D PBS PBS WP1 WP2 AM D M
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D PBS PBS WP1 WP2 AM D M
ESPERIENZA 5: MODULAZIONE DELLA LUCE MEDIANTE UNA CELLA DI POCKELS 1. Modulazione di ampiezza Il modulatore di ampiezza è costituito da due cristalli di LiNbO3, lunghi 40 mm nella direzione lungo la quale si propaga il fascio laser, e di dimensioni 3 x 3 mm nel piano ortogonale. I due cristalli sono orientati perpendicolarmente tra loro, in modo da compensare la birifrangenza statica. Il modulatore AM è montato in modo che il connettore BNC all’esterno sia a 45° rispetto al piano orizzontale. La direzione della polarizzazione del fascio laser in ingresso può essere indifferentemente verticale (V) o orizzontale (H). Prima configurazione Facciamo riferimento all’apparato mostrato in Figura 1: il fascio laser attraversa nell’ordine: un PBS, il modulatore di ampiezza AM, una lamina λ/4 (WP1, N.B.: è strettamente necessario utilizzare WP1 solo per la misura dei parametri di Stokes), una lamina λ/2 (WP2) e un secondo PBS. L’intensità trasmessa dal secondo PBS viene misurata dal detector D. L’esperienza si sviluppa attraverso i seguenti passaggi: - Prima di inserire AM, WP1 e WP2, allineare i due PBS con la stessa procedura descritta nell’ Esperienza 5. Trovare poi la corretta direzione dell’asse ottico delle lamine WP1 e WP2. - Effettuare l’analisi di Stokes del fascio laser. - Ruotare WP2 di 45°, in modo da minimizzare 1 l’intensità trasmessa dal secondo PBS. - Inserire il modulatore AM (spento) e allinearlo in 2 modo da mantenere al livello minimo l’intensità trasmessa. Effettuare di nuovo l’analisi di Stokes del fascio laser. Dal valore dei parametri verificare che AM non abbia alterato lo stato di polarizzazione del fascio. - Misurare l’intensità trasmessa in funzione della tensione VAM applicata al modulatore, che può variare Figura 1 da 0 a circa 200 V. PBS D AM WP WP M PBS D - Mantenendo WP2 a 45°, verificare che l’andamento funzionale dei dati sperimentali sia del tipo sen2(aVAM), con a = (π/2)(1/Vλ/2), dove Vλ/2 corrisponde al valore della tensione per cui AM determina un ritardo di fase di π tra le polarizzazioni H e V. A questa tensione il segnale trasmesso dal secondo PBS è massimo. - Confrontare il valore trovato con quello aspettato Vλ/2 = 125 V. Seconda configurazione - Utilizzando lo stesso allineamento dei diversi elementi ottici inserire uno specchio (M) all’uscita di AM, prima del secondo PBS, e allinearlo ortogonalmente al fascio laser (cfr. Figura 1). In questo modo il fascio passa due volte attraverso il modulatore, quindi lo sfasamento indotto tra H e V è doppio, a parità di tensione, rispetto a quello della prima configurazione. Posizionare il detector D in modo da rivelare la radiazione riflessa lateralmente dal primo PBS, corrispondente alla polarizzazione V. - Ripetere le misure precedenti e verificare che in questo caso l’andamento dei dati sperimentali è del tipo sen2(2aVAM). - Confrontare il valore trovato di Vλ/2 con quello aspettato. - Nel caso VAM = Vλ/4, quale è la polarizzazione del fascio dopo il primo passaggio della luce nel modulatore, cioè nello spazio compreso tra AM e lo specchio M? - Nel caso VAM = Vλ/4, quale sarebbe il comportamento di AM se la polarizzazione del fascio al suo ingresso fosse circolare? 2. Modulazione di fase D L M2 Pz PM M1 Figura 2 BS PBS WP In questa esperienza studiamo l’effetto di sfasamento indotto sul campo laser dalla tensione VPM applicata al modulatore di fase PM. A differenza del caso precedente, gli assi dei due cristalli che compongono il PM sono questa volta paralleli e il modulatore PM è montato in modo che il connettore BNC all’esterno sia sul piano orizzontale. Inoltre la polarizzazione richiesta del fascio in ingresso è V. In questo modo l’unico effetto indotto dal campo applicato è dato dallo sfasamento, δ = (π)(VPM/Vλ/2). Il PM viene allineato all’interno di uno dei due bracci dell’interferometro di Michelson, tra lo specchio M1 e il Beam Splitter (BS). Lo specchio dell’altro braccio (M2) viene finemente spostato con il trasduttore piezoelettrico (Pz, vedi Figura 2). La polarizzazione del fascio laser uscente dal PBS, viene trasformata da H a V per mezzo di una lamina λ/2 (WP) orientata a 45°. La relazione che lega lo spostamento ∆L di M2 alla tensione VPz applicata a Pz è ∆L = λ(VPz/V’λ), dove V’λ necessaria per fare uno spostamento pari a λ = 633 nm. Il cambiamento di cammino ottico 2∆L del fascio riflesso da M2 corrisponde quindi a uno sfasamento ∆φPz = 4π(VPz/V’λ). Lo spostamento di Pz deve essere tale da compensare lo sfasamento indotto dal PM in un doppio passaggio. Vale quindi la condizione ∆φPz = 2δ → 2(VPz/V’λ) = VPM/Vλ/2. - Misura di V’λ: partendo dalla condizione VPz = 0, VPM = 0, allineare l’interferometro su un minimo di interferenza. Misurare la tensione applicata a Pz, necessaria per passare al minimo successivo. - Aumentando la tensione VPM misurare il valore di VPz necessario per mantenere l’interferometro in condizioni di interferenza distruttiva. - Verificare che l’andamento funzionale dei dati sperimentali sia del tipo: VPz = ½V’λ(VPM/Vλ/2). - Confrontare il valore trovato di Vλ/2 con quello aspettato.