Valtournenche - Sweet Mountains

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Valtournenche - Sweet Mountains
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Valtournenche:
la valle del Cervino
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Nel 201 5 si celebrano i
centocinquant’anni della scalata del
Cervino e si farà festa sui due
versanti. Sarà un anno molto speciale
per visitare la Valtournenche
“
INTRODUZIONE
La valle del Cervino
03
LUOGHI E ITINERARI
Chamois,
il paese senza auto
05
Crepin,
sulla via del Cervino
07
Torgnon,
il paese del sole
09
Saint-Denis,
oltre il crinale
11
Testi di
Enrico Camanni
Aline Perrin
Mappa
IL SENTIERO DEI LUOGHI
Piccolo trekking estivo 1 3
Sara Chiantore
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SWEET&SLOW
I prodotti
dalla terra alla tavola
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CULTURE&SPORT
Cinema e musica
sotto il Cervino
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La valle
del
Cervino
C
i sono valli che si svelano facilmente mostrando la grazia delle
praterie, le macchie delle foreste e
il fascino delle montagne. Altre vanno
scoperte, perché i posti più belli non si notano a prima vista e serve una guida per
trovarli. La Valtournenche è una di queste.
La valle del Cervino sale diritta e incassata
da Châtillon a Cervinia. Per quasi trenta
chilometri punta risolutamente verso nord
e il suo polo magnetico: il Cervino. Eppure
la Gran Becca non si vede per un bel
pezzo, come un mistero che si fa attendere,
la visione che si fa desiderare. Il Cervino
appare improvvisamente a metà strada,
nella piana di Antey-Saint-André, stagliandosi nel solco della valle come una gigantesca piramide innevata. La curiosità e
i cartelli turistici inducono a proseguire
verso la testata della valle principale, dove
ci sono le grandi infrastrutture turistiche,
ma gli amanti del turismo sweet hanno
delle alternative meravigliose, perché sui
fianchi della montagna la Valtournenche
serba dei balconi segreti da cui si può vedere senza essere visti: Torgnon sulla destra idrografica La Magdeleine e Chamois
a sinistra. Sono i rifugi ideali per scappare
dal rumore ma anche dall’incombenza
delle montagne, quasi opprimenti per chi
si avvicina troppo. E più avanti c’è Cheneil, una conchiglia di pascoli spalancata
senza affanno in fronte al Cervino e alle
Grandes Murailles, la grande muraglia di
roccia e neve che separa la Valtournenche
dalla vicina Valpelline digradando sui
monti e sui laghi di Cignana. Da Cheneil
ci si affaccia sulla valle grande e sul
Pancherot, il monte che dà il nome a uno
dei Luoghi sweet, a Crepin, e la conca di
Cheneil è dominata da un monte familiare, il Grand Tournalin, dove Lalla Romano
vide accendersi la magia dei tramonti
alpini e dove l’inglese Whymper fece costruire una mulattiera e un piccolo rifugio
di pietra per ammirare l’alba sui ghiacciai.
Nel 1865 Edward Whymper e Jean-Antoine Carrel di Valtournenche furono protagonisti della prima scalata del Cervino in
una rocambolesca “gara” che vide
coinvolte le guide delle due valli, gli alpinisti britannici, Quintino Sella, il Club
Alpino e il governo italiano. Alla fine la
“
La Valtournenche
serba dei balconi
segreti da cui si
può vedere senza
essere visti
“
Il villaggio di Promindoz con lo sfondo della Dent d'Hérens e del Cervino.
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“perdersi” con intelligenza e umiltà nella
storia, nei paesaggi e nell’anima di una
valle che è stata la culla dell’alpinismo
ottocentesco, poi dello sci novecentesco e
del turismo di massa, e oggi si avvia, speriamo, verso un turismo consapevole e rispettoso. Grandi scrittori l’hanno amata e
cantata, da Edmondo De Amicis a Lalla
Romano, grandi guide l’hanno onorata, e
non è giusto ricordarla solo per le sue piste e i suoi vip. In Valtournenche c’è molto
di più e vi invitiamo a scoprirlo con alcuni
Luoghi e itinerari di gran classe.
Brrututumm!, e nacque il Cervino
Jean-Antoine Carrel, il primo salitore del Cervino dal versante italiano.
spuntò Whymper per tre giorni, scalando
il Cervino dal lato di Zermatt il 14 luglio,
ma i valdostani risposero a muso duro salendo la difficile cresta del Leone sul lato
di Valtournenche il giorno 17.
La rivincita fu orchestrata da Amé Gorret,
un prete di Valtournenche che chiamavano l’Orso della montagna. L’abbé era testardo, forte e intelligente, e scalava come
un camoscio. Aveva assistito al fallimento
di Carrel e si era arrabbiato più di lui. Si
poteva anche sopportare l’idea che
Whymper alla fine gli rubasse la Becca,
ma non dal versante di Zermatt! Un
inglese sulla cresta svizzera era la fine del
mondo! Gorret sapeva che Carrel aveva
ingannato Whymper partendo di nascosto
con gli italiani di Sella; poi l’aveva visto
scendere al Breuil depresso e sfiduciato.
«Sta bene – tuona Gorret –. Voi rinunciate
al Cervino? Ci andrò io. Chi viene con
me?»
Carrel ci ripensa: «Per me, io non ho rinunciato.»
Qualcuno ironizza: «Oh! S’il y a l’abbé,
alors victoire! (Se c’è il prete sarà la vittoria!)».
E vittoria fu, anche perché Whymper pagò
il suo successo con la morte di quattro
compagni durante la discesa.
Dopo l’alpinismo viene lo sci, che porta
una nuova visione delle Alpi. Negli anni
Trenta del Novecento è facile pensare che
il Breuil sia stato disegnato dal dio degli
sciatori. Pendii dolci e apparentemente
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sterminati, rivolti a mezzogiorno, sotto il
Cervino... Se a Sestriere la famiglia Agnelli
ha creato una città della neve, non resta
che imitare l’idea. Migliorandola. Nel 1933
la famiglia Maquignaz vende all’ingegnere
biellese Lora Totino e alla sua cordata di
imprenditori il primo lotto di pascolo:
11.000 metri quadrati, 10 lire al metro.
Nasce la Società Cervino. Nell’ottobre del
1934 la prima automobile FIAT entra nella
piana del Breuil sulla nuova strada
sterrata, due anni dopo la funivia
raggiunge Plan Maison e Gianni Albertini
inaugura l’Hotel Cervinia, progettato
dall’architetto Mario Cereghini.
L’invenzione semantica di Cervinia è un
chiaro omaggio al fascismo, in dispregio
all’etimologia francofona. «Cervinia, nome
squillante ed italianissimo», si compiace
nel 1937 il suo “inventore” Dino Lora Totino, che per i successi imprenditoriali in
quota merita la stima del Duce e la nomina a Conte. Ma Cervinia non è solo un
ossequio all’italianità, è molto di più.
Corrisponde alla cancellazione del Breuil
di romantica memoria e alla consacrazione dello sci di massa.
Adesso sono passati altri ottant’anni. Siamo in un nuovo secolo, più povero e
disincantato, molto distante dai sogni dei
pionieri. Nel 2015 si celebreranno i 150
anni della scalata del Cervino e si farà festa sui due versanti. Sarà un anno speciale
per visitare la Valtournenche, a patto di
non accontentarsi di ciò che luccica per
Nei tempi dei tempi l’immensa piramide
di rocce di nevi e di ghiacci non esisteva. Allora i monti non erano irti di punte
e solcati da crepacci, ma formavano
una grande giogaia uniforme, che
abbracciava a semicerchio il fondo
della valle, la conca prativa che ora si
chiama Breuil. Un’epoca beata, quella,
per le valli d’Aosta! Esse erano sotto la
protezione di un gigante, chiamato
Gargantua, genio benefico di quei luoghi. Le valli godevano di un clima mitissimo, così che si potevano tenere gli
armenti agli alti pascoli, a circa duemila
metri d’altezza, fin quasi a Natale.
Immense praterie fiorite si stendevano
sulle pendici dei monti, i pastori vivevano nella più felice abbondanza. Il latte
era in sì gran copia da formare ruscelletti, nei quali gli agnelli si dissetavano. I ragazzi giocavano ai birilli con
pallottole di burro, ai dischi con forme
di formaggio. Tutti andavano d’amore e
d’accordo; il male, l'invidia, la cattiveria
erano sconosciuti.
Il buon gigante che regnava ovunque,
sorridente sovrano, fu preso dal desiderio di vedere i paesi che stavano al di
là dei monti, ed era così alto, con le
gambe così lunghe, che per varcare la
barriera delle montagne non aveva che
da fare un passo. Ecco dunque
Gargantua che si leva e, mentre con un
piede rimane di qua, con l’altro piede
già poggia di là. Brrututumm! Con fragore spaventevole le rupi all’intorno
crollano e rimane in piedi solo la piramide di roccia che si era trovata fra le
sue enormi gambe.
Mary Tibaldi Chiesa, Leggende del Cervino , Hoepli, Milano 1 933 (il racconto attinge alle ricerche
di Giuseppe Corona e Guido Rey)
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Luoghi e itinerari
Chamois, il paese senza auto
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A Chamois si sale
solo in funivia.
Che cosa c'è di
più sweet di un
paese senza
motori?
“
Il nostro luogo sweet
www.sweetmountains.it/luoghi/chamois
sweetmountains
A
volte ci sono Luoghi che
anticipano troppo la storia. Per
esempio Chamois, il piccolo
comune della Valtournenche che,
rifiutando le automobili con referendum
popolare proprio negli anni del boom
economico, quando sembrava che
l’automobile e lo sci fossero le uniche
strade per le Alpi del futuro, intraprese una
strada coraggiosa e innovativa, forse
troppo per quei tempi. Paradossalmente
quei pionieri che scelsero nel 1955 la
funivia per collegarsi al mondo erano
troppo avanti, e ciò che oggi apparirebbe
come un atto di avanguardia passò più
come un capriccio, una stranezza, una
chiusura retrograda. In seguito Chamois
ha pagato questa contraddizione: non ha
potuto o saputo raccogliere in forma di
turismo dolce e responsabile la sua
vocazione di luogo silenzioso e appartato,
meravigliosamente affacciato sulla Tersiva
e la Valle d’Aosta. Altre località hanno
capitalizzato molto di più pur senza
l’eccezionalità di Chamois, perché hanno
saputo promuoversi come posti unici e si
sono guadagnate una clientela speciale e
fidelizzata, che ritorna in ogni stagione
dell’anno.
Intanto il mondo è cambiato. Oggi il
modello industriale urbano mostra
drammatici segni di crisi; oggi la città non
garantisce più il lavoro a nessuno; oggi il
precariato è una patologia che unifica
ogni cultura e ogni territorio all’insegna
dell’incertezza. Se Nuto Revelli dovesse
riscrivere adesso Il mondo dei vinti non
distinguerebbe certo i montanari che
scendono verso le fabbriche dai cittadini
che ci lavorano, perché la differenza non
sta più lì. Ormai la vera separazione corre
tra i pochi che hanno un futuro sicuro e i
molti che devono inventarselo ogni
giorno, il futuro, magari risalendo proprio
quelle valli che offrono potenzialità
inespresse di residenzialità, lavoro e
turismo dolce: sweet mountains. Dunque
Chamois ha tutte le carte in regola per
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ritornare al centro di un mondo a misura
d’uomo.
Situato a 1815 metri d’altitudine, Chamois
è il comune più alto della Valle d’Aosta e
uno fra i più alti d’Italia; è composto da
sette hameaux (frazioni): Corgnolaz, dove
ha sede il municipio, Caillà, Crepin, La
Ville, Lago Lod, Lieussel e Suis, un po’
defilata, nello splendido bosco di conifere.
Il comune, che ormai conta meno di cento
residenti, si distende su un balcone prativo
contornato da boschi e pascoli, al riparo
dai venti del nord, con un clima tra i più
temperati dell’arco alpino. Il paese
accoglie i turisti nella piazzetta principale,
dove si affacciano la Chiesa del borgo, il
municipio e le strutture commerciali.
Dalla piazzetta si diramano le strade in
terra battuta (o di neve, in inverno) che
permettono di raggiungere le altre
frazioni.
Il 21 luglio 1681 il vescovo di Aosta,
Albert-Philibert Bailly, decise che
Chamois doveva essere una parrocchia,
staccandola dalla chiesa madre di AnteySaint-André. I chamoisiens ricostruirono
la preesistente cappella di Corgnolaz e il
nuovo edificio venne consacrato dal
vescovo Amédée Milliet d’Avillars nel
1707. Così Corgnolaz sostituì il villaggio
di La Ville (o Grande-Ville) come
capoluogo della comunità, che nel 1707
contava 320 abitanti, salendo a 386 nel
1782.
Nella seconda metà del secolo si diede il
via alla fondazione di scuole pubbliche e
per tutto l’Ottocento si continuò a
promuovere l’istruzione popolare, tanto
che, all’inizio del 1900, a Chamois si
contavano ben quattro scuole! Altre
iniziative d’interesse collettivo furono le
latterie sociali di Corgnolaz nel 1873 e di
Crépin nel 1896 (tuttora esistente), ma
questo non bastò a frenare l’esodo
migratorio del Novecento. Il rapido
miglioramento delle condizioni socio
economiche accelerò, paradossalmente, il
B&B Maison de Suis, nella frazione omonima.
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Il Monte Rosa dal Col di Nana.
fenomeno di spopolamento della
montagna: 151 abitanti nel 1951 e 141
soltanto nel 1961. La popolazione
residente è oggi di 94 persone, dedite per
lo più al settore turistico ed edile.
Chamois è luogo di alpeggio stagionale,
mentre l’allevamento stanziale è ridotto a
un unico residente.
Dal 2006 Chamois e La Magdeleine sono
partner dell’iniziativa Perle delle Alpi per
il sostegno della mobilità dolce. Questo è
certamente il loro futuro.
Gli itinerari
Chamois si raggiunge da Buisson (poco
oltre Antey-Saint-André) in pochi minuti
di funivia, che fungendo da mezzo
pubblico effettua corse anche in orari
serali. Durante l’aereo viaggio si può
ammirare il vecchio sentiero che
serpeggia con maestria sul fianco scosceso
della valle, superando balze e cascate.
Le strade di Chamois servono soprattutto
per camminare. Piste e carrarecce
conducono alle frazioni, da scoprire una
ad una, anche di sera con la suggestiva
guida luminosa a terra, oppure di notte al
chiaro di luna.
Visitate le frazioni e le varie testimonianze
storico-culturali, adeguatamente segnalate
a scopo turistico, in circa un’ora di
cammino potrete raggiungere con
percorso pianeggiante La Magdeleine e
l’alpeggio di Veuillen, dove in estate è
possibile acquistare un’ottima fontina.
Ciaspole consigliate in inverno.
Il percorso Chamois-La Magdeleine, con
le sue due varianti, diventa in inverno un
anello da fondo di circa 8 km. Chamois
dispone anche di un impianto di risalita
che permette di praticare lo sci di discesa
su 16 km di piste, raggiungendo località di
notevole valore paesaggistico come il Lago
Lod e il Colle di Chamois o Fontana
Fredda. Interessante la discesa in neve
fresca su Cheneil.
http://goo. gl/fZqf3W
L’escursione più lunga e interessante in
assenza di neve è il sentiero che sale al Col
di Nana, antica via di collegamento con la
Valle d’Ayas. Dal colle, chi ha ancora fiato
potrà salire alla Becca Trécare, 3033 metri,
magnifico belvedere sul Cervino e il
Monte Rosa.
La salita al Col di Nana è anche una
classica escursione scialpinistica
primaverile, ma richiede attenzione ed
esperienza per il pericolo di valanghe.
http://goo. gl/EH0rR0
Per chi ha meno fiato e ama l’ombra delle
conifere, d’estate si consiglia il bellissimo
sentiero-mulattiera che collega Chamois a
Valtournenche, o viceversa, tagliando a
mezza costa il ripido versante sinistro
idrografico della valle grande. Se si parte
da Chamois e si scende verso il capoluogo,
il Cervino occhieggia quasi sempre
davanti agli occhi.
http://goo. gl/2VELCF
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Luoghi e itinerari
Crepin, sulla via del Cervino
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Crepin è sempre
stato il posto di
chi partiva per
l’avventura, e di lì
partirono anche
gli uomini che
portarono la croce
sul Cervino
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Il nostro luogo sweet
www.sweetmountains.it/luoghi/bb-pankeo/
sweetmountains
J
ean-Joseph Maquignaz è coetaneo di
Carrel. Nasce il 28 novembre del 1829 a
Crépin, la bella frazione di
Valtournenche sulla mulattiera per il
Breuil; il padre è stato soldato con
Napoleone. Jean-Joseph è educato secondo
severi principi religiosi; dopo aver
frequentato per qualche anno la scuola, è
avviato dal padre alla professione di
muratore e scalpellino. È particolarmente
bravo nella forgia del metallo. La
montagna viene in seguito, attraverso la
caccia e le prime scorribande alpinistiche,
di cui si sa poco fino all’11 luglio del 1865,
quando il trentaseienne Maquignaz viene
ingaggiato da Giordano e Carrel per
tentare il Cervino. Ma la cordata si ferma
alla Spalla e ripiega nel pomeriggio del 14
luglio, per categorica decisione del capo
spedizione Carrel; è probabile che
Maquignaz abbia spinto per tentare la
cima e che sia nata qualche discussione,
infatti Jean-Joseph non riparte con il
gruppo di Carrel e dell’abbé Gorret che tre
giorni dopo raggiunge finalmente la cima.
Comunque il Cervino accende la passione
alpinistica di Maquignaz, che il 13
settembre 1867 ritorna sulla Becca con i
due fratelli Jean-Pierre e Victor, anch’essi
di Crepin, e una ragazza diciottenne della
valle, Félicité, per compiere la quarta
ascensione della montagna. Superata
l’Enjambée (la “sgambata”) i quattro non
si avviano sulla parete ovest lungo la
pericolosa “galleria” Carrel, ma aprono
una variante diretta sulla parete sud che
accorcia di un’ora l’ascensione e diventa in
breve tempo la nuova via normale italiana.
Quando partivano per il Cervino i
Maquignaz non avevano bisogno di
passare per Valtournenche, il villaggio
capoluogo dove sorge la chiesa
parrocchiale. La frazione Crepin, infatti, si
trova sulla mulattiera che dal paese sale a
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Proz e al Gouffre des Busserailles, dove le
acque del torrente Marmore spumeggiano
in fondo alla gola di roccia, per proseguire
poi verso Perreres, il Lago Blu e i pascoli
del Breuil, l’attuale Cervinia. A dominare e
forse proteggere la graziosa frazione, che è
molto cambiata tutt’intorno ma conserva
le vecchie case e i rustici grandze e grené,
le case in pietra e le vie strette di antica
memoria, ci pensa il Monte Pancherot,
2614 metri, una specie di trono di
serpentino che separa la valle principale
dalla conca e dal Lago di Cignana.
Se Cheneil è un canto, Cignana è un moto
dell’anima. Di qua i prati in fiore, i
muggiti e le grida, la morbida sensualità
dei tramonti; di là le acque e le rocce nordica wilderness - nella brezza diafana
dell’aurora. A Cheneil prevalgono i piani
orizzontali come nel Breuil del bel tempo
passato, mentre a Cignana ci si arrampica
su pezzi di Cervino con i laghi intorno.
Cheneil e Chamois sono la quiete del
verde contro il disordine della pietra.
L'armonia del domestico e i dualismi della
natura. Ma Cignana è lontana almeno due
ore di cammino dalle case di Crepin, e
non si può neanche immaginare che
dietro la massa immobile del Pancherot si
apra un mondo di tale bellezza. O forse sì,
immaginare si può, perché Crepin è
sempre stato il posto di chi partiva per il
viaggio e l’avventura, e di lì partirono
anche gli uomini che portarono la croce di
ferro sul Cervino trasportandola a dorso
di mulo e poi a braccia sull’ardita cresta
del Leone.
Un consiglio di visita per le giornate
incerte: a metà strada tra il capoluogo e la
frazione Crepin si trova il cimitero, che è
un viaggio nella storia dell’alpinismo. Le
tombe raccontano la vita e la morte delle
Il Cervino sovrasta il Monte Pancherot, che dà il nome al B&B di Crepin (F. Spada-Flickr).
guide del Cervino, che si possono leggere
anche sulla piazza della chiesa di
Valtournenche attraverso le scritte e le
immagini sui calchi e sulle lapidi. Mai ci
fu montagna più scalata del Cervino, e
mai ci furono uomini più devoti.
partenza dal ponte sul Marmore, salita alla
diga e alla chiesetta di Cignana,
continuazione sui pascoli alti della
Finestra di Cignana, facile salita per cresta
alla cima, ritorno alla Finestra e discesa a
Liortère e a Crepin.
Gli itinerari
Per chi ama lo sci di discesa, Crepin è il
posto ideale: a pochi minuti dalla frazione
partono gli impianti della Salette che,
attraverso il Colle delle Cime Bianche,
collegano il comprensorio di
Valtournenche a quello di Cervinia. Con
le ciaspole si può invece salire alla radura
di Liortére, ai piedi della parete orientale
del Monte Pancherot e con suggestivi
scorci visivi verso le Grandes Murailles.
Più in alto i pendii sono rischiosi per le
valanghe.
D’estate è tutta un’altra storia e si può
affrontare senza pericoli, ma con un po’ di
fatica, il bellissimo anello del Pancherot:
Per gli amanti delle vie ferrate, sui primi
risalti del Pacherot è stato attrezzato un
percorso atletico e di soddisfazione: la
Ferrata Gorbeillon. Naturalmente servono
allenamento di braccia e dotazione
completa di casco e kit per le ferrate… e
non bisogna soffrire di vertigini
(indimenticabile il ponte tibetano nella
parte alta, a picco su Valtournenche).
I meno esperti possono rivolgersi a una
guida alpina del Cervino, che magari,
successivamente, li accompagnerà su una
vetta più alta e prestigiosa della valle.
http://goo. gl/uvBXzp
http://goo. gl/7I55Rf
Infine non dimenticate che Crepin si trova
a Valtournenche, nel cuore alto della valle,
e dunque può essere un ottimo punto di
partenza (in auto o pullman) per tutti gli
itinerari di Cignana, Cheneil e BreuilCervinia, compresi i sentieri panoramici
ai piedi del Cervino e delle Grandes
Murailles.
Un'immagine storica della frazione Crepin di Valtournenche.
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Luoghi e itinerari
Torgnon, il paese del sole
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Torgnon è un
susseguirsi di
case, fienili e
chiese alla ricerca
del sole
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www.sweetmountains.it/luoghi/boule-deneige/
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T
orgnon non è un paese unico, ma
un versante disseminato di villaggi.
Quasi tutto il pendio che da AnteySaint-André sale verso le pendici boscose
del Monte Meabé è un susseguirsi di case,
fienili e chiese alla ricerca del sole. Il
triangolo del Cervino, ben visibile dalle
prime curve che dominano la piana di
Antey, scompare in alto dietro la costa
rimanendo una presenza amica,
meravigliosamente stagliata nel cielo e
nella fantasia.
Si dice che gli abitanti di Torgnon siano
allegri e aperti come l’assolato balcone su
cui risiedono, appoggiato sul versante
sinistro (salendo) della media
Valtournenche, ai piedi della Becca di
Cian. Gli abitanti di Torgnon sono
chiamati “sargaillon”, un nome che sa di
spumante. Tradizionalmente sono vestiti
di rosso e di nero; nelle feste le donne
sfoggiano pizzi bianchi lavorati a mano e
gli uomini esibiscono un imponente
cappello a cilindro.
A Torgnon resistono le tradizioni legate
alla vita rurale. Turismo e agricoltura sono
al centro dell’economia dei villaggi, e la
pastorizia scandisce ancora i rituali
stagionali. Tutto inizia con l’inarpa,
quando le bestie lasciano le stalle per
raggiungere i pascoli estivi di alta quota,
dove mangiano erba buona, fanno buon
latte e aspettano i primi segni
dell’autunno. Durante i giorni della
désarpa gli abitanti di Torgnon scendono
in strada o si affacciano alle finestre per
vedere la discesa delle mandrie dagli
alpeggi. Davanti i proprietari della
mandria, insieme ai bambini che non
mancano mai; li seguono le mucche, che
sembrano marciare orgogliose. Gli
animali sono stati strigliati e spazzolati
perché la désarpa è un giorno di festa e le
bestie devono essere belle. Le due “regine”
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fanno strada alla mandria.
Altra tradizione assai cara agli abitanti di
Torgnon è la cottura del pan ner (farina di
segale, frumento e acqua) nei forni
collettivi a legna. Ogni anno,
normalmente a fine novembre, nei forni
storici dei villaggi si ripete una festa che
coinvolge tutta la comunità. Si tratta di
forni comunitari appartenenti a numerosi
proprietari che si organizzano (con tanto
di gerarchia e turnazione) per la
preparazione del pane nero. C’è chi fa
l’impasto (spesso arricchito con noci,
uvetta e castagne), chi prepara le forme
con la spaccatura a croce e chi si occupa di
togliere il pane dal forno e disporlo sulla
rastrelliera di legno per la conservazione.
Il pane nero dura a lungo come lo spirito
di gruppo che lo sostiene.
Il Luogo sweet Boule de Neige-Soleil
Levant della famiglia Perrin esprime
molto bene lo spirito di Torgnon: «La
nostra è una famiglia numerosa e ognuno
di noi ha un proprio ruolo all'interno
dell'azienda agricola e/o nell’agriturismo.
La mamma Elsa con la sua ventennale
esperienza di cuoca delizia gli ospiti con
piatti della tradizione valdostana. Si
occupa anche della produzione delle
marmellate, delle giardiniere e di tanto
altro come tutte le mamme. Il papà Carlo
e i figli Jean Paul, Patrick, lo zio Martino,
la zia Alma e la zia Livia si occupano
maggiormente dell’azienda agricola:
l’allevamento e la produzione di formaggi
e salumi, l’orto, il campo di patate e la
vigna. Iris, la moglie di Jean Paul e Aline,
figlia di Elsa e Carlo, sono addette
all’agriturismo, alla cucina, alla sala, alla
vendita dei formaggi e alla produzione».
Basti un dettaglio: se l’ospite-turista
s’impegna e s’ingegna, potrà ripartire dalla
vacanza con un pezzo di formaggio fatto
con le proprie mani.
Il paese di Torgnon è formato da numerosi villaggi. In questa foto Mongnod con la parrocchiale.
Gli itinerari
Torgnon è da visitare sia d’inverno che
d’estate, ma forse la stagione più
spettacolare è la primavera, quando il
versante s’imbianca con i ciliegi selvatici e
il bianco dei fiori gareggia con l’ultima
neve sopra i duemila metri. A quel punto
la pista per lo sci di fondo comincerà a
mostrare alcuni “buchi” e le montagne
saranno riservate ai pochi e severi
itinerari sci alpinistici, in collegamento
con la Valpelline, Saint-Barthelémy e la
conca di Cignana.
Chi viene in inverno trova una delle più
belle piste di fondo delle Alpi occidentali,
oltre a ottimi impianti per lo sci di discesa.
Le piste di fondo, con anelli di 3-5-7,5-10
e 20 km, consentono di praticare la
tecnica libera e quella classica,
insinuandosi tra le conifere e le radure,
fino a raggiungere l’impagabile belvedere
della Finestra d’Ersa in faccia al Cervino.
http://goo. gl/s5ICnV
Il collegamento con la pista di Verrayes
garantisce un circuito di 40 km fruibili
con un unico biglietto. Le strade
interpoderali in neve battuta consentono
anche l’escursionismo invernale, a piedi o
con le ciaspole.
http://goo. gl/cj6CKX
D’estate Torgnon offre all’escursionista i
suoi pascoli, i suoi laghi e le sue
montagne, dal suggestivo Lago Cian
(bivacco omonimo) al Col de Fort
(bivacco Rivolta) che apre le porte della
vicina, suggestiva conca di Cignana. I più
bravi (ma servono capacità alpinistiche)
possono puntare alla Becca e al Dome de
Cian.
Il Lago Cian, o Tsan, è nascosto in una
malinconica e dolce conca detritica, ai
piedi della Becca e dei Denti di Cian. Si
raggiunge senza difficoltà con tre ore di
cammino su sentiero:
http://goo. gl/kRxrv0
Per il Col de Fort si allunga un po’ il
cammino, ma non aumentano le
difficoltà. L’escursione compensa
ampiamente la fatica per la varietà dei
paesaggi e per l’affaccio sul Cervino,
dietro la finestra panoramica del Colle.
Volendo si può continuare la gita
traversando con breve discesa ai laghi di
Balanselmo e al rifugio custodito PeruccaVuillermoz, nell’alta conca di Cignana, ai
piedi dello Chateau des Dames.
http://goo. gl/Rl58gq
Salendo a Torgnon da Antey-Saint-André, il Cervino occhieggia in cima alla valle (G. Baviere-Flickr).
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Luoghi e itinerari
Saint-Denis, oltre il crinale
“
Il centro
ecosostenibile di
Lavesé offre
ospitalità e
accoglienza ai
“viandanti” di
qualsiasi età
“
Il nostro luogo sweet
www.sweetmountains.it/luoghi/centroecosostenibile-lavese-ostello-bar-ristoro/
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N
on siamo più nella Valle del
Cervino, ma proseguire dai
boschi di Torgnon alle praterie di
Saint-Denis attraverso il valico
automobilistico di San Pantaleone è stata
la naturale estensione di un itinerario
panoramico d’alta quota: dalle geometrie
della Gran Becca ai lontani profili del
Monte Bianco.
Il sito ufficiale recita così: «Invidiabile,
privilegiata, favorevole: è con questi tre
aggettivi che si può descrivere la posizione
del Comune di Saint-Denis, affacciato su
uno splendido balcone da cui si può
abbracciare e riassumere in un unico e
straordinario sguardo, che parte dalla
bassa valle fino ad arrivare alle vette che
fanno da tetto all’Europa, l’incredibile
varietà faunistica, floristica e geologica che
anima il vecchio continente dal caldo e
colorato Mediterraneo al freddo e bianco
Circolo polare artico. Da qui, infatti, è
possibile scoprire da vicino – attraverso
numerose escursioni – gli immensi pascoli
pianeggianti, i boschi, le zone umide e gli
ambienti xerici, nei quali fanno bella
mostra di loro gli abeti rossi e i larici della
zona del Puy de Saint-Evance, il timo
endemico, le specie floreali di origine
steppica o mediterranea, le orchidee che
non hanno eguali per ricchezza di specie
in tutta la Valle d’Aosta. Habitat ideali per
il raro gufo reale, il falco pecchiaiolo e il
biancone…».
Oltre il Colle di San Pantaleone ci si tuffa
nei grandi spazi della Valle d’Aosta, valle
centrale, dove il versante è dolce e
assolato, uno dei più secchi delle Alpi, e
dove non c’è la ristrettezza visiva delle valli
laterali, ma la vista può spaziare senza
costrizioni. Sono luoghi di riposo e
contemplazione, perché le grandi vette
sono lontane, e anche i paesi alla moda.
Qui è tutto sweet, per fortuna e per
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vocazione. Il posto è anche crocevia di
santi leggendari:
«C’erano un tempo in valle tre santi
anacoreti. Sull’altura di Torgnon sorgeva
l'eremo di Pantaleone; Evenzio si era
ritirato sopra Saint-Denis; Giuliano
trascorreva i suoi giorni in solitudine nel
territorio di Fénis, sull’opposto versante
della Dora.
Tutti e tre poveri in canna, passavano
pregando lunghe ore del giorno e della
notte. Nulla possedevano e nulla
desideravano avere. Ma una volta
Pantaleone, mentre parlava con gli angeli
del Cielo, trovandosi tra le mani un pezzo
di legno, prese ad intagliarlo. Le dita gli si
muovevano da sole e, quando dal ramo
venne fuori un mestolo, il buon eremita lo
rigirò indeciso tra le mani; quindi,
considerando superfluo tenerlo per sé,
pensò di regalarlo a Evenzio, e lo spedì a
volo al suo rifugio. Grato del pensiero, ma
mosso dagli stessi generosi sentimenti del
donatore, il santo lo passò a Giuliano...
che volle donarlo a sua volta. Pantaleone,
vedendosi arrivare di ritorno, dall’altro
lato della vallata, il mestolo volante, capì
che il Cielo voleva lo usasse, ma non certo
da solo. Se ne servì dunque a
mezzogiorno, e poi lo rispedì a
Sant'Evenzio che, dopo averlo usato, lo
mandò nuovamente a Giuliano.
Così da quel giorno, grazie a quel mestolo,
fu come se i tre eremiti, pur rimanendo
nelle rispettive sedi, vivessero in
comunità, ogni volta che toccavano cibo»
(Tersilla Gatto Chanu, Il fiore del
leggendario valdostano, Emme Edizioni).
L'alpeggio di Lavesé è stato restaurato con
il finanziamento dell’Unione Europea e
rappresenta un esempio concreto di
costruzione appartiene ai castelli
valdostani di tipo primitivo, con il
massiccio “dongione” centrale circondato
dalla cinta muraria. La cinta di Cly, ancora
ben conservata, era sovrastata da una
merlatura e racchiudeva gli spazi interni.
L’area a sud est ospitava le costruzioni,
edificate in epoche diverse tra l’XI e il XIV
secolo, tra cui la massiccia torre centrale,
la cappella, le cucine, le stalle, il corpo di
guardia e l’abitazione del castellano.
Il Castello di Cly (M. Chizzo).
sviluppo sostenibile: nel recupero della
struttura sono stati utilizzati materiali
naturali, l’energia elettrica è prodotta da
pannelli fotovoltaici e per la depurazione
degli scarichi si utilizza il fitodepuratore,
uno stagno artificiale nel quale
microorganismi e piante ripuliscono
l’acqua da batteri e carichi inquinanti.
Il centro ecosostenibile di Lavesé offre
ospitalità e accoglienza ai “viandanti” di
qualsiasi età che amano il trekking in
estate e le ciaspolate in inverno, o
escursioni in mountain bike con
l’accompagnamento dalle guide
escursionistiche e naturalistiche. Tra i
percorsi più interessanti figura la salita
alla cappella di St. Evance e poi alla
cappella di St. Pantaleon, dalle quali ci si
riaffaccia sulla Valtournenche dominata
dal Cervino. L’ostello propone anche la
visita al vicino Maniero di Cly, fascinoso
lascito del castello medievale in rovina. La
L’itinerario
L’eco-ostello è raggiungibile a piedi con
una bella escursione dal fondovalle; data
l’eccellente esposizione al sole, la
passeggiata è spesso fattibile anche in
inverno, oppure con le ciaspole.
Dall'uscita del casello autostradale di
Châtillon si seguono le indicazioni per
Aosta fino all'abitato di Chambave, dove
inizia sulla destra la strada regionale che
porta prima a Saint-Denis e poi continua
verso il Colle di San Pantaleone. Subito
dopo la frazione Plau si lascia l’auto nel
parcheggio a sinistra.
Dopo aver parcheggiato l’auto si torna
indietro per 50 metri lungo la strada
regionale, si passa ai piedi di una pittura
murale (crocefissione) e ci si incammina
lungo la strada asfaltata alle spalle di un
malandato rascard. Sul bordo della strada
si trova la palina che indica il sentiero
numero 2 per Saint-Evence.
Si seguono le frecce gialle che portano a
una stalla e dopo pochi minuti di
cammino si lascia l’asfalto proseguendo
diritti per la vecchia mulattiera che sale
tra le conifere. Quando una pista forestale
interrompe il vecchio sentiero, ci si
immette sul nuovo tracciato e, tenendo
sempre la destra, si arriva prima al cartello
segnaletico del Tour de Saint-Evence e poi
al termine della pista. Qui si riprende la
mulattiera e si sale con decisione
attraverso il bosco. Si percorre un tratto
pianeggiante e per l’ampio sentiero si
raggiunge la pista forestale che scende da
Lavesé. Dopo aver superato una leggera
salita, si prosegue per un bel tratto
pianeggiante in mezzo al bosco, arrivando
alla biforcazione dalla quale si stacca sulla
destra il sentiero per Saint-Evence.
Ignorato il bivio, si prosegue lungo la pista
fino a trovare l’alpeggio ristrutturato di
Lavesé.
http://goo. gl/nI952l
Turismo didattico all'alpeggio Lavesé.
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Il sentiero dei Luoghi
Piccolo trekking estivo
3 giorni
di cammino
attraverso
4 luoghi sweet
Punti d'appoggio:
“
“
Primo giorno
Chamois-Cheneil-Crepin
Chamois
www.sweetmountains.it/luoghi/chamois
B&B Pankeò
www.sweetmountains.it/luoghi/bb-pankeo/
Boule de neige
www.sweetmountains.it/luoghi/boule-deneige/
EcoOstello Lavesé
www.sweetmountains.it/luoghi/centroecosostenibile-lavese-ostello-bar-ristoro/
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seggiovia) e successivamente per il colletto
a 2279 m che dà accesso alla conca di
Cheneil. Superato il dosso si segue un
bellissimo
sentiero nel bosco di conifere
località partenza: Chamois
con
suggestiva
vista sul Cervino. Con una
quota partenza: 1812 m
lieve
discesa
si
raggiunge
Cheneil, 2105 m,
quota colle: 2279 m
piccolo
e
antico
gruppo
di
case, anch’esso
dislivello complessivo: 465 m
non
raggiunto
dalle
auto,
dominato
a est
difficoltà: escursionismo (da giugno a
dalla
mole
del
Grand
Tournalin
e
ottobre)
affacciato sulla piramide del Cervino.
esposizione prevalente: ovest
Attraversata la piana, raggiunta la
durata: 3 ore circa
accesso: Autostrada A5 TO-AO, si esce a mulattiera e la strada carrozzabile
(scorciatoie) si continua la discesa nel
Chatillon/Saint Vincent e si segue per
Cervinia fino a giungere dopo circa 12 Km bosco fino a Chanlève e Valtournenche
a Buisson, al parcheggio della funivia per capoluogo (in alternativa si può scendere
a Promindoz e a Cretaz, frazione di
Chamois. Raggiungere Chamois e
Valtournenche, per la vecchia mulattiera).
pernottare in uno dei Luoghi sweet.
Raggiunta la chiesa, si risale brevemente la
strada di Cervinia fino a trovare la
Descrizione itinerario
Da Chamois si seguono le indicazioni per diramazione a sinistra per Crepin
(1600 m).
il Lago di Lod, 2017 m (eventuale
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Il Lago di Cignana, che si sfiora nella seconda tappa del trekking (G. Baviere-Flickr).
Secondo giorno
Crepin-Finestra d’Ersa-Torgnon
località partenza: Crepin
quota partenza: 1600 m
quota colle: 2290 m
dislivello complessivo: 700 m circa
difficoltà: escursionismo (da giugno a
ottobre)
esposizione prevalente: varia
durata: 4 ore circa
Descrizione itinerario
Da Crepin prendere la carrozzabile che in
breve scende al ponte sul Marmore, alle
porte di Valtournenche. Lasciata la strada
prima del ponte, si imbocca il sentiero che
sale sulla destra e traversa sotto le rocce a
strapiombo del Pancherot (deviazione per
la via ferrata), fino a ricongiungersi con la
mulattiera che da Valmartin sale a
Promoron (1812 metri), dove è localizzato
un edificio della Centrale Elettrica di
Maen. Sempre in salita si arriva
all’agglomerato di Falegnon (1914 metri).
Infilarsi nella gola del torrente di Cignana
e, dopo una piccola radura, al cospetto
della diga, salire sul fianco destro e
passare vicino ai caseggiati del guardiano
raggiungendo il rifugio Barmasse (2175
metri). Continuare sulla strada sterrata
per circa 300 metri e imboccare il sentiero
che scende all’Alpe Cortinaz. Incrociare
nuovamente la poderale e raggiungere
l’Alpe Cortinaz Desot. Il sentiero prosegue
nel bosco, dove si incrocia nuovamente la
sterrata e, con lunghe diagonali, si
raggiunge la panoramica Finestra d'Ersa
(2290 metri), che comunica con il vasto
vallone di Chavacour nel bacino di
Torgnon. Scendere verso la carrozzabile
percorrendo la strada interpoderale,
prima con larghi tornanti su terreno
aperto e poi con un lungo traverso nel
bosco di conifere, da nord a sud, che porta
alla strada asfaltata e all’arrivo dell’ovovia.
Più in basso si trovano i villaggi di
Torgnon e gli agriturismi della famiglia
Perrin (frazione Mazod).
Terzo giorno
Torgnon-San Pantaleone-Lavesé
località partenza: Mazod (Torgnon)
quota partenza: 1344 m
quota colle: 1645 m
dislivello complessivo: 300 m
difficoltà: escursionismo (da maggio a
ottobre)
esposizione prevalente: varia
durata: 1,30 ore circa
Descrizione itinerario
Da Mazod (Torgnon) portarsi alla
frazione Chézod e imboccare il sentiero
che sale a Maisonnettes e traversa al Colle
di San Pantaleone (1654 m, strada
carrozzabile). Dal colle ci si affaccia sulla
Valle d’Aosta (valle principale) e si scende
brevemente al centro ecosostenibile di
Lavesé, 1580 m, nel comune di SaintDenis, tenendosi sulla sinistra della strada
asfaltata.
Un esemplare di stambecco in Valtournenche.
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Sweet&Slow
I prodotti dalla terra alla tavola
“
Il poco spazio
è dedicato
alle coltivazioni
di alta qualità
“
Punti vendita:
Bazar Silvano Rigollet
www.sweetmountains.it/luoghi/bazarrigollet-silvano/
Alimentari Chatrian
www.sweetmountains.it/luoghi/alimentarichatrian/
Boule de neige
www.sweetmountains.it/luoghi/boule-deneige/
EcoOstello Lavesé
www.sweetmountains.it/luoghi/centroecosostenibile-lavese-ostello-bar-ristoro/
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per fare dolci, frittelle e composte di mele.
Inoltre sono da gustare le squisite patate
di montagna a pasta rossa e gialla,
ingrediente di gnocchi caserecci, la beuò,
patate lesse con la carne o la salsiccia, la
freucachà, patate arrostite con uova e
formaggio. “Torgnon d'Outon”, a
novembre, ospita la sagra dedicata a
questo prezioso alimento, che nei secoli ha
sfamato milioni di persone.
Sui bellissimi prati e pascoli dove
crescono le graminacee, il trifoglio, il
tarassaco e fiori di ogni tipo, le bovine di
razza valdostana pascolano da maggio a
ottobre. Il loro latte viene trasformato in
ottimi formaggi, in primis la Fontina DOP
della Valle d’Aosta ma anche tome di
diverso tipo. A Torgnon è presente una
piccola produzione di formaggio
erborinato “Bleu” e nelle varie località si
possono trovare formaggi freschi, burro,
yogurt e la fiocca, la panna montata. Non
meno eccellente è la qualità della carne,
materia prima di secondi deliziosi come la
carbonade e lo freucandò, bocconcini di
carne cucinati in umido accompagnati
Quella del Cervino è una valle ricca di
dalla polenta grasa, condita con burro e
villaggi, con piccole comunità di persone
fontina. Delizia per il palato sono i bolliti
riunite attorno alle loro cappelle e ai tanti di carne in salamoia, la motsetta, ossia
terrazzamenti realizzati nel tempo per far carne di manzo essiccata, salsicce e
fronte alla pendenza e alle ridotte
boudén, i sanguinacci. Nel mese di luglio a
dimensioni dei terreni utilizzabili. I
Valtournenche è organizzata la sagra dou
terrazzamenti servono a coltivare, fare la
boulì in onore del bollito. Ancora oggi, in
fienagione e pascolare il bestiame. Il poco alcuni villaggi, una volta all’anno le
spazio è dedicato alle coltivazioni di alta
famiglie si riuniscono per fare il pane nero
qualità, grazie alle caratteristiche della
nel forno comunitario, antica tradizione
montagna: clima secco, abbondanza di sole che si tramanda nel tempo. Il pane
e acqua, escursione termica che esalta i
integrale, che si può acquistare nelle
sapori delle coltivazioni, buon terreno,
panetterie, viene usato per la seuppa dé
scarso inquinamento e assenza di pesticidi l'ono, bevanda a base di vino, pane e
contro i parassiti che a queste altezze non zucchero. Da non dimenticare il prezioso
arrivano.
miele della vallata, dal millefiori al miele
Lungo la valle si trovano coltivazioni di
di rododendro.
piccoli frutti da cui si ricavano deliziose
Dal sapiente utilizzo delle materie prime
marmellate, succhi e aceti di lamponi e
di qualità si ottengono ottimi piatti della
mirtilli, mele renette che danno vita alla
tradizione rivisitati in chiave moderna.
tradizionale festa della mela di AnteyRicordiamo la seuppa ou pan, la versione
Saint-André nel mese di ottobre. Si
della zuppa valpellinentse senza il cavolo
incontrano ancora alcuni meli
verza, lo peulò, minestra di verdure miste e
monumentali autoctoni che arrivano fino orzo, lo viandon cucinato con latte, farina
a 1300 metri: le mele barbeleunne, un
di polenta, crostini di pane nero e fontina.
tempo raccolte e poste sulla paglia in
inverno per la conservazione, sono usate
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Culture&Sport
Cinema e musica sotto il Cervino
Daniele Sepe al Festival ChamoiSic.
Il Cervino Cinemountain
Valtournenche ospita da molti anni un
prestigioso festival di film di montagna.
Fulcro della manifestazione è il Festival
Concorso che si propone di selezionare il
meglio della filmografia di settore la cui
produzione non sia datata di più di tre
anni. La sua peculiarità nel panorama
festivaliero di montagna è quella di riunire
i film premiati nell’anno in tutti gli altri
festival decretando così l’Oscar degli Oscar
della montagna.
www. cervinocinemountain. it
ChamoiSic
Il festival estivo ChamoiSic è l’unico
festival italiano che colloca musica
sperimentale, elettronica e jazz in un
contesto naturalistico davvero d’eccezione:
infatti Chamois, a 1815 metri nella valle
del Cervino, è l’unico comune d’Italia in
cui le auto non possono circolare,
raggiungibile in funivia. L’ingresso ai
concerti è gratuito.
http://chamoisic. com
sweetmountains
Lo sci di fondo
Il Comune di Valtournenche dispone di
tre piste di fondo attrezzate, poste a
differenti altitudini, e gestite dallo sci club
Cervino-Valtournenche. Tutte le piste
sono dotate esclusivamente di
innevamento naturale.
La pista di fondo di Maen si trova a una
altitudine di 1300 metri. Il percorso si
snoda su una lunghezza di 5.500 metri,
con quattro metri di larghezza e scarsa
pendenza.
La pista di fondo di Champlève è
costituita da un anello di 3343 metri, a
un’altitudine di 1850 metri. La pista si
trova sulla strada che porta alla stupenda
conca di Cheneil, di fronte all'area pic-nic
attrezzata.
La pista di fondo di Breuil-Cervinia si
trova ad una altitudine di 2014 metri. Il
percorso si snoda su di una distanza di
5500 metri e ha una larghezza di 4 metri.
La pista è la più alta delle tre disponibili e
si trova nell’area del campo da golf.
Di ben altro sviluppo sono le piste di
fondo di Torgnon, che con gli anelli di 35-7,5-10 e 20 km sono fra le più lunghe
della Valle d’Aosta e consentono di
praticare la tecnica libera cosi come quella
Le guide del Cervino
classica, l’una accanto all’altra.
Quest’anno, insieme al
Il Foyer du Fond, posizionato alla
centocinquantesimo della prima scalata
partenza dei 40 km (loc. Plan Prorion)
del Cervino, si festeggia anche
oltre ad essere un punto di ristoro con
l’anniversario della storica Società delle
Bar-Paninoteca e Ristorante è dotato di
Guide: un secolo e mezzo di attività sulle
montagne e in particolare sulle creste della spogliatoi con docce gratuite e di un
equipaggiato noleggio di sci e ciaspole.
Gran Becca, con personaggi memorabili
Qui troverete anche la sede secondaria
come Jean-Antoine Carrel, il primo
della Scuola di Sci Torgnon dove potrete
salitore della cresta del Leone, e Luigi
prenotare lezioni di sci, chiedere consigli
Carrel detto il “Carrelino”, scalatore della
sulle scioline e/o fare
parete sud, della parete est e degli
paraffinare/sciolinare la vostra
strapiombi di Furggen. L'Ufficio Guide è
attrezzatura. Il collegamento con la pista
situato all’interno della casa delle Guide
del Cervino. La segreteria delle guide è in di Verrayes garantisce un circuito di 40
km fruibili con un unico biglietto.
grado di accogliere al meglio alpinisti e
www. sciclubcervinoval. it/piste-di-fondo
turisti, organizzando le attività più
www. torgnon. info/inverno/piste-da-fondo
interessanti, sia durante il periodo estivo
che quello invernale. Gli uffici gestiscono
anche la segreteria del Club Amici del
Cervino, che ha sede alla casa delle Guide.
Via Circonvallazione, 2 - 1 1 021 BreuilCervinia
Tel. e Fax. +39 01 66 9481 69
E-mail: info@guidedelcervino. com
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