Con `E figlie so` piezze `e core" al Teatro Troisi

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Con `E figlie so` piezze `e core" al Teatro Troisi
18/03/2016
Con 'E figlie so' piezze 'e core" al Teatro Troisi torna la grande Sceneggiata con Antonio
Ottaiano
Figlio carnale di una Napoli eternamente canora ed inarrestabile paladino della grande “Sceneggiata”, Antonio
Ottaiano, torna alla ribalta con “E figlie so' piezze 'e core”, i tre atti e tre quadri di Enzo Vitale ispirati alla celebre lirica
del 1930 di Libero Bovio e Ferdinando Albano. In cartellone al teatro Troisi dal prossimo 9 aprile con la Anfhoras
Production di Carmine Gambardella e continuando a mantenere vive nella memoria le gesta dei due capocomici
inventori del genere, Salvatore Cafiero ed Eugenio Fumo, l’artista Ottaiano riconduce in scena, tra canzoni e
passioni, la vera essenza di un popolo che, da sempre, nasconde le più dolorose lacrime dietro le risate. Con
l’intenzione di rispettare gli antichi canoni della scena popolare napoletana, seguendo il solco tracciato dal suo
maestro Mario Merola, del quale rimane incontrastato erede spirituale ed artistico, Ottaiano, accattivante e
trascinatore, continua così imperterrito in quella che sembra una vera e propria missione. Nell'offrire, nuova linfa vitale
alla classica “Sceneggiata”, evidenziandone tutta la forza espressiva, l'attore e cantante, con “E figlie so' piezze 'e
core” presenta un'attenta versione dello struggente spettacolo, affrontando con piglio moderno le tematiche del testo
fino a sovvertire persino il tradizionale epilogo. Fermamente ancorato alle radici di un genere che intende rilanciare,
Antonio Ottaiano, prosegue in un'operazione artistica capace di trasformarsi in uno strumento di comunicazione
popolare. Riportando passionalmente in auge e senza contaminazioni, quella stessa “Sceneggiata” che trasferì per la
prima volta sulle tavole del palcoscenico valori come l’onore, l’amicizia ed il senso di paternità, Ottaiano propone oltre
al carisma di un cantante ed attore di sicuro impatto sul pubblico, un lessico appartenente alla trasmissione verbale
ufficiale della tradizione. Ovvero, un repertorio ed un frasario, capace di mostrare quanto l’artista abbia compreso i
contenuti del grande codice della comunicazione popolare. Illuminato e sostenuto da una storia che sopravvive ai
tempi, Antonio Ottaiano, con la direzione di una regista raffinata ed attenta come Velia Magno e l'accompagnamento
dal vivo dell'Orchestra Fiscale, intende soprattutto confermare una volontà che da tantissimi anni lo vede in prima linea
per la rivalutazione dell’inestimabile forma di spettacolo. Forte dei consensi ottenuti nel tempo da pubblico e critica,
Ottaiano, con la sua nutrita compagnia tra cui gli attori e cantanti Maria Del Monte, Antonio Buonomo e Mario
Aterrano, riporta tra il pubblico tutta la sua vigorosa comunicatività. La stessa che sulle ali di un lavoro come “E figlie
so' piezze 'e core”, dimostra ancora oggi, l'ineguagliabile forza di un genere amato da tutti i napoletani veri.