Valtournenche - Sweet Mountains
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Valtournenche - Sweet Mountains
/ 01 Valtournenche: la valle del Cervino sweetmountains sweetmountains GENNAIO 201 5 2 “ Nel 201 5 si celebrano i centocinquant’anni della scalata del Cervino e si farà festa sui due versanti. Sarà un anno molto speciale per visitare la Valtournenche “ INTRODUZIONE La valle del Cervino 03 LUOGHI E ITINERARI Chamois, il paese senza auto 05 Crepin, sulla via del Cervino 07 Torgnon, il paese del sole 09 Saint-Denis, oltre il crinale 11 Testi di Enrico Camanni Aline Perrin Mappa IL SENTIERO DEI LUOGHI Piccolo trekking estivo 1 3 Sara Chiantore Editore Dislivelli, viale Pier Andrea Mattioli 39, 10125 Torino tel. +39.011.5647406 Progetto grafico Bodà - www.boda.it www.sweetmountains.it [email protected] sweetmountains SWEET&SLOW I prodotti dalla terra alla tavola 16 CULTURE&SPORT Cinema e musica sotto il Cervino 17 GENNAIO 201 5 3 La valle del Cervino C i sono valli che si svelano facilmente mostrando la grazia delle praterie, le macchie delle foreste e il fascino delle montagne. Altre vanno scoperte, perché i posti più belli non si notano a prima vista e serve una guida per trovarli. La Valtournenche è una di queste. La valle del Cervino sale diritta e incassata da Châtillon a Cervinia. Per quasi trenta chilometri punta risolutamente verso nord e il suo polo magnetico: il Cervino. Eppure la Gran Becca non si vede per un bel pezzo, come un mistero che si fa attendere, la visione che si fa desiderare. Il Cervino appare improvvisamente a metà strada, nella piana di Antey-Saint-André, stagliandosi nel solco della valle come una gigantesca piramide innevata. La curiosità e i cartelli turistici inducono a proseguire verso la testata della valle principale, dove ci sono le grandi infrastrutture turistiche, ma gli amanti del turismo sweet hanno delle alternative meravigliose, perché sui fianchi della montagna la Valtournenche serba dei balconi segreti da cui si può vedere senza essere visti: Torgnon sulla destra idrografica La Magdeleine e Chamois a sinistra. Sono i rifugi ideali per scappare dal rumore ma anche dall’incombenza delle montagne, quasi opprimenti per chi si avvicina troppo. E più avanti c’è Cheneil, una conchiglia di pascoli spalancata senza affanno in fronte al Cervino e alle Grandes Murailles, la grande muraglia di roccia e neve che separa la Valtournenche dalla vicina Valpelline digradando sui monti e sui laghi di Cignana. Da Cheneil ci si affaccia sulla valle grande e sul Pancherot, il monte che dà il nome a uno dei Luoghi sweet, a Crepin, e la conca di Cheneil è dominata da un monte familiare, il Grand Tournalin, dove Lalla Romano vide accendersi la magia dei tramonti alpini e dove l’inglese Whymper fece costruire una mulattiera e un piccolo rifugio di pietra per ammirare l’alba sui ghiacciai. Nel 1865 Edward Whymper e Jean-Antoine Carrel di Valtournenche furono protagonisti della prima scalata del Cervino in una rocambolesca “gara” che vide coinvolte le guide delle due valli, gli alpinisti britannici, Quintino Sella, il Club Alpino e il governo italiano. Alla fine la “ La Valtournenche serba dei balconi segreti da cui si può vedere senza essere visti “ Il villaggio di Promindoz con lo sfondo della Dent d'Hérens e del Cervino. sweetmountains GENNAIO 201 5 4 “perdersi” con intelligenza e umiltà nella storia, nei paesaggi e nell’anima di una valle che è stata la culla dell’alpinismo ottocentesco, poi dello sci novecentesco e del turismo di massa, e oggi si avvia, speriamo, verso un turismo consapevole e rispettoso. Grandi scrittori l’hanno amata e cantata, da Edmondo De Amicis a Lalla Romano, grandi guide l’hanno onorata, e non è giusto ricordarla solo per le sue piste e i suoi vip. In Valtournenche c’è molto di più e vi invitiamo a scoprirlo con alcuni Luoghi e itinerari di gran classe. Brrututumm!, e nacque il Cervino Jean-Antoine Carrel, il primo salitore del Cervino dal versante italiano. spuntò Whymper per tre giorni, scalando il Cervino dal lato di Zermatt il 14 luglio, ma i valdostani risposero a muso duro salendo la difficile cresta del Leone sul lato di Valtournenche il giorno 17. La rivincita fu orchestrata da Amé Gorret, un prete di Valtournenche che chiamavano l’Orso della montagna. L’abbé era testardo, forte e intelligente, e scalava come un camoscio. Aveva assistito al fallimento di Carrel e si era arrabbiato più di lui. Si poteva anche sopportare l’idea che Whymper alla fine gli rubasse la Becca, ma non dal versante di Zermatt! Un inglese sulla cresta svizzera era la fine del mondo! Gorret sapeva che Carrel aveva ingannato Whymper partendo di nascosto con gli italiani di Sella; poi l’aveva visto scendere al Breuil depresso e sfiduciato. «Sta bene – tuona Gorret –. Voi rinunciate al Cervino? Ci andrò io. Chi viene con me?» Carrel ci ripensa: «Per me, io non ho rinunciato.» Qualcuno ironizza: «Oh! S’il y a l’abbé, alors victoire! (Se c’è il prete sarà la vittoria!)». E vittoria fu, anche perché Whymper pagò il suo successo con la morte di quattro compagni durante la discesa. Dopo l’alpinismo viene lo sci, che porta una nuova visione delle Alpi. Negli anni Trenta del Novecento è facile pensare che il Breuil sia stato disegnato dal dio degli sciatori. Pendii dolci e apparentemente sweetmountains sterminati, rivolti a mezzogiorno, sotto il Cervino... Se a Sestriere la famiglia Agnelli ha creato una città della neve, non resta che imitare l’idea. Migliorandola. Nel 1933 la famiglia Maquignaz vende all’ingegnere biellese Lora Totino e alla sua cordata di imprenditori il primo lotto di pascolo: 11.000 metri quadrati, 10 lire al metro. Nasce la Società Cervino. Nell’ottobre del 1934 la prima automobile FIAT entra nella piana del Breuil sulla nuova strada sterrata, due anni dopo la funivia raggiunge Plan Maison e Gianni Albertini inaugura l’Hotel Cervinia, progettato dall’architetto Mario Cereghini. L’invenzione semantica di Cervinia è un chiaro omaggio al fascismo, in dispregio all’etimologia francofona. «Cervinia, nome squillante ed italianissimo», si compiace nel 1937 il suo “inventore” Dino Lora Totino, che per i successi imprenditoriali in quota merita la stima del Duce e la nomina a Conte. Ma Cervinia non è solo un ossequio all’italianità, è molto di più. Corrisponde alla cancellazione del Breuil di romantica memoria e alla consacrazione dello sci di massa. Adesso sono passati altri ottant’anni. Siamo in un nuovo secolo, più povero e disincantato, molto distante dai sogni dei pionieri. Nel 2015 si celebreranno i 150 anni della scalata del Cervino e si farà festa sui due versanti. Sarà un anno speciale per visitare la Valtournenche, a patto di non accontentarsi di ciò che luccica per Nei tempi dei tempi l’immensa piramide di rocce di nevi e di ghiacci non esisteva. Allora i monti non erano irti di punte e solcati da crepacci, ma formavano una grande giogaia uniforme, che abbracciava a semicerchio il fondo della valle, la conca prativa che ora si chiama Breuil. Un’epoca beata, quella, per le valli d’Aosta! Esse erano sotto la protezione di un gigante, chiamato Gargantua, genio benefico di quei luoghi. Le valli godevano di un clima mitissimo, così che si potevano tenere gli armenti agli alti pascoli, a circa duemila metri d’altezza, fin quasi a Natale. Immense praterie fiorite si stendevano sulle pendici dei monti, i pastori vivevano nella più felice abbondanza. Il latte era in sì gran copia da formare ruscelletti, nei quali gli agnelli si dissetavano. I ragazzi giocavano ai birilli con pallottole di burro, ai dischi con forme di formaggio. Tutti andavano d’amore e d’accordo; il male, l'invidia, la cattiveria erano sconosciuti. Il buon gigante che regnava ovunque, sorridente sovrano, fu preso dal desiderio di vedere i paesi che stavano al di là dei monti, ed era così alto, con le gambe così lunghe, che per varcare la barriera delle montagne non aveva che da fare un passo. Ecco dunque Gargantua che si leva e, mentre con un piede rimane di qua, con l’altro piede già poggia di là. Brrututumm! Con fragore spaventevole le rupi all’intorno crollano e rimane in piedi solo la piramide di roccia che si era trovata fra le sue enormi gambe. Mary Tibaldi Chiesa, Leggende del Cervino , Hoepli, Milano 1 933 (il racconto attinge alle ricerche di Giuseppe Corona e Guido Rey) GENNAIO 201 5 5 Luoghi e itinerari Chamois, il paese senza auto “ A Chamois si sale solo in funivia. Che cosa c'è di più sweet di un paese senza motori? “ Il nostro luogo sweet www.sweetmountains.it/luoghi/chamois sweetmountains A volte ci sono Luoghi che anticipano troppo la storia. Per esempio Chamois, il piccolo comune della Valtournenche che, rifiutando le automobili con referendum popolare proprio negli anni del boom economico, quando sembrava che l’automobile e lo sci fossero le uniche strade per le Alpi del futuro, intraprese una strada coraggiosa e innovativa, forse troppo per quei tempi. Paradossalmente quei pionieri che scelsero nel 1955 la funivia per collegarsi al mondo erano troppo avanti, e ciò che oggi apparirebbe come un atto di avanguardia passò più come un capriccio, una stranezza, una chiusura retrograda. In seguito Chamois ha pagato questa contraddizione: non ha potuto o saputo raccogliere in forma di turismo dolce e responsabile la sua vocazione di luogo silenzioso e appartato, meravigliosamente affacciato sulla Tersiva e la Valle d’Aosta. Altre località hanno capitalizzato molto di più pur senza l’eccezionalità di Chamois, perché hanno saputo promuoversi come posti unici e si sono guadagnate una clientela speciale e fidelizzata, che ritorna in ogni stagione dell’anno. Intanto il mondo è cambiato. Oggi il modello industriale urbano mostra drammatici segni di crisi; oggi la città non garantisce più il lavoro a nessuno; oggi il precariato è una patologia che unifica ogni cultura e ogni territorio all’insegna dell’incertezza. Se Nuto Revelli dovesse riscrivere adesso Il mondo dei vinti non distinguerebbe certo i montanari che scendono verso le fabbriche dai cittadini che ci lavorano, perché la differenza non sta più lì. Ormai la vera separazione corre tra i pochi che hanno un futuro sicuro e i molti che devono inventarselo ogni giorno, il futuro, magari risalendo proprio quelle valli che offrono potenzialità inespresse di residenzialità, lavoro e turismo dolce: sweet mountains. Dunque Chamois ha tutte le carte in regola per GENNAIO 201 5 6 ritornare al centro di un mondo a misura d’uomo. Situato a 1815 metri d’altitudine, Chamois è il comune più alto della Valle d’Aosta e uno fra i più alti d’Italia; è composto da sette hameaux (frazioni): Corgnolaz, dove ha sede il municipio, Caillà, Crepin, La Ville, Lago Lod, Lieussel e Suis, un po’ defilata, nello splendido bosco di conifere. Il comune, che ormai conta meno di cento residenti, si distende su un balcone prativo contornato da boschi e pascoli, al riparo dai venti del nord, con un clima tra i più temperati dell’arco alpino. Il paese accoglie i turisti nella piazzetta principale, dove si affacciano la Chiesa del borgo, il municipio e le strutture commerciali. Dalla piazzetta si diramano le strade in terra battuta (o di neve, in inverno) che permettono di raggiungere le altre frazioni. Il 21 luglio 1681 il vescovo di Aosta, Albert-Philibert Bailly, decise che Chamois doveva essere una parrocchia, staccandola dalla chiesa madre di AnteySaint-André. I chamoisiens ricostruirono la preesistente cappella di Corgnolaz e il nuovo edificio venne consacrato dal vescovo Amédée Milliet d’Avillars nel 1707. Così Corgnolaz sostituì il villaggio di La Ville (o Grande-Ville) come capoluogo della comunità, che nel 1707 contava 320 abitanti, salendo a 386 nel 1782. Nella seconda metà del secolo si diede il via alla fondazione di scuole pubbliche e per tutto l’Ottocento si continuò a promuovere l’istruzione popolare, tanto che, all’inizio del 1900, a Chamois si contavano ben quattro scuole! Altre iniziative d’interesse collettivo furono le latterie sociali di Corgnolaz nel 1873 e di Crépin nel 1896 (tuttora esistente), ma questo non bastò a frenare l’esodo migratorio del Novecento. Il rapido miglioramento delle condizioni socio economiche accelerò, paradossalmente, il B&B Maison de Suis, nella frazione omonima. sweetmountains Il Monte Rosa dal Col di Nana. fenomeno di spopolamento della montagna: 151 abitanti nel 1951 e 141 soltanto nel 1961. La popolazione residente è oggi di 94 persone, dedite per lo più al settore turistico ed edile. Chamois è luogo di alpeggio stagionale, mentre l’allevamento stanziale è ridotto a un unico residente. Dal 2006 Chamois e La Magdeleine sono partner dell’iniziativa Perle delle Alpi per il sostegno della mobilità dolce. Questo è certamente il loro futuro. Gli itinerari Chamois si raggiunge da Buisson (poco oltre Antey-Saint-André) in pochi minuti di funivia, che fungendo da mezzo pubblico effettua corse anche in orari serali. Durante l’aereo viaggio si può ammirare il vecchio sentiero che serpeggia con maestria sul fianco scosceso della valle, superando balze e cascate. Le strade di Chamois servono soprattutto per camminare. Piste e carrarecce conducono alle frazioni, da scoprire una ad una, anche di sera con la suggestiva guida luminosa a terra, oppure di notte al chiaro di luna. Visitate le frazioni e le varie testimonianze storico-culturali, adeguatamente segnalate a scopo turistico, in circa un’ora di cammino potrete raggiungere con percorso pianeggiante La Magdeleine e l’alpeggio di Veuillen, dove in estate è possibile acquistare un’ottima fontina. Ciaspole consigliate in inverno. Il percorso Chamois-La Magdeleine, con le sue due varianti, diventa in inverno un anello da fondo di circa 8 km. Chamois dispone anche di un impianto di risalita che permette di praticare lo sci di discesa su 16 km di piste, raggiungendo località di notevole valore paesaggistico come il Lago Lod e il Colle di Chamois o Fontana Fredda. Interessante la discesa in neve fresca su Cheneil. http://goo. gl/fZqf3W L’escursione più lunga e interessante in assenza di neve è il sentiero che sale al Col di Nana, antica via di collegamento con la Valle d’Ayas. Dal colle, chi ha ancora fiato potrà salire alla Becca Trécare, 3033 metri, magnifico belvedere sul Cervino e il Monte Rosa. La salita al Col di Nana è anche una classica escursione scialpinistica primaverile, ma richiede attenzione ed esperienza per il pericolo di valanghe. http://goo. gl/EH0rR0 Per chi ha meno fiato e ama l’ombra delle conifere, d’estate si consiglia il bellissimo sentiero-mulattiera che collega Chamois a Valtournenche, o viceversa, tagliando a mezza costa il ripido versante sinistro idrografico della valle grande. Se si parte da Chamois e si scende verso il capoluogo, il Cervino occhieggia quasi sempre davanti agli occhi. http://goo. gl/2VELCF GENNAIO 201 5 7 Luoghi e itinerari Crepin, sulla via del Cervino “ Crepin è sempre stato il posto di chi partiva per l’avventura, e di lì partirono anche gli uomini che portarono la croce sul Cervino “ Il nostro luogo sweet www.sweetmountains.it/luoghi/bb-pankeo/ sweetmountains J ean-Joseph Maquignaz è coetaneo di Carrel. Nasce il 28 novembre del 1829 a Crépin, la bella frazione di Valtournenche sulla mulattiera per il Breuil; il padre è stato soldato con Napoleone. Jean-Joseph è educato secondo severi principi religiosi; dopo aver frequentato per qualche anno la scuola, è avviato dal padre alla professione di muratore e scalpellino. È particolarmente bravo nella forgia del metallo. La montagna viene in seguito, attraverso la caccia e le prime scorribande alpinistiche, di cui si sa poco fino all’11 luglio del 1865, quando il trentaseienne Maquignaz viene ingaggiato da Giordano e Carrel per tentare il Cervino. Ma la cordata si ferma alla Spalla e ripiega nel pomeriggio del 14 luglio, per categorica decisione del capo spedizione Carrel; è probabile che Maquignaz abbia spinto per tentare la cima e che sia nata qualche discussione, infatti Jean-Joseph non riparte con il gruppo di Carrel e dell’abbé Gorret che tre giorni dopo raggiunge finalmente la cima. Comunque il Cervino accende la passione alpinistica di Maquignaz, che il 13 settembre 1867 ritorna sulla Becca con i due fratelli Jean-Pierre e Victor, anch’essi di Crepin, e una ragazza diciottenne della valle, Félicité, per compiere la quarta ascensione della montagna. Superata l’Enjambée (la “sgambata”) i quattro non si avviano sulla parete ovest lungo la pericolosa “galleria” Carrel, ma aprono una variante diretta sulla parete sud che accorcia di un’ora l’ascensione e diventa in breve tempo la nuova via normale italiana. Quando partivano per il Cervino i Maquignaz non avevano bisogno di passare per Valtournenche, il villaggio capoluogo dove sorge la chiesa parrocchiale. La frazione Crepin, infatti, si trova sulla mulattiera che dal paese sale a GENNAIO 201 5 8 Proz e al Gouffre des Busserailles, dove le acque del torrente Marmore spumeggiano in fondo alla gola di roccia, per proseguire poi verso Perreres, il Lago Blu e i pascoli del Breuil, l’attuale Cervinia. A dominare e forse proteggere la graziosa frazione, che è molto cambiata tutt’intorno ma conserva le vecchie case e i rustici grandze e grené, le case in pietra e le vie strette di antica memoria, ci pensa il Monte Pancherot, 2614 metri, una specie di trono di serpentino che separa la valle principale dalla conca e dal Lago di Cignana. Se Cheneil è un canto, Cignana è un moto dell’anima. Di qua i prati in fiore, i muggiti e le grida, la morbida sensualità dei tramonti; di là le acque e le rocce nordica wilderness - nella brezza diafana dell’aurora. A Cheneil prevalgono i piani orizzontali come nel Breuil del bel tempo passato, mentre a Cignana ci si arrampica su pezzi di Cervino con i laghi intorno. Cheneil e Chamois sono la quiete del verde contro il disordine della pietra. L'armonia del domestico e i dualismi della natura. Ma Cignana è lontana almeno due ore di cammino dalle case di Crepin, e non si può neanche immaginare che dietro la massa immobile del Pancherot si apra un mondo di tale bellezza. O forse sì, immaginare si può, perché Crepin è sempre stato il posto di chi partiva per il viaggio e l’avventura, e di lì partirono anche gli uomini che portarono la croce di ferro sul Cervino trasportandola a dorso di mulo e poi a braccia sull’ardita cresta del Leone. Un consiglio di visita per le giornate incerte: a metà strada tra il capoluogo e la frazione Crepin si trova il cimitero, che è un viaggio nella storia dell’alpinismo. Le tombe raccontano la vita e la morte delle Il Cervino sovrasta il Monte Pancherot, che dà il nome al B&B di Crepin (F. Spada-Flickr). guide del Cervino, che si possono leggere anche sulla piazza della chiesa di Valtournenche attraverso le scritte e le immagini sui calchi e sulle lapidi. Mai ci fu montagna più scalata del Cervino, e mai ci furono uomini più devoti. partenza dal ponte sul Marmore, salita alla diga e alla chiesetta di Cignana, continuazione sui pascoli alti della Finestra di Cignana, facile salita per cresta alla cima, ritorno alla Finestra e discesa a Liortère e a Crepin. Gli itinerari Per chi ama lo sci di discesa, Crepin è il posto ideale: a pochi minuti dalla frazione partono gli impianti della Salette che, attraverso il Colle delle Cime Bianche, collegano il comprensorio di Valtournenche a quello di Cervinia. Con le ciaspole si può invece salire alla radura di Liortére, ai piedi della parete orientale del Monte Pancherot e con suggestivi scorci visivi verso le Grandes Murailles. Più in alto i pendii sono rischiosi per le valanghe. D’estate è tutta un’altra storia e si può affrontare senza pericoli, ma con un po’ di fatica, il bellissimo anello del Pancherot: Per gli amanti delle vie ferrate, sui primi risalti del Pacherot è stato attrezzato un percorso atletico e di soddisfazione: la Ferrata Gorbeillon. Naturalmente servono allenamento di braccia e dotazione completa di casco e kit per le ferrate… e non bisogna soffrire di vertigini (indimenticabile il ponte tibetano nella parte alta, a picco su Valtournenche). I meno esperti possono rivolgersi a una guida alpina del Cervino, che magari, successivamente, li accompagnerà su una vetta più alta e prestigiosa della valle. http://goo. gl/uvBXzp http://goo. gl/7I55Rf Infine non dimenticate che Crepin si trova a Valtournenche, nel cuore alto della valle, e dunque può essere un ottimo punto di partenza (in auto o pullman) per tutti gli itinerari di Cignana, Cheneil e BreuilCervinia, compresi i sentieri panoramici ai piedi del Cervino e delle Grandes Murailles. Un'immagine storica della frazione Crepin di Valtournenche. sweetmountains GENNAIO 201 5 9 Luoghi e itinerari Torgnon, il paese del sole “ Torgnon è un susseguirsi di case, fienili e chiese alla ricerca del sole “ Il nostro luogo sweet www.sweetmountains.it/luoghi/boule-deneige/ sweetmountains T orgnon non è un paese unico, ma un versante disseminato di villaggi. Quasi tutto il pendio che da AnteySaint-André sale verso le pendici boscose del Monte Meabé è un susseguirsi di case, fienili e chiese alla ricerca del sole. Il triangolo del Cervino, ben visibile dalle prime curve che dominano la piana di Antey, scompare in alto dietro la costa rimanendo una presenza amica, meravigliosamente stagliata nel cielo e nella fantasia. Si dice che gli abitanti di Torgnon siano allegri e aperti come l’assolato balcone su cui risiedono, appoggiato sul versante sinistro (salendo) della media Valtournenche, ai piedi della Becca di Cian. Gli abitanti di Torgnon sono chiamati “sargaillon”, un nome che sa di spumante. Tradizionalmente sono vestiti di rosso e di nero; nelle feste le donne sfoggiano pizzi bianchi lavorati a mano e gli uomini esibiscono un imponente cappello a cilindro. A Torgnon resistono le tradizioni legate alla vita rurale. Turismo e agricoltura sono al centro dell’economia dei villaggi, e la pastorizia scandisce ancora i rituali stagionali. Tutto inizia con l’inarpa, quando le bestie lasciano le stalle per raggiungere i pascoli estivi di alta quota, dove mangiano erba buona, fanno buon latte e aspettano i primi segni dell’autunno. Durante i giorni della désarpa gli abitanti di Torgnon scendono in strada o si affacciano alle finestre per vedere la discesa delle mandrie dagli alpeggi. Davanti i proprietari della mandria, insieme ai bambini che non mancano mai; li seguono le mucche, che sembrano marciare orgogliose. Gli animali sono stati strigliati e spazzolati perché la désarpa è un giorno di festa e le bestie devono essere belle. Le due “regine” GENNAIO 201 5 10 fanno strada alla mandria. Altra tradizione assai cara agli abitanti di Torgnon è la cottura del pan ner (farina di segale, frumento e acqua) nei forni collettivi a legna. Ogni anno, normalmente a fine novembre, nei forni storici dei villaggi si ripete una festa che coinvolge tutta la comunità. Si tratta di forni comunitari appartenenti a numerosi proprietari che si organizzano (con tanto di gerarchia e turnazione) per la preparazione del pane nero. C’è chi fa l’impasto (spesso arricchito con noci, uvetta e castagne), chi prepara le forme con la spaccatura a croce e chi si occupa di togliere il pane dal forno e disporlo sulla rastrelliera di legno per la conservazione. Il pane nero dura a lungo come lo spirito di gruppo che lo sostiene. Il Luogo sweet Boule de Neige-Soleil Levant della famiglia Perrin esprime molto bene lo spirito di Torgnon: «La nostra è una famiglia numerosa e ognuno di noi ha un proprio ruolo all'interno dell'azienda agricola e/o nell’agriturismo. La mamma Elsa con la sua ventennale esperienza di cuoca delizia gli ospiti con piatti della tradizione valdostana. Si occupa anche della produzione delle marmellate, delle giardiniere e di tanto altro come tutte le mamme. Il papà Carlo e i figli Jean Paul, Patrick, lo zio Martino, la zia Alma e la zia Livia si occupano maggiormente dell’azienda agricola: l’allevamento e la produzione di formaggi e salumi, l’orto, il campo di patate e la vigna. Iris, la moglie di Jean Paul e Aline, figlia di Elsa e Carlo, sono addette all’agriturismo, alla cucina, alla sala, alla vendita dei formaggi e alla produzione». Basti un dettaglio: se l’ospite-turista s’impegna e s’ingegna, potrà ripartire dalla vacanza con un pezzo di formaggio fatto con le proprie mani. Il paese di Torgnon è formato da numerosi villaggi. In questa foto Mongnod con la parrocchiale. Gli itinerari Torgnon è da visitare sia d’inverno che d’estate, ma forse la stagione più spettacolare è la primavera, quando il versante s’imbianca con i ciliegi selvatici e il bianco dei fiori gareggia con l’ultima neve sopra i duemila metri. A quel punto la pista per lo sci di fondo comincerà a mostrare alcuni “buchi” e le montagne saranno riservate ai pochi e severi itinerari sci alpinistici, in collegamento con la Valpelline, Saint-Barthelémy e la conca di Cignana. Chi viene in inverno trova una delle più belle piste di fondo delle Alpi occidentali, oltre a ottimi impianti per lo sci di discesa. Le piste di fondo, con anelli di 3-5-7,5-10 e 20 km, consentono di praticare la tecnica libera e quella classica, insinuandosi tra le conifere e le radure, fino a raggiungere l’impagabile belvedere della Finestra d’Ersa in faccia al Cervino. http://goo. gl/s5ICnV Il collegamento con la pista di Verrayes garantisce un circuito di 40 km fruibili con un unico biglietto. Le strade interpoderali in neve battuta consentono anche l’escursionismo invernale, a piedi o con le ciaspole. http://goo. gl/cj6CKX D’estate Torgnon offre all’escursionista i suoi pascoli, i suoi laghi e le sue montagne, dal suggestivo Lago Cian (bivacco omonimo) al Col de Fort (bivacco Rivolta) che apre le porte della vicina, suggestiva conca di Cignana. I più bravi (ma servono capacità alpinistiche) possono puntare alla Becca e al Dome de Cian. Il Lago Cian, o Tsan, è nascosto in una malinconica e dolce conca detritica, ai piedi della Becca e dei Denti di Cian. Si raggiunge senza difficoltà con tre ore di cammino su sentiero: http://goo. gl/kRxrv0 Per il Col de Fort si allunga un po’ il cammino, ma non aumentano le difficoltà. L’escursione compensa ampiamente la fatica per la varietà dei paesaggi e per l’affaccio sul Cervino, dietro la finestra panoramica del Colle. Volendo si può continuare la gita traversando con breve discesa ai laghi di Balanselmo e al rifugio custodito PeruccaVuillermoz, nell’alta conca di Cignana, ai piedi dello Chateau des Dames. http://goo. gl/Rl58gq Salendo a Torgnon da Antey-Saint-André, il Cervino occhieggia in cima alla valle (G. Baviere-Flickr). sweetmountains GENNAIO 201 5 11 Luoghi e itinerari Saint-Denis, oltre il crinale “ Il centro ecosostenibile di Lavesé offre ospitalità e accoglienza ai “viandanti” di qualsiasi età “ Il nostro luogo sweet www.sweetmountains.it/luoghi/centroecosostenibile-lavese-ostello-bar-ristoro/ sweetmountains N on siamo più nella Valle del Cervino, ma proseguire dai boschi di Torgnon alle praterie di Saint-Denis attraverso il valico automobilistico di San Pantaleone è stata la naturale estensione di un itinerario panoramico d’alta quota: dalle geometrie della Gran Becca ai lontani profili del Monte Bianco. Il sito ufficiale recita così: «Invidiabile, privilegiata, favorevole: è con questi tre aggettivi che si può descrivere la posizione del Comune di Saint-Denis, affacciato su uno splendido balcone da cui si può abbracciare e riassumere in un unico e straordinario sguardo, che parte dalla bassa valle fino ad arrivare alle vette che fanno da tetto all’Europa, l’incredibile varietà faunistica, floristica e geologica che anima il vecchio continente dal caldo e colorato Mediterraneo al freddo e bianco Circolo polare artico. Da qui, infatti, è possibile scoprire da vicino – attraverso numerose escursioni – gli immensi pascoli pianeggianti, i boschi, le zone umide e gli ambienti xerici, nei quali fanno bella mostra di loro gli abeti rossi e i larici della zona del Puy de Saint-Evance, il timo endemico, le specie floreali di origine steppica o mediterranea, le orchidee che non hanno eguali per ricchezza di specie in tutta la Valle d’Aosta. Habitat ideali per il raro gufo reale, il falco pecchiaiolo e il biancone…». Oltre il Colle di San Pantaleone ci si tuffa nei grandi spazi della Valle d’Aosta, valle centrale, dove il versante è dolce e assolato, uno dei più secchi delle Alpi, e dove non c’è la ristrettezza visiva delle valli laterali, ma la vista può spaziare senza costrizioni. Sono luoghi di riposo e contemplazione, perché le grandi vette sono lontane, e anche i paesi alla moda. Qui è tutto sweet, per fortuna e per GENNAIO 201 5 12 vocazione. Il posto è anche crocevia di santi leggendari: «C’erano un tempo in valle tre santi anacoreti. Sull’altura di Torgnon sorgeva l'eremo di Pantaleone; Evenzio si era ritirato sopra Saint-Denis; Giuliano trascorreva i suoi giorni in solitudine nel territorio di Fénis, sull’opposto versante della Dora. Tutti e tre poveri in canna, passavano pregando lunghe ore del giorno e della notte. Nulla possedevano e nulla desideravano avere. Ma una volta Pantaleone, mentre parlava con gli angeli del Cielo, trovandosi tra le mani un pezzo di legno, prese ad intagliarlo. Le dita gli si muovevano da sole e, quando dal ramo venne fuori un mestolo, il buon eremita lo rigirò indeciso tra le mani; quindi, considerando superfluo tenerlo per sé, pensò di regalarlo a Evenzio, e lo spedì a volo al suo rifugio. Grato del pensiero, ma mosso dagli stessi generosi sentimenti del donatore, il santo lo passò a Giuliano... che volle donarlo a sua volta. Pantaleone, vedendosi arrivare di ritorno, dall’altro lato della vallata, il mestolo volante, capì che il Cielo voleva lo usasse, ma non certo da solo. Se ne servì dunque a mezzogiorno, e poi lo rispedì a Sant'Evenzio che, dopo averlo usato, lo mandò nuovamente a Giuliano. Così da quel giorno, grazie a quel mestolo, fu come se i tre eremiti, pur rimanendo nelle rispettive sedi, vivessero in comunità, ogni volta che toccavano cibo» (Tersilla Gatto Chanu, Il fiore del leggendario valdostano, Emme Edizioni). L'alpeggio di Lavesé è stato restaurato con il finanziamento dell’Unione Europea e rappresenta un esempio concreto di costruzione appartiene ai castelli valdostani di tipo primitivo, con il massiccio “dongione” centrale circondato dalla cinta muraria. La cinta di Cly, ancora ben conservata, era sovrastata da una merlatura e racchiudeva gli spazi interni. L’area a sud est ospitava le costruzioni, edificate in epoche diverse tra l’XI e il XIV secolo, tra cui la massiccia torre centrale, la cappella, le cucine, le stalle, il corpo di guardia e l’abitazione del castellano. Il Castello di Cly (M. Chizzo). sviluppo sostenibile: nel recupero della struttura sono stati utilizzati materiali naturali, l’energia elettrica è prodotta da pannelli fotovoltaici e per la depurazione degli scarichi si utilizza il fitodepuratore, uno stagno artificiale nel quale microorganismi e piante ripuliscono l’acqua da batteri e carichi inquinanti. Il centro ecosostenibile di Lavesé offre ospitalità e accoglienza ai “viandanti” di qualsiasi età che amano il trekking in estate e le ciaspolate in inverno, o escursioni in mountain bike con l’accompagnamento dalle guide escursionistiche e naturalistiche. Tra i percorsi più interessanti figura la salita alla cappella di St. Evance e poi alla cappella di St. Pantaleon, dalle quali ci si riaffaccia sulla Valtournenche dominata dal Cervino. L’ostello propone anche la visita al vicino Maniero di Cly, fascinoso lascito del castello medievale in rovina. La L’itinerario L’eco-ostello è raggiungibile a piedi con una bella escursione dal fondovalle; data l’eccellente esposizione al sole, la passeggiata è spesso fattibile anche in inverno, oppure con le ciaspole. Dall'uscita del casello autostradale di Châtillon si seguono le indicazioni per Aosta fino all'abitato di Chambave, dove inizia sulla destra la strada regionale che porta prima a Saint-Denis e poi continua verso il Colle di San Pantaleone. Subito dopo la frazione Plau si lascia l’auto nel parcheggio a sinistra. Dopo aver parcheggiato l’auto si torna indietro per 50 metri lungo la strada regionale, si passa ai piedi di una pittura murale (crocefissione) e ci si incammina lungo la strada asfaltata alle spalle di un malandato rascard. Sul bordo della strada si trova la palina che indica il sentiero numero 2 per Saint-Evence. Si seguono le frecce gialle che portano a una stalla e dopo pochi minuti di cammino si lascia l’asfalto proseguendo diritti per la vecchia mulattiera che sale tra le conifere. Quando una pista forestale interrompe il vecchio sentiero, ci si immette sul nuovo tracciato e, tenendo sempre la destra, si arriva prima al cartello segnaletico del Tour de Saint-Evence e poi al termine della pista. Qui si riprende la mulattiera e si sale con decisione attraverso il bosco. Si percorre un tratto pianeggiante e per l’ampio sentiero si raggiunge la pista forestale che scende da Lavesé. Dopo aver superato una leggera salita, si prosegue per un bel tratto pianeggiante in mezzo al bosco, arrivando alla biforcazione dalla quale si stacca sulla destra il sentiero per Saint-Evence. Ignorato il bivio, si prosegue lungo la pista fino a trovare l’alpeggio ristrutturato di Lavesé. http://goo. gl/nI952l Turismo didattico all'alpeggio Lavesé. sweetmountains GENNAIO 201 5 13 Il sentiero dei Luoghi Piccolo trekking estivo 3 giorni di cammino attraverso 4 luoghi sweet Punti d'appoggio: “ “ Primo giorno Chamois-Cheneil-Crepin Chamois www.sweetmountains.it/luoghi/chamois B&B Pankeò www.sweetmountains.it/luoghi/bb-pankeo/ Boule de neige www.sweetmountains.it/luoghi/boule-deneige/ EcoOstello Lavesé www.sweetmountains.it/luoghi/centroecosostenibile-lavese-ostello-bar-ristoro/ sweetmountains seggiovia) e successivamente per il colletto a 2279 m che dà accesso alla conca di Cheneil. Superato il dosso si segue un bellissimo sentiero nel bosco di conifere località partenza: Chamois con suggestiva vista sul Cervino. Con una quota partenza: 1812 m lieve discesa si raggiunge Cheneil, 2105 m, quota colle: 2279 m piccolo e antico gruppo di case, anch’esso dislivello complessivo: 465 m non raggiunto dalle auto, dominato a est difficoltà: escursionismo (da giugno a dalla mole del Grand Tournalin e ottobre) affacciato sulla piramide del Cervino. esposizione prevalente: ovest Attraversata la piana, raggiunta la durata: 3 ore circa accesso: Autostrada A5 TO-AO, si esce a mulattiera e la strada carrozzabile (scorciatoie) si continua la discesa nel Chatillon/Saint Vincent e si segue per Cervinia fino a giungere dopo circa 12 Km bosco fino a Chanlève e Valtournenche a Buisson, al parcheggio della funivia per capoluogo (in alternativa si può scendere a Promindoz e a Cretaz, frazione di Chamois. Raggiungere Chamois e Valtournenche, per la vecchia mulattiera). pernottare in uno dei Luoghi sweet. Raggiunta la chiesa, si risale brevemente la strada di Cervinia fino a trovare la Descrizione itinerario Da Chamois si seguono le indicazioni per diramazione a sinistra per Crepin (1600 m). il Lago di Lod, 2017 m (eventuale GENNAIO 201 5 14 Il Lago di Cignana, che si sfiora nella seconda tappa del trekking (G. Baviere-Flickr). Secondo giorno Crepin-Finestra d’Ersa-Torgnon località partenza: Crepin quota partenza: 1600 m quota colle: 2290 m dislivello complessivo: 700 m circa difficoltà: escursionismo (da giugno a ottobre) esposizione prevalente: varia durata: 4 ore circa Descrizione itinerario Da Crepin prendere la carrozzabile che in breve scende al ponte sul Marmore, alle porte di Valtournenche. Lasciata la strada prima del ponte, si imbocca il sentiero che sale sulla destra e traversa sotto le rocce a strapiombo del Pancherot (deviazione per la via ferrata), fino a ricongiungersi con la mulattiera che da Valmartin sale a Promoron (1812 metri), dove è localizzato un edificio della Centrale Elettrica di Maen. Sempre in salita si arriva all’agglomerato di Falegnon (1914 metri). Infilarsi nella gola del torrente di Cignana e, dopo una piccola radura, al cospetto della diga, salire sul fianco destro e passare vicino ai caseggiati del guardiano raggiungendo il rifugio Barmasse (2175 metri). Continuare sulla strada sterrata per circa 300 metri e imboccare il sentiero che scende all’Alpe Cortinaz. Incrociare nuovamente la poderale e raggiungere l’Alpe Cortinaz Desot. Il sentiero prosegue nel bosco, dove si incrocia nuovamente la sterrata e, con lunghe diagonali, si raggiunge la panoramica Finestra d'Ersa (2290 metri), che comunica con il vasto vallone di Chavacour nel bacino di Torgnon. Scendere verso la carrozzabile percorrendo la strada interpoderale, prima con larghi tornanti su terreno aperto e poi con un lungo traverso nel bosco di conifere, da nord a sud, che porta alla strada asfaltata e all’arrivo dell’ovovia. Più in basso si trovano i villaggi di Torgnon e gli agriturismi della famiglia Perrin (frazione Mazod). Terzo giorno Torgnon-San Pantaleone-Lavesé località partenza: Mazod (Torgnon) quota partenza: 1344 m quota colle: 1645 m dislivello complessivo: 300 m difficoltà: escursionismo (da maggio a ottobre) esposizione prevalente: varia durata: 1,30 ore circa Descrizione itinerario Da Mazod (Torgnon) portarsi alla frazione Chézod e imboccare il sentiero che sale a Maisonnettes e traversa al Colle di San Pantaleone (1654 m, strada carrozzabile). Dal colle ci si affaccia sulla Valle d’Aosta (valle principale) e si scende brevemente al centro ecosostenibile di Lavesé, 1580 m, nel comune di SaintDenis, tenendosi sulla sinistra della strada asfaltata. Un esemplare di stambecco in Valtournenche. sweetmountains GENNAIO 201 5 15 Sweet&Slow I prodotti dalla terra alla tavola “ Il poco spazio è dedicato alle coltivazioni di alta qualità “ Punti vendita: Bazar Silvano Rigollet www.sweetmountains.it/luoghi/bazarrigollet-silvano/ Alimentari Chatrian www.sweetmountains.it/luoghi/alimentarichatrian/ Boule de neige www.sweetmountains.it/luoghi/boule-deneige/ EcoOstello Lavesé www.sweetmountains.it/luoghi/centroecosostenibile-lavese-ostello-bar-ristoro/ sweetmountains per fare dolci, frittelle e composte di mele. Inoltre sono da gustare le squisite patate di montagna a pasta rossa e gialla, ingrediente di gnocchi caserecci, la beuò, patate lesse con la carne o la salsiccia, la freucachà, patate arrostite con uova e formaggio. “Torgnon d'Outon”, a novembre, ospita la sagra dedicata a questo prezioso alimento, che nei secoli ha sfamato milioni di persone. Sui bellissimi prati e pascoli dove crescono le graminacee, il trifoglio, il tarassaco e fiori di ogni tipo, le bovine di razza valdostana pascolano da maggio a ottobre. Il loro latte viene trasformato in ottimi formaggi, in primis la Fontina DOP della Valle d’Aosta ma anche tome di diverso tipo. A Torgnon è presente una piccola produzione di formaggio erborinato “Bleu” e nelle varie località si possono trovare formaggi freschi, burro, yogurt e la fiocca, la panna montata. Non meno eccellente è la qualità della carne, materia prima di secondi deliziosi come la carbonade e lo freucandò, bocconcini di carne cucinati in umido accompagnati Quella del Cervino è una valle ricca di dalla polenta grasa, condita con burro e villaggi, con piccole comunità di persone fontina. Delizia per il palato sono i bolliti riunite attorno alle loro cappelle e ai tanti di carne in salamoia, la motsetta, ossia terrazzamenti realizzati nel tempo per far carne di manzo essiccata, salsicce e fronte alla pendenza e alle ridotte boudén, i sanguinacci. Nel mese di luglio a dimensioni dei terreni utilizzabili. I Valtournenche è organizzata la sagra dou terrazzamenti servono a coltivare, fare la boulì in onore del bollito. Ancora oggi, in fienagione e pascolare il bestiame. Il poco alcuni villaggi, una volta all’anno le spazio è dedicato alle coltivazioni di alta famiglie si riuniscono per fare il pane nero qualità, grazie alle caratteristiche della nel forno comunitario, antica tradizione montagna: clima secco, abbondanza di sole che si tramanda nel tempo. Il pane e acqua, escursione termica che esalta i integrale, che si può acquistare nelle sapori delle coltivazioni, buon terreno, panetterie, viene usato per la seuppa dé scarso inquinamento e assenza di pesticidi l'ono, bevanda a base di vino, pane e contro i parassiti che a queste altezze non zucchero. Da non dimenticare il prezioso arrivano. miele della vallata, dal millefiori al miele Lungo la valle si trovano coltivazioni di di rododendro. piccoli frutti da cui si ricavano deliziose Dal sapiente utilizzo delle materie prime marmellate, succhi e aceti di lamponi e di qualità si ottengono ottimi piatti della mirtilli, mele renette che danno vita alla tradizione rivisitati in chiave moderna. tradizionale festa della mela di AnteyRicordiamo la seuppa ou pan, la versione Saint-André nel mese di ottobre. Si della zuppa valpellinentse senza il cavolo incontrano ancora alcuni meli verza, lo peulò, minestra di verdure miste e monumentali autoctoni che arrivano fino orzo, lo viandon cucinato con latte, farina a 1300 metri: le mele barbeleunne, un di polenta, crostini di pane nero e fontina. tempo raccolte e poste sulla paglia in inverno per la conservazione, sono usate GENNAIO 201 5 16 Culture&Sport Cinema e musica sotto il Cervino Daniele Sepe al Festival ChamoiSic. Il Cervino Cinemountain Valtournenche ospita da molti anni un prestigioso festival di film di montagna. Fulcro della manifestazione è il Festival Concorso che si propone di selezionare il meglio della filmografia di settore la cui produzione non sia datata di più di tre anni. La sua peculiarità nel panorama festivaliero di montagna è quella di riunire i film premiati nell’anno in tutti gli altri festival decretando così l’Oscar degli Oscar della montagna. www. cervinocinemountain. it ChamoiSic Il festival estivo ChamoiSic è l’unico festival italiano che colloca musica sperimentale, elettronica e jazz in un contesto naturalistico davvero d’eccezione: infatti Chamois, a 1815 metri nella valle del Cervino, è l’unico comune d’Italia in cui le auto non possono circolare, raggiungibile in funivia. L’ingresso ai concerti è gratuito. http://chamoisic. com sweetmountains Lo sci di fondo Il Comune di Valtournenche dispone di tre piste di fondo attrezzate, poste a differenti altitudini, e gestite dallo sci club Cervino-Valtournenche. Tutte le piste sono dotate esclusivamente di innevamento naturale. La pista di fondo di Maen si trova a una altitudine di 1300 metri. Il percorso si snoda su una lunghezza di 5.500 metri, con quattro metri di larghezza e scarsa pendenza. La pista di fondo di Champlève è costituita da un anello di 3343 metri, a un’altitudine di 1850 metri. La pista si trova sulla strada che porta alla stupenda conca di Cheneil, di fronte all'area pic-nic attrezzata. La pista di fondo di Breuil-Cervinia si trova ad una altitudine di 2014 metri. Il percorso si snoda su di una distanza di 5500 metri e ha una larghezza di 4 metri. La pista è la più alta delle tre disponibili e si trova nell’area del campo da golf. Di ben altro sviluppo sono le piste di fondo di Torgnon, che con gli anelli di 35-7,5-10 e 20 km sono fra le più lunghe della Valle d’Aosta e consentono di praticare la tecnica libera cosi come quella Le guide del Cervino classica, l’una accanto all’altra. Quest’anno, insieme al Il Foyer du Fond, posizionato alla centocinquantesimo della prima scalata partenza dei 40 km (loc. Plan Prorion) del Cervino, si festeggia anche oltre ad essere un punto di ristoro con l’anniversario della storica Società delle Bar-Paninoteca e Ristorante è dotato di Guide: un secolo e mezzo di attività sulle montagne e in particolare sulle creste della spogliatoi con docce gratuite e di un equipaggiato noleggio di sci e ciaspole. Gran Becca, con personaggi memorabili Qui troverete anche la sede secondaria come Jean-Antoine Carrel, il primo della Scuola di Sci Torgnon dove potrete salitore della cresta del Leone, e Luigi prenotare lezioni di sci, chiedere consigli Carrel detto il “Carrelino”, scalatore della sulle scioline e/o fare parete sud, della parete est e degli paraffinare/sciolinare la vostra strapiombi di Furggen. L'Ufficio Guide è attrezzatura. Il collegamento con la pista situato all’interno della casa delle Guide del Cervino. La segreteria delle guide è in di Verrayes garantisce un circuito di 40 km fruibili con un unico biglietto. grado di accogliere al meglio alpinisti e www. sciclubcervinoval. it/piste-di-fondo turisti, organizzando le attività più www. torgnon. info/inverno/piste-da-fondo interessanti, sia durante il periodo estivo che quello invernale. Gli uffici gestiscono anche la segreteria del Club Amici del Cervino, che ha sede alla casa delle Guide. Via Circonvallazione, 2 - 1 1 021 BreuilCervinia Tel. e Fax. +39 01 66 9481 69 E-mail: info@guidedelcervino. com GENNAIO 201 5 17 sweetmountains GENNAIO 201 5 18