dizzy gillespie - Laboratorio 1 On Line

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dizzy gillespie - Laboratorio 1 On Line
DIZZY GILLESPIE
Cantante,
percussionista,
compositore,
pianista e
trombettista
geniale, Dizzy
John Birks
Gillespie, nasce il
21 Ottobre del
1917 a Cheraw,
nel sud Carolina,
Nei primi anni del '900, la città di
New Orleans era una delle più
importanti degli Stati Uniti.
Nacquero le prime orchestrine, le brass band, che
sfilavano per le strade di New Orleans. Nello stesso
tempo il jazz si cominciava a suonare anche nei
locali notturni del malfamato quartiere di Storyville.
La scena si sposta nelle grandi città del Nord e lo
spazio fisico della produzione del Jazz si lega ai
fumosi clubs newyorchesi, aperti di notte e chiusi di
giorno. Harlem rappresenta per la storia del jazz un
punto di riferimento fondamentale .
Negli anni 40', al Minton's era arrivato il giovane Dizzy
Gillespie, che insieme a Parker incontrandosi a tarda notte al
Minton's, sviluppò un inedito, velocissimo modo di suonare,
fatto di tempi vertiginosi, di improvvisi mutamenti di ritmo e di
tonalità, che di lì a poco verrà chiamato bebop.
La lotta, a suon di trombe e sassofoni, voleva essere una
manifestazione di orgoglio e di vitalità, e Gillespie e
Parker avevano inventato un linguaggio che pochi musicisti
bianchi avrebbero potuto copiare per la difficoltà tecnica
che prevedeva.
All’interno di una composizione jazz, pur venendo utilizzate forme scritte
sostanzialmente riconducibili alla musica occidentale in genere, viene
attribuito un ruolo centrale all’improvvisazione.
Il musicista di jazz è colui che, sfuggendo al semplice ruolo di esecutore ed
interprete di un’opera scritta e conclusa, agisce creativamente, ogni volta
in modo differente e, con il contributo del pubblico, fornisce nuove aperture
di senso al proprio lavoro.
Adattandosi alle proporzioni classiche dei
grattacieli newyorkesi e alle regole tradizionali
sulle rientranze, la Beekman Tower di Frank
Gehry, si contraddistingue per l’inconfondibile
geometria asimmetrica e ondulata.
Il rapporto tra musica e
architettura, esplora
forme di comunicazione
fatte di armonia,
equilibrio e proporzione.
Il modulo, la ripetizione,
consentono di
“ascoltare” il ritmo
architettonico.
Era il 1953 e una sera, durante uno spettacolo, un
comico che si era esibito prima di Dizzy, fece
cadere la tromba, che si piegò proprio nel modo
che il jazzista avrebbe poi reso celebre.
“Suonare il bop è come giocare a
scarabeo senza vocali”
Duke Ellington
DIZZY GILLESPIE
Tromba periscopica, guance enormemente gonfiate, pizzetto a “mosca” sotto il labbro, basco
di traverso sulla testa, contagioso buonumore. Quella di Dizzy Gillespie è una delle figure più
caratteristiche e riconoscibili della storia del jazz.
Cantante, percussionista, compositore, pianista e
trombettista geniale, Dizzy John Birks Gillespie,
nasce il 21 Ottobre del 1917 a Cheraw, nel sud
Carolina, ed è il più piccolo dei 9 bambini della
famiglia. Impara ad utilizzare, già in tenera età, vari
strumenti musicali, dato che il padre, James
Gillespie, era anch‟egli musicista in una band
dell‟epoca.
Alla
morte
del
padre,
continua
l‟apprendimento degli strumenti da autodidatta, e
comincia a coltivare il sogno di diventare un
musicista Jazz, ascoltando in radio il trombettista
Roy Elridge.
Nel 1937 la grande maturazione musicale di Dizzy avverrà nell‟orchestra di Teddy Hill, e al
Milton Playhouse, noto locale notturno di New York. Secondo una leggenda fu proprio Hill ad
affibbiargli il soprannome Dizzy (stordito). Nei primi anni 40 fonda un gruppo con Pettiford e
Clarke, poi divenuto famoso come la prima formazione bop della storia. Nel 1944 Dizzy viene
ingaggiato nell‟orchestra di Billy Eckstine dove avrebbe anche ricoperto il ruolo di direttore
musicale, in cui emerge il suo carattere di leader. Ed è grazie a questa band che il bebop si fece
conoscere in tutto il mondo. Verso la fine degli anni 40 Dizzy Gillespie cominciò ad interessarsi
alla musica caraibica e sudamericana. Fu uno dei primi tentativi riusciti di fusion tra generi
diversi: i ritmi afro-cubani inseriti nel contesto di una jazz band. Composizioni importanti
dell‟epoca furono Manteca e Tin Tin Deo. Negli anni 60 si candida provocatoriamente come
presidente degli Stati Uniti D‟America, promettendo di ribattezzare la “Casa Bianca” in “Casa
Del Blues”. Oltre ad essere un eccellente musicista, va anche ricordato per il suo impegno in
progetti a carattere sociale come il cartone del 1973 “Voyage to Next” nel quale si occupa sia
della colonna sonora sia della voce narrante. Nel 1979 pubblica la sua autobiografia “To Be or
Not To Bop”. Negli ultimi anni si dedica all‟insegnamento, nonostante continuasse ad esibirsi. Il
suo atteggiamento comico ed allegro divenne una caratteristica distintiva delle sue esibizioni
durante le quali comunque non si risparmiava suonando la tromba con il suo dispendiosissimo
stile. Gillespie muore il 6 gennaio 1993 per un tumore al pancreas.
I luoghi del jazz
New Orleans ed il quartiere di Storyville
Nei primi anni del '900, la città di New Orleans era una delle più importanti degli Stati Uniti.
Grazie alla sua posizione sul delta del Mississippi, era diventata un grande centro commerciale
punto di incontro fra varie culture. Nelle sue strade si potevano ascoltare canzoni popolari
inglesi, spagnole, marcette francesi, bande militari; inoltre era frequente sentire nell'aria le più
svariate linee melodiche uscire dalle diverse chiese cattoliche o battiste, metodiste o puritane.
Tutti questi suoni mescolati divennero ben presto patrimonio delle comunità nere, che le
eseguivano alla loro maniera, ricollegandole alle tradizioni di derivazione africana. Nacquero le
prime orchestrine, le brass band, che sfilavano per le strade di New Orleans a carnevale,
accompagnavano le manifestazioni elettorali o seguivano i funerali. Nello stesso tempo il jazz si
cominciava a suonare anche nei locali notturni del malfamato quartiere di Storyville, teatro di
risse, delitti e disordini di vario tipo, dove si svolgeva una vita musicale intensissima e caotica.
L‟epoca d‟oro di New Orleans e del suo quartiere nero durò circa vent'anni, fino a quando, nel
1917, la marina degli Stati Uniti, che aveva ormeggiato nel porto della città numerose navi da
guerra, ordinò la chiusura e lo sgombero di moltissimi locali per ragioni di ordine pubblico.
Alcuni musicisti trovarono lavoro sui battelli che percorrevano il Mississippi, ma molti furono
costretti ad emigrare nei centri industriali del nord, come Chicago e New York, che avevano
avuto un grande sviluppo e richiamavano lavoratori dalle zone povere del sud.
New York ed il quartiere di Harlem
Gli anni '20 sono noti come “l‟età del jazz”. La prima guerra mondiale aveva provocato grandi
cambiamenti sociali ed economici, e molti neri si erano trasferiti dagli stati del sud nelle grandi
città industriali del nord, portando con sé le proprie tradizioni e naturalmente anche la propria
cultura musicale. La scena si sposta quindi nelle grandi città del Nord e lo spazio fisico della
produzione del Jazz si lega ai fumosi clubs newyorchesi, aperti di notte e chiusi di giorno.
Harlem rappresenta per la storia del jazz un punto di riferimento fondamentale.
Simbolo stesso della componente nera e proletaria della popolazione di New York, ha alle sue
spalle una storia solidamente borghese. Con i suoi severi palazzi in mattoni scuri, era, agli inizi
del secolo, un quartiere residenziale abitato prevalentemente da bianchi. Poi cominciò il
degrado e nessuno riuscì ad arrestarlo. Harlem fu invasa dalle famiglie di colore venute dal sud
in cerca di lavoro e la sua popolazione si moltiplicò a tal punto che gli edifici lasciati liberi dai
bianchi furono suddivisi all'infinito.
A partire dalla metà degli anni venti il quartiere divenne uno dei principali centri di diffusione
della musica afroamericana .Era un fiorire di sale da ballo e di piccoli jazz club, collocati in
stanzoni al pianterreno o addirittura in scantinati, aperti solo di notte.
Oggi il Jazz ha conquistato gli spazi canonici della musica e si presenta, in forma organizzata,
secondo concerti, festival del jazz e rassegne dedicate, quasi sempre inserite all‟interno degli
spazi storici delle città o di luoghi sempre più suggestivi.
BE BOP
Il Minton's Playhouse era un locale grigio e povero: una stanza spogliatoio, un bar, pochi
tavolini e una pedana che poteva contenere al massimo sei o sette musicisti.
Negli anni 40', al Minton's era arrivato il giovane
Dizzy Gillespie, trombettista di straordinaria abilità,
sempre allegro, inventore di scherzi clamorosi, ma
sul lavoro di una serietà esemplare.
Egli, ascoltando Parker suonare a New York,
realizza che ciò che sta cercando è un partner come
lui, e che il jazz deve andare nella direzione verso
cui corre, o meglio vola, quell'incredibile giovane
sassofonista che qualcuno già chiama Bird. Ma il
suo genio va a braccetto con una spaventosa
sregolatezza, il suo appetito è insaziabile - appetito
di donne, cibo, droga - il suo temperamento
talmente aggressivo e volubile da sfociare nella
schizofrenia.
Miles
Davis
scrive
nella
sua
autobiografia: “Bird è stato lo spirito del movimento
bebop, ma Dizzy ne era la testa e le mani, era lui
che teneva insieme tutto.”
La vita di Bird sarà breve e caratterizzata da eventi drammatici, eppure insieme a Dizzy
Gillespie riuscirà a portare a termine il rivoluzionario progetto del bebop, tracciando un
percorso cruciale per la musica del XX secolo.
Le grandi orchestre swing dei musicisti neri, come quella di Duke Ellington, continuavano a
riscuotere un discreto successo.
Ma a conquistare la scena erano sempre più le orchestre formate da soli bianchi, come quelle
di Benny Goodman o di Glenn Miller. Le orchestre bianche avevano addolcito i tratti originari
dello swing, trasformandolo in musica da ballo facilmente commestibile, a uso della borghesia
bianca, quella stessa che non si sarebbe mai avvicinata ad un un genere che si chiamava jazz.
La lotta, a suon di trombe e sassofoni, voleva essere una manifestazione di orgoglio e di
vitalità, e Gillespie e Parker avevano inventato un linguaggio che pochi musicisti bianchi
avrebbero potuto copiare per la difficoltà tecnica che prevedeva.
Si incontravano a tarda notte al Minton's, sviluppando un inedito, velocissimo modo di
suonare, fatto di tempi vertiginosi, di improvvisi mutamenti di ritmo e di tonalità, che di lì a
poco verrà chiamato bebop e che turberà quel tranquillo ordine che lo swing aveva dato alle
cose. Il termine bebop è un‟onomatopea che imita una brevissima frase di due note usata
talvolta come “segnale” per terminare un brano.
La rivoluzione fu determinante, ma durò poco. All'inizio degli anni 50′ il bebop aveva ormai
esaurito la sua carica rivoluzionaria e la ricerca di nuove sonorità era evidente.
A differenza di quasi tutti gli altri boppers, che al di fuori dei circuiti che frequentavano
mantenevano un' immagine piuttosto fredda, Dizzy era un clown per natura ed un infaticabile
showman. Furono proprio il carattere fondamentalmente allegro, la sua esuberanza, il senso
dell' umorismo, l' intelligenza vivace e realistica che permisero a Dizzy Gillespie di superare
meglio degli altri le difficoltà che il be-bop incontrò lungo il suo cammino e di evitare la sorte
tutt' altro che lieta, a volte tragica, di molti di loro.
Dizzy se la cavò sempre, fu il primo bopper ad affermarsi, fu l'unico che riuscì a tenere unita
per anni una grande formazione orchestrale, e restò sempre sulla breccia, godendo di una fama
invidiabile anche dopo che il "bop-cult" fu tramontato. Dopo gli ultimi concerti del suo Modern
Jazz Quartet, cominciò a sperimentare fusioni tra diversi generi, come quello tra musica
afrocubana e Jazz. I maestri del nuovo jazz elaborarono due scale bebop, la scala dominante e la
scala maggiore. La scala dominante è una scala misolidia con l‟aggiunta della settima maggiore,
mentre la scala maggiore è una scala con l‟aggiunta della quinta diesis.
Jazz e Improvvisazione
L‟improvvisazione è una forma di espressione libera, svolta all‟interno della progressione
armonica di una composizione scritta, in relazione diretta con il tema della composizione
stessa e cioè in „variazione‟ad esso.
All‟interno di una composizione jazz, pur
venendo
utilizzate
sostanzialmente
forme
riconducibili
alla
scritte
musica
occidentale in genere, viene attribuito un ruolo
centrale all‟improvvisazione.
Il musicista di jazz è colui che, sfuggendo al
semplice ruolo di esecutore ed interprete di
un‟opera
scritta
e
conclusa,
agisce
creativamente, ogni volta in modo differente e,
con il contributo del pubblico, fornisce nuove
aperture di senso al proprio lavoro.
L'Improvvisazione non si improvvisa
Per potersi muovere con creatività e disinvoltura all‟interno delle non facili strutture armoniche e
ritmiche, occorrono, oltre che una grande tecnica, una profonda conoscenza dei linguaggi del jazz
ed un grande senso di collaborazione che viene definita “interplay”. E‟attraverso la conoscenza e
l‟uso del „linguaggio‟che è possibile, per un musicista di jazz, relazionarsi con gli altri componenti
del gruppo e con il pubblico, per costruire, collettivamente, un fatto creativo.
Architettura e Improvvisazione
L‟improvvisazione agisce come un elemento nuovo ed inaspettato all‟interno di un processo
creativo.
Beekman tower si trova a Manhattan ed è un grattacielo di 76
livelli. La parte regolare è essenziale per accentuare l'originalità
del grattacielo. La base della torre è infatti un semplice
basamento di cinque piani in mattoni, il cui stile architettonico
rispetta quello degli edifici circostanti. Adattandosi alle
proporzioni classiche dei grattacieli newyorkesi e alle regole
tradizionali sulle rientranze, crea la tipica configurazione "a
torta
nuziale".
l‟inconfondibile
Il
resto
dell'edificio
presenta
geometria
asimmetrica
e
invece
ondulata
che
contraddistingue le architetture di Frank Gehry. Ciascun piano
della torre ha una propria configurazione e il rivestimento in
acciaio e vetro della torre, riflette i colori degli edifici attigui,
catturando le luci che si alternano nelle diverse ore del giorno.
Musica e architettura
Il rapporto tra musica e architettura, esplora forme di comunicazione fatte di armonia, equilibrio
e proporzione. Il modulo, la ripetizione, consentono di “ascoltare” il ritmo architettonico.
Orchestra di Duke Ellington
Frank Gehry - Hotel Marqués de Riscal (Bilbao)
Frank Gehry – Guggenheim Museum (Bibao)
Frank Gehry – Casa danzante (Praga)
La Tromba nel Jazz
La tromba è molto spesso associata al jazz , di cui
è uno degli strumenti simbolo. E' costruita con
una lega di ottone e rame, e in realtà altro non è
che un tubo ritorto. Se non fosse così attorcigliata
sarebbe lunga circa due metri, La prima sezione
della tromba nella quale viene introdotto il
bocchino si chiama imboccatura. Poi ci sono i
pistoni. Al termine c‟è la campana. Per suonarla è
fondamentale la tensione che si riesce a creare
con la forza della muscolatura del viso intorno alle labbra.
La tromba di Gillespie
Era il 1953 e una sera, durante uno spettacolo, un comico che si era esibito prima di Dizzy, fece
cadere la tromba, che si piegò proprio nel modo che il jazzista avrebbe poi reso celebre. A
Dizzy, di quella tromba piegata, piacque molto sia il suono sia la forma che gli permetteva di
leggere lo spartito senza dover abbassare la testa. Per il resto della vita suonò con quella
strana tromba dalla campana all'insù.
Superfici riflettenti
Negli anni Trenta si assiste ai virtuosismi ottici su specchi convessi del grande Escher. Il suo
autoritratto “Mano con sfera riflettente”(1935) è forse il punto di arrivo. Così Escher descrive la
sua opera: "Sulla mano del disegnatore c'è una sfera riflettente. In questo specchio egli vede
un'immagine molto più completa dell'ambiente circostante, di quella che avrebbe attraverso
una visione diretta”.
Anish Kapoor
E' un artista contemporaneo, nato a Bombay nel 1954 ma vissuto a Londra fin dagli anni ‟70.
Le sue sculture sono spesso composte da elementi riflettenti che lavorano sulla dimensione
percettiva dello spazio, distorcendo l‟immagine dello spettatore e dell‟ambiente circostante.
Il Cloudgate (il Fagiolo), installato a Chicago nel 2006
La casa che suona
In Germania, nel quartiere studentesco di Dresda, il “Fullen Wall”, un palazzo dalle pareti
azzurre come l‟acqua è stato trasformato, dalla scultrice Annette Paul e dai designer Cristopher
Rossner e Andre Tempe, in un originale strumento musicale che sfrutta la già piacevole
musicalità della pioggia attraverso le grondaie e le tubature, simili a trombe, che ne amplificano
il suono.
Il Jazz non appartiene a una razza o cultura, ma è un dono che l'America ha fatto al mondo.
(Ahmad Alaadeen)
Suonare il bop è come giocare a Scarabeo senza vocali. (Duke Ellington)
Il jazz è sempre stato simile al tipo d'uomo con cui non vorreste far uscire vostra figlia.
(Duke Ellington)
La vita è un po‟come il jazz: viene meglio quando si improvvisa. (George Gershwin)
Maria
Bella
Maria Alessandra
Mariachiara
Alice
Claudia Agnese
Paolo
Domenica
Giulia
Berardi
Cannata
Caponnetto
Clienti
Di Chiara
Fichera
Labruna
Domenico
Federica
Mazzone
Nicotra