merita un visita, con le
sue centinaia di icone di Dei Indù.
Dopo un pisolino rigenerante decidiamo di trascorrere la serata in zona hotel; Phan Gu Lao è un po’ la Kao San-Rd di Bangkok, piena di hotel, bar, ristorantini, negozietti aperti fino a tardi. Si può fare serata nei
vicoletti tra la Phan Gu Lao e la parallela Bui Vien; e proprio in una di queste stradine proviamo l’Asian
Kitchen , scelto soprattutto per il livello di pulizia. Niente male per un prezzo che sfiora il ridicolo.
Martedì 21 Agosto - E’ il nostro penultimo giorno e il dilemma tra il riaffrontare i quartieri della città ancora
non visti o visitare un pezzettino dell’immenso delta del Mekong si risolve in favore di quest’ultimo. Come
per tutta l’offerta turistica, i prezzi sono livellatissimi e il gran numero di agenzie è un grande bluff. Per un
tour di un giorno che fa un determinato giro, il prezzo sarà uguale ovunque, per cui evitate pure lo
sbattimento di girare per agenzie alla ricerca della più economica e recatevi a quella più vicina al vostro
hotel. L’offerta spazia dal tour di mezza giornata a quello di quattro giorni. Scegliamo il tour in barca, in
alternativa a quello nei cunicoli e tunnel scavati durante la guerra. Sve glia alle 7, pick-up in hotel alle 8
(continuare a leggere con voce di Fantozzi) nell’ordine: giro in battello lungo un ramo del delta, visita
all’apicoltore con tentativo di vendita di miele e liquore, trasferimento in barca su altra isoletta del delta del
Mekong, visita alla fabbrica di caramelle al cocco - davvero interessante - trasferimento in canoa
motorizzata, attraversamento dei canali tra bambù e mangrovie, pranzo al ristorante su palafitte con
offerte di bestie stranissime in menù - tra cui serpenti, orsi, ecc - altro trasferimento in canoa, rientro a
Saigon in barca. Aldilà della gita fantozziana organizzata, l’attraversamento dei canali in canoa ti proietta
dritto dritto dentro Apocalypse now. In alcuni punti sono canali davvero stretti e i bambù rigogliosi
strisciano sulle braccia e sul volto, mentre si incrociano tantissime canoe con i vietnamiti nelle loro
faccende affaccendati, tutti con i non-la, i caratteristici cappelli di paglia conici.
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E’ l’ultima sera e seguiamo il consiglio della LP per concederci una signora cena al Nhà hang non: un
bellissimo ristorante in stile coloniale in cui sono state replicate le bancarelle di strada, ognuna con un cibo
tipico di una regione del Vietnam; prima di ordinare si fa un giro di perlustrazione e si sceglie il piatto che
verrà poi servito al tavolo: cucina del nord, del centro e sud Vietnam – a saperla riconoscere. Per
l’equivalente di 15 EUR a testa una signora cena in un ambiente davvero bello.
Mercoledì 22 Agosto - Poche ore al mattino, prima di raggiungere l’aeroporto; giusto il tempo per gli ultimi
acquisti in zona Phan Gu Lao ed un massaggio. Un gran bel viaggio, un territorio ancora vergine fuori dalle
grandi città e del gran cibo. Una piccola Cina, che ha colto il meglio del grande ed ingombrante cugino.
BUONO A SAPERSI
Informazioni aggiornate ad Agosto 2012
Visto – Il visto per il Laos lo si ottiene al varco di confine via terra di Vientiane e costa circa 36 US$. Il visto
del Vietnam va richiesto prima all’ambasciata Vietnamita e costa 40 EUR. Al nostro arrivo ad Hanoi (dal
Laos) era comunque possibile ottenere il visto in aeroporto.
Valuta – Il KIP del Laos LAK ha un cambio 10.000 LAK = 1 EUR. Carte di credito accettate principalmente a
Vientiane e Luang Prabang, bancomat quasi inesistenti al di fuori di Vientiane; ben accetti pagamenti in
Baht Thailandesi, US$ e qualche volta anche EUR, specie nella capitale. Il DONG del Vietnam VND ha un
cambio 25.000 VND = 1 EUR. E’ raro che vengano accettati pagamenti in EUR o USD. Carte di credito
accettate con commissione extra e bancomat disponibili quasi ovunque.
Energia elettrica – 220V, prese a poli tondi come in Europa (spesso a 2 poli , per cui le nostre spine a 3 denti,
non entrano).
Quando andare – Il monsone imperversa nell’area nel mese di Agosto. Per il Laos, il periodo m igliore
sarebbe Novembre-Aprile: poca pioggia, caldo non soffocante e in questo periodo si concentrano la
maggior parte dei festival buddisti. Il Vietnam ha il monsone del nord tra Settembre e Febbraio e quello del
sud tra Maggio-Ottobre, per cui, visitando tutto il paese un po’ di pioggia va messa in conto. In Agosto,
specie al sud, il caldo e l’umidità sono davvero soffocanti.
Guidare – In Laos si guida sulla destra; il traffico – anche nella capitale – è davvero scarso e tranquillo.
Appena fuori dalle città, l’asfalto lascia spazio alla terra battuta e la jungla prende il sopravvento; meglio
usare i bus. In Vietnam si guida sulla destra, come in Italia. Non esistono regole stradali, per cui meglio
affidarsi a bus / taxi. La fiumana di motorini sui bulevard delle grandi città va affrontata attraversando pian
piano; inutile sperare che si fermino al rosso, ma in compenso, saranno loro ad evitarvi.
Pericoli e contrattempi – Il Laos è un paese molto tranquillo che ora si sta aprendo al capitalismo; l’unico
inconveniente sarà il sovraprezzo che applicherà l’hotel qualora sceglieste di prenotare presso la reception
il vostro biglietto del bus. Ad Hanoi ci sono alcune piccole truffe ai danni dei turisti, specie da parte dei
tassisti: la prima consiste nel pattuire un prezzo partendo dall’aeroporto, tassametro spento, e poi
richiederne un altro. Mentre litigate col tassista si materializza un inglese che parla viet e dice che ha
ragione il tassista. Unico rimedio, farsi scrivere il prezzo concordato. La seconda la mettono in atto i piccoli
taxi del centro. Negli ultimi 100mt della corsa il tassametro sale in maniera esponenziale; l’unica è non
staccare lo sguardo dal tassametro e gridare STOOOOP appena la cifra inizia a lievitare. Anche qui gli hotel
sommano cospicue commissioni su biglietti (il 30% circa). Inoltre sembra che Huè sia la capitale del
borseggio con destrezza.
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Trasporti interni – In Laos solo bus; molti del tipo barellato, con i letti a castello - per coprire la distanza
Vientiane-Luang Prabang di 400 km ci vogliono circa 13 ore di strade sterrate – dato che si viaggia spesso di
notte. In Vietnam bus perennemente strombazzanti, treni e voli interni, soprattutto tra le 3 maggiori città,
Hanoi, Danang e HCMC.
MANGIARE E DORMIRE
VIENTIANE
DORMIRE
Orchid guest-house – Sulla Th Fan Guom, la strada che costeggia il fiume sulla sponda laotiana, una guesthouse senza troppe pretese, ma con camere ampie e pulite, anche se gli interni avrebbero bisogno di
qualche ritocco. Si trova in corrispondenza della fine del night-market che si anima ogni sera lungo il fiume;
ottimo centro massaggi all’ultimo piano. Doppie con bagno senza colazione sui 20US$. Alla reception è
possibile prenotare i biglietti per il bus che attraversano il paese; pagherete un piccolo sovrapprezzo, ma vi
risparmierete la corsa in taxi fino alla stazione dei bus, davvero lontana dal centro città. Th Fa Ngoum, tel
252 825
www.tripadvisor.it/Hotel_Review-g293950-d1954247-Reviews-Orchid_GuesthouseVientiane_Vientiane_Province.html
MANGIARE
Lungo la Th Chao Aron – Lungo questa traversa che parte dal lungo-fiume, alla sera sorgono 4 ristorantini in
uno spiazzo sterrato, con tanto di verandine in mambù e tavoli montati alla buona. Il cibo è mostrato sui
tavolini all’ingresso di ogni “recinto”. Le cucine sono ovviamente a vista e tutte al centro dello spiazzo. Si
cena ottimamente con pochissimo. Molti i piatti tradizionali del Laos, come pesci di fiume o le alghe fritte
(sempre del fiume).
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Saengthip Larb Samnuea 2 – Un grosso spazio esterno ricoperto da una tettoia in lamiera e un menù di
piatti laotiani e thailandesi, tutti di ottima fattura. Si cena in due spendendo 8/10 EUR. Le banane appese al
cancelletto d’ingresso sono offerte dalla casa.
LUANG PRABANG
DORMIRE
Symoungkhoun Guesthouse – Camere piccole con bagno, alcune a pian terreno, con affaccio diretto sulla
strada. Ed è forse questo l’unico motivo per fermarsi in questa guest-house dai prezzi davvero ragionevoli:
all’alba la questua dei monaci passerà proprio davanti alla vostra porta. Th Sakkarin
MANGIARE
Xieng Thong Noodle Shop – A due passi dall’omonimo tempio, poco più di una cucina con pochi tavoli. Solo
un paio di fumanti zuppe cinesi nel menù che vengono via a 8.000 LAK. Th Sakkarin
Tat Mor – Un bel ristorante sulle Th Sakkarin, con una buona cucina a prezzi abbordabilissimi. Prodotti
locali come le salsicce laotiane e le alghe del mekong fritte e tante zuppe. Disponibili menù degustazione
per togliersi l’imbarazzo di dover scegliere in un menù davvero vasto.
www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g295415-d1557195-Reviews-Tat_MorLuang_Prabang_Luang_Prabang_Province.html
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Le banneton- Una vera e propria bulangerié francese; rifugio per quando la voglia di cappuccino e croissant
prende il sopravvento. Anche baguettes e croques monsieurs. Th Sakkarin
HANOI
DORMIRE
Hotel Rendezvous - Ad Hoan Kiem, la zona della vecchia Hanoi, è situato strategicamente per essere vicino a
quasi tutto ciò che è visitabile in zona. Quattro piani senza ascensore, con piccola caff etteria a piano terra,
wi-fi gratuito. Le stanze sono carine, ma senza fronzoli e molto pulite. Meglio richiedere una stanza che non
affacci sulla strada principale a causa del traffico davvero rumoroso. Il personale è molto gentile e offrono
vari servizi d’agenzia. Circa 25 US$ per la doppia con bagno.
www.hanoirendezvoushotel.com/
MANGIARE
Highway 4 restaurant - A due passi dall’hotel Rendezvous, è un locale “occidentale” per i Vietnamiti, offre
un mix di cibi occidentali e vietnamiti di buona qualità. Prezzi decisamente alti per gli standard Vietnamiti circa 25 EUR in due.
http://highway4.com/
Spice Indian Restaurant and Art gallery - Nel caos del quartiere di Hoan Kiem è un’oasi di pace. Molto belli i
dipinti alle pareti e una cucina d’ispirazione indiana, che strizza l’occhio agli occidentali.
www.tnhvietnam.xemzi.com/en/spot/10830/spice-indian-restaurant-hanoi/
Legend beer - Non è cosa nota, ma in Vietnam si produce della gran birra artigianale , bia-hoi in vietnamita.
Legend beer è un ristorante brewery nella trafficatissima piazza adiacente il Hoam Kien Lake. Piatti
internazionali e ottime birre sulla terrazza da dove è possibile ammirare con distacco il traffico e il caos
della piazza.
www.legendbeer.vn/
Ban Cuon – Uno dei tanti ristorantini monopiatto: i Ban Cuon sono dei ravioli ottenuti con farina di riso,
ripieni di funghi, gamberi e maiale e serviti con erbe fresche e arachidi. In questo ristorantino la
proprietaria e la figlia li producono senza sosta davanti ai vostri occhi. 14 Hang-Ga
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Bun Bo Nam Bo – Lunghe tavolate comuni dove l’unico ordine da piazzare è quello del drink (soft drink o
birra). Il Bun Bo è un ciotolone di noodles con brodo, arachidi, maiale, verdure fresche e germogli. 67 P
Hang Dieu
HUE’
DORMIRE
Thanh Xuan (Google) Hotel - Stanze pulite con dei gran bei bagni. Situato dal lato opposto del fiume –
rispetto alla cittadella; l’attraversamento del ponte sul fiume, col sole che picchia, può essere un’impresa
ardua, ma alla sera l’hotel è dal lato giusto del fiume. Wi-Fi free ed una buona caffetteria ristorante. Circa
20 US$ per la doppia col bagno.
www.booking.com/hotel/vn/thanh-xuan.en.html
MANGIARE
La boulangerie francaise - Lascito coloniale dei francesi, cappuccini, baguettes e crissants, nel cuore del
Vietnam, per quando avrete nostalgia della colazione casalinga. Anche una scuola per preparare giovani
meno abbienti al mestiere.
www.laboulangeriefrancaise.org/
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LIEN HOA Veg restaurant - Un ristorante vegetariano con una splendida terrazza; famoso per essere uno dei
miglior ristoranti vegetariani del Vietnam, è spesso molto affollato. Per l’equivalente di 10 EUR a persona
una delle migliori cene vegetariane della mia vita.
www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g293926-d1785631-Reviews-Lien_HoaHue_Thua_Thien_Hue_Province.html
HOI-AN
DORMIRE
Hotel Hoa Binh - Strategicamente piazzato fuori dal centro storico, ma a 5 minuti a piedi, un discreto hotel
con una piccola piscina interna coperta al piano terra. Internet free e wi -fi gratuito, con una discreta
colazione. Doppia con bagno - che avrebbe bisogno di qualche piccolo lavoretto – per 20 US$.
www.tripadvisor.it/Hotel_Review-g298082-d1138782-Reviews-Hoa_Binh_HotelHoi_An_Quang_Nam_Province.html
MANGIARE
Mermaid resturant & grill - La chef televisiva più famosa del Vietnam, tale Vyn, è di Hoi-An.Qui aprì il suo
primo ristorante, di fronte al mercato, per assicurarsi gli ingredienti più freschi ogni giorno. Un locale con
l’aria di una trattoria; piatti deliziosi e conto onestissimo. Bisogna attendere un po’ prima di avere un
tavolo.
www.restaurant-hoian.com/
Morning glory – Il secondo (dei quattro ristoranti) aperti dalla chef Vyn, ha come target una clientela più
facoltosa. Ambiente molto curato e cucina a vista al centro del locale. Molto buono il livello della cucina,
anche se non tale da giustificare i prezzi europei, soprattutto confrontandolo con il Mermaid , con cui
condivide il sito web.
Bale well - In 45 Tran Hung Dao St., una traversa della via principale, lontano dalla folla del centro storico,
un locale affollato di Vietnamiti; cucina locale con una particolarità: il menù è praticamente fisso e tutti gli
ingredienti cotti e crudi vengono serviti assieme, in modo che il cliente possa comporre il proprio piatto
come meglio crede. Una bella esperienza per meno di 8 € a persona.
Hai Cafè – Un caffetteria rifugio, sul lungofiume, dove poter contare su un cappuccino o un croissant
quando ci si è stufati i colazioni a base di pho-bo.
www.visithoian.com/haicafe/index.html
Caffè ’96 - Sul lungo fiume un locale molto easy con piatti vietnamiti molto ben eseguiti per un conto
davvero basso: 96 bach dang st.
Chien restaurant - Sulla spiaggia di Cua Dai, poco più di un capanno con una cucina da campo. Ottimi piatti
– dai noodles al riso alle zuppe di pesce – ed un sauté di vongole al lemon grass e peperoncino memorabile.
Si pranza e cena con i piedi nella sabbia. Prezzi davvero bassi.
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Mercato coperto – Tante sono le bancarelle che fanno da mangiare in diretta; tante panchette disposte
attorno ad una postazione centrale con la cuoca di turno. Ogni bancarella fa 3 o 4 piatti, i cui nomi e
relativo prezzo sono esposti alle spalle della cuoca. Da non perdere il Cao-Lao della postazione E027.
SAIGON / HO-CHI-MINH City
DORMIRE
KIM KOI 211 hotel - Uno dei tanti hotel lungo Phan Gu Lao ha delle stanze davvero enormi, con dei bagni
fantastici. Appena ristrutturato e nuovo di zecca, i 20US$ a notte per una stanza doppia immensa, con
bagno, sono stati l’affare del viaggio. Free internet e wi -fi.
www.tripadvisor.it/Hotel_Review-g293925-d3186385-Reviews-Kim_Khoi_Hotel-Ho_Chi_Minh_City.html
MANGIARE
Nhà hang non - Un edificio in stile coloniale riporta al tempo dei francesi; terrazze coperte e verande con
drappi. La particolarità del locale consiste nell’aver replicato le bancarelle di strada tipiche del Vietnam. Per
scegliere i piatti si passeggia lungo due corridoi dove è possibile trovare tutte le specialità vietnamite, da
nord a sud. Fatta la scelta, i piatti verranno poi serviti ai tavoli. Molto affollato di turisti e vietnamiti
benestanti per una signora cena che si attesta sui 15 EUR a persona.
www.ngonpnh.com/
Asian kitchen - Uno dei tanti ristorantini nelle traverse di Phan Gu Lao, è un ristorantino pulito che offre
piatti vietnamiti a prezzi davvero bassi. 185 Phan Gu Lao
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Hoa tuc restaurant - Situato nella zona ricca di HCMC, lungo la D Dong Khoi a due passi dal teatro
dell’opera, si presenta come ristorante gourmet. La cucina non lascerà particolari ricordi ed il conto sfiorerà
i 40 EUR a persona. Se ne può tranquillamente fare a meno.
www.hoatuc.com
ITINERARI SUGGERITI
dalla Lonely Planet
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VIENTIANE (Laos)
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LUANG PRABANG (Laos)
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HANOI (Vietnam)
HO CHI MINH CITY / SAIGON (Vietnam)
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25
>> segue
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TRAVEL NOTES
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E visto che sei arrivato fino in fondo, puoi scaricare I pdf originali delle Lonely Planet Laos
http://www.arteteca.net/lonelyfabri/wp-content/uploads/LP-LA-VIENTIANE.pdf
http://www.arteteca.net/lonelyfabri/wp-content/uploads/LP-LA-NORTH.pdf
2004 – Botswana Bushtrack
2004 – Mozambique al la nossa manera
2005 – Marocco Suave
2005 – Perù breve
2006 – Rajastan Tour
2006 – Uzbekistan soft
2007 – Indonesia Sonda Minore
2008 – Thailandia mar delle Andamane
2008 – Cuba 50° anniversario
2009 – Sicilia 09
2009 – Yunnan, Cina
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2009 – Marrakech Live
2011 – Etiopia OMO Valley