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#3/2013
Articolo: Ballo elettrizzante
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Ballo
elettrizzante
Il ballo è energia allo stato puro. Sulla scorta di questa consapevolezza, un inventore lo
sfrutta ora per produrre corrente elettrica, trasformando la pista da ballo in una centrale
ecologica.
I bassi pompano, lampi di luce guizzano sulla pista da ballo e i ventilatori ruotano a tutta velocità. Eppure i
nottambuli del «Club Watt» di Rotterdam potevano darsi alla pazza gioia con la coscienza perfettamente pulita: a
ogni passo di danza, infatti, essi producevano energia pura. Il fulcro di questa prima discoteca ecologica, che nel
frattempo ha chiuso i battenti, era la sua pista da ballo elettromeccanica flessibile: il pavimento cede infatti di
qualche millimetro sotto il peso dei ballerini, e così l’energia cinetica prodotta da queste oscillazioni viene
convertita in elettricità secondo il principio della dinamo e incanalata all’interno di accumulatori. Quasi un terzo
della corrente consumata dal palco del DJ viene prodotta dai ballerini in qualità di «generatori umani».
Ballo elettrizzante
«100 ballerini in un’ora producono la bellezza di 3000 Watt», calcola l’inventore dell’«Energy Floor», Michel Smit.
«Non male per iniziare». Finora la sua invenzione è servita soprattutto a scopi pubblicitari. «Energy Floor» mobili
fanno bella mostra di sé con i loro spettacolari effetti a show automobilistici, eventi di grandi marchi e congressi a
tema ambientale. Eppure l’energia cinetica racchiude in sé un potenziale decisamente superiore. Presso la
stazione della metropolitana di Londra West Ham è stato già installato un elemento fisso in grado di generare luce
passo dopo passo, e presso lo stadio di calcio del Feyenoord Rotterdam sono stati integrati sotto i piedi dei tifosi
moduli di ultima generazione: ogni volta che essi balzano in piedi – come spesso capita – producono energia
elettrica che viene poi alimentata nella rete pubblica. Questi primi esperimenti dimostrano così che aeroporti,
stazioni ferroviarie e zone ad alta frequentazione pedonale – ossia tutti i luoghi dove un gran numero di persone si
muove a piedi – potrebbero presto diventare fonti energetiche.
In forma come… un generatore
Kilowatt prodotti dalla potenza muscolare: succede anche nel mondo del fitness. L’azienda SportsArt Fitness ha
realizzato attrezzature sportive speciali in grado di produrre corrente elettrica attraverso i movimenti di
sollevamento, trazione, resistenza e pedalata degli utenti, commercializzate sotto il nome di «Green System».
Attualmente sono in fase di test con ottimi risultati su home trainer presso la Tennessee Technological University
negli USA. Il Green System è composto da una cosiddetta «Booster Box» e attrezzature sportive speciali: dieci
macchine per pesi vengono collegate a un’apposita scatola che funge da accumulatore, producendo circa due
kilowattora di energia elettrica l’ora. Anche a Berlino esistono già due centri fitness con apparecchiature sportive
collegate a generatori che inviano la corrente prodotta attraverso i duri allenamenti direttamente alla rete. Che dire
dunque? Sudare fa quindi bene al clima…
Pedalare e frenare all’insegna dell’efficienza energetica
La produzione di corrente elettrica nella bicicletta vanta una tradizione quasi secolare. Grazie al moderno mozzo
dinamo posizionato sull’asse e ai terminali mobili questa modalità di produzione energetica acquista ora nuovo
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slancio. Moduli di ultima generazione, come la dinamo Harvester, consentono ora di caricare la batteria di
smartphone e tablet pedalando: certo, occorrono un paio di chilometri, ma è davvero un metodo molto pratico visto
che molti ciclisti si portano dietro questi dispositivi. Anche nel caso delle e-bike (Pedelecs), non ecologicamente
corrette al 100%, risulta possibile convertire l’energia cinetica passiva in energia elettrica. Come? Frenando,
secondo il principio del «recupero» – una modalità che conviene sempre quando si percorrono tratti in discesa e
durante le varie soste e ripartenze nel traffico urbano. I primi sistemi sono già disponibili sul mercato.
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Energia direttamente dai pantaloni sportivi
Il 70% di tutte le persone che praticano jogging ascolta musica durante la corsa con il proprio
smartphone o con altri lettori mobili, che ben presto esauriscono la carica. Gli studenti dell’Istituto per la
sostenibilità e l’energia della Northwestern University negli USA mirano a cambiare questa realtà grazie
a «my power». Si tratta di un piccolo caricabatterie che il jogger può applicare ai pantaloni in vita; al suo
interno, un magnete ruota in una bobina producendo così, a ogni passo, energia che va a caricare la
batteria tramite un cavo USB. Secondo gli studenti, bastano 45 minuti di jogging per caricare una
batteria per 8-9 ore. Non si sa ancora quando questa «cella energetica» entrerà in produzione di massa,
ma di certo contribuirà a rivoluzionare i pantaloni sportivi.
Piccoli, ma buoni: «micro parchi eolici»
Una creazione dell’Università del Texas apre nuove prospettive sul futuro: micropale eoliche. Sono
piccole, anzi piccolissime, e molto robuste. Dieci minirotori sono grandi quanto un chicco di riso e un
centinaio di essi, a mo’ di mini parco eolico, sarebbero in grado di generare corrente elettrica su
un’apposita custodia speciale per telefoni cellulari. Insomma, per caricare la batteria basterebbe
soltanto infilare il telefono nella custodia munita di questi micro generatori e agitarla in aria per qualche
minuto.
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