the grudge - Cut-Up

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Cut-Up
THE GRUDGE
Inviato da Susanna Raule
domenica 26 agosto 2007
THE GRUDGE è la storia di un fantasma-killer con seri problemi digestivi. Il suo suono caratteristico, infatti –
quello che per intenderci dovrebbe far venire al pubblico la pelle d’oca – assomiglia ad una serie di ruttini
non molto educati.
Ma cominciamo dal principio: in una casa un po’ isolata in una stradina di Tokyo abita un ‘qualcosa’
dalla preoccupante letalità. Il morituro di turno sente un qualche ‘strano rumore’, sale le scale tutto
preoccupato e poi BANG succede qualcosa di VERAMENTE SPAVENTOSO.
Beh, veramente spaventoso… diciamo che c’è un rumore molto forte, probabilmente inserito ad hoc per
risvegliare lo spettatore che nel frattempo si fosse assopito. Il film, infatti, non si riconosce per il… come dire?
RITMO SERRATO. [...]
Per essere onesta dopo un quarto d’ora ronfavo sonoramente sulla spalla del vicino – che, naturalmente,
non conoscevo e col quale, naturalmente, ho fatto una pessima figura. Poi uno di questi brutali effetti sonori mi ha
ridestata bruscamente da un sogno molto più interessante del film e mi ha dato modo di seguire il resto della pellicola.
Per cui… sì, cari lettori, in quei cinque minuti di sonno potrebbe anche essere successo qualcosa che rende THE
GRUDGE meritevole di essere visto!
Per quel che ho osservato io, però – e cioè circa un’ora e mezza di film per metà noioso e per metà boiata
– i personaggi si muovono come catatonici per questa casetta giapponese dalle infinite pareti scorrevoli,
sussultando ad ogni muover di foglia e morendo per ragioni che mi sono tutt’ora incomprensibili. Forse di noia.
Sarah Michael Gellar ci offre un’interpretazione degna di Buffy, cioè sostanzialmente si limita a lasciarsi
inquadrare, i comprimari vanno, se possibile, anche peggio.
Se il cast non è proprio frizzante, però, potrete avere comunque qualche momento di sano spasso: THE GRUDGE è
permeato da occasionali, ma meritevoli, istanti di involontaria comicità. Basti dire che i nomi dei due detective giapponesi
incaricati delle indagini suonano più o meno come Nakagata e Sonasega, cosa che non ha mancato di provocare brevi
scoppi di ilarità in platea. Il pubblico, mezzo tramortito, ha modo così di sfogare - in modo indubbiamente disdicevole e
puerile, ma felicemente catartico – il suo disappunto per aver buttato via i soldi del biglietto.
Immagino, in definitiva, che il meno peggio di questa pellicola, per mia esperienza pensonale, siano stati i pop-corn.
Se vi capita di vederlo, quindi, procuratevi un’abbondante vaschetta di pop-corn, un buon digestivo (tutto quel
rumore di sommovimento gastrico non favorisce la cosa) e, per finire, un bel cuscino morbido per il dopo-pop-corn.
Buona visione.
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