Relazione tecnica processo e progetto
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Relazione tecnica processo e progetto
RELAZIONE TECNICA Recupero ambientale dell'area urbana ex cave di Marco Vito e di Via Leuca: “asse commerciale e verde attrezzato, secondo stralcio della rete ecologica relativa al quartiere Leuca”. 1. INQUADRAMENTO URBANISTICO Il progetto di collegamento tra il parco lungo Via Corvaglia detto “Tafuro” e contrada Cicolella sul versante est del quartiere Leuca e la trasformazione ecologica di Via Leuca da via Pordenone fino a Porta San Biagio, si inserisce in un contesto urbano denso che appare tipizzato, dal vigente P.R.G. come di seguito indicato. Fermo restando che tutto il percorso interessato dal progetto, interessa aree pubbliche, con riferimento specifico agli assi viari, a partire da Parco Tafuro, proseguendo per Via Pordenone, immettendosi in Via Leuca, per arrivare fino alla traversa della stessa denominata Via Enrico Toti, il percorso lambisce, senza includerle, aree tipizzate “B – zone residenziali urbane”. Il tracciato previsto si conclude nella piazza antistante Porta San Biagio, Piazza d’Italia, che comprende l’area occupata dal Monumento dei Caduti. In particolare, questa ultima, risulta tipizzata dal P.R.G. come zona “A2 – zone urbane e nuclei edificati di interesse ambientale”, mentre, il limite del centro storico che si attesta lungo Viale Lo Re, la separa dall’area di ingresso di Porta San Biagio, che a sua volta ha destinazione “A1 – centro storico”. 2. IL PROCESSO DI ELABORAZIONE DEL PROGETTO 2.1 Il Laboratorio del Piano di Rigenerazione Urbana “Scusi per via Leuca?” Il progetto di collegamento tra il parco lungo Via Corvaglia detto “Tafuro” e contrada Cicolella sul versante est del quartiere Leuca e la trasformazione ecologica di Via Leuca da via Pordenone fino a Porta San Biagio, è la prosecuzione del primo stralcio della rete ecologica in fase di realizzazione e che parte dalla cave esistenti tra via Dei Ferrari e Via San Cesario, esito progettuale del processo di progettazione che parte dal Laboratorio del Piano di Rigenerazione Urbana del Quartiere Leuca denominato “Scusi per via Leuca?” (11/17 ottobre 2009). Il Laboratorio di coinvolgimento degli abitanti del quartiere è stato strutturato secondo regole e procedure pensate e agite secondo le caratteristiche dell'ambiente urbano e sociale. La strategia di coinvolgimento adottata ha puntato sull'azione delle associazioni culturali e ha stimolato i partecipanti a formare gruppi di lavoro. Ogni gruppo o associazione ha avuto la funzione strategica di facilitatore più o meno inconsapevole esploratore del quartiere e dunque vettore di socialità e interazione con gli abitanti. Una tecnica assimilabile al out reach. Le associazioni coinvolte, nel laboratorio di progettazione partecipata svolto nell’ottobre del 2009 “Scusi, per Via Leuca?”, con l’analisi e l’osservazione dei luoghi oggetto di progetto, hanno dato seguito alla prima fase di conoscenza dei bisogni, mediante passeggiate ricognitive nella zona e il dialogo aperto con gli abitanti. Il percorso di avvicinamento alla costruzione di un progetto possibile per il quartiere Leuca ha attraversato e attraverserà, fino alla realizzazione del progetto qui presentato, 9 fasi: − Laboratorio di partecipazione del Piano di Rigenerazione Urbana (Scusi per via Leuca?) − documento programmatico del Piano di Rigenerazione e individuazione di obiettivi a breve e medio termine (rete ecologica) − individuazione del I e del II stralcio del sentiero urbano − Planning For Real − progetto preliminare − co-progettazione con le associazioni proponenti progetti per la rigenerazione urbana − progetto definitivo ed esecutivo I stralcio − progetto definitivo II stralcio − realizzazione I stralcio − attuazione dei progetti delle associazioni A Lecce un possibile frammento di rete ecologica secondo il documento programmatico del Piano di Rigenerazione coinvolge un'ampia area della città che dalla S.S. 16 Lecce-Maglie arriverebbe alla zona delle Cave di Marco Vito e a nord andrebbe ad incunearsi nel centro storico in piazza Roma nei pressi del Monumento ai Caduti, presso Porta San Biagio. Da qui infatti, attraverso via XX Settembre e il grande complesso dell’ex-Ospedale Vito Fazzi ed ex-Opis utile a riconnettere il centro storico con la semi periferia a sud della città partirebbero una serie di percorsi che si riconnetterebbero con il viale della circonvallazione e il parco dell’ex-Sanatorio “A. Galateo”. Da qui un sistema di strade da riconvertire attraverso l’inserimento di essenze mediterranee di basso fusto collega a est l’ex-Galateo con la zona di contrada Cicolella segnata dalla presenza di un grande spazio abbandonato tra le maglie stradali e gli insediamenti residenziali di villette a due piani e palazzi di 4-5 piani nei pressi della sede del provveditorato sulla Lecce-Maglie. A ovest la rete proposta si insinua nella città consolidata, tra gli isolati di case basse attraverso strade come Via Amba Alagi, Via Ortigara e attraverso il segno deciso di Via Leuca asse portante di tutto il progetto. Il centro dell’area è la zona di Via Pordenone, luogo commerciale, sociale e residenziale. Tutte strade che potrebbero assumere una diversa identità fisica con l’inserimento di piante autocotone e ripensamento del fondo stradale e delle attrezzature disseminate lungo il percorso. Da via Pordenone, attualmente uno slargo senza forma attraversato da strade da immaginare come una futura piazza, si arriva a Parco Tafuro, lungo la ferrovia. Il giardino lungo via Corvaglia è di recente costruzione rappresenta attualmente uno dei pochi spazi verdi di riferimento per tutto il quartiere Leuca. Spostandosi più ad ovest attraverso il trafficato Viale Grassi e l’area più interna e più silenziosa di Via Puccini, Via Rossini e Via Cimarosa si arriva alla zona dominata da Via San Cesario e dal complesso di cave dette di Marco Vito che per tutto l’ottocento e parte del novecento hanno alimentato il settore edilizio della città. Oggi le cave si sono in parte rinaturalizzate e rappresentano un complesso sistema ambientale che potrebbe diventare il grande parco della città, ricucitura tra il centro e le nuove espansioni a sud sulla direttrice di San Cesario. Parte del sistema sono anche le aree del complesso residenziale Iacp di via dei Ferrari, oggetto di piano recupero (Pirp). FIG 1 - LABORATORIO DEL PIANO DI RIGENERAZIONE URBANA “SCUSI PER VIA LEUCA?” - PROPOSTA DI RETE ECOLOGICA 3. COSA È STATO GIÀ FATTO 3.1 I Programmi dell'Amministrazione Comunale L’ Amministrazione Comunale di Lecce, al fine di tracciare in modo organico un disegno di crescita urbana condiviso e partecipato, in linea con gli indirizzi di governo dell’Ente, si è impegnata in un percorso di PIANIFICAZIONE STRATEGICA CITTADINA E DI AREA VASTA, che in adempimento a quanto indicato dalle Linee Guida Regionali avvii una decisa riforma del modello di governance urbana che dia effettiva attuazione ai principi base del metodo europeo. A seguito di un intenso processo di coinvolgimento del partenariato istituzionale ed economico-sociale e dei cittadini e di uno sforzo progettuale da parte dei soggetti coinvolti nel percorso di pianificazione strategica, in data 27 ottobre 2008, si è provveduto alla approvazione del documento finale da parte dell’assemblea interistituzionale e degli associati e alla consegna della relativa documentazione ai competenti organi regionali. Nell’ambito degli interventi previsti nel “Documento di Piano Strategico di Area Vasta Lecce”, approvato anche dal Comune di Lecce con Del. C.C. n. 87 del 29 ottobre 2008, è stata inserita la riqualificazione dell’area urbana ex cave di Marco Vito. La valenza strategica di questo intervento è stata confermata dalla cabina di regia che in data 29 maggio 2009 e 18 novembre 2009 in adempimento alla Delibera di Giunta Regionale n. 917 del 26 maggio 2009 “Pianificazione strategica di Area Vasta. Adempimenti per la definizione del Programma stralcio di interventi di Area Vasta” ha candidato come intervento strategico il "PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE PAESAGGISTICA E AMBIENTALE DELL’AREA URBANA EX CAVE DI MARCO VITO”. Con Delibera di Giunta Regionale n. 2685 del 28 dicembre 2009 avente ad oggetto “Deliberazione G.R. n. 917/2009 Approvazione Programma Stralcio di Interventi di Area Vasta Lecce” la Regione ha approvato il Programma Stralcio di lnterventi di Area Vasta Lecce che comprende nell’asse 7.1 il Progetto di riqualificazione paesaggistica ed ambientale dell'area urbana ex cave di Marco Vito - Nodo intermodale per la mobilità e la sosta - Parco urbano delle Cave per € 5.000.000,00. Dati i complessi programmi in atto dell’Amministrazione Comunale (PIRP Via dei Ferrari, la Città dell’Arte e della Musica, il Programma di Area Vasta etc. come evidenziato nel documento programmatico del Piano di Rigenerazione) e a seguito di una serie di passaggi amministrativi di carattere urbanistico di cui vi è ampia trattazione nel Documento Programmatico della Piano di Rigenerazione Urbana, con la delibera 17/2010 il Consiglio Comunale ha determinato: − di sottoporre ad un programma integrato di “Rigenerazione Urbana” ai sensi della legge reg.le 29 Luglio 2008 n. 21 e in esecuzione della delibera G.M n. 649 del 7.11.2008, l’ambito territoriale del “Quartiere Leuca” che, sulla base della consultazione pubblica svolta nelle diverse circoscrizioni cittadine e delle risultanze scaturite dai laboratori di quartiere, si configura come la parte di città ed il sistema urbano più fortemente degradato” per caratteristiche fisico-.ambientali, storicoculturali e socio-economiche, oltre che risultare in sintonia per finalità e contenuti alla strategia definita dalla legge reg.le n. 21/08 ed in perfetta corrispondenza con il quadro disegnato dalla programmazione strategica della stessa Amministrazione; − di adottare la variante al PRG vigente relativa a tutti i programmi strategici avviati dall’A.C negli ultimi anni attraverso azioni e progetti integrati di riuso, recupero abitativo, riqualificazione ambientale, infrastrutturazione ed, in particolare: “Piano Strategico di Area Vasta – Cave di Marco Vito”. P.I.R.P. di Via dei Ferrari, Città dell’Arte riqualificazione dell’area ferroviaria, interventi e della Musica, Protocollo d’intesa per la infrastrutturali ( Tav 04 del Documento Programmatico) − di dichiarare a tal fine che gli interventi contenuti nel “Progetto di riqualificazione paesaggistica ed ambientale dell’area urbana ex cave di Marco Vito – Nodo intermodale per la mobilità e la sosta - Parco urbano delle Cave” per € 5.000.000,00 approvati nel programma Stralcio di interventi di Area Vasta Lecce a valere sull’Asse VII azione 7.1.1, con Delibera di Giunta Regionale n. 2685 del 28 Dicembre 2009 sono: − A) Recupero ambientale dell’area urbana ex cave di Marco Vito: area a verde attrezzato “Parco delle Cave”; − B) Realizzazione di un laboratorio di partecipazione per la definizione del progetto di un sentiero urbano relativo all’asse di collegamento tra le cave di Marco Vito e il Parco Tafuro (Primo stralcio di costruzione della rete ecologica relativa al quartiere “Leuca”) − C) Lavori di riconversione del collegamento tra le Cave di Marco Vito ed il Parco Tafuro come da progetto scaturito dal Laboratorio di partecipazione FIG.2 IMMAGINE AEREA DELLA ZONA DELL'INTERVENTO DEL I STRALCIO DELLA RETE ECOLOGICA (PARCO TAFURO-CAVE) 3.2 Il Planning For Real e l'avvicinamento al progetto Il master-plan del percorso tra Parco Tafuro e l’insediamento delle case popolari dello I.A.C.P. di via Ferrari s’inserisce all’interno dello schema riportato in Fig. 1 e nel significato che l’ecologia urbana assume rispetto all’ambiente progettato, alle sue manifestazioni sociali fino all’esperienza quotidiana. L’obbiettivo è il progetto di una rete capace, attraverso il coinvolgimento degli abitanti di determinare delle trasformazioni non solo culturali ma al tempo stesso anche dello spazio vissuto. L’11 aprile c.a. le associazioni e il gruppo di consulenti tecnici incaricati della progettazione, hanno invitato gli abitanti del quartiere al planning for real, a mezzo del quale gli abitanti hanno potuto esprimere le loro esigenze e proposte avendo di fatto a disposizione il plastico dell’area di intervento con il percorso che parte da Parco Tafuro e termina all’insediamento di case popolari dello IACP di via dei Ferrari, interessando il parco delle cave di Via San Cesario. FIG.3 VOLANTINO DI SPIEGAZIONE DEL PLANNING FOR REAL (PARCO TAFURO-CAVE) FIG.4 PLANNING FOR REAL (PARCO TAFURO-CAVE) Si sono ottenute delle aree di maggiore concentrazione di bisogni pregressi e di nuove esigenze, che diverranno i luoghi privilegiati di intervento. FIG.5 PLANNING FOR REAL (PARCO TAFURO-CAVE) FIG.6 PLANNING FOR REAL (PARCO TAFURO-CAVE) A seguito dei lavori del planning for real il gruppo di progettazione ha tracciato una proposta di massima che tiene conto delle tematiche emerse dall'incontro con gli abitanti e le associazioni, avanzando una proposta metodologica di approccio al processo di progettazione. L'idea è stata quella di affiancare alla proposta generale dei progettisti anche le proposte di associazioni o raggruppamenti che avevano partecipato al processo di ascolto e reciproca stimolazione tra partecipanti al laboratorio e abitanti. In questo modo si è aperto uno scenario nuovo di progettazione per un lavoro pubblico che oltre al classico appalto per lavori affianca anche una serie di piccoli progetti gestiti direttamente da gruppi di cittadini in forma di associazione. Il progetto generale infatti, viene completato e integrato da sotto-progetti altrettanto fondamentali per la portata sociale e gestionale. Infatti oltre alla produzione di beni materiali, quale è il progetto di risistemazione del percorso urbano Parco Tafuro-Cave di Marco Vito, si affiancano anche beni immateriali di mantenimento e gestione del progetto nel tempo. Il 25 Luglio 2010 è stato pubblicato un bando aperto ad associazioni costituite e associazioni temporanee di scopo per raccogliere idee progettuali sull'area oggetto della rigenerazione con l'indicazione di un tetto massimo di spesa di 14.000 € a progetto eventualmente rimodulabile in fase di progettazione esecutiva. Al bando hanno risposto 13 raggruppamenti tra associazioni e Ats con 13 progetti. Il 3 Settembre dell'anno 2010, presso la sede del Settore Pianificazione e sviluppo del territorio del Comune di Lecce, al cospetto del dirigente del settore Arch. Luigi Maniglio sono stati convocati i soggetti che hanno risposto all'”Avviso pubblico rivolto ad organismi privati senza fine di lucro per manifestazione di interesse a partecipare ad attività di co-progettazione e realizzazione di interventi nell’ambito del programma integrato di rigenerazione urbana via Leuca ai sensi della L.R. 29 luglio 2008 n. 21”. Nei capitoli successivi riportiamo la descrizione del progetto complessivo. Attualmente il progetto è stato appaltato e i lavori sono in fase di consegna. 4. GLI INTERVENTI PROPOSTI 4.1 I temi e i luoghi Dal laboratorio “Scusi per via Leuca?” e dagli esiti del Planning for real di cui al capitolo precedente, sono emersi in modo piuttosto netto diverse esigenze che sono state raccolte in 9 tematiche: − accessibilità e mobilità − luoghi di sosta e di confort − aree verdi e verde diffuso − luoghi per i bambini − risorse idriche e punti acqua − luoghi per arte spettacolo e cultura − sport − commercio e servizi − animali liberi Dall'analisi dei temi si evince una sostanziale esigenza di miglioramento dello spazio pubblico. La mancanza di servizi, il diffuso senso di abbandono che è stato registrato nei colloqui con gli abitanti e un evidente senso di impossibilità del cambiamento. Ogni tema è stato oggetto di discussione tra i progettisti, l'amministrazione, gli abitanti e i partecipanti al laboratorio. Per poter intervenire efficacemente su ognuna delle questioni si è proceduto ad individuare diverse tipologie di intervento calibrate in funzione delle proposte degli abitanti e attraverso il laboratorio di co-progettazione portato avanti con le associazioni. Tema del progetto è la mobilità lenta e il potenziamento del verde urbano diffuso che nel quadro generale del Documento Programmatico del Piano di Rigenerazione Urbana del quartiere LeucaFerrovia va a costituire il secondo stralcio della rete urbana ecologica come evidenziato nel paragrafo 1.1 (Fig.1). L'idea è quella di far attraversare il quartiere da un sistema di strade a traffico rallentato (zona 30) a 30 km orari integrato con un sistema di aree di sosta, isole verdi, punti acqua, sedute, attrezzature per biciclette. In particolare gli obiettivi che il progetto si propone di raggiungere sono: 1) potenziamento della connessioni della rete ecologica urbana − connessione tra il centro storico e la periferia urbana fino alle cave di Marco Vito − risistemazione paesaggistica delle strade di connessione (Via Leuca-Via Pordenone si connettono al I stralcio della rete ecologica) 2) calmierizzazione del traffico su tutto l'asse di Via Leuca − riduzione del tracciato carrabile − risagomatura del tracciato carrabile − portali di ingresso alla zona 30 − ripavimentazione di tutto il tratto stradale 3) razionalizzazione dei parcheggi − 4) creazione di stalli a spina di pesce potenziamento del verde urbano : − inserimento di alberature autoctone − inserimento di 36 isole verdi lungo il percorso 5) potenziamento dell'attrattività commerciale − ripavimentazione degli spazio prospiciente le attività commerciali lungo tutto il tratto allargamento dei marciapiedi fino a 4 mt 6) abbassamento dell'inquinamento da co2 − traffico regolamentato − verde urbano − uso di asfalto fotocatalitico (mangia smog) 7) miglioramento della sicurezza stradale − potenziamento e miglioramento della rete di illuminazione pubblica − zona 30 − percorsi casa-scuola 8) percorso salute (centro urbano-parco delle cave) − percorso per lo jogging 9) attività di partecipazione degli abitanti − quota di servizi del quadro economico da assegnare tramite bando di evidenza pubblica per attività di partecipazione gestite da associazioni o raggruppamenti temporanei di cittadini per la promozione e implementazione delle attività di rigenerazione urbana come segnalato dal DPRU del Quartiere Leuca-Ferrovia e in continuità con l'esperienza del progetto per il I stralcio della rete ecologica (vedi allegato 1) In definitiva il progetto si configura come una vera e propria ricostruzione paesaggistica e prevede la sostituzione del manto stradale in asfalto con masselli autobloccanti in cls di colore chiaro lungo tutto il tratto descritto al paragrafo precedente, con riduzione della carreggiata e per lunghi tratti percorribile solo in un unico senso ed eliminazione dei marciapiedi. Infatti data la bassa velocità e la riduzione dello spazio carrabile sarà possibile portare tutta la sezione stradale ad un unico livello con le dovute pendenze in modo da annullare percettivamente, ma non nella funzionalità, la distinzione tra spazio per i pedoni e spazio per le auto offrendo così un'immagine dei luoghi più simile ad una piazza urbana costellata da alberi e arbusti di provenienza mediterranea. È inoltre previsto l'uso dell'ecorivestimento per le aree pedonali e di prodotti tipo fotofluid per le strade carrabili, prodotti che sfruttano il principio della fotocatalisi, reazione chimica che imita la fotosintesi clorofilliana degli alberi nell'assorbire e trasformare le sostanze inquinanti in elementi non nocivi. 4.2. II stralcio della rete ecologica: il sentiero urbano tra Parco Tafuro, Via Leuca e Porta San Biagio L'idea alla base del progetto è la trasformazione radicale del percorso che dal lato est di Parco Tafuro sito tra il terrapieno della linea ferroviaria e Via Corvaglia, conduce a Via Cicolella nei pressi della sede del Provveditorato e degli Uffici della Provincia di Lecce. Le strade e gli spazi interessati dal progetto sono: − attacco ad est del Parco Tafuro incrocio con Via Pordenone − Via Pordenone − attraversamento di Via Leuca − via Leuca da Via Pordenone al Monumento a Viale Otranto − area del monumento ai Caduti e di Porta San Biagio, accesso al centro storico FIG.7 AREA INTERVENTO II STRALCIO DELLA RETE ECOLOGICA: prima parte da Parco Tafuro a via Amba Alagi FIG.9 AREA INTERVENTO III STRALCIO DELLA RETE ECOLOGICA-VIA LECUA: prima parte da Via Pordenone a Viale Marche FIG.10 AREA INTERVENTO III STRALCIO DELLA RETE ECOLOGICA-VIA LECUA: seconda parte da Viale Marche a Viale Otranto FIG.10 AREA INTERVENTO III STRALCIO DELLA RETE ECOLOGICA-VIA LECUA: seconda parte da Viale Marche a Viale Otranto 4.2.1 Il progetto per settori di intervento Analizzando tratto per tratto il progetto prevede: settore 1: tra parco Tafuro e Via Pordenone: − rimozione manto stradale in tutto il tratto e ulteriore scavo per complessivi 13 cm compreso il manto stradale; − rimozione marciapiedi e massetti di via Pordenone e dell'attacco con il lato est di Parco Tafuro; − riconfigurazione del flusso di traffico con inversione di alcuni tratti di percorrenza da doppio senso a senso unico come indicato nelle tavole, riduzione delle sezioni destinato al solo passaggio pedonale e ciclabile e riduzione della sezione carrabile ad un solo senso di marcia (larghezza 3,1 mt); − inserimento di tre nuove aree verdi e ridisegno dell'attuale rotonda inglobata nell'area pedonale; − inserimento di aree per la sosta lungo il percorso; − inserimento di 6 isole verdi per l'area nel tratto di Via Puccini; − impianto di nuove alberature tra il percorso carrabile e quello pedonale; − pavimentazione dell'area con masselli autobloccanti su letto di posa con finitura silicea di colore chiaro sugli attraversamenti pedonali; − posa in opera nelle parti carrabili di asfalto fotocatalitico pigmentato ; − scolo delle acque laterale posto nel giunto tra percorso carrabile e percorsi pedonali laterali che non altera la configurazione attuale del deflusso delle acque; − impermeabilizzazione lungo tutto lo sviluppo dei recinti e dei corpi di fabbrica con inserimento di guaina sotto lo strato di posa dei masselli autobloccanti per una larghezza di 1 metro dalla linea di facciata delle abitazioni; − inserimento di nuovi corpi illuminanti secondo un principio di marcatura del percorso carrabile e di concentrazione di corpi illuminanti in aree di sosta e vicino alle isole verdi. settore 2: Via Pordenone-attraversamento via Leuca: − rimozione manto stradale in tutto il tratto e ulteriore scavo per complessivi 13 cm compreso il manto stradale; − rimozione dei marciapiedi; − riduzione della sezione carrabile ad un solo senso di marcia (larghezza 3,1 mt); − inserimento di 6 isole verdi nel tratto di Via Puccini; − impianto di nuove alberature tra il percorso carrabile e quello pedonale; − pavimentazione dell'area con masselli autobloccanti su letto di posa con finitura silicea di colore chiaro sugli attraversamenti pedonali; − scolo delle acque laterale posto nel giunto tra percorso carrabile e percorsi pedonali laterali senza alterare l'attuale posizione delle caditoie e delle pendenze di deflusso delle acque; − impermeabilizzazione lungo tutto le recinzioni e lungo lo sviluppo dei corpi di fabbrica con inserimento di guaina sotto lo strato di posa dei masselli autobloccanti per una larghezza di 1 metro dalla linea di facciata delle abitazioni; − inserimento di nuovi corpi illuminanti secondo un principio di marcatura del percorso carrabile e di concentrazione di corpi illuminanti in aree di sosta e vicino alle isole verdi; − posa in opera nelle parti carrabili di asfalto fotocatalitico pigmentato. settore 3: da Via Pordenone-Via Amba Alagi a Via Dogali-Via Nacci: − rimozione manto stradale in tutto il tratto e ulteriore scavo per complessivi 13 cm compreso il manto stradale; − rimozione marciapiedi e massetti su via Leuca; − riconfigurazione del flusso di traffico con inversione del tratto di percorrenza da doppio senso a senso unico come indicato nelle tavole, riduzione delle sezioni destinato al solo passaggio pedonale e ciclabile e riduzione della sezione carrabile a due corsie di marcia (larghezza 3 mt l'una); − inserimento di aree per la sosta pedonale lungo il percorso; − inserimento di isole verdi per l'area nel tratto interessato; − spostamento delle alberature nel primo tratto fino alla circonvallazione in modo da facilitare l'illuminazione e il passaggio ciclo-pedonale; − pavimentazione dell'area ciclo-pedonale con masselli autobloccanti su letto di posa con finitura silicea; − area carrabile asfaltata con finitura fotocatalitica pigmentata; − scolo delle acque laterale posto nel giunto tra percorso carrabile e percorsi pedonali laterali che non altera la configurazione attuale del deflusso delle acque; − impermeabilizzazione lungo tutto lo sviluppo dei recinti e dei corpi di fabbrica con inserimento di guaina sotto lo strato di posa dei masselli autobloccanti per una larghezza di 1 metro dalla linea di facciata delle abitazioni; − inserimento di nuovi corpi illuminanti secondo un principio di marcatura del percorso carrabile e di concentrazione di corpi illuminanti in aree di sosta e vicino alle isole verdi. settore 4: Da Via Dogali-Via Nacci a Via Bellinzona: − rimozione manto stradale in tutto il tratto e ulteriore scavo per complessivi 13 cm compreso il manto stradale; − rimozione marciapiedi e massetti su via Leuca; − riconfigurazione del flusso di traffico con inversione del tratto di percorrenza da doppio senso a senso unico come indicato nelle tavole, riduzione delle sezioni destinato al solo passaggio pedonale e ciclabile e riduzione della sezione carrabile a due corsie di marcia (larghezza 3 mt l'una); − inserimento di aree per la sosta pedonale lungo il percorso; − inserimento di isole verdi per l'area nel tratto interessato; − spostamento delle alberature nel primo tratto fino alla circonvallazione in modo da facilitare l'illuminazione e il passaggio ciclo-pedonale; − pavimentazione dell'area ciclo-pedonale con masselli autobloccanti su letto di posa con finitura silicea; − area carrabile asfaltata con finitura fotocatalitica pigmentata; − scolo delle acque laterale posto nel giunto tra percorso carrabile e percorsi pedonali laterali che non altera la configurazione attuale del deflusso delle acque; − impermeabilizzazione lungo tutto lo sviluppo dei recinti e dei corpi di fabbrica con inserimento di guaina sotto lo strato di posa dei masselli autobloccanti per una larghezza di 1 metro dalla linea di facciata delle abitazioni; − inserimento di nuovi corpi illuminanti secondo un principio di marcatura del percorso carrabile e di concentrazione di corpi illuminanti in aree di sosta e vicino alle isole verdi. settore 5: Attraversamento Circonvallazione (Viale Marche-Viale Alfieri) e primo tratto la circonvallazione: − rimozione manto stradale in tutto il tratto e ulteriore scavo per complessivi 13 cm compreso il manto stradale; − rimozione marciapiedi e massetti su via Leuca; − riconfigurazione del flusso di traffico con inversione del tratto di percorrenza da doppio senso a senso unico come indicato nelle tavole, riduzione delle sezioni destinato al solo passaggio pedonale e ciclabile e riduzione della sezione carrabile a due corsie di marcia (larghezza 3 mt l'una); − inserimento di aree per la sosta pedonale lungo il percorso; − inserimento di isole verdi per l'area nel tratto interessato; − pavimentazione dell'area ciclo-pedonale con masselli autobloccanti su letto di posa con finitura silicea; − area carrabile asfaltata con finitura fotocatalitica pigmentata; − scolo delle acque laterale posto nel giunto tra percorso carrabile e percorsi pedonali laterali che non altera la configurazione attuale del deflusso delle acque; − impermeabilizzazione lungo tutto lo sviluppo dei recinti e dei corpi di fabbrica con inserimento di guaina sotto lo strato di posa dei masselli autobloccanti per una larghezza di 1 metro dalla linea di facciata delle abitazioni; − inserimento di nuovi corpi illuminanti secondo un principio di marcatura del percorso carrabile e di concentrazione di corpi illuminanti in aree di sosta e vicino alle isole verdi. settore 7: Da via Pantelleria a via Toti: − rimozione manto stradale in tutto il tratto e ulteriore scavo per complessivi 13 cm compreso il manto stradale; − rimozione marciapiedi e massetti su via Leuca; − riconfigurazione del flusso di traffico con inversione del tratto di percorrenza da doppio senso a senso unico come indicato nelle tavole, riduzione delle sezioni destinato al solo passaggio pedonale e ciclabile e riduzione della sezione carrabile a due corsie di marcia (larghezza 3 mt l'una); − inserimento di aree per la sosta pedonale lungo il percorso; − inserimento di isole verdi per l'area nel tratto interessato; − pavimentazione dell'area ciclo-pedonale con masselli autobloccanti su letto di posa con finitura silicea; − area carrabile asfaltata con finitura fotocatalitica pigmentata; − scolo delle acque laterale posto nel giunto tra percorso carrabile e percorsi pedonali laterali che non altera la configurazione attuale del deflusso delle acque; − impermeabilizzazione lungo tutto lo sviluppo dei recinti e dei corpi di fabbrica con inserimento di guaina sotto lo strato di posa dei masselli autobloccanti per una larghezza di 1 metro dalla linea di facciata delle abitazioni; − inserimento di nuovi corpi illuminanti secondo un principio di marcatura del percorso carrabile e di concentrazione di corpi illuminanti in aree di sosta e vicino alle isole verdi. settore 8: da via Toti a via del Delfino: − rimozione manto stradale in tutto il tratto e ulteriore scavo per complessivi 13 cm compreso il manto stradale; − rimozione marciapiedi e massetti su via Leuca; − riconfigurazione del flusso di traffico con inversione del tratto di percorrenza da doppio senso a senso unico come indicato nelle tavole, riduzione delle sezioni destinato al solo passaggio pedonale e ciclabile e riduzione della sezione carrabile a due corsie di marcia (larghezza 3 mt l'una); − inserimento di aree per la sosta pedonale lungo il percorso; − inserimento di isole verdi per l'area nel tratto interessato; − pavimentazione dell'area ciclo-pedonale con masselli autobloccanti su letto di posa con finitura silicea; − area carrabile asfaltata con finitura fotocatalitica pigmentata; − scolo delle acque laterale posto nel giunto tra percorso carrabile e percorsi pedonali laterali che non altera la configurazione attuale del deflusso delle acque; − impermeabilizzazione lungo tutto lo sviluppo dei recinti e dei corpi di fabbrica con inserimento di guaina sotto lo strato di posa dei masselli autobloccanti per una larghezza di 1 metro dalla linea di facciata delle abitazioni; − inserimento di nuovi corpi illuminanti secondo un principio di marcatura del percorso carrabile e di concentrazione di corpi illuminanti in aree di sosta e vicino alle isole verdi. settore 9: da via del Delfino a viale Otranto: − rimozione manto stradale in tutto il tratto e ulteriore scavo per complessivi 13 cm compreso il manto stradale; − rimozione marciapiedi e massetti su via Leuca; − riconfigurazione del flusso di traffico con inversione del tratto di percorrenza da doppio senso a senso unico come indicato nelle tavole, riduzione delle sezioni destinato al solo passaggio pedonale e ciclabile e riduzione della sezione carrabile a due corsie di marcia (larghezza 3 mt l'una); − inserimento di aree per la sosta pedonale lungo il percorso; − inserimento di isole verdi per l'area nel tratto interessato; − pavimentazione dell'area ciclo-pedonale con masselli autobloccanti su letto di posa con finitura silicea; − area carrabile asfaltata con finitura fotocatalitica pigmentata; − scolo delle acque laterale posto nel giunto tra percorso carrabile e percorsi pedonali laterali che non altera la configurazione attuale del deflusso delle acque; − impermeabilizzazione lungo tutto lo sviluppo dei recinti e dei corpi di fabbrica con inserimento di guaina sotto lo strato di posa dei masselli autobloccanti per una larghezza di 1 metro dalla linea di facciata delle abitazioni; − inserimento di nuovi corpi illuminanti secondo un principio di marcatura del percorso carrabile e di concentrazione di corpi illuminanti in aree di sosta e vicino alle isole verdi. Settore 10: monumento ai caduti e area fuori da Porta San Biagio − rimozione manto stradale in tutto il tratto e ulteriore scavo per complessivi 13 cm compreso il manto stradale; − area carrabile asfaltata con finitura fotocatalitica pigmentata; − rimozione marciapiedi e massetti su tutta l'area di progetto; − pavimentazione con basolato in pietra locale dello slargo antistante Porta san Biagio − trasformazione dell'area del monumento ai Caduti in parco urbano con uso di stabilizzato e aree verdi − inserimento di nuovi corpi illuminanti secondo un principio di marcatura del percorso carrabile e di concentrazione di corpi illuminanti in aree di sosta e vicino alle isole verdi. Per quanto riguarda il convogliamento delle acque meteoriche lo stato di progetto non presenta alcuna variazione rispetto alla situazione attuale e più precisamente le acque piovane saranno convogliate secondo le pendenze attuali delle carreggiate e nelle caditoie già presenti lungo le strade. 5. NORMATIVA ED ELEMENTI TECNICI 5.1 Superamento barriere architettoniche Il progetto prevede la sostituzione del manto stradale e dei marciapiedi con un tappeto di masselli autobloccanti senza soluzione di continuità e quindi senza interruzione e senza la presenza di gradini e ostacoli al passaggio di persone o cose. In presenza di scivoli, rampe e raccordi la pendenza sarà, nei limiti delle possibilità tecniche, inferiore all'8% ai sensi del DM 14 giugno 1989 n. 236 art. 4.1.11 e 8.1.11. Per quanto concerne l'illuminazione pubblica, stradale e la segnaletica, si ricorda che al fine di abbattere le barriere architettoniche e permettere quindi il transito di persone su sedia a ruote i pali saranno posati in modo che sia garantito un passaggio pedonale di almeno 90 cm secondo quanto stabilito dal DM 14 giugno 1989 n. 236 art. 8.2.1. Quando la larghezza della sezione stradale/pedonale si riduce il punto luce è montato direttamente su braccio a parete ad un’altezza non inferiore a 3 m. 5.3 Descrizione dell'impianto di illuminazione pubblica 5.3.1 GENERALITA' 5.3.1.1 PREMESSA La presente relazione ha lo scopo di illustrare i criteri seguiti per la progettazione dell’impianto d’illuminazione pubblica relativa al secondo stralcio della rete ecologica relativa al quartiere Leuca che da Parco Tafuro si inoltra fino a Via Cicolella. Per quanto riguarda la classificazione delle strade si fa riferimento all'Art.2 del "Nuovo codice della strada", decreto legisl. 30 aprile 1992 n. 285 e successive modificazioni. In particolare trattandosi di strade ad una corsia ad un senso di marcia con limite di velocità a 30 Km/h, per consentirne altresì un attraversamento ciclabile, si è deciso di classificare tutti i percorsi oggetto dell'intervento come F-bis e cioè “ITINERARI CICLOPEDONALI”, categoria successiva alla F “Strade locali”, come inserito dalla legge n. 214 del 1° agosto 2003, di conv. del decreto-legge n. 151/2003 che così cita: “b) al comma 3, dopo la lettera F, e' aggiunta la seguente: F-bis. Itinerario ciclopedonale: strada locale, urbana, extraurbana o vicinale, destinata prevalentemente alla percorrenza pedonale e ciclabile e caratterizzata da una sicurezza intrinseca a tutela dell'utenza debole della strada". In particolare il progetto illuminotecnico è suddiviso in 3 temi: 1) illuminazione stradale di Via Pordenone a partire da Parco Tafuro, via Amba Alagi, Via Monsignor Antonio Giancane, Via Pasquale Cafaro 2) - illuminazione urbana dell'attuale tratti via Pordenone angolo via Leuca che si configurerà come piazza urbana di riferimento per il quartiere - illuminazione urbana dello slargo di via Cicolella lungo l'edificio del Provveditorato 3) illuminazione delle “isole verdi” Si è disposto il rispetto delle normative relative all'illuminazione stradale con traffico motorizzato (norme UNI 10439 e UNI EN 13201). Per quanto riguarda il risparmio energetico il progetto è stato elaborato nel rispetto della Legge Regionale n°15 del 23 novembre 2005 “Misure urgenti per il contenimento dell'inquinamento luminoso e per il risparmio energetico” della Regione Puglia e del relativo Regolamento Regionale n°13 del 22 Agosto 2006. 5.3.2 NORME, LEGGI E REGOLAMENTI DI RIFERIMENTO Gli impianti in oggetto dovranno essere eseguiti secondo le Norme CEI e disposizioni Legislative di seguito richiamate, ed in particolare: LEGGE n.186 del 01-03-1968 - Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti elettrici ed elettronici. D.P.R. n.547 del 27-04-1955 - Norme per la prevenzione e infortuni sul lavoro con successive varianti ed integrazioni. LEGGE n. 791 del 18-10-1977 -Attuazione della direttiva del consiglio delle Comunità europee (73/23/CEE) relativa alle garanzie di sicurezza che deve possedere il materiale elettrico. Legge 109 del 1994 - Legge Quadro in materia di lavori pubblici con le modifiche introdotte dalla legge n° 216 del 2.6.1995 e dalla legge n° 415 del 18.11.98. DPR 554 del 1999 - Regolamento di attuazione della citata Legge 109/94 “Legge Quadro in materia di lavori pubblici” e s.m.i. Ex LEGGE n. 46 del 05-03-1990 (art.8, 14,16) -Norme per la sicurezza degli impianti. D.M. n. 37 del 22-01-2008 - Regolamento concernente l’attuazione dell’articolo 11, comma 13, della Legge 248 del 02/12/2005 recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno di edifici. Legge 12 aprile 2006 n°163 - codice dei contratti pubblici relativi a lavori servizi e forniture in attuazione delle direttive 2004/177CE e 2004/18/CE; D.M. dei Lavori Pubblici 19 aprile 2000, n. 145 - Capitolato Generale d’Appalto; D.Lgs. 14 agosto 1996, n. 494 - "Attuazione della direttiva 92/57/CEE concernente le prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili"; D.P.R. 3 luglio 2003, n.222 - regolamento sui contenuti minimi dei piani di sicurezza nei cantieri temporanei o mobili, in attuazione dell'articolo 31, comma 1, della legge 11 febbraio 1994, n. 109; Decreto Legislativo n.626 del 19-09-1994 - Attuazione delle direttive CEE, riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute sul luogo di lavoro. D.P.R. n. 462 del 22-10-2001 – Regolamento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi. Tabelle CEI-UNEL Tab. 35024/1 - Portate in regime permanente per cavi di energia. Tabelle CEI-UNEL 35026 - Cavi elettrici con materiale elastometrico o termoplastico per tensioni nominali di 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua. Portate di corrente in regime permanente per posa interrata. Norma UNI 10439 (1995) - Illuminotecnica. Requisiti illuminotecnici delle strade con traffico motorizzato. Norma UNI 10819 (1999) – Impianti di illuminazione esterna. Requisiti per la limitazione della dispersione verso l’alto del flusso luminoso. Legge Regionale n°15 del 23 novembre 2005 “Misure urgenti per il contenimento dell'inquinamento luminoso e per il risparmio energetico” della Regione Puglia e del relativo Regolamento Regionale n°13 del 22 Agosto 2006. Norma CEI 11-8 - Impianti di messa a terra. Norma CEI 11-17 Fasc.1890 (1992) - Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica. Linee in cavo. Norma CEI 64-7 – Impianti elettrici di illuminazione pubblica e similare. Norma CEI 64-8 VI Edizione - Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e 1500V in corrente continua e suddivisa nelle seguenti parti: *Norma CEI 64-8 parte 1: Oggetto, scopo e principi fondamentali; *Norma CEI 64-8 parte 2: Definizioni; *Norma CEI 64-8 parte 3: Caratteristiche generali; *Norma CEI 64-8 parte 4: Prescrizioni per la sicurezza; *Norma CEI 64-8 parte 5: Scelta ed installazione dei componenti elettrici; *Norma CEI 64-8 parte 6: Verifiche; *Norma CEI 64-8 parte 7: Ambienti ed applicazioni particolari. Norma CEI 103-1 (1990) - Impianti telefonici interni. 5.3.5 DATI TECNICI DI PROGETTO 5.3.5.1 RELAZIONE TECNICA IMPIANTI ELETTRICI Vedi allegato 1 – RELAZIONE TECNICA 5.3.5.2 UNIFORMITÀ E LIVELLI DI ILLUMINAMENTO L’impianto di illuminazione stradale deve essere realizzato in maniera tale da garantire un’adeguata visibilità nelle ore serali e notturne, affinché il traffico motorizzato e pedonale si svolga con sicurezza, secondo le indicazioni della Norma UNI 10439 e del C.I.E.. Gli apparecchi di illuminazione saranno scelti in modo che il flusso luminoso emesso dalla lampada sia diretto, il più possibile, verso il basso, ciò allo scopo di evitare fenomeni di abbagliamento e di ridurre al minimo l’inquinamento luminoso, come richiesto dalla Norma UNI 10819 e dalla Legge Regionale n°15 del 23 novembre 2005 “Misure urgenti per il contenimento dell'inquinamento luminoso e per il risparmio energetico” della Regione Puglia e del relativo Regolamento Regionale n°13 del 22 Agosto 2006. 5.3.5.3 CLASSIFICAZIONE ILLUMINOTECNICA DI STRADE E AREE A TRAFFICO MISTO La classificazione illuminotecnica degli ambiti del territorio definisce i valori progettuali in termini di illuminamento. Le norme di riferimento sono le seguenti: UNI 11248, UNI EN 1320 Tutte le strade sono del tipo F di tipo particolare ( Strade a traffico veicolare con velocità minore di 30km/h) Per Via Pordenone a partire da Parco Tafuro, via Amba Alagi, Via Monsignor Antonio Giancane, Via Pasquale Cafaro si applica la seguente classificazione: -per la carreggiata la situazione di illuminazione è la D3 (velocità tipica dell'utente principale: >5 e ≤30 km/h; utente principale: traffico motorizzato, ciclisti; altri utenti ammessi: veicoli lenti, pedoni) la classe di illuminazione è la S5 che prevede: E.Medio (minimo mantenuto) 3lx U0 (Lmin/Lmed) uniformità minima 0,6% Ti valore dell'incremento di soglia 20% -per le zone laterali, la situazione di illuminazione è la E2 (velocità tipica dell'utente principale: >5 e ≤30 km/h; utente principale: pedoni; altri utenti ammessi: veicoli lenti, traffico motorizzato, ciclisti) la classe di illuminazione è la S3 E.Medio (minimo mantenuto) 7,5lx U0 (Lmin/Lmed) uniformità minima 1,5% Ti valore dell'incremento di soglia 15% 5.3.6 RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA 5.3.6.1 ILLUMINAZIONE STRADALE APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE E PALI DI SOSTEGNO L’impianto di illuminazione prevista sarà costituita essenzialmente da: - apparecchi illuminanti IP65 su pali per l'illuminazione urbana e stradale del tipo Iride di Disano, con corpo in alluminio pressofuso, diffusore in vetro temperato, spessore 5 mm, resistente agli shock termici e agli urti (prove UNI EN 12150-1/2001). riflettore luce diretta in aluminio 99,85 ossidato anodicamente e brillantato. Cablaggio posto su piastra asportabile con connettori rapidi per il collegamento della linea. Compresi di: - lampade MASTER CityWhite CDO-TT 150W/828 E40 1SL 2800K - palo in acciaio ø 120 e h 6m verniciato color argento. Completi di finestra di ispezione (186x45mm) di morsettiera asportabile a 4 poli e 16mm2 sezione max. Completo di 2 portafusibili di protezione e di 2 fusibili da 16A. Predisposto con foro per ingresso cavo di alimentazione - innesto per braccio curvo - braccio curvo in acciaio - elemento di copertura della base del palo Gli apparecchi illuminanti saranno rispondenti alle Norme CEI 34-21 (CEI EN 60598) ed avranno grado di protezione adeguato al tipo ed al luogo di installazione. I pali di sostegno degli apparecchi di illuminazione saranno del tipo laminati conici dritti in acciaio e zincati a caldo per immersione a Norme UNI EN 40/4, completi delle tre lavorazioni standard e verniciati, con due mani di smalto sintetico, di colore e tipo secondo le prescrizioni comunali. I pali saranno posti entro blocchi di fondazione, installati a perfetta regola d’arte in allineamento perfetto e a piombo, saranno completi di rinforzo alla base. Ogni plinto sarà provvisto di tubo in materiale termoplastico autoestinguente del diametro di 50 mm, posizionato di fronte al foro d’ingresso cavi del palo per il raccordo con il pozzetto di derivazione. Dove è previsto lo smantellamento dei pali ed armature esistenti, si dovrà prevedere il nuovo collegamento con le tubazioni interrate esistenti, il nuovo tratto di linea di sezione equivalente a quella esistente e nuove derivazioni all’interno dei pozzetti. 5.3.6.3 ILLUMINAZIONE URBANA APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE E PALI DI SOSTEGNO L’impianto di illuminazione prevista sarà costituita essenzialmente da: - apparecchi illuminanti IP65 su pali per l'illuminazione urbana del tipo Iride di Disano, con corpo in alluminio pressofuso, diffusore in vetro temperato, spessore 5 mm, resistente agli shock termici e agli urti (prove UNI EN 12150-1/2001). riflettore luce diretta in aluminio 99,85 ossidato anodicamente e brillantato. Cablaggio posto su piastra asportabile con connettori rapidi per il collegamento della linea. Compresi di: - lampade MASTER CityWhite CDO-TT 150W/828 E40 1SL 2800K - palo in acciaio conico. Predisposto con foro per ingresso cavo di alimentazione, con attacco testa palo ø60 e h 3m. Dimensioni finestra di ispezione 38x132, completo di un portafusibile di protezione, 1 fusibile da 10A, morsettiera asportabile 4 poli/3 vie = 6mmq e derivazione 4mmq. - innesto per braccio - braccio - elemento di copertura della base del palo Gli apparecchi illuminanti saranno rispondenti alle Norme CEI 34-21 (CEI EN 60598) ed avranno grado di protezione adeguato al tipo ed al luogo di installazione. I pali di sostegno degli apparecchi di illuminazione saranno del tipo laminati conici dritti in acciaio e zincati a caldo per immersione a Norme UNI EN 40/4, completi delle tre lavorazioni standard e verniciati, con due mani di smalto sintetico, di colore e tipo secondo le prescrizioni comunali. I pali saranno posti entro blocchi di fondazione, installati a perfetta regola d’arte in allineamento perfetto e a piombo, saranno completi di rinforzo alla base. Ogni plinto sarà provvisto di tubo in materiale termoplastico autoestinguente del diametro di 50 mm, posizionato di fronte al foro d’ingresso cavi del palo per il raccordo con il pozzetto di derivazione. Dove è previsto lo smantellamento dei pali ed armature esistenti, si dovrà prevedere il nuovo collegamento con le tubazioni interrate esistenti, il nuovo tratto di linea di sezione equivalente a quella esistente e nuove derivazioni all’interno dei pozzetti. 5.3.6.5 ILLUMINAZIONE DELLE “ISOLE VERDI” APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE L’impianto di illuminazione prevista sarà costituita essenzialmente da: - n° 10 apparecchi illuminanti IP54 del tipo VivaraZON di Philips Gli apparecchi illuminanti saranno rispondenti alle Norme CEI 34-21 (CEI EN 60598) ed avranno grado di protezione adeguato al tipo ed al luogo di installazione. Le colonnine saranno poste su blocchi di fondazione, installati a perfetta regola d’arte in allineamento perfetto e a piombo. Ogni plinto sarà provvisto di tubo in materiale termoplastico autoestinguente del diametro di 50 mm, posizionato di fronte al foro d’ingresso cavi della colonnina per il raccordo con il pozzetto di derivazione. Dove è previsto lo smantellamento di pali o armature esistenti, si dovrà prevedere il nuovo collegamento con le tubazioni interrate o aeree esistenti, il nuovo tratto di linea di sezione equivalente a quella esistente e nuove derivazioni all’interno dei pozzetti. 5.3.7 SPECIFICHE TECNICHE 5.3.7.1 PALI E BRACCI 5.3.7.1.1 PALI DI SOSTEGNO PER ARMATURE STRADALI Pali in acciaio ø 120 tipo “Iride” di Disano. Completi di finestra di ispezione (186x45mm) di morsettiera asportabile a 4 poli e 16mm2 sezione max. Completo di 2 portafusibili di protezione e di 2 fusibili da 16A. Predisposto con foro per ingresso cavo di alimentazione. Di serie in classe di isolamento II. Attenzione quando si utilizzano apparecchi in classe di isolamento I prevede le connessioni per la messa a terra. Installazione in plinto di cemento. Si consiglia di effettuare un’accurata e idonea protezione o isolamento delle superfici interessate e che non ci sia contatto diretto con la muratura fresca o il massetto. Il tutto verniciato con RAL indicato dalle disposizioni comunali Dimensioni palo altezza palo: 6000 mm interramento: 800 mm diametro di base: 120 mm diametro testa-palo 120 mm La composizione prevede l'inserimento in testa-palo di: - innesto per braccio curvo - braccio curvo in acciaio - elemento di copertura della base del palo N.B.: La possibilità di accoppiare una composizione al palo è subordinata alla verifica della resistenza alla spinta del vento, nelle zone del territorio previste dalla norma ENV 1991-2-4. Secondo le ipotesi di carico previste dalle norme EN 40-3-1. 5.3.7.1.2 PALI DI SOSTEGNO PER APPARECCHI DI ARREDO Pali in acciaio conico tipo “Palo conico” di Disano. Predisposto con foro per ingresso cavo di alimentazione, con attacco testa palo ø60. Dimensioni finestra di ispezione (38x132mm), completo di un portafusibile di protezione, 1 fusibile da 10A, morsettiera asportabile 4 poli/3 vie = 6mmq e derivazione 4mmq. Di serie in classe di isolamento II. Attenzione quando si utilizzano apparecchi in classe di isolamento I prevede le connessioni per la messa a terra. Installazione in plinto di cemento. Si consiglia di effettuare un’ accurata e idonea protezione o isolamento delle superfici interessate e che non ci sia contatto diretto con la muratura fresca o il massetto. Il tutto verniciato con RAL indicato dalle disposizioni comunali Dimensioni palo altezza palo: 3000 mm interramento: 500 mm diametro di base: 95 mm diametro testa-palo 60 mm La composizione prevede l'inserimento in testa-palo di: - innesto per braccio - braccio in acciaio - elemento di copertura della base del palo N.B.: La possibilità di accoppiare una composizione al palo è subordinata alla verifica della resistenza alla spinta del vento, nelle zone del territorio previste dalla norma ENV 1991-2-4. Secondo le ipotesi di carico previste dalle norme EN 40-3-1. 5.3.7.1.3 BRACCIO DI SOSTEGNO PER APPARECCHI DI ARREDO Innesto a parete per braccio curvo e braccio curvo in acciaio per l'installazione a parete di apparecchi a parete per l'illuminazione urbana di via dei Basiliani e di via Bozzi. 4.3.7.2 APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE 5.3.7.2.1 ARMATURE STRADALI Armatura stradale tipo “Iride – luce diretta” di Disano, composta da Corpo: in alluminio pressofuso. Telaio superiore nella versione a luce diretta: in alluminio pressofuso predisposto per l’ installazione, tramite accessori, di gancio o tiges. Diffusore inferiore: vetro temperato, spessore 5 mm, resistente agli shock termici e agli urti (prove UNI EN 12150-1/2001). Riflettore luce diretta: in alluminio 99,85 ossidato anodicamente e brillantato. Verniciatura: In diverse fasi. La prima ad immersione in cataforesi epossidica grigia, resistente alla corrosione e alle nebbie saline. La seconda con fondo per stabilizzazione ai raggi UV e per ultima finitura bugnata con vernice argento sabbiato Cablaggio: alimentazione 230/50 Hz. Cavetto flessibile in doppio isolamento sez. 1 mmq. Sezionatore di serie nelle versioni stradali per interrompere la linea in caso di manutenzione. Equipaggiamento: nelle versioni di tipo stradale, in fase di manutenzione, il telaio resta agganciato al corpo mediante apertura a cerniera. Cablaggio posto su piastra asportabile con connettori rapidi per il collegamento della linea e del bicchiere portalampada. Normativa: prodotti in conformità alle vigenti norme EN60598-1-2. Sono protetti con il grado IP65 IK08 secondo le EN60529. In doppio isolamento Compresa di lampada MASTER CityWhite CDO-TT 150W/828 E40 1SL 2800K 5.3.7.2.2 APPARECCHIO DI ARREDO URBANO Armatura stradale tipo “Iride – luce diretta” di Disano, composta da Corpo: in alluminio pressofuso. Telaio superiore nella versione a luce diretta: in alluminio pressofuso predisposto per l’ installazione, tramite accessori, di gancio o tiges. Diffusore inferiore: vetro temperato, spessore 5 mm, resistente agli shock termici e agli urti (prove UNI EN 12150-1/2001). Riflettore luce diretta: in alluminio 99,85 ossidato anodicamente e brillantato. Verniciatura: In diverse fasi. La prima ad immersione in cataforesi epossidica grigia, resistente alla corrosione e alle nebbie saline. La seconda con fondo per stabilizzazione ai raggi UV e per ultima finitura bugnata con vernice argento sabbiato Cablaggio: alimentazione 230/50 Hz. Cavetto flessibile in doppio isolamento sez. 1 mmq. Sezionatore di serie nelle versioni stradali per interrompere la linea in caso di manutenzione. Equipaggiamento: nelle versioni di tipo stradale, in fase di manutenzione, il telaio resta agganciato al corpo mediante apertura a cerniera. Cablaggio posto su piastra asportabile con connettori rapidi per il collegamento della linea e del bicchiere portalampada. Normativa: prodotti in conformità alle vigenti norme EN60598-1-2. Sono protetti con il grado IP65 IK08 secondo le EN60529. In doppio isolamento Compreso di lampada MASTER CityWhite CDO-TT 150W/828 E40 1SL 2800K 5.3.7.2.3 APPARECCHIO DI ILLUMINAZIONE PER ZONE VERDI Apparecchio illuminante IP54 del tipo “VivaraZON” di Philips per l'illuminazione delle aiuole verdi, costituito da una colonnina in alluminio di 1 metro di altezza resistente agli atti vandalici per installazione a terra, cima piatta con schermo interno in alluminio altamente riflettente e lamelle antiabbagliamento. L'apparecchio è robusto e facile da installare: testata autocentrante, unità elettrica con fissaggio a baionetta autocentrante, guarnizione completamente invisibile, staffe in acciaio inossidabile e viti a brugola a scomparsa. E' equipaggiato con unità elettrica premontata pronta per l'installazione. L'unità elettrica per lampade al sodio SON può essere utilizzata per lampade al sodio SON o per lampade MASTER Colour CDM-ET. Compreso di lampada MASTER CityWhite CDM-ET 70W/830 E27 3000K 5.3.8 CARATTERISTICHE DEI MATERIALI 5.3.8.1 MATERIALI I materiali e gli apparecchi impiegati devono essere adatti all’ambiente in cui verranno installati e devono avere caratteristiche tali da resistere alle azioni meccaniche, termiche, corrosive o dovute all’umidità alle quali possono essere esposti durante l’esercizio. Dovranno riportare il marchio italiano di qualità (IMQ) o certificazione equivalente, ed il marcio CE. Tutti i materiali impiegati, nella realizzazione delle varie tipologie di impianto, dovranno essere scelti in conformità alle relative normative ed avere dimensioni unificate secondo le tabelle UNEL. 5.3.8.2 NORMATIVE DI RIFERIMENTO Di seguito si riportano le principali normative di riferimento per la scelta e l’installazione del materiale da utilizzare: * Quadri elettrici Norma CEI 17-13/1 (EN 60439-1) - Quadri di bassa tensione. Prescrizioni per apparecchiature di serie (AS) e non di serie (ANS); * Apparecchi modulari Norma CEI 17-5 (EN 60947-2) - Apparecchiatura in bassa tensione. Interruttori automatici. Norma CEI 17-11 (EN 60947-3) - Apparecchiatura in bassa tensione. Interruttori di manovra, sezionatori, interruttori di manovra-sezionatori. Norma CEI 17-50 (EN 60947-4-1) - Apparecchiatura in bassa tensione. Contattori e avviatori. Norma CEI 23-3 (EN 60898) - Interruttori automatici per la protezione dalle sovraccorrenti. Norma CEI 23-18 - Interruttori differenziali e interruttori differenziali con sganciatori di sovraccorrente incorporati. Norma CEI 23-42 (EN 61008-1) - Interruttori differenziali senza sganciatori di sovraccorrente. Norma CEI 23-44 (EN 61009-1) - Interruttori differenziali con sganciatori di sovraccorrente incorporati. Norma CEI 32-1;32-4;32-5 - Fusibili a tensione non superiore a 1000V in c.a. e 1500V in c.c. * Cavi e conduttori Norma CEI 20-13 - Cavi con isolamento estruso in gomma per tensioni nominali da 1 a 30 kV. Norma CEI 20-14 - Cavi isolati con polivinilcloruro di qualità R2 con grado di isolamento superiore 3. Norma CEI 20-19 - Cavi isolati con gomma con tensione nominale non superiore a 450/750V. Norma CEI 20-20 - Cavi isolati con polivinilcloruro con tensione nominale non superiore a 450/750V Norma CEI 20-22 - Cavi non propaganti l’incendio. Norma CEI 20-35 - Cavi non propaganti la fiamma. Norma CEI 20-40 - Guida per l’uso dei cavi a bassa tensione. * Tubazioni e canalizzazioni Norma CEI 23-8 - tubi protettivi rigidi in pvc e accessori. Norma CEI 23-25 - Tubi per le installazioni elettriche. Prescrizioni generali. Norma CEI 23-28 - Tubi per le installazioni elettriche. Tubi metallici. Norma CEI 23-31 - Sistemi di canali metallici e loro accessori ad uso portacavi e portapparecchi. * Cassette, involucri e dispositivi di connessione Norma CEI 70-1 (EN 60529) - Gradi di protezione degli involucri. Norma IEC 670 (Progetto CEI C.431) - Cassette e involucri. Norma CEI 23-49sp. - Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Norma CEI 23-20 - Dispositivi di connessione per circuiti a bassa tensione. Norma CEI 23-21 - Dispositivi di connessione per circuiti in bassa tensione. Prescrizioni particolari per dispositivi di connessione come parti separate con unità di serraggio a vite. * Apparecchi illuminanti Norma CEI 34-21 (EN 60598-1) - Apparecchi di illuminazione - Prescrizioni generali e prove. *Altro Norma CEI 44-5 (EN 60204-17) -Sicurezza del macchinario. Equipaggiamento elettrico delle macchine. Norma CEI 14-6 - Trasformatori di sicurezza e di isolamento. 5.3.8.3 ELENCO MARCHE Le marche scelte nell’esecuzione del progetto sono quelle indicate come standard di qualità minimo dal Comune di Lecce. L’Appaltatore, tenendo conto che le indicazioni di tipi e marche commerciali indicate nel progetto sono da intendere come dichiarazione di caratteristiche tecniche, potrà utilizzare altri tipi di marche delle apparecchiature purché equivalenti, su dimostrazione del fornitore, che dovrà essere accompagnata da documentazione scritta del costruttore che ne attesti tale equivalenza (particolare riferimento alle curve fotometriche, per le apparecchiature di illuminazione). Qualora l’impresa appaltatrice opti per soluzioni diverse da quelle proposte, dovrà inoltre riprodurre tutti i calcoli illuminotecnici attestanti l’equivalenza dei valori di calcolo. 5.4 Descrizione del metodo di posa e caratteristiche dei materiali usati per la riqualificazione paesaggistica del piano stradale pedonale in masselli e degli elementi in pietra dura calcare per il basolato antistante Porta San Biagio Il progetto prevede la risistemazione paesaggistica dell'intero tratto stradale descritto nei paragrafi precedenti. Di seguito si riportano gli elementi che costituiscono il tappeto in masselli di cls o di basoli in pietra tipo di Soleto: 1- Giunto: interspazio esistente tra masselli o basoli posati adiacenti 2- Masselli o basoli: strato di finitura avente la funzione di conferire alla pavimentazione determinate prestazioni meccaniche, chimiche, fisiche, di benessere e di sicurezza. Spessore masselli 6-8 cm, spessore dei basoli 10 cm. 3- Allettamento di posa: strato a spessore costante adeguatamente spianato avente la funzione di ricevere gli elementi di rivestimento (masselli). 4- Geotessuto: strato avente la funzione di separazione tra gli strati e di distribuzione dei carichi conferendo alla pavimentazione una prefissata permeabilità ai liquidi ed ai vapori (eventuale). 5- Massicciata: mono o pluristrato avente la funzione di trasmettere al suolo le sollecitazioni meccaniche impresse dai carichi alla pavimentazione. 6- Suolo (Fondazione): strato del terreno avente la funzione di resistere alle sollecitazioni impresse dai carichi alla pavimentazione. 7- Guaina: guaina bituminosa inserita lungo gli attacchi con le abitazioni a protezione delle murature 8- Massetto con rete elettrosaldata: strato di cls rck 250 spessore 15 cm con rete elettrosaldata diametro 10 a maglia 20x20 da stendere sotto il passaggio carrabile in Piazza d'Italia tra la Porta San Biagio e il parco del Monumento ai Caduti Le fasi di posa in opera prevedono le seguenti lavorazioni: Fase di sbancamento: realizzazione dello scavo, 15-20 cm in funzione delle esigenze progettuali e fino a trovare lo starto di sottofondo esistente. In molti punti saranno presenti rocce affioranti (presumibilmente calcareniti di Andrano), livellamento e compattazione meccanica del piano. Realizzazione di massicciata: mono o pluristrato avente la funzione di trasmettere al suolo le sollecitazioni meccaniche impresse dai carichi alla pavimentazione. In questo caso servirà solo da riempimento di eventuali zone incavate (granulometria consigliata 20 mm) vibrocompattato. Stesura dello strato permeabile di geotessile: tessuto non tessuto per una migliore distribuzione dei carichi e per evitare alle parti più sottili della sabbia di allettamento di migrare verso il basso durante gli eventi meteorici. Posa in opera del massetto con rete elettrosaldata: strato di cls rck 250 con rete elettrosaldata diametro 10 a maglia 20x20 da stendere sotto il passaggio carrabile in Piazza d'Italia tra la Porta San Biagio e il parco del Monumento ai Caduti Stesura e staggiatura dello strato di allettamento: eventuale stesura di geotessuto permeabile, stesura e staggiatura di sabbia massimo 6 cm mista a ghiaia, con granulometria compresa tra 0.075 – 10 mm Posa dei masselli autobloccanti o del basolato in pietra spessore 15 cm: posa manuale o meccanica degli elementi in cls o basoli. Vibrocompattazione meccanica della pavimentazione: vibrocompattazione con protezione della pavimentazione attraverso un tappetino in gomma da applicare alla strumentazione meccanica. Sigillatura dei giunti e riempimento dei fori: Sigillatura dei giunti mediante stesura di sabbia fine con successiva rimozione degli inerti in eccesso mediante scopa o spazzatrice meccanica e nuova vibrocompattazione al fine di garantire il corretto e totale riempimento dei giunti. I masselli in cls usati saranno di tre tipi: 1)Masselli autobloccanti di cls con finitura doppio strato SILICEA tipo Vibrotek o equivalente, di resistenza a trazione indiretta per taglio ≥ 3,6 MPa; assorbimento d’acqua ≤6% in massa; resistenza all’abrasione classe 4I (impronta ≤20 mm.), e colorati con ossidi inorganici. Il massello sarà realizzato in doppio strato con strato di finitura e usura costituito da inerti di natura SILICEA , di spessore non inferiore a 5mm. Il fornitore del massello dovrà produrre dichiarazione di conformità CE alla norma UNI EN 1338 e certificazione di Sistema Qualità Aziendale UNI EN ISO 9001. Detti masselli saranno posti in opera a “secco” su adeguato sottofondo, compreso l’onere delle interruzioni attorno a piante e chiusini, della stesura del riporto di posa costituito da circa cm. 5 di sabbia 0/5, della compattazione con adeguata piastra vibrante, della sigillatura finale dei giunti con sabbia fine asciutta di origine alluvionale e quanto altro necessario per dare il lavoro finito a perfetta regola d’arte. 2) Masselli autobloccanti di cls con finitura doppio strato: QUARZO tipo Vibrotek o equivalente, di resistenza a trazione indiretta per taglio ≥ 3,6 MPa; assorbimento d’acqua ≤6% in massa; resistenza all’abrasione classe 4I (impronta ≤20 mm.), e colorati con ossidi inorganici. Il massello sarà realizzato in doppio strato con strato di finitura e usura costituito da inerti di natura QUARZ0 , di spessore non inferiore a 5mm. Il fornitore del massello dovrà produrre dichiarazione di conformità CE alla norma UNI EN 1338 e certificazione di Sistema Qualità Aziendale UNI EN ISO 9001. Detti masselli saranno posti in opera a “secco” su adeguato sottofondo, compreso l’onere delle interruzioni attorno a piante e chiusini, della stesura del riporto di posa costituito da circa cm. 5 di sabbia 0/5, della compattazione con adeguata piastra vibrante, della sigillatura finale dei giunti con sabbia fine asciutta di origine alluvionale e quanto altro necessario per dare il lavoro finito a perfetta regola d’arte. 3) Cordoli in cls. Vibrocompresso a sezione trapezioidale per il contenimento di tratti stradali o marciapiedi di colore grigio tipo Vibrotek o equivalente, di resistenza a rottura superiore a 3,5 Mpa. I cordoli saranno sempre montati a filo pavimentazione stradale. Il fornitore del cordolo dovrà produrre dichiara zione di conformità CE alla norma 1340 e certificazione di Sistema di Qualità Aziendale UNI EN ISO 9001. Detti cordoli saranno posti in opera su un letto di malta cementizia e rinfiancati per una altezza di circa 6 cm., con relativa sigillatura dei giunti tramite malte o sigillanti specifici. I cordoli delle isole verdi saranno realizzati tramite la posa di masselli in quarzo secondo i disegni esecutivi allegati. I basoli usati avranno le seguenti caratteristiche: Cordoni retti o curvi in pietra calcarea dura provenienti dalle cave di Soleto forniti e posti in opera, della lunghezza non inferiore a cm. 50 ed altezza di cm. 15 - 18, lavorati come di seguito specificato, a spigoli arrotondati, allettati con malta cementizia a q.li 4 di cemento, escluso il sottofondo, compresi però, la suggellatura dei giunti con malta cementizia grassa. Larghezza cm. 25. Finitura bocciardata 5.5 PAVIMENTAZIONE STRADALE CON FINITURA FOTOCATALITICA Premiscelato in polvere a rapida presa e rapido indurimento, additivato con filati di vetro certificati, contenente il principio attivo Biossido di Titanio (TiO2) sotto forma anatasica e struttura nanometrica differenziata. L’efficienza della funzione fotocatalitica deve essere validata da test di laboratorio condotti da Istituti specializzati ed accreditati, in base alle indicazioni del D.M. (Ministero Ambiente e Tutela del Territorio) del 09.04.2004. Il prodotto deve essere pigmentabile e la colorazione deve mantenere la brillanza nel tempo per almeno 5 anni. La pavimentazione stradale, composta dal premiscelato e dal conglomerato bituminoso, deve avere una durata superiore ai 5 anni e deve essere conforme alle norme del C.N.R. B.U. 105/1985 E 94/1983. La pavimentazione bituminosa porosa dovrà ospitare una malta cementizia fotocatalitica dello spessore non inferiore a 9 mm e non superiore a 40 mm. La malta cementizia dovrà essere amalgamata con il 25% in massa di acqua, riferita alla massa totale del premiscelato secco. La pavimentazione in opera dovrà essere resistente all’attrito volvente dei veicoli, dovrà avere una notevole stabilità di insieme ed essere antisdrucciolevole e non abradibile. La pavimentazione fotocatalitica dal punto di vista meccanico, sarà costituita fondamentalmente da due strati: − lo strato portante con funzione di resistenza alle sollecitazioni meccaniche dovute a carichi permanenti di esercizio; − lo strato di rivestimento con funzioni estetiche, di resistenza alle sollecitazioni meccaniche e chimiche. Inoltre lo strato di rivestimento avrà funzione di conferire alla pavimentazione impermeabilità dai liquidi da vapori e avrà funzione di portare la pavimentazione ad un prefissato isolamento termico e ad un prefissato isolamento acustico. Lo strato di rifinitura cementizio fotocatalitico dovrà essere posato a mano con raclee o con sistemi automatici di finitrice a freddo. La malta cementizia fotocatalitica dovrà avere sopra le cuspidi uno spessore massimo di 2 mm., assumendo altissima resistenza normalizzata e resistenza iniziale elevata. La pavimentazione dovrà consentire la carrabilità stradale in 6-8 ore. REQUISTI DI ACCETTABILITÀ DELLA MALTA FOTOCATALITICA: Analisi granulometrica (Norma UNI EN 1015-1 ) Fuso granulometrico Apertura setacci e relativi valori passante in massa: - 2 mm , % in massa 100; - 1 mm , % in massa 75/87; - 0,5 mm , % in massa 72/84 ; - 0,250 mm , % in massa 50/65 ; - 0,120 mm , % in massa 40/52; - 0,063 mm - % in massa 39/50. Consistenza della malta (Norma UNI EN 1015-3): 100/10 mm. Tempo di lavorabilità della malta (Norma UNI EN 1015-9): >= 360 minuti. Valore di lavorabilità su malta (CLA) : >= 58. Resistenza a compressione e flessione della malta indurita (Norma UNI EN 1097-8): − dopo 3 giorni di maturazione resistenza a flessione Rf N/mm2 >= 2,0 / <= 4,0 ,Resistenza a compressione Rc N/mm2 >= 7,0 - >= 12,0. − dopo 7 giorni di maturazione resistenza a flessione Rf N/mm2 >= 3,5 / <= 5,5, Resistenza a compressione Rc N/mm2 >= 10,0 / <= 18,0. − dopo 28 giorni di maturazione resistenza a flessione RF N/mm2 >= 4,5 / <= 7,5 , Resistenza a compressione Rc N/mm2 >= 20,0 / <= 30,0. La pavimentazione cementizia fotocatalitica dovrà essere certificata in base alla normativa UNI sulla caratterizzazione del comportamento fotocatalitico e in specifico sulla: • Attività di degradazione di Ossidi di Azoto ( NOX ) in aria ( Norma UNI 11247:2007 ) • Attività di degradazione di microinquinanti organici (BTEX ) in aria (UNI 11238-1:2007 ) La pavimentazione dovrà inoltre aver raggiunto i seguenti risultati: − abbattimento degli inquinanti atmosferici su strada urbana: minimo 60% (in condizioni di inquinamento urbano elevato), misurabili con apparecchiature omologate dal CNR; − abbattimento degli inquinanti atmosferici in laboratorio: minimo 90% − riduzione di batteri, microrganismi, muffe in laboratorio: minimo 90% − durata dell’azione fotocatalitica nel tempo minimo di 6 anni;