Gatto delle nevi come skilift, ferito fa causa
Transcript
Gatto delle nevi come skilift, ferito fa causa
Copia di 6f7359ec2a883146426e391c02de4332 Trento MARTEDÌ 6 SETTEMBRE 2016 TRENTINO 17 tragedia a panchiÀ Frontale, muore centauro La moto si è scontrata con un’auto che ha preso fuoco: grave un 46enne di Cavalese di Francesco Morandini Freno difettoso, il furgone «riparte» e lui resta incastrato ◗ PANCHIÀ Un motociclista tedesco di 48 anni, Frank Hülsmann, ha perso la vita e un 46enne di Cavalese è rimasto gravemente ferito ieri in un terribile incidente frontale avvenuto verso le 17.30 sulla strada provinciale 232 della val di Fiemme nei pressi di Lago di Tesero, a poche centinaia di metri a monte della rotonda di Lago. Una Fiat 16 grigia che viaggiava in direzione di Ziano si è scontrata con la moto del centauro che, insieme a un gruppo di amici motociclisti, proveniva da Predazzo verso Tesero. Uno dei due mezzi ha invaso la corsia opposta ma le cause dello scontro sono ancora in corso di accertamento da parte dei carabinieri di Cavalese. Lo schianto è stato violentissimo e non ha dato scampo al motociclista: troppo violenti i traumi riportati nella caduta a terra, la morte è avvenuta sul colpo e nulla hanno potuto i soccorritori arrivati sul posto anche con l’elisoccorso. Una deflagrazione, quasi uno scoppio, e poi fiamme alte e un fungo di fumo nero si sono levati mettendo in allarme anche i numerosi ciclisti e podisti che transitavano sulla vicina pista ciclabile. Ai primi soccorritori si è presentata un scena terrificante. La moto volata oltre il guardrail, la carreggiata cosparsa di frammenti dell’auto che, probabilmente anche a causa della benzina fuoriuscita dalla moto, ha subito preso fuoco con piccole successive esplosioni proseguite per più di dieci minuti. Sull’asfalto è rimasto il corpo ormai esanime dello sfortunato motociclista tedesco e accanto gli amici disperati. Il guidatore dell’automobile, un 46enne di Cavalese, A.B. le sue iniziali, è riuscito invece a uscire dall’abitacolo prima che il veicolo fosse completamente avvolto dalle fiamme e, in attesa dei soccorsi, vagava per la strada a petto nudo in preda allo choc e con vistose ustioni su buona parte del corpo. Immediato l’intervento della prima ambulanza, seguita poi da un secondo mezzo. In meno Il furgone del ferito durante l’intervento dei soccorritori ◗ STORO Le scene drammatiche dell’incidente di ieri a Panchià: l’auto in fiamme e sotto il ferito ustionato (foto Morandini) di 20 minuti a Panchià è atterrato anche l’elicottero del 118. Il ferito è stato ricoverato all’ospedale Santa Chiara di Trento con ustioni sull’80 per cento del corpo e in serata trasferito in elicottero al Centro grandi ustionati di Genova, il primo a dare la di- sponibilità. Sul luogo dell’incidente una trentina di vigili del fuoco volontari di Tesero, Panchià e Ziano. Il traffico sulla provinciale è stato immediatamente interrotto dalla rotonda di Lago allo svincolo di Ziano-Panchià e il traffi- co deviato sulla statale, nei paesi (ma in un primo tempo ha invaso parzialmente anche la strada di campagna): la sp 232 è rimasta chiusa per un paio d’ore con qualche inevitabile disagio per gli automobilisti. ©RIPRODUZIONERISERVATA Nel tentativo di arrestare il mezzo che stava arretrando, probabilmente a causa del cattivo funzionamento del dispositivo frenante, A. T. di anni 60 di Vestone (BS) è rimasto incastrato tra la portiera del mezzo e la recinzione. Non solo: dopo essere stato controllato dai carabinieri è risultato anche positivo all'alcol test. Una giornata da dimenticare per il protagonista di questo curioso incidente che ha collezionato non solo una sanzione amministrativa di 531 euro ma si è visto sfilare anche il documento di guida per un periodo che va da 3 a 6 mesi. L'insolito incidente si è verificato a metà pomeriggio di ieri in prossimità della provinciale 241 tra Lodrone e Riccomassimo in comune di Storo. Sono circa le 16 quando un furgone, Opel Vivaro, sta per essere parcheggiato al ciglio della strada e da questo il con- Gatto delle nevi come skilift, ferito fa causa Portava i clienti della cascina Zeledria alla pista. La sentenza: cinquantamila euro al tedesco caduto ◗ TRENTO Un’immagine della Cascina Zeledria, a Madonna di Campiglio Un skilift “artigianale” offerto ai clienti che consumavano nel ristorante. Comodo perché Cascina Zeledria, notissimo rifugio sulle nevi di Campiglio, pur essendo un posto assai ameno e ben esposto al sole, fino a tre anni fa aveva lo svantaggio di non essere raggiunto direttamente dalle piste (ora ci passa la Pradalago). Da qui l'idea dei gestori: garantire a chi si fermava per una pausa la possibilità di ritornarvi, sci ai piedi, facendosi trainare da un gatto delle nevi munito di funi. Ingegnoso, ma non esente da rischi, visto il brutto infortunio occorso a uno sciatore tedesco di 74 anni che ha portato il giudice Roberto Beghini a condannare gli stessi gestori a pagare 50.748 euro di danni e a quasi 8 mila di spese legali. Il fatto risale a 15 marzo 1010: il turista sciatore, dopo il pranzo in rifugio, aveva approfittato del servizio di risalita per raggiungere la pista sovrastante. Come altri avventori, si era attaccato a una delle funi con le mani, ed aveva ultimato la “corsa”, quando si è verificato l'incidente. Il gatto – secondo una ricostruzione compiuta anche grazie a un testimone oculare – ha sterzato improvvisamente per ritornare verso il rifugio, senza attendere che tutti si fossero sganciati: alcune delle funi lasciate dagli altri avventori sono però finite tra le caviglie del tedesco, attorcigliandosi attorno ad esse e facendolo cadere. Trascinato dai cavi per alcuni metri, il 74enne ha riportato la frattura del bacino (con separazione della cartilagine che unisce la parte sinistra del pube a quella di destra) e la distorsione di un ginocchio con lesione ai legamenti. Un infortunio importante, che non ha impedito tuttavia allo sciatore di ducente si appresta a scendere. Nel medesimo momento però il furgone arretra ed è allora che il sessantenne bresciano cerca di risalirvi per arrestarlo. La procedura gli riesce ma il piede fa da cuneo tra portellone e la recinzione di una proprietà adiacente. La sequenza non sfugge ad una signora che dal suo balcone si rende conto delle difficoltà dell'uomo. La donna allerta il 118. Dalla sala operativa parte la selettiva destinata ad ambulanza, pompieri e corpo di polizia locale. Da subito la macchina dei soccorsi si muove e primo ad arrivare è il comandante dei vigili del fuoco di Storo Alessandro Giacco poi coadiuvato dal collega di un tempo Vittorio Giacometti e del figlio di questi. Il solo intervento da fare resta quello di segare il montante in legno e quindi liberare il bresciano che rifiuta ogni controllo medico ma una volta in caserma sarà sottoposto a controllo alcolemico. (a.p.) scendere a valle, sci ai piedi. Secondo il giudice tuttavia, il fatto che l'anziano abbia atteso il giorno successivo per rivolgersi al pronto soccorso di Cles, dove è stato ricoverato, non può essere considerato un concorso di colpa, perché questo comportamento non avrebbe influito sulle lesioni riportate o sulla durata della convalescenza. Inoltre nessuna istruzione sarebbe stata fornita dai gestori sulle modalità di svolgimento della risalita. Guido Artini, gestore del rifugio, si difende: «Da me non è venuto nessuno a dire che si era fatto male. Il manovratore del gatto non si è accorto di nulla né ci erano mai capitati incidenti. Per quanto di mia conoscenza, non so se si sia fatto male qui o da un'altra parte: lo dico anche perché se l’avessi saputo, per prima cosa, l'avrei soccorso». (l.m.)