Cicerone – De Legibus, Atticus: Quid? De iure Latino in Bottiglia

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Cicerone – De Legibus, Atticus: Quid? De iure
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Latino
[48] Atticus: Quid? De iure populi Romani, quem ad modum instituisti, dicendum nihil
putas? Marcus:: Quid tandem hoc loco est quod requiras? Atticus: Egone? Quod ignorari ab
iis qui in re publica versantur turpissimum puto. Nam ut modo a te dictum est leges a
librariis peti, sic animadverto rosque in magistratibus ignoratione iuris sui tantum sapere
quantum apparitores velint. Quam ob rem si de sacrorum alienatione dicendum putasti,
quom de religione leges proposueras, faciendum tibi est ut magistratibus lege constitutis de
potestatum iure disputes.
Italiano
(48) Attico: – Dunque, pensi di non doverci dire nulla delle leggi del popolo romano, dunque
come hai incominciato? Marco: – Su questo argomento che cosa hai da chiedere? Attico: –
Io? quello appunto che ritengo vergognosissimo tanto ignorato dagli uomini politici. Come
Difatti hai detto moderatamente fa, che noi andiamo a chiedere le leggi ai copisti, dunque
ho l’impressione che i piu dei magistrati, per ignoranza delle norme giuridiche che li
interessano, capiscono solo quel innumerevole che gli scrivani gli permettono. Per cui, se
hai ritenuto opportuno discutere del passaggio dele cerimonie private, in quel momento hai
proposto le leggi sul culto, dovresti ora trovare il modo, dopo aver predisposto per legge le
magistrature, di discorrere della giurisdizione delle singole autorita.
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