Barrito n.2
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Barrito n.2
Rubrica fissa per tenervi informati su quello che ufficialmente succede in Dipartimento, cioè dei resoconti sul Consiglio Corso di Studi e sul Consiglio di Dipartimento, o su quanto altro di “ufficiale” vi accada. Resoconto dell'ultimo periodo: – Consiglio Corso di Studi del 16.11.04: i corsi di laurea di I e II livello confluiscono in un'unica struttura didattica aggregata denominata SDAI; il Consiglio rivede la sua programmazione didattica ed aggiunge due settimane di didattica anche a Gennaio. – Consiglio di Dipartimento del 23.11.04: i ricercatori del Dipartimento annunciano che saranno promotori di iniziative per protestare contro il decreto Moratti, come l'astensione dalle lezioni e dall' effettuare esami. – Consiglio di Dipartimento del 14.12.04: non viene rilevato nulla di particolare. www.scenariopubblico.com _________________________________________________ Per sponsorizzare il B@rrito: [email protected] www.asiconline.org/ilbarrito -L'Editoriale di Peter Oliveto -Freelosophy:Brevetti software di Giuseppe Patanè -Accessibilità dei contenuti web: Accessibilità legislativa di Cristiano Longo -Fotografia digitale: Come scegliere la macchina fotografica (2a parte) di Mauro Micheli -L'Antipatico: Tarantino rex populi di Peter Oliveto -Misteri:Cydonia, un mistero analizzato dall'informatica (3a parte) di Vincenzo Bonfiglio -Internet e dintorni: Guida alla navigazione di Salvatore Davide Rapisarda -La vignetta: Il Natale e l'accessibilità di Giovanni Tomaselli ( [email protected] ) -Che succede in dipartimento di Gigi La Mantia _______________ Coordinamento Coordinatore: Peter Oliveto. Impaginazione: Salvatore Di Mauro. Disegno e grafica: Salvatore Francesco Spoto. Contatti mail: [email protected] www: www.asiconline.org/ilbarrito Finalmente siamo a regime. Si avvicina il Natale ed è tempo di fare shopping per acquistare i regali per amici e parenti. Perché non utilizzare la rete per effettuare i nostri acquisti? Se soffrite di stress da traffico automobilistico, se siete pigri e non volete muovervi da casa o, semplicemente non avete tempo per camminare tra le vetrine dei negozi, il web può diventare il luogo ideale per farsi venire qualsiasi idea-regalo. Molti siti web che offrono un servizio di e-commerce mettondo a disposizione delle “vetrine virtuali” dove poter trovare delle idee originali. Se invece sapete già cosa acquistare e volete trovare l'offerta migliore in assoluto potete visitare il sito www.kelkoo.it, dove troverete un'efficiente motore di ricerca per individuare un qualsiasi oggetto al prezzo più basso, indirizzandovi anche sul sito web dove effettuare l'acquisto. Se invece volete risparmiare ancora potete provare a visitare il famoso portale di aste online. Sto parlando appunto di eBay ( www.ebay.it ), dove è possibile acquistare qualsiasi oggetto che può essere venduto ( quindi evitate di cercare animali domestici, droga, organi da trapiantare al nonno, o armi. Ndr) . Il numero scorso è uscito subito dopo la cerimonia d'apertura dell'associazione. In quell'occasione ci siamo proposti di svolgere diverse attività: tante belle idee ma, non dico niente, ma quasi di concreto. Da allora è passato appena un mese e neanche nelle più rosee aspettative poteva andare tutto così liscio: i workshop sono partiti e ce n'è per tutti i gusti; si è fatto un Linux Installation Day con numerose installazioni completate; abbiamo partecipato al Linux Day di Caltanissetta presentando uno dei progetti di punta (Accessibilità) dell'associazione, si è chiuso il sondaggio che avevamo promesso riguardante il cineforum(Tarantino rex populi) e dulcis in fundo ha bussato alla porta un giornalista della RAI e ha realizzato tre interviste all'A.S.I.C che andranno in onda in tre puntate diverse della trasmissione NEAPOLIS. Il Barrito non è da meno: se sono evidenti i progressi apportati da numero a numero sotto l'aspetto grafico, mi sento di dire che si cresce anche dal punto di vista contenutistico; se si considera che la testata pubblica qualunque scritto i soci presentino, il merito di tale crescita va dato ai rubrichisti stessi. Pur essendo Il Barrito la voce di un'associazione a-religiosa, crediamo che il natale sia pur sempre momento di riflessione, e inoltre è ormai festeggiato anche in paesi scintoisti-buddisti (fifty/fifty?) come il giappone. In un età in cui al cinema viene presentato, in questi giorni, il film “Babbo Bastardo”, e nell'aula magna del dipartimento di Ingegneria, proprio sotto le feste, viene trasmesso “Totò che visse due volte” di Ciprì e Maresco e in città suonano in concerto i greci “Rotting Christ”, non possiamo certamente sentirci trasgressivi con la vignetta della new-entry Giovanni Tomaselli, ma crediamo che questa sia comunque un invito, forse un po' covattiano, alla riflessione, e un modo per ribadire che la political correctness non è di casa. Buone feste a tutti. Non mi resta che augurarvi un sereno Natale e un felice anno nuovo Peter Oliveto In realtà, al ben ponderato ed approfondito studio di scienziati come Carlotto e DiPietro, la NASA può soltanto contrapporre una assunzione secondo la quale una spiegazione naturale alla fine si troverà. Anche se non riportato nei precedenti articoli, le strutture presenti su Marte riportano intrinsecamente, nelle loro forme e dimensioni, la sezione aurea: vediamo adesso di capire di cosa si tratta e perché ne parliamo. La volta scorsa ho introdotto il pensiero di Stallman in merito al concetto di Libertà del software ed ho formulato esempi in merito al tentativo di limitare tale libertà da parte dei “potenti”. Vorrei iniziare ad approfondire alcuni punti critici anticipati sul numero scorso. Brevetti Software. Il brevetto, in generale, è uno strumento nato per tutelare, colui che inventa qualcosa, dallo sfruttamento commerciale operato da terzi senza il permesso dell'inventore. In linea di principio è uno strumento utile, ma se ci si ferma all'affermazione precedente. Analizzandolo un po' meglio e cioè entrando nei dettagli attuativi, scopriamo che in base ai campi d'applicazione il brevetto può diventare “pericoloso”, un freno allo sviluppo, garanzia solo per i detentori dello stesso. La sezione aurea (nota anche come rapporto aureo, numero aureo, costante di Fidia e proporzione divina), è la parte di un segmento che risulta media proporzionale tra l'intero segmento e la parte rimanente. In pratica è la soluzione della proporzione 1:x=x:(1-x) e rappresenta un numero irrazionale. Graficamente, la sezione aurea può essere rappresentata da un segmento diviso in due parti a e b, tali che il rapporto tra l'intero segmento a+b e la parte più lunga a sia uguale al rapporto tra la parte più lunga a e la parte più corta b. Facciamo un esempio: Se chi ha inventato la sedia avesse depositato un brevetto spiegandone in generale le funzionalità e senza specificarne una forma precisa, avrebbe avuto l'esclusiva nella produzione di sedie, ovvero nessuno avrebbe potuto creare e vendere sedie di alcun tipo senza pagare le royalties all'inventore. Se invece il brevetto fosse collegato ad un design particolare il problema non si porrebbe, in quanto il brevetto coprirebbe solo l'aspetto estetico della sedia, non la sua funzionalità. Fu studiata dai Pitagorici i quali scoprirono che il lato del decagono regolare inscritto in una circonferenza di raggio r è la sezione aurea del raggio e costruirono anche il pentagono regolare intrecciato o stellato, o stella a 5 punte che i Pitagorici chiamarono pentagramma e considerarono simbolo dell’armonia ed assunsero come loro segno di riconoscimento. Tale “rapporto” è stato molto utilizzato come “strumento” costruttivo di alcune tra le più grandiose opere dell'ingegno umano, utilizzato in modo perfetto, o con piccolissimi margini d'errore, da culture e popoli diversi e lontani geograficamente per edificare megalitiche costruzioni. Perché ho fatto questo esempio? Ebbene al parlamento Europeo da un paio di anni è in discussione una legge che estenda la tutela dei brevetti al Software. Dal prossimo numero in poi utilizzeremo tale “rapporto” come guida, il nostro “Virgilio dantesco” nel mare magnum dei misteri che circondano e circonderanno sempre la vita su questo piccolo “puntino blu” all'interno del vastissimo “Universo nero”. Dove sta allora il problema? Il problema è nelle modalità di espletamento di tale legge sui brevetti software. Si vuole dare la possibilità di brevettare Algoritmi, ovvero l'insieme finito di passi necessari per risolvere un dato problema. Cioè non brevettare un programma particolare tipo Adobe Acrobat, ma gli algoritmi che consentono ad Acrobat di funzionare. Link di Riferimento Immaginate per un attimo se algoritmi come il Quicksort, il Bubblesort, ed in generale tutti gli algoritmi di ordinamento fossero stati coperti da brevetto. http://www.cydoniacodex.com/ http://www.newfrontiersinscience.com/martianenigmas/ http://it.wikipedia.org/wiki/Sezione_aurea/ http://www.iisalessandrini.it/progetti/3d/partenon/mate.htm http://www.liceoberchet.it/ricerche/sezioneaurea/sez5.htm Come si sarebbero potuti scrivere programmi come i Database, piuttosto che le rubriche telefoniche, e tutto ciò che fa uso di algoritmi di ordinamento? Ma la cosa più grave è che l'Ufficio Brevetti Europeo, senza che alcuna legge sia stata ancora approvata, ha già in deposito una miriade di brevetti software depositati dalle grosse multinazionali che non aspettano altro che tale legge sia approvata per farli valere. Come accennato nel precedente articolo, il “volto” non è l'unico abitante di Marte, l'intera piana circostante è cosparsa di particolari “costruzioni”. La ricerca dei “compagni” del volto ebbe inizio da una frase pronunciata da un giornalista, presente al JPL nel momento in cui venne scoperto: «Le linee del Volto sono lì per indicarci dove atterrare». Ignorando il sarcasmo sottinteso, un responsabile del JPL, decise di prendere in seria considerazione il fatto che il volto stesse ad indicare qualcos'altro e incomincio a cercare altri “monumenti” nella piana di Cydonia. Questa sua ricerca, continuata anche da altri, consentì la rilevazione di altre strutture. La città e il forte. Considerando che il “costruttore” del volto avrebbe voluto godere della sua vista, fu tracciata una linea a 90 gradi dall'asse verticale della struttura. Questa arriva ad un gruppo di quattro colline disposte a croce al centro delle quali è possibile un gruppo di dieci forme geometriche piramidali (Città); più ad est si trova una struttura dai margini diritti che sembra essere composta da due immensi muri (Forte) che racchiudono uno spazio rettangolare simile al maschio di un castello. La scogliera. A 23 chilometri ad est del Volto, venne osservata una curiosa formazione che giace, stranamente, intatta su una colata di materiali eruttati da un cratere, il che fa supporre ad una sua “creazione” post eruzione. Tale struttura potrebbe essere una piccola mesa a forma di cuneo oppure un gigantesco muro. Vicino alla città si posso distinguere sedici piccole colline ovali, sono disposte secondo uno schema che non risulta immediatamente ovvio, almeno non ovvio come per le quattro colline della città. Sono talmente piccole che di esse non si può cogliere alcun dettaglio tranne la posizione e la dimensione. Il favo, non è altro che una parte del forte; praticamente, si tratta di alcune “celle” cubiche allineate deliberatamente in una configurazione architettonica addossata al Forte stesso. In conclusione, quante possibilità ci sono che simili formazioni dall'aspetto artificioso si verifichino naturalmente ed in tale numero contemporaneamente nello stesso posto? La posizione ufficiale della NASA è che tutte le strutture sono naturali al 100%, e i suoi scienziati si sono dati da fare per trovare soluzioni naturali a questo problema. Ufficialmente, dunque, continua a non esserci una spiegazione geologica naturale per le strutture di Cydonia. Ma non fermiamoci solo agli aspetti meramente economici. Come credete funzioni la ricerca scientifica? Si parte da quanto è stato fatto fino a quel momento e si procede migliorando quanto già esiste. Ma se quanto già esiste è brevettato come si può fare ricerca? Come si può modificare un algoritmo precedente se questo è brevettato a livello di “IDEA”? Ed inoltre, come si dovrà comportare la comunità in merito all'utilizzo di tali algoritmi? Ripeto non è solo un problema economico è un problema pratico! Se uno volesse scrivere un programma che faccia uso di un sistema di ricerca, un sistema di immagazzinamento dati efficiente, un sistema di compressione per l'archiviazione dei dati, un sistema di comunicazione via internet per lo scambio dati, etc.., cosa dovrà fare? Forse prima di iniziare a scrivere dovrà informarsi se gli algoritmi che intende usare sono liberi o coperti da “brevetto”? E se sono brevettati, dovrà chiedere autorizzazione, magari previo pagamento di royalties? E quanto tempo (vedi burocrazia) dovrà attendere per delle risposte. Il risultato, a mio avviso deleterio, sarà che solo grandi aziende saranno in grado di districarsi in questo marasma burocratico ed i singoli sviluppatori, quelli che da sempre hanno realizzato centinaia di migliaia di piccole utility non saranno più in grado di farlo, a meno di non incappare in qualche cavillo legale con qualche Major del Software. Scrivete per farmi sapere cosa ne pensate. Alla prossima! 4.E veniamo ai temi. E' triste constatare quanta gente sperava che l'A.S.I.C. avrebbe pagato loro il noleggio settimanale del DVD da Blockbuster per gustarsi in anteprima le americanate della stagione passata... non era questo il nostro intento... al ballottaggio finale i soci sono stati dei Terminators. Ormai è quasi da due anni che mi occupo di accessibilità di contenuti web, e ogni tanto, ripensando agli albori di questa mia passione, cerco di identificare il primo momento nel quale sono venuto a contatto con questa problematica. Ovviamente non riesco a ricordare il momento esatto ma so che il mio primo contatto con questo mondo avvenne con l'erogazione della proposta di legge relativa. Quello che è il mio ambito lavorativo mi impone di tenermi infatti sempre aggiornato sulle normative riguardanti le Pubbliche Amministrazioni, e la lungimiranza dei tecnici che sovrintendono e governano lo sviluppo tecnologico delle stesse, mi permettono spesso di entrare a contatto con realtà estremamente interessanti. La legge in questione è la 4/2004, denominata legge Stanca dal nome del Ministro per l'innovazione che ne fu promotore, e non come si potrebbe pensare, a causa del lungo e complesso iter per l'approvazione, ancora oggi non totalmente concluso. In realtà questa legge é il risultato di uno sforzo trasversale che è partito molti anni or sono dall'Europa e, ancora prima dagli Stati Uniti. La genesi della legge 4/2004 inizia nel maggio del 2002, quando viene costitiuta la Commissione interministeriale sullo sviluppo e l'impiego delle tecnologie dell'informazione per le categorie deboli. Il prodotto del lavoro della commissione è un libro bianco che fotografa la situazione dell'epoca in merito all'accessibilità e ad iniziative inerenti, già realizzate o in corso d'opera. Tale documento contiene anche delle raccomandazioni finali. Una di queste è la creazione di una normativa contente Norme per l’accessibilità dei siti Internet e delle applicazioni informatiche. Tale normativa prende il nome di legge 4/2004, divenuta legge dello stato il 17 Dicembre 2004. Contenuti della legge Stanca Questa legge introduce due concetti fondamentali, a garanzia dell'eguaglianza dei cittadini e dell'integrazione dei soggetti disabili o in difficoltà. Il primo è che deve essere garantito l'accesso ai servizi telematici ed informatici alla totalità dei cittadini, in particolare ai disabili. Questa è infatti la categoria che può trarre maggiore vantaggio dall'informatizzazione dei servizi pubblici e da quel complesso di interventi mirati a realizzare la cosiddetta democrazia elettronica. Affinché tuttavia tali servizi siano realmente fruibili da parte degli utenti con disabilità, è ovviamente necessario che siano offerti in un formato accessibile. La fantascienza è andata forte nonostante ci si avviasse verso un simil doppione , a dimostrazione che se il tema del cineforum dell'anno scorso era in una qualche maniera imposto, la scelta fosse comunque azzeccata. Il western è il genere che è andato peggio: siamo giovani... quella è roba da vecchi... però quando Tarantino si spara un quarto di Kill Bill (1/8 in totale) per esaltare l'opera di Leone stiamo davanti allo schermo con gli occhi spalancati e la bava agli angoli della bocca... ma Tarantino fa figo, il leone invece sta allo zoo che figo non fa più da diversi anni... Non si intuisce bene se gli studenti di informatica siano in massa anticristiani, e quindi non gradiscano la rappresentazione prettamente cattolica del diavolo nel filone demoniaco, o se di satana non ne vogliano sentire parlare perchè porti sfiga... intanto al cinema il diavolo non muore mai ed è dagli albori dello stesso fino all'altro ieri col prequel dell'Esorcista che al botteghino spacca i sederini... Su Miyazaki condivido la semi-stroncatura, dato che il film lo vogliamo vedere in italiano (50%) o al limite con i sottotitoli italo (25%) anglofili (25%)... ci saremmo dovuti vedere 4 volte Mononoke e 4 volte La città incantata, oppure una puntata di Conan un giorno sì e uno no per due mesi di fila... Polanski ha fatto il suo dovere... fargli fare una brutta figura è difficile quanto farne fare una bella al nostro presidente del consiglio... 5. Tra i temi richiesti ha vinto la pornografia: non ho capito se vi sentite spiritosi, se credete che guardandoli tutti insieme in aula 4 ci accresceremmo cul-turalmente, o se volete una mano con la scelta dei titoli: in tal caso vi consiglio “Concetta Licata” e “Dracùla” di Salieri, “Cicciolina e Moana ai Mondiali” ( tranquilli finisce bene... vince l'Italia), e per gli zoofili “Marina e la sua bestia” con Marina Hedman ex-moglie dell'ex direttore del tg1 Paolo Frajese. 6. Vorrei (ri)conoscere le due persone che hanno richiesto “film filosofici”, quello che ha richiesto “film datati” (i film sono come il vino...) e quello che nell'intero questionario ha scritto solo Tinto Brass... quest'ultimo è invitato a casa mia... Ho capito, ho capito, il film in italiano, in italiano....anche il porno.... Tarantino rex populi Il sondaggio ha dato i suoi frutti confermando che è preferibile non dare nulla per scontato nella vita. Dopo essermi spulciato centinaia di questionari, mi sento pronto per illustrarvi i risultati e quindi descrivervi le caratteristiche del cineforum prossimo venturo. Se l'ideale successore del cineforum dello scorso anno pareva essere il Cyberpunk (già al filone appartenevano, almeno in senso lato, Blade Runner, Strange Days, Nirvana, Gattaca, A ghost in the shell, presenti nel vecchio menù ), che nel caso sarebbe stato rappresentato da David Cronenberg, il titolo di re se l'è aggiudicato all'ultimo secondo Quentin Tarantino, al termine di un ballottaggio che sembrava non voler dare esito, tanto erano forti i due candidati. Se un forum sul regista canadese sarebbe stato senz'altro più compatto nonché duro, quello tarantiniano sarà centralizzato sulle numerose citazioni che Tarantino pesca dai film più disparati: da questo punto di vista si analizzerà un artista, che fa cinema, confrontandolo col cinema da cui egli stesso attinge. Sicuramente sarà stimolante la scelta dei titoli che non potrà non creare qualche polemica. Non mancheranno (due nomi su tutti) sia Fulci che Di Leo: se vi dovete ribellare fatelo in tempo. Qualche piccola polemica invece già c'è stata nell'evirazione della lista dei temi:la fantascienza troncata, non è un fatto di censura bensì un tentativo di scegliere un tema che avesse, sì il maggior numero di sostenitori, ma che contemporaneamente non tagliasse fuori i rimanenti votanti, cercando sempre di tenersi alla larga dal collezionismo di doppioni. 1. Su oltre 100 intervistati neanche uno afferma di non essere interessato al cineforum; un terzo di essi sostiene che sarà presente a prescindere mentre gli altri due terzi verranno se interessa loro o il film in proiezione o il tema del cineforum... beh, il tema l'avete scelto voi...avete promesso che sarete almeno 60 alla volta...vedremo... 2,3. I film verranno trasmessi il Giovedì in prima serata... sarà interessante scoprire come, dove e quando mangerete... Rendere infatti tutti i servizi offerti tipicamente dalle pubbliche amministrazioni (ad esempio l'iscrizione scolastica, informazioni catastali, certificati di nascita) direttamente fruibili via internet non solo facilita di molto la vita a tutti i cittadini, ma permette anche a chi ha gravi difficoltà nello spostarsi da casa di fruire di tali servizi. Il secondo concetto puntualizzato dalla legge Stanca riguarda l'integrazione dei disabili nel mondo del lavoro. La legge prevede infatti che i disabili debbano essere forniti del software e degli ausilii hardware necessari per lo svolgimento delle loro mansioni. Entrambi questi aspetti coinvolgono il rapporto tra le Pubbliche Amministrazioni e le aziende produttrici di software e siti web. Mentre tuttavia per il software interno alle pubbliche amministrazioni la legge raccomanda l'accessibilità ( i requisiti di accessibilità stabiliti con il decreto di cui all'articolo 11 costituiscono motivo di preferenza a parità di ogni altra condizione), per i siti web il vincolo è più stringente. Si dichiara infatti la nullità dei contratti, per la realizzazione o manutenzione di siti e servizi internet delle pubbliche amministrazioni, nel caso in cui questi non tengano conto dei requisiti di accessibilità stabiliti dalla legge. Infine, per favorire lo sviluppo di siti accessibili, la legge prevede che anche i privati possano sottoporre a giudizio i propri siti da parte di una commissione creata ad hoc. Si crede (ed effettivamente si sta dimostrando così) che questo possa innescare una sorta di circolo virtuoso che potrebbe portare ad un miglioramento del panorama web italiano. Attuazione della legge Cosa manca a questo punto? L'articolo nove della legge prevede, come in genere succede per tutte le leggi, un regolamento attuativo che descriva tempi e modi. Tale decreto attuativo contiene inoltre i dettagli di come i siti debbano essere valutati e chi è delegato a tale valutazione. L'approvazione di tale regolamento è ovviamente notevolmente in ritardo rispetto ai novanta giorni previsti, ma siamo convinti che comunque questa legge sarà rivoluzionaria. La speranza è che l'attuazione della legge non si traduca, come è avvenuto negli ultimi tempi, in una semplice corsa al bollino, ma che porti un effettivo miglioramento nel web italiano. Bibliografia 1. http://www.cmgitalia.it/download/workshop_2004/cnipa_de_vanna_relazi one.pdf 2. http://www.diodati.org/scritti/2002/sec508/sec508_1.asp 3. http://www.pubbliaccesso.gov.it/normative/schema_regolamento.htm Nella prima parte dell'articolo avevamo ampiamente discusso sulle caratteristiche delle fotocamere che in genere vengono più accentuate per motivi commerciali, ed avevamo iniziato ad approfondire la discussione introducendo qualche concetto un pò più tecnico come la lunghezza focale. Altro aspetto importante che bisogna tenere in considerazione é il sistema di messa a fuoco: alcune fotocamere hanno il fuoco fisso, questo vuol dire che non ci sono parti in movimento dentro il sistema ottico e la lente é sempre nella stessa posizione. In questo caso non ci sono problemi per le classiche foto di primi piani o di paesaggi, ma non permette di fotografare oggetti troppo vicini o di mettere a fuoco un soggetto in primo piano e mantenere lo sfondo fuori fuoco. Potrebbe non sembrare a prima impressione un grosso problema, ma alla lunga vi rendereste conto delle grosse limitazioni che comporta. Quando il fuoco é variabile, si può avere la regolazione automatica (Autofocus) e quella manuale. Con l'autofocus il fotografo non deve preoccuparsi assolutamente di nulla, la macchina regolerà l'ottica per ottenere la resa migliore. Ma ci sono casi in cui potremmo voler ottenere degli effetti particolari, come ad esempio il soggetto fuori fuoco e lo sfondo a fuoco, in questi casi dobbiamo agire manualmente sulla messa a fuoco. Ci sono due modi in cui le fotocamere gestiscono il fuoco manuale, alcune hanno dei programmi prestabiliti, altre hanno anche la possibilità di farlo in maniera completamente manuale. Nel primo caso avremo quattro o cinque programmi utili nella maggior parte delle situazioni comuni, ma con una regolazione totalmente manuale si possono fare dei veri e propri scatti d'autore. Torniamo adesso a considerare quelli che sono gli aspetti critici nella scelta della giusta fotocamera: il display LCD ad esempio alle volte non é molto considerato tra gli elementi base per la scelta del prodotto, invece anch'esso é importante per la riuscita di una buona foto. Sempre più di frequente capita che nelle macchine digitali i mirini ottici non siano reflex e quindi quello che vi vediamo attraverso non é esattamente quello che poi apparirà nella foto. Scattando la fotografia con l'ausilio del display non ci sono invece problemi, inoltre possiamo subito controllare se il risultato é quello atteso. Ma quanto deve essere grande un buon display? E' vero che un display troppo piccolo non ci permette di lavorare comodamente perchè l'immagine é troppo rimpicciolita e i menù risultano difficilmente navigabili, ma é anche vero che se questo é troppo grande consumerà molta energia provocando un rapido esaurimento delle batterie. Allora la cosa migliore é un display tra 1,8 e 2 pollici, ma la cosa importante é che ci sia la possibilità di tenerlo spento (quando si vuole risparmiare la carica delle batterie), e che sia sufficientemente visibile anche in condizioni di forte luce ambientale (molti display all'aperto di giorno sono inutilizzabili). Non ci resta che verificare gli ultimi particolari come il tipo di batterie richieste e le schede di memoria. Ormai quasi tutte le fotocamere vengono vendute con batterie al litio ricaricabili, ma ancora molte case continuano a non fornire le batterie a corredo. Nel primo caso non ci sono problemi visto che oltre alla batteria (quelle ai polimeri di litio sono le migliori per durata e peso) viene fornito a corredo anche il caricabatterie, nel secondo caso invece dovremo acquistare separatamente un caricabatterie con un set di batterie, considerando quindi una spesa aggiuntiva che può variare da 15€ a 50€. Le schede di memoria sono i supporti sui quali le fotocamere memorizzano le fotografie scattate: le Compact Flash sono le più grosse, ma hanno tagli di memoria molto elevata e il costo per megabyte é molto basso; le Memory Stick di Sony al contrario, come anche le xD, sono molto costose e difficilmente si trovano di grossi tagli; le schede SD (Secure Digital) di Panasonic invece come le Compact Flash arrivano a grossi quantitativi di memoria, ma sono un pò più care di queste, facendo però delle loro ridotte dimensioni un punto di forza. Ovviamente tutti i pezzi che compongono una fotocamera sono importanti per il suo funzionamento, però bisogna sapere anche focalizzare l'attenzione su quelli che possono essere maggiormente significativi per la scelta di un prodotto. E' inutile fissarsi sulle schede di memoria in dotazione o sulle batterie, é vero che se la scheda in dotazione é di soli 8Mb o se non sono presenti le batterie ricaricabili nella confezione, dovremo di sicuro sborsare altro denaro, ma é altrettanto vero che se sbagliamo la scelta di una componente interna come lenti o sensore non potremo più compensare in nessun modo questa mancanza e presto vorremo una nuova macchina fotografica e ci troveremo a spendere altre centinaia di euro. A questo punto non posso fare altro che augurarvi: “Buon Acquisto!”.