A. Bolognini Il Barotrauma nasosinusale, possibile coinvolgi

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A. Bolognini Il Barotrauma nasosinusale, possibile coinvolgi
IL BAROTRAUMA NASOSINUSALE: POSSIBILE COINVOLGIMENTO DELL’ORBITA
A. Bolognini
Centro Iperbarico Sassarese – Istituto Sardo di Medicina Subacquea ed Iperbarica – Italy,
www.centroiperbarico.it.
INTRODUZIONE
Il barotrauma in immersione colpisce preferibilmente l’orecchio medio, i seni paranasali, i polmoni e alcune
volte i denti.
La letteratura scientifica riporta un caso di enfisema orbitario barotraumatico riscontrato in un aviatore (1) e
un’altro caso comparso spontaneamente dopo una crisi di starnuti che è stato risolto chirurgicamente (2).
Nella presente relazione descriviamo l’unico caso al mondo pubblicato di enfisema orbitario come
conseguenza di un barotrauma nasosinusale in un subacqueo in apnea (3).
PAZIENTI E METODI
Un pescatore subacqueo esperto di 29 anni eseguì numerose immersioni alla profondità di 20-25 mt, senza
problemi di compensazione. Dopo alcune ore in seguito ad una lieve difficoltà a compensare durante la
discesa sul fondo, riemerse con una ptosi palpebrale destra senza altri sintomi associati. L’esame clinico non
rilevava alcuna patologia a carico del naso e non erano presenti sintomi neurologici.
RISULTATI
La Tc dei seni paranasali eseguita il giorno dopo rilevava aria all’interno dei tessuti molli sottocutanei nello
spessore della palpebra superiore e all’interno dell’orbita come conseguenza di un barotrauma. Non erano
presenti fratture dell’orbita ne versamenti ematici nei seni paranasali. La lamina papiracea dell’etmoide di
destra presentava una deiscenza ossea.
Abbiamo quindi ipotizzato che durante i tentativi di compensare, riferiti difficoltosi dopo circa due ore di
pesca, si possa essere creata una lacerazione del periostio nella zona della deiscenza ossea. Tale lacerazione
ha permesso all’aria di entrare nei tessuti molli periorbitari ma non di uscirne, con un meccanismo a valvola.
La gestione del problema è stata conservativa in quanto non erano presenti deficit visivi o neurologici. I
sintomi sono migliorati rapidamente. Al subacqueo infortunato è stato raccomandato di non immergersi e di
non volare per almeno un mese. Al controllo dopo tre settimane il quadro obiettivo era completamente risolto
e alla quarta settimana ha potuto riprendere l’attività subacquea senza ulteriori complicazioni.
CONCLUSIONI
Presentiamo un case report di barotrauma dei seni paranasali con rilievo alla TC di aria intrappolata
nell’orbita a causa di una deiscenza ossea della lamina papiracea dell’etmoide anteriore destra.
L’enfisema barotraumatico dell’orbita in questo subacqueo si è rilevato una entità di origine benigna, che si è
risolto spontaneamente con terapia di supporto.
Al contrario qualora dovessero comparire segni e sintomi precoci di compressione dell’ orbitaria sarà
necessario un ricovero immediato per eseguire un drenaggio chirurgico finalizzato a proteggere il contenuto
dell’orbita da un potenziale insulto ischemico cje potrebbe portare ad una cecità irreversibile (4).
Bibliografia.
1) Monaghan AM, Millar BG. Orbital emphysema during air travel: a case report. J Craniomaxillofac Surg.
2002 Dec;30(6):367-8.
2) Castelnuovo P, Mauri S, Bignami M. Spontaneous compressive orbital emphysema of rhinogenic origin.
Eur Arch Otorhinolaryngol. 2000 Dec;257(10):533-6.
3) Bolognini A, Delehaye E, Cau M, Cosso L. Barotraumatic orbital emphysema of rhinogenic origin in a
breath-hold diver: a case report. Undersea Hyperb Med. 2008 May-Jun;35(3):163-7.
4) Hunts JH, Patrinely JR, Holds JB, Anderson RL. Orbital emphysema: how common, how significant?
Ann Emerg Med. 1994 Dec;24(6):1115-8.