Tezenis, il cocktail è riuscito Marcelletti applaude Crespi

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Tezenis, il cocktail è riuscito Marcelletti applaude Crespi
L'INTERVISTA. L'ex coach della Scaligera analizza la stagione e i nuovi equilibri che governano la squadra gialloblù
Tezenis, il cocktail è riuscito
Marcelletti applaude Crespi
«La qualità si sposa all'esperienza
Le sue squadre sanno uscire
sempre al momento della verità
Chikoko? Intimidatore d'area»
Simone Antolini
l'importanza
Scaligera».
dell'universo
ligera».
li nuovo pacchetto lunghi?
«Tezenis Dream». Un drink
soft ma deciso. Zuccherato
ma non troppo. Dentro ci
stanno speranza e ambizione. Questo ha raccontato la
partita di Trieste. Verona
splendida, autorevole, sempre al comando, Ma è la prima, solo la prima, di una lunga serie di prove d'esame da
non sbagliare. Tuttavia, le
premesse sono buone, molto
buone. E l'analisi lucida e
competente di Franco Marcelletti, ex di Verona, e coach
di grande valore, aiuta a capire come si è trasformata la
Scaligera durante l'estate.
Marcelletti, come giudica la nuova Tezenis?
«Credo sia stato creato il giusto mix tra qualità ed esperienza. Il gruppo, nel suo
complesso, va considerato eccellente. Elementi come Boscagin, Michelori, Da Ros e
lo stesso Cortese, abbino ottime qualità individuali alla
giusta malizia che una squadra come Verona deve avere».
Similitudini?
«Spanghero ha fatto la stessa
scelta di De Nicolao: scendere di una categoria per sposare un progetto che potrà sicuramente valorizzarlo. L'intuizione è stata quella di capire
Quali sono le attitudini richieste
dal campionato?
«La serie A propone un atletismo esasperato. Qui è diverso: la differenza la fa la lettura tattica dell'allenatore. Ma
anche la capacità del play di
chiamare i giochi».
Crespi?
«Stafacendo crescere il gruppo. E la crescita è continua.
Di Marco mi piace dire questo: le sue squadre arrivano
al momento giusto. Non pensate al presente, che è comunque buono, ma al futuro. La
Scaligera con lui alla guida è
destinata ad evolvere ancora
molto».
Prime impressioni buttando gli
occhi in campo?
«La base è solida, la difesa è
ottima, c'è la giusta fisicità».
Chikoko?
«È il tipo di pivot che voleva
Crespi. Tutto è cambiato rispetto a Monroe. Questa è
un'altra storia, Chikoko è un
intimidatore d'area, un efficace rimbalzista. Verona con
lui gioca un basket veloce,
aperto, alla ricerca di tiri facili. L'area diventa un bunker,
non permette all'avversario
mai di prendere tiri semplici
Ma dentro a questa valutazione sta l'essenza di tutta la Sca-
«Abili e intercambiabili. Scelti perché capaci di fornire
grande versatilità, Michelori,
per esempio, può marcare un
tre, un quattro e un cinque.
Per Ricci e Da Ros vale lo stesso discorso: muscoli, intelligenza e capacità di adattamento».
Ma alla fine, quello che conta è di
non cadere nel baratro come era
successo ad Agrigento, lo scorso
maggio
«Credo che la squadra, in tutte le sue componenti, sia stata pensata anche per questo.
C'è una predisposizione a
non subire la tracotanza
dell'avversario e una buona
capacità a marcare sul perimetro. Faccio un passo indietro: a giugno vedremo in campo ormai la vera Tezenis di
Crespi. Pronti al momento
giusto».
Le altre armi di Verona?
«Intensità difensiva, pericolosità offensiva distribuita su
più giocatori. Il fisico, poi,
aiuta. E Verona ha taglia. In
serie A2 si trovano spesso tanti "quattro" che giocano da pivot. La Scaligera sotto canestro e la squadra di Crespi dispone dei centimetri, della
forza e dell'energia per contrastare chiunque. In più, mi
pare che anche la responsabilità sia stata ben distribuita.
La Scaligera è squadra che dispone della giusta personalità. E questo è un fattore che
aiuta Verona in caso arrivassero infortuni o cali di forma».
Altre appunti?
«Ho visto un Da Ros più coinvolto nella manovra. La palla
si muove veloce, agli avversari non vengono dati particolari riferimenti, l'attacco è partecipato, dietro Verona alza il
muro. Nessuna squadra, poi,
è così profonda. Il modo di di-
La grinta di Franco Marcelletti in panchina
Gli arbitri
della sfida
con Roseto
fendere è 'contagioso'. Chi va
in campo non si può tirare indietro, non può far finta di
niente. Michelori è l'esempio: si sbatte per gli altri e lo
fa in silenzio. La sua è forza
di squadra. Rice? Muove la
palla, sa sempre cosa fare. Mi
piace il suo atteggiamento positivo». •