Corriere di Romagna - Unindustria Rimini

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Corriere di Romagna - Unindustria Rimini
UNINDUSTRIA RIMINI
Martedì, 04 agosto 2015
UNINDUSTRIA RIMINI
Martedì, 04 agosto 2015
Stampa Locale
04/08/2015 Il Resto del Carlino (ed. Rimini) Pagina 2
ANNA DE MARTINO
Evasione fiscale da dieci milioni, la Finanza indaga sui bilanci in rosso
04/08/2015 Il Resto del Carlino (ed. Rimini) Pagina 2
ANNA DE MARTINO
«Chiuderlo è una sconfitta per tutti»
04/08/2015 Il Resto del Carlino (ed. Rimini) Pagina 3
ALESSANDRA NANNI
«Quattro mesi senza lavoro ci porteranno al fallimento»
04/08/2015 Il Resto del Carlino (ed. Rimini) Pagina 4
04/08/2015 Il Resto del Carlino (ed. Rimini) Pagina 6
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Tosi stoppata, riparte il cantiere in via Rimini
04/08/2015 Il Resto del Carlino (ed. Rimini) Pagina 11
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Gennari critico: «Tasse troppo salate e nessun taglio alla spesa...
04/08/2015 Il Resto del Carlino (ed. Rimini) Pagina 13
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Nuovi sensi unici per rendere sicuro viale Marini
04/08/2015 Il Resto del Carlino (ed. Rimini) Pagina 13
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L' ex fabbrica Buzzi fatta a pezzi
RITA CELLI
Fondi per sistemare le strade devastate dal 'nevone'
04/08/2015 Corriere di Romagna Pagina 3
04/08/2015 Corriere di Romagna Pagina 5
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«Hanno voluto colpire il mondo della notte»
04/08/2015 Corriere di Romagna Pagina 5
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Silb furioso: ricorso al Tar e incontro con Alfano Indino:...
ANDREA ROSSINI
Alla Piramide da anni i conti non tornano Procura e finanza vanno a caccia...
04/08/2015 Corriere di Romagna Pagina 6
LUCIA PACI
«La chiusura del Cocoricò? Ingiusta»
04/08/2015 Corriere di Romagna Pagina 11
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Liquami in mare e allacci alle fogne mancano all' appello in duecento
04/08/2015 Corriere di Romagna Pagina 32
Viabilità, cambi in vista
04/08/2015 La Voce di Romagna (ed. Rimini) Pagina 5
ACCORDI UNIONCAMERE
04/08/2015 La Voce di Romagna (ed. Rimini) Pagina 6
Occasione importante per una riflessione sul mondo della notte
04/08/2015 La Voce di Romagna (ed. Rimini) Pagina 6
Cocoricò Chiuderlo è una decisione ridicola
04/08/2015 La Voce di Romagna (ed. Rimini) Pagina 6
E i 250 lavoratori?
04/08/2015 La Voce di Romagna (ed. Rimini) Pagina 8
De Meis: "Così il crac è a un passo"
04/08/2015 La Voce di Romagna (ed. Rimini) Pagina 8
Inchiesta Gdf e calcio gli altri temi Il manager glissa: "No comment non...
04/08/2015 La Voce di Romagna (ed. Rimini) Pagina 9
Dj Coccoluto: "Una lavata di faccia Non si combatte così lo spaccio"
04/08/2015 La Voce di Romagna (ed. Rimini) Pagina 9
Il Silb ad Alfano: "Legge fascista da rivedere"
04/08/2015 La Voce di Romagna (ed. Rimini) Pagina 10
Consiglio in doppia convocazione per blindare i bandi sul lungomare
04/08/2015 La Voce di Romagna (ed. Rimini) Pagina 10
Rimini nord, 610 scarichi privati
04/08/2015 La Voce di Romagna (ed. Rimini) Pagina 12
Mare monte: i collegamenti mai realizzati
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«Lungomare da pedonalizzare nessuna verifica di...
Trc, Tosi ancora bocciata il blocco dei
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Sindacato in trincea: «Danno per i 250 lavoratori»
04/08/2015 Corriere di Romagna Pagina 29
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«Con lo stop di quattro mesi il Cocorico chiude» Ricorso al...
04/08/2015 Corriere di Romagna Pagina 9
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Il bilancio Per il gruppo Marr crescono...
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La musica non si ferma: Il Cocoricò si fa in quattro
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EMER SANI
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Evasione fiscale da dieci milioni, la Finanza indaga
sui bilanci in rosso
Al vaglio quelli dal 2010 al 2013 in perdita nonostante gli incassi.
NON HA NULLA a che vedere con la
sospensione della licenza disposta dal
questore in base al Tulps. Stavolta si parla di
un' evasione fiscale di oltre 10 milioni di euro
attraverso le gestioni del Cocoricò. E' un altro
problema che si va a sommare a quelli della
chiusura dopo la morte del 16enne. Su questa
ipotesi di evasione fiscale milionaria sta
lavorando la Guardia di Finanza di Rimini che
un paio di mesi fa ha concluso una verifica
fiscale sulle gestioni della nota discoteca.
Almeno due dei passati amministratori
sarebbero stati iscritti nel registro degli
indagati dal sostituto procuratore, Luca
Bertuzzi. Al vaglio dei finanzieri i bilanci delle
società di gestione che a partire 2010­2011
fino a tutto il 2013 avrebbero sempre chiuso in
perdita a fronte di un reddito imponibile, quindi
di soldi entrati nelle casse delle gestioni, che
superano i 10 milioni di euro. Come risulta da
pubbliche e semplici visure camerali, dal 2010
le società che hanno preso in affitto la gestione
del Cocoricò sono diverse: dal Gruppo
Cocoricò spa, si passa alla Enco srl. E' all'
allora amministratore della Enco che i carabinieri di Riccione notificarono nel 2011 un' altra sospensione
della licenza in base al Tulps, dopo che un 18enne per intossicazione da ecstasy dovette subire il
trapianto di fegato.
Poi arriva la società Perplex srl nel giugno 2012, poi la Piramide srl, e via dicendo fino ad arrivare all'
attuale società 'Mani Avanti' srl alla quale domenica mattina all' alba è stato notificato il provvedimento
di sospensione del questore. Fabrizio De Meis, il patron della discoteca e anche presidente del Rimini
Calcio, con un passato di allenatore dei giovani del Tor di Quinto a Roma, non è indagato ma sarebbe
stato solo sentito come persona informata sui fatti.
De Meis è amministratore unico del Gruppo Cocoricò solo dal 22 gennaio di quest' anno e si è dimesso
una settimana dopo la morte del 16enne. Mentre la proprietà dell' immobile sulla collina di Riccione
resta salda da anni nelle mani di una società di albergatori romagnoli. Risulterebbe invece indagato
Marco Palazzi, amministratore della società Piramide srl, che nel 2012 riceve in subaffitto d' azienda dal
Gruppo Cocoricò, la gestione del locale. Gli accertamenti fiscali, come poi precisato dal legale del
gruppo, Alessandro Catrani, riguardano la Piramide srl, partono dal 2012, mentre il 2014 resta fuori
perché il bilancio non è stato ancora approvato.
L' anno sotto la lente di ingrandimento sarebbe il 2013. Palazzi poi risulta anche amministratore e socio
all' 1% della società "Titilla Beach", società nata all' inizio del 2015, che gestisce un locale sulla spiaggia
di Riccione, mentre la quota di maggioranza il 99% è del Gruppo Cocoricò, società a sua volta divisa in
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due tra DBH srl 66,76 % (della quale socio al 100% è De Meis) e Elmar srl 33,24% (amministratore
Palazzi, mentre i soci sono due, uno dei quali un sammarinese). Nell' ultima società che gestisce il
Cocoricò, Mani Avanti srl, le quote societarie sono divise tra 4 soci, tra cui Palazzi e De Meis, e al
momento non sarebbe interessata dall' indagine penale.
Anna De Martino.
ANNA DE MARTINO
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«Chiuderlo è una sconfitta per tutti»
C'ERA UN LOCALE con gli spacciatori fuori.
Chiusero il locale, e gli spacciatori rimasero
senza caffè. Il Cocoricò chiuso fa ridere». Luca
Bizzarri, attore, showman, nonché assiduo
frequentatore delle notti in Riviera («e ne ho
fatte di serate, al Cocoricò...»), lancia con un
tweet il suo sfogo contro il provvedimento
disposto dal questore di Rimini Maurizio
Improta, che ha deciso di tenere spenta la
piramide' per i prossimi quattro mesi. Bizzarri,
anche lei si schiera convinto nel partito d i
quelli che pensano che il Cocoricò non andava
chiuso? «Mi piacerebbe leggere b e n e i l
provvedimento. Spero non sia solo per la
morte di Lamberto. In ogni caso, siamo propri
sicuri che facendo chiudere il locale si
risolvano i problemi di spaccio e di consumo
di droga? Credo proprio di no. La mia
sensazione è che il questore abbia percorso la
strada più facile, con un provvedimento che
rappresenta una sconfitta per la nostra
società». Il questore ha usato la mano dura
sulla base anche dei precedenti. Ritenendo il
Cocoricò un locale pericoloso, frequentato da
persone pericolose. «Io ci sono stato più volte al Cocoricò, e non l'ho mai considerato sotto questo punto
di vista. Non è una discoteca pericolosa. E per quanto riguarda il giro dei tossici', quelli che si fanno, ci
sono ovunque. Non c'è bisogno di andare al Cocoricò per trovarli». Insomma, il Cocoricò è innocente?
«C'è stata probabilmente anche una responsabilità da parte dei gestori. Hanno commesso delle
leggerezze, degli errori, su questo non c'è alcun dubbio. Ma ripeto: siamo proprio sicuri che facendolo
chiudere per quattro mesi si risolvano tutti i problemi? No, la strada era un'altra». Quale, secondo lei?
«Un percorso con le forze dell'ordine e le istituzioni, che mettesse i gestori nelle condizioni di migliorare
la situazione all'interno del locale e contrastare certi fenomeni, che sono indipendenti dal Cocoricò.
Mandare avanti un locale pubblico non è affatto facile, e io lo posso dire perché ci sono passato quando
avevo il mio locale a Riccione (sulla spiaggia, ndr). Il gestore deve rispondere spesso anche dei
comportamenti dei clienti del locale, e non ha gli strumenti per difendersi». Manuel Spadazzi
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«Quattro mesi senza lavoro ci porteranno al
fallimento»
Lo sfogo di Fabrizio De Meis dopo lo stop al Cocoricò.
di ALESSANDRA NANNI «RESTARE chiusi
quattro mesi significa alzare bandiera bianca».
Fabrizio De Meis rompe il silenzio nel corso di
una conferenza stampa che ha convocato ieri
pomeriggio a Roma, e fa capire che se la
'punizione' non verrà ridimensionata, il destino
del Cocco è segnato. Così, aggiunge, come
quello delle 200 persone che ci lavorano.
DE MEIS non va allo 'scontro' con il questore
di Rimini, preferisce aggirare l' ostacolo e fare
l' elenco dei perchè non servirà la serrata della
discoteca che, ricorda, è il 16° locale d e l
mondo con mezzo milioni di visitatori all' anno.
«Chiudere oggi il Cocoricò non serve a nulla,
non è questa la soluzione. E' vero che è morto
un ragazzo di 16 anni, ma ne sono morti anche
in altre parti d' Italia. E continueranno a morire
finchè non si farà qualcosa. E questo qualcosa
non è certo abbassare la serranda del locale.
Anzi, questo significa arrendersi a un
problema e per noi portare i libri in tribunale».
De Meis ci tiene a sottolineare che il Cocco
«da tempio della trasgressione è diventato il
simbolo della lotta alla droga», culminata,
dice, con il 'gemellaggio' con San Patrignano.
«La nostra posisione contro la droga è netta, ma così continueremo a non avere mezzi utili per battere
la logica dello sballo, logica che il Cocoricò ha sempre tentato di combattere». De Meis ricorda che
«poco tempo fa abbiamo proposto di approvare una normativa che prevedesse l' applicazione di un
Daspo, così come per il calcio, nei confronti di chi avesse spacciato o usato droghe e l' utilizzo di un
tampone all' ingresso dei locali, per verificare che gli avventori non avessero già assunto droghe». Ma
secondo lui, nè cambiare gli orari delle discoteche, nè la legge che proibisce la somministrazione di
alcol dopo una una certa ora, sono comunque un deterrente. E, sostiene, «non è nemmeno vero che si
sballano per il tipo di musica che ascoltano. Sono giovani, e possono ballare tre giorni di seguito senza
drogarsi». L' ex amministratore del Cocco ci tiene anche a ricordare «la collaborazione che abbiamo
sempre avuto con i carabinieri».
Smentendo implicitamente quel passo del provvedimento del questore in cui si sostiene invece che
questa collaborazione ultimamente è andata scemando. «Ma ­ continua De Meis ­ paradossalmente più
sono gli arresti che abbiamo aiutato a effettuare e più si è ravvisata la necessità dell' articolo 100 (quello
del Tulps sull' ordine e la sicurezza pubblica in virtù del quale è stato chiuso il locale, ndr)». De Meis
glissa invece sulla domanda se sia possibile il 'trasferimento' a Ibiza del locale, una proposta che pare
avrebbe già ricevuto. A Riccione non pare voglia rinunciarci, e la speranza, fa intendere, è quella di
riuscire ad accorciare i tempi della serrata imposta da Maurizio Improta, con il ricorso al Tar. «Il nostro
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fatturato ­ conclude ­ oscilla sui 4 milioni all' anno circa, ma noi ci occupiamo anche di pacchetti turistici
e con la chiusura saremo costretti a rimborsarli.
Quattro mesi fermi vuol dire una perdita di un milione e mezzo o due: significa chiudere il locale per
sempre».
ALESSANDRA NANNI
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LA FESTA SI SPOSTA NEGLI ALTRI LOCALI.
La musica non si ferma: Il Cocoricò si fa in quattro
ANCHE con la piramide spenta, la musica non
si ferma. Al popolo della notte, rimasto orfano
del Cocoricò, non mancheranno certo le
occasioni per consolarsi, dopo lo stop di
quattro mesi imposto dal questore di Rimini
alla discoteca delle colline riccionesi. Negli
ultimi anni il 'Cocco' è infatti riuscito a mettere
il proprio 'timbro' almeno su altri quattro locali
della provincia di Rimini. Ieri sera al Peter Pan
di Riccione, ad esempio, è andata in scena la
serata 'Magic Monday', con Tini Antony Di
Francesco nelle vesti di ospite d' eccezione:
evento organizzato proprio in collaborazione
con il locale da ballo più famoso d' Italia.
Questa sera invece il divertimento si sposterà
alla Villa delle Rose di Misano Adriatico, con il
'villa Titilla' (Titilla è il nome della sala privè del
Cocoricò). In consolle ci sarà Ralf (nome d'
arte di Antonio Ferrari), uno dei dj italiani più
conosciuti all' estero e da anni uno dei simboli
indiscussi della piramide. Lo stesso Ralf ieri è
uscito allo scoperto per dire la sua sul
provvedimento di chiusura emesso nei
confronti del 'Cocco'. «Secondo me il
problema non è dentro ai locali ­ ha dichiarato Ralf alle telecamere di San Marino Rtv ­. I problemi si
dovrebbero risolvere a monte e credo che la chiusura del Cocoricò sia un po' come mettere la sabbia
sotto il tappeto».
A PARTIRE da quest' estate sulla spiaggia del Marano, sempre a Riccione, è nato il 'Cocorico Beach
Club' (ex Hakuna Matata). Due le serate già in programma questa settimana: domani, con il
Metempsicosi on the beach' e ancora sabato, con il 'Tunga on the beach', la festa dedicata al mondo
gay friendly. Pochi metri lontano dal 'Cococoricò Beach Club' si trova invece lo 'Sbronzo Beach', ex
Beach Caffè, altro locale targato Cocoricò.
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Il bilancio Per il gruppo Marr crescono ancora i ricavi
CRESCITA di ricavi e redditività operativa per
Marr, azienda di commercializzazione di
prodotti alimentari. I conti del semestre sono
stati approvati dal cda. Il risultato netto
consolidato dell' azienda ha raggiunto i 23,6
milioni (erano 22,4 nel 2014).
I ricavi totali sono a 697,9 milioni (682,3 nel
2014). Le vendite a ristoranti e hotel nel
semestre hanno raggiunto i 405,2 milioni di
euro.
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IL TAR ACCOGLIE IL RICORSO DI AGENZIA MOBILITÀ.
Tosi stoppata, riparte il cantiere in via Rimini
ALTRA battuta d' arresto per il Comune contro
Agenzia Mobilità. Il Tar ha sospeso il
provvedimento con il quale il Comune, spiega
Am, aveva «impedito l' insediamento del
cantiere in viale Rimini angolo viale Puccini e
Piacenza«. Erano gli ultimi giorni di maggio e
il sindaco Renata Tosi aveva emesso un
provvedimento che di fatto andava a limitare l'
efficacia dell' ordinanza firmata dal
comandante della polizia municipale Graziella
Cianini, in merito alla realizzazione del
Trasporto rapido costiero. N e n a c q u e l '
ennesimo confronto legale tra la stazione
appaltante, Am, e il Comune guidato da
Renata Tosi. Anche in questo caso il Tar ha
dato ragione ad Agenzia Mobilità, accogliendo
il ricorso e sospendendo il provvedimento dell'
amministrazione. Non solo. Il Tar ha
condannato il Comune al pagamento delle
spese legali, 1000 euro. Dopo la vittoria, Am si
toglie qualche sassolino dalle scarpe.
«Ancora una volta il giudice ha riconosciuto l'
assoluta illegittimità del comportamento e
degli atti del sindaco. I lavori potranno così
essere ripresi ma è di tutta evidenza che i continui e ripetuti atti di ostruzionismo continuano a produrre
danni economici alla conduzione dei lavori che si ripercuoteranno sulla collettività riccionese». Dal
municipio replicano così: «Prendiamo atto della decisione del Tar che questa volta ha addirittura
rigettato una lettera di comunicazione trattandola come fosse un' ordinanza. Questo la dice lunga sull'
atteggiamento ormai pregiudiaziale che ha accompagnato ogni nostra attività di difesa».
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MORCIANO.
Gennari critico: «Tasse troppo salate e nessun taglio
alla spesa pubblica»
«L' ENNESIMO fallimento dell'
amministrazione Battazza». Filippo Gennari
(foto), consigliere di opposizione di Morciano,
boccia senza possibilità di appello il bilancio di
previsione 2015, approvato la scorsa
settimana in consiglio comunale. «Un bilancio
­ attacca l' esponente di minoranza ­ che si
fonda essenzialmente su un aumento delle
imposte e che non prevede alcun taglio alla
spesa pubblica. Basti pensare che il gettito
derivante dall' Irpef, rispetto allo scorso anno,
subirà un incremento di quasi 40mila euro,
dovuto all' innalzamento dell' addizionale
comunale per tutte le fasce di reddito al di
sopra dei 15mila euro. Le maggiori entrate
Irpef corrispondono, guarda caso, all' esborso
sostenuto da questa amministrazione per
mantenere lo staff del sindaco: una spesa del
tutto inutile e che non porta nessun vantaggio
alla nostra cittadinanza». «Inoltre ­ prosegue
Gennari ­ la previsione di bilancio appena
approvata presenta, a mio avviso, non poche
lacune.
Ad esempio è stato creato un fondo di
accantonamento per la copertura del debito di 800mila derivante dall' acquisto delle ex scuole medie:
debito che l' amministrazione conta di colmare con la vendita dell' ex sede Inail, la cui asta, lo
ricordiamo, continua ad andare deserta già da diversi anni. Un' operazione, questa, che secondo il mio
parere viola qualsiasi criterio di prudenza e sulla quale mi riserbo comunque di fare chiarezza nelle sedi
opportune». «Unica nota positiva ­ conclude Gennari ­ è la cancellazione di Fu.Mo., evento mai piaciuto
ai commercianti riminesi. Non dimentichiamo, comunque, che per questa manifestazione negli ultimi
annisono stati spesi centinaia di migliaia di euro».
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SANTARCANGELO.
Nuovi sensi unici per rendere sicuro viale Marini
LA RIVOLUZIONE dei sensi unici sulle strade
che attraversano viale Marini. Troppo
pericolosa la viabilità l u n g o i l ' v i a l e d e l
passeggio' di Santarcangelo, spesso teatro di
incidenti tra auto, pedoni e ciclisti a causa del
doppio senso di marcia sulle strade laterali.
Ecco perché il Comune, in occasione dei lavori
di rifacimento di viale Marini, ha deciso di
mettere mano anche al piano del traffico delle
vie lateraili. Ecco così che, con il cantiere,
compaiono anche i sensi unici nelle vie
Palermo, Righi, Fleming e Leonardo da Vinci.
Un intervento che si aggiunge a quelli già in
corso su viale Marini, con la realizzazione
della nuova pista pedonale e ciclabile e
soprattutto il rifacimento dell' asfalto dello
stesso viale, che da anni versava in condizioni
pietose. «Nei lavori di riqualificazione abbiamo
voluto dare la priorità proprio alla sicurezza di
ciclisti e pedoni ­ spiega l' assessore ai Lavori
pubblici Filippo Sacchetti ­ L' obiettivo è quello
di favorire sempre di più l' uso della bicicletta
al posto di quello dell' auto». Con i lavori verrà
reso più sicuro anche l' accesso alla casa
famiglia della Papa Giovanni XXIII, che si affaccia proprio su viale Marini.
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SANTARCANGELO RESTA INCERTO IL FURTO DELL' AREA.
L' ex fabbrica Buzzi fatta a pezzi
DELLA FABBRICA, come ce la ricordiamo,
non resterà praticamente più nulla. L' ex
cementificio Buzzi lo stanno smantellando
pezzo per pezzo: dalle strutture ai macchinari
(molti dei quali destinati a essere portati in altri
stabilimenti del gruppo). Resterà poi da
compiere tutta la bonifica del sottosuolo, una
parte non secondaria visto i materiali che
venivano lavorati alla fabbrica.
«Il processo di smantellamento sta
proseguendo secondo i piani e e nel rispetto
delle regole», assicurano dall'
amministrazione, anche se in realtà le varie
operazioni stanno creando più di un disagio ai
residenti.
Il problema resta sempre quello: cosa sorgerà
ora al posto dell' ex cementificio? Perché di
progetti se ne sono sentiti e visti tantissimi. L'
unica certezza è che parte dell' area della
fabbrica verrà convertita a zona residenziale,
ma resta ancora in discussione la destinazione
di una porzione significativa dell' area. «La
proprietà si è fatta avanti e ha partecipato ­
spiegano dall' amministrazione ­ con una
propria proposta di riqualificazione al bando del Poc», ovvero il Piano operativo comunale che
determinerà quali interventi dei privati autorizzare e mandare avanti. E soprattutto, stabilirà quale
'contropartita' assegnare al Comune.
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Fondi per sistemare le strade devastate dal 'nevone'
Interventi in Valmarecchia ferita anche dalle frane.
UNA 'PIOGGIA' di euro per sistemare delle
strade della Valmarecchia colpite da frane,
maltempo e dal nevone. Il Consiglio
provinciale ha approvato la variazione al
bilancio di previsione 2015 per sbloccare una
serie di trasferimenti regionali per i cantieri più
urgenti, che partiranno ( i n p a r t e ) e n t r o l '
autunno. Accanto agli 841mila euro che
andranno a finanziare la messa in sicurezza di
due edifici scolastici, l' alberghiero Savioli di
Riccione (per 470 mila euro) e l' istituto Molari
di Santarcangelo (369mila euro), è previsto 1,1
m i l i o n e d i e u r o p e r l a viabilità. Di questi
615mila euro saranno divisi in 4 comuni per
sistemare le strade ancora rovinate dal nevone
2012. A Pennabilli e Casteldelci andranno
rispettivamente 250mila euro per il ripristino
del ponte Rio Cavo e altri 50mila per la Sp 76.
A questi si aggiungono, in Valconca, gli
interventi di consolidamento della Sp132 a
Gemmano (130mila euro) e la Sp 64 di
Mondaino (185mila).
Sbloccati anche 261mila euro per la
Marecchiese. «Si tratta di fondi regionali _
afferma il consigliere delegato provinciale, Massimo Allegrini _ non vincolati, che servono alla
manutenzione ordinaria di strade statali declassate in provinciali. Una parte sarà utilizzata anche per
altre strade del territorio». Altri 270mila euro sono quelli in arrivo da Bologna per la messa in sicurezza
di carreggiate colpite dal maltempo a febbraio: 60mila euro andranno a Maiolo per la Sp 6 (la stessa
strada colpita nel 2010 da una grossa frana), 40mila euro sulla Sp 120 e 50mila sulla Sp 14 di Poggio
Torriana, 70mila euro per la Sp 49 a Santarcangelo e 50mila euro a Montescudo per la Sp 118. Altri
45mila euro invece serviranno per la variante alla circonvallazione di via Michele Rosa, chiusa dopo il
maxi crollo della rupe di San Leo a febbraio 2014. Altri 355mila euro infine andranno a Novafeltria
(80mila euro per sistemare la Sp8 che porta all' E45), Verucchio (80mila euro per la Sp 32), Pennabilli
(75mila per la Sp 84B) e 120mila euro per Sant' Agata Feltria sempre sulla Sp8 di Romagnano.
«Purtroppo i fondi in arrivo sono pochissimi _ continua Allegrini _ meno della metà rispetto al passato.
Neanche il 20% per l' ordinaria manutenzione.
Ma stiamo cercando di stare attenti sulle spese. Per la pista ciclopedonale lungo il Marecchia, ad
esempio, durante la realizzazione del percorso verde sul fiume, un progetto regionale finanziato da
Fondo europeo, abbiamo recuperato 120mila euro che reinvestiremo sulla stessa pista».
Rita Celli.
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«Con lo stop di quattro mesi il Cocorico chiude»
Ricorso al Tar contro il provvedimento del questore
La sospensione temporanea della licenza è una sentenza definitiva: per la lotta alla
droga serve il daspo e i tamponi» Conferenza stampa di Fabrizio De Meis a Roma al
fianco del portavoce Luigi Crespi, l' ex sondaggista di Berlusconi.
RIMINI. «L' annuncio di oggi è che il Cocorico
chiude. Con questo provvedimento non riapre
più». La decisione di fermare le danze «per
120 giorni nel periodo dove si concentra più
della metà del fatturato «se non rivista, porterà
al fallimento dell' azienda» e «non serve a
nulla contro la droga». Il patron della discoteca
riccionese, Fabrizio De Meis, la definisce una
«sentenza definitiva» e preannuncia foschi
scenari anche a prescindere dall' esito del
ricorso davanti al tribunale amministrativo. L'
imprenditore sostiene infatti che il "problema"
si ripresenterà ancora senza adeguati
strumenti legislativi che vengano in aiuto degli
imprenditori della notte.
Le proposte di De Meis sono note: una di
derivazione calcistica, la possibilità di
applicare il Daspo per vietare l' ingresso a chi
ha precedenti per stupefacenti. L' altra
riguarda l' eventualità di sottoporre al tampone
salivare gli avventori all' ingresso per mettere
alla porta chi ha assunto droghe. La
conferenza stampa, in diretta streaming su
internet, si svolge a Roma in una sala di un
hotel di via Nazionale.
Accanto a De Meis, a fare da portavoce e
consulente per l' immagine, c' è una vecchia
conoscenza di chi segue le cronache (politiche
e non solo): Luigi Crespi (Datamedia) per anni sondaggista preferito di Berlusconi e ideatore del
contratto con gli italiani siglato a Porta a Porta. Appare più battagliero dello stesso De Meis. Se il
Cocorico resterà chiuso, è la sua facile profezia, gli spacciatori si «sposteranno altrove».
De Meis ribadisce il suo rispetto per le istituzioni e per il questore Maurizio Improta. «Si tratta ­
riconosce ­ di un provvedimento a salvaguardia dei ragazzi che vanno a ballare, non è contro il Co
coricò». La questione è che lui, però, pensa a strumenti diversi e ritiene che la chiusura della discoteca
rappresenti u n' occasione mancata proprio per il valore della sua battaglia contro la droga lanciata in
nome e per conto di quello che dagli anni Ottanta viene percepito come dai ragazzi il tempio della
trasgressione. Per Crespi, De Meis «ha cercato di trasformare il Cocoricò in un baluardo del
divertimento responsabile. Ha fatto tutto il possibile per combattere lo spaccio: telecamere all' interno e
all' esterno della discoteca, addetti alla sicurezza che collaborano con forze ordine e hanno contribuito
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negli ultimi anni a centinaia di arresti». Un altro paradosso secondo il patron: più gente finisce in
manette, più la discoteca rischia la chiusura. Il tono è composto e misurato, ma si torna a far leva sui
"numeri": «il mezzo milione di visitatori l' anno», e soprattutto i «duecento dipendenti (in realtà per la
maggior parte si dovrebbe parlare di collaboratori ndr)», che rischiano di rimanere a spasso e
«duecento famiglie in difficoltà», il presunto indotto economico.
«Il fatturato annuale? Tra i 3,5 e i 4 milioni di euro, la metà concentrati in agosto». Chi ha letto i bilanci
delle varie società di gestione degli ultimi anni, passati in rassegna dalla finanza (vedi altro articolo a
pagina 6) sobbalza: il volume d' affari dichiarato in passato è di minore entità. In ogni caso, sulla
presunta evasione De Meis risponde in maniera lapidaria. «A me non è stato notificato nulla». La
risposta del patron sul trasferimento all' estero dell' attività è evasiva. «Prematuro esprimersi». Segno
che conta ancora di salvare la Piramide. L' avvocato del gruppo, Alessandro Catrani, conferma che la
proprietà sta valutando la possibilità del ricorso al Tar, soluzione auspicata anche dall' avvocato
Massimiliano Angelini che segue gli aspetti commerciali. Il messaggio della conferenza stampa?
La lotta alla droga non si vince chiudendo il Cocorico. Tutti d' accordo. Non è chiaro però perché a
ergersi paladino della difficile battaglia debba essere il titolare di un locale che deve parte del successo,
anche suo malgrado, all' immagine trasgressiva e nel quale si è fatto festa, a parte un minuto di silenzio,
anche la sera dei funerali del sedicenne morto per ecstasy.
Fabrizio De Meis durante la conferenza stampa con Luigi Crespi, responsabile della comunicazione del
Cocoricò.
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Maurizio Capa contro la chiusura: «Prevenire tutto è impossibile e al Cocoricò hanno sempre
aiutato le forze dell' ordine»
«Hanno voluto colpire il mondo della notte»
Il presidente nazionale del Silb: «La chiusura? Così i gestori non collaborano»
RIMINI. «Hanno voluto colpire il mondo della
notte: non solo il Cocoricò. Ma così si avrà un
effetto contrario a quello auspicato». Maurizio
Pasca, presidente nazionale del Silb, ha le sue
attività nel Salento ma è residente a Riccione e
sa bene cosa sta accadendo in questi giorni.
Tanto che alla prima domanda, parte dritto
come un treno.
Presidente, come giudica la chiusura di 4
mesi?
«Un errore. Un grosso errore. Il Cocoricò è
stato messo sul banco degli imputati e
nessuno parla più, ad esempio, del ragazzo
che ha dato la droga al giovane morto, alla cui
famiglia va tutto il nostro cordoglio».
Doveva essere dato di meno oppure
bisognava lasciare aperta la discoteca?
«C' è stato un errore di fondo che io non
capisco. Con questo provvedimento si è
messo in croce tutto il mondo dell'
intrattenimento notturno, come se ci fosse di
tutto e di più all' interno, ma non è così. Il
Cocoricò, ad esempio, è un locale di tendenza,
offre un modo diverso per divertirsi, un luogo
di socializzazione, in cui una piccola
percentuale intende fare abuso di alcol e di
droghe».
Nell' ordinanza di chiusura del questore si citano numerosi episodi di abuso.
«Ma lei crede davvero che così, chiudendo il Cocoricò, si risolve il problema? Sabato prossimo i giovani
staranno a casa? Oppure, come io credo, potrebbero andare in locali meno sicuri, in cui si vede alcol in
modo abusivo».
Lei vuol dire che il Cocoricò è una discoteca dove c' è sicurezza, quindi?
«Sì e lo dimostra la collaborazione che i gestori hanno sempre dato alle forze dell' ordine per fare in
modo che la droga e gli abusi di alcol non circolassero. Io stesso ho parlato con alcuni carabinieri e loro
stessi mi hanno sempre confermato che hanno ricevuto tutti gli aiuti per svolgere i loro servizi di
controllo».
Nell' ordinanza si parla di una collaborazione "allentata" da alcuni mesi.
«Lei crede che si possa avere gli occhi ovunque? Come si fa a prevenire tutto? Noi imprenditori
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abbiamo per molti versi le mani legate e facciamo di tutto perché vada tutto bene.
Ma se poi veniamo pu niti gli effetti non sono quelli auspicati, ma contrari».
In che senso?
«Nel senso che so di tanti gestori di locali che non vogliono collaborare, a differenza di quanto ha fatto il
Coco ricò, proprio perché hanno paura del provvedimento di chiusura scaricando il barile su di loro. E
quanto fatto a Riccione rischia di alimentare queste paure e di allontanare le collaborazioni».
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Silb furioso: ricorso al Tar e incontro con Alfano
Indino: «Decisione abnorme su legge del 1931»
Il presidente regionale dei locali da ballo: «Scorretto chiedere alle discoteche di educare
i ragazzi. Noi vendiamo un servizio: divertimento» «Chiederemo ad Alfano di mettere
mano all' articolo 100 del Tulps che si basa su un Regio decreto» «Non possiamo
sostituirci ai genitori. Ma diventa più comodo lo scaricabarile»
RIMINI. «Provvedimento abnorme, faremo
ricorso al Tar e abbiamo fatto richiesta per un
incontro con il ministro dell' Interno Angelino Al
fano». Gianni Indino, numero uno di
Confcommercio Rimini ma anche presidente
regionale del Silb, l' associazione che
raggruppa tantissimi locali della notte e
discoteche, è un fiume in piena dopo la
chiusura di 4 mesi del Cocoricò a seguito della
morte per ecstasy del 16enne Lamberto
Lucaccioni; chiusura che lui giudica «senza
cognizione» perché «la responsabilità per i
gestori del locale che il questore ha rinvenuto
si basa su un Regio decreto vecchio più di
ottant' anni: l' articolo 100 del Tulps, che
chiederemo, all' incontro di Roma, venga
finalmente cambiato». Ma prima, «con
urgenza», Indino rincara la dose e spiega:
«Andremo davanti al Tar perché venga data la
possibilità alla discoteca Cocoricò di riaprire».
Già perché, stando a quanto precisa il
presidente regionale Silb, «l' impressione è
che si sia voluto punire la discoteca dopo
avere calcolato la somma degli avvenimenti
accaduti negli ultimi anni, avvenimenti per cui,
invece, il Co coricò era già stato punito, a colpi
di multe e sospensioni della licenza».
Ecco perché Indino prosegue nella sua presa
di posizione a difesa della discoteca riccionese, e si chiede: «Che senso può avere? Ma comunque me
l' aspettavo: conosco la legge italiana, sebbene non sempre la condivida».
Poi sottolinea: «In tutta questa vicenda, c' è una famiglia che piange un ragazzo, alla quale esprimiamo
tutta la nostra solidarietà. Poi, c' è un' azienda costretta a chiudere per quattro mesi, che metterà in
strada oltre 200 famiglie, che da un giorno all' altro si troveranno uno stipendio in meno, in un momento
difficile come questo».
Infine, continua il numero 1 Silb, «c' è il ragazzo che ha venduto la droga a Lamberto Lucaccioni: ha l'
obbligo di dimora serale, per il resto continua a vivere la sua vita. Tutto questo è ingiusto».
Il Silb chiederà quindi al Governo di rimettere mano anche all' articolo 100 del Testo unico delle leggi di
pubblica sicurezza (Tulps), un Regio decreto del 18 giugno 1931 che recita: "Il questore può
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sospendere la licenza di un esercizio nel quale siano avvenuti tumulti o gravi disordini, o che sia
abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose o che, comunque, costituisca un pericolo per l'
ordine pubblico, per la moralità pubblica e il buon costume o per la sicurezza dei cittadini. Qualora si
ripetano i fatti che hanno determinato la sospensione, la licenza può essere revocata".
E proprio in base all' articolo 100 che il questore ha potuto chiudere la discoteca: «Stiamo parlando di
una legge di 84 anni fa, va rivista e adeguata ai tempi», tuona Indino, che ribadisce la propria posizione
«E' scorretto chiedere alle discoteche di educare i propri figli: noi vendiamo un servizio, il divertimento.
Non possiamo sostituirci ai genitori, chiamati a tramandare i valori ai propri ragazzi.
Molte volte, però, è più comodo optare per lo scaricabarile».
Detto questo, conclude il presidente Silb, ci sarà massima collaborazione con tutte i soggetti coinvolti
contro l' abuso di sostanze psicotrope, dai Sert alle Asl. «A tutt' oggi incontriamo i giovani di 14, 15 anni,
che possono cadere in questa trappola, magari su invito dei più grandi che promettono "sballo". Per
farlo, chiediamo la collaborazione di dj famosi, voci che i ragazzi sono più propensi ad ascoltare».
Infine, a livello provinciale ,«ci rendiamo promotori di un incontro tra il prefetto e le forze dell' ordine con
i gestori dei locali da ballo del territorio, al fine di condividere un percorso costruttivo che possa
contribuire, per quanto possibile, a che queste tragedie non possano più accadere».
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Alla Piramide da anni i conti non tornano Procura e
finanza vanno a caccia dei soldi
Fiamme giale: volume d' affari dele società di gestione alternate tra il 2010 e il 2014
superiore a quello dichiarato Ai militari il compito di ricostruire il complesso sistema
societario che fa capo ala holding proprietaria del marchio.
RIMINI. L a p r i m a d i s c o t e c a d ' I t a l i a , l a
sedicesima nel mondo, la settima per numero
di seguaci su Facebook. L' unico locale nel
suo genere che fa cinquemila presenze, a 35
euro a serata, e che se non apre ad agosto
perde utili per quasi due milioni di euro.
Eppure, stando alle dichiarazioni al fisco degli
amministratori che si sono alternati alla guida
delle varie società di gestione dal 2010 al
2014, il volume d' affari del Cocorico è molto al
di sotto di quello ipotizzato ieri in conferenza
stampa da Fabrizio De Meis, e soprattutto non
è un' attività remunerativa, ma anzi ­ almeno
stando a quanto scritto nelle carte degli ultimi
anni ­ addirittura in perdita. Sull' orlo del
baratro. Una circostanza così inusuale, e fuori
dai parametri economici di riferimento, da
indurre un anno fa la Guardia di finanza di
Rimini a vederci chiaro. In procura è aperto un
fascicolo con l' ipotesi di evasione fiscale
(delle prime contestazioni si è già accennato
nei giorni scorsi). Tecnicamente i militari
hanno accertato la mancata dichiarazione di
ricavi complessivi tra il 2010 e il 2013
(attribuibili alle diverse gestioni) per svariati
milioni di euro. Il pm Luca Bertuzzi e i
finanzieri della Compa gnia di Rimini, guidati
dal capitano Giovanni Linardi, vogliono capire
se esistono davvero degli utili "nascosti" ed eventualmente anche in quali tasche siano finiti. Punto di
partenza è la composizione del gruppo societario, complessa e in continuo movimento. Un insieme di
società con a capo una holding, che è una società essa stessa, la Gruppo Cocorico spa, proprietaria del
marchio e con Fabrizio De Meis nella veste di amministratore unico (dimissionario dal ruolo di direttore
generale). La società madre, che prende in affitto il locale e ne dà in affitto la gestione, è composta per
circa il 67 per cento dalla società Dbh (con De Meis azionista di maggioranza) e per il restante 33 per
cento da Elmar srl (le cui quote sono suddivise tra un romano, un sammarinese e una riccionese).
Semplificando al massimo e con una buona dose di approssimazione si potrebbe dire che il Cocorico è
per almeno due terzi di De Meis. I "muri" del locale appartengono invece a società riconducibili a una
nota famiglia di albergatori riccionesi. La gestione del locale (fallimentare stando ai bilanci degli ultimi
cinque anni presi in esame dalle fiamme gialle), infine, è passata negli anni a diverse società che si
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sono alternate tra loro (Enco srl, Perplex srl, Piramide srl). L' ultima, attiva dal gennaio scorso è la "Mani
Avanti srl" (esclusa dall' indagi ne penale) e ha un milanese come amministratore unico. E' a lui che i
poliziotti della divisione amministrativa hanno notificato l' altra notte il provvedimento di sospensione
temporanea della licenza. I soci sarebbero cinque, tra cui De Meis, tutti al 20 per cento.
Gli orfani del Cocorico, però, proprio grazie alla composizione societaria, possono mettere via i
fazzoletti. Lo storico marchio del locale, che non appartiene alla società di gestione, è "libero" e nulla
vieta di utilizzarlo in un altro contesto: si ballerà ancora, anche in agosto, sebbene non all' ombra della
Piramide (Marano? Un altro locale?).
Sarà sufficiente coinvolgere una nuova società.
Una "scappatoia", nel pieno rispetto della legalità, che permetterà di rispettare alcuni degli impegni
assunti e di attenuare l' impatto negativo della chiusura.
ANDREA ROSSINI
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Sindacato in trincea: «Danno per i 250 lavoratori»
L' Ugl si schiera dopo la chiusura: «Tempesta mediatica, effetti negativi per l' economia
turistica»
RICCIONE. Quale sarà il futuro delle oltre 250
persone che lavorano al Cocoricò per i
prossimi quattro mesi? E' quello che si
chiedono i sindacati, i n particolare l ' U g l d i
F o r l ì ­ C e s e n a e Rimini, commentando la
decisione di chiudere la discoteca per 120
giorni, a partire da ieri, presa dal questore di
Rimini Maurizio Improta dopo la morte del
16enne ucciso da un' overdose di ecstasy. Ma
in questa drammatica vicenda a esserne
penalizzati sono anche i lavoratori, come la
vigilanza, l' impresa di pulizia, o i tecnici, che
vivono solo di questa attività. Un
provvedimento poi che getta nel mirino anche
l' intera città di Riccione. «Ci chiediamo ­
sottolineano il segretario provinciale dell' Ugl
Giovani di Forlì ­Cesena e Rimini, Andrea
Costantini, e la segretaria dell' Ugl di Forlì ­
Cesena e Rimini, Emanuela Del Piccolo ­
accertata l' entità comunque considerevole
della sanzione adottata per il locale riccionese,
mentre in episodi simili la chiusura era
inferiore ai due mesi, se questa tempesta
mediatica che ha visto l' intera città di Riccione
esposta sommariamente ad un lungo
linciaggio sui media nazionali non produrrà un
ulteriore danno ad un settore come quello
turistico trainante per l' economia locale». E
ancora: «Riccione è una città tranquilla , meta di vacanze a misura di famiglia e luogo di turismo
accogliente ed ospitale per ogni cittadino del mondo. A questo gioco al massacro, come forza sindacale
responsabile e legata al territorio, non aderiremo mai».
I sindacati quindi sulla chiusura del Cocoricò proprio non ci stanno e aprono a una riflessione più
profonda, che chiama in causa non solo i gestori dei locali ma anche scuola e famiglia.
«Riteniamo che questo drammatico episodio, legato ad un' assunzione di droga esterna al locale ­
conclude Andrea Costantini ­ debba innescare una riflessione condivisa tra gestori di locali pubblici,
forze politiche, organizzazioni sociali e giovanili ed anche con le famiglie, primo baluardo educati vo per
i giovani, per capire quale sia il punto di rottura della socializzazione dei nostri giorni.
Come sia contenibile il problema della diffusione delle droghe che vengono spacciate ovunque: in
strada, a scuola , nei luoghi pubblici più disparati per avviare finalmente un' auto analisi delle parti
sociali ed economiche ed elevare gli anticorpi così da evitare queste tragedie». (l.m.
)
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Presa di posizione del mondo della notte. L' ex gestore di locali Pier Pierucci: «Rompicapo
etico. Certe soluzioni non aiutano ad affrontare i problemi»
«La chiusura del Cocoricò? Ingiusta»
Coccoluto: «Fanno come con Ponzio Pilato». Dj Ralf: «Basta criminalizzare»
RIMINI. «La chiusura del Cocoricò? Una
ingiustizia». Il mondo della notte si schiera
contro la decisione del questore Maurizio
Improta che impone uno stop di quattro mesi
a l locale di Riccione, a partire da ieri. Pier
Pierucci, creativo delle campagne marketing
di Aquafan, con un passato nella gestione di
locali della Riviera, sostiene: «La vicenda si
inserisce in una problematica complessa e a
me non piace come viene affrontata. Certe
soluzioni non aiutano ad affrontare i problemi.
La vicenda Cocoricò è un rompicapo etico con
una certa complessità che va affrontata in
maniera diversa».
Davide Nicolò noto trendsetter e profondo
conoscitore del mondo della notte commenta:
«Non reputo giusto questo provvedimento, uno
sbaglio vero. Sono le leggi ad es sere
sbagliate e non penso sia colpa del Cocoricò.
Questa chiusura sa di vendetta, non sa di
buon senso. Sarebbe stato sensato, dal giorno
dopo la morte del giovane di Città di Castello,
aumentare i controlli, come si doveva far da
tempo. Non si chiude un' attività il 3 di agosto
lasciando centinaia di lavoratori in condizioni
precarie. Il sindaco di Riccione dice che se lo
aspettava; ora io mi aspetto che ricollochino la
gente senza lavoro. Tragedie come quella di
due settimane fa accadono ovunque: è successo alla Molo street parade. E sono morte persone anche
negli stadi, ma sono tutti aperti. I genitori che plaudono a questo provvedimento danno l' idea di
"vendetta" ma la chiusura non risolve nulla. Chiudi se puoi provare che la pasticca l' ha data il gestore
ma purtroppo le droghe entrano per altri canali. Bisognerebbe rafforzare i controlli delle forze dell'
ordine e intanto cercare altre soluzioni.
Ad esempio all' Amnesia di Ibiza entri solo col documento elettronico che registra ingressi e uscite.
In Italia siamo ancora indietro dal punto di vista tecnologico. Sui giovani che si drogano non ha senso
colpevolizzare i lo cali ma occorre interrogarsi sull' educazione che viene data dalle famiglie.
Le discoteche non devono educare; sono un luogo dove i giovani si devono divertire».
Claudio Coccoluto, uno dei dj più famosi e rappresentativi dell' Italia all' estero, scrive sul suo profilo
Facebook: «Tutti lo chiamano Cocoricò, ma per la legge è Ponzio Pilato». Dj Ralf, che lavora dal 1991
al Cocoricò dichiara: «Secondo me il problema non è dentro i locali. I problemi si dovrebbero risolvere a
monte e credo che la chiusura del Cocoricò sia mettere la polvere sotto il tappeto.
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Io credo che la sicurezza all' interno della struttura è al massimo di quello che la legge consente. Ho
sempre visto attenzione da parte dei gestori della discoteca affinché non avvengano certi meccanismi.
L' abuso, a partire dall' alcol, fino alle droghe nelle discoteche, è un problema mondiale. Credo che
dovremmo seguire l' esempio dell' Inghilterra o della Germania che fanno un lavoro di educazione tra i
giovani, e non solo, su cosa siano le sostanze e cosa producano. È inutile scandalizzarsi e
criminalizzare l' industria del divertimento».
LUCIA PACI
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Moretti (Ncd): «In 5 anni siamo a un atto di indirizzo»
«Lungomare da pedonalizzare nessuna verifica di
sostenibilità»
RIMINI. Riqualificazione lungomare, passa in
commissione l' atto di indirizzo che oggi andrà
in Consiglio.
E l' esponente di Ncd e consigliera comunale
di opposizione, Giuliana Moretti, prende di
mira il primo cittadino: «Mancano sei mesi alla
chiusura del mandato e il sindaco Andrea
Gnassi si affretta a fare qualcosa per la
riqualificazione del lungomare, visto che in
provincia siamo rimasti gli unici a non aver
fatto quasi nulla».
E ancora: «Il qualcosa è appena un atto di
indirizzo, che propone ciò che era stato posto,
nero su bianco, dal piano strategico e che io
personalmente ho, a suo tempo, condiviso :
rendere il lungomare un luogo vivo e fruibile
per 12 mesi all' anno prevedendovi funzioni
legate al tempo libero, allo sport e al well­ness
oltre che ricreative, in un rapporto senza
i n t e r p o s i z i o n i c o n i l m a r e e l a spiaggia,
sviluppando così al massimo le grandi
potenzialità che ha il nostro litorale e
proponendo un offerta turistica che
risponderebbe maggiormente al modo di
concepire oggi la vacanza e il tempo libero».
La Moretti poi spiega: «Continuo a pensare
che così debba essere e a domandarmi
perché ancora non l' abbiamo fatto. Il sindaco
risponderà che il lungomare non era nella nostra disponibilità fino ad un anno e mezzo fa. Io penso che
si potesse fare utilizzando la fascia di spiaggia vicina al marciapiede, visto che la nostra spiaggia si
allunga ogni anno sempre di più». Infine, conclude la Moretti, «questo atto di indirizzo propone di
pedonalizzare il lungomare spostando le auto nei due sensi di marcia sulla via delle Regine che in
alcuni tratti vede anche la presenza del filobus. Non sono per nulla convinta di questa soluzione anche
perché in commissione è emerso che non è stata fatta nessuna verifica sulla sostenibilità di questo
cambiamento dal punto di vista della viabilità».
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Liquami in mare e allacci alle fogne mancano all'
appello in duecento
Nuova ordinanza: a Viserba e Rivabella sopralluoghi dei tecnici comunali per le verifiche
nei terreni privati I lavori per sanare gli impianti massimo entro il 31 marzo 2016. Nell'
ultimo anno e mezzo messi in regola 610.
RIMINI. Scarichi a mare in zona Viserba­
Rivabella, sono stati messi in regola 610
allacci negli ultimi 18 mesi e adesso scatta il
rush finale: mancano all' appello 195 cittadini
che potranno fare richiesta per "sanare" le loro
posizioni entro il 31 dicembre prossimo.
Ciascun utente potrà muoversi in autonomia,
con la «richiesta di autorizzazione allo scarico
delle acque bianche/nere alla fognatura
comunale», spiegano da Palazzo Grampi, da
dove faranno partire anche i controlli per
verificare la situazione. Già perché in base alla
nuova ordinanza emanata ieri il «Comune
a u t o r i z z a i t e c n i c i i n c a r i c a t i d a Hera a
effettuare un sopralluogo in area privata per
verificare lo stato dell' impianto fognario».
La verifica riguarderà quindi «se c' è un
allaccio corretto, se necessita di piccoli o medi
interventi o se sono necessarie modifiche
consistenti alla rete fognaria privata». E
continuano da Palazzo Garampi, «il
sopralluogo dei tecnici incaricati Hera, senza
alcuna spesa per i cittadini, eviterà l' obbligo di
predisporre, a spese dell' utente, un progetto
dettagliato di allacciamento».
Nel caso poi l' abitazione necessitasse di
interventi per il corretto allaccio alla rete
fognaria, «il proprietario sarà tenuto ad
eseguirli al massimo entro il 31 marzo 2016. Sarà possibile scegliere se far realizzare l' intervento ad
un' im presa di fiducia oppure direttamente a Hera».
Sono sempre attivi i canali di contatto: una mail, [email protected]; una linea telefonica, che
risponde al numero 0541­908462 (attivo dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30); ed uno sportello
dedicato presso l' Urp del Comune dove i cittadini possono recarsi per chiedere informazioni. Lo
sportello a perto tutti i venerdì dalle 9 alle 13.
L' obiettivo prefisso dall' amministrazione è infatti quello di «eliminare nella zona Rimini nord tutti i divieti
di balneazione entro l' estate prossima».
L' ordinanza emessa segue le precedenti ed è parte di un complesso di interventi diffusi sulla rete
fognaria che consentirà, entro il 2020, di eliminare le cosiddette "acque nere" dagli 11 scarichi a mare.
Allacciarsi correttamente, quindi, significa contribuire ad un progetto ambizioso, ma realizzabile, per un
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mare senza divieti di balneazione.
L' intervento di Rimini Nord è quindi parte integrante del Piano di salvaguardia della balneazione che
Comune di Rimini, Hera, Romagna Acque e Amir stanno realizzando e si aggiunge agli altri interventi
già avviati.
Ad oggi, infatti, risultano cantierati grandi interventi, tra cui, la "riconversione del depuratore di Rimini
Nord (Marecchiese) in vasca di accumulo" (3.5 milioni di euro), la realizzazione della "vasca Ospedale"
(4.5 milioni di euro), la "Realizzazione della dorsale Sud" (2.5 milioni di euro), le "vasche di accumulo
Ausa" (46 milioni di euro).
Sono invece già stati completati: il "risanamento fognario di Rimini Isola" (4 milioni di euro); il
"raddoppio del depuratore di Santa Giustina" (circa 26 milioni di euro) e la relativa condotta ("Dorsale
Nord" circa 17 milioni di euro).
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Trc, Tosi ancora bocciata il blocco dei lavori al
cantiere respinto dal tribunale
RICCIONE. Un' altra puntata si aggiunge alla
telenovela del Trc, pesando sulle tasche dei
cittadini. Il Tar (Tribunale amministrativo
regionale) ha infatti sospeso il provvedimento
con cui il sindaco Renata Tosi aveva motivato
l' impedimento della messa in posa del
cantiere del metrò di costa in via Rimini, all'
angolo tra le vie Puccini e Piacenza il 21 e 25
maggio scorsi.
Per bloccare i lavori del Trc decine di auto, tra
le quali la Toyota del sindaco Tosi, erano state
parcheggiate nell' area comunale che serviva
all' installazione del cantiere. Sul posto
intervennero i carabinieri che identificarono
una persona.
«Ancora una volta il giudice amministrativo ha
riconosciuto l' indiscussa illegittimità del
comportamento e degli atti del sindaco ­
commentano da Am (Agenzia mobilità) ­ tanto
da addebitare nuovamente al Comune le
spese di giudizio. I lavori potranno riprendere
ma è di tutta evidenza che i continui e ri petuti
atti di ostruzionismo continuano a produrre
danni economici che si ripercuoteranno sulla
collettività riccionese». Questo del 1° agosto è
solo l' ultimo di una serie di atti del Tar e del
Consiglio di Stato che condanno il
comportamento del Comune di Riccione.
«Prendiamo atto della decisione del Tar che questa volta ha addirittura rigettato una lettera di
comunicazione trattandola come fosse un' ordinanza ­ commenta il sindaco ­ , questo la dice lunga sull'
atteggi amento ormai pregiudiziale che ha accompagnato ogni nostra attività di difesa delle prerogative
che riguardano la gestione dei lavori d e l Trc». In via Puccini l' intervento principale riguarda la
sistemazione dei sottoservizi. «Nel rileggere attentamente la decisione del Tar appare evidente che
nessuno, meno che noi, abbia detto che i lavori di spostamento dei sottoservizi non fossero necessari.
Aspetto confermato dalla sentenza Tar e mai messa in discussione. Unico aspetto che resta ancora
aperto nono stante questa sentenza prosegue il sindaco ­ sono i tempi di realizzazione dei lavori di
spostamento che restano da definire in collaborazione e in accordo con i nostri uffici tecnici».
Da ricordare il pasticcio commesso dal Comune in viale Rimini, con l' ordinanza emessa dagli uffici
comunali che prevedeva il blocco del traffico anche nel sottopasso, nonostante da Am non fosse stato
richiesto.
EMER SANI
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Corriere di Romagna
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Viabilità, cambi in vista
Introduzione di sensi unici in alcune traverse di viale Marini Proseguono i lavori di
rifacimento del percorso ciclo ­pedonale.
SA NTARCA NG E LO. Modifiche alla viabilità
nel centro di Santarcangelo. Proprio in questi
giorni verranno predisposte delle modifiche
per introdurre alcuni sensi unici nelle vie non
lontane al municipio, in alcune traverse di viale
Marini, ovvero il tratto della Provinciale
Santarcangiolese che attraversa il centro
abitato.
Intanto, proseguono i lavori di rifacimento del
percorso ciclo ­pedonale lungo viale Marini. L'
intervento di riqualificazione urbana, che
interessa il viale alberato riservato a ciclisti e
pedoni, oltre alla completa asfaltatura,
prevede la realizzazione di aiuole che
consentiranno di definire meglio gli accessi e
le aree di sosta delle traverse di viale Marini
migliorando la viabilità e la sicurezza. Per una
migliore organizzazione della viabilità e a
tutela di pedoni e ciclisti che avranno la
precedenza percorrendo il viale ciclo ­
pedonale, l' ingresso e l' uscita sulle vie laterali
saranno regolati da sensi unici di marcia.
Ad essere interessate dai sensi unici sono le
vie Righi e Franklin, in entrata, e la via
Fleming, in uscita. I lavori prevedono anche l'
asfaltatura nelle vie Palermo, Righi, Fleming e
Da Vinci (nel tratto compreso tra via Righi e
Fleming) e di fronte al municipio dove sono
presenti alcuni avvallamenti. L' intervento verrà completato in settimana, mentre le modifiche alla
viabilità entreranno in vigore con l' apposizione della nuova segnaletica nel giro di qualche giorno.
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La Voce di Romagna
(ed. Rimini)
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ACCORDI UNIONCAMERE
La ribalta offerta dall' Expo 2015 per
promuovere contatti fra operatori cinesi ed
emiliano ­romagnoli, facendo dell' evento
internazionale il volano per un futuro proficuo
di relazioni economiche. E' l' obiettivo dell'
accordo di collaborazione siglato tra
Unioncamere Emilia­Romagna e M a y L i n k ,
società che gestisce per il Governo cinese le
attività di pubbliche relazioni in occasione dell'
Expo di Milano. Il presidente d i Unioncamere
regionale, Maurizio Torreggiani e Li Yongping,
presidente d i M a y l i n k , h a n n o f i r m a t o i l
memorandum che prevede il supporto all'
offerta dei servizi alle delegazioni cinesi che si
recheranno all' Esposizione universale. La
collaborazione è destinat a proseguire anche
oltre e dopo l' Expo, con l' intento di favorire
incontri fra imprese e aprire un solido rapporto
che possa sviluppare per le realtà italiane
opportunità legate all' esportazione di beni di
consumo, anche attraverso piattaforme per l'
e­commerce, all' incoming turistico e all'
attrazione di investimenti cinesi in
Emilia­Romagna. Unioncamere e le Camere di
commercio d e l l ' E m i l i a ­Romagna s o n o
particolarmente interessate a promuovere
iniziative come questa ­ ha detto il presidente
Torreggiani ­ per le indubbie ricadute positive
che possono riverberarsi sul nostro tessuto economico. L' accordo è un punto di partenza per avviare
una duratura collaborazione e avvicinare sempre più le nostre realtà sulla base di una economia fondata
sulla cultura che significa reciproca conoscenza delle opportunità".
L' interscambio commerciale tra Cina ed Emilia­Romagna ha avuto un notevole incremento negli ultimi
5 anni. Dal 2009 al 2014 l' export è cresciuto del 78% (per 1 miliardo e 571 milioni di euro) e l' import del
61% (per 3 miliardi e 82 milioni).
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La Voce di Romagna
(ed. Rimini)
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L' EX SINDACO DI RICCIONE IMOLA.
Occasione importante per una riflessione sul mondo
della notte
Il provvedimento del Questore di Rimini al
Cocoricò ci offre una occasione importante per
una riflessione seria sul mondo della notte.
Certo non può lenire il dolore dei familiari di
Lamberto e non può coprire l' incapacità dell
Amministrazione Comunale di far spegnere la
musica almeno la sera del suo funerale
facendo vergognare una città intera. Però ci
offre un tempo sufficientemente lungo per una
riflessione non banale,per un esame attento e
costruttivo di un fenomeno ormai arrivato al
suo epilogo. Non perdiamo questo tempo,
Riccione ha tanti tantissimi amici nel mondo
dello spettacolo che possono darci consigli
utili per riorganizzare il mondo della notte.
L' Amministrazione dovrebbe sollecitare
questa riflessione e favorire il confronto fra chi
ha competenze in questo settore e l'
imprenditoria, possibilmente nostrana, che
può investire sul futuro della nostra città. Non
sarà certamente una ricerca facile, ma non
dimentichiamoci che proprio qui sono partite in
tantissime epoche storiche mode e tendenze
innovative. Sicuramente la strada da
percorrere non può essere quella che disegna
un mortorio per le vie di Riccione dopo
mezzanotte per sfogare tutta l' ansia di
divertimento in collina da cui può capitare di
prendere poi la strada per la camera mortuaria.
Sicuramente la ricerca va indirizzata verso un sistema di divertimento più diffuso e anche più variegato,
che sappia dare spazio a tutti i generi musicali e alle tante espressioni artistiche non solo musicali che
possono offrire un divertimento originale e genuino , che raccolga le esigenze di generazioni diverse,
che raccolga meglio le tante opportunità e le tante bellezze che la nostra città offre. Il provvedimento del
Questore ci offre l' opportunità di aprire un vero e proprio laboratorio di idee e di sperimentazioni che
non riguarda una sola discoteca, anche se da tempo la più esposta, ma che riguarda tutto il mondo
della notte .Quel provvedimento che, da solo, non può risolvere tutti i problemi ci da però una occasione
unica per imprimere una svolta concreta. Non perdiamo questo tempo lasciando che tutto torni come
prima, diamo una mano concreta a scrivere la parola fine sull' epoca dello sballo e sulle tantissime
iniziative che ci hanno lucrato sopra, lo dobbiamo in primo luogo a Lamberto ma sarà decisivo anche
per il nostro futuro.
Daniele Imola, ex sindaco di Riccione.
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GIORGIO LUGARESI PRESIDENTE CESENA CALCIO.
Cocoricò Chiuderlo è una decisione ridicola
" T r o v o r i d i c o l a ­ s c r i v e i l presidente
bianconero Giorgio Lugaresi sulla sua pagina
Facebook ­ la decisione di chiudere il
Coccoricó. Mi rendo conto che sulla spinta
emotiva, il Questore abbia potuto prendere
questa decisione, ma non la condivido a meno
che, il conduttore della Discoteca non sia in
qualche modo coinvolto o responsabile in
modo diretto con l' introduzione o lo spaccio di
droghe. Allora si che il locale va subito chiuso,
m a s e c o m e s i legge, il gestore subisce,
perché farlo chiudere nel momento di maggior
lavoro? Io mi aspetterei da parte delle autorità
preposte all' ordine, attività investigativa,
arresti corposi, interventi in profondità sui
trafficanti. Il fenomeno delle pasticche di
ecstasy è conosciutissimo! Il Questore Si
sarebbe dovuto muovere prima con decisione.
Ma da noi e purtroppo non solo In Italia, si ha
un modo di ragionare per me incomprensibile.
Chiudere il locale, mi ricorda la decisione di
coloro che chiudono settori dello Stadio,
invece di andare a beccare i responsabili dei
reati. In Italia con questo modo di ragionare,
non arriveremo mai da nessuna parte. Un po'
come mettere la polvere sotto al tappeto!
Chiudere il locale fa star bene tante persone,
soprattutto i genitori dei ragazzi, ma non
risolve il problema, perché i loro figli, semplicemente cambieranno discoteca e sceglieranno ancora
quella con il maggior sballo! Cosa facciamo, li chiudiamo tutti?
"
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ANDREA COSTANTINI, EMANUELA DEL PICCOLO (UGL FORLÌ ­CESENA E RIMINI)
E i 250 lavoratori?
Anche il sindacato Ugl di Forlì ­Cesena e
Rimini commenta il provvedimento di chiusura
di 120 giorni, 4 mesi a partire da lunedì 3
agosto, per la discoteca Cocoricò di Riccione
adottato dal questore di Rimini Maurizio
Improta in base all' articolo 100 del Tulps dopo
la morte di un 16enne ucciso da un' overdose
di ecstasy.
Un provvedimento che ­ come si legge in una
nota della Questura ­ avrebbe lo scopo di:
"fornire tutela ai minorenni persone certamente
più fragili e vulnerabili rispetto alle altre e, per
tale motivo, soggette ben più di altre a
sfruttamento ed abusi da parte di altri
soggetti".
"Riteniamo che questo drammatico episodio,
legato ad un' assunzione di droga esterna al
locale, d e b b a i n n e s c a r e u n a r i f l e s s i o n e
condivisa tra gestori di locali pubblici, forze
politiche , organizzazioni sociali e giovanili ed
anche con le famiglie , primo baluardo
educativo per i giovani, per capire quale sia il
punto di rottura della socializzazione dei nostri
giorni. Come sia contenibile il problema della
diffusione delle droghe che vengono spacciate
ovunque: in strada, a scuola, nei luoghi
pubblici più disparati per avviare finalmente
u n ' a u t o a n a l i s i d e l l e parti sociali e d
economiche ed elevare gli anticorpi così da evitare queste tragedie": afferma Andrea Costantini,
segretario provinciale Ugl Giovani di Forlì ­Cesena e Rimini.
E poi c' è la questione più strettamente attinente al locale.
"Senza entrare nel merito del provvedimento del questore e perfettamente consapevoli che la discoteca
era entrata anche nel mirino della Guardia di Finanza di Rimini che ha avviato un' indagine per evasione
fiscale, vorremmo chiederci quale sarà il futuro lavorativo per i prossimi 4 mesi delle 250 persone che a
vario titolo collaborano con questa struttura. Ci chiediamo se non si sia penalizzato oltremodo il
personale ­ vigilanza, pulizia, tecnici etc ... ­ che vive soltanto di questa attività. E ci chiediamo anche ­
accertata l' entità comunque considerevole della sanzione adottata per il locale riccionese , mentre in
episodi simili la chiusura era inferiore ai due mesi ­ se questa tempesta mediatica che ha visto l' intera
città di Riccione esposta sommariamente ad un lungo linciaggio sui media nazionali non produrrà un
ulteriore danno ad un settore come quello turistico trainante per l' economia locale: Riccione è una città
tranquilla , meta di vacanze a misura di famiglia e luogo di turismo accogliente ed ospitale per ogni
cittadino del mondo. A questo gioco al massacro, come forza sindacale responsabile e legata al
territorio, non aderiremo mai": concludono il segretario provinciale dell' Ugl Giovani di Forlì Cesena e
Rimini, Andrea Costantini, e la segretaria dell' Ugl di Forlì ­Cesena e Rimini, Emanuela Del Piccolo.
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COCORICÒ CASO NAZIONALE.
De Meis: "Così il crac è a un passo"
PARLA IL PATRON "Il locale sottoposto a processo sommario La chiusura sarebbe una
sconfitta per tutti e non risolverebbe il problema della droga"
Se verrà confermata la chiusura del locale per
quattro mesi, per il Cocoricò e i suoi 200
dipendenti non ci sarà più alcun futuro. Non
usa mezzi termini Fabrizio De Meis durante la
conferenza stampa indetta ieri pomeriggio
all'hotel Griffe di Roma per commentare la
stangata del questore di Rimini, Maurizio
Improta, che ha imposto al locale una
sospensione dell'attività per 120 giorni. Il
questore ha fatto un processo sommario a 10
anni di attività del Cocoricò: 120 giorni di stop
in questa stagione equivalgono a chiudere la
discoteca per sempre. Oltre ad essere una
resa generale al problema della droga. Dopo il
silenzio in cui si era trincerato domenica, l'ex
general manager del Cocoricò esce allo
scoperto: Per una società come la nostra, che
in estate fa il 50 per cento del fatturato annuo
(che si aggira sui 3,5­4 milioni), è un colpo da
k.o. Le perdite sono quantificabili in 1,5­2
milioni, senza contare che saremo costretti a
rimborsare chi ha acquistato quei pacchetti
turistici comprensivi degli ingressi al locale. Ad
affiancare De Meis in conferenza stampa, il
portavoce Luigi Crespi che sottolinea come se
negli anni 80 il Cocoricò era il simbolo della
trasgressione, con l'avvento di De Meis tre
anni fa c'è stato un grande cambiamento. Oggi
siamo l'emblema della lotta alla droga e allo sballo. Droga e sballo che non si sconfiggono chiudendo il
Cocoricò: Abbassare le serrande non è la soluzione. Purtroppo, e spero il più tardi possibile ­ dice De
Meis ­ continueranno ad esserci altri morti finché la legge non ci darà i mezzi adeguati per difenderci da
questo cancro. Che sono (o meglio sarebbero) il Daspo, come nel calcio, per vietare l'ingresso nei locali
ha chi ha precedenti per stupefacenti e tampone obbligatorio prima dell'entrata in discoteca, in S modo
da controllare che i ragazzi non abbiano già assunto droghe. E Crespi rincara la dose: Se il sistema
delle leggi non cambia, il Cocoricò (discoteca da oltre mezzo milione di avventori all'anno) non ha le
condizioni imprenditoriali per lavorare in questo Paese, lasciando trapelare un eventuale sbarco
all'estero del marchio, magari a Ibiza. Nonostante De Meis dica di condividere le motivazioni del
questore che hanno portato alla sospensione dell'attività, in realtà traspare un certo fastidio quando
ricorda che nell'ordinanza di oltre 15 pagine redatta da Improta sono elencati fatti passati per i quali il
Cocoricò ha già pagato, finendo così per essere giudicati due volte. Altro sassolino che l'ex general
manager decide di togliersi è quello inerente ai rapporti con le forze dell'ordine: Con loro c'è sempre
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stata grande collaborazione. La prova? I numerosi arresti ai quali il nostro personale di sicurezza ha
collaborato. Poi però, come si evince dall'ordinanza del questore, più sono gli arresti e più è facile che il
locale venga chiuso. Questa purtroppo è una delle tante contraddizioni dell'articolo 100 del Tulps. Che
qualcuno ce l'abbia col Cocoricò è un sospetto che De Meis coltiva neanche troppo velatamente: Ho la
sensazione che rischiare di perdere il fegato al Cocoricò (si riferisce al minorenne comasco che ha
denunciato pubblicamente, salvo poi ritrattare, di aver assunto ecstasy nel suo locale, ndr), anziché
altrove, faccia quasi più notizia.... A questo punto la resa è totale e definitiva? A sentire il duo De Meis­
Crespi pare esserci ancora un piccolissimo spiraglio per mantenere in vita il locale: il ricorso al Tar. Ma
anche se verrà accolto, il vero problema, quello della droga, resterà ugualmente, dicono. In realtà, il
legale del Gruppo Cocoricò, Alessandro Catrani, sembra spegnere anche l'ultima fiammella di
speranza: Nelle prossime 48 ore scioglieremo il nodo del ricorso. Che ricorreremo al Tar è sicuro,
dipenderà se subito (in tal caso andremo davanti al monocratico) o se a settembre (davanti al collegio).
Al momento l'ipotesi più accreditata appare la seconda. Il che significherebbe serrande abbassate per il
tutto il mese di agosto. E per il Cocoricò e i suoi 200 dipendenti la fine. Lamberto Abbati
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Inchiesta Gdf e calcio gli altri temi Il manager glissa:
"No comment non è questo il momento giusto"
Non risponde Fabrizio De Meis, o meglio se la
cava con poche battute, alle domande dei
cronisti presenti ieri all' hotel Griffe di Roma
che gli chiedevano lumi sull' inchiesta della
Guardia di Finanza che vede coinvolto il
Cocoricò per una presunta evasione fiscale
milionaria. "Non so nulla, a me non è stato
notificato nulla (pare che De Meis sia stato
sentito circa un mese fa come persona
informata sui fatti, ndr). Che io sappia non
riguarda il mio periodo di gestione", taglia
corto De Meis. "Se ci sono problemi fiscali ci
sono in ogni caso luoghi e circostanze
preposte dove i titolari si difenderanno. La
Guardia di Finanza faccia le indagini e gli
approfondimenti che ritiene opportuni. Ma
questa è un' altra vicenda", afferma il
portavoce Luigi Crespi riferendosi alla
sospensione dell' attività per quattro mesi
disposta dal questore Improta dopo la morte di
Lamberto Lucaccioni per overdose. E del
Rimini Calcio, di cui De Meis è presidente, che
ne sarà? L' eventuale fallimento del Cocoricò
interesserà anche la squadra? Sul tema il
patron biancorosso glissa così: "Scusate, ma il
calcio è poco attinente a questa conferenza
stampa".
Lamb. Abb.
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OPINIONI VIP Il riccionese Sabbioni: "Come chiudere le strade per gli incidenti"
Dj Coccoluto: "Una lavata di faccia Non si combatte
così lo spaccio"
"La decisione di chiudere il Cocoricò non ha
nulla a che vedere con la vera lotta allo
spaccio di droga. È una lavata di faccia". Il dj
Caludio Coccoluto, in più di un' occasione alla
consolle del locale riccionese, non ha dubbi:
"Anche mettere i sigilli a tutti i locali d' Italia
non è un argine al problema vero che è quello
della droga e dello spaccio. Non credo che
uno spacciatore sia affezionato al Cocoricò e
ora che è chiuso decida di mettersi in
pensione, cercherà altri posti e li troverà. Si sta
puntando l' indice contro il soggetto più
semplice da colpevolizzare, una discoteca, ma
lo spaccio avviene nei posti più disparati,
anche nelle stazioni. Non voglio fare l'
avvocato difensore del Cocoricò, non ho alcun
interesse personale a farlo, ma con la
decisione del questore è stata colpita la sede
dell' utilizzazione finale, lasciando integra la
filiera dello smercio.
Mi chiedo da cittadino se risalire la catena
dello spaccio sia così difficile per gli inquirenti.
Il fatto che si fermino soltanto all' ultima tappa
del percorso mi preoccupa".
Secco (su Twitter) il comico ­ presentatore tv
Luca Bizzarri: "Genova. C' era un locale con gli
spacciatori fuori. Chiusero il locale, e gli
spacciatori rimasero senza caffè. Il Cocoricò
chiuso fa ridere".
Opinioni condivisa anche da chi impegnatissimo com' è con lo sport di serate nei locali può
concedersene al massimo cinque l' anno. Eppure anche il nuotatore Simone Sabbioni, riccionese, 18
anni, un paio di volte ­ in tutta la sua vita ­ è stato al Cocoricò. "Il Cocco è un simbolo di Riccione e
chiuderlo è una ca volata, non è colpa del posto se c' è lo sballo. Lì o in cento altri locali se lo si cerca lo
si trova. Chiudere le discoteche per lo sballo è come chiudere le strade per gli incidenti. Non serve".
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Il Silb ad Alfano: "Legge fascista da rivedere"
IL COCORICÒ CASO NAZIONALE E il presidente Indino si fa promotore di un incontro
Prefetto e forze dell' ordine.
Il Silb (sindacato italiano locali da ballo)
nazionale pronto ad affiancare il Cocoricò nella
battaglia legale, a partire dal ricorso al Tar. E
nel frattempo, a livello provinciale, si fa
promotore di un incontro tra Prefetto e forze
dell' ordine con i gestori dei locali da ballo del
territorio, "per condividere un percorso
costruttivo che possa contribuire, per quanto
possibile, a che queste tragedie non possano
più accadere". Intervenendo sul pesante
provvedimento di chiusura del Cocoricò, il
presidente regionale del Silb Gianni Indino non
trattiene il piglio polemico: "Finalmente la
guerra alla droga e agli eccessi è stata vinta.
Con la chiusura del Cocoricò la città di
Riccione, la Riviera, l' Italia e il mondo intero si
sono svegliati migliori. Non spetta a me, non
mi compete, avventurarmi in disquisizioni
morali, educative o filosofiche sui problemi dei
giovani di oggi, sul loro sistema valoriale. Una
giovane vita si è spezzata, un locale è stato
chiuso, le fila dei detrattori si stanno
ingrossando, con sentenze sulle pubbliche
piazze o sulle bacheche dei social. Ma
qualcuno è davvero convinto che la chiusura
del Cocoricò abbia una qualche utilità nella
urgente e quanto mai necessaria lotta agli
eccessi dei giovani? Concordo con il prefetto
Strano, è indifferibile una riflessione che interessi la società civile, le istituzioni, tutti noi. Individuare un
capro espiatorio per ciò che è accaduto va secondo me, e secondo tanti, proprio nella direzione
opposta". "Da parte della nostra associazione vi è il cordoglio per la famiglia di Lamberto, il massimo
rispetto per le istituzioni e in particolare per il lavoro del Questore Improta, tuttavia c' è anche forte
preoccupazione per il provvedimento abnorme comminato alla discoteca riccionese ­ aggiunge Indino ­
Abnorme perché sull' altro piatto della bilancia non c' è, come qualcuno vorrebbe far pensare, la vita di
Lamberto. Fosse così nessun provvedimento amministrativo sarebbe sufficiente. Ma una responsabilità
per i gestori del locale che il Questore ha rinvenuto basandosi su un regio decreto vecchio più di ottant'
anni. E' questo un punto di fondamentale importanza per inquadrare la vicenda che oggi vede coinvolto
il Cocoricò".
Proprio in questi giorni il Silb nazionale si era fatto avanti con il Ministero degli Interni per discutere di un
impianto normativo non più al tempo con i nostri giorni. E il presidente Maurizio Pasca rafforza il
concetto a commento della chiusura del locale riccionese: "Chiederò ad Alfano che venga cambiato l'
articolo 100 del Testo unico di pubblica sicurezza, quello che ha portato sospensione delle attività del
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(ed. Rimini)
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Cocoricò per quattro mesi. Risale al 1931, all' epoca del Fascismo, ed è nato con altri scopi.
Non ha senso che oggi sia applicato alle discoteche una legge vecchia di un secolo che non incentiva i
gestori a collaborare con la polizia". Una modifica, a suo parere, avrebbe effetti direttamente sulla
gestione interna dei locali notturni, aumentando le denunce degli spacciatori che stanno a bordo pista.
"Ci sono molti proprietari che collaborano per stroncare la vendita di pasticche e droga. Ma c' è anche
chi non lo fa, perché ha paura che poi il questore gli chiuda il locale. Tanti sono cauti e non segnalano
proprio per questo motivo.
Di sicuro cambiare il Tulps porterebbe a maggiore collaborazione". (vdt)
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(ed. Rimini)
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AL TRAGUARDO Via libera in commissione, ma sull' operazione si moltiplicano i dubbi.
Consiglio in doppia convocazione per blindare i
bandi sul lungomare
Con il parere favorevole (a maggioranza) di
terza e quinta commissione consiliare
permanente, riunite ieri in seduta congiunta,
arriva al traguardo del consiglio comunale l'
atto di indirizzo "per la presentazione di
proposte costituenti 'manifestazioni di
interesse' per la riqualificazione del lungomare
­ interventi per il progetto di attuazione del
Parco del Mare". Consiglio comunale di nuovo
in doppia convocazione, oggi e domani.
Perché la maggioranza ormai deve fare i conti
con i numeri, ancor più pericolanti con le ferie
d' agosto.
"A sei mesi dalla chiusura del mandato, il
sindaco Gnassi si affretta a fare qualcosa per
la riqualificazione del lungomare, visto che in
provincia siamo rimasti gli unici a non aver
fatto quasi nulla. Qualcosa che è appena un
atto di indirizzo, risultato di quasi cinque anni
di governo ­ interviene Giuliana Moretti (Ncd),
condividendone le intenzioni ma non il metodo
di lavoro ­ Di primo acchito potrebbe sembrare
accoglibile per gli obiettivi che si pone,
rendere il lungomare un luogo vivo e fruibile
per 12 mesi all' anno con funzioni legate al
tempo libero, allo sport e al wellness oltre che
ricreative, in un rapporto senza interposizioni
t r a m a r e e spiaggia, sviluppando così al
massimo le grandi potenzialità che ha il nostro litorale e proponendo un' offerta turistica che
risponderebbe maggiormente al modo di concepire oggi la vacanza e il tempo libero.
Continuo a pensare che così debba essere e a domandarmi perché ancora non l' abbiamo fatto. Il
sindaco risponderà che il lungomare non era nella nostra disponibilità fino ad un anno e mezzo fa.
Io penso che si potesse fare utilizzando la fascia di spiaggia vicina al marciapiede, visto che la nostra
spiaggia si allunga ogni anno sempre di più". Con questo atto d' indirizzo si propone chiaramente di
pedonalizzare il lungomare, spostando le auto nei due sensi di marcia sulla via delle Regine che in
alcuni tratti vede anche la presenza del filobus: "Non sono per nulla convinta di questa soluzione, anche
perché in commissione è emerso che non è stata fatta nessuna verifica sulla sostenibilità di questo
cambiamento dal punto di vista della viabilità. Ho quindi chiesto se sia stata approfondita la possibilità
di creare la fascia del wellness sulla spiaggia, interrando i parcheggi, ma lasciando almeno un senso di
marcia sul lungomare", aggiunge Moretti, senza però avere risposta.
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(ed. Rimini)
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Rimini nord, 610 scarichi privati
in regola NUOVA CHIAMATA PER I BACINI SACRAMORA E TURCHETTA Pubblicata l'
ultima ordinanza per gli allacci alla rete sdoppiata.
Sotto con l' ultima ordinanza rivolta ai residenti
d e l l a z o n a d i Rimini n o r d , c h i a m a t i a d
adeguare gli impianti fognari privati alla rete
già sdoppiata. L' ordinanza è stata pubblicata
ieri, ed è l' ultima della serie per i bacini
Sacramora e Turchetta. Ultimo stralcio del
percorso avviato un anno e mezzo fa e che ha
già consentito di regolarizzare oltre 610 allacci
privati. L' obiettivo resta quello di far sparire i
divieti di balneazione tra Viserba e Rivabella
entro l' estate 2016. Di qui la necessità che gli
scarichi privati si adeguino, secondo tempi e
modi ben precisi.
Come già previsto, ciascun utente potrà
provvedere autonomamente e presentare ad
Hera entro il 31 dicembre 2015 la richiesta di
autorizzazione allo scarico delle acque
bianche/nere alla fognatura comunale. In
alternativa, il Comune autorizza i tecnici
incaricati da Hera a effettuare un sopralluogo
in area privata per verificare lo stato dell'
impianto fognario di ogni utenza e redigere il
"Documento di Rete Fognaria Privata". Così
che il tecnico possa poi catalogare gli immobili
sulla base delle condizioni dell' impianto,
verificando se correttamente allacciato, se
necessita di piccoli o medi interventi o se sono
necessarie modifiche consistenti alla rete
fognaria privata. Il sopralluogo e la redazione del documento da parte dei tecnici incaricati Hera, senza
alcuna spesa per i cittadini, eviterà l' obbligo previsto dal regolamento del servizio idrico.
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(ed. Rimini)
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VIABILITÀ Tanti i progetti per superare la ferrovia che sono rimasti nei cassetti. Negli anni '30 si
pensava a un cavalcavia in corrispondenza della stazione lato Riccione, negli anni '90 alla
piastra sopra i binari.
Mare monte: i collegamenti mai realizzati
Tra via Destra del porto e viale Tripoli per i
flussi di traffico che procedono nella direzione
mare monte o viceversa non ci sono possibilità
di superare l' ostacolo rappresentato dalla
ferrovia. I due sotto passi permettono il
passaggio di mezzi alti fino ad un massimo
rispettivamente di 3,20 e 2.70 metri. E' un
problema che si trascina da anni e che finora
non ha trovato soluzioni concrete. Già negli
anni '30 era stato ipotizzzato un cavalca
ferrovia all' altezza dell' attuale rotatoria tra via
Roma e via Clementini. Il disegno era stato
pubblicato tempo fa dal gruppo Facebook
Rimini Sparita. Il progetto è rimasto nel
cassetto, a fermarlo ha certamente contribuito
l' entrata in guerra dell' Italia nel 1940, e così è
stato per quello del "ponte della Vittoria" che
doveva servire già allora per pedonalizzare il
ponte di Tiberio.
Negli anni '90, con la Giunta Moretti ­ in
occasione di un convegno sulla valorizzazione
delle aree dell stazione era stata lanciata la
proposta di realizzare un sottopasso carrabile
in corrispondenza di quello ciclopedonale che
da piazzale Battisti porta in viale Principe
Amedeo. In questo contesto si era anche
prospettata una "piastra" sopra i binari. dove
realizzare anche spazi commerciali, che
avrebbe permesso ai pedoni di oltrepassare la ferrovia. Anche questi progetti sono rimasti nel cassetto;
quello della piastra avrebbe permesso di attenuare la frattura prodotta dalla ferrovia sul tessuto urbano
della città migliorando gli spostamenti pedonali. Negli anni '60 con la tombinatura del torrente Ausa si è
persa una grande opportunità, quella di creare in galleria un' arteria da piazzale Kennedy fino a via
Roma, all' altezza della nuova rotatoria.
Qualcosa del genere era previsto nell' ambito della cosiddet ta "tangenziale marina" di cui da tempo non
si parla più. E' certo che i costi di una simile opera i giorni nostri sarebbero ingentissimi, senza
dimenticare i vari sottoservizi realizzati nel corso degli anni. Peccato che negli anni' 60 non si sia
pensato alla grande creando anche un' alternativa a viale Tripoli il cui sottopasso non può venire
adeguato al transito di mezzi che superano i 2,70 metri.
Aldo Viroli.
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