Speciale_1-Pagine aperte-0203-AM

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la Repubblica
la Repubblica
MARTEDÌ 2 MARZO 2010
MARTEDÌ 2 MARZO 2010
@
■ 16
Compatte
Ginevra
2010
Le inglesi
L’anniversario
Il prototipo
La sportiva
TORNA LA MG
SOLO 5000 EURO
PER L’ANNO DELLA TIGRE
OPEL ANTI SMART
UNA CITROEN DS3 DA 210 CAVALLI
PICCOLA ITALIANA
Dopo la 6 e la
nuova F alla Saic
hanno in mente di
lanciare altri tre
nuovi modelli di
MG entro il 2014
La Renault ha annunciato che
la sua Twizy, elettrica da città
che debutterà nel 2012
costerà solo 5000 euro e che
sarà una delle auto più sicure
del mercato
In onore della tradizione
cinese che vuole il 2010 come
l’anno della tigre, la Smart
propone una ForTwo con una
appariscente verniciatura
arancio e nera
La Opel ha in cantiere una
compatta da città con porte
scorrevoli realizzata per fare
concorrenza alla Smart.
Deriverà dal famoso prototipo
Trixx
La Citronen ha già pronta una super DS3,
battezzata Racing: avrà il motore 1.600 THP a
benzina da 210 cavalli, lo stesso motore della
coupé Peugeot RCZ. Con questo modello
Citroen entra nel settore presidiato fino a oggi
dalla Mini Cooper S John Cooper Works
Si chiama Tazzari
Zero ed è l’auto
elettrica italiana che
sarà venduta anche in
Usa dove è già stata
omologata
MASSIMO NASCIMBENE
automobile cambia, l’offerta si arricchisce di nuove
alternative, spesso attraenti e originali. Poi però
vai a guardare i numeri, e scopri che il
grosso del mercato resta sempre nelle
mani delle classiche berline compatte:
Fiesta, Polo, Punto e compagnia. Una
categoria che non da oggi si porta a casa
quasi un terzo delle vendite, e che nell’ormai imperante tendenza al downsizing trova eccellenti garanzie per il futuro. Il rischio, casomai, è di perdere consensi a favore dei modelli di taglia ancor
minore, le supermini. Avendo in compenso la certezza di recuperarne pescando fra coloro che, sin qui, guardavano più in alto.
Sì, ormai il vento è cambiato: l’illusione di una crescita continua dell’auto si è
infranta contro gli scogli di una crisi che
rischia di segnare ben più di un paio di
stagioni. Il resto l’ha fatto l’obbligo di ridurre le emissioni, non tanto per la coscienza dei singoli quanto per le agevolazioni da più parti riservate alle vetture
virtuose. Che poi sono prevalentemente loro, le sempiterne compatte.
I clienti dunque abbondano, ma presidiare il settore non è facile, anzi: qui si
concentrano tutti, ma proprio tutti i costruttori del mondo. Comprese le cosiddette marche premium. Così oggi troviamo un’Audi che al debutto della sua
piccola A1 riserva onori non inferiori a
quelli dedicati a un’ammiraglia. Del resto, nemmeno il mondo delle piccole
d’alto bordo rappresenta ormai un’oasi
per pochi: logico che ci fosse la Mini,
meno prevedibile che ci arrivasse una
Citroen, com’è successo di recente con
il debutto della DS3.
L’italiana
Opel Meriva
Il cuore della battaglia resta comunque la contesa fra i costruttori di massa,
che spesso si combatte agli ultimi 50 euro, anche quando ci sono di mezzo modelli nel fiore della giovinezza: la Fiesta,
per esempio, che è riuscita a imporsi
ben al di là dei pur rilevanti risultati del
passato e che continua a viaggiare come
un treno, 39 mila vetture vendute in Europa nel solo mese di gennaio. Dopo di
lei sono già arrivate la Volkswagen Polo
e la Citroen C3, senza contare il consistente aggiornamento di cui è stata oggetto la Fiat Punto. Ora, aspettando la
Nissan Micra, è il turno della Opel Corsa, oggetto di un restyling, capace di attestarsi sulla ragguardevole media di
410 mila vetture all’anno. È proprio la
Opel, peraltro, a candidarsi quale principale protagonista della stagione con il
suo secondo asso nella manica: quella
Meriva che sin qui ha interpretato meglio di ogni altra la formula della monovolume compatta. Ma che, complice un
significativo incremento di dimensioni,
prevedibilmente andrà a disturbare chi
sta sopra, piuttosto che le normali berline della sua classe. Che possono continuare tranquillamente a contendersi
quei tre-quattro milioni di clienti che
ogni anno restano convinti che sia questa la taglia più adatta alle loro tasche.
Il gioco magico delle porte
e la voglia di distinguersi
MASSIMO TIBERI
nticonformista? Capace di distinguersi?
Certamente, ma alla
Opel ci tengono a sottolineare anche la supremazia
funzionale della nuova Meriva e
delle sue portiere a battente, che
si aprono come quelle di un armadio. Un angolo d’ingresso
per chi sale dietro di ben 84 gradi, rispetto ai 68 in media delle
dirette rivali, e in generale una
maggiore libertà di movimento
per i passeggeri, giustificano infatti una scelta che ricorda tante
auto del passato (le vecchie Lancia o i mitici taxi londinesi) e che
finora era stata ripresa soltanto
da modelli esclusivi, come le ultime Rolls Royce, la coupé Mazda RX8 o la Mini Clubman. E se i
costruttori erano stati costretti
ad abbandonare questa soluzione per motivi di sicurezza,
oggi la tecnologia moderna non
crea più problemi e sulla Meriva
un sistema di bloccaggio automatico, quando si superano i 4
Km/h, garantisce la massima
protezione.
D’altra parte, facilitare l’accesso non è che una delle prerogative votate alla praticità della
nuova monovolume compatta
Opel, che si distingue anche per
i sedili posteriori ribaltabili con
A
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Audi A1
Piccola ad alta tecnologia
sarà davvero l’anti Mini?
DANIELE P. M. PELLEGRINI
n qualsiasi situazione di
mercato una regola fondamentale del marketing è
creare l’immagine di marca
e quindi coltivarla nel modo migliore. Cosa che all’Audi hanno
dimostrato di saper fare molto
bene. La A1 è una quasi naturale
I
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L’elettrica
Il vento è cambiato
la potenza ora scende
L’
PER SAPERNE DI PIÙ
www.opel.it
www.nissan.it
evoluzione del successo del marchio di Ingolstadt, applicato a un
settore in grande espansione e
che promette nuove opportunità anche per i brand di lusso. In
tempi nei quali, soprattutto in
campo automobilistico, «piccolo è bello» una piccola Audi ha il
suo senso sia dal punto di vista
commerciale sia da quello industriale. Infatti anche la nuova
piccola segue la tradizione di
gruppo di sfruttare le sinergie,
nel caso specifico con la nuova
Polo, seppure con tutto quanto
occorre per diversificare la A1 e
conferirle tutto quello che «fa
Audi».
Si parte dalla personalità stilistica dell’architettura a tre porte
alla quale è stato conferito uno
spiccato carattere sportivo in linea con lo stile di marca, fondato
sulla classica mascherina single
frame e sui gruppi ottici a led che
firmano il colpo d’occhio anteriore ma anche sulla architettura
slanciata e profilata aerodinamicamente. Il Cx di 0,32 è di per sé
un risultato interessante per una
vettura sui 4 metri e nel caso specifico ha anche il valore di un
contenuto tecnico in linea con le
tradizioni Audi. Allo stesso modo
gli interni sono stati concepiti
per riproporre il feeling e le ca-
ratteristiche dei modelli “premium” di classe superiore, nel
design come negli equipaggiamenti.
La trasposizione in piccolo dei
contenuti Audi ha fatto meritare
alla A1 anche la possibilità di presentarsi con una gamma motori
parzialmente nuova e caratterizzata dal sistema recentemente
adottato dall’Audi per la gestione intelligente dell’energia utilizzata per azionare gli accessori
e del sistema stop&start. Il lancio
avverrà con quattro versioni
suddivise fra i classicissimi diesel
TDI e la più recente generazione
dei TSI, turbo a benzina a inie-
zione diretta. Fra questi ultimi,
accanto al 1400 da 104 Cv esordisce il piccolo 1200 da 86, mentre
i 1600 diesel sono proposti nelle
versioni con 105 e 90 Cv con
emissioni di C02 fino a 99 gr/km.
Dietro la A1, la strategia Audi
prevede ulteriori sviluppi nel settore e un progressivo ampliamento della gamma: prima i modelli più chic e sportiveggianti,
poi le versioni a 5 porte, così da
costituire un’intera famiglia di
modelli supercompatti, esattamente come è stato fatto con la
A3 nel segmento appena superiore.
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un gesto e a scomparsa sotto il
piano di carico o per l’inedita
“flex rail”, una rotaia sistemata
sul tunnel centrale dove scorrono un poggia braccia e utili contenitori per piccoli oggetti. Fra
gli optional, inoltre, è disponibile il già noto, intelligente porta
biciclette estraibile dal paraurti
posteriore, mentre la maggiore
lunghezza del corpo vettura
(una ventina di centimetri), rispetto alla generazione precedente, permette di offrire un abitacolo con spazio sufficiente ad
ospitare cinque persone e un
buon numero di bagagli.
Per quanto riguarda la meccanica, la piattaforma di partenza utilizzata è ora quella della
monovolume di categoria superiore Zafira e varie componenti
sono riprese dalla media Astra e
dalla stessa ammiraglia Insignia. Nella gamma motori, i
1.300 diesel frutto della collaborazione con Fiat e i turbo benzina di nuova progettazione mettono in campo un ampio ventaglio di potenze da 75 a 120 Cv.
Erede di un modello venduto
in oltre un milione di unità a partire dal 2003, e a lungo leader della categoria sul mercato europeo, la seconda generazione
della Meriva sarà disponibile in
Italia dalla prossima estate.
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Nissan Micra e Opel Corsa
Consumi ed emissioni
la sfida ricomincia da qui
MARCO SCAFATI
orsa e Micra. Due nomi
familiari, ai quali il tempo e una certa tradizione hanno permesso di
abituarsi. Due storie che spesso
si sono intrecciate, a livello commerciale, a partire dall’arrivo
quasi contemporaneo sul mercato europeo, all’inizio degli anni ‘80. Con la giapponese che dà
un contributo importante nel
tempo alla notorietà del marchio
Nissan, conosciuto fino a quel
momento soprattutto per fuoristrada e supercar. E con la collega tedesca a rivoluzionare gli
schemi teutonici di allora, in
virtù dell’impostazione trazione
anteriore/motore trasversale, e
divenire col tempo una delle citycar più note del panorama automobilistico.
Tanti i motivi, dunque, e le storie. L’ultima in corso di stesura a
Ginevra, dove la Micra si presenta con una generazione nuova di
zecca, mentre la Corsa con un restyling più di sostanza che di forma. Una storia che tuttavia, anche in questo caso, trova punti di
contatto. Innanzitutto nel co-
C
In arrivo
La futura generazione della
Opel Corsa è attesa per la fine
del prossimo anno: riprenderà
molte idee e contenuti
dall’attuale Astra
e addirittura dalla più grande
Insignia
mune rinnovo del parco motori,
che nel caso della Corsa è anche il
tratto più sostanzioso del rinnovamento in atto. La rivisitazione
ha fatto sì che ora la berlinetta di
Russelsheim possa vantare
un’intera gamma, benzina e diesel Euro 5, proponendo tra l’altro
il 1.3 CDTI da 95 Cv ecoFLEX che
emette solo 98 g/km di CO2. Ma
non è finita, perché la Corsa 2010
può anche annoverare tutta una
serie di interventi su telaio e sterzo volti a migliorarne il comfort di
marcia e la precisione negli inserimenti. Una crescita globale
delle prestazioni dunque, che si
accompagna ad un listino sostanzialmente invariato, con
prezzi a partire da 11.300 euro.
Ma soprattutto un modello che
dovrà contribuire in maniera sostanziosa al rilancio della Opel, le
cui strategie, come annunciato
dall’ad Nick Reilly, prevedono il
rinnovamento di almeno l’80%
delle linee prodotto ed il conseguente ritorno ai profitti al più
tardi nel 2012.
Un lavoro del genere se lo
aspettano anche in Nissan dalla
quarta generazione della Micra.
Per buttarne giù il progetto la casa giapponese ha convocato in
madrepatria le proprie menti migliori da tutto il mondo, e il risul-
tato non poteva che essere una
world car a tutti gli effetti. Qualità
al primo posto, insieme a linee
robuste e più accattivanti. Il nuovo motore 1.2 benzina a tre cilindri da 80 Cv è derivato da quello a
quattro che già equipaggia Note
e Qashqai, ed è disponibile anche
in versione sovralimentata da 99
Cv, che grazie alla funzione start
and stop limita le emissioni di
CO2 a 95 grammi per chilometro.
Saranno queste, almeno inizialmente, le scelte disponibili in Europa: per ora niente diesel, sostituito nei paesi più sensibili al gasolio dall’opzione GPL.
Ma la vera novità è forse il ripensamento a 360 gradi della
strategia che riguarda la produzione e il lancio della Micra. Almeno nella fase iniziale, questa
verrà prodotta in India e commercializzata sia qui che in Cina,
ovvero in quei paesi che hanno
dimostrato potenzialità di crescita superiori a qualsiasi altro. Si
spezza dunque la consuetudine
che vede il Giappone e l’Europa
(in Italia debutterà a novembre)
come apripista dei nuovi modelli Nissan. Potenza del mercato, e
della globalizzazione.
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