Abbazia cistercense di Fossanova

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Abbazia cistercense di Fossanova
Abbazia cistercense di Fossanova
Casamari (1217)
Simile a Fossanova è l’Abbazia di Casamari, ma il portico
–un tempo con ogni probabilità anche a FossanovaFossanovaaccentua con la profondità delle arcate la permeabilità
luminosa della fronte. Come a Fossanova massici
contrafforti sul fronte assorbono le spinte delle crociere.
Vercelli. S. Andrea
La facciata seppur inserita tra due alte torri non si discosta dalla
tradizione lombarda ed è anzi singolare documento della reazione
provocata dall’immissione di forme gotiche nella struttura ancora
nettamente romanica. Le torri della facciata come gli archi rampanti
del fianco ed i contrafforti angolari del transetto riassumono la
struttura volumetrica delle masse; anzi gli archi rampanti ,
ordinandosi in una successione di piani normali all’andamento dei
muri perimetrali, tolgono alle superfici ogni funzione di risoluzione
struttiva delle masse e consentono lo ro quella maggior libertà di
soluzioni pittoriche che si realizza nell’ariosa stesura delle loggette
(G.C. Argan)
Vercelli. S. Andrea
Il piano della facciata appena arretrato rispewtto a quello delle torri, è tutto composto per rapporti di luce. In basso negli
negli strombi
strombi
profondi dei tre portali a pieno centro, i fitti profili offrono illimitate possibilità alle variazioni della luce, che lambisce
lambisce la
rotondità delle colonnine, si precisa nelle taglienti emergenze degli spigoli, trova risalto nelle ombre modulate delle gole e in
in
quelle fonde dei sottosquadri; in alto il duplice ordine di loggette proietta sul piano un più limitato, ma intenso e preciso
preciso
contrasto di chiari e di scuri. Il rapporto tra la profondità atmosferica dei portali e la superficiale variazione cromatica delle
delle
loggette è affidato alle colonnine che in gruppi di tre , solcano il piano lungo i contrafforti; esse… collegano ad un tempo gli
gli
accenti lineari e quelli cromatici dei portali e delle logge, determinano l’unità pittorica del piano risolvendo in esso le dive
diverse
iverse
indicazioni di profondità (G.C. Argan).
Milano. Duomo.
Maestri italiani, francesi e tedeschi si successero nella direzione dei lavori per l’immansa chiesa che solo alla fine del XVI
XVI
secolo potè essere consacrata e fino al principio dell’ottocento non potè dirsi compiuta. E’ difficile distinguere , nel
complesso dell’opera , quali parti spettino al francese Nicolas Bonaventure, all’italiano Giovannino de’ Grassi, ai tedeschi
Giovanni di Friburgo ed Enrico de Gmund, anche perché il direttore dei lavori nel 1399 distrusse e ricostruì gran parte di
quanto era stato fino allora fabbricato; nel 400 il duomo viene completato da artisti italiani, tra i quali ebbero parte
preminente Giovanni e Guiniforte Solari , finchè sullo scorcio del secolo, il Dolcebuono e l’Omodeo, valendosi anche dei
consigli di Leonardo e di Francesco di Giorgio Martini, ricostrussero il tiburio e dopo circa un secolo Pellegrino Tibaldi
inquadrò porte e finestre cinquecentesche tra i contrafforti gotici della facciata.
L’interno a cinque navate , con campate rettangolari con ampio transetto a tre navi e coro circondato da
deambulatorio; la traccia del gotico straniero è evidente nella dimensione delle navate, altissima nella limitata
apertura degli archi, nella riduzione di ogni elemento costruttivo ad accento di verticalità, nei capitelli a tabernacoli
dei pilastri a fascio. La luce che, penetrando dalle grandi finestre a colori assume densità di materia cromatica,
avvolge i grandi pilastri, indugia sui risalti tondeggianti e profila gli spigoli taglienti, individua ogni elemento,
moltiplicando gli spazi, aprendo prospettive impreveduti, escludendo nel continuo rimando e nella dissociata
pluralità delle linee ogni possibile indicazione di limite spaziale. (G.C. Argan).
Genova. La cattedrale di San
Lorenzo
La facciata evoca forme d’oltralpe
nella parte inferiore nel portale di
ingresso we l’atrio databile alla metà
del ‘200. La parte alta fu largamente
rimaneggiata in un restauro
ottocentesco. All’interno arcatelle a
tutto sesto
Bologna . San Francesco
1234 -1263
San Francesco iniziata da Marco da Brescia e compiuta poco dopo
la metà del Duecento, può considerarsi uno dei più importanti punti
di arrivo nel nuovo indirizzo dell’italia settentrionale e una delle
più riuscite e limpide versioni nostrane del nuovo linguaggio
costruttivo. L’esterno non si stacca nella complessiva configurazione
dalla misurata contrapposizione di masse cara alla tradizione
lombarda, benché a schemi gotici sia palesemente ispirata la
struttura dell’abside con deambulatorio a cappelle raggianti.
L’accentuata evidenza delle nervature non è soltanto una
indicazione di slancio, ma costruisce in cmplesse riprese lineari il
rapporto tra la profondità delle navate laterali e la luminosa
superficie che la riassume della navata centrale.
Bologna . San Francesco. 1234 -1263
Il rapporto tra navata centrale e laterali è mediato dai pilastri a facce piane , senza profilature luminose e
senza interruzioni d’ombra, mentre i sostegni semplici e appiattiti delle volte definiscono, con la loro pausata
successione la qualità cromatica della superficie. Le volte a sei spicchi non rappresentano un sistema di
chiusura delle forze, rappresentano una accelerazione dei ritmi .
Bologna .
San Petronio
San Petronio fu iniziata
iniziata da Marco da Brescia e
compiuta poco dopo la metà del
Duecento. Anche nel S. Petronio,
come in S. Francesco è ricercata
una stretta correlazione di spazi
tra le navate laterali e la centrali.,
a differenza di quanto accadeva
nelle costruzioni d’Oltralpe.
Siena. La Cattedrale.
La raccolta dei fondi per la costruzione della cattedrale senese era
già iniziata nel 1226 e sin dal 1259 si provvide alla costruzione
del coro, nel 1264 la cupola.
La parte più antica costituita dalle navate anteriori e dalla cupola,
fu modificata nel trecento elevando le pareti della navata centrale
e aprendovi in alto ampie trifore. Le navate anteriori e i sei pilastri
della cupola si distinguono bene dal transetto : questi a fasce
meno fitte e con capitelli ad abaco dentellato che accennano al
Trecento, , quelli a corsi alternati , con capitelli gotici più primitivi
(anzi in qualche caso romanici), ma con ornati e figure alla
maniera di Nicola Pisano. La cupola esagona su sei pilastri, con
nervature all’esterno, ha un aspetto più romanico che gotico, ampia
più che alta.