della grande guerra in val di sole

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della grande guerra in val di sole
LA MONTAGNA DEI RAGAZZI
LUNGO I SENTIERI
DELLA GRANDE GUERRA IN VAL DI SOLE
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LA MONTAGNA DEI RAGAZZI
CONOSCERE LA MONTAGNA ATTRAVERSO LA GRANDE GUERRA
LUNGO I SENTIERI
DELLA GRANDE GUERRA IN VAL DI SOLE
ESCURSIONI E ITINERARI DI SCOPERTA
Progetto: Accademia della Montagna del Trentino
Testi: Museo Storico Italiano della Guerra, Daniele Bertolini, Giulia Mirandola
Credits fotografici: Museo Storico Italiano della Guerra, Soprintendenza per i Beni architettonici e archeologici - foto Studio Rensi,
Museo della Guerra di Vermiglio, Museo “Pejo 1914-1918. La guerra sulla porta”, Vermiglio Vacanze, Tiziano Mochen, Daniele Bertolini, Isidoro Bertolini
Illustrazioni: Tommaso Sega
Progetto Grafico: Egon
Stampa: Grafiche Stile – Rovereto
ISBN: 978-88-96215-52-4
Accademia della Montagna del Trentino
Via Jacopo Aconcio, 5
38122 Trento
tel. 0461 493175
mail: [email protected]
www.accademiamontagna.tn.it
© 2013, Egon
di Emanuela Zandonai Editore s.r.l.
via del Garda 32, Rovereto (TN)
tel. 39 0464 484500
fax 39 0464 484528
Imparare a conoscere il territorio in cui si vive è una tappa decisiva nel percorso di crescita di ogni persona che risulterà tanto più coinvolgente e appassionante se l’esplorazione avrà
inizio fin da giovani, quando è più facile ricordare i luoghi e immaginare le vicende che li hanno segnati. Per questo anche una piccola pubblicazione può diventare un’opportunità formativa, aggiungendo un’autentica esperienza culturale al piacere di una camminata all’aria aperta.
Questa collana, realizzata per iniziativa della Fondazione Accademia della Montagna del Trentino in
collaborazione con il Museo Storico Italiano della Guerra, non è tuttavia solamente un contributo
per accendere la curiosità dei ragazzi verso un passato che ha segnato radicalmente la vita dei loro
bisnonni. In questi giorni in cui l’assurdità della guerra continua a insanguinare l’umanità, una visita
diretta ai luoghi dove si combatté la Grande Guerra può diventare il discorso più efficace per promuovere un mondo liberato dalla violenza.
Annibale Salsa
Presidente del Comitato Scientifico
dell’Accademia della Montagna del Trentino
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Mare di nubi dal Montozzo. In primo piano le linee a circa 2800 m di quota, sullo sfondo il Monte Vioz, a sinistra Punta San Matteo [MGR 24/20]
LUNGO I SENTIERI DELLA GRANDE GUERRA IN VAL DI SOLE
ESCURSIONI E ITINERARI DI SCOPERTA
LA PRIMA GUERRA MONDIALE
E IL TRENTINO
La Prima guerra mondiale scoppiò cento anni fa. Iniziò nel 1914
e si concluse nel 1918.
Coinvolse Stati come la Francia, la Gran Bretagna, la Russia, la
Germania, l’Austria-Ungheria, l’Italia, la Turchia, gli Stati Uniti,
il Giappone e tanti altri, oltre a paesi che allora erano colonie di
paesi europei come l’India, il Sudafrica, l’Australia, il Senegal.
Venne chiamata “Grande Guerra” perché prima non ce n’era
mai stata una così terribile. Vennero mobilitati milioni di soldati,
furono inventate nuove armi come i gas asfissianti e usati moderni
mezzi di trasporto come l’aereo. Morirono più di 9 milioni di soldati
e moltissimi civili, la vita di milioni di donne e bambini cambiò
radicalmente.
All’epoca il Trentino faceva parte dell’Impero austro-ungarico e
confinava con il Regno d’Italia.
Nel 1914 più di 55.000 trentini vennero richiamati alle armi e
inviati in Galizia, che oggi si trova tra la Polonia e l’Ucraina. Lì
combatterono contro l’esercito russo; moltissimi vennero fatti
prigionieri, più di 11.400 morirono.
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Nel maggio 1915 l’Italia dichiarò guerra all’Austria-Ungheria e il Trentino si trasformò in un
campo di battaglia: si scavarono centinaia di chilometri di trincee, i paesi furono bombardati, donne
vecchi e bambini dovettero abbandonare le loro case. Per la prima volta i soldati dovettero combattere
anche in alta montagna tra le nevi e i ghiacci.
Circa 700 trentini, chiamati “irredentisti”, si arruolarono volontari nell’esercito italiano con lo scopo
di unire il Trentino all’Italia. Alcuni di questi - Cesare Battisti, Fabio Filzi e Damiano Chiesa - furono
catturati dagli austriaci, processati e condannati a morte per tradimento.
Al termine della guerra, scomparvero gli imperi russo, tedesco, austro-ungarico e turco e nacquero
nuovi Stati. Il Trentino divenne parte dell’Italia, uscita vincitrice dal conflitto.
Soldati in salita
verso Cima Presanella [MGR 24/42]
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LUNGO I SENTIERI DELLA GRANDE GUERRA IN VAL DI SOLE
ESCURSIONI E ITINERARI DI SCOPERTA
LA GRANDE GUERRA
IN VAL DI SOLE
Il Passo del Tonale è da secoli terra di transito: di qui passarono pellegrini, mercanti e
viaggiatori, soldati ed eserciti, dal Medioevo
a Napoleone.
Nel 1848, nel corso della prima guerra del
Risorgimento italiano, da questo passo alcuni gruppi di soldati volontari (i cosiddetti
“Corpi Franchi”) tentarono di raggiungere
Trento per creare un’Italia unita.
Nel 1856 Josef Radetzky, feldmaresciallo austriaco, ordinò la realizzazione di una
nuova strada per il Tonale.
Dopo l’annessione della Lombardia al Regno di Sardegna nel 1859 il passo divenne
confine di stato e le autorità militari asburgiche decisero di fortificarlo potentemente. In
pochi decenni furono realizzati Forte Strino,
Forte Velon, Forte Mero, Forte Pozzi Alti, Forte Zacarana; nella vicina Valle di Pejo venne
realizzato il Forte Pejo o Barbadifior.
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Forte Presanella o Pozzi Alti [MGR 129/182]
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LUNGO I SENTIERI DELLA GRANDE GUERRA IN VAL DI SOLE
ESCURSIONI E ITINERARI DI SCOPERTA
Nell’autunno 1914, in previsione di un attacco, i
comandi austro-ungarici fecero costruire sul confine con l’Italia una linea di resistenza che collegava
i forti: si realizzarono trincee, piazzole per le artiglierie, baraccamenti, sbarramenti di filo spinato.
Con l’ingresso in guerra dell’Italia, nel maggio
del 1915, i monti della Val di Sole diventarono
campo di battaglia. Gli eserciti spinsero i propri uomini fino alle quote più alte, tra rocce e ghiacciai.
Su questo tratto di fronte si sperimentò un nuovo
modo di combattere, la cosiddetta “guerra bianca”.
Reparti degli eserciti austro-ungarico e italiano si
scontrarono sui versanti a sud e a nord del Passo
del Tonale, sui ghiacciai dell’Adamello e del Presena, sull’Albiolo, sul Montozzo, a 3.678 m sul San
Matteo. Quest’ultima cima, conquistata il 13 agosto 1918 dagli italiani e riconquistata il 3 settembre
dagli austro-ungarici, fu il campo di battaglia più
alto della Prima guerra mondiale.
Forte Strino [MGR 4/1611]
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TRA GUERRA E DOPOGUERRA
A partire dal maggio 1915, i paesi trentini vicini al confine vennero evacuati. Più di 100.000
persone dovettero lasciare le proprie case e spostarsi verso l’interno dell’Austria. Una parte, dopo un
lungo e faticoso viaggio, trovò ospitalità in paesi e città della Boemia, della Moravia e dell’Austria. Altri
vissero in grandi campi di baracche (Mitterndorf, Braunau ed altri) chiamati “città di legno”.
Un’altra parte della popolazione fu trasferita, questa volta dall’esercito italiano, in diverse regioni della
penisola.
In Val di Sole, Vermiglio fu evacuato tra il 24 e il 25 agosto 1915. Gli uomini erano in guerra già da
un anno. Donne, bambini e anziani furono deportati a Mitterndorf mentre il bestiame venne requisito
dall’esercito.
Negli altri paesi della valle i civili vissero con i militari, spesso lavorarono per loro e conobbero la fame
e il pericolo.
Alla fine della guerra i paesi erano distrutti e saccheggiati, le campagne e
i boschi devastati, le montagne coperte di ordigni. Ci vollero anni prima che
tornasse la normalità. La povertà spinse molte persone a tornare sui campi di
battaglia per cercare materiali da vendere o con cui ricostruire i paesi. Quello del
“recuperante” fu un lavoro faticoso e pericoloso.
Oggi, a distanza di cento anni, si cerca di conservare ciò che resta di quella
tragica guerra. Sono stati restaurati forti e trincee, ripristinati sentieri, realizzati
musei storici nei quali sono esposti reperti ritrovati sulle montagne.
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LUNGO I SENTIERI DELLA GRANDE GUERRA IN VAL DI SOLE
ESCURSIONI E ITINERARI DI SCOPERTA
Vermiglio alla fine della guerra [Museo della Guerra di Vermiglio]
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Sui monti sopra Passo Tonale [Vermiglio Vacanze]
Itinerario 1
P i a n
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Forte Strino
Pejo Fonti
Forte Barbadifior
Forte Zacarana
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Pejo Paese
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ITINERARI
di
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LagoMero
Forte
Pian Palù
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Itinerario
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Forte Velon
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Pellizzano
Passo del Tonale
Monte
Tonale Orientale
Itinerario 2
Forte Pozzi Alti
Ossana
Vermiglio
Città Morta
Itinerario 1
Forte Strino
Passo Paradiso
Monticelli
Forte Zacarana
Forte Velon
Forte Mero
Passo del Tonale
Passo Paradiso
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Forte Pozzi Alti
Monticelli
Itinerario 3
Itinerario 3
Cima Presena
Cima Presena
Cima Presanella
Cima Presanella
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Torrente
Noce
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S o l e
COME PREPARARSI AD UN’ESCURSIONE
IN MONTAGNA
Oltre a offrire un paesaggio e una natura incontaminate, i monti della Val di Sole
permettono di ripercorrere alcuni dei luoghi dove venne combattuta la Grande Guerra.
Come tutte le gite, anche un’escursione in montagna va organizzata.
Ecco alcuni suggerimenti:
- indossa un abbigliamento pratico e delle calzature adatte (scarponcini)
- scegli un itinerario adatto alle tue capacità e al tuo allenamento
- assicurati che le previsioni del tempo siano buone
- studia l’itinerario prima di partire, porta con te la cartina e mantieni il cammino sui sentieri
segnalati
- in generale non ti addentrare in grotte o gallerie; dove è consentito l’ingresso, fatti accompagnare da un adulto e ricordati di portare una torcia elettrica
- non disturbare gli animali: limitati ad osservarli
- rispetta l’ambiente: riporta a casa i tuoi rifiuti!
Cosa non deve mancare nel tuo zaino:
- una buona quantità di acqua
- qualcosa da mangiare durante la giornata
- un cappellino e gli occhiali per ripararti dal sole
- una maglia e uno spolverino per la pioggia: in montagna il tempo può cambiare molto velocemente
- la crema protettiva per evitare scottature
- una cartina della zona.
Nota: nelle schede degli itinerari, il tempo di percorrenza comprende il percorso di
andata e ritorno ma non le soste e le visite ai luoghi di interesse.
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LUNGO I SENTIERI DELLA GRANDE GUERRA IN VAL DI SOLE
ESCURSIONI E ITINERARI DI SCOPERTA
1° ITINERARIO
FORTE MERO E FORTE ZACARANA
Partenza: Ospizio San Bartolomeo al Passo del Tonale (1971 m)
Arrivo: Forte Zacarana (2096 m)
Dislivello: 125 m
Tempo di percorrenza: 3 ore
Difficoltà: turistico, itinerario facile, adatto a tutti
Malga Strino
1936 m
Monte
Tonale Orientale
2696 m
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Città Morta
2500 m
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S
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Caserme di Strino
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Va
Ospizio
S. Bartolomeo
1971 m
Passo del Tonale
1882 m
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Sentiero
n. 161
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Forte Strino
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Sentiero
n. 160
Forte Zacarana
2096 m
Forte Velon
Forte Mero
1840 m
To r b i e r a
Forte Pozzi Alti
L’itinerario porta alla scoperta
di Forte Mero e Forte Zacarana,
che con il contrapposto Forte
Pozzi Alti, vennero realizzati
nei primi anni del Novecento
a sbarramento del Passo del
Tonale. Il percorso attraversa
la prima linea austro-ungarica
e la “terra di nessuno”. É semplice, adatto a tutti e offre uno
splendido panorama delle cime
dell’Alta Val di Sole.
Dopo aver parcheggiato presso l’Ospizio di San Bartolomeo
(1971 m), poco sopra Passo Tonale, ci si incammina lungo la
vecchia strada del Tonale in
direzione est. Lungo il sentiero si possono notare numerosi
crateri provocati dalle bombe e
resti di trincee della prima linea
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austro-ungarica; alle nostre spalle, verso il Tonale,
c’era la “terra di nessuno”.
In circa 30 minuti si raggiungono i ruderi di Forte
Mero (1840 m), realizzato tra il 1911 ed il 1913. Aveva lo scopo di sbarrare la vecchia strada del Tonale
rinforzando Forte Zacarana (posto poco più in alto)
e di tenere sotto controllo la parte opposta della Val
di Vermiglio. Per rendersi conto della sua posizione
strategica, basta salire sul tetto e osservare (grazie
ai cannocchiali presenti nel punto attrezzato) il Forte Pozzi Alti, Passo Paradiso e la conca del Presena.
Forte Mero [Vermiglio Vacanze]
Forte Mero era stato pensato per la difesa ravvicinata ed era armato solo con sette mitragliatrici modello Schwarzlose (degli esemplari sono conservati
al Museo di Vermiglio e al Museo di Pejo). All’epoca il forte si presentava come un edificio di calcestruzzo blindato ricoperto da un manto di terra che serviva a smorzare gli effetti delle esplosioni. Oggi
rimane solo un cumulo di macerie, risultato del lavoro dei recuperanti; i lavori di recupero effettuati nel
2010 hanno liberato la struttura dalla vegetazione e l’hanno resa riconoscibile. Un aspetto curioso: su
alcune pareti della parte posta più a valle sono ancora visibili le macchie di colore con le quali l’esercito austro-ungarico aveva cercato di mimetizzare il forte.
Chi desidera fare una pausa e godere del panorama può approfittare della limitrofa area sosta attrezzata.
Proseguendo lungo la strada si giunge al villaggio militare chiamato Caserme di Strino. In questo
punto, riparato dalle artiglierie italiane, l’esercito austro-ungarico realizzò caserme, magazzini e un
ospedale da campo. Oggi rimangono i resti di tre grandi edifici, alcuni basamenti per baracche e resti
di posti di guardia, latrine, pozzi.
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LUNGO I SENTIERI DELLA GRANDE GUERRA IN VAL DI SOLE
ESCURSIONI E ITINERARI DI SCOPERTA
Lungo la strada che porta verso Forte Zacarana si incontrano numerosi posti di guardia: gallerie realizzate in calcestruzzo o scavate
nella roccia, per proteggere uomini e pezzi di artiglieria leggera.
Avvicinandoci al forte riconosciamo tracce delle trincee che rappresentavano l’ultima difesa.
Realizzato tra il 1907 ed il 1913, a quota 2096 m, Forte Zacarana
era il più moderno ed efficiente dei forti del Tonale. Da qui si controlla l’ampia sella del passo, la catena dei Monticelli e il maestoso scenario formato dalla Presanella, dalla Busazza e dalla corona
di cime che circonda le vedrette del Presena. Venne realizzato in
calcestruzzo; sulla parte sommitale quattro cupole di acciaio girevoli contenevano obici e cannoni. Poteva ospitare 163 soldati e
4 ufficiali. Una galleria in calcestruzzo blindato collegava il forte a
una postazione avanzata; il lato verso il Tonale (esposto a possibili
attacchi italiani) era protetto da un fossato rinforzato da un muro
di contenimento.
Le caserme di Strino [MGR]
Anche questo forte si presenta oggi come un rudere: i recuperanti,
per estrarre le corazze in acciaio, ne demolirono la copertura con
l’esplosivo. Gli interventi di recupero realizzati nel 2010 hanno reso
parzialmente visitabile l’interno: la visita (solo guidata!) è molto interessante per capire come vivevano i soldati all’interno dei forti
della Prima guerra mondiale.
Il rientro all’Ospizio di San Bartolomeo avviene lungo il sentiero
SAT n. 160 (circa 45 min); lungo il cammino si incontra qualche
tratto di trincea quasi irriconoscibile.
Forte Zacarana [Tiziano Mochen]
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I FORTI DELLO SBARRAMENTO DEL TONALE
Il Passo del Tonale è sempre stato un importante punto di collegamento fra il Trentino e la Lombardia. Dopo il 1859 l’esercito
austro-ungarico vi realizzò uno sbarramento
fortificato, per fermare eventuali tentativi di
invasione da parte italiana.
In Valle di Pejo si costruì Forte Barbadifior o
Pejo; il progettato Forte Montozzo non venne
mai realizzato.
I forti resistettero per tutta la guerra, anche
se bombardati, e nel 1918 caddero quasi in-
tatti in mano italiana. Nel dopoguerra vennero spogliati dai “recuperanti” e con l’andare
del tempo si ridussero ad ammassi di pietre
coperte dalla vegetazione. Oggi, grazie a lavori di recupero, sono tornati a essere riconoscibili e visitabili.
Tra il 1860 e il 1861 venne costruito Forte
Strino, a controllo della strada che scende
verso Vermiglio. Grazie a un recente restauro, oggi è visitabile nel periodo estivo: ospita
una collezione di reperti della Prima guerra
mondiale e mostre di arte contemporanea.
Tra il 1898 e il 1900 venne realizzato Forte
Velon, poco a valle di Forte Strino e ad esso
collegato con una lunga scalinata blindata in
calcestruzzo; la parte tra la strada e il Forte
Strino è ancora agibile e molto suggestiva.
Negli anni successivi fu la volta di Forte Zacarana (o Tonale), Forte Mero e, sul versante
opposto della valle, Forte Pozzi Alti (o Presanella), tutti realizzati in calcestruzzo e con
artiglierie inserite in cupole d’acciaio.
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Forte Strino [Soprintendenza per i Beni architettonici e archeologici, foto Studio Rensi]
LUNGO I SENTIERI DELLA GRANDE GUERRA IN VAL DI SOLE
ESCURSIONI E ITINERARI DI SCOPERTA
2° ITINERARIO
DA PASSO TONALE AL MONTE TONALE ORIENTALE
Partenza: Ospizio San Bartolomeo al Passo del Tonale (1971 m)
Arrivo: Monte Tonale Orientale (2696 m) o la “Città Morta” (2500 m)
Dislivello: 725 m o 530 m
Tempo di percorrenza: 6 ore
Difficoltà: escursionistico, itinerario non difficile ma lungo
Malga Strino
1936 m
Monte
Tonale Orientale
2696 m
Città Morta
2500 m
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Ospizio
S. Bartolomeo
1971 m
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Sentiero
n. 161
Passo del Tonale
1882 m
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Sentiero
n. 160
Forte Zacarana
2096 m
Forte Velon
Forte Mero
1840 m
To r b i e r a
Forte Pozzi Alti
L’itinerario proposto è più impegnativo rispetto al precedente: il dislivello è maggiore (circa 700 m) e, chi desidera, potrà
raggiungere i 2696 m del Monte
Tonale Orientale.
Dopo aver attraversato la “terra di nessuno”, percorreremo la
prima linea austro-ungarica e
ne analizzeremo l’organizzazione; vedremo tracce di trincee, i
ruderi di Forte Zacarana e i resti
del villaggio militare della “Città
morta”.
L’itinerario parte dall’Ospizio di
San Bartolomeo (1971 m), sopra
Passo Tonale; da qui si percorre
la vecchia strada del Tonale per
circa 15 minuti fino al bivio da
cui parte il sentiero SAT n. 160
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che sale a Forte Zacarana (2096 m). Per la descrizione del forte vedi l’itinerario precedente.
Superato il forte, si prosegue lungo il sentiero
n. 160, direzione Monte Tonale Orientale.
Il sentiero è chiamato anche “Bozerlait”: il termine deriva dal tedesco Wasserleitung e ricorda il canale per il trasporto dell’acqua che
giungeva al forte scendendo proprio lungo
questo percorso. L’itinerario si snoda nel bosco, sul versante orografico destro della Valle
di Strino: dopo circa 50 minuti il sentiero confluisce nel segnavia n. 137 che proviene dalla
sottostante Malga Strino.
In un successivo bivio la mulattiera si biforca:
Forte Zacarana [Soprintendenza per i Beni architettonici e archeologici,
un tratto prosegue per il Monte Redival; il nofoto Studio Rensi]
stro percorso prosegue invece in direzione del
Monte Tonale Orientale lungo il segnavia 137A. Si esce dal bosco e si entra in un paesaggio selvaggio
e ricco di fascino. Si intravvedono, a poca distanza dal sentiero, i resti di una stazione intermedia della
teleferica che proveniva da Malga Strino; poco dopo, al termine di una ripida salita, si giunge ai resti
del villaggio militare oggi chiamato “Città morta” (2500 m).
In questa zona, protetta dai tiri dell’artiglieria italiana, l’esercito austro-ungarico realizzò numerose
baracche in legno che servivano come magazzini e ricovero per le truppe. Queste costruzioni, abbandonate alla fine della guerra, andarono presto distrutte ma la loro presenza è ancora oggi testimoniata
da numerosi terrapieni e piazzole sostenute da muri a secco.
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LUNGO I SENTIERI DELLA GRANDE GUERRA IN VAL DI SOLE
ESCURSIONI E ITINERARI DI SCOPERTA
Da questo villaggio partivano i soldati diretti agli avamposti di prima linea tra Cima Biolca, Monte Tonale Orientale e
quota 2841. Da qui partirono anche le truppe che il 13 giugno 1918 tentarono un disperato attacco per sfondare le linee italiane (“Operazione valanga”).
Chi desidera, può rientrare direttamente verso l’Ospizio di
San Bartolomeo per lo stesso percorso di salita; chi invece vuole proseguire e godere di una sguardo spettacolare
su questi resti militari, può salire verso il Monte Tonale
Orientale (2696 m). In circa 20 minuti si raggiunge la cima
da dove la vista si apre a 360° sul gruppo Adamello-Presanella a sud e sull’Ortles-Cevedale a nord.
Il rientro avviene lungo il sentiero SAT n. 161 che scende
lungo il costone che separa la Valbiòlo dalla Val Vermiglio.
Qui correva la prima linea di difesa austro-ungarica e ancora
oggi sono visibili numerose trincee e caverne; i crateri di
bombe testimoniano gli intensi bombardamenti e i tentativi
di sfondamento italiani. Sul versante opposto della Valbiòlo,
che rappresentava la terra di nessuno, correva infatti la prima linea italiana (lungo il crinale che va dal Monte Tonale
Occidentale alla Punta d’Albiolo).
Al termine della discesa il sentiero si innesta su una comoda
mulattiera che percorre l’ampio fondo della Valbiòlo e riconduce alla vecchia strada del Tonale; da qui in pochi minuti si
arriva all’Ospizio di San Bartolomeo.
Il villaggio militare “Città morta” [MGR]
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LA GUERRA BIANCA
In questo tratto di fronte i combattimenti si
spinsero oltre i 3000 metri, nello scenario dei
ghiacciai: mai la guerra era stata portata a
quote tanto elevate.
Oltre al nemico, i soldati affrontarono un
avversario altrettanto temibile: l’ambiente
naturale. Alla paura della morte, all’orrore
dei bombardamenti e ai disagi della vita di
trincea si sommarono il freddo e le bufere, le
difficoltà nei rifornimenti, il pericolo di valanghe e i lunghi periodi di isolamento. Migliaia
di soldati morirono per assideramento; innumerevoli furono i casi di congelamento.
settembre, a dicembre misurava 10-12 metri. La notte del 13 dicembre 1916, ricordata
come “Santa Lucia nera”, ci furono numerose
valanghe. Alla fine di quell’inverno le vittime
della neve furono circa 8000 da parte austriaca e 2000 da quella italiana.
Per comprendere cos’è stata la “guerra bianca” si può visitare l’allestimento multimediale
di Passo Paradiso o salire su Punta Linke,
dove si sta lavorando al recupero di una stazione di teleferica austro-ungarica.
Non tutti i soldati erano preparati alla montagna; muoversi sulle rocce e con gli sci divenne
una necessità. L’esercito italiano tentò ripetutamente di aggirare il saldo sistema difensivo
austro-ungarico infiltrandosi attraverso passi
e creste quasi inaccessibili con audaci imprese alpinistiche, con alterni risultati.
La situazione fu particolarmente drammatica
nel 1916: la neve iniziò a cadere già a metà
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Punta Linke [Museo “Pejo 1914-1918. La guerra sulla porta”]
LUNGO I SENTIERI DELLA GRANDE GUERRA IN VAL DI SOLE
ESCURSIONI E ITINERARI DI SCOPERTA
3° ITINERARIO
PASSO PARADISO, GALLERIA GUERRA BIANCA
Ospizio
S. Bartolomeo
1784 m
Passo del Tonale
1882 m
Sentiero
n. 281
Funivia Paradiso
Monticello
di Mezzo
2539 m
Monticello
Superiore
2608 m
Monticello
2412 m
Passo del Diavolo
Villaggio Militare
Galleria di
Passo Paradiso
Punta di
Castelaccio
3029 m
Passo del Monticello
o del Paradiso
2573 m
Monumento Fratellanza
Corno di
Casamadre
Corno
di Lagoscuro
3106 m
Passo
di Lagoscuro
Passo
di Maroccaro
Cornicciolo
di Presena
Cima Presena
3069 m
Cima Busazza
3224 m
Partenza: strada statale del Passo del Tonale (1820 m),
bivio per Alveo Presena
Arrivo: Passo Paradiso (2573 m)
Dislivello: 753 m
Tempo di percorrenza: 5/6 ore
Difficoltà: escursionistico, adatto a tutti
Percorreremo uno dei luoghi dove si registrarono i combattimenti più intensi su questo tratto di fronte. Chi ha poco tempo o vuole evitare
il dislivello, può utilizzare la funivia che parte
dal Passo del Tonale, raggiungere direttamente
Passo Paradiso e poi proseguire nell’esplorazione della conca di Presena.
L’escursione parte poco prima del Passo Tonale,
circa 300 metri prima della Casa Cantoniera per
chi proviene da Vermiglio. Dopo aver superato
il torrente Vermigliana, la strada sterrata risale
lungo la Val Presena. Giunti ai limiti inferiori della conca di Presena, la strada termina nei pressi
della stazione di partenza di una seggiovia dismessa. Da qui si diramavano le mulattiere che
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conducevano agli avamposti di prima linea; una complessa rete di
teleferiche completava il sistema di accesso dei rifornimenti.
Da qui si prosegue lungo il sentiero SAT n. 281, direzione Passo
Paradiso: si costeggia l’alveo di un lago glaciale, si supera la morena sovrastante, e, percorrendo una mulattiera lungo la quale sono
visibili resti di reticolati, lamiere e schegge di bomba, si giunge ai
resti del villaggio militare dei Monticelli.
Villaggio militare dei Monticelli
[Daniele Bertolini]
Dei baraccamenti, realizzati in legno dai soldati austro-ungarici,
rimangono solo i basamenti dei fabbricati, disposti a gradoni sul
versante meridionale dei Monticelli. I militari scelsero una posizione nascosta e protetta dal tiro delle artiglierie italiane, ma non dalle
valanghe: la notte del 13 dicembre 1916 (“Santa Lucia nera”) una valanga travolse completamente il villaggio, provocando molte vittime.
Da questa posizione i soldati austro-ungarici potevano raggiungere
in breve tempo gli avamposti sulle creste dei Monticelli, il cui controllo era di importanza decisiva per la tenuta dell’intero fronte del
Tonale: da qui potevano controllare e colpire l’intera linea italiana in
questo settore. Inoltre, le pareti settentrionali che precipitano ripidissime verso il Tonale rendevano impossibile un attacco italiano.
I Monticelli e Passo Paradiso
[Daniele Bertolini]
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Solo chi ha passo fermo e non teme di percorrere un tratto di sentiero esposto, può raggiungere le creste in circa 20 minuti attraverso
il sentiero di arroccamento. Qui è possibile vedere numerosi resti
degli avamposti: trincee scavate in roccia, caverne, osservatori, piazzole per artiglieria. Il sentiero è facile, ma su un lato è strapiomban-
LUNGO I SENTIERI DELLA GRANDE GUERRA IN VAL DI SOLE
ESCURSIONI E ITINERARI DI SCOPERTA
te e si raccomanda quindi massima attenzione. La vista spazia dal
Presena al Bernina, dal Passo del Tonale all’Ortles-Cevedale. Da qui
si può scendere direttamente a Passo Paradiso. Chi invece preferisce un percorso più tranquillo, può proseguire lungo la mulattiera e
raggiungere in pochi minuti il Passo Paradiso.
Nei pressi della stazione di arrivo della funivia si può visitare la Galleria Paradiso, una lunga caverna scavata nel granito per offrire
riparo ai soldati assediati dal gelo, dalle tormente e dall’artiglieria.
Durante la guerra la galleria si trovava proprio sulla linea dei confine
aspramente conteso dai due eserciti. Ora ospita un allestimento multimediale intitolato Suoni e voci della Guerra Bianca: nelle vetrine sono esposti reperti bellici, i pannelli forniscono notizie relative
agli avvenimenti militari e alle condizioni di vita dei soldati sul fronte
dei ghiacciai. Un’installazione sonora fonde i suoni e le voci della
guerra: echi di combattimenti ed esplosioni, lamenti di feriti, voci di
profughi, ma anche momenti di allegria e cameratismo fra i soldati.
Galleria Paradiso
[Vermiglio Vacanze]
Nei pressi del Passo Paradiso è collocato il “Monumento alla fratellanza” scolpito nel granito da Emilio Serra a ricordo delle vittime della guerra sui ghiacciai del Presena.
Il rientro avviene lungo il percorso di salita.
Chi arriva al Passo Paradiso direttamente con gli impianti di risalita
può effettuare un percorso ad anello di circa un’ora e trenta: dopo
aver visitato la Galleria Bianca, si può raggiungere in 10 minuti il
villaggio militare dei Monticelli; da qui si può salire in cresta e poi
tornare con un altro breve sentiero direttamente al Passo Paradiso.
Monumento alla Fratellanza
[Isidoro Bertolini]
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COSA RIMANE DI UNA GUERRA
Al termine della guerra centinaia di “recuperanti” salirono in montagna alla ricerca di
armi, munizioni spesso inesplose, reticolati,
schegge, metalli da riportare a valle per ven-
derli. Gli incidenti furono frequenti, talvolta
mortali, ma in quegli anni difficili il guadagno
di questo commercio permise a molte famiglie di sopravvivere.
Una parte di questi materiali è stata conservata ed è ora esposta nelle vetrine dei musei:
armi, uniformi, oggetti di uso quotidiano,
utensili che testimoniano la durezza della vita
alle alte quote. Il Museo “Pejo 1914-1918.
La guerra sulla porta” raccoglie oggetti che
provengono dai monti Vioz, Punta Linke, Piz
Giumela, San Matteo. A Vermiglio il Museo
della Guerra ospita la collezione che Emilio
Serra ha raccolto nell’arco di decenni. Anche
Forte Strino e la Galleria di Passo Paradiso
espongono collezioni di reperti.
Ancora oggi non è raro trovare sulle montagne tracce della permanenza di migliaia di
soldati che per anni hanno vissuto e combattuto quassù. Nelle scorse estati il ritiro dei
ghiacciai ha fatto riaffiorare quasi intatte numerose testimonianze e talvolta anche salme
di caduti rimasti sotto la neve; è accaduto sul
Piz Giumela e sul ghiacciaio del Presena.
Il Museo della Guerra di Vermiglio [MGR]
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LUNGO I SENTIERI DELLA GRANDE GUERRA IN VAL DI SOLE
ESCURSIONI E ITINERARI DI SCOPERTA
4° ITINERARIO
FORTE BARBADIFIOR E PIAN DELLA VEGAIA
L’itinerario, semplice e privo di
particolari difficoltà, permette di
comprendere come era strutturata la difesa e l’organizzazione
militare di questo settore.
Partenza: Malga Frattasecca (1520 m)
Arrivo: Pian della Vegaia (1950 m)
Dislivello: 400 m
Tempo di percorrenza: 3 ore
Difficoltà: escursionistico, adatto a tutti
Cim. austro-ungarico
S. Rocco
Museo
Malga Frattasecca
di sopra
T. Noce
P i a n
d e l l a
Ve g a i a
Malga Frattasecca di sotto
o Termenago
Forte Barbadifior
1610 m
Fontanino di Celentino
Lago di
Pian Palù
1900 m
Malga Celentino
1830 m
Pejo Fonti
1383 m
Pejo Paese
1579 m
Al primo tornante della strada
che da Pejo Fonti porta a Pejo
Paese si imbocca la stradina a
sinistra per il lago Pian Palù e, in
circa 1 km, si raggiunge il parcheggio di Malga Frattasecca
(1520 m).
Proseguendo a piedi, dopo circa
100 metri sulla sinistra si imbocca la stradina che sale al Forte
Barbadifior (1610 m) che si
raggiunge in circa 30 minuti.
Forte Barbadifior venne realizzato tra il 1906 ed il 1908: era un
blockhaus, ovvero una caserma
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difensiva realizzata in calcestruzzo, rinforzata da scudi corazzati. Il forte era armato
con 2 cannoni e 4 mitragliatrici, era stato
realizzato per fermare un eventuale sfondamento italiano dal Passo del Montozzo
- Passo della Sforzellina o Colle degli Orsi.
Sul versante opposto della valle avrebbe
dovuto sorgere il Forte Montozzo, che non
venne realizzato.
Nel 1914 il forte venne potenziato con uno
sbarramento composto da trincee, gallerie e postazioni di artiglieria, di cui restano tracce nei dintorni. Durante il conflitto,
Forte Barbadifior [MGR] data la posizione arretrata rispetto al fronte,
non svolse alcun ruolo di rilievo. Come gli
altri forti dello sbarramento, venne demolito dopo il 1930 per recuperare il materiale ferroso e oggi si
presenta come un rudere.
Dal forte si prosegue in direzione ovest fino a giungere a un ponte che consente di superare il torrente
Noce e passare dalla parte opposta della valle. Il sentiero torna a salire in direzione Pian della Vegaia
(1950 m). Qui era prevista la realizzazione del Forte Montozzo: i lavori iniziarono nell’autunno del 1913
ma furono sospesi nell’agosto 1914. Al posto del forte vennero scavate trincee e gallerie in roccia per
armi e munizioni. Pian della Vegaia, oltre ad ospitare i comandi militari, divenne il principale supporto
logistico di questo settore: vennero realizzate baracche per i soldati, magazzini per i viveri, falegnamerie, forni per il pane, macellerie, infermerie e una cappella. Si creò così un piccolo paese interamente in
legno, che giunse a ospitare fino a 600 militari. Cavi telefonici garantivano i collegamenti con tutti i ca30
LUNGO I SENTIERI DELLA GRANDE GUERRA IN VAL DI SOLE
ESCURSIONI E ITINERARI DI SCOPERTA
pisaldi della prima linea e i forti del Tonale. Uno sperone
di roccia proteggeva i soldati dai tiri delle artiglierie italiane che dal monte Ercavallo dominavano tutta la valle.
Il rientro avviene lungo la strada militare realizzata fra il
1910-11, in previsione della realizzazione di Forte Montozzo, e poi ampliata e sistemata nel 1914, attraverso
l’impiego di prigionieri serbi e russi. La strada, lunga sei
chilometri, doveva garantire il transito di ogni mezzo e armamento e venne quindi realizzata con grande cura: pendenza costante, larghezza di quasi 3 metri, fondo selciato,
canalina di intercettazione delle acque, tornanti ampi e
pianeggianti. Lungo la strada sono visibili i resti di una
serie di appostamenti in roccia.
Il Museo “Pejo 1914-1918. La guerra sulla porta” [MGR]
Da qui passarono armi e viveri per i soldati in prima linea.
I trasporti avvenivano di notte ed erano effettuati dai militari; talvolta però vennero impiegate le donne del paese
che dovevano presentarsi con le “giunture”, vale a dire
una coppia di buoi o di vacche per il traino del carro.
Una volta rientrati al parcheggio, ci si può spostare con la
macchina a Pejo Paese e completare la giornata visitando
il Museo “Pejo 1914-1918. La guerra sulla porta” e il
vicino Cimitero militare di San Rocco, nel quale sono
sepolti i corpi dei soldati rinvenuti sul Piz Giumela alcuni
anni fa.
Cimitero di San Rocco a Pejo [MGR]
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LA MEMORIA DELLA GUERRA
Negli anni venti e trenta si dedicarono monumenti e cerimonie ai soldati caduti; il desiderio di dimenticare l’orrore che il conflitto
aveva provocato, spinse a celebrare il loro
eroismo più che a ricordare le sofferenze e i
costi della guerra.
A Pejo, l’ex cimitero militare di san Rocco,
costruito dall’Impero austro-ungarico intorno
a una chiesetta del XV secolo, raccoglie ora
le spoglie di alcuni soldati rinvenuti recentemente sui ghiacciai.
Il Monumento della Fratellanza al Passo Paradiso, realizzato da Emilio Serra, raffigura un
Alpino italiano e un Kaiserschütze scolpiti nel
granito.
Le vicende dei soldati trentini arruolati nell’esercito austro-ungarico e quelle dei profughi
vennero rimosse, per lasciare spazio a simboli
e miti legati alla nuova patria, l’Italia.
Il Sacrario del Passo del Tonale (1884 m),
eretto nel 1936, custodisce le salme di 847
caduti italiani, di cui 50 ignoti. Al piano superiore, una statua in bronzo raffigura la Vittoria alata e richiama il clima di celebrazione
con cui venne ricordata in Italia la conclusione
della guerra.
Nel cimitero di guerra austro-ungarico di Ossana furono sepolti più di 1400 soldati morti
sul fronte del Tonale, ricordati dal monumento al Kaiserschütze; il luogo ora è denominato
Parco della Pace.
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Il Sacrario del Passo del Tonale [MGR]
LUNGO I SENTIERI DELLA GRANDE GUERRA IN VAL DI SOLE
ESCURSIONI E ITINERARI DI SCOPERTA
INFORMAZIONI
TURISTICHE
I MUSEI DEDICATI ALLA
PRIMA GUERRA MONDIALE
AZIENDA PER IL TURISMO
DELLE VALLI DI SOLE, PEJO E RABBI Viale Marconi 7, Malè
Tel 0463 901280
www.valdisole.net
[email protected]
PEJO 1914-1918. LA GUERRA SULLA PORTA
Pejo Paese, salita San Rocco 1
Tel 348 7400942
www.museopejo.it
UFFICIO TURISTICO PEJO
Viale delle Acque Acidule 8
Tel 0463 753100
[email protected]
UFFICIO TURISTICO PASSO TONALE
Via Nazionale (SS. n. 42), Ponte di Legno (BS)
Tel 0364 903838
[email protected]
UFFICIO TURISTICO DIMARO
Piazzale Folgarida 18
Tel 0463 974529
[email protected]
UFFICIO TURISTICO VERMIGLIO
Via di Borgo Nuovo 15
Tel 0463 758200
www.vermigliovacanze.it
[email protected]
MUSEO DELLA GUERRA DI VERMIGLIO
Via di Borgo Nuovo 15
Tel 0463 758200 Ufficio Turistico Vermiglio
www.vermigliovacanze.it
www.museoguerrabianca.com
www.sulletraccedellagrandeguerra.it
FORTE STRINO
via Nazionale (SS. n. 42)
Tel 0463 758200 Ufficio Turistico Vermiglio
www.vermigliovacanze.it
www.sulletraccedellagrandeguerra.it
GALLERIA PARADISO
“SUONI E VOCI DELLA GUERRA BIANCA”
Passo Paradiso
Tel 0463 758200 Ufficio Turistico Vermiglio
www.vermigliovacanze.it
www.sulletraccedellagrandeguerra.it
LA GRANDE GUERRA SUL WEB
www.trentinograndeguerra.it
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FONDAZIONE ACCADEMIA DELLA MONTAGNA DEL TRENTINO
Insieme per vivere, rispettare e conoscere la montagna di ieri, oggi e domani
L’Accademia della Montagna del Trentino è una Fondazione promossa dalla Provincia autonoma di
Trento, per incentivare la conoscenza del territorio montano, valorizzare il patrimonio dell’arco alpino e
la salvaguardia della montagna, in particolare del Trentino. Il suo compito è inoltre far emergere il valore
storico, culturale, socio-economico e sportivo delle attività alpinistiche, sciistiche ed escursionistiche
che si svolgono in montagna. Costituita il 21 dicembre 2009, è operativa dal marzo 2010.
I suoi soci fondatori sono la Provincia autonoma di Trento, la Camera di Commercio Industria
Artigianato Agricoltura, l’Università degli studi di Trento, il Collegio Provinciale delle Guide Alpine,
l’Associazione Accompagnatori di Territorio del Trentino, il Collegio provinciale Maestri di Sci del
Trentino, l’Associazione Maestri di Sci del Trentino e l’Associazione Gestori Rifugi del Trentino.
Finito di stampare nel mese di giugno 2013
Grafiche Stile – Rovereto
Una collana dedicata alla scoperta
della montagna trentina attraverso
i luoghi della Grande Guerra.
€ 5,00