davide mengacci a dm: scene da un matrimonio e` il primo reality

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davide mengacci a dm: scene da un matrimonio e` il primo reality
DAVIDE MENGACCI A DM: SCENE DA UN MATRIMONIO E’ IL PRIMO REALITY
ITALIANO. NON HO SIMPATIA PER IL TIPO DI TV CHE FA MIO FIGLIO RUDY ZERBI
23 novembre 2012 | Mattia Buonocore
Davide Mengacci
Sposato dal 1999 ma legato sentimentalmente da 27 anni. Un’esperienza certamente utile per il
ritorno di un programma cult degli anni 90, messo in soffitta per qualche tempo ed ora pronto a
dare nuovamente prova di sé. Davide Mengacci da domani, 24 novembre, alle 20.05 su Rete4
sarà al timone di ‘Nuove Scene da un Matrimonio’.
Com’è nata l’idea di riproporre Scene da un matrimonio?
In realtà è un’idea coltivata da quando abbiamo smesso di realizzarlo diciotto anni fa ma per mille
motivi non si è più rifatto. Sono contento del suo ritorno perchè in questi anni ci sono stati tanti
programmi sul matrimonio ma mai nessuno ha puntato sull’aspetto sentimentale, cosa abbastanza
curiosa perché i sentimenti sono il primo motivo per cui si fa un matrimonio.
Crede che il successo dei programmi dedicati al matrimonio in onda sui canali specializzati
possa avere influito sulla riproposizione del format?
Io non credo perchè sono già molti anni che tali programmi vanno avanti. Non so dire il perché
Mediaset abbia deciso di proporlo oggi e mi interessa in modo relativo. A me basta sapere che si
tratta di un programma storico della tv italiana, che ha costruito il costume italiano.
E’ vero che è stato fondamentale l’apporto di Silvio Berlusconi per la nascita di Scene da un
Matrimonio?
Sì. Quando lui si occupava di televisione, è stato il deus ex machina del programma. Vedendo la
puntata zero – messa appunto dall’autore Gianni Ippoliti – che era dissacrante ed ironica, disse
testuali parole: “Mengacci il matrimonio è una cosa sacra, lei non lo può prendere in giro così”. Io
capii immediatamente il messaggio che era quello di conferire al programma un aspetto
nazionalpopolare e ho agito di conseguenza.
E’ contento della collocazione del programma?
Sono lusingato dalle aspettative che Rete 4 ripone in questo programma collocandolo in una fascia
così difficile. Allo stesso tempo sono molto ansioso di vedere cosa succederà perché è una fascia
apparentemente destinata ad un insuccesso, dominata dai telegiornali però il pubblico femminile,
che è quello a cui il programma si rivolge, potrebbe guardare altri tg o non guardarli affatto. Inoltre
può contare sul traino di Tempesta d’amore, un programma tipicamente femminile che è un
successo per Rete 4.
Com’è stato il suo matrimonio rispetto a quelli che ha raccontato in trasmissione?
Io mi sono sposato due volte, la prima in Chiesa, la seconda in Comune. Il matrimonio religioso è
stato molto sobrio, senza clamore e all’insegna della tradizione più classica. Il secondo
matrimonio, essendo io diventato relativamente celebre, è stato popolato da telecamere e
telegiornali. Nessuno dei due comunque è paragonabile alle nozze che vedremo in Scene da un
matrimonio che hanno per loro natura un’intenzione di spettacolarità.
Non c’è una sorta di esibizionismo in chi chiama le telecamere del programma?
Gli sposi partecipano perché vogliono che il giorno del loro matrimonio sia memorabile. Non c’è
mai stata voglia di apparire, è sempre stata una priorità degli autori quella di cercare di evitare le
coppie esibizioniste. Nonostante sia il primo reality della televisione italiana, in modo assoluto e
incontestabile, non ha mai avuto, con mia grande sorpresa, nessuno degli elementi dei reality che
conosciamo oggi dove chi partecipa lo fa per esibizionismo.
Sua moglie, Cini Liguori, è una regista. C’è un motivo per cui non lavorate più insieme?
Abbiamo smesso di lavorare insieme nel 1990 e da allora non l’abbiamo più fatto perché ci
portavamo a casa il lavoro e l’armonia familiare era contaminata dai discorsi di lavoro che
facevamo sul set. Dirò di più: lei curava la regia di Vivere e quando io ho partecipato ad un paio di
puntate, interpretando me stesso, la regia di quelle puntate volutamente non l’ha fatta mia moglie.
Ha seguito suo figlio, Rudy Zerbi, occuparsi dei matrimoni over di Uomini e Donne?
No, non guardo quel tipo di televisione per cui non ho simpatia. Con Rudy ci parliamo
regolarmente da padre e figlio, anzi ormai da padre a padre. Ho la grande fortuna di avere tre figli
di età diverse che mi permettono di fare con ciascuno di essi discorsi diversi: con l’ultimo, Guido,
che ha 19 anni, si parla di cose da ragazzini; con Matteo, che di anni ne ha 32, si parla di
problematiche di lavoro, mentre con Rudy, padre di tre figli, ci parliamo quasi da pari a pari e non
affrontiamo mai questioni di lavoro.
Quale tra i vecchi programmi che ha fatto vorrebbe riproporre?
I miei programmi hanno avuto due caratteristiche: la lunghezza e il fatto di essere sempre stati
molto copiati. Posso citare il caso di Perdonami, prima migliorato da Alberto Castagna con
Stranamore, poi da Maria de Filippi con C’è posta per te. Io mandavo a casa un mazzo di fiori, la
De Filippi manda un postino, nella sostanza il programma è quello. Io sono stato anche il primo a
riprendere il filone delle candid camera di Nanni Loy. Dopo di me non c’era programma in quegli
anni, che fosse giornalistico o d’intrattenimento, che non contenesse una candid. Rifarei volentieri
La Domenica del Villaggio che mi ha consentito di fare quello che ho sempre desiderato: cultura
popolare con la televisione.
Con lei c’era anche Mara Carfagna.
E’ stata indubbiamente una tra le mie collaboratrici più valide, una meravigliosa esecutrice molto
precisa e diligente di quella che era la struttura generale al programma. Ricorderei con maggiore
evidenza, però, così come il pubblico la ricorda, Rosita Celentano. Accanto a me ci sono state
anche Maddalena Corvaglia, Barbara Gubellini e altre 2 o 3 ragazze, ciascuna ha dato un apporto
al programma ma ogni volta che io arrivavo in un paese mi chiedevano di Rosita. Merito di
personalità, stravaganza, brio e anche bellezza.
Rispetto a vent’ anni fa è aumentato il numero di divorzi, crede che questo dato possa
nuocere ad un programma che si basa sull’aspetto sentimentale del matrimonio?
Non lo so, lo vedremo con i dati d’ascolto e di gradimento. Ormai grazie a Internet conoscere le
opinioni è diventato più semplice rispetto all’inizio, prima c’era solo un controllo quantitativo del
lavoro svolto ora anche qualitativo grazie a fonti di informazione come i blog. E’ la rivoluzione.