Scheda - Istituto Comprensivo Casteller di Paese

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Scheda - Istituto Comprensivo Casteller di Paese
LOVE+HATE
(Id.)
di Dominic Savage
Produzione: Gran Bretagna/Irlanda 2005 - Soggetto/Sceneggiatura: Dominic Savage Direttore della fotografia: Barry Ackroyd - Montaggio: David Gill, Nicolas Gaster –
Musica: Rupert Gregson-Williams - Suono: Ray Beckett, Jack Gillies, Vincent Hazard Scenografia Phil Rawsthorne - Costumi Justine Luxton – Interpreti e Personaggi: Samina
Awan (Naseema); Was Zakir (Yousif); Nichola Burley (Michelle); Tom Hudosn (Adam );
Peter O’Connor (Pete); Dean Andrews (Derek) ; Aliya Batti (Azara); Miriam Ali (madre di
Naseema); Mohammed Rafique (padre di Naseema); Kathy Sharples (Roxanne); Ryan
Leslie (Sean); Liam Boyle (Steve); Michael McNulty (Shane) - Durata: 86 minuti Distribuzione Istituto Luce. Film Vincitore dell’edizione 2006 del Tertio Millennium Film
Festival, organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo in collaborazione con il
Progetto Culturale della Conferenza Episcopale Italiana, sotto l'alto patronato del
Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e del Pontificio Consiglio della Cultura.
LA STORIA
In una cittadina dell'Inghilterra del Nord, divisa in due dalla reciproca intolleranza e
incomprensione fra la popolazione locale e gli immigrati asiatici, la diciassettenne
pakistana Naseema sta per affrontare con grande emozione il suo primo giorno di lavoro
come commessa in un negozio di carta da parati. Non è stato facile strappare il permesso
a suo padre, che fa il tassista e la vorrebbe sempre in casa con la madre e la sorella per
paura che le succeda qualcosa di male là fuori, con il clima che c'è. Ma sia Pete, il titolare
del negozio, che Michelle, l'espansiva commessa, si dimostrano simpatici e disponibili con
lei, mentre l'altro dipendente, Adam, un biondino scontroso e introverso, al quale la
ragazza viene affidata per il periodo dell'apprendistato, la scansa come fosse un'appestata.
Il fatto è che Adam è fra quelli che non sopportano gli immigrati, come sua madre, suo
fratello Sean e i suoi amici, con i quali se ne va in giro a scatenare risse, oppure al pub a
tracannare birra sparando a zero contro chiunque non sia inglese. Tanto per dire, soltanto
per aver osato esprimere un apprezzamento nei confronti delle ragazze pakistane, uno di
loro, Shane, è stato cacciato dal gruppo. E anche se Naseema, felice di integrarsi, è aperta,
espansiva, gentile e solare, niente sembra smuovere l'aperta ostilità del giovane, che
pretende addirittura che Pete la licenzi. L'uomo ovviamente non gli dà retta, e lo invita
piuttosto a stare calmo. Carico di livore e di risentimento, Adam medita allora di
andarsene, ma intanto non riesce a distogliere lo sguardo da Naseema, come se ne fosse,
suo malgrado, attratto. Anche Yousif, il fratello maggiore di Naseema, operaio in uno
stabilimento, convive quotidianamente con le battute e le provocazioni dei compagni di
lavoro, tuttavia, quando scende la sera, insieme ai suoi amici se la spassa alla grande con le
ragazze inglesi, che si fanno abbordare dagli asiatici un po' per noia, un po' per
divertimento, un po' per fargliela vedere ai loro coetanei inglesi. Tra di esse c'è anche
Michelle, il cui padre lavora proprio con Yousif. Fra i due inizia una relazione inizialmente
basata soltanto sul sesso, ma che poco per volta prende una piega diversa, fino a
trasformarsi in un sentimento sempre più profondo che li spinge a desiderare il
matrimonio e dei figli. Sotto l'apparenza di ragazza facile, Michelle insomma rivela il
proprio lato romantico e sentimentale, e Yousif sembra essere l'uomo giusto per lei.
Stranamente però la ragazza non fa parola con Naseema, diventata sua amica e confidente,
di questo rapporto, ignorando oltretutto che il ragazzo di cui è innamorata è proprio suo
fratello. Intanto fra Naseema e Adam è nato l'amore, e con esso la radicale trasformazione
del giovane, che poco per volta si dissocia dal gruppo degli amici, dalle idee della madre e
del fratello, anche se non ha ancora il coraggio di uscire allo scoperto, scegliendo, per il
momento, di vivere il rapporto con la ragazza di nascosto da tutti. Ma la miope ostilità
delle famiglie, la fedeltà nei confronti degli amici, i pregiudizi culturali e religiosi delle
rispettive comunità d'origine, rischiano di compromettere questo amore già di per sé così
fragile e indifeso. Una notte il padre di Naseema viene pestato a sangue da Sean,
nonostante Adam abbia disperatamente provato a fermarlo, e Yousif organizza
l'immediata ritorsione con l'aiuto dei suoi amici, scoprendo così la relazione della sorella
con l'inglese. Inizialmente Naseema, convinta che abbia preso parte al pestaggio, non
vuole più vedere Adam, ma egli, grazie all'aiuto di Pete e Shane, le sole persone dalla sua
parte, riesce a convincere la ragazza di non c'entrare niente con l'aggressione a suo padre.
Tuttavia l'episodio porta a galla la verità, obbligando tutti a compiere delle scelte. Mentre
Yousif decide di rinunciare a Michelle, in nome delle sue tradizioni e convinzioni religiose,
provocandone la delusione e la sofferenza e venendo alle mani con suo padre, ignaro fino
a quel momento della loro relazione, Naseema e Adam decidono invece di lasciarsi l'odio
alle spalle e di cominciare una nuova vita insieme a Londra.
ANALISI CRITICA
Amore e odio, il binomio che più di ogni altro ha ispirato le grandi tragedie classiche, su
tutte quella di Romeo e Giulietta, che qui si rinnova attraverso la vicenda di Adam e
Naseema, laddove i Montecchi sono gli inglesi e i Capuleti i pachistani, e il teatro delle
rivalità non è più la Verona rinascimentale di Shakespeare, bensì un'industriosa cittadina
del Nord dell’Inghilterra contemporanea senza nome, anche se i titoli di coda ci informano
trattarsi di Blackburn. Un luogo volutamente non specificato nella trasposizione filmica,
per restituire lucidamente la realtà di una periferia anonima e globalizzata che potrebbe
essere ovunque, e dove vige una rigida separazione tra etnie e gruppi sociali. A infrangere
questa condizione ci pensa l’amore che unisce due ragazzi inglesi e due fratelli pakistani.
Le loro storie correranno parallele ma gli esiti saranno opposti: per una coppia che sarà
capace di garantirsi la sopravvivenza e la felicità, ce ne sarà un'altra che dovrà invece
soccombere e arrendersi. Reduce da numerosi e pluripremiati documentari, Dominic
Savage approda al suo primo lungometraggio di finzione per il grande schermo con un
dramma razziale contemporaneo che mette in scena la sempiterna lotta tra gli opposti,
l'odio e l'amore, la passione e la rassegnazione, il dubbio e la fede, la morale e la
trasgressione, con uno sguardo franco, diretto, che va dritto al nocciolo della questione,
adottando un punto di vista specifico, quello dell'aspetto sessuale, attraverso cui veicola
le dinamiche fra i personaggi. Presentato all’interno di “Tertio Millennio”, Festival sul
Cinema Spirituale organizzato dall’Ente dello Spettacolo per rivelare sullo schermo
narrazioni, testimonianze e denunce che parlino di fede e conflitti, amore e
discriminazioni, "Love+Hate" è un film coraggioso,
graffiante,
animato da un
commovente idealismo e un'incrollabile fiducia nella forza dell'amore, un ritratto
realistico e potente, ricco e vibrante sul piano emotivo. Camera a mano, dialoghi
spontanei, attori non professionisti, una fotografia elegante e malinconica, una colonna
sonora intensa e partecipe, lo sguardo quasi antropologico di Dominic Savage risulta tanto
sincero quanto doloroso, teso alla costruzione di una storia vera, quotidiana, autentica.
Come in altre opere che affrontano le tematiche legate alla multiculturalità, il problema
centrale è quello della comunicazione e della comprensione sia dei sentimenti relativi ai
rapporti interpersonali, sia di quelli che vengono indotti e condizionati dall’ambiente
esterno, laddove la società impone i propri schemi e valori, interferendo talvolta
pesantemente sulle scelte individuali. Grazie a una rigorosa economia narrativa che si
sbarazza di tutto ciò che non è primario, materiale, essenziale, urgente, il film mette in
scena un fitto reticolo di vicende, dove ogni personaggio, anche il più secondario, non è
mai inutile o banale, e trova la propria collocazione e ragione d'essere. Senza peli sulla
lingua o falso moralismo, ci mostra le ragazze inglesi, a gambe nude nonostante il gelo
invernale, che rimorchiano i ragazzi pakistani, facendoli andare subito al sodo, e i rissosi
ragazzi al pub sempre sul punto di venire alle mani anche per un nonnulla. Ripresi
dall’alto, oppure con dei primi piani ravvicinati, ciascun personaggio viene indagato nei
propri comportamenti e scavato nella propria interiorità. Yousif e la sua rabbia, frutto di
una profonda lacerazione fra la cultura di origine, che assegna all'uomo il ruolo di guida e
di salvaguardia di valori e tradizioni, e quella di adozione, che gli consente di vivere senza
condizionamenti la propria dimensione giovanile e amorosa, anzi, approfittando
ampiamente della disponibilità delle ragazze occidentali, negando tuttavia la medesima
libertà alle sue conterranee, a partire dalla sorella, verso la quale esercita un controllo
persino maggiore di quello del padre. Adam e la sua straordinaria trasformazione,
avvenuta grazie all'amore che ha abbattuto d'un colpo solo tutte le resistenze e le idee
praticate fino a quel momento. Fare di un tipo come lui il protagonista costituisce l'idea
vincente e il punto di forza del film, proprio perché non si presenta affatto come un
personaggio positivo, tutt'altro. Adam è quello che è a causa dei modelli di una cultura
razzista e maschilista che ha assorbito in pieno, frutto dell' appartenenza a una famiglia e
a un gruppo di amici che si nutrono di violenza xenofoba e odio razziale, più che da
un'indole che si rivela invece molto sensibile e umana man mano che procede il racconto.
Il suo progressivo cambiamento matura attraverso l'esperienza diretta e non come
convincimento teorico, di principio, che spesso fallisce alla prova dei fatti, e scaturisce
principalmente dall'amore che inaspettatamente si trova a provare per una ragazza
diversa, una di quelle che fino a poco tempo prima insultava e definiva nel peggiore dei
modi. Naseema e la sua dolcezza, il suo pudore e la sua discrezione, la sua fiducia
illimitata nell'amore, la sua assenza di pregiudizio e di vanità, la sua disarmante ingenuità
e inesperienza, che tuttavia non le impediscono di tenere testa al padre e al fratello, e a
compiere scelte importanti, come quella di lavorare. Inoltre Naseema rappresenta un
modello femminile al di fuori di ogni schema e stereotipo, dimostrando così di saper
pensare con la propria testa e di possedere una personalità libera e originale. Tutto
all'opposto è invece Michelle, con il suo abbigliamento provocatorio e l'aria di una che sa
il fatto suo, ma che forse maschera una grande fragilità e un enorme bisogno d'amore
dietro alla sua sessualità sfrontata, ostentata, disinibita, quasi una sfida nei confronti della
vita, ancorché incosciente, perché vissuta senza alcuna attenzione ai rischi che corre, come
restare incinta o contrarre una malattia sessualmente trasmessa. Sullo sfondo i due
ambienti familiari, quello pachistano, ancorato alle tradizioni e inflessibile nei confronti
dell'emancipazione femminile, e quello inglese, rinchiuso in se stesso e incapace di aprirsi
alla novità, all'alterità, entrambi prigionieri dei medesimi pregiudizi e luoghi comuni.
Quando Naseema e Adam hanno il loro primo approccio fisico ed emotivo, sembra di
assistere all' incontro fra due galassie, opposte e lontanissime, quasi una collisione non
voluta. Al primo appuntamento con Naseema , infatti, Adam fugge via, sentendosi
spaventato, confuso e inadeguato, in totale dissonanza con quello in cui fino a quel
momento aveva creduto, incapace di collocare questo evento nella sua esistenza. Questo
amore imprevisto e imprevedibile, nato come un fiore in mezzo al fango, porta con sé una
scia di violenza, produce una deflagrazione che manda in pezzi valori e certezze: la
devozione di una figlia, l'appartenenza al gruppo di pari, il legame fra fratelli. Eppure è
solo un amore adolescenziale che, come tale, esige di essere preservato, a costo di scelte
estreme e definitive. Il rapporto fra Adam e Naseema viene seguito con affetto, nella sua
progressiva trasformazione, fino a una conclusione serena, dopo tanti contrasti, che sarà
rappresentata quasi da lontano, per evitare ogni sentimentalismo, con i due giovani
abbracciati sui sedili di un treno che sta correndo verso Londra, mentre, da un'altra parte
della città, un uomo picchia selvaggiamente un altro, il quale non oppone alcuna
resistenza, forse perché, avendo rinunciato all'amore che lo avrebbe fatto diventare una
persona migliore, non ha niente per cui lottare.
SPUNTI DІ RIFLESSIONE E APPROFONDIMENTO
-Il film mette in evidenza come il pregiudizio produca soltanto un clima di odio,
intolleranza, violenza, una sorta di infezione psicologica che non risparmia nessuno.
Quali impressioni avete ricavato da questa rappresentazione così cruda e realistica?
Ritrovate elementi comuni alla vostra esperienza diretta?
-In che cosa quei diciassettenni inglesi al pub, con i loro discorsi e atteggiamenti,
assomigliano o si differenziano dai diciassettenni italiani?
-Adam impara a pensare con la propria testa, spinto dall'amore che gli fa vedere la vita in
tutt'altra prospettiva: quali momenti del film mostrano in maniera significativa questa sua
nuova consapevolezza?
-Il film mette volutamente in contrapposizione la figura di Michelle, mostrata come una
ragazza "facile" sul piano sessuale, e Naseema, mostrata invece come una ragazza molto
riservata e "pudica". Secondo voi, per quali ragioni?
-Il film tocca molti degli stereotipi legati ai temi del maschile e del femminile, dal mito
delle misure per i maschi a quello della sottomissione della donna. Ritenete che tali
stereotipi sussistano soltanto in determinate condizioni socio-ambientali o facciano ancora
parte di una mentalità comune, difficile da abbattere?
-Come nasce e si sviluppa il rapporto fra Adam e Naseema? Approvate o meno la loro
scelta finale di abbandonare la famiglia e la città di origine?
-La trasformazione del rapporto fra Michelle e Yousif, da avventura sessuale a progetto di
coppia, non lascerebbe supporre il suo triste epilogo. Perché il giovane sceglie invece di
rinunciare alla ragazza? Cosa pensate di questa sua scelta?
-Le figure adulte del film, la madre e il datore di lavoro di Adam, il padre di Michelle e
così via, esprimono ciascuna un diverso atteggiamento nei confronti degli immigrati: quali
sono e quale fra essi vi ha colpito maggiormente?
LA PAROLA A DOMINIC SAVAGE SUL SUO FILM
L’ispirazione
Ho sempre voluto girare una storia d’amore, ma naturalmente una storia d’amore è
interessante solo se ci sono delle difficoltà, che spesso si concludono in tragedia. Mi
piaceva l’idea di due persone su sponde opposte che si incontrano. Mi interessava scoprire
le conseguenze di un fatto del genere, come fare i conti con i sentimenti provati veramente,
e non con quelli indotti dall'esterno.
La ricerca
Per questo film sono andato in cerca di persone con storie reali. E’ stato difficile, perché
sono storie che avvengono in segreto. I ragazzi con cui ho parlato spesso lo hanno fatto di
nascosto dai genitori. Ho conosciuto una coppia di ragazzi che vivevano insieme, ma i
genitori asiatici di uno dei due non lo sapevano. Da questi incontri, ho ricavato istantanee
mentali, e questo mi ha aiutato a formulare la struttura della storia e i personaggi di cui
volevo scrivere.
Il casting
Mi piace sempre lavorare con persone che abbiano qualcosa in comune con la storia del
personaggio che interpretano, anche solo la sensazione di avere vissuto qualcosa di simile.
In questo film c’era una forte affinità tra gli interpreti e i loro ruoli. L’esperienza personale
arricchisce il personaggio, e rende più credibile la sceneggiatura. Abbiamo messo annunci,
cercato in scuole, università, luoghi di lavoro, dappertutto. Mi interessavano soprattutto le
persone che riuscivano a parlare liberamente di sé e delle loro emozioni.
L'improvvisazione
C’è una forte corrispondenza tra la sceneggiatura e il film. Ogni cosa nel copione è
descritta nei minimi dettagli, ma lascio fuori il dialogo. Secondo me, questo dà ai singoli
attori la libertà di sviluppare e arricchire il personaggio, e al personaggio di crescere e di
cambiare.
Le riprese
Di solito non giro una scena molte volte, e non sto mai a preoccuparmi di quanta pellicola
consumo. Avendo girato diversi documentari, sono abituato a usare una troupe fatta di
pochi elementi, a lavorare con persone vere, a fare le cose più incredibili nei modi più
diversi. E’ così che è venuto fuori il mio stile. Nei documentari si tratta di cogliere l’attimo,
il momento in cui qualcosa accade, e questo è il tipo di approccio che volevo trasferire nel
mio film, perché mi sembra che a volte nel cinema manchi questa immediatezza, questa
emozione. Volevo che il realismo risultasse dalla credibilità delle interpretazioni, piuttosto
che dal gioco delle inquadrature.
La musica
Ho cercato diversi approcci alla musica. E’ stato difficile trovare la chiave giusta, in
sintonia con la storia, ma non volevo prendere delle canzoni a caso da infilare nel film. La
musica doveva rendere l’emozione giusta. Mi sono reso conto che un pezzo di chitarra
funzionava. Molti ragazzi asiatici ascoltano R&B o l’hip-hop, ma il problema di quella
musica è che non si adatta alla storia. Magari l'ascoltano, ma non funziona con i sentimenti
autentici e intensi rappresentati nel film. Tutti gli artisti sono stati scelti per le ragioni
giuste, e credo proprio che la musica funzioni a livello emotivo.
Scheda realizzata da: Lucia Caratti
Progetto: “Educare alla sessualità – Schermi del cuore” – Usl 9 Treviso – Responsabile dott.ssa
Teresa Rando